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La festa dell'Azione cattolica<br />
nella città <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>.<br />
L'or<strong>di</strong>nazione sacerdotale <strong>di</strong><br />
Paolino, Luigi e Salvatore.<br />
L'or<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong>aconale <strong>di</strong> Emilio<br />
e Tommaso.<br />
pag. 7 -12<br />
Le rovine della strada statale 268,<br />
che collega tutta la <strong>di</strong>ocesi.<br />
Il caso del Villaggio preistorico a<br />
<strong>Nola</strong>, risorsa sprecata e su cui<br />
sembrano mancare progetti.<br />
anno XXIV n.7 settembre/ottobre 2009<br />
EDUCARE È COSA DEL CUORE<br />
Una bella esperienza <strong>di</strong> Chiesa. Il convegno del 23, 24 e 25 settembre, svoltosi tra Scafati e <strong>Nola</strong> e<br />
intitolato “Educare è cosa del cuore”, ha permesso ai sacerdoti e ai laici della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> <strong>di</strong><br />
interrogarsi a fondo sull'attuale sfida educativa. Una sfida da affrontare a viso aperto, imparando a<br />
leggere le peculiarità del territorio <strong>di</strong>ocesano e delle persone concrete che ci vivono. Una sfida<br />
vecchia e sempre nuova, che fa appello in particolare alla responsabilità delle generazioni adulte. Nel<br />
giornale le riflessioni del Vescovo, <strong>di</strong> Giuseppe Savagnone e <strong>di</strong> Paola Bignar<strong>di</strong><br />
pag. 2 - 6<br />
pag. 19<br />
Le vetrate artistiche della Stella <strong>di</strong><br />
<strong>Nola</strong>.<br />
La comunità <strong>di</strong> Casamarciano<br />
ricorda con commozione e affetto<br />
don Giovanni Basile.<br />
pag. 23 - 24
02<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
Dal 23 al 25 settembre si è svolto il convegno ecclesiale della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, intitolato<br />
“Educare è cosa del cuore”. Un'espressione che deriva dall'esperienza e dagli scritti <strong>di</strong><br />
un grande educatore, don Giovanni Bosco. Ad aprire i lavori, il 23 settembre, al<br />
Palamangano <strong>di</strong> Scafati, è stato proprio padre Beniamino Depalma. Ecco parte della<br />
sua introduzione.<br />
EDUCATORI, OVVERO MENDICANTI ALLA RICERCA DELLA VERITÀ<br />
«La Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> sente l'urgenza <strong>di</strong> uscire dall'esilio educativo. Educare è possibile, ma soprattutto è un atto gratuito<br />
d'amore che per noi, che ci riconosciamo <strong>di</strong>scepoli dell'unico Maestro, <strong>di</strong>viene strumento per servire la causa del<br />
Vangelo ponendoci come men<strong>di</strong>canti alla ricerca della Verità, per essere costruttori responsabili della città degli uomini.<br />
Ripren<strong>di</strong>amo così il cammino iniziato due anni or sono continuando<br />
il nostro compito: quello <strong>di</strong> generare, <strong>di</strong> <strong>di</strong>re all'uomo il sì <strong>di</strong> Dio.<br />
Continuiamo a camminare in questa <strong>di</strong>rezione non solo per aderire<br />
alla proposta della Chiesa italiana ma soprattutto perché<br />
avvertiamo che oggi dobbiamo raccogliere la sfida educativa e non<br />
possiamo permetterci il lusso <strong>di</strong> perderla per pigrizia, ignavia o<br />
paura. Le nuove generazioni non ce lo perdonerebbero.<br />
L'educazione rappresenta il bene per eccellenza, il luogo<br />
privilegiato dove si gioca il futuro dell'umanità. Una società, una<br />
Chiesa che non si cura dell'educazione, è una società e Chiesa che<br />
non ha a cuore l'uomo. Dobbiamo uscire dall'esilio educativo e<br />
ritrovare il baricentro dell'esperienza formativa, ossia una vera<br />
sapienza antropologica e una visione non riduttiva del fatto<br />
educativo [...] Per questo dobbiamo rifiutare il catastrofismo che<br />
lascia inerti, per assumere un atteggiamento <strong>di</strong> responsabilità:<br />
educare è possibile, educare è bello, educare è il grande servizio che possiamo offrire all'uomo […] Dobbiamo ritrovare il<br />
senso dell'antica educazione. Non istruzione, non organizzazione, non servizi da rendere e offrire, non regole e<br />
comportamenti. Il nostro compito è offrire risposta ad un bisogno umano primario, quello <strong>di</strong> essere aiutati a giungere a se<br />
stessi, <strong>di</strong> dare un senso alla vita. […] Dobbiamo collaborare alla generazione della persona, dobbiamo appassionare<br />
alla vita, risvegliare la nostalgia del mare e della sua infinita grandezza, dobbiamo dare forma all'esistenza […] Il<br />
problema dell'educazione non è dei ragazzi, ma è una questione degli adulti. Solo se noi adulti ci impegniamo con il reale<br />
nella sua totalità, possiamo avere la chance per comunicare un significato. L'educazione infatti si realizza per una sorta<br />
<strong>di</strong> contagio, attraverso la vita prima che attraverso la parola e le regole. È la vita che genera la vita, ed è con la vita che si<br />
<strong>di</strong>viene educatori cre<strong>di</strong>bili e autorevoli, capaci <strong>di</strong> generare un contesto <strong>di</strong> fiducia, <strong>di</strong> libertà, <strong>di</strong> unità. L'attuale crisi<br />
educativa riguarda la generazione adulta cui spetta mostrare con la verità ciò che realmente vale e trasmettere<br />
un'ere<strong>di</strong>tà viva da scoprire e rinnovare con responsabilità. Si uscirà dalla crisi educativa quando noi adulti ritroveremo<br />
parole per narrare la bellezza <strong>di</strong> educare e non solo le sue fatiche, quando <strong>di</strong> esse si scoprirà la passione, quando<br />
soprattutto nella comunità cristiana si avrà il coraggio <strong>di</strong> tornare a parlare <strong>di</strong> vocazione educativa […] Dobbiamo osare<br />
con le persone, che vengono prima delle iniziative, prima del fare. Tutto ciò significa far funzionare la pedagogia del<br />
cuore, perché educare è cosa del cuore, è gesto <strong>di</strong> amore: quando una persona non si sente amata, l'educazione<br />
fallisce. […] Per vincere questa sfida è però necessaria la collaborazione, quella educativa è una sfida alla quale<br />
nessuno può pensare <strong>di</strong> far fronte da solo. Chiesa, famiglia, scuola, società civile sono chiamate a camminare insieme<br />
per costruire un'alleanza educativa <strong>di</strong> lungo periodo. […] L'obiettivo <strong>di</strong> questo convegno ecclesiale non è quello <strong>di</strong> fornire<br />
ricette ma <strong>di</strong> prendere coscienza insieme del legame stretto che esiste fra educazione ed evangelizzazione, anzi,<br />
prendere coscienza del fatto che educare è evangelizzare e che un'educazione fondata sull'attenzione alla persona è la<br />
più alta forma <strong>di</strong> missionarietà. […] Fratelli e sorelle, l'educazione è un'urgenza, è un'emergenza, è un'eccezionale sfida<br />
che dobbiamo affrontare però con la consapevolezza che è una grazia per tutti, è una grazia per la Chiesa».<br />
DIECI ANNI CON NOI<br />
Venerdì 16 ottobre, alle ore 19, in Cattedrale, padre Beniamino Depalma celebrerà l'Eucarestia per tutti coloro che<br />
vorranno festeggiare con lui i <strong>di</strong>eci anni dall'ingresso nella Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>.<br />
Su esplicita richiesta del vescovo, In <strong>di</strong>alogo invita tutti i fedeli a vivere con sobrietà questo momento, partecipando<br />
innanzitutto interiormente alla grande gioia <strong>di</strong> padre Beniamino.<br />
Sicuramente ciascuno, presente il 16 ottobre, porterà nel cuore e nella mente un ricordo, una frase, un gesto che ha<br />
reso la presenza <strong>di</strong> padre Beniamino familiare e intima nella sua vita e nella comunità ecclesiale.<br />
Una ricorrenza, come abitu<strong>di</strong>ne, è anche occasione per fare un bilancio. Bene, il bilancio <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> padre<br />
Beniamino a <strong>Nola</strong> è tutto nella grande scommessa, testimoniata dalle pagine che seguono, <strong>di</strong> rendere <strong>Nola</strong> una <strong>di</strong>ocesi<br />
in cui la tensione educativa è un fatto concreto.
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
Il primo giorno del convegno ecclesiale si è svolto mercoledì 23 settembre, in serata, al<br />
Palamangano <strong>di</strong> Scafati. Mattatore è stato Giuseppe Savagnone, palermitano, una<br />
lunga esperienza da docente nelle scuole superiori.<br />
<strong>di</strong> Mariangela Parisi<br />
L'EMERGENZA EDUCATIVA RIGUARDA GLI ADULTI<br />
«I giovani <strong>di</strong> oggi non hanno<br />
più il desiderio della contestazione».<br />
Con questa constatazione,<br />
tutt'altro che positiva,<br />
il prof. Giuseppe Savagnone<br />
ha dato inizio al suo<br />
intervento al Convegno<br />
Ecclesiale sull' educazione.<br />
La contestazione, infatti, ha<br />
sempre garantito un rapporto<br />
intergenerazionale e dunque<br />
una comunicazione attraverso<br />
la quale operare la<br />
consegna <strong>di</strong> un modus viven<strong>di</strong><br />
e allo stesso tempo il<br />
suo confronto con il presente.<br />
«Oggi invece i giovani<br />
hanno perso anche questa<br />
possibilità e tutto perché gli<br />
adulti hanno rinunciato al loro<br />
ruolo e hanno deciso non<br />
<strong>di</strong> educare ma <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>re».<br />
Un atteggiamento <strong>di</strong> sconfitta<br />
che riguarda non solo la famiglia<br />
ma anche gli altri luoghi<br />
deputati all' educazione,<br />
a partire dalla scuola: un at-<br />
teggiamento<br />
<strong>di</strong> sconfitta<br />
che riguardaanche<br />
le comunitàcristiane.<br />
I giovani<br />
però -<br />
figli sempre,<br />
sia in<br />
quanto generati<br />
sia in<br />
quanto affidati<br />
- hanno<br />
bisogno <strong>di</strong> qualcuno a cui<br />
guardare, ma se la guida preferisce<br />
rinunciare al confronto,<br />
per essi si apre la strada<br />
ad una rinuncia ancora<br />
più drammatica: «La rinuncia<br />
a capire se stessi». Ed è<br />
facile scegliere questa <strong>di</strong>rezione,<br />
è facile vivere <strong>di</strong>mentichi<br />
<strong>di</strong> ciò che si è. E per un<br />
cristiano è lo stesso che <strong>di</strong>re<br />
<strong>di</strong>mentichi <strong>di</strong> ciò per cui si è<br />
stati fatti: la realtà globalizzata<br />
e massificata <strong>di</strong> oggi lo<br />
consente, anzi lo richiede.<br />
Nascosti nel branco, sempre<br />
più virtuale, «sdoppiati»<br />
da ciò che il gruppo vuole essi<br />
siano e «lacerati» da ciò<br />
che il cuore grida, i giovani<br />
«sprecano la loro vita, perché,<br />
come <strong>di</strong>ceva Kierkegaard,<br />
la vera vita sprecata è<br />
quella <strong>di</strong> chi non si è mai scoperto<br />
un io e non ha mai scoperto<br />
che quest'io era da-<br />
vanti a Dio». Ma la colpa <strong>di</strong><br />
tutto ciò non è e non può essere<br />
dei giovani, la vera<br />
emergenza educativa non riguarda<br />
e non può riguardare<br />
i giovani: riguarda gli adulti,<br />
riguarda gli educatori, chiamati<br />
a ricordare che educare<br />
«significa prima <strong>di</strong> tutto <strong>di</strong>mostrare<br />
l'importanza <strong>di</strong><br />
prendersi cura <strong>di</strong> sé».<br />
Tutto si fonda sulla capacità<br />
dell'educatore <strong>di</strong> rischiare in<br />
prima persona. Non c'è legge,<br />
infatti, che possa aiutare<br />
l'uomo a riconoscere il desiderio<br />
<strong>di</strong> libertà e felicità che<br />
si porta dentro, questo lo si<br />
impara solo da un rapporto<br />
vero e concreto, da un rapporto<br />
educativo fondato non<br />
su nozioni ma sulla persona<br />
– quella dell'educatore e<br />
quella dell' educando -, sulla<br />
sua storia, sui suoi limiti, su<br />
quello che essa è e vuole essere,<br />
in pratica sulla sua inviolabile<br />
bellezza. Da que-<br />
03<br />
sto primo rapporto con il <strong>di</strong>verso<br />
che rischia – l' educatore<br />
-, da questa prima occasione<br />
<strong>di</strong> relazionarsi con il<br />
passato – quello dell' educatore<br />
–, i giovani possono ricevere<br />
il desiderio <strong>di</strong> interrogarsi<br />
sulla propria <strong>di</strong>versità,<br />
sul proprio presente ma soprattutto<br />
sul proprio appartenere<br />
ad una storia. Scoprire<br />
<strong>di</strong> non venire dal nulla,<br />
scoprire che «ciò che si è <strong>di</strong>pende<br />
anche da altri, che il<br />
mito dell'uomo 'fattosi da sé'<br />
non ha ra<strong>di</strong>ci» è il primo passo<br />
perché un giovane possa<br />
scoprire il senso <strong>di</strong> sé. Ma<br />
quanti adulti oggi sono <strong>di</strong>sposti<br />
a rischiare? Quanti<br />
adulti continuano a porsi la<br />
domanda 'chi sono io?', esercitando<br />
l'umiltà <strong>di</strong> chi sa <strong>di</strong> essere<br />
sempre in cammino e<br />
<strong>di</strong> dover esser ancora educato?<br />
Ma soprattutto quanti<br />
adulti cristiani sono <strong>di</strong>sposti<br />
a rischiare nel nome e nel segno<br />
<strong>di</strong> Cristo dall' appartenenza<br />
al quale davvero <strong>di</strong>scende<br />
la possibilità <strong>di</strong> «sperare,<br />
ovvero <strong>di</strong> far nascere<br />
cose che ancora non esistono»,<br />
dall' appartenenza al<br />
quale davvero ogni uomo<br />
può trarre la forza per impe<strong>di</strong>re<br />
che il proprio cuore gli<br />
venga strappato?<br />
IL CONVEGNO ECCLESIALE SUI MEDIA CATTOLICI NAZIONALI<br />
“Educare è cosa del cuore” è stato promosso anche da Avvenire e dal Sir. Il quoti<strong>di</strong>ano ha pubblicato, il 23 settembre, un<br />
ampio articolo <strong>di</strong> presentazione, con le parole del vescovo e le anticipazioni sugli interventi <strong>di</strong> Bignar<strong>di</strong> e Savagnone.<br />
Il Sir ha lanciato la notizia durante i giorni del convegno, e poi ha de<strong>di</strong>cato un ampio approfon<strong>di</strong>mento la settimana<br />
successiva.<br />
Alta l'attenzione anche dei me<strong>di</strong>a locali: l'e<strong>di</strong>zione salernitana de Il Mattino ha seguito l'introduzione <strong>di</strong> padre Beniamino<br />
a Scafati, mentre Il Roma e Cronache <strong>di</strong> Napoli hanno dato risalto alla conferenza stampa <strong>di</strong> presentazione del 21<br />
settembre, svoltasi in Curia a <strong>Nola</strong>.
