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numero 7 - Diocesi di Nola

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La festa dell'Azione cattolica<br />

nella città <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>.<br />

L'or<strong>di</strong>nazione sacerdotale <strong>di</strong><br />

Paolino, Luigi e Salvatore.<br />

L'or<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong>aconale <strong>di</strong> Emilio<br />

e Tommaso.<br />

pag. 7 -12<br />

Le rovine della strada statale 268,<br />

che collega tutta la <strong>di</strong>ocesi.<br />

Il caso del Villaggio preistorico a<br />

<strong>Nola</strong>, risorsa sprecata e su cui<br />

sembrano mancare progetti.<br />

anno XXIV n.7 settembre/ottobre 2009<br />

EDUCARE È COSA DEL CUORE<br />

Una bella esperienza <strong>di</strong> Chiesa. Il convegno del 23, 24 e 25 settembre, svoltosi tra Scafati e <strong>Nola</strong> e<br />

intitolato “Educare è cosa del cuore”, ha permesso ai sacerdoti e ai laici della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> <strong>di</strong><br />

interrogarsi a fondo sull'attuale sfida educativa. Una sfida da affrontare a viso aperto, imparando a<br />

leggere le peculiarità del territorio <strong>di</strong>ocesano e delle persone concrete che ci vivono. Una sfida<br />

vecchia e sempre nuova, che fa appello in particolare alla responsabilità delle generazioni adulte. Nel<br />

giornale le riflessioni del Vescovo, <strong>di</strong> Giuseppe Savagnone e <strong>di</strong> Paola Bignar<strong>di</strong><br />

pag. 2 - 6<br />

pag. 19<br />

Le vetrate artistiche della Stella <strong>di</strong><br />

<strong>Nola</strong>.<br />

La comunità <strong>di</strong> Casamarciano<br />

ricorda con commozione e affetto<br />

don Giovanni Basile.<br />

pag. 23 - 24


02<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

Dal 23 al 25 settembre si è svolto il convegno ecclesiale della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, intitolato<br />

“Educare è cosa del cuore”. Un'espressione che deriva dall'esperienza e dagli scritti <strong>di</strong><br />

un grande educatore, don Giovanni Bosco. Ad aprire i lavori, il 23 settembre, al<br />

Palamangano <strong>di</strong> Scafati, è stato proprio padre Beniamino Depalma. Ecco parte della<br />

sua introduzione.<br />

EDUCATORI, OVVERO MENDICANTI ALLA RICERCA DELLA VERITÀ<br />

«La Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> sente l'urgenza <strong>di</strong> uscire dall'esilio educativo. Educare è possibile, ma soprattutto è un atto gratuito<br />

d'amore che per noi, che ci riconosciamo <strong>di</strong>scepoli dell'unico Maestro, <strong>di</strong>viene strumento per servire la causa del<br />

Vangelo ponendoci come men<strong>di</strong>canti alla ricerca della Verità, per essere costruttori responsabili della città degli uomini.<br />

Ripren<strong>di</strong>amo così il cammino iniziato due anni or sono continuando<br />

il nostro compito: quello <strong>di</strong> generare, <strong>di</strong> <strong>di</strong>re all'uomo il sì <strong>di</strong> Dio.<br />

Continuiamo a camminare in questa <strong>di</strong>rezione non solo per aderire<br />

alla proposta della Chiesa italiana ma soprattutto perché<br />

avvertiamo che oggi dobbiamo raccogliere la sfida educativa e non<br />

possiamo permetterci il lusso <strong>di</strong> perderla per pigrizia, ignavia o<br />

paura. Le nuove generazioni non ce lo perdonerebbero.<br />

L'educazione rappresenta il bene per eccellenza, il luogo<br />

privilegiato dove si gioca il futuro dell'umanità. Una società, una<br />

Chiesa che non si cura dell'educazione, è una società e Chiesa che<br />

non ha a cuore l'uomo. Dobbiamo uscire dall'esilio educativo e<br />

ritrovare il baricentro dell'esperienza formativa, ossia una vera<br />

sapienza antropologica e una visione non riduttiva del fatto<br />

educativo [...] Per questo dobbiamo rifiutare il catastrofismo che<br />

lascia inerti, per assumere un atteggiamento <strong>di</strong> responsabilità:<br />

educare è possibile, educare è bello, educare è il grande servizio che possiamo offrire all'uomo […] Dobbiamo ritrovare il<br />

senso dell'antica educazione. Non istruzione, non organizzazione, non servizi da rendere e offrire, non regole e<br />

