QC 5 2003 - Scuola di Giornalismo Radio Televisivo Perugia
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QuattroColonne<br />
8<br />
N° 5 GIUGNO <strong>2003</strong><br />
AMBIENTE/ La gestione dei rifiuti nella “regione verde”<br />
L’Umbria non fa <strong>di</strong>fferenza<br />
Il riciclaggio non supera in me<strong>di</strong>a il 13 per cento. Molto meno <strong>di</strong> quanto preveda il decreto Ronchi.<br />
Bloccato l’esperimento <strong>di</strong> Passignano. Ma la Regione promette <strong>di</strong> fare <strong>di</strong> più<br />
GIOVANNA MANCINI<br />
C’era una volta il “Butto”, una<br />
buca enorme scavata nel terreno,<br />
poco lontano da Orvieto,<br />
che il Comune della città utilizzava come<br />
luogo dove buttare – appunto – i rifiuti.<br />
Negli anni ’80 questo spazio venne<br />
riadattato per farne una <strong>di</strong>scarica in<br />
piena regola, chiamata “Le Crete”, realizzata<br />
con le tecniche e i materiali più<br />
avanzati. Chi abita lì vicino <strong>di</strong>ce che a<br />
vedersi è qualcosa <strong>di</strong> impressionante.<br />
Una voragine che potrà inghiottire fino<br />
a 120 mila tonnellate <strong>di</strong> rifiuti l’anno<br />
per oltre 20 anni. Ben oltre le necessità<br />
locali.<br />
Il business dei rifiuti<br />
Ecco perché la Regione dell’Umbria<br />
si è offerta <strong>di</strong> provvedere, all’interno <strong>di</strong><br />
questa <strong>di</strong>scarica, allo smaltimento <strong>di</strong><br />
una parte dei rifiuti della Campania (20<br />
mila tonnellate in totale), vista l’emergenza<br />
delle scorse settimane.<br />
Ma la decisione ha scatenato un putiferio,<br />
tra i citta<strong>di</strong>ni e tra le forze politiche<br />
locali.<br />
«Il comune <strong>di</strong> Orvieto ha trovato il<br />
modo <strong>di</strong> sistemare il proprio bilancio»,<br />
accusa Danilo Buconi, coor<strong>di</strong>natore del<br />
Pdci nell’Alto Orvietano. E dello stesso<br />
parere sono i gruppi ambientalisti<br />
della regione. L’Amministrazione <strong>di</strong> Orvieto,<br />
comproprietaria della <strong>di</strong>scarica,<br />
riceve ogni anno un pagamento dalla<br />
società che gestisce “Le Crete”, in proporzione<br />
al volume <strong>di</strong> rifiuti smaltiti. Se<br />
questi rifiuti arrivano da comuni <strong>di</strong>fferenti,<br />
la cifra aumenta. L’apertura <strong>di</strong> un<br />
impianto <strong>di</strong> preselezione a Terni ha abbassato<br />
i costi dello smaltimento a carico<br />
della <strong>di</strong>scarica orvietana, ma ha anche<br />
ridotto notevolmente la quantità <strong>di</strong><br />
rifiuti da riciclare, e dunque il volume<br />
d’affari.<br />
L’arrivo <strong>di</strong> materiale da un’altra regione,<br />
accusano ambientalisti e partiti<br />
dell’opposizione, non sarebbe che un sistema<br />
escogitato dal comune per accrescere<br />
i propri introiti. Anche perché la<br />
Campania verserà all’Umbria 360 mila<br />
euro come indennizzo per i danni ambientali<br />
arrecati in seguito all’operazione.<br />
Comune <strong>di</strong> Orvieto e Regione contestano<br />
questa lettura. «Non facciamo<br />
che rispettare gli accor<strong>di</strong> stipulati con la<br />
Campania lo scorso novembre», <strong>di</strong>ce<br />
Nazareno Desideri (Ds), assessore all’ambiente<br />
<strong>di</strong> Orvieto.<br />
Un protocollo d’intesa, firmato dai<br />
governatori delle due regioni, stabilisce<br />
la possibilità <strong>di</strong> trasferire 20 mila tonnellate<br />
<strong>di</strong> rifiuti dalla Campania all’Umbria<br />