04<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
LE PAROLE GIUSTE PER UN NUOVO PROGETTO EDUCATIVO<br />
Il 24 settembre, ancora al Palamangano, è stata Paola Bignar<strong>di</strong> a provocare la platea<br />
Quali parole potrebbe essere<br />
utili per delineare un<br />
progetto educativo per il<br />
nostro tempo? Paola Bignar<strong>di</strong><br />
- presidente nazionale<br />
dell'Azione Cattolica<br />
fino al 2005 – ne ha in<strong>di</strong>viduate<br />
otto e le ha proposte<br />
ai partecipanti alla giornata<br />
del Convegno Ecclesiale<br />
del 24 settembre. Coscienza,<br />
Libertà, Pensiero,<br />
Corpo, Affettività, Socialità,<br />
Responsabilità,<br />
Trascendenza: otto parole<br />
che «rinviano ad altrettante<br />
<strong>di</strong>mensioni della persona<br />
umana dalle quali un<br />
progetto educativo non<br />
può prescindere». Otto parole<br />
che invitano a non trascurare<br />
nulla della persona<br />
umana e a mirare ad<br />
un'educazione della stessa<br />
nella sua integrità. A cominciare<br />
dallo spazio<br />
dell'interiorità - la coscienza<br />
-, «della solitu<strong>di</strong>ne con<br />
se stessi, dell'esperienza<br />
della libertà come grandezza,<br />
come rischio, talvolta<br />
anche come dramma»,<br />
per giungere infine<br />
alla <strong>di</strong>mensione religiosa -<br />
la trascendenza - in cui si<br />
esprime «la tensione verso<br />
il superamento del limi-<br />
te entro cui è racchiusa<br />
la vita umana».<br />
Ciò deve avvenire naturalmente<br />
– ha sottolineato<br />
la Bignar<strong>di</strong> -<br />
senza trascurare l'<br />
aspirazione a rischiare<br />
la vita per ciò in cui<br />
si crede – la libertà –<br />
né «la capacità <strong>di</strong> penetrare<br />
la realtà, <strong>di</strong> interpretarla,<br />
<strong>di</strong> imprimerle<br />
un orientamento»<br />
– il pensiero – e soprattutto<br />
senza <strong>di</strong>menticare<br />
che l'unicità della<br />
nostra persona ha una<br />
custo<strong>di</strong>a – il corpo - che<br />
funge allo stesso tempo<br />
anche da strumento <strong>di</strong> comunicazione<br />
con se stessi,<br />
con la realtà, con l'altro.<br />
Come soprassedere poi<br />
sul fatto che esiste una forza<br />
– l'affettività - che ci attrae<br />
verso 1'altro, che ci<br />
porta a stabilire relazioni e<br />
alla quale bisogna dare il<br />
giusto valore e or<strong>di</strong>ne? Solo<br />
così si può trasmettere<br />
la possibilità <strong>di</strong> considerare<br />
l'altro come dono e quin<strong>di</strong><br />
come possibilità - la socialità<br />
- <strong>di</strong> un vivere in cui<br />
si apprezza l'aiuto altrui.<br />
Così si può imparare che<br />
non siamo chiamati a vivere<br />
per noi stessi ma per<br />
raggiungere scopi che<br />
vanno al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> noi – la responsabilità<br />
-.<br />
L'attenzione alla persona<br />
nella sua interezza consente<br />
all'educatore <strong>di</strong> intraprendere<br />
«una straor<strong>di</strong>naria<br />
avventura umana»<br />
il cui obiettivo è la generazione<br />
spirituale <strong>di</strong> un<br />
altro. Generare però senza<br />
manipolare poiché<br />
«ogni ragazzo che cresce,<br />
se non è manipolato,<br />
cresce come persona originale»,<br />
conservando<br />
quin<strong>di</strong> il mistero che gli è<br />
proprio, la sua inimitabile<br />
bellezza. Educare nella libertà<br />
dunque, ma per farlo,<br />
bisogna che l'adulto<br />
educatore impari a fidarsi<br />
dell'educando senza <strong>di</strong>menticare<br />
che si tratta «<strong>di</strong><br />
un tu che gli sta <strong>di</strong> fronte,<br />
un interlocutore generato<br />
alla libertà». L'esperienza<br />
educativa mette l' educatore<br />
nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
essere testimone «<strong>di</strong> storie<br />
<strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria umanità»<br />
che egli non può pretendere<br />
siano una sterile<br />
ripetizione della sua storia<br />
ma deve con passione<br />
operare affinché <strong>di</strong>ventino<br />
testimonianza <strong>di</strong> cambiamento.<br />
«Occorre dunque – ha<br />
concluso la Bignar<strong>di</strong> - riscoprire<br />
la bellezza e la<br />
passione <strong>di</strong> educare. Penso<br />
alla passione educativa<br />
da spendere nella scuola;<br />
penso ai tanti educatori<br />
che nel passato hanno<br />
speso la loro vita mettendosi<br />
al servizio delle<br />
nuove generazioni, compiendo<br />
una scelta <strong>di</strong> servizio<br />
educativo come scelta<br />
civile; o come scelta<br />
apostolica. Ci fossero oggi<br />
altre e nuove vocazioni<br />
educative, nella scuola,<br />
nella città o nelle associazioni,<br />
l'educazione avrebbe<br />
dei riferimenti fondamentali;<br />
i genitori avrebbero<br />
degli alleati sicuri; e i<br />
ragazzi saprebbero dove<br />
trovare un punto <strong>di</strong> forza<br />
per la una crescita meno<br />
solitaria».<br />
PICCOLO DECALOGO DELL'EDUCAZIONE<br />
SUGGERITO DA PAOLA BIGNARDI<br />
1<br />
<strong>di</strong>ventare adulti cre<strong>di</strong>bili<br />
2<br />
essere adulti in formazione continua<br />
3<br />
metterci in una prospettiva <strong>di</strong> cambiamento e <strong>di</strong> novità<br />
4<br />
pensare l'educazione<br />
5<br />
fare i conti con alcune questioni nuove, come la TV,<br />
internet…<br />
6<br />
esercitare un'autorità che <strong>di</strong>a autorevolezza<br />
7<br />
educare è esercizio <strong>di</strong> speranza e dunque richiede<br />
pazienza<br />
8<br />
l'educazione ha bisogno anche <strong>di</strong> preparazione specifica<br />
ad assumere i compiti che essa comporta<br />
9<br />
imparare a costruire alleanze per l'educazione<br />
10<br />
occorre avere un progetto <strong>di</strong> società e avere capacità <strong>di</strong><br />
sperare e <strong>di</strong> sognare
Divisi in gruppi <strong>di</strong> lavoro secondo<br />
gli ambiti del Convegno<br />
ecclesiale <strong>di</strong> Verona -<br />
Affettività, Fragilità, Tra<strong>di</strong>zione,<br />
Lavoro e Festa, Citta<strong>di</strong>nanza<br />
-, i partecipanti hanno<br />
a p p r o f o n d i t o i l t e m a<br />
dell'educare nella nostra realtà<br />
<strong>di</strong> Chiesa nolana.<br />
Fragilità. Il gruppo delle Fragilità<br />
si è interrogato su come<br />
la comunità cristiana è consapevole<br />
della propria fragilità<br />
e la accetta come stile <strong>di</strong> vita<br />
evangelico, e su quali percorsi<br />
<strong>di</strong> prossimità ed empatia<br />
si possono aprire a partire<br />
dalla consapevolezza della<br />
fragilità. Constatando che<br />
non c'è consapevolezza delle<br />
fragilità, perché manca<br />
spesso il confronto con Dio e<br />
ancora non si è pronti ad accettarla<br />
nel confronto con Cristo,<br />
la fragilità non si percepisce<br />
come opportunità e sembra<br />
interessare più gli addetti<br />
ai lavori che la vita della comunità.<br />
Nel contempo si è fiduciosi<br />
nella <strong>di</strong>sponibilità della<br />
comunità a compiere cammini<br />
formativi a partire dal<br />
Vangelo, che ci fa cogliere la<br />
vittoria <strong>di</strong> Cristo sulla stessa<br />
fragilità. L'obiettivo da raggiungere<br />
è puntare sulla persona<br />
nella sua interezza a<br />
partire da piccoli gruppi <strong>di</strong><br />
con<strong>di</strong>visione che sostengono<br />
la persona verso la maturità.<br />
Citta<strong>di</strong>nanza. Il gruppo si è<br />
chiesto come educare nella<br />
pastorale or<strong>di</strong>naria alla responsabilità<br />
per la città, alla<br />
luce della Dottrina Sociale<br />
della Chiesa. Ha rilevato<br />
che nell' azione<br />
pastorale prevale l'<br />
attenzione al culto,<br />
la scarsa partecipazione<br />
dei giovani alla<br />
vita parrocchiale,<br />
il notevole in<strong>di</strong>vidualismo<br />
con scarso<br />
senso <strong>di</strong> corresponsabilità.<br />
Esiste<br />
una frattura tra fede<br />
e vita, prevale nel citta<strong>di</strong>no<br />
il concetto<br />
dell' assistenzialismo<br />
e non quello<br />
della corresponsabilità.<br />
Le nostre comunità conoscono<br />
ben poco la pastorale<br />
sociale della Chiesa. Si<br />
avverte il bisogno <strong>di</strong> promuovere<br />
la testimonianza rafforzando<br />
le modalità della comunicazione<br />
e dell' annuncio, superando<br />
il pregiu<strong>di</strong>zio per la<br />
politica intesa come partitica.<br />
Urge formare gli educatori e<br />
i giovani alla dottrina sociale<br />
della Chiesa e alla politica, attingendo<br />
alle varie esperienze<br />
già operanti nelle varie realtà<br />
parrocchiali della nostra<br />
<strong>di</strong>oces (ve<strong>di</strong> gli osservatori<br />
sociali)i. Tale azione va <strong>di</strong> pari<br />
passo con lo sviluppare la<br />
comunicazione e tentare <strong>di</strong><br />
fare maggiormente sistema<br />
sul tema della citta<strong>di</strong>nanza<br />
sfruttando le competenze e<br />
le risorse esistenti, ridando<br />
voce e forza ai citta<strong>di</strong>ni del territorio<br />
anche rispetto alle scelte<br />
politiche e amministrative<br />
locali. I consigli pastorali parrocchiali<br />
devono mettere al<br />
centro della loro riflessione e<br />
azione pastorale il citta<strong>di</strong>no e<br />
la vita della città.<br />
Lavoro e festa. Il gruppo si è<br />
interrogato su come le nostre<br />
comunità possono aiutare a<br />
formulare un giu<strong>di</strong>zio aggiornato<br />
sulle questioni del lavoro<br />
e dell' economia alla luce<br />
della Dottrina sociale della<br />
Chiesa. Come il gruppo della<br />
citta<strong>di</strong>nanza ha riscontrato<br />
una scarsa conoscenza della<br />
Dottrina sociale della Chiesa<br />
e una scarsa riflessione sui<br />
problemi del lavoro. Dalla riflessione<br />
comune è emerso<br />
che: nella realtà del nostro<br />
territorio è <strong>di</strong>ffusa la ricerca<br />
ad ogni costo del vantaggio<br />
personale, una illegalità <strong>di</strong>ffusa;<br />
in molti casi il lavoro offusca<br />
la famiglia; i giovani vivono<br />
in modo sofferto la transizione<br />
dallo stu<strong>di</strong>o al lavoro;<br />
è degenerata la qualità delle<br />
relazioni all'interno dei luoghi<br />
<strong>di</strong> lavoro; i parroci sono poco<br />
sensibili ai problemi sociali.<br />
Tra<strong>di</strong>zione. La domanda fondamentale<br />
è stata: come la<br />
comunità cristiana comunica<br />
la propria tra<strong>di</strong>zione<br />
<strong>di</strong> fede<br />
attraverso il linguaggiotestimoniale?<br />
La <strong>di</strong>scussione<br />
ha rilevato<br />
che le<br />
nostre comunità<br />
hanno, per<br />
la maggior parte,<br />
il carattere<br />
<strong>di</strong> agenzia <strong>di</strong><br />
servizi, nelle<br />
quali si comunica<br />
con un linguaggioframmentario,frettoloso<br />
e non con il vissuto<br />
quoti<strong>di</strong>ano. In molte la fede è<br />
vista come folklore religioso.<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
La terza giornata del Convegno ecclesiale è stata vissuta a <strong>Nola</strong> presso il Seminario. Dalla<br />
fase assembleare, tenutasi preso il Palamangano <strong>di</strong> Scafati, si è passati alla fase<br />
laboratoriale, che ha visto impegnati i <strong>di</strong>rettori degli uffici <strong>di</strong>ocesani <strong>di</strong> pastorale con le<br />
relative commissioni, i decani, il Consiglio pastorale <strong>di</strong>ocesano, il Consiglio presbiterale.<br />
Don Antonio Nunziata sintetizza il lavoro laboratoriale e le prospettive d'impegno.<br />
VERSO LA PASTORALE INTEGRATA<br />
05<br />
Va impiantata un'azione che<br />
veda soprattutto i giovani protagonisti<br />
della propria vita fatta<br />
<strong>di</strong> scelte che nascono dall'<br />
incontro con Cristo. Con<br />
l'ascolto va cercata la cultura<br />
dell' accoglienza dell'altro cogliendone<br />
le sofferenze e le<br />
<strong>di</strong>fficoltà.<br />
Affettività. I lavori sono iniziati<br />
da questa domanda: come<br />
le nostre comunità possono<br />
contribuire ad educare<br />
l'affettività e aiutare così a ritrovare<br />
il senso autentico della<br />
vita affettiva? Nelle nostre<br />
realtà regna un senso <strong>di</strong> confusione<br />
e <strong>di</strong>sorientamento,<br />
manca una vera conoscenza<br />
delle persone. Non è percepibile<br />
un sentire comune, regna<br />
talvolta una chiusura in<br />
se stessi che porta al fai da<br />
te. Nella trama <strong>di</strong> rapporti<br />
non sereni e reali non è percepito<br />
il problema dell' affettività.<br />
La Chiesa resta ancora<br />
un punto <strong>di</strong> riferimento e in<br />
particolare nelle persone, uomini<br />
e donne, che testimoniano<br />
modelli <strong>di</strong> vita attraenti.<br />
È tempo in particolare <strong>di</strong> rivalutare<br />
le esperienze oratoriane<br />
e la <strong>di</strong>rezione<br />
spirituale. E' da<br />
recuperare la relazione<br />
tra ragione<br />
e fede,<br />
aiutando la persona<br />
a rientrare<br />
in se stessa, recuperando<br />
il<br />
centro <strong>di</strong> sé; occorrepromuovere<br />
luoghi dove<br />
si con<strong>di</strong>vide<br />
la fede con grande<br />
accoglienza,<br />
luoghi che aiutano<br />
a riscoprire<br />
la bellezza delle cose nei<br />
semplici gesti.
06<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
Il convegno ecclesiale della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> si inserisce nel cammino <strong>di</strong> preparazione al decennio<br />
dell'educazione che l'intera Chiesa italiana sta compiendo. Proprio pochi giorni prima del convegno<br />
<strong>di</strong>ocesano, è stato pubblicato “La sfida educativa”, il Rapporto-proposta promosso dal Comitato per<br />
il progetto culturale. In questa pagina gran parte dell'e<strong>di</strong>toriale del car<strong>di</strong>nale Bagnasco pubblicato su<br />
Avvenire del 17 settembre e uno stralcio della prefazione del car<strong>di</strong>nale Ruini al Rapporto.<br />
IL CORAGGIO DI EDUCARE<br />
Cresce ogni giorno <strong>di</strong> più il<br />
consenso <strong>di</strong>ffuso, sia in ambito<br />
ecclesiale che in quello<br />
civile, circa la rilevanza<br />
dell'attuale emergenza educativa,<br />
che appena pochi<br />
giorni fa, nel corso della<br />
sua visita pastorale a Viterbo,<br />
Benedetto XVI definiva<br />
inelu<strong>di</strong>bile e prioritaria,<br />
«grande sfida per ogni comunità<br />
cristiana e per<br />
l'intera società». Se però si<br />
alzano <strong>numero</strong>se le voci<br />
che denunciano la crisi che<br />
attanaglia la riflessione e<br />
l'opera educativa, non è frequente<br />
che si giunga anche<br />
a in<strong>di</strong>viduarne le cause e a<br />
prospettare delle linee <strong>di</strong> intervento<br />
per una inversione<br />
<strong>di</strong> rotta.<br />
Il rapporto-proposta del Comitato<br />
per il progetto culturale<br />
"La sfida educativa",<br />
da oggi nelle librerie <strong>di</strong><br />
tutt'Italia, ha il pregio <strong>di</strong> non<br />
limitarsi alla segnalazione<br />
della debolezza educativa<br />
che caratterizza la società<br />
o<strong>di</strong>erna, comprese<br />
molte comunità<br />
cristiane,<br />
ma si spinge ad<br />
ad<strong>di</strong>tarne le cause<br />
principali e<br />
suggerisce gli<br />
obiettivi da perseguire<br />
per tornare<br />
dall'esilio<br />
educativo in cui<br />
sembra essersi<br />
confinata la civiltà<br />
occidentale.<br />
Davanti a un certo<br />
smarrimento<br />
delle motivazioni<br />
fondamentali<br />
dell' educazione,<br />
il Comitato<br />
per il progetto<br />
culturale evidenzia la necessità<br />
<strong>di</strong> ritrovare il "baricentro"<br />
dell' esperienza formativa,<br />
ossia una vera sapienza<br />
antropologica e una<br />
visione non riduttiva del fatto<br />
educativo. «Con il termine<br />
educazione – rammenta<br />
Benedetto XVI nella Caritas<br />
in veritate – non ci si riferisce<br />
solo all'istruzione o alla<br />
formazione al lavoro, entrambe<br />
cause importanti <strong>di</strong><br />
sviluppo, ma alla formazione<br />
completa della persona».<br />
A questo proposito,<br />
prosegue il Papa, «va sottolineato<br />
un aspetto problematico:<br />
per educare bisogna<br />
sapere chi è la persona<br />
umana, conoscerne la natura.<br />
L'affermarsi <strong>di</strong> una visione<br />
relativistica <strong>di</strong> tale natura<br />
pone seri problemi all' educazione,<br />
soprattutto all' educazione<br />
morale, pregiu<strong>di</strong>candone<br />
l' estensione a livello<br />
universale». Tra le po-<br />
vertà del nostro tempo, va<br />
annoverata anche la <strong>di</strong>menticanza<br />
dell' irriducibilità<br />
della persona umana,<br />
quoti<strong>di</strong>anamente attraversata<br />
dalla questione del<br />
senso del vivere e del morire,<br />
e del suo costitutivo essere<br />
relazione con il mondo,<br />
con gli altri, con l' infinito.<br />
Educare, dunque, è accompagnare<br />
ciascun in<strong>di</strong>viduo,<br />
lungo tutta la sua esistenza,<br />
nel cammino che lo<br />
porta a <strong>di</strong>ventare persona e<br />
ad assumere quella "forma"<br />
per cui l'uomo è autenticamente<br />
uomo. Tornando<br />
alle parole <strong>di</strong> Benedetto<br />
XVI a Viterbo, l'educazione<br />
«è proprio un processo <strong>di</strong><br />
Effatà, <strong>di</strong> aprire gli orecchi,<br />
il nodo della lingua e anche<br />
gli occhi». Ciò non potrà avvenire,<br />
però, senza l' opera<br />
paziente e qualificata <strong>di</strong><br />
educatori cre<strong>di</strong>bili e autorevoli,<br />
capaci <strong>di</strong> "generare"<br />
in un contesto <strong>di</strong> fiducia, <strong>di</strong><br />
libertà e <strong>di</strong> verità. Non ha<br />
torto chi sottolinea come<br />
l'attuale crisi educativa riguar<strong>di</strong><br />
primariamente la generazione<br />
adulta, cui spetta<br />
mostrare con la vita ciò<br />
che realmente vale e trasmettere<br />
un'ere<strong>di</strong>tà viva,<br />
da scoprire e rinnovare con<br />
responsabilità.<br />
Ugualmente essenziale, infatti,<br />
è da considerare il legame<br />
con la tra<strong>di</strong>zione in<br />
cui siamo innestati, che lungi<br />
dal ridursi a mera conservazione<br />
del passato e<br />
dall'imprigionare le risorse<br />
più nuove e originali, rende<br />
possibile in<strong>di</strong>rizzare proficuamente<br />
l' aspirazione <strong>di</strong><br />
ogni uomo a una pienezza<br />
<strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> felicità. Come attesta<br />
con chiarezza la rivelazione<br />
cristiana, essere uomo<br />
equivale ad essere figlio…<br />
Avvenire, 17 settembre 2009<br />
Ruini: L'educazione è un processo umano<br />
globale e primor<strong>di</strong>ale<br />
“L'educazione è un processo umano globale e primor<strong>di</strong>ale,<br />
nel quale entrano in gioco e sono determinanti soprattutto<br />
le strutture portanti – potremmo <strong>di</strong>re i fondamentali<br />
– dell'esistenza dell'uomo e della donna: quin<strong>di</strong><br />
la relazionalità e specialmente il bisogno <strong>di</strong> amore, la conoscenza,<br />
con l'attitu<strong>di</strong>ne a capire e a valutare, la libertà,<br />
che richiede anch'essa <strong>di</strong> essere fatta crescere ed<br />
educata, in un rapporto costante con la cre<strong>di</strong>bilità e<br />
l'autorevolezza <strong>di</strong> coloro che hanno il compito <strong>di</strong> educare”.
