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208 La pittura cos’è<br />
L’ottica qui è <strong>di</strong>versa: il modello non solo conserverebbe, rafforzandole,<br />
le qualità sensoriali, ma nelle me<strong>di</strong>azioni della fabbricazione, che Lévi-<br />
Strauss intende come «sviluppo in parallelo della conoscenza approfon<strong>di</strong>ta<br />
dell’oggetto e <strong>di</strong> un’introspezione molto accentuata», 2 si eleverebbe sul<br />
vissuto. Le due posizioni, cronologicamente <strong>di</strong>stanti, sono contrad<strong>di</strong>ttorie.<br />
Rispetto alla chiarezza con cui l’antropologo descrive il pensiero mitico<br />
e magico, attraverso il fare del bricoleur, <strong>di</strong>stinguendolo dalla conoscenza<br />
scientifi ca, che riconduce alla prassi dell’ingegnere, l’ipotesi dell’attività “a<br />
metà strada” dell’artista merita un’indagine più attenta. In che modo anche<br />
l’arte, come il bricolage, benché “a metà”, è una “scienza del concreto”?<br />
La pittura cos’è affronta il quesito. Professore <strong>di</strong> storia dell’arte all’Art<br />
Institute <strong>di</strong> Chicago e pittore, James Elkins de<strong>di</strong>ca un libro a mostrare quel<br />
che accade nell’atto del <strong>di</strong>pingere, come modo <strong>di</strong> pensare in pittura. Spiega<br />
i signifi cati <strong>di</strong> fl ui<strong>di</strong> e pietre, ingre<strong>di</strong>enti <strong>di</strong> base, facendo intervenire<br />
l’alchimia, che reputa «il linguaggio più evoluto per pensare in sostanze e<br />
processi». Così, della pittura, ristabilisce la logica concreta, una formazione<br />
a strati che lascia la semiosi in sospeso, polemos tra pigmenti, leganti<br />
e solventi. L’arte mimetica, cancellando o attenuando le tracce <strong>di</strong> vitalità<br />
dell’opera, per la salvaguar<strong>di</strong>a della rappresentazione, ha <strong>di</strong> fatto istruito<br />
un’antipittura, sferrando un attacco alle sue mosse. Elkins profi la un’autonomia<br />
della <strong>di</strong>mensione fi gurativa, tale per cui è la pittura come ritmo sensomotorio<br />
<strong>di</strong> materie del mondo ed energie manuali a decretare il visibile, 3<br />
governando i rapporti tra espressione e contenuto e modellando la materia<br />
come sostanza articolabile in una forma.<br />
Questi i capitoli del volume: il primo è espressamente un “corso per <strong>di</strong>menticare<br />
la chimica”, il secondo <strong>di</strong>scute del quantitativo in pittura, terzo e<br />
quarto sondano sostanze e me<strong>di</strong>a, il quinto illustra le operazioni elementari,<br />
il sesto presenta lo stu<strong>di</strong>o dell’artista, il settimo ragiona sulla progettualità<br />
dell’opera, l’ottavo sulla meta della pittura, equiparata alla pietra fi losofale<br />
dell’alchimia, Prima materia. La comparazione tra pittura e alchimia si fonda<br />
sull’analisi incrociata delle loro <strong>di</strong>namiche, non sull’osservazione <strong>di</strong> due<br />
ontologie. L’approccio, appunto, è lévi-straussiano. Rive<strong>di</strong>amo il problema.<br />
2 Il trompe l’œil, più che un inganno, è un «proce<strong>di</strong>mento virtuoso dal punto <strong>di</strong> vista<br />
prospettico […]. Espressione visiva paradossale, perché la stessa capacità <strong>di</strong> produrlo<br />
fi nisce per celarsi nell’immagine prodotta: fa vedere proprio mentre nasconde o,<br />
se si vuole, nasconde ciò che permette la visibilità». Cfr. Calabrese 2011.<br />
3 Jacques Fontanille si è posto il problema dell’autonomia del fi gurativo a partire<br />
dalle rifl essioni <strong>di</strong> Léroi-Gourhan (1965). Per il paleontologo il principio primo<br />
della funzione simbolica tanto nella scrittura quanto nelle arti fi gurative è il ritmo<br />
e non la forma. Ve<strong>di</strong> Fontanille 1998, pp. 33-34.