“per ragioni <strong>di</strong> emergenza e<br />
per un periodo limitato”. «Si tratta <strong>di</strong><br />
UN FRIGORIFERO GETTATO FRA I RIFUTI GENERICI IN UNA DISCARICA DELL’UMBRIA<br />
venire incontro a una regione in <strong>di</strong>fficoltà»,<br />
ha <strong>di</strong>chiarato Mario Valentini,<br />
responsabile regionale della gestione rifiuti:<br />
«La capacità <strong>di</strong> smaltimento delle<br />
“Crete” è enorme, i limiti prefissati non<br />
saranno superati dal materiale in arrivo».<br />
In sé non ci sarebbe nulla <strong>di</strong> male, sostiene<br />
Maurizio Conticelli, esponente<br />
della Margherita a Orvieto: «Il punto è<br />
che non si può fare <strong>di</strong> casi <strong>di</strong> emergenza,<br />
come quello campano, la norma per<br />
aggiustare i conti dell’amministrazione».<br />
Quello che manca, secondo Conticelli,<br />
è una politica seria dello smaltimento<br />
e del riciclaggio. “Le Crete”, secondo<br />
il progetto originario, era destinata<br />
a <strong>di</strong>ventare un centro <strong>di</strong> compostaggio<br />
dove trasformare i rifiuti organici<br />
in compost <strong>di</strong> qualità, in modo da<br />
ottenere dei ricavi dalla sua ven<strong>di</strong>ta riducendo<br />
contemporaneamente i rifiuti<br />
del 50 per cento. Questo non è avvenuto,<br />
e la <strong>di</strong>scarica è <strong>di</strong>ventata l’ultima<br />
stazione per i rifiuti soli<strong>di</strong> urbani già<br />
trattati e imballati, pronti per essere<br />
bruciati o accantonati. Ma non c’è ancora<br />
la possibilità <strong>di</strong> ricavarne energia<br />
termica attraverso l’incenerimento.<br />
Il riciclaggio in Umbria<br />
Il tema del riciclaggio è la nota dolente<br />
dell’Umbria, in tema <strong>di</strong> rifiuti. Il<br />
decreto Ronchi stabilisce che entro il<br />
<strong>2003</strong> ogni comune dovrebbe riciclare<br />
almeno il 35 per cento della propria immon<strong>di</strong>zia.<br />
La maggior parte dei comuni<br />
umbri è già fuori dai limiti: l’im-<br />
mon<strong>di</strong>zia riciclata rappresenta in me<strong>di</strong>a<br />
meno del 13 per cento dei rifiuti smaltiti.<br />
E adesso scatteranno le sanzioni,<br />
che consistono in un aumento della tassa<br />
sui rifiuti. A carico dunque dei citta<strong>di</strong>ni.<br />
Anche se – sostiene Nazareno<br />
Desideri – i numeri e le scadenze del decreto<br />
non sono chiari e possono ammettere<br />
delle oscillazioni.<br />
I dati nazionali non sono più incoraggianti,<br />
del resto, e viaggiano attorno<br />
al 15 per cento. Ma se si pensa che al<br />
Nord la percentuale arriva al 70 per<br />
cento con picchi dell’80, l’arretratezza<br />
dell’Umbria risulta in tutta la sua evidenza.<br />
«Quello che manca in Umbria – accusa<br />
Franco Coppoli del Comitato umbro<br />
per l’ambiente – è una seria politica<br />
del riciclaggio». A prevalere è una logica<br />
che punta a interessi economici<br />
prima che ambientali, anche se la regione<br />
vuole apparire come la terra dove<br />
sono preservate natura e tra<strong>di</strong>zioni.<br />
«Il problema – continua Coppoli – è<br />
che c’è un monopolio assoluto della gestione<br />
dei rifiuti: dal trasporto allo<br />
smaltimento».<br />
Il Progetto “Ricicliamo”<br />
È finito con un sostanziale abbandono<br />
anche l’esperimento innovativo <strong>di</strong><br />
Passignano, sulle rive del lago Trasimeno.<br />
Sull’esempio <strong>di</strong> un paesino in provincia<br />
<strong>di</strong> Bergamo, una cooperativa <strong>di</strong><br />