Quest'anno l'Azione Cattolica<br />
ha deciso <strong>di</strong> aprire il<br />
suo anno associativo con<br />
una festa <strong>di</strong>ocesana unitaria.<br />
Quali sono stati i motivi<br />
<strong>di</strong> questa decisione?<br />
L'idea <strong>di</strong> una festa e <strong>di</strong> una festa<br />
unitaria con cui aprire<br />
l'anno associativo è nata dal<br />
desiderio <strong>di</strong> far emergere tutta<br />
la bellezza, la gioia e la ricchezza<br />
dell'esperienza che<br />
quoti<strong>di</strong>anamente viviamo come<br />
associazione nelle nostre<br />
comunità parrocchiali,<br />
nei tanti paesi e nei mille<br />
quartieri della nostra <strong>di</strong>ocesi,<br />
tra la nostra gente, la gente<br />
comune. Un'esperienza<br />
che è fatta <strong>di</strong> impegno, <strong>di</strong> gratuità<br />
e <strong>di</strong> passione, e che è<br />
fondamentalmente volta ad<br />
offrire percorsi <strong>di</strong> crescita in<br />
umanità e nella fede a tutte<br />
le età perché l'incontro con il<br />
Signore plasmi, fin dalle profon<strong>di</strong>tà<br />
e in tutte le sue <strong>di</strong>mensioni,<br />
la vita <strong>di</strong> ciascuno.<br />
Siamo convinti che tutto<br />
questo è ricchezza anche<br />
per i luoghi che abitiamo.<br />
Per questo abbiamo scelto<br />
<strong>di</strong> andare per le strade. E<br />
non è un caso che la città<br />
scelta per sperimentare questa<br />
modalità <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong><br />
pubblica testimonianza sia<br />
proprio <strong>Nola</strong>. Cominciamo<br />
dal cuore stesso della nostra<br />
<strong>di</strong>ocesi per dare avvio a<br />
qualcosa che vorremmo contagiasse,<br />
che desse vita a ulteriori<br />
ed analoghe iniziative<br />
anche altrove. Ma questa<br />
scelta è anche per <strong>di</strong>re che<br />
quello dell'AC è un percorso<br />
che si intreccia con la concretezza<br />
del cammino <strong>di</strong> tutta<br />
la Chiesa <strong>di</strong>ocesana.<br />
Quello dell'educazione sarà<br />
un po' il filo rosso del<br />
prossimo decennio ed anche<br />
il recente convegno<br />
ecclesiale <strong>di</strong>ocesano ha<br />
avuto proprio l' educazione<br />
come tema. Secondo<br />
lei quali sono le cause che<br />
rendono la cura educativa<br />
così urgente, oggi?<br />
Credo che l'emergenza educativa<br />
si imponga oggi come<br />
la reale ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> gran parte<br />
dei problemi che viviamo come<br />
società e che essa consista<br />
non semplicemente nella<br />
fatica e nella <strong>di</strong>fficoltà<br />
dell'educare, che è in fondo<br />
<strong>di</strong> ogni tempo anche se in<br />
misura e in forme <strong>di</strong>verse,<br />
quanto piuttosto nel fatto<br />
che oggi si <strong>di</strong>spera della possibilità<br />
stessa dell'educare.<br />
È l'educazione in quanto tale<br />
che sembra a molti impresa<br />
impossibile o improponibile.<br />
In tal senso, come spesso<br />
abbiamo sentito ripetere<br />
anche nel recente convegno<br />
ecclesiale <strong>di</strong>ocesano, l'<br />
emergenza educativa è prima<br />
<strong>di</strong> tutto del mondo degli<br />
adulti che fa fatica ad assumere<br />
la propria responsabilità<br />
nei confronti delle giovani<br />
generazioni. Eppure, ci ricordava<br />
in quella stessa oc-<br />
casione il<br />
nostro arcivescovo,<br />
non<br />
p o s s i amorinunciare<br />
a<br />
q u e s t o<br />
compito<br />
che è un<br />
compito<br />
generativo.Educare<br />
è generare<br />
al<br />
senso della vita, aiutare a<br />
crescere verso la pienezza<br />
della vita.<br />
Con la nostra festa abbiamo<br />
voluto raccogliere l'invito <strong>di</strong><br />
padre Beniamino a riproporre<br />
il coraggio <strong>di</strong> educare, portando<br />
il confronto e la riflessione<br />
sul piano dell 'esperienza<br />
vissuta, mettendo a<br />
confronto esperienze educative<br />
<strong>di</strong>verse per coglierne<br />
il necessario intrecciarsi, e<br />
proponendo, attraverso i <strong>di</strong>fferenti<br />
momenti della festa<br />
esperienze che facciano gustare<br />
la bellezza <strong>di</strong> un' educazione<br />
a tutto campo,<br />
un'educazione che apra alla<br />
vita nella sua pienezza.<br />
L'Azione Cattolica <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
conta 50 associazioni parrocchiali<br />
e circa 4mila soci.<br />
Qual è il contributo che<br />
l'Ac <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> può dare, a livello<br />
parrocchiale e a livello<br />
<strong>di</strong>ocesano, riguardo<br />
il tema dell' educazione?<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
Il 2, 3 e 4 ottobre l'Azione cattolica <strong>di</strong>ocesana ha iniziato l'anno associativo con una festa nella città <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>. Il 2<br />
ottobre, presso il teatro Umberto, si è svolto il convegno “Educare, sfide e risorse”, con la testimonianza <strong>di</strong> due<br />
genitori, Peppe Pantuliano e Elisabetta Barone, <strong>di</strong> suor Li<strong>di</strong>a Schettino, <strong>di</strong> Virginio Ferrara, <strong>di</strong>rigente<br />
scolastico, e <strong>di</strong> Franco Miano, presidente nazionale <strong>di</strong> Ac. Sabato 3 ottobre, nel pomeriggio, giovanissimi,<br />
giovani e adulti hanno visitato i più importanti monumenti storici e spirituali della città, concludendo poi in<br />
Episcopio con una cena tipica. Infine, domenica 4, grande festa unitaria in Seminario, con la presenza, a fianco<br />
ai più gran<strong>di</strong> e agli educatori, dei bambini e ragazzi dell'Acr. Nel pomeriggio della domenica la Santa Messa<br />
celebrata dal vescovo, padre Beniamino Depalma. Presenti, nei tre giorni, oltre 1500 persone <strong>di</strong> tutte le età,<br />
oltre a rappresentanti delle altre aggregazioni locali, delle istituzioni e della scuola. La festa <strong>di</strong>ocesana dell'Ac<br />
si è inserita nel percorso che la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> sta compiendo sul tema dell'educazione, e si pone in continuità<br />
con il convegno ecclesiale del 23-25 settembre. Il racconto completo all’in<strong>di</strong>rizzo www.azionecattolicanola.it,<br />
dove è possibile scaricare la programmazione associativa 2009/2010.<br />
FEDELI AL COMPITO EDUCATIVO<br />
La presidente dell'Azione cattolica, Pina De Simone, alla luce del weekend <strong>di</strong> festa del 2-4 ottobre,<br />
parla del contributo che l'Ac può dare alla sfida educativa <strong>di</strong> Enzo Formisano<br />
07<br />
È un contributo semplice e<br />
impegnativo. Ed è tutto nel<br />
continuare l'opera formativa<br />
che appartiene alla tra<strong>di</strong>zione<br />
dell'Azione Cattolica e<br />
che ne è la vocazione più<br />
specifica. La cura <strong>di</strong> tutte le<br />
età della vita, il sostegno offerto<br />
alla crescita in umanità<br />
e nella fede attraverso<br />
l'esperienza <strong>di</strong> gruppo e la<br />
presenza generosa <strong>di</strong> educatori<br />
e responsabili appassionati,<br />
l'idea <strong>di</strong> una formazione<br />
permanente vissuta<br />
in un contesto comunitario e<br />
or<strong>di</strong>nario, quello della vita<br />
delle nostre comunità parrocchiali,<br />
attraverso la sfida<br />
e la ricchezza del <strong>di</strong>alogo intergenerazionale,<br />
una proposta<br />
formativa che è per tutti<br />
e che mira a raggiungere<br />
tutti: tutto questo è la grande<br />
ricchezza e il contributo<br />
che l'Ac può offrire ancora<br />
oggi.
08<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
UN ITINERARIO TRA ARTE, STORIA E FEDE<br />
La seconda giornata della festa <strong>di</strong>ocesana dell'Ac, sabato 3 ottobre, è stata de<strong>di</strong>cata<br />
ad un viaggio spirituale e culturale tra i luoghi <strong>di</strong> culto <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
<strong>di</strong> Angela Sorrentino<br />
Il tema dell'educazione, leit<br />
motiv della festa <strong>di</strong>ocesana<br />
dell'Azione Cattolica, è stato<br />
alla base <strong>di</strong> una delle iniziative<br />
che hanno consentito ai partecipanti<br />
all'evento <strong>di</strong> vivere,<br />
accanto alle esperienze <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo,<br />
<strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong> aggregazione,<br />
anche momenti <strong>di</strong> arricchimento<br />
culturale: il pomeriggio<br />
del 3 si è infatti svolto un<br />
percorso tra alcuni luoghi<br />
d'arte, <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> storia ubicati<br />
nei pressi <strong>di</strong> piazza Duomo.<br />
Dopo un momento <strong>di</strong> preghiera<br />
che dalle 18.00 ha visto tutti<br />
riuniti nella cattedrale <strong>di</strong> Santa<br />
Maria Assunta, e dopo una<br />
presentazione della serata da<br />
parte del vicario generale,<br />
don Pasquale D' Onofrio, i partecipanti,<br />
<strong>di</strong>visi in gruppi ed accompagnati<br />
dai volontari, hanno<br />
iniziato la scoperta delle<br />
chiese <strong>di</strong> Santa Maria Jacobi,<br />
dell' Annunziata, del Gesù, del<br />
Museo <strong>di</strong>ocesano e della Cattedrale<br />
<strong>di</strong> Santa Maria Assunta,<br />
punto <strong>di</strong> partenza e meta<br />
conclusiva della passeggiata.<br />
Alcuni dei monumenti inclusi<br />
nell'itinerario sono stati teatro<br />
<strong>di</strong> brevi performance <strong>di</strong> recitazione,<br />
<strong>di</strong> danza e <strong>di</strong> musica: ai<br />
partecipanti, infatti, è stato proposto<br />
un approccio ai molteplici<br />
linguaggi dell' arte<br />
nell'intento <strong>di</strong> suscitare emozioni<br />
evocatrici <strong>di</strong> valori ispirati<br />
alla fede, alla bellezza e alla<br />
cultura.<br />
Nella me<strong>di</strong>evale chiesa <strong>di</strong> Santa<br />
Maria Jacobi, annessa ad<br />
un convento un tempo abitato<br />
da suore clarisse, una serie <strong>di</strong><br />
affreschi (tra i quali in particolare<br />
quello della Madonna<br />
dell'Umiltà) ha fatto da cornice<br />
alla lettura <strong>di</strong> un Carme <strong>di</strong> san<br />
Paolino <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> e <strong>di</strong> un Fioretto<br />
<strong>di</strong> san Francesco d'Assisi.<br />
La visita alla chiesa dell'<br />
Annunziata è stata invece accompagnata<br />
dall' ascolto <strong>di</strong> un<br />
brano <strong>di</strong> musica barocca: la<br />
settima sonata dell'op. 5 del<br />
violinista e compositore<br />
Arcangelo Corelli (1653-<br />
1713). Fondata nel 1769 dalla<br />
Congregazione degli Artisti, la<br />
chiesa presenta una straor<strong>di</strong>naria<br />
tela <strong>di</strong> Angelo Mozzillo,<br />
raffigurante la Presentazione<br />
al tempio <strong>di</strong> Maria Vergine.<br />
Altra chiesa visitata è stata<br />
quella del Gesù, legata al significativo<br />
passaggio dei gesuiti<br />
a <strong>Nola</strong> (XVI-XVIII secc.) e<br />
alla vicenda personale della<br />
contessa Maria Sanseverino,<br />
vedova <strong>di</strong> Enrico Orsini, ultimo<br />
conte <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>; la nobildonna<br />
favorì l' istituzione<br />
<strong>di</strong> un collegio in città,<br />
donando a tal fine<br />
all'or<strong>di</strong>ne gesuitico il palazzo<br />
<strong>di</strong> famiglia. In chiesa<br />
si conserva un pregevole<br />
<strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Girolamo<br />
Imparato: la Circoncisione<br />
<strong>di</strong> Gesù.<br />
Al Museo <strong>di</strong>ocesano, il tema<br />
dell'Annunciazione raffigurato<br />
nel <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Cristoforo<br />
Scacco (XV-XVI secc.), opera<br />
un tempo collocata nella chiesa<br />
del Collegio e poi confluita<br />
nella collezione d'arte sacra<br />
esposta al museo, ha ispirato<br />
una coreografia eseguita da<br />
giovani artisti nel salone dei<br />
Medaglioni, sulle note del brano<br />
musicale Hágase en mi<br />
(“Si compia in me”, <strong>di</strong> suor<br />
Glenda Valeska Hernández<br />
Aguayo, cilena, teologa, cantautrice<br />
<strong>di</strong> musica cristiana<br />
contemporanea).<br />
Esperienza intensa è stata, infine,<br />
la visita alla cattedrale<br />
dell'Assunta, illustrata dal no-<br />
vello sacerdote Luigi Vitale: il<br />
duomo, con la cappella de<strong>di</strong>cata<br />
a san Paolino e la cripta<br />
<strong>di</strong> san Felice, ha raccontato,<br />
attraverso l'architettura e le<br />
opere d'arte presenti, l' esempio<br />
<strong>di</strong> vita cristiana dei nostri<br />
due santi, documentando, altresì,<br />
la millenaria storia della<br />
<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>.<br />
Messaggio <strong>di</strong> padre Beniamino all’AC<br />
Carissimi amici dell'Azione cattolica,<br />
illustri ospiti e autorità presenti in sala...<br />
...è bello per me inviare un messaggio a persone che fanno festa<br />
intorno ad un tema come quello dell'educazione. Un tema che <strong>di</strong><br />
solito si associa a riflessioni amare, ad<strong>di</strong>rittura tendenti al<br />
<strong>di</strong>sfattismo. Invece la vostra presenza qui, stasera, in continuità<br />
con il convegno ecclesiale della scorsa settimana, ci <strong>di</strong>ce che “ce<br />
la possiamo fare”.<br />
Proprio così: “Ce la possiamo fare”. La sfida educativa non è<br />
persa in partenza. Finché ci saranno persone <strong>di</strong>sposte a<br />
spendersi con passione per l'altro, finché ci saranno persone<br />
<strong>di</strong>sposte a formarsi severamente per essere testimoni cre<strong>di</strong>bili e<br />
maestri autentici, finché ci saranno persone che hanno chiaro il<br />
fine stesso dell'educazione non dobbiamo <strong>di</strong>sperare.<br />
Il fine dell'educazione, cari amici, è riscoprirci uomini e donne fino<br />
in fondo. Uomini e donne capaci <strong>di</strong> interiorità, <strong>di</strong> fraternità, <strong>di</strong><br />
responsabilità, come <strong>di</strong>ce bene il vostro Progetto formativo.<br />
Sono grato, davvero grato, <strong>di</strong> ciò che fate per la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>.<br />
L'Azione cattolica <strong>di</strong>ocesana, e le singole associazioni<br />
parrocchiali, sono seme <strong>di</strong> ecclesialità in<strong>di</strong>spensabile. Gli adulti e<br />
i giovani <strong>di</strong> Ac sono una colonna della nostra azione pastorale,<br />
ancora <strong>di</strong> più oggi che abbiamo sancito, finalmente, il passaggio<br />
“dagli uffici agli ambiti”, che pone al centro la persona con i suoi<br />
bisogni reali. Questa “centralità della persona” è patrimonio<br />
dell'associazione, è l'alfabeto dei vostri processi educativi e<br />
formativi. Gli adolescenti e i ragazzi sono invece il sorriso delle<br />
nostre comunità. Guardando a loro tiriamo un grande sospiro <strong>di</strong><br />
sollievo: il mondo è più bello <strong>di</strong> come ce lo vogliono descrivere!<br />
Voglio ringraziarvi, tutti voi presenti, anche per lo sforzo <strong>di</strong> vivere<br />
la sfida educativa in un'ottica sinergica. Al tavolo dei relatori ci<br />
sono genitori, <strong>di</strong>rigenti scolastici, religiosi impegnati nella cura del<br />
<strong>di</strong>sagio, rappresentanti delle istituzioni. Pur avendo storie <strong>di</strong>verse<br />
abbiamo un obiettivo comune: vogliamo lasciare alle nuove<br />
generazioni un mondo migliore. Utopia? Vi chiedo <strong>di</strong> aver fiducia<br />
nel Signore Gesù, che agli scettici seppe contrapporre una<br />
testimonianza luminosa e una parola sapiente, fondate<br />
sull'obbe<strong>di</strong>enza al Padre.<br />
Carissimi amici dell'Ac, e voi tutti presenti, vi affido alla protezione<br />
delle vostre figure <strong>di</strong> santità, e in particolar modo <strong>di</strong> Armida<br />
Barelli, Giuseppe Toniolo, Pier Giorgio Frassati, Alberto Marvelli<br />
e Nennolina. In comunione con i laici e gli assistenti dell'Ac <strong>di</strong><br />
<strong>Nola</strong> che non ci sono più e che tanto ci hanno donato, invoco su <strong>di</strong><br />
voi la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Dio Onnipotente.<br />
Con affetto fraterno,<br />
padre Beniamino
INIZIATIVE DIOCESANE PER L’ANNO SACERDOTALE<br />
Ottobre 2009<br />
5 – Settimo decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo, parrocchia<br />
San Michele Arcangelo <strong>di</strong> Ottaviano<br />
20 – Incontro decanale<br />
Novembre 2009<br />
3 – Incontro con Vittorio Nozza, <strong>di</strong>rettore nazionale Caritas italiana,<br />
sul tema “Educare alla testimonianza della carità”<br />
9-13 – Esercizi spirituali in Foligno<br />
16 – Ottavo decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo,<br />
parrocchia Ave Gratia Plena in Torre Annunziata<br />
17 – Incontro decanale<br />
Dicembre 2009<br />
1 – Ritiro d'Avvento con Daniele Moretto, monaco <strong>di</strong> Bose, ad Ostuni<br />
7 – Sesto decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo, santuario<br />
<strong>di</strong> Madonna dell'Arco in Sant'Anastasia<br />
22 – Incontro decanale<br />
Gennaio 2010<br />
11 – Quinto decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo, parrocchia<br />
San Giovanni evangelista <strong>di</strong> Mariglianella<br />
19 – Incontro decanale<br />
Febbraio 2010<br />
8-9-10 - Aggiornamento con padre Marko Ivan Rupnik sul tema<br />
“L'accompagnamento e la paternità spirituale”<br />
15 – Secondo decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo,<br />
parrocchia Santa Marina in Avella<br />
16 – Incontro decanale<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
09<br />
Marzo 2010<br />
1 – Primo decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo, parrocchia<br />
san Felice Vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
2 – Ritiro <strong>di</strong> Quaresima con Daniele Moretto, monaco <strong>di</strong> Bose, ad<br />
Ostuni<br />
16 – Incontro decanale<br />
Aprile 2010<br />
1 – Giovedì Santo – Santa Messa del Crisma<br />
5-10 – Pellegrinaggio Ars, Paray Le Monial, Parigi, Taizé, Cluny, Lione<br />
12 – Quarto decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo,<br />
parrocchia San Sebastiano Martire <strong>di</strong> Brusciano<br />
20 – Incontro decanale<br />
Maggio 2010<br />
5 – Ritiro <strong>di</strong> Pentecoste con Daniele Morello, monaco <strong>di</strong> Bose, ad<br />
Ostuni<br />
10 – Terzo decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo, parrocchia<br />
santi Margherita e Potito <strong>di</strong> Lauro<br />
18 – Incontro decanale<br />
Giugno 2010<br />
15 – Incontro decanale<br />
19 – Conclusione dell'anno sacerdotale<br />
21 – Pellegrinaggio sacerdotale a Cimitile<br />
28 giugno – 3 luglio – sacerdoti del primo decennio ad Ischia<br />
Esercizi spirituali<br />
5 – 12 luglio – a Montevergine con don Alessandro Pronzato<br />
