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Scarica il quaderno - Vicenza Jazz

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<strong>Jazz</strong> in Russia<br />

ge così un ulteriore paradosso ideologico: proibendo <strong>il</strong> jazz i co mu -<br />

nisti si trovavano alleati in campo culturale del loro nemico politico.<br />

I sostenitori del “jazz proletario” vengono ispirati dagli scritti di Mi -<br />

chael Gold (russo emigrato in USA) e Charles Smith, vicino al<br />

Partito Comunista degli USA, secondo cui <strong>il</strong> jazz era frutto della cultura<br />

di due classi oppresse, i neri e gli ebrei, e che poteva stimolare<br />

la coscienza di classe. Sim<strong>il</strong>i argomenti vengono adottati anche<br />

in URSS e favoriscono <strong>il</strong> nuovo capovolgimento ideologico del<br />

1932 quando <strong>il</strong> Comitato Centrale del PCUS adotta la teoria del realismo<br />

socialista, definendo <strong>il</strong> jazz arte popolare, e rimettendolo in<br />

libera circolazione: addirittura cominciano a essere reperib<strong>il</strong>i canzoni<br />

americane e partiture di Duke Ellington: sono i brevi anni di quello<br />

che è stato definito <strong>il</strong> “jazz rosso”.<br />

A rimarcare <strong>il</strong> senso ideologico assegnato alla musica nel 1932<br />

<strong>il</strong> compositore Genrich Terp<strong>il</strong>ovsky con l’Orchestra <strong>Jazz</strong> Giovan<strong>il</strong>e<br />

di Leningrado esegue alla radio un ciclo di brani ispirati al blues<br />

su versi del poeta Langston Hughes. Anche uno dei più autorevoli<br />

compositori sovietici dell’epoca, Dimitri Shostakovic, tributa<br />

un omaggio alla musica afroamericana con la sua Suite ballab<strong>il</strong>e<br />

per <strong>il</strong> jazz.<br />

In questo clima si affermano orchestre da ballo, come la All-Union<br />

Radio <strong>Jazz</strong> Orchestra di Alexander Varlamov e quella di Yakov<br />

Skomorovsky mentre a Mosca riemerge l’indomito Tsfasman. Non<br />

ci sono tournée di gruppi americani, ma <strong>il</strong> gruppo tedesco-ebraico<br />

dei Weintraub Syncopators, accolti come vittime del nazismo, suonano<br />

nel 1935 a Leningrado e a Mosca.<br />

Solo quattro anni dopo ecco l’ennesimo dietrofront. Nel 1936<br />

esplode una feroce polemica tra le Izvestiia che attaccano <strong>il</strong> jazz e<br />

la Pravda che lo difende. In una effimera vittoria del campo jazzistico<br />

vengono espulsi i redattori delle Izvestiia, ma la rigidità ideologica<br />

si prende la rivincita con la costituzione voluta da Stalin nel<br />

1936 e con le “purghe” degli anni 1936-38. Finiscono deportati ai<br />

lavori forzati molti artisti e intellettuali, tra cui pionieri del jazz come<br />

Parnakh e Treblisky e Landsberg, la cantante Vera Dneprova. Se -<br />

condo Wiernicki «dal profondo e lacerante dibattito sul jazz scaturi-<br />

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