Senno e sapienza nelle oasi salaci del dialetto di Taranto (pdf)
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• Mètterse ’a fàcce ìnd’a mmèrde=Mettersi il viso nella cacca. (Provare un senso <strong>di</strong> profonda<br />
vergogna. L’espressione è usata per rimproverare qualcuno che ha commesso un’azione<br />
riprovevole: Míttete ’a facce ind’a mmerde pe’ qquidde ch’hè ffatte! Vergognati per quello<br />
che hai fatto!).<br />
• N'hè frìtte vùrpe … E mmò' pe' 'nna seccetèdde vuè cu ccànge l'uègghie a' frezzóle=Ne<br />
hai fritti <strong>di</strong> polpi … E ora per una seppiolina vuoi cambiare l'olio alla pa<strong>del</strong>la per friggere.<br />
(Critica feroce in<strong>di</strong>rizzata soprattutto nei confronti <strong>di</strong> certe affascinanti rappresentanti<br />
"navigate" <strong>del</strong> gentil sesso. Mostrarsi creature ingenue e moralmente integre in particolari<br />
circostanze tendeva a guadagnarsi l'attenzione e la solidarietà <strong>di</strong> quanti erano in grado <strong>di</strong><br />
fornire loro l'aiuto e la protezione <strong>di</strong> cui necessitavano. Inten<strong>di</strong> pure: ne hai combinate <strong>di</strong><br />
tutti i colori … ed ora vuoi dare da vedere che sei un santerello/una santerella, come se ti<br />
accingessi a fare questo per la prima volta?!).<br />
• Nnò mmànge pe’ nnò cacá’ =Non mangia per non liberarsi l’intestino. (Egli/ ella è molto<br />
avaro/a, eccessivamente parsimonioso/a).<br />
• Pe’ ssij’ le càche ’a mòschele =Non sia mai che una mosca abbia a fargli un microscopico<br />
servizietto (sull’abito o sulla sua camicia bianca.). (In senso figurato: commento <strong>di</strong> biasimo<br />
su persona che ostenta un atteggiamento <strong>di</strong> altezzoso <strong>di</strong>stacco nei confronti <strong>del</strong> prossimo. In<br />
senso fisico: commento <strong>di</strong> <strong>di</strong>sapprovazione su un in<strong>di</strong>viduo curato nell’aspetto, che indossa<br />
abiti eleganti. Costui sembra tenere ad ambedue le cose quasi a livello maniacale, e fa <strong>di</strong><br />
tutto per conservare il suo stato perfetto il più a lungo possibile. Nei rapporti con il prossimo<br />
rinforza l’atteggiamento porgendosi con voce e mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> fare affettati).<br />
• Téne ’na canna puttáne.=Tiene un esofago/una gola puttano/a = È estremamente goloso.<br />
(Notare: il lemma “puttáne”. Esso si usa in qualunque accezione tranne che nel senso <strong>di</strong><br />
“prostituta”. In questo caso la bilabiale "p" <strong>di</strong>venta "b". Si ha quin<strong>di</strong> il termine “buttáne”,<br />
con il quale túne t’ìnghie ’a vòcche! [tu ti riempi la bocca (e ti sod<strong>di</strong>sfi con l'enunciato)].<br />
<strong>Taranto</strong> - Municipio e Mar Grande visti dal Castello Aragonese