8 – 12 novembre – ad Assisi con padre Hermes Ronchi
10<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
Il 14 settembre si è svolta in Cattedrale l'or<strong>di</strong>nazione sacerdotale <strong>di</strong> Paolino Franzese,<br />
Luigi Vitale e Salvatore Purcaro.<br />
UNA VOCAZIONE CHE EMOZIONA…<br />
Viaggio breve nelle storie <strong>di</strong> Paolino, Salvatore e Luigi, i tre nuovi sacerdoti della<br />
nostra <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Alfonso Lanzieri<br />
Nel Vangelo <strong>di</strong> Luca, al capitolo<br />
primo, leggiamo dal Cantico<br />
<strong>di</strong> Zaccaria: ‹‹Benedetto il<br />
Signore Dio <strong>di</strong> Israele perché<br />
ha visitato e redento il suo popolo››.<br />
Zaccaria esulta per la<br />
nascita <strong>di</strong> un profeta, Giovanni<br />
il Battista, suo figlio, voce <strong>di</strong><br />
Dio in mezzo al suo popolo. In<br />
qualche modo anche noi, allora,<br />
siamo giustificati a ripetere<br />
le medesime parole <strong>di</strong> fronte<br />
all' esperienza <strong>di</strong> Paolino<br />
Franzese, Luigi Vitale e Salvatore<br />
Purcaro, or<strong>di</strong>nati preti<br />
lo scorso 14 settembre: le loro<br />
vite, messe al servizio della<br />
nostra chiesa nolana, sono il<br />
segno – la prova, se si vuole –<br />
che il Signore vive in mezzo a<br />
noi, si introduce nelle esistenze,<br />
le trasforma, le fa Sua Voce<br />
e Azione tra <strong>di</strong> noi, per noi.<br />
Nel solco <strong>di</strong> queste riflessioni,<br />
le parole <strong>di</strong> uno dei nuovi presbiteri,<br />
Don Luigi, da me raggiunti<br />
per un breve colloquio:<br />
“Mi chie<strong>di</strong> cosa vorrei <strong>di</strong>re col<br />
mio essere prete? Vorrei essere<br />
un riflesso della presenza<br />
del Signore nella comunità.<br />
Essere Sue mani, Suoi pie<strong>di</strong>,<br />
Suoi occhi”. Prosegue Don<br />
Salvatore: “Di ogni prete, e<br />
spero anche per me, si dovrebbe<br />
poter <strong>di</strong>re quel che si<br />
<strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> Gesù stesso e cioè<br />
che passava tra la gente beneficando”;<br />
Dio in mezzo al suo<br />
popolo, lo <strong>di</strong>cevamo. Entra in<br />
alcune storie e le fa Sue per<br />
metterle totalmente al servizio<br />
del mondo. Come avviene<br />
tutto ciò? Ancora Don Luigi:<br />
“Nella mia esistenza Dio è entrato<br />
goccia a goccia, lentamente<br />
ma inesorabilmente.<br />
Nell'adolescenza frequentavo<br />
i campi estivi dell'Azione<br />
Cattolica. Verso i <strong>di</strong>ciannove<br />
anni ho conosciuto i salesiani<br />
e altri gruppi. Un'altra esperienza<br />
significativa <strong>di</strong> Chiesa<br />
è rappresentata dal MEIC<br />
(Movimento ecclesiale <strong>di</strong> impegno<br />
culturale ndr)”. In fondo<br />
a questo percorso,<br />
l'approdo ad un momento particolarmente<br />
importante: “E'<br />
stato alla fine del mio servizio<br />
civile, speso alla Caritas; al<br />
termine <strong>di</strong> quel cammino avevo<br />
delle cose dentro da verificare,<br />
cercavo una maggiore<br />
ra<strong>di</strong>calità evangelica.<br />
Poi nel 2000, la<br />
chiara volontà <strong>di</strong><br />
mettermi a <strong>di</strong>sposizione<br />
del Signore<br />
anche se non avevo<br />
ancora ben chiaro<br />
se come prete o<br />
altro”. Don Salvatore<br />
parte da più lontano:<br />
“Il Signore ha<br />
un percorso per noi<br />
pensato dall' eternità,<br />
la mia chiamata<br />
è iniziata, possiamo dunque<br />
<strong>di</strong>re, nel giorno della mia<br />
nascita. Nel resto della vita,<br />
nelle importanti esperienze<br />
parrocchiali e in particolar modo<br />
nell'Azione Cattolica, ho<br />
avuto modo <strong>di</strong> scoprirla e appropriarmene”.<br />
‹‹Chi ama vuole<br />
conoscere. (…)Ciò vuol <strong>di</strong>re<br />
che la <strong>di</strong>sponibilità a uno<br />
stu<strong>di</strong>o serio e scrupoloso è un<br />
segno della serietà della vocazione››.<br />
Così scriveva<br />
l'attuale Papa, in alcuni vecchi<br />
appunti <strong>di</strong> ecclesiologia, e<br />
queste considerazioni ci permettono<br />
<strong>di</strong> riprendere, con<br />
sguardo più profondo, il rac-<br />
conto. Don Luigi: “Quando decisi<br />
<strong>di</strong> mettere la mia vita al<br />
servizio del Vangelo, mi misi<br />
subito a stu<strong>di</strong>are teologia, anche<br />
per arricchire <strong>di</strong> elementi<br />
e utili strumenti la mia scelta<br />
vocazionale”. Prosegue Don<br />
Salvatore: “Lo stu<strong>di</strong>o per un<br />
chiamato non è un tempo, ma<br />
una con<strong>di</strong>zione permanente<br />
per servire la Chiesa”. Nella<br />
storia <strong>di</strong> questi tre giovani preti<br />
ve<strong>di</strong>amo scorrere gli anni,<br />
ne leggiamo in filigrana le gioie,<br />
le scoperte e anche le<br />
fatiche. Elmar Salmann,<br />
a proposito, scrive:<br />
‹‹Non è una cosa “carina”,<br />
un cammino vocazionale››,<br />
non è acqua<br />
zuccherata, insomma,<br />
non è pacifico e sazio<br />
percorso. La tua storia è<br />
<strong>di</strong>velta e ripiantata in altro<br />
luogo. Don Paolino<br />
Franzese rivela: “Non<br />
posso <strong>di</strong>re che il mio<br />
cammino vocazionale<br />
sia stato costellato <strong>di</strong><br />
enormi <strong>di</strong>fficoltà, eppure<br />
soprattutto all'inizio fu<br />
dura…lasciare casa, famiglia,<br />
amici, il mio solito<br />
giro insomma. E' un <strong>di</strong>stacco<br />
necessario all'inizio,<br />
ma non indolore”. Anche per<br />
Don Paolino, l'incontro con<br />
Dio non è un'improvvisa svolta<br />
dalle tonalità bibliche, ma<br />
l'ascolto <strong>di</strong> una voce che si fa<br />
sempre più invadente nel corso<br />
dei giorni, a partire da<br />
un'ora ben precisa: “E' il 5 aprile<br />
del 1997 - narra Paolino - e<br />
nella mia parrocchia c'è l' or<strong>di</strong>nazione<br />
sacerdotale <strong>di</strong> un giovane.<br />
Durante il rito pensai<br />
che questo ragazzo aveva<br />
gettato la sua vita nelle mani<br />
<strong>di</strong> Dio, fidandosi completamente<br />
<strong>di</strong> Lui. Anche io dovrei<br />
fare così? Fidarmi <strong>di</strong> Lui?<br />
Anche per me, forse, Dio ha<br />
un progetto come l'ha avuto<br />
per questo giovane? Da allo-<br />
ra queste domande iniziarono<br />
a martellarmi dall'interno.<br />
Tempo dopo, maturai che il <strong>di</strong>segno<br />
<strong>di</strong> Dio per la mia esistenza<br />
era effettivamente il sacerdozio”.<br />
Vocazione come<br />
seduzione quin<strong>di</strong>, innamoramento<br />
in cui si mette in gioco<br />
la propria vita e in cui Dio stesso<br />
si mette in gioco legando,<br />
se così possiamo esprimerci,<br />
il suo destino alla Chiesa, Suo<br />
popolo che visita, incessantemente.<br />
CHI SONO I NUOVI<br />
SACERDOTI<br />
Luigi Vitale<br />
15 settembre 1969<br />
Parrocchia <strong>di</strong> provenienza:<br />
Maria SS. Assunta <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
(Chiesa cattedrale <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>)<br />
Salvatore Purcaro<br />
4 giugno 1981<br />
Parrocchia <strong>di</strong> provenienza:<br />
Maria SS. Del Rosario <strong>di</strong><br />
Pomigliano d'Arco<br />
Paolino Franzese<br />
5 giugno 1982<br />
Parrocchia <strong>di</strong> provenienza:<br />
San Biagio <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>
SIATE SANTI !<br />
Le suggestioni dell'or<strong>di</strong>nazione sacerdotale <strong>di</strong> Paolino, Luigi e Salvatore<br />
<strong>di</strong> Marco Antonio Napolitano<br />
“Siate santi! Questa è la consegna<br />
che vi fa il vescovo,<br />
questa sera! Siate santi! Perché<br />
in questo momento della<br />
storia soltanto i preti santi<br />
cambiano la cultura ed incidono<br />
nella società! Siate santi,<br />
non attivisti, santi! Siate uomini<br />
<strong>di</strong> fede dalla testa ai pie<strong>di</strong>.<br />
La fede sia la vostra professione.<br />
Siate uomini <strong>di</strong> fede<br />
per accompagnare tutti nella<br />
fede”.<br />
Con questo intenso invito il nostro<br />
vescovo, padre Beniamino<br />
Depalma, ha reso il senso<br />
della solenne celebrazione<br />
che si è svolta nella nostra Basilica-Cattedrale<br />
il 14 settembre<br />
scorso, festa dell' esaltazione<br />
della Santa Croce. Durante<br />
il solenne pontificale, infatti,<br />
a tre giovani della nostra<br />
<strong>di</strong>ocesi è stato conferito il sacro<br />
or<strong>di</strong>ne del presbiterato. A<br />
don Paolino Franzese, <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>,<br />
a don Salvatore Purcaro,<br />
<strong>di</strong> Pomigliano d'Arco e a don<br />
Luigi Vitale, <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> “non è stato<br />
consegnato un potere”, ha<br />
sottolineato il Vescovo nel corso<br />
della sua omelia: “Non vi<br />
viene consegnata un carriera<br />
[…] Vi viene consegnata una<br />
grande grazia! Voi <strong>di</strong>ventate<br />
sacramento vivente <strong>di</strong> Gesù<br />
Cristo. Siete un vaso <strong>di</strong> coccio,<br />
con tutti i limiti, ma in questo<br />
vaso <strong>di</strong> coccio questa sera<br />
scende la grandezza<br />
dell'amore <strong>di</strong> Dio. Gesù Cristo<br />
<strong>di</strong>viene l'asse portante della<br />
vostra vita e voi potete ripetere<br />
con Paolo: non sono più io<br />
che vivo, è Gesù Cristo che vive<br />
in me”.<br />
Con la liturgia <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione,<br />
vissuta con grande intensità e<br />
partecipazione dalle tante persone<br />
che gremivano la cattedrale,<br />
il vescovo ha invocato<br />
sugli eletti lo “Spirito <strong>di</strong> Santità”,<br />
perché potessero adempiere<br />
fedelmente “il ministero<br />
del secondo grado sacerdotale”<br />
e ha pregato perché<br />
“con il loro esempio gui<strong>di</strong>no<br />
tutti a un'integra condotta <strong>di</strong> vi-<br />
ta” (dalla Liturgia <strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nazione).<br />
I tre giovani, da parte<br />
loro, hanno assunto solennemente<br />
gli impegni connessi<br />
con il ministero del presbiterato,<br />
tra i quali quello <strong>di</strong> “essere<br />
sempre più strettamente<br />
uniti a Cristo sommo sacerdote,<br />
che come vittima pura si<br />
è offerto al Padre per noi, consacrando<br />
voi stessi a Dio insieme<br />
con lui per la salvezza<br />
<strong>di</strong> tutti gli uomini” (dalla Liturgia<br />
<strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nazione). Poi, con<br />
le mani congiunte in quelle<br />
del Vescovo, ciascuno degli<br />
eletti ha promesso a lui e ai suoi<br />
successori “filiale rispetto e<br />
obbe<strong>di</strong>enza”.<br />
Al canto delle litanie, con il<br />
quale la Chiesa prega Dio Padre<br />
onnipotente, per intercessione<br />
dei Santi, perché colmi<br />
dei suoi doni coloro che ha voluto<br />
chiamare all'or<strong>di</strong>ne del<br />
presbiterato, i tre can<strong>di</strong>dati si<br />
sono prostrati a terra, in segno<br />
<strong>di</strong> fiducioso abbandono<br />
alla volontà del Signore.<br />
Il rito dell'or<strong>di</strong>nazione vero e<br />
proprio si compone dal rito<br />
dell'imposizione delle mani e<br />
dalla recita della preghiera <strong>di</strong><br />
consacrazione. Il primo gesto<br />
significa la comunicazione, attraverso<br />
l'imposizione delle<br />
mani del vescovo, del dono<br />
dello Spirito per la santificazione<br />
interiore degli eletti. È<br />
un momento suggestivo e solenne,<br />
tantoché la liturgia prescrive<br />
che si svolga, per quanto<br />
possibile, in un silenzio<br />
orante dell'assemblea, dei ministri<br />
e degli eletti. Tutti i sacerdoti<br />
presenti hanno imposto<br />
le mani sui can<strong>di</strong>dati, sfilando<br />
<strong>di</strong>nanzi ai tre giovani,<br />
che, in atteggiamento <strong>di</strong> profonda<br />
preghiera, hanno ricevuto<br />
quel gesto che si compiva<br />
già nella Chiesa delle origini<br />
per il conferimento del dono<br />
del ministero da parte degli<br />
Apostoli: «Ti ricordo <strong>di</strong> ravvivare<br />
il dono <strong>di</strong> Dio che è in te<br />
per l' imposizionedelle<br />
mie mani»<br />
(2Tm<br />
1,6).<br />
La preghiera<br />
<strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione,<br />
che il<br />
vescovo ha<br />
recitato subito<br />
dopo, è<br />
un'invocazi<br />
one rivolta<br />
al Padre,<br />
perché colmi<br />
del dono<br />
dello Spirito<br />
gli eletti, li<br />
configuri a<br />
Cristo sacerdote<br />
e<br />
ne faccia il segno della sua iniziativa<br />
d'amore nella vita della<br />
comunità. “Siano degni cooperatori<br />
dell'or<strong>di</strong>ne episcopale,<br />
perché la parola del vangelo<br />
me<strong>di</strong>ante la loro pre<strong>di</strong>cazione,<br />
con la grazia dello Spirito<br />
Santo, fruttifichi nel cuore<br />
degli uomini, e raggiunga i<br />
confini della terra” (dalla Liturgia<br />
<strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione): nella preghiera<br />
consacratoria emerge<br />
con decisione come il ministero<br />
presbiterale non sia dato<br />
per l'utilità propria. Esso è<br />
donato e ricevuto per la Chiesa<br />
e per il mondo.<br />
All'imposizione delle mani e<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
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alla preghiera <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione,<br />
che costituiscono il “cuore”<br />
della Liturgia <strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nazione,<br />
sono seguiti i cosiddetti riti<br />
esplicativi, per mezzo dei quali<br />
la liturgia intende significare<br />
con altri gesti visibili la nuova<br />
realtà che si è compiuta e la <strong>di</strong>gnità<br />
che è stata conferita.<br />
Innanzitutto i novelli sacerdoti<br />
sono stati rivestiti da altri presbiteri<br />
della stola e della casula,<br />
quin<strong>di</strong> il vescovo ha unto le<br />
loro mani con l'olio del Crisma<br />
in segno <strong>di</strong> consacrazione.<br />
Questo gesto esprime la conformità<br />
a Cristo: come egli è<br />
stato unto da Dio Padre nello<br />
Spirito Santo e consacrato<br />
sommo sacerdote, così i sacerdoti<br />
partecipano della sua<br />
<strong>di</strong>gnità. Quin<strong>di</strong> padre Beniamino<br />
ha posto la patena con il<br />
pane e il calice del vino nelle<br />
mani <strong>di</strong> ciascun or<strong>di</strong>nato inginocchiato<br />
davanti a lui, <strong>di</strong>cendo:<br />
“Ricevi le offerte del popolo<br />
santo per il sacrificio eucaristico.<br />
Ren<strong>di</strong>ti conto <strong>di</strong> ciò<br />
che farai, imita ciò che celebrerai,<br />
conforma la tua vita al<br />
mistero della croce <strong>di</strong> Cristo<br />
Signore”. Questo triplice invito,<br />
che richiama gli or<strong>di</strong>nati alla<br />
considerazione della grandezza<br />
del dono alla quale sono<br />
stati chiamati me<strong>di</strong>ante la<br />
conformazione a Cristo è stato<br />
significativamente scelto<br />
da Paolino, Salvatore e Luigi<br />
come motto che hanno apposto<br />
sull'immagine-ricordo della<br />
celebrazione, quasi a compen<strong>di</strong>are<br />
in poche parole il significato<br />
della or<strong>di</strong>nazione<br />
presbiterale nelle loro vite.<br />
L'abbraccio <strong>di</strong> pace, scambiato<br />
dagli or<strong>di</strong>nati con il vescovo<br />
e con tutti i sacerdoti,<br />
ha rappresentato ancor più visibilmente<br />
l'ingresso <strong>di</strong> questi<br />
tre giovani nel collegio presbiterale.<br />
I novelli sacerdoti hanno<br />
poi concelebrato con padre<br />
Beniamino il sacrificio eucaristico.
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anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
UNA FESTA SENZA FINE<br />
Emilio Ventre e Tommaso Ferraro or<strong>di</strong>nati <strong>di</strong>aconi il 21 settembre<br />
<strong>di</strong> Salvatore Purcaro<br />
Lunedì 21 settembre 2009, festa liturgica <strong>di</strong> San<br />
Matteo Apostolo, nella Basilica-cattedrale <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> il<br />
nostro vescovo P. Beniamino ha or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong>aconi<br />
due giovani in cammino verso il sacerdozio:<br />
Tommaso Ferraro della comunità parrocchiale <strong>di</strong><br />
San Gennaro in San Gennarello <strong>di</strong> Ottaviano ed<br />
Emilio Ventre della comunità parrocchiale dei Santi<br />
Margherita e Potito in<br />
Lauro.<br />
L'or<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong>aconale<br />
nell'itinerario <strong>di</strong> formazione<br />
verso il presbiterato non è<br />
semplicemente una tappa<br />
<strong>di</strong> passaggio, conferisce<br />
piuttosto una speciale<br />
conformazione a Cristo<br />
servo che li caratterizzerà<br />
per tutto il resto della loro<br />
v i t a . A n c h e q u a n d o<br />
saranno or<strong>di</strong>nati presbiteri<br />
non perderanno l'identità<br />
<strong>di</strong>aconale che hanno<br />
ricevuto.<br />
Dal Concilio Vaticano II<br />
n e l l a c o m p r e n s i o n e<br />
ecclesiale è riemersa una<br />
rinnovata attenzione al<br />
<strong>di</strong>aconato. La presenza <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>aconi nella vita e nella<br />
missione della chiesa è<br />
memoria perenne <strong>di</strong> quel Gesù, maestro e Signore<br />
che “lava i pie<strong>di</strong>” mettendosi a servizio della<br />
comunità.<br />
Siamo grati al Signore che per l'imposizione delle<br />
mani e la preghiera consacratoria del nostro<br />
vescovo ha donato alla sua chiesa un ulteriore<br />
segno della sua presenza viva e operante. A<br />
Tommaso ed Emilio l'augurio dell'intera comunità<br />
<strong>di</strong>ocesana affinché siano annunciatori instancabili e<br />
testimoni fedeli della Parola che salva.<br />
in <strong>di</strong>alogo - mensile della Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Redazione: via San Felice n.29 - 80035 <strong>Nola</strong> (Na)<br />
Autorizzazione del tribunale <strong>di</strong> Napoli n. 3393 del 7 marzo 1985<br />
Direttore responsabile: Marco Iasevoli<br />
Con<strong>di</strong>rettore: Luigi Mucerino<br />
In redazione: Michele Amoruso, Enzo Formisano, Gennaro<br />
Morisco, Mariangela Parisi<br />
Vignettista: Pasquale Esposito<br />
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Abbonamento annuale: € 10. Versamento da effettuare sul<br />
<strong>numero</strong> <strong>di</strong> Conto corrente postale 18524801 intestato a<br />
“<strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> – Ufficio economato”, causale “abbonamento<br />
In <strong>di</strong>alogo”. Parrocchie, istituti religiosi, aggregazioni laicali e<br />
istituzioni possono chiedere la ricezione presso un solo in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong><br />
più copie.
