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INSEGNE - Università IUAV di Venezia

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228 La pittura cos’è<br />

mento dalla natura ignea, fervido opponente – e lascia ricominciare a <strong>di</strong>pingere.<br />

Il colore richiede infatti un liquido che ne temperi la tinta. Più potere <strong>di</strong><br />

liquefazione ha il solvente, più facile sarà la sovrapposizione e rapida l’asciugatura.<br />

Dosaggi controllati e maniere <strong>di</strong> stesura evitano che il liquido si tramuti<br />

in un’istanza negativa: passandone un’eccessiva quantità in modo troppo<br />

violento, il solvente penetra nella pittura asciutta sottostante e la scioglie. Oltre<br />

ai solventi ci sono i leganti, che attendono alla soli<strong>di</strong>fi cazione e all’impermeabilità<br />

della pittura. Elkins menziona colle, resine e balsami. Leganti e solventi<br />

obbligano l’enunciatore al monitoraggio <strong>di</strong> tempi <strong>di</strong>versi <strong>di</strong> asciugatura. Il<br />

prodotto fi nito è come sale, fi gura alchemica sanzionante dell’essiccazione. Il<br />

sale è un limitatore e un delimitatore <strong>di</strong> sostanze, ma insieme un imbalsamatore,<br />

agente preposto all’inalterabilità corporea. Può soverchiare il principio<br />

liquido, anziché conciliarsi con esso, e dar luogo a una pittura che sembra<br />

calcare, come in Monet le facciate della cattedrale <strong>di</strong> Rouen.<br />

4. Le operazioni della pittura<br />

Pigmenti e me<strong>di</strong>a si comprendono meglio all’interno dei processi nei<br />

quali operano. La teoria della pittura manca <strong>di</strong> defi nizioni in merito; così<br />

Elkins ricorre al <strong>di</strong>zionario fi gurativo e agli strumenti dell’alchimia, notando<br />

un’elevata commensurabilità anche nei tipi <strong>di</strong> metamorfosi.<br />

Su modello della manipolazione alchemica delle materie, la pittura<br />

avrebbe tre segmenti narrativi, corrispondenti alle colorazioni della nigredo,<br />

dell’albedo, della citrinitas e della rubedo: l’opera al nero (nigredo)<br />

prevede la cottura e la decomposizione della materia; l’opera al bianco<br />

(albedo) coincide con la fase <strong>di</strong> <strong>di</strong>stillazione; l’opera al rosso (citrinitas e<br />

rubedo) è la Pietra, esiguità dello scarto tra i primi due sta<strong>di</strong>, tensione indeci<strong>di</strong>bile<br />

tra immanente e trascendente. L’andamento è circolare-ciclico,<br />

non lineare. 55 Elkins ne specifi ca le procedure, che organizza per coppie <strong>di</strong><br />

contrari, con un semisimbolismo in germe. È possibile rafforzarlo sottolineando<br />

rapporti <strong>di</strong> implicazione e <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zione e tenendo a mente la<br />

tassonomia delle operazioni sulla materia <strong>di</strong> Françoise Bastide (1987).<br />

La prima categoria, fi ssazione/<strong>di</strong>stillazione, articola il binomio fondamentale<br />

fi sso/volatile e regge le sottocategorie putrefazione/sublimazione<br />

e precipitazione/<strong>di</strong>ssoluzione. La fi ssazione o congelazione designa l’atto<br />

55 Nel libro è riprodotto uno degli emblemi più noti a riguardo, la raffi gurazione <strong>di</strong><br />

Daniel Mylius delle Quattro sorelle alchemiche (1622), appunto nigredo, albedo,<br />

citrinitas e rubedo, sedute attorno a un tavolo rotondo. Ve<strong>di</strong> Fig. 8, p. 177.

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