ingegneri ambientali <strong>di</strong> Trevi (la Tecnosea)<br />
aveva proposto ai citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> portare<br />
da sé i rifiuti – già separati – all’i-<br />
sola ecologica “Le Pedate”. In cambio<br />
ricevevano un compenso (come si faceva<br />
una volta con il “vuoto a rendere”).<br />
Questo sistema, sperimentato per tutto<br />
il 2002, aveva permesso <strong>di</strong> raddoppiare<br />
la percentuale <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>fferenziata<br />
e ridurre del 40 per cento i costi<br />
per l’amministrazione (che risparmiava<br />
sul trasporto). Ma alla fine dello<br />
scorso anno il comune <strong>di</strong> Passignano,<br />
pur ammettendo i buoni risultati dell’esperimento,<br />
<strong>di</strong> fatto lo ha bloccato,<br />
appaltando la gestione dell’isola ecologica<br />
alla società Tsa, che ha preferito investire<br />
su una più intensa raccolta a domicilio.<br />
Questo, secondo i nuovi gestori,<br />
avrebbe reso meno interessante il sistema<br />
della Tecnosea.<br />
Gli ambientalisti hanno presentato<br />
un esposto alla Corte dei Conti, denunciando<br />
i maggiori costi sostenuti dal comune<br />
per finanziare la Tsa, e la chiusura<br />
<strong>di</strong> un progetto che funzionava. I vertici<br />
della Tsa ricordano però che è stato<br />
un commissario prefettizio a giu<strong>di</strong>care<br />
più conveniente la loro offerta. Mario<br />
Valentini aggiunge che questo esperimento<br />
non ha fatto risparmiare granché,<br />
e che altre sono le strade da percorrere.<br />
A questo proposito, un bando della Regione<br />
prevede lo stanziamento <strong>di</strong> risorse<br />
in favore dei comuni che avviano progetti<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenziazione.<br />
Sono ancora gli ambientalisti a fornire<br />
una chiave <strong>di</strong> lettura <strong>di</strong>versa: il sistema<br />
Tecnosea, gestito da sole 6 persone,<br />
aveva ridotto i costi rivolgendosi<br />
per il trasporto dei rifiuti <strong>di</strong>rettamente<br />
ai consorzi <strong>di</strong> vetro, plastica e altri materiali,<br />
che garantiscono il loro servizio<br />
gratuitamente. La Tsa, invece, ha deciso<br />
<strong>di</strong> appoggiarsi a una <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> trasporti<br />
<strong>di</strong> cui è proprietaria la Gesenu (cioè<br />
l’azienda della nettezza urbana <strong>di</strong> <strong>Perugia</strong>).<br />
Il tassello ulteriore è che, tra i soci<br />
della Tsa, ci sono la Gesenu stessa e il<br />
Comune <strong>di</strong> Passignano.<br />
Frigoriferi tra l’immon<strong>di</strong>zia<br />
Un’altra storia significativa arriva da<br />
Pietramelina, dove si trova una <strong>di</strong>scarica<br />
gestita dalla Gesenu. Qui un gruppo<br />
<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni ha fatto incursione nella<br />
<strong>di</strong>scarica e ha documentato la presenza<br />
<strong>di</strong> frigoriferi, considerati dalla legge<br />
rifiuti pericolosi. Contengono infatti<br />
Cfc, il gas responsabile del buco dell’ozono.<br />
Lo smaltimento deve avvenire<br />
in apposite <strong>di</strong>scariche, come quella recentemente<br />
attivata a Spoleto. Il comitato<br />
<strong>di</strong> Pietramelina ha denunciato ripetutamente<br />
l’irregolarità, ma per ora<br />
non ha ricevuto risposta, mentre i responsabili<br />
della <strong>di</strong>scarica sostengono <strong>di</strong><br />
non saperne nulla, e che si tratta solo <strong>di</strong><br />
fatti spora<strong>di</strong>ci.