Una grande nuvola bianca si<br />
staglia imponente nel cielo <strong>di</strong><br />
un azzurro terso ben al <strong>di</strong> sopra<br />
della fosca coltre <strong>di</strong> caligine<br />
che copre la fitta conurbazione<br />
alle pen<strong>di</strong>ci del Vesuvio.<br />
Illuminata dal sole abbacinante<br />
<strong>di</strong> agosto l 'impalpabile<br />
massa can<strong>di</strong>da è solenne e<br />
possente come la maestosa<br />
cattedrale <strong>di</strong> Burgos. Da lì, sospesi<br />
nel vuoto a ventimila pie<strong>di</strong>,<br />
la Weltanschauung si inverte<br />
ra<strong>di</strong>calmente: case, palazzi,<br />
viadotti e tutte le mastodontiche<br />
opere <strong>di</strong> alta ingegneria<br />
umana si riducono a <strong>di</strong>mensioni<br />
infinitesime: tutto risulta<br />
piccolo e risibile in confronto<br />
allo smisurato batuffolo<br />
<strong>di</strong> vapore acqueo. E' il senso<br />
dell' incommensurabile che risveglia<br />
la consapevolezza<br />
della estrema finitu<strong>di</strong>ne<br />
dell'uomo, precario e fragile<br />
come tutte le sue creazioni.<br />
Nel contempo, però, tale<br />
smarrimento suscita la percezione<br />
del sublime e consente<br />
<strong>di</strong> assurgere, sia pure per un<br />
istante e in forma esclusivamente<br />
intuitiva, alla inviolabile<br />
<strong>di</strong>mensione trascendente<br />
dell'inconoscibile, del noume-<br />
no, dell'essere.<br />
Queste le sensazioni e i pensieri<br />
che percorrono il dedalo<br />
della mente in volo verso i luoghi<br />
santi, luoghi sacri, ma anche<br />
luoghi della memoria e<br />
del mito. Il viaggio in Terra<br />
Santa, anche per chi non vi è<br />
mai stato prima, è sempre e<br />
comunque un nóstos, un ritorno<br />
all'infanzia del mondo cristiano,<br />
alle origini del proprio<br />
credo. A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> qualsiasi<br />
altro iter attraverso nuove<br />
mete, infatti, appena si sbarca<br />
in Israele e ci si incammina<br />
per quella che un tempo era la<br />
via maris, la toponomastica<br />
inizia ad evocare ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> località<br />
frequentate <strong>di</strong> continuo<br />
nella lettura delle sacre scritture.<br />
Nomi come Cana, Cafarnao,<br />
Tiberiade, che da sempre<br />
ciascuno, con gli occhi della<br />
fantasia, si era figurato con<br />
un proprio aspetto, ora acqui-<br />
stano contorni niti<strong>di</strong> e fattezze<br />
materiali e concrete. Fortunatamente<br />
spesso la realtà supera<br />
<strong>di</strong> gran lunga anche<br />
l'immaginazione più fervida<br />
sventando il rischio <strong>di</strong> un atto<br />
spoetizzante che possa lasciare<br />
delusi.<br />
Quando, la sera del primo<br />
agosto, il gruppo <strong>di</strong> giovani e<br />
meno giovani della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
<strong>Nola</strong> capitanati dal vescovo<br />
mons. Beniamino Depalma,<br />
dal vicario generale don Lino<br />
D'Onofrio e da uno stuolo <strong>di</strong><br />
giovani parroci, lascia il moderno<br />
e accogliente aeroporto<br />
internazionale <strong>di</strong> Tel Aviv alla<br />
volta <strong>di</strong> Nazareth, si ritrova<br />
a contemplare il suggestivo<br />
spettacolo del tramonto. Gradatamente<br />
il crepuscolo si<br />
stende da oriente calando su<br />
colline aride costellate <strong>di</strong> piccoli<br />
centri abitati sormontati<br />
dalle immancabili luci ver<strong>di</strong><br />
dei minareti delle moschee.<br />
La terra arsa e l'afa soffocante<br />
danno imme<strong>di</strong>atamente misura<br />
della fatica, della <strong>di</strong>fficoltà<br />
<strong>di</strong> abitare e coltivare quei<br />
territori.<br />
Il caso ci ha assegnato una<br />
guida d'eccezione, il francescano<br />
padre Eugenio Alliata,<br />
affermato archeologo, docente<br />
<strong>di</strong> topografia <strong>di</strong> Gerusalemme<br />
allo Stu<strong>di</strong>um Biblicum<br />
Franciscanum. I Francescani<br />
possiedono la maggior parte<br />
dei santuari cattolici nei <strong>di</strong>versi<br />
luoghi sacri, acquistati nel<br />
tempo o ottenuti tramite donazioni.<br />
Essi – scrive lo stesso<br />
padre Alliata – “come guida<br />
dei pellegrini, servizio stabilmente<br />
assunto dal XV secolo,<br />
appaiono voler trasmettere<br />
anche a questi la spiritualità<br />
propria del loro fondatore san<br />
Francesco d'Assisi, proponendo<br />
mitezza nel comportamento,<br />
accettando <strong>di</strong> buon<br />
grado <strong>di</strong>fficoltà e soprusi <strong>di</strong><br />
ogni genere che potessero capitare,<br />
in antitesi allo spirito altero<br />
delle crociate”.<br />
Il filtro francescano si rivela<br />
da subito utile a superare un<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
Dall'1 all'8 agosto si è svolto il pellegrinaggio dei giovani della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, guidato<br />
dal vescovo, padre Beniamino Depalma, e organizzato da don Mariano Amato,<br />
responsabile <strong>di</strong>ocesano della Pastorale giovanile, in collaborazione con l'Opera<br />
Napoletana Pellegrinaggi.<br />
VIAGGIO IN TERRA SANTA:<br />
UN NOSTOS ALLE RADICI DELLA NOSTRA FEDE<br />
Il giovane Francesco Di Gennaro ci racconta, a puntate, il pellegrinaggio <strong>di</strong>ocesano<br />
sulle orme <strong>di</strong> Gesù<br />
13<br />
impatto non felicissimo con la<br />
periferia <strong>di</strong> Nazareth in cui è<br />
ubicato il nostro albergo, dove<br />
imme<strong>di</strong>atamente i segni<br />
della globalizzazione si manifestano<br />
nelle scritte luminose<br />
policrome <strong>di</strong> un grande centro<br />
commerciale. Ovviamente<br />
non si può pretendere che il<br />
tempo arrestandosi congelasse<br />
i luoghi sacri come a<br />
Pompei ed Ercolano in una<br />
ideale istantanea della vita <strong>di</strong><br />
duemila anni fa, ma bisogna<br />
andare al <strong>di</strong> là delle contrad<strong>di</strong>zioni<br />
del presente e delle poco<br />
gradevoli scelte architettoniche<br />
e urbanistiche, respirando<br />
il profumo <strong>di</strong> santità della<br />
città, allora un piccolissimo<br />
villaggio <strong>di</strong> grotte e capanne,<br />
che ha ospitato il messia per<br />
la quasi totalità della sua esistenza<br />
terrena. In tale prospettiva<br />
sembrano particolarmente<br />
illuminanti le parole <strong>di</strong><br />
mons. Luigi Giussani espresse<br />
<strong>di</strong> ritorno da un pellegrinaggio<br />
in Terra Santa nel<br />
1996: “In questo viaggio ho innanzi<br />
tutto sperimentato la<br />
conferma della natura del Cristianesimo.<br />
Dio si è fatto presente<br />
all'uomo attraverso una<br />
realtà umana inscritta in un determinato<br />
ambiente, leale con<br />
tutte le con<strong>di</strong>zioni dell'uomo e<br />
del momento storico in cui ha<br />
scelto <strong>di</strong> manifestarsi. Ho sentito<br />
il rinnovarsi del concetto <strong>di</strong><br />
incarnazione, cioè <strong>di</strong> una presenza<br />
che è passata attraverso<br />
tutte le con<strong>di</strong>zioni concrete<br />
e storiche in cui ha scelto <strong>di</strong> accadere.<br />
A questo proposito la<br />
grotta dell'Annunciazione e la<br />
casa <strong>di</strong> S. Giuseppe a Nazareth<br />
sono i due luoghi che mi<br />
hanno maggiormente impressionato”.
14<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
NON LASCIARLI MAI SOLI<br />
Il racconto <strong>di</strong> Vincenzo Di Giorgio, <strong>di</strong> Saviano, volontario a L'Aquila in estate<br />
“Entro novembre nessuno<br />
degli sfollati sarà più in tend<br />
a ” . È s t a t o q u e s t o<br />
l'impegno che il governo ha<br />
preso. “La situazione è sotto<br />
controllo”, si sente <strong>di</strong>re dalla<br />
protezione civile. Ma gli aquilani<br />
cosa <strong>di</strong>cono? Come<br />
stanno?<br />
Per capire il loro stato<br />
d'animo bisogna andare là,<br />
inevitabilmente. E quando<br />
vai là e ve<strong>di</strong> una tendopoli<br />
con 1500 persone, ve<strong>di</strong> gente<br />
passare nel campo in accappatoio<br />
che va a fare la<br />
doccia, ve<strong>di</strong> bran<strong>di</strong>ne sempre<br />
aperte nelle tende, capisci<br />
che la situazione è particolare,<br />
molto particolare.<br />
Nei campi attrezzati dalla<br />
protezione civile ci sono soldati,<br />
volontari, si avverte la<br />
presenza dello Stato. Ma<br />
qualcuno che vada dagli sfollati<br />
a chiedere: “Come state?”<br />
non c'è, se non pochi volontari.<br />
E forse è <strong>di</strong> questo<br />
che gli aquilani hanno bisogno,<br />
<strong>di</strong> qualcuno che si interessi<br />
a loro come persone e<br />
non come numeri, <strong>di</strong> nuovi<br />
punti <strong>di</strong> riferimento. Basta avvicinare<br />
qualcuno <strong>di</strong> loro per<br />
rendersi conto della voglia<br />
che hanno <strong>di</strong> parlare, <strong>di</strong> raccontare<br />
i momenti trascorsi,<br />
gli istanti dopo la catastrofe,<br />
il quoti<strong>di</strong>ano che sono costretti<br />
a vivere. E non lo fanno<br />
perché vogliono misericor<strong>di</strong>a,<br />
ma per liberarsi <strong>di</strong> tutto<br />
ciò che hanno accumulato.<br />
Stare lì, ascoltarli. E come<br />
un fiume in piena le loro<br />
storie ti travolgono. E quando<br />
pren<strong>di</strong> consapevolezza<br />
che quel fiume è pieno <strong>di</strong> storie<br />
vere, quando senti che<br />
una ragazza <strong>di</strong> 25 anni si è<br />
suicidata sotto al treno perché<br />
non sopportava più tale<br />
situazione, un po' ti rattristi,<br />
ma non puoi darlo a vedere.<br />
A L'Aquila c'è tanto da fare:<br />
c'è bisogno <strong>di</strong> chi sostenga<br />
moralmente queste persone,<br />
ma anche <strong>di</strong> chi faccia il<br />
lavoro fisico. Montare tende<br />
per i nuovi volontari, <strong>di</strong>stribuire<br />
vestiti, aiutare chi deve<br />
traslocare i mobili dalla sua<br />
casa inagibile alla cantina <strong>di</strong><br />
un parente più fortunato. C'è<br />
da fare e da stancarsi. Ma<br />
quando, a fine giornata, qualcuno<br />
<strong>di</strong> loro ti <strong>di</strong>ce: “Grazie<br />
per essere stati qui”, oppure:<br />
“Già andate via?”, il tuo cuore<br />
si riempie <strong>di</strong> gioia, la stanchezza<br />
passa in un attimo, ti<br />
senti <strong>di</strong> nuovo forte e pronto<br />
a lavorare ancora, anche se<br />
ormai è sera. Ti emozioni,<br />
vorresti piangere ma non puoi,<br />
almeno davanti a loro.<br />
Poi vai a riposare in tenda: il<br />
sacco a pelo è scomodo, vorresti<br />
quasi lamentarti. Ma in<br />
un istante rive<strong>di</strong> quel campo<br />
<strong>di</strong> 1500 persone e coloro che<br />
dormono così da mesi. Allora<br />
pensi che la tua notte, prima<br />
o poi, passerà; la loro no,<br />
almeno per ora.<br />
E quando ritorni a casa porti<br />
con te un po' <strong>di</strong> malinconia.<br />
Ripensi alle case <strong>di</strong>strutte, alle<br />
zone ormai deserte, alle<br />
persone che cercano <strong>di</strong> rimboccarsi<br />
le maniche, agli<br />
adolescenti che vogliono fare<br />
la parte dei gran<strong>di</strong> e che<br />
stanno vivendo un'età che<br />
non è la loro, a quelli che ti<br />
hanno ringraziato perché gli<br />
hai dato una maglia e un pantalone<br />
<strong>di</strong> cui avevano bisogno.<br />
E in quel momento una<br />
lacrima scende, ora puoi farla<br />
scendere, nessuno ti vede.<br />
E quando poi senti qualcuno<br />
famoso <strong>di</strong>re: “Non bisogna<br />
lasciarli soli”, solo tu sai<br />
che, al <strong>di</strong> là delle belle parole,<br />
per non lasciarli soli bisogna<br />
andare là e fare qualcosa,<br />
inevitabilmente!<br />
FIN DAL PRIMO MOMENTO<br />
Breve scheda sulla presenza e l'impegno della chiesa italiana<br />
in Abruzzo<br />
La prima emergenza L'intervento della Chiesa cattolica<br />
è iniziato con l'arrivo in Abruzzo degli operatori <strong>di</strong> Caritas italiana<br />
che hanno allestito un Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento provvisorio<br />
nella parrocchia <strong>di</strong> San Francesco a Pettino, alla periferia<br />
de L'Aquila, all'interno dell'unica chiesa della città allora<br />
agibile.<br />
Fase 2: I Gemellaggi con le regioni ecclesiali Il territorio<br />
aquilano è stato sud<strong>di</strong>viso in nove aree omogenee<br />
ognuna delle quali è stata affidata ad alcune regioni ecclesiali<br />
con la volontà precisa <strong>di</strong> stimolare e favorire la collaborazione<br />
tra regioni <strong>di</strong>verse. Una fase che il <strong>di</strong>rettore nazionale<br />
<strong>di</strong> Caritas italiana, mons. Vittorio Nozza ha più volte definito<br />
<strong>di</strong> “accompagnamento e ascolto alla popolazione”.<br />
Fase 3: L'impegno per la ricostruzione Partendo da<br />
questa fase <strong>di</strong> ascolto delle comunità e dei parroci la Caritas<br />
ha elaborato i primi interventi <strong>di</strong> ricostruzione. La scelta è stata<br />
quella <strong>di</strong> concentrarsi su alcune tipologie <strong>di</strong> interventi: scuole,<br />
centri <strong>di</strong> comunità e centri per servizi, appartamenti per<br />
anziani e universitari. Do<strong>di</strong>ci sono le opere già avviate <strong>di</strong> qui<br />
quattro sono già state consegnate: la sede <strong>di</strong> Caritas<br />
L'Aquila e del centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> Caritas Italiana a<br />
Coppito, una struttura analoga a L'Aquila in località la Torretta,<br />
una sala per gli studenti a Pettino e un centro Caritas a Barisciano.<br />
Una visione complessiva degli interventi sarà possibile<br />
solo nei prossimi mesi quando la situazione, dopo la<br />
chiusura delle tendopoli, si sarà stabilizzata.
AGOSTO COL GREMBIULE, I DATI<br />
Caritas <strong>Nola</strong> in una nota sintetizza i risultati dell'iniziativa estiva<br />
Il Centro Pastorale San Pa- 1.346 pasti così ripartiti:<br />
olino, la struttura operativa 770 agli italiani e 576 agli<br />
della Caritas Diocesana <strong>di</strong> stranieri. Riprendendo i da-<br />
<strong>Nola</strong> nell'area <strong>di</strong> Pomigliati totali del mese <strong>di</strong> Luglio<br />
no d'Arco, ha proseguito le (1.132) possiamo notare<br />
sue attività nel mese <strong>di</strong> Ago- un aumento del 19%; nello<br />
sto sia per sensibilizzare specifico si è verificato in<br />
giovani e adulti al servizio termini <strong>di</strong> frequenza una <strong>di</strong>f-<br />
e al volontariato, sia per gaferenza netta tra il <strong>numero</strong><br />
rantire un riferimento esti- degli stranieri ed il <strong>numero</strong><br />
vo alle categorie sociali più degli italiani. Questi ultimi<br />
deboli.<br />
sono più che raddoppiati<br />
“Agosto col grembiule”, (128%) mentre i primi sono<br />
l'iniziativa proposta per <strong>di</strong>minuiti del 27%.<br />
agosto, ha tracciato una In riferimento al servizio<br />
mappa del <strong>di</strong>sagio chiara. docce il <strong>numero</strong> delle per-<br />
Emergono delle preoccusone che hanno usufruito<br />
panti novità: è aumentato il <strong>di</strong> questo servizio è <strong>di</strong>mi-<br />
<strong>numero</strong> delle persone assinuito. Dai dati emerge che<br />
stite rispetto al mese pre- sono sempre gli stranieri<br />
cedente. Si tratta soprat- ad usufruirne <strong>di</strong> più. Hanno<br />
tutto <strong>di</strong> italiani e in partico- fatto uso delle docce ben<br />
lar modo anziani e persone 176 persone contro le 289<br />
con evidenti <strong>di</strong>sagi psichi- del mese <strong>di</strong> Luglio (- 113<br />
ci, mentre è <strong>di</strong>minuita la unità) <strong>di</strong> cui 152 stranieri e<br />
presenza degli stranieri. 24 italiani.<br />
Straor<strong>di</strong>naria è stata la ri- Dall'analisi <strong>di</strong> questi dati<br />
sposta dei giovani, adulti e emerge il <strong>di</strong>sagio degli an-<br />
associazioni <strong>di</strong> settore che ziani e quin<strong>di</strong> la necessità<br />
ad agosto hanno deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong> intervenire tempestiva-<br />
donare del proprio tempo a mente e con efficacia attra-<br />
favore degli amici <strong>di</strong>sagiaverso progetti mirati, frutto<br />
ti. Questo è un grande se- <strong>di</strong> un coor<strong>di</strong>namento con le<br />
gno <strong>di</strong> speranza. Vivo rin- istituzioni, i servizi sociali e<br />
graziamento ai Carabinieri il terzo settore, così cer-<br />
<strong>di</strong> Pomigliano per la precando <strong>di</strong> rispondere in miziosa<br />
e vigile collaboraziosura più attenta e funzione.nale<br />
alle reali esigenze <strong>di</strong><br />
Nel corso del mese <strong>di</strong> Ago- questo spaccato sociale.<br />
sto sono stati <strong>di</strong>stribuiti<br />
CARITAS A CONVEGNO IL 7-8 NOVEMBRE<br />
“Educare alla fede con la testimonianza della carità”. Questo<br />
il titolo dell' annuale convegno Caritas, previsto per il<br />
7-8 novembre presso il Seminario vescovile <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>. Presenti,<br />
oltre al vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> e al <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>ocesano don<br />
Arcangelo Iovino, don Salvatore Fernan<strong>di</strong>, responsabile<br />
servizio promozione Caritas italiana, e don Giancarlo Perego,<br />
responsabile centro documentazione dell' organismo<br />
ecclesiale. Ampio spazio a testimonianze ed esperienze<br />
parrocchiali.<br />
IL SOGNO DI GIUSEPPE<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
15<br />
Progetto <strong>di</strong> promozione e prevenzione giovanile promosso<br />
da Caritas a Torre Annunziata<br />
Alla luce <strong>di</strong> una migrazione preoccupante dei giovani, la<br />
Curia Vescovile <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> vuole essere portavoce <strong>di</strong> un messaggio<br />
chiaro <strong>di</strong> speranza: offrire ai giovani strumenti ed<br />
opportunità per favorire l'inserimento nel proprio contesto<br />
socio- culturale. Il sogno <strong>di</strong> Giuseppe, progetto promosso<br />
a Torre Annunziata dalla Caritas <strong>di</strong>ocesana, è una prima e<br />
concreta possibilità <strong>di</strong> intervento sul territorio. Il titolo richiama<br />
sia la storia <strong>di</strong> Giuseppe narrata nel libro della Genesi<br />
- una storia sulla pazienza del saggio, che sa attendere<br />
il momento della ricompensa - sia la vita <strong>di</strong> S. Giuseppe<br />
che, come padre putativo, insegna a Gesù l'arte del falegname.<br />
Il progetto – destinato ai giovani del territorio <strong>di</strong>ocesano –<br />
durerà 24 mesi e si articolerà in due momenti. Una prima<br />
azione sarà quella <strong>di</strong> offrire agli educatori dei gruppi giovanili<br />
del territorio una proposta formativa fondata sulla metodologia<br />
peer education – strategia basata sullo scambio <strong>di</strong><br />
informazioni ed esperienze all'interno del gruppo dei propri<br />
pari- articolata in <strong>di</strong>versi moduli. Successivamente si<br />
avvierà la costituzione <strong>di</strong> una scuola <strong>di</strong> avviamento professionale<br />
che permetterà ai giovani <strong>di</strong> frequentare un corso<br />
<strong>di</strong> formazione organico della durata <strong>di</strong> due anni. Alla fine<br />
del percorso, ogni giovane avrà acquisito eccellenti<br />
competenze teorico-pratiche su mestieri artigianali ormai<br />
scomparsi dai nostri territori come falegnameria, restauro,<br />
lavorazione <strong>di</strong> ferro e vetro.
