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218 La pittura cos’è<br />
scienza del concreto come sapere attraverso il sensibile hanno qui la loro<br />
ricaduta metodologica.<br />
Nel Dizionario l’intuizione è già una componente della competenza e<br />
designa «l’intervento <strong>di</strong> un soggetto certo (“per una specie <strong>di</strong> evidenza”), il<br />
quale instaura un voler-fare, desideroso <strong>di</strong> verifi care a posteriori l’ipotesi».<br />
Tale posizione epistemica, integrata a una logica delle modalità, è ritenuta<br />
in<strong>di</strong>spensabile nelle procedure <strong>di</strong> ricerca, ma soprattutto <strong>di</strong> scoperta. 28<br />
Charles Sanders Peirce è invece ra<strong>di</strong>cale nel rinnegare il potere dell’intuizione<br />
e ammettere che ogni cognizione è inferita, me<strong>di</strong>ata e provata solo attraverso<br />
cognizioni precedenti. Antepone il dubbio alla fi ducia. Dice: «non<br />
siamo a conoscenza <strong>di</strong> nessuna capacità con la quale potremmo conoscere<br />
un’intuizione. Infatti, quando la cognizione ha inizio ed è quin<strong>di</strong> in uno<br />
stato <strong>di</strong> cambiamento, solo nel primo istante essa potrebbe essere un’intuizione.<br />
E quin<strong>di</strong> il suo appren<strong>di</strong>mento non deve situarsi in alcun istante e<br />
dev’essere un evento che non occupi tempo». 29 Peirce non si spiega logicamente<br />
l’intuizione in sé e dunque non la include nella propria epistemologia<br />
cognitiva. Ma questa postura è contraddetta dalla tesi più tarda <strong>di</strong> un<br />
“lume naturale”, <strong>di</strong> un istinto che ci aiuterebbe a “indovinare giusto”. 30 Sul<br />
tema della “premonizione” si imbatte Nelson Goodman, il quale <strong>di</strong>stingue<br />
i Watson, i quali “sanno <strong>di</strong> non sapere” e sono perciò <strong>di</strong>sposti a credere ai<br />
segnali percettivi esterni, dagli Holmes, i quali non danno cre<strong>di</strong>to alle proprie<br />
percezioni e preferiscono rispettare la catena inferenziale delle prove,<br />
a volte impedendosi la stessa accettazione <strong>di</strong> credenze corrette. Goodman<br />
riconosce allora che «è meglio lasciare che le prove certe esercitino i loro<br />
effetti in maniera subliminale, quando si integrano al vincolo <strong>di</strong> una credenza,<br />
e ignorarle quando non lo fanno». 31 Un protezionismo consapevole<br />
dagli in<strong>di</strong>zi che provengono dal mondo, ritenuti a priori inaffi dabili, è insomma<br />
svantaggioso alla comprensione.<br />
Leggendo Elkins, si comprende che l’intuizione, cioè l’esperienza fi duciosa<br />
e volitiva <strong>di</strong> confronto con il mondo, non ha un aspetto puntuale, ma<br />
è ricorsiva nel processo e <strong>di</strong>venta expertise con l’esercizio.<br />
28 Cfr. Greimas e Courtés 2007, voce “intuizione”. Ve<strong>di</strong> anche Greimas in Parret<br />
1975.<br />
29 C.P. 5.262., “Questioni concernenti certe pretese facoltà umane”, 1868, in Bonfantini,<br />
a cura <strong>di</strong>, 2003, p. 331.<br />
30 Ve<strong>di</strong> in particolare “L’or<strong>di</strong>ne della natura” (1878, spec. 6.418), “L’architettura<br />
delle teorie” (1891, spec. 6.10), “Guessing: inferenza e azione” (1929, spec. 7.40).<br />
Cfr. Bonfantini, op. cit., 2003.<br />
31 Cfr. Goodman 1988, trad. it., p. 153.