16<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
L'ARTE DELL'EQUIDISTANZA PER CAMBIARE LA SOCIETÀ<br />
Uno stralcio della lettera <strong>di</strong> padre Beniamino agli studenti e ai docenti per l'inizio<br />
dell'anno scolastico. Il testo integrale all’in<strong>di</strong>rizzo www.chiesa<strong>di</strong>nola.it<br />
“...Due parole tornano con insistenza (nel <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong><br />
Obama, ndr): Responsabilità e Insieme, dueparole che<br />
rinviano entrambe alla consapevolezza <strong>di</strong> far parte <strong>di</strong> un<br />
unico corpo sociale... C'è, infatti, il cammino della giustizia,<br />
che certamente non è facile, cioè «il puntare tutti insieme<br />
sul futuro che vogliamo costruire, non solo per noi,<br />
rispettando la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> tutti gli esseri umani», oppure<br />
quello, apparentemente più comodo ma pieno <strong>di</strong> insi<strong>di</strong>e,<br />
che fa coincidere la ricerca della felicità con<br />
l'appagamento <strong>di</strong> interessi personali. Il cammino della<br />
giustizia contiene necessariamente l'invito a una ricerca<br />
e a un lavoro da compiersi insieme, per un motivo fondamentale:<br />
«tutti noi con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo questo pianeta per un<br />
brevissimo istante <strong>di</strong> tempo». Ciascuno, allora, deve assumersi<br />
la responsabilità dell'altro.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un'utopia? E' la domanda che mi sono posto.<br />
Penso che tale potrebbe rimanere se non ci fosse<br />
l'impegno ad acquisire una nuova prospettiva, con la quale<br />
guardare uomini e cose, a partire dalla nostra vita personale.<br />
Ecco il lavoro educativo che ci aspetta in questo<br />
prossimo anno scolastico. Siamo abituati, forse educati,<br />
a inquadrare la nostra vita e quella degli altri nell'ottica<br />
dell'equi<strong>di</strong>stanza e non in quella dell'equivicinanza.<br />
L'equi<strong>di</strong>stanza porta a non prendere posizione, ti lascia<br />
comodamente nel salotto <strong>di</strong> casa tua, a chiuderti nel tuo<br />
“particolare”, ti abitua a «pensare agli effetti <strong>di</strong>plomatici e<br />
politici delle tue parole», a non <strong>di</strong>sturbare coloro che possono<br />
aiutarti a fare carriera…<br />
L'equivicinanza, invece, ti muove verso coloro che sono<br />
stati sconfitti ingiustamente, ti infonde coraggio per costruire<br />
una società più a misura d'uomo, ma a partire da<br />
te, dal tuo impegno e dai tuoi ideali.<br />
...Mi auguro che anche voi, carissimi studenti della <strong>di</strong>ocesi,<br />
esploriate questo cammino <strong>di</strong> crescita che vi porterà<br />
certamente a gustare la bellezza della vita che ci è stata<br />
donata.<br />
Sono con voi, con i vostri docenti e con i vostri genitori in<br />
questa bella avventura”.<br />
BENTORNATA SCUOLA<br />
La riflessione <strong>di</strong> una docente, Annamaria<br />
Autiero, sull'anno scolastico iniziato da<br />
poche settimane<br />
La scuola è, in questi giorni, il luogo, l'argomento centrale<br />
con cui, <strong>di</strong> fatto, si riapre il reale inizio dell'anno per ogni<br />
famiglia. Scuola come luogo in cui ritorneranno, o andranno<br />
per la prima volta, i bambini, gli adolescenti, i giovani <strong>di</strong> ogni<br />
famiglia; scuola, mai come in quest'anno <strong>di</strong> tagli al personale<br />
scolastico, come tema <strong>di</strong>battuto, <strong>di</strong>scusso, se non urlato,<br />
nelle proteste dei tanti lavoratori “precari”, che occupa le<br />
notizie dei me<strong>di</strong>a degli ultimi tempi.<br />
Scuola, dunque, centro vitale della società italiana, nel bene<br />
e nel male, sia per chi ne fruisce, sia per chi la costruisce (o<br />
demolisce) più o meno coscientemente. Eppure, mai come<br />
in questi ultimi tempi, <strong>di</strong> scuola non si parla che<br />
superficialmente, o meglio, eludendo il suo stesso cuore<br />
palpitante: il sottile, delicato, ma fondamentale, rapporto che<br />
lega il docente ed il <strong>di</strong>scente o, per usare i più classici ma<br />
adatti termini, l'educatore e l'allievo. Parlare <strong>di</strong> scuola<br />
significa troppo spesso, infatti, parlare <strong>di</strong> budget, tagli,<br />
finanziamenti, accor<strong>di</strong> sindacali, che, pur necessari nella<br />
or<strong>di</strong>naria amministrazione, perdono, però, <strong>di</strong> vista la<br />
straor<strong>di</strong>narietà del fenomeno educativo che formerà gli<br />
uomini e le donne del futuro. Educare vuol <strong>di</strong>re non solo<br />
istruire o trasmettere dati e nozioni, ma formare, guidare,<br />
incuriosire, condurre “dal luogo delle origini”, dalla propria<br />
<strong>di</strong>mensione familiare, verso la società, verso ciò che si sarà<br />
domani. Educare <strong>di</strong>venta, quin<strong>di</strong>, una missione, una sorta <strong>di</strong><br />
vocazione che, vista nella sua reale complessità, dovrebbe<br />
essere il perno, il cruccio, la cartina <strong>di</strong> tornasole del livello <strong>di</strong><br />
civiltà <strong>di</strong> una società. Gli insegnanti italiani (il cui <strong>numero</strong> è,<br />
sicuramente, mostruosamente lievitato negli ultimi anni,<br />
anche per spregiu<strong>di</strong>cate interme<strong>di</strong>azioni dei responsabili<br />
sindacali) sono, oggi, mal pagati, frustrati da incarichi<br />
“ballerini” e asfissianti pesi burocratici, privi se non del<br />
prestigio, certo, <strong>di</strong> considerazione sociale. Gli studenti sono<br />
maltrattati da programmi che oscillano tra il superato e l'ultrasperimentale,<br />
siti scolastici al limite del fatiscente, ma<br />
soprattutto privati <strong>di</strong> un necessario rapporto continuativo col<br />
“loro” educatore. Il perno pedagogico, così, <strong>di</strong> quella<br />
sequela Christi , tanto invocata per riavviare una società e<br />
identità autenticamente cristiane, probabilmente stava tutto<br />
nel modo in cui i Do<strong>di</strong>ci chiamavano e “sentivano” Gesù :<br />
rabbi, non semplicemente maestro, ma mio maestro. La<br />
<strong>di</strong>fferenza sta proprio in quel legame, in quel senso <strong>di</strong><br />
appartenenza al “proprio” educatore, alla “propria” guida<br />
che, fatalmente, si smarrisce lì dove non c'è continuità,<br />
familiarità, frequentazione, reciprocità.<br />
Un piccolo ricordo, in questo inizio <strong>di</strong> anno scolastico, alle<br />
334 vittime della strage del settembre 2004 nella Scuola<br />
Numero Uno <strong>di</strong> Beslan, in Ossezia, <strong>di</strong> cui la stampa urlata e<br />
volgare <strong>di</strong> questi mesi ha colpevolmente <strong>di</strong>menticato il quinto<br />
anniversario.
18<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
PER UNA CHIESA SEMPER REFORMANDA<br />
Continua il viaggio nel pensiero <strong>di</strong> don Primo Mazzolari, per dare riferimenti concreti<br />
all'anno sacerdotale<br />
<strong>di</strong> don Virgilio Marone<br />
I due articoli su don Primo<br />
Mazzolari, “Il mucchio come<br />
mito” e “In cammino con don<br />
Primo”, pubblicati su questo<br />
mensile, hanno sollevato<br />
non poche domande; la più<br />
comune è stata quella riguardante<br />
l'attualità del pensiero<br />
mazzolariano.<br />
Sollecitato a dare una risposta,<br />
mi sono ricordato <strong>di</strong> un<br />
colloquio avuto tempo fa con<br />
un giovane sacerdote. Si <strong>di</strong>scuteva<br />
dell'identità cattolica<br />
e dell'identità sacerdotale,<br />
le visioni risultavano <strong>di</strong>verse.<br />
A un certo punto del<br />
colloquio, mi sembrò opportuno<br />
in<strong>di</strong>cargli alcune persone<br />
che negli ultimi cinquant'anni<br />
si sono caratterizzate<br />
per un autentico servizio<br />
alla chiesa, e quin<strong>di</strong><br />
all'uomo, contribuendo a far<br />
abitare la profezia tra le sue<br />
mura. La risposta è ancora<br />
impressa nella mia mente:<br />
“Non ti vuoi convincere che<br />
quella stagione è morta, queste<br />
persone hanno fatto il loro<br />
tempo; l'urgenza vera del<br />
nostro tempo è l' affermazione<br />
della verità per sconfiggere<br />
il relativismo”. Tornai a<br />
casa abbastanza triste. Ma,<br />
ahimé, devo purtroppo constatare<br />
che la mentalità del<br />
mio amico è abbastanza <strong>di</strong>ffusa<br />
nel nostro mondo ec-<br />
clesiale.<br />
L'attualità del pensiero <strong>di</strong><br />
don Primo, invece, consiste<br />
proprio nel desiderio “folle”<br />
<strong>di</strong> una chiesa in costante <strong>di</strong>alogo<br />
con il mondo, desiderosa<br />
<strong>di</strong> annunciare il Vangelo,<br />
libera da con<strong>di</strong>zionamenti<br />
politici, capace <strong>di</strong> proporre<br />
con la forza<br />
della profezia<br />
un mess<br />
a g g i o d i<br />
compiuta liberazione.<br />
I suoi primi<br />
scritti, infatti,<br />
sono intrisi <strong>di</strong><br />
tale passione.<br />
In “La più<br />
bella avventura”,<br />
don Primoevidenzia<br />
l' incapacità<br />
dei cristiani <strong>di</strong> entrare in<br />
<strong>di</strong>alogo con gli uomini con il<br />
risultato <strong>di</strong> creare soltanto<br />
inutili e pericolosi steccati;<br />
“La via crucis del povero” <strong>di</strong>venta<br />
un grido <strong>di</strong> dolore nei<br />
confronti <strong>di</strong> una comunità <strong>di</strong><br />
credenti che esclude dal proprio<br />
orizzonte i poveri, per impegnare<br />
le migliori energie<br />
nella lotta contro l'ateismo<br />
comunista, che anche don<br />
Mazzolari combatteva, ma<br />
con la ferma convinzione<br />
che era necessario “combattere<br />
il comunismo, ma amare<br />
i comunisti”; “La rivoluzione<br />
cristiana”, vero gioiello<br />
per comprendere i principi informatori<br />
del personalismo<br />
cristiano, <strong>di</strong>venta un accorato<br />
invito alla Chiesa perché<br />
rompa i legami con la cultura<br />
liberal-borghese a favore <strong>di</strong><br />
un cristianesimo che sappia<br />
accompagnare gli uomini e<br />
trasformare la società.<br />
Don Mazzolari non si limitava<br />
soltanto ad enunciare un<br />
progetto <strong>di</strong> Chiesa, per quan-<br />
to nobile, ma ne in<strong>di</strong>cava anche<br />
i mezzi per realizzarlo.<br />
Il primo punto <strong>di</strong> tale progetto,<br />
consisteva nella formazione<br />
del laicato, ma anche<br />
in una sua autentica autonomia<br />
per una effettiva trasformazione<br />
della società e per<br />
una migliore giustizia sociale.<br />
Accanto alla valorizzazione<br />
del laicato, c'era l'impegno<br />
per la pace, assillo quoti<strong>di</strong>ano<br />
del suo lavoro. In “Tu non<br />
uccidere”, afferma che la pace<br />
è “il cammino obbligato <strong>di</strong><br />
una chiesa fedele alla sua vocazione<br />
<strong>di</strong> servizio agli uomini”.<br />
G. Campanili, in un recente<br />
convegno sulla figura e<br />
l'opera <strong>di</strong> don Mazzolari, afferma:<br />
“Questo insieme <strong>di</strong><br />
proposte si situa all'interno<br />
<strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso complessivo<br />
che si fonda sulla presa<br />
d'atto che il cristianesimo è<br />
sì chiamato ad un fondamentale<br />
compito <strong>di</strong> formazione<br />
delle coscienze, ma<br />
anche ad un forte impegno<br />
per la trasformazione delle<br />
strutture della società. In<br />
questo secondo ambito, don<br />
Primo - proprio per aver costatato<br />
quanto oppressivo<br />
fosse stato il peso esercitato<br />
dal regime fascista nella<br />
chiesa negli anni successivi<br />
al Concordato – metteva in<br />
guar<strong>di</strong>a contro ogni compromissione<br />
con il potere e richiamava<br />
con forza l' esigenza<br />
<strong>di</strong> una vera libertà della<br />
chiesa”.<br />
E in un altro passaggio: “Chi<br />
metteva in guar<strong>di</strong>a contro<br />
ogni compromissione rischiava<br />
<strong>di</strong> essere considerato<br />
poco meno che il <strong>di</strong>sturbatore<br />
<strong>di</strong> una “quiete” faticosamente<br />
raggiunta; né si valutava<br />
appieno, anche in autorevoli<br />
ambiti ecclesiastici, il<br />
costo che la chiesa avrebbe<br />
rischiato <strong>di</strong> pagare per la parziale<br />
per<strong>di</strong>ta della sua autonomia<br />
e della sua libertà”.<br />
Don Primo Mazzolari, quin<strong>di</strong>,<br />
non è soltanto una delle<br />
personalità più significative<br />
del panorama ecclesiale del<br />
Novecento, ma un testimone<br />
e un modello <strong>di</strong> quella<br />
“passione riformatrice”, che<br />
è il sale <strong>di</strong> una Chiesa “semper<br />
reformanda”.<br />
In ogni epoca storica, dunque,<br />
anche nella nostra, risulta<br />
doveroso porsi il problema<br />
della fedeltà da parte<br />
della comunità dei credenti<br />
al Vangelo, perché sotto nuove<br />
forme si ripropongono le<br />
tentazioni <strong>di</strong> sempre: al tempo<br />
<strong>di</strong> don Mazzolari, c'erano<br />
le sirene del fascismo, oggi<br />
quelle degli “atei devoti”. E'la<br />
tentazione del potere sempre<br />
in agguato, mascherata<br />
sotto la legittima esigenza<br />
del dovuto riconoscimento<br />
da parte delle istituzioni politiche.<br />
Ma nella vita politica, ed anche<br />
in quella professionale,<br />
arriva un momento in cui tutto<br />
si fa chiaro: ti viene conferito<br />
potere solo se rinunci<br />
all'amore, e ad<strong>di</strong>rittura, alla fine,<br />
per raggiungere il punto<br />
più alto, devi rinunciare anche<br />
al ricordo dell'amore.<br />
“Affidarsi alla profezia, invece,<br />
significa sempre sottrarsi<br />
alla falsa verità delle apparenze<br />
e scrutare in profon<strong>di</strong>tà,<br />
rinnovando ininterrottamente<br />
la lezione conciliare<br />
dei “segni dei tempi”. E questa<br />
lettura va ogni volta rinnovata,<br />
in un atteggiamento<br />
<strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo che<br />
alla fine arricchisce la chiesa<br />
e consente alla profezia <strong>di</strong><br />
abitare tra le sue mura”.
IL CASO DELLA SS 268<br />
Una grande infrastruttura <strong>di</strong>ventata strada della morte<br />
La statale 268 del Vesuvio,<br />
che collega Napoli ad<br />
Angri, si può considerare<br />
come la grande arteria che<br />
collega l'uno all'altro molti<br />
dei comuni della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
<strong>Nola</strong>. Solo per nominarne<br />
alcuni: Sant' Anastasia, Pomigliano,<br />
Somma, Ottaviano,<br />
San Giuseppe, Poggiomarino,<br />
Boscoreale,<br />
Scafati… Ogni giorno ospita<br />
una bella fetta <strong>di</strong> pendolarismo<br />
interno, ma i lavori<br />
per passare da una a due<br />
corsie per carreggiata non<br />
partono, nonostante ci sia<br />
il progetto esecutivo Anas<br />
da 130 milioni <strong>di</strong> euro licenziato<br />
nel gennaio<br />
2008. Il motivo é la presenza<br />
lungo tutto il tracciato <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scariche abusive <strong>di</strong> rifiuti<br />
organici, tossici, ospedalieri,<br />
industriali e chimici.<br />
Per aprire i cantieri ci vorrebbero<br />
bonifiche, ma finora<br />
c'è stato un palleggio tra<br />
Anas, Protezione civile ed<br />
enti locali. La 268 è a tutti<br />
gli effetti una strada della<br />
morte. Nel triennio 2003 –<br />
2006 ci sono stati 65 scon-<br />
tri, 17 decessi e 95 usciti<br />
malconci.<br />
Per rendersi conto <strong>di</strong> questa<br />
realtà basta fare un giro<br />
sulla statale: una dopo<br />
l'altra si alternano lapi<strong>di</strong> e<br />
fiori, a ricordare chi su quella<br />
tratta <strong>di</strong> 27 chilometri ha<br />
perso la vita. E tutto il percorso<br />
è un'avventura: svincoli<br />
e ingressi pericolosi,<br />
assenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> sosta,<br />
deviazioni repentine, segnaletica<br />
orizzontale confusa.<br />
Con la possibilità poi<br />
<strong>di</strong> accedere <strong>di</strong>rettamente<br />
al casello autostradale <strong>di</strong><br />
Palma Campania il traffico<br />
si è ulteriormente intensificato.<br />
Ad aggravare la situazione<br />
il fatto che<br />
l'arteria è considerata una<br />
delle vie <strong>di</strong> fuga nel caso si<br />
svegliasse il Vesuvio.<br />
Il punto-chiave è la faccenda<br />
delle bonifiche: dapprima<br />
sembrava volersi impegnare<br />
la Protezione civile<br />
in prima persona, coinvolgendo<br />
gli enti locali, ora invece<br />
pare che il lavoro potrebbe<br />
essere affidato <strong>di</strong>rettamente<br />
alla Impresa<br />
spa, aggiu<strong>di</strong>cataria dei lavori<br />
stradali.<br />
I lavoratori che potrebbero<br />
essere coinvolti nell' opera<br />
<strong>di</strong> ampliamento delle carreggiate<br />
sono 400-500.<br />
Una boccata<br />
d' oss<br />
i g e n o<br />
specie in<br />
questa fase<br />
in cui la<br />
crisi morde<br />
ancora<br />
forte. Ma<br />
c i ò c h e<br />
conta <strong>di</strong><br />
più è evitare<br />
nuovi<br />
morti e l'<br />
agghiacciante spettacolo<br />
delle lapi<strong>di</strong> sul ciglio della<br />
carreggiata. Un cimitero d'<br />
asfalto che reclama responsabilità.<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
A CHI INTERESSA<br />
IL VILLAGGIO PREISTORICO?<br />
19<br />
<strong>di</strong> Marco Iasevoli<br />
Ospitiamo l'articolo-denuncia <strong>di</strong> Angelo Amato de Serpis,<br />
presidente dell'associazione Meri<strong>di</strong>es. In <strong>di</strong>alogo è<br />
aperto alla replica delle istituzioni<br />
E' un vero e proprio unicum archeologico, ma a <strong>Nola</strong> sembra<br />
proprio che non molti l'abbiano compreso. Stiamo parlando<br />
del Villaggio Preistorico <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> (la cosiddetta Pompei della<br />
Preistoria), un sito archeologico straor<strong>di</strong>nario che, dalla sua<br />
fortuita scoperta nel 2001, ha attraversato mille traversie,<br />
ma, nonostante tutto, è stato anche visitato da migliaia <strong>di</strong> persone<br />
provenienti da tutto il mondo, grazie all'immane lavoro<br />
svolto, in pratica interamente a proprie spese, dall' associazione<br />
Meri<strong>di</strong>es. Agli occhi esterrefatti <strong>di</strong> inglesi, francesi, tedeschi,<br />
giapponesi e turisti italiani provenienti da tutte le regioni,<br />
fa da stridente contraltare la sorda in<strong>di</strong>fferenza della<br />
città <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> e dei nolani, la presenza “stanca” delle istituzioni<br />
ed il pericolo reale <strong>di</strong> perdere per sempre le tracce <strong>di</strong> queste<br />
abitazioni del bronzo antico, conservate fino ad oggi grazie<br />
all'eruzione del 1800 a.C. denominata “delle Pomici <strong>di</strong><br />
Avellino”. Il Villaggio Preistorico <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> è chiuso ormai da un<br />
mese per un improvviso innalzamento della falda acquifera<br />
sottostante l'area archeologica, dopo che da marzo a inizio<br />
giugno è stato visitato da più <strong>di</strong> tremila persone. La Soprintendenza<br />
archeologica sta cercando <strong>di</strong> trovare fon<strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nari<br />
per poter porre fine a questo stato <strong>di</strong> continua incertezza<br />
ma, nel frattempo, Meri<strong>di</strong>es sta provando a “limitare i<br />
danni” combattendo contro l'acqua e l'in<strong>di</strong>fferenza generale.<br />
In questi giorni il livello della falda sta <strong>di</strong> nuovo scendendo,<br />
grazie ad un ennesimo intervento <strong>di</strong> Meri<strong>di</strong>es, che ha chiesto<br />
al Comune <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> ed alla Snie un aumento della portata<br />
delle pompe idrovore istallate dalla Gori su invito<br />
dell'associazione e della soprintendenza, ma il problema<br />
non può considerarsi assolutamente risolto. E' necessario<br />
un intervento maggiormente risolutivo che spetta alle istituzioni<br />
(e non solo alla soprintendenza) che hanno il dovere <strong>di</strong><br />
salvare un bene archeologico che non è né <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, né della<br />
Campania, né dell'Italia, né, tantomeno, <strong>di</strong> Meri<strong>di</strong>es, ma del<br />
mondo intero. L'amarezza è che una situazione <strong>di</strong> grave<br />
emergenza come questa ha destato più preoccupazioni ed<br />
interessamenti nelle persone non nolane che da parte della<br />
città e dei suoi citta<strong>di</strong>ni, intenti forse a pensare troppo<br />
all'imminente festa dei Gigli, come del resto è avvenuto per<br />
le istituzioni citta<strong>di</strong>ne, che hanno anche fatto saltare<br />
un'iniziativa come “Ri…Apriti Sesamo”, che avrebbe consentito<br />
a Meri<strong>di</strong>es <strong>di</strong> aprire due siti archeologici e monumentali<br />
<strong>di</strong> <strong>Nola</strong> al giorno, tutte le settimane, dal venerdì alla domenica,<br />
rendendo la città <strong>di</strong> Bruno una vera città “ad interesse<br />
turistico”. Oggi, grazie all'interessamento della regione Campania<br />
e della Soprintendenza archeologica <strong>di</strong> Napoli sono<br />
stati stanziati circa 240.000 euro per porre rime<strong>di</strong>o al problema<br />
dell'acqua. Bisogna però fare presto, le capanne sono in<br />
via <strong>di</strong> sgretolamento.
20<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
LA FRATERNITÀ FRANCESCANA È COSTITUITA IN UNITÀ<br />
Pasquale Scala, referente <strong>di</strong> zona dell'Ofs, ci spiega le recenti evoluzioni in seno all'or<strong>di</strong>ne<br />
Il 15 febbraio 2009, nei locali<br />
del convento <strong>di</strong> Santa<br />
Chiara in Napoli, è stato celebrato<br />
il Capitolo elettivo regionale<br />
della Campania<br />
dell'Or<strong>di</strong>ne Francescano<br />
Secolare (OFS), ed è stato<br />
eletto ministro il fratello<br />
Antonio Bruno della fraternità<br />
<strong>di</strong> Nocera Inferiore.<br />
Si è arrivati a questo appuntamento<br />
dopo un cammino<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento lungo,<br />
complesso e faticoso tracciato<br />
dai servi <strong>di</strong> Dio Paolo<br />
VI, Giovanni Paolo II, confermato<br />
dal Santo Padre Benedetto<br />
XVI. Ciò è sancito<br />
dalla lettera emanata dalla<br />
Città del Vaticano in data 5<br />
d i c e m b r e 2 0 0 8 p r o t .<br />
43297/1998 a nome del<br />
“Congregatio pro institutis<br />
vitae consegratea et societatibus<br />
vitae apostoliche”, a<br />
firma del Car<strong>di</strong>nale Franc<br />
Rodè, CM Prefetto, dal documento<br />
del primo novembre<br />
2008 della “Conferenza<br />
dei Ministri Generali del primo<br />
or<strong>di</strong>ne francescano del<br />
TOR” a firma dei quatto Ministri<br />
Generali del Primo Or<strong>di</strong>ne<br />
( OFM, OFMConv,<br />
OFMCap, TOR). Precedenti<br />
documenti (09/05/2008,<br />
18/06/2008) in<strong>di</strong>cavano <strong>di</strong><br />
celebrare capitoli elettivi unitari<br />
dell'OFS. Tutto scaturiva<br />
dal “fare chiarezza” circa<br />
la natura dell'Or<strong>di</strong>ne Francescano<br />
Secolare:<br />
le componenti “obbe<strong>di</strong>enziali”<br />
dell'unico Terz' Or<strong>di</strong>ne<br />
Francescano Secolare<br />
(TOF) hanno cessato <strong>di</strong> esistere,<br />
in tutto il mondo, nel<br />
momento in cui la nuova Regola<br />
<strong>di</strong> Paolo VI e le conseguenti<br />
nuove Costituzioni<br />
Generali hanno abrogato<br />
ogni struttura preesistente<br />
non conforme alla Regola<br />
stessa. In effetti, le <strong>di</strong>visioni<br />
“obbe<strong>di</strong>enziali”, e le corrispondenti<br />
strutture “obbe-<br />
<strong>di</strong>enziali”, sono state <strong>di</strong>chiarate<br />
estinte sia dalle competenti<br />
autorità dello stesso<br />
Or<strong>di</strong>ne Francescano Secolare<br />
sia da questo Dicastero<br />
(cfr. Determinazioni della<br />
Presidenza CIOFS del 2<br />
maggio 1995 e del 6 febbraio<br />
1996; Decreto della Presidenza<br />
CIQFS del 10 giugno<br />
1998; Comunicazione<br />
ufficiale della Ministra nazionale<br />
dell'OFS d'Italia del<br />
29 <strong>di</strong>cembre 2004; Lettere<br />
della CIVCSVA del primo<br />
febbraio 2001; del 12 luglio<br />
2001 al Procuratore generale<br />
OFM; del 24 aprile<br />
2002 ai Responsabili dell'<br />
“OFS Minori d'Italia”).<br />
È opportuno ricordare che<br />
le strutture <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />
regionale e nazionale del<br />
TOF, esistenti prima della<br />
Regola <strong>di</strong> Paolo VI, <strong>di</strong>pendevano<br />
dai religiosi e <strong>di</strong>fferivano<br />
sostanzialmente da<br />
quelle definite e instaurate<br />
dalla citata Regola paolina<br />
del 1978. Esse non furono<br />
mai oggetto <strong>di</strong> erezione ca-<br />
nonica; in ogni caso, si riba<strong>di</strong>sce<br />
che sono state abrogate.<br />
La definizione giuri<strong>di</strong>ca e la<br />
regolamentazione della costituzione<br />
canonica delle<br />
Fraternità regionali e delle<br />
Fraternità nazionali sono date<br />
dalla Regola <strong>di</strong> Paolo VI e<br />
dalle relative Costituzioni<br />
Generali (Regola art. 20;<br />
Cost. Gen. Art. 1.5; 28.2;<br />
29; 61; 65; 69), le quali hanno<br />
abrogato la Regola <strong>di</strong> Leone<br />
XIII, le Costituzioni Generali<br />
deI 1957 e tutto quanto<br />
ad esse si riferiva, introducendo<br />
in modo vincolante<br />
l'unità organica, carismatica<br />
e strutturale dell'OFS,<br />
come confermato anche dal<br />
Romano Pontefice Giovanni<br />
Paolo II e da questa Congregazione.<br />
Perciò le fraternità<br />
regionali e le fraternità<br />
nazionali possono esistere<br />
solo in forma unitaria.<br />
Le quattro fraternità francescane<br />
della Campania, sotto<br />
l'impulso del primo or<strong>di</strong>ne,<br />
negli ultimi mesi del<br />
2007, ripresero il cammino<br />
<strong>di</strong> unità, già iniziato alla fine<br />
degli ultimi anni novanta del<br />
secolo scorso. Dopo aver<br />
partecipato, in assemblee<br />
straor<strong>di</strong>narie <strong>di</strong> fraternità, le<br />
motivazioni improrogabili <strong>di</strong><br />
ad<strong>di</strong>venire all'unità, portato<br />
felicemente a termine dal<br />
Coor<strong>di</strong>namento dell'OFS<br />
della Regione Campania,<br />
sciolsero i propri “Consigli”,<br />
con<strong>di</strong>zione imprescin<strong>di</strong>bile.<br />
Il Ministro Nazionale Giuseppe<br />
Failla, con decreto<br />
del 28 gennaio 2008, nominava<br />
il Coor<strong>di</strong>namento<br />
dell'OFS della Regione<br />
Campania con la guida della<br />
consorella Adele Imperatore,<br />
con il compito <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>venire<br />
alla costituzione unitaria<br />
dell'OFS della Regione<br />
Campania. Obiettivo regolarmente<br />
raggiunto.<br />
La nuova fraternità regionale<br />
della Campania, considerato<br />
la peculiarità della Regione,<br />
la vastità e <strong>numero</strong> <strong>di</strong><br />
fraternità (152), ha ritenuto<br />
opportuno costituire le Zone<br />
<strong>Diocesi</strong>, per rendere più<br />
incisiva la testimonianza<br />
dell'OFS nell'ambito della<br />
Chiesa locale e del territorio.<br />
La Zona <strong>Diocesi</strong> nolana<br />
comprende le fraternità <strong>di</strong><br />
Liveri, <strong>Nola</strong> - Santa Croce,<br />
<strong>Nola</strong> - San Biagio, Marigliano,<br />
Pago del Vallo <strong>di</strong> Lauro,<br />
Palma Campania, Roccarainola<br />
(inattiva), San Gennaro<br />
Vesuviano, Somma Vesuviana,<br />
Santa Anastasia,<br />
Marzano <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, Lauro –<br />
Fontenovella, Taurano. È<br />
stato designato quale referente<br />
<strong>di</strong> Zona il confratello<br />
Pasquale Scala della fraternità<br />
<strong>di</strong> Liveri.
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
NON ABITUARSI ALLA LORO MANCANZA<br />
Il Papa sull'insostituibile ruolo dei presbiteri<br />
In questi mesi la Chiesa ha<br />
sempre davanti agli occhi la<br />
figura <strong>di</strong> San Giovanni Maria<br />
Vianney, modello per il nostro<br />
tempo. Lo ha ricordato<br />
Benedetto XVI ricevendo nei<br />
giorni scorsi un gruppo <strong>di</strong> Vescovi<br />
del Brasile in “visita ad<br />
limina”…<br />
…Con parole chiare il Santo<br />
Padre ha ricordato che “i sacerdoti<br />
devono restare lontani<br />
da un coinvolgimento<br />
personale nella politica, al fine<br />
<strong>di</strong> favorire l'unità e la comunione<br />
<strong>di</strong> tutti i fedeli e poter<br />
così essere un punto <strong>di</strong> riferimento<br />
per tutti”. Si potrebbe<br />
<strong>di</strong>re che fare politica<br />
da parte dei presbiteri sia<br />
un'autentica ingerenza nelle<br />
cose sociali e una ferita alla<br />
comunione della Chiesa. Parole<br />
esagerate? Se un presbitero<br />
interviene <strong>di</strong>rettamente<br />
in politica finisce per<br />
rappresentare una parte <strong>di</strong><br />
fedeli e per escluderne<br />
un'altra; tutti invece hanno il<br />
<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> trovare in lui una guida<br />
saggia ed equilibrata<br />
“L'approfon<strong>di</strong>mento armonioso,<br />
corretto e chiaro del<br />
rapporto fra sacerdozio comune<br />
e sacerdozio ministeriale<br />
costituisce attualmente<br />
uno dei punti più delicati<br />
dell'essere e della vita della<br />
Chiesa”. Si pensi, per esempio,<br />
al problema del <strong>numero</strong><br />
esiguo <strong>di</strong> presbiteri in talune<br />
comunità. Da questo qualcuno<br />
potrebbe motivare il<br />
maggior coinvolgimento dei<br />
laici; qualcun altro, invece,<br />
potrebbe prendere la situazione<br />
come un dato <strong>di</strong> fatto e<br />
rassegnarsi. Non è così!<br />
“Non è la mancanza <strong>di</strong> presbiteri<br />
– ha detto il Santo Padre<br />
- a giustificare una partecipazione<br />
più attiva e consistente<br />
dei laici”.<br />
Infatti,<br />
quanto più i<br />
fedeli <strong>di</strong>ventanoconsapevoli<br />
delle<br />
loro responsabilitànella<br />
Chiesa,<br />
tanto più si<br />
evidenziano<br />
l ' i d e n t i t à<br />
specifica e il<br />
ruolo insostituibile<br />
del sacerdote come<br />
pastore dell'insieme della comunità,<br />
come testimone<br />
dell'autenticità della fede e <strong>di</strong>spensatore,<br />
in nome <strong>di</strong> Cristo-Capo,<br />
dei misteri della<br />
salvezza…<br />
…La pastorale vocazionale<br />
nasce dalla preghiera; richiede<br />
anche una testimonianza<br />
personale: è necessario<br />
che i sacerdoti manifestino<br />
la gioia della fedeltà alla<br />
propria identità con<br />
l'entusiasmo della missione.<br />
“Coloro che hanno ricevuto<br />
gli or<strong>di</strong>ni sacri sono chiamati<br />
a vivere con coerenza e in<br />
pienezza la grazia e gli impegni<br />
del Battesimo, ossia a offrire<br />
se stessi e tutta la loro vita<br />
in unione con l'oblazione<br />
<strong>di</strong> Cristo. La celebrazione<br />
quoti<strong>di</strong>ana del sacrificio<br />
dell'altare e la preghiera quoti<strong>di</strong>ana<br />
della Liturgia delle<br />
Ore devono essere sempre<br />
accompagnate dalla testimonianza<br />
<strong>di</strong> un'esistenza<br />
che si fa dono a Dio e agli altri<br />
e <strong>di</strong>viene così orientamento<br />
per i fedeli”…<br />
Guadagnare in serenità<br />
21<br />
<strong>di</strong> Marco Dol<strong>di</strong>, SIR<br />
Stralci dalla prolusione del card. Bagnasco al<br />
Consiglio permanente della Cei<br />
<strong>di</strong> M.Michela Nicolais, SIR<br />
“La Chiesa è in questo Paese una presenza costantemente leale<br />
e costruttiva che non può essere coartata né intimi<strong>di</strong>ta solo<br />
perché compie il proprio dovere”. A riba<strong>di</strong>rlo è stato il 21 settembre<br />
il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che in<br />
apertura del Consiglio permanente dei vescovi italiani ha iniziato<br />
la sua prolusione riferendosi alla vicenda che ha portato<br />
alle <strong>di</strong>missioni del <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> “Avvenire”, Dino Boffo. “È ancora<br />
vivo in noi – ha detto – un passaggio amaro che, in quanto ingiustamente<br />
<strong>di</strong>retto ad una persona impegnata a dar voce pubblica<br />
alla nostra comunità, ha finito per colpire un po' tutti noi: la<br />
gravità dell'attacco non può non essere ancora una volta stigmatizzata,<br />
come segno <strong>di</strong> un allarmante degrado <strong>di</strong> quel buon<br />
vivere civile che tanto desideriamo e a cui tutti dobbiamo tendere”.<br />
“La coerenza tra la fede e la vita – ha ammonito il car<strong>di</strong>nale<br />
– è tensione che attraversa e invera il cristianesimo, ed è<br />
in un certo qual senso la misura della sua sincerità: su questo<br />
davvero non possiamo accettare confusione, tanto meno se<br />
condotta con intenti strumentali o per perseguire obiettivi che<br />
nulla hanno a che fare con un rinnovamento complessivo della<br />
società”. Soffermandosi poi sui 25 anni dalla riforma del Concordato<br />
tra Stato e Chiesa, il car<strong>di</strong>nale ha riba<strong>di</strong>to la “reciproca<br />
autonomia” ma anche l'“impegno con<strong>di</strong>viso <strong>di</strong> collaborazione<br />
per la promozione dell'uomo e del bene del Paese”, e ha affermato:<br />
“La Chiesa pellegrina in Italia non in<strong>di</strong>etreggia, e mai rinuncerà<br />
– secondo la sua tra<strong>di</strong>zione – ad un atteggiamento <strong>di</strong><br />
apertura virtuosa collaudato negli anni, e spera che altri si affaccino<br />
o continuino ad affacciarsi nell'agorà pubblica con onestà<br />
e passione, amore <strong>di</strong>sinteressato per le sorti comuni, autentica<br />
curiosità intellettuale”.<br />
Guardare avanti. Un invito a “guardare avanti”, a “far tesoro<br />
dell' esperienza con una capacità <strong>di</strong> autocritica che sia in grado<br />
<strong>di</strong> superare un clima <strong>di</strong> tensione <strong>di</strong>ffusa e <strong>di</strong> contrapposizione<br />
permanente che fa solo male alla società”. Tutto ciò, a partire<br />
dall'“importanza dei valori etici e morali nella politica”. A lanciarlo<br />
è stato il card. Bagnasco, nella parte finale della prolusione,<br />
de<strong>di</strong>cata ad un'Italia “ciclicamente attraversata da un<br />
malessere tanto tenace quanto misterioso, che non la fa essere<br />
talora una nazione serena e del tutto pacificata al proprio interno,<br />
perché attraversata da contrapposizioni ra<strong>di</strong>cali e da risentimenti”.<br />
Di qui la necessità <strong>di</strong> “un supplemento <strong>di</strong> amore”,<br />
capace “<strong>di</strong> inglobare pure le ragioni <strong>di</strong>verse dalle proprie, rinunciando<br />
alla polemica pur <strong>di</strong> raggiungere un consenso sulla<br />
verità”. Per la Chiesa italiana, in altre parole, è “urgente e necessario<br />
per tutti e per ciascuno guadagnare in serenità”, perché<br />
“questo oggi il Paese domanda con più insistenza”. Il “criterio<br />
fondamentale per una onesta valutazione dell'agire politico”<br />
è dunque “il criterio della reale efficacia <strong>di</strong> ogni azione politica<br />
rispetto ai problemi concreti del Paese”: soprattutto, “occorre<br />
che chiunque accetta <strong>di</strong> assumere un mandato politico<br />
sia consapevole della misura e della sobrietà, della <strong>di</strong>sciplina e<br />
dell'onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione<br />
ricorda”.
22<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
Durante il convegno ecclesiale sono stati riportati gli scritti <strong>di</strong> alcuni<br />
gran<strong>di</strong> maestri dell'educazione. Eccone una parte<br />
Romano Guar<strong>di</strong>ni<br />
…Non dobbiamo irrigi<strong>di</strong>rci contro il nuovo, tentando <strong>di</strong> conservare<br />
un bel mondo condannato a sparire. E neppure cercare <strong>di</strong> costruire<br />
in <strong>di</strong>sparte, me<strong>di</strong>ante una fantasiosa forza creatrice, un<br />
mondo nuovo che si vorrebbe porre al riparo dai danni<br />
dell'evoluzione. A noi è imposto il compito <strong>di</strong> dare una forma a questa<br />
evoluzione, e possiamo assolvere tale compito soltanto aderendovi<br />
onestamente; ma rimanendo tuttavia sensibili, con cuore<br />
incorruttibile, a tutto ciò che <strong>di</strong> <strong>di</strong>struttivo e <strong>di</strong> non umano è in esso.<br />
Federico Ozanam<br />
La questione che <strong>di</strong>vide gli uomini dei nostri tempi, non è più una<br />
questione <strong>di</strong> forma politica, è una questione sociale: si tratta <strong>di</strong> sapere<br />
chi vincerà: o lo spirito <strong>di</strong> egoismo o lo spirito <strong>di</strong> sacrificio; se<br />
la società non sarà altro che una sfruttamento a profitto dei più forti<br />
o una consacrazione <strong>di</strong> ciascuno al servizio <strong>di</strong> tutti. Ci sono molti<br />
uomini che hanno troppo e che vogliono avere ancora; ce ne sono<br />
ancora molti <strong>di</strong> più che non hanno niente e che vogliono prendere<br />
se non si dà loro niente. Tra queste due classi <strong>di</strong> uomini si<br />
prepara una lotta e questa lotta minaccia <strong>di</strong> essere terribile: da<br />
una parte la potenza dell'oro, dall'altra la potenza della <strong>di</strong>sperazione.<br />
Tra queste due armate nemiche dobbiamo precipitarci noi,<br />
se non per impe<strong>di</strong>re, almeno per attenuare lo scontro. La nostra<br />
età <strong>di</strong> giovani e la nostra me<strong>di</strong>a con<strong>di</strong>zione ci rendono più facile<br />
questo compito <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori che ci è imposto come obbligo dal nostro<br />
titolo <strong>di</strong> cristiani (a Louis Janmot, Lione, 13 novembre 1836).<br />
E<strong>di</strong>th Stein<br />
Per amare dobbiamo essere persone. Ma sembra che in noi,<br />
l'essere persona e amare non coincidano. In ogni caso, non siamo<br />
il nostro amore. Il nostro amore è forse il nostro essere più essenziale.<br />
Ma tra noi, amare ed essere non coincidono semplicemente.<br />
Dio invece è l'amore. In lui questo non è “una parte della<br />
sua essenza”, perché la sua essenza non ha parti. Quando Dio<br />
dona se stesso, è il suo amore che si dona, e dunque l'amore stesso<br />
è una persona. Poiché Dio per amare non può essere una persona<br />
unica, è chiaro che l'essenza dell'amore è andare verso<br />
un'altra persona.<br />
Pier Giorgio Frassati<br />
Carissima, grazie anzitutto della buona lettera. Tu mi doman<strong>di</strong> se<br />
sono allegro; e come non potrei esserlo? Finché la Fede mi darà<br />
forza sempre allegro! ogni cattolico non può non essere allegro:<br />
la tristezza deve essere ban<strong>di</strong>ta dagli animi cattolici; il dolore non<br />
è la tristezza, che è una malattia peggiore <strong>di</strong> ogni altra. Questa<br />
malattia è quasi sempre prodotta dall'ateismo; ma lo scopo per<br />
cui noi siamo stati creati ci ad<strong>di</strong>ta la via seminata sia pure <strong>di</strong> molte<br />
spine, ma non una triste via: essa è allegria anche attraverso i dolori.<br />
Chiara Lubich<br />
In un rifugio antiaereo, apriamo a caso il Vangelo alla pagina del<br />
Testamento <strong>di</strong> Gesù: "Che tutti siano uno, Padre, come io e te".<br />
Quelle parole sembrano illuminarsi ad una ad una.<br />
Quel "tutti" sarebbe stato il nostro orizzonte.<br />
Quel progetto <strong>di</strong> unità la ragione della nostra vita.<br />
Bonhoeffer<br />
Non <strong>di</strong> geni nè <strong>di</strong> cinici nè <strong>di</strong> gente che <strong>di</strong>sprezza gli uomini nè <strong>di</strong><br />
tattici raffinati abbiamo bisogno, ma <strong>di</strong> uomini aperti, semplici, <strong>di</strong>ritti.<br />
Ci sarà rimasta tanta forza <strong>di</strong> resistenza interiore contro le situazioni<br />
imposteci, ci sarà rimasta tanta spietata sincerità verso noi<br />
stessi da poter ritrovare la strada della semplicità e della rettitu<strong>di</strong>ne?<br />
Luigi Giussani<br />
La prima preoccupazione <strong>di</strong> un'educazione vera e adeguata è<br />
quella <strong>di</strong> educare il cuore dell'uomo così come Dio l'ha fatto. La<br />
morale non è nient'altro che continuare l'atteggiamento in cui Dio<br />
crea l'uomo <strong>di</strong> fronte a tutte le cose e nel rapporto con esse, originalmente.<br />
Di tutto quello che si deve <strong>di</strong>re sull'educazione, a noi<br />
importano soltanto questi punti.<br />
Giuseppe Lazzati<br />
Ma questo bene comune dev'essere determinato nell'hic et nunc<br />
della contingenza storica, non, per altro, in una valutazione statica<br />
della realtà, bensì nella sua visione <strong>di</strong>namica, nel senso cioè<br />
che quello che determino come bene comune è tale perché imme<strong>di</strong>ata<br />
sod<strong>di</strong>sfazione dell'esigenza dei componenti la comunità,<br />
ma nel tempo stesso per la sua apertura a uno sviluppo che, nello<br />
svolgersi della realtà in vista <strong>di</strong> un fine da raggiungere, devo pensare<br />
a facilitare.<br />
don Giovanni Bosco<br />
Ricordatevi che l'educazione è cosa <strong>di</strong> cuore, e che Dio solo ne è<br />
il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non<br />
ce ne insegna l'arte, e ce ne dà in mano le chiavi.<br />
Rachele Sibilla<br />
La fede trova qui la sua sfida più grande: si tratta <strong>di</strong> non ingaggiare<br />
un confronto sul terreno delle <strong>di</strong>squisizioni teoriche, ma <strong>di</strong> dare<br />
vita ad una nuova cultura della relazione… appare in tutta la sua<br />
urgenza il compito <strong>di</strong> educare ad affrontare i problemi<br />
dell'esistenza, facendo leva sulla ricerca della verità dell'uomo.<br />
Cosa s'intende quando si parla <strong>di</strong> verità? Non è tanto ricerca <strong>di</strong><br />
una dottrina, <strong>di</strong> una conoscenza astratta, <strong>di</strong> un'informazione pura<br />
e semplice, ma è qualcosa che fa vivere, è incontro <strong>di</strong>namico personale,<br />
che non si può ridurre ad un'etica risolta nel fare, relazione<br />
che conduce a penetrare nel mistero della vita.<br />
A Francesco d'Assisi<br />
Dopo vita spensierata<br />
ricevesti la chiamata.<br />
Per far giungere trionfante<br />
la Chiesa allor crollante<br />
Tu nel mare burrascoso<br />
ti immergesti coraggioso<br />
e con grande carità<br />
facesti amare Povertà.<br />
Povertà non fu il tuo fine<br />
ma l'eccezional strumento<br />
che ti <strong>di</strong>è l'ardente face<br />
per raggiungere la vera pace.<br />
Tu con Dio colloquiavi<br />
mentre la Natura contemplavi.<br />
Con uno spirito gran<strong>di</strong>oso<br />
amasti l'universo misterioso<br />
che nella sua magnificenza<br />
<strong>di</strong> Dio ti espresse la Potenza.<br />
Solo Dio nella sua bontà<br />
piena ti suggerì la pura Verità.<br />
don Salvatore Feola
DON GIOVANNI, UNA VITA TRA FEDE E CULTURA<br />
La comunità <strong>di</strong> San Clemente a Casamarciano saluta con commozione don Giovanni<br />
Basile, parroco della comunità dal 1959 sino al giorno della sua scomparsa, lo scorso 24<br />
agosto 2009<br />
<strong>di</strong> Michele Esposito e Giulia Vecchione<br />
Carissimi, siamo qui per<br />
mettere in comune con voi<br />
le lacrime e la preghiera.<br />
Le lacrime, perché <strong>di</strong> fronte<br />
alla morte <strong>di</strong> un caro sacerdote<br />
come Don Giovanni,<br />
non si può non piangere,<br />
come Gesù davanti<br />
alla tomba <strong>di</strong> Lazzaro. La<br />
preghiera, perché con la<br />
grazia <strong>di</strong> Dio troviamo la<br />
forza <strong>di</strong> credere che Don<br />
Giovanni è entrato nella<br />
gloria, è arrivato da quel<br />
Signore per il quale ha donato<br />
la sua vita nel ministero<br />
sacerdotale.<br />
Don Giovanni nasce in<br />
una famiglia umile, a cavallo<br />
delle due guerre,<br />
quando le con<strong>di</strong>zioni economiche<br />
e sociali sono <strong>di</strong>fficili<br />
per tutti. Nonostante<br />
ciò, assecondando la sua<br />
fervida passione,frequenta<br />
il seminario<br />
e <strong>di</strong>ventasacerdote<br />
il 9<br />
luglio del<br />
1956, seguito<br />
in questa<br />
scelta<br />
dall'amico <strong>di</strong><br />
sempre Don<br />
Francesco<br />
Addeo. Consegue<br />
la laurea<br />
in Lettere<br />
e Filosofia,<br />
in Teologia<br />
e in Psicologia.<br />
Il<br />
suo amore<br />
per la cultura<br />
gli impone<br />
<strong>di</strong> essere<br />
strumento<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione e per questo<br />
si batte per insegnare, in<br />
epoca non recente, presso<br />
licei statali. E questa,<br />
accanto alla sua coinvolgente<br />
attività pastorale, è<br />
la sua missione: promuovere<br />
la crescita dei giovani,<br />
attraverso l' appren<strong>di</strong>mento<br />
delle verità insite<br />
nel creato, con la coscienza<br />
<strong>di</strong> essere strumento<br />
per il progresso della società<br />
perché attori nella<br />
realizzazione del progetto<br />
<strong>di</strong> Dio. La fede arde in<br />
ognuno <strong>di</strong> noi perché ci avviciniamo<br />
a Cristo tramite<br />
le verità del mondo; l' insegnamento<br />
del Vangelo è<br />
attuale e la pratica religiosa<br />
è in<strong>di</strong>spensabile. Pertanto<br />
egli rappresenta<br />
un'anima sacerdotale autentica,<br />
piena <strong>di</strong> carità, <strong>di</strong><br />
luce e <strong>di</strong> speranza nella fede.<br />
Si è speso fino all'ultimo<br />
istante senza mai far pesare<br />
la sua sofferenza, ma incurante,<br />
regalando il suo<br />
sorriso a quanti lo conoscevano<br />
per chiedere aiuto,<br />
consiglio, guida. Con la<br />
sua semplicità riusciva ad<br />
attirare i cuori dei piccoli<br />
come dei gran<strong>di</strong>, perché<br />
la ricetta <strong>di</strong> cui si serviva<br />
era l'Amore.<br />
Chi non ricorda il suo<br />
sguardo sereno, profondo?<br />
Pareva che penetrasse<br />
e ti leggesse fin dentro<br />
l'animo.<br />
Chi non era amico <strong>di</strong> Don<br />
Giovanni? Era una figura<br />
eccezionale per la cultura,<br />
la varietà degli interessi,<br />
la cerchia delle amicizie e<br />
il carisma <strong>di</strong> spiegare la parola<br />
<strong>di</strong> Dio, mettendola a<br />
contatto con la situazione<br />
storica contingente e con<br />
il cuore dell'uomo.<br />
E' proprio per attuare il pro-<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
23<br />
getto <strong>di</strong> Cristo che promuove<br />
la ristrutturazione<br />
della Chiesa Parrocchiale,<br />
la nascita dell'asilo, la ristrutturazione<br />
della canonica,<br />
la costruzione del<br />
campo sportivo e quin<strong>di</strong><br />
della squadra <strong>di</strong> calcio.<br />
Scrive e lascia a tutti noi il<br />
libro su Casamarciano in<br />
cui mette or<strong>di</strong>ne sulle origini<br />
del nome, sulla storia<br />
recente e passata e sulla<br />
vocazione economica del<br />
paese. In tempi e mo<strong>di</strong><br />
sempre più originali si sforza<br />
<strong>di</strong> mettere in contatto le<br />
persone, ed il pellegrinaggio<br />
o la gita <strong>di</strong>ventano momenti<br />
per esserci e per insegnare.<br />
Caro Don Giovanni, dai<br />
nuovi cieli da te tanto vagheggiati<br />
ed ora posseduti,<br />
insieme al buon Dio,<br />
mandaci buone ispirazioni<br />
perché possiamo coltivare<br />
con serenità la fede,<br />
la cultura e l'amicizia, come<br />
hai fatto tu.<br />
Vivere da cristiani fino in fondo si può,<br />
anche ai nostri giorni !<br />
E' il caso della Serva <strong>di</strong> Dio Nina Lanza, che ha testimoniato<br />
con il suo “essere” come sia ragionevole e<br />
bello vivere in Cristo il proprio Battesimo. E quando la<br />
sofferenza ha avvolto la sua esistenza, ella ne ha saputo<br />
fare l'occasione preziosa per testimoniare quanto<br />
l'umano soffrire possa aprire strade inimmaginabili<br />
<strong>di</strong> senso all'uomo che affannosamente e drammaticamente<br />
viene riportato a se stesso. In Dio Nina Lanza<br />
ha trasformato il suo dolore in inno <strong>di</strong> lode. Un<br />
esempio da seguire ed imitare nei nostri giorni bui e<br />
privi <strong>di</strong> senso.
24<br />
anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />
settembre/ottobre 2009<br />
PERSEGUIRE LA BELLEZZA<br />
Le nuove vetrate della parrocchia Maria SS. della Stella <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
«Mi ha sempre impressionato come, anche in tempi non facili, il popolo abbia fatto sacrifici non solo per le opere<br />
<strong>di</strong> carità, ma anche per rendere i luoghi <strong>di</strong> culto belli. Qualsiasi spiegazione non ci convincerebbe quanto il<br />
vedere tutta la bellezza delle cattedrali me<strong>di</strong>evali. L'esperienza c'insegna che la bellezza solleva l'animo umano,<br />
lo rende più leggero e più buono e <strong>di</strong>sponibile al bene. Dostoevskij aveva proprio ragione nel definire la bellezza<br />
la sola possibilità <strong>di</strong> salvezza». Così Don Mariano Amato ha risposto alla nostra domanda sulla necessità<br />
<strong>di</strong> rinnovare la chiesa della parrocchia Maria SS. Della Stella <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>. «Quando ci si è resi conto che i lavori <strong>di</strong><br />
ristrutturazione dell'e<strong>di</strong>ficio non erano più procrastinabili – ha continuato - si è ritenuto opportuno non solo risistemare,<br />
ma donare all'aula liturgica un tocco <strong>di</strong> ulteriore bellezza. La maniera più semplice e utile è stata quella<br />
<strong>di</strong> inserire 12 nuove finestre, istoriandole però con episo<strong>di</strong> della vita della Madonna per perseguire una finalità<br />
allo stesso tempo estetica e teologica». Le do<strong>di</strong>ci finestre incorniciano la parte alta della navata centrale<br />
mentre una tre<strong>di</strong>cesima vetrata, quella principale, si apre, come un rosone, al <strong>di</strong> sopra del pronao. I lavori sono<br />
stati affidati ad artigiani specialisti dell'arte vetraia, appartenenti alla <strong>di</strong>tta Vetrate Artistiche Fiorentine <strong>di</strong> Sesto<br />
Fiorentino.