comportamenti. Il nostro compito è offrire risposta ad un bisogno umano primario, quello <strong>di</strong> essere aiutati a giungere a se<br />

stessi, <strong>di</strong> dare un senso alla vita. […] Dobbiamo collaborare alla generazione della persona, dobbiamo appassionare<br />

alla vita, risvegliare la nostalgia del mare e della sua infinita grandezza, dobbiamo dare forma all'esistenza […] Il<br />

problema dell'educazione non è dei ragazzi, ma è una questione degli adulti. Solo se noi adulti ci impegniamo con il reale<br />

nella sua totalità, possiamo avere la chance per comunicare un significato. L'educazione infatti si realizza per una sorta<br />

<strong>di</strong> contagio, attraverso la vita prima che attraverso la parola e le regole. È la vita che genera la vita, ed è con la vita che si<br />

<strong>di</strong>viene educatori cre<strong>di</strong>bili e autorevoli, capaci <strong>di</strong> generare un contesto <strong>di</strong> fiducia, <strong>di</strong> libertà, <strong>di</strong> unità. L'attuale crisi<br />

educativa riguarda la generazione adulta cui spetta mostrare con la verità ciò che realmente vale e trasmettere<br />

un'ere<strong>di</strong>tà viva da scoprire e rinnovare con responsabilità. Si uscirà dalla crisi educativa quando noi adulti ritroveremo<br />

parole per narrare la bellezza <strong>di</strong> educare e non solo le sue fatiche, quando <strong>di</strong> esse si scoprirà la passione, quando<br />

soprattutto nella comunità cristiana si avrà il coraggio <strong>di</strong> tornare a parlare <strong>di</strong> vocazione educativa […] Dobbiamo osare<br />

con le persone, che vengono prima delle iniziative, prima del fare. Tutto ciò significa far funzionare la pedagogia del<br />

cuore, perché educare è cosa del cuore, è gesto <strong>di</strong> amore: quando una persona non si sente amata, l'educazione<br />

fallisce. […] Per vincere questa sfida è però necessaria la collaborazione, quella educativa è una sfida alla quale<br />

nessuno può pensare <strong>di</strong> far fronte da solo. Chiesa, famiglia, scuola, società civile sono chiamate a camminare insieme<br />

per costruire un'alleanza educativa <strong>di</strong> lungo periodo. […] L'obiettivo <strong>di</strong> questo convegno ecclesiale non è quello <strong>di</strong> fornire<br />

ricette ma <strong>di</strong> prendere coscienza insieme del legame stretto che esiste fra educazione ed evangelizzazione, anzi,<br />

prendere coscienza del fatto che educare è evangelizzare e che un'educazione fondata sull'attenzione alla persona è la<br />

più alta forma <strong>di</strong> missionarietà. […] Fratelli e sorelle, l'educazione è un'urgenza, è un'emergenza, è un'eccezionale sfida<br />

che dobbiamo affrontare però con la consapevolezza che è una grazia per tutti, è una grazia per la Chiesa».<br />

DIECI ANNI CON NOI<br />

Venerdì 16 ottobre, alle ore 19, in Cattedrale, padre Beniamino Depalma celebrerà l'Eucarestia per tutti coloro che<br />

vorranno festeggiare con lui i <strong>di</strong>eci anni dall'ingresso nella Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>.<br />

Su esplicita richiesta del vescovo, In <strong>di</strong>alogo invita tutti i fedeli a vivere con sobrietà questo momento, partecipando<br />

innanzitutto interiormente alla grande gioia <strong>di</strong> padre Beniamino.<br />

Sicuramente ciascuno, presente il 16 ottobre, porterà nel cuore e nella mente un ricordo, una frase, un gesto che ha<br />

reso la presenza <strong>di</strong> padre Beniamino familiare e intima nella sua vita e nella comunità ecclesiale.<br />

Una ricorrenza, come abitu<strong>di</strong>ne, è anche occasione per fare un bilancio. Bene, il bilancio <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>eci anni <strong>di</strong> padre<br />

Beniamino a <strong>Nola</strong> è tutto nella grande scommessa, testimoniata dalle pagine che seguono, <strong>di</strong> rendere <strong>Nola</strong> una <strong>di</strong>ocesi<br />

in cui la tensione educativa è un fatto concreto.


anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

Il primo giorno del convegno ecclesiale si è svolto mercoledì 23 settembre, in serata, al<br />

Palamangano <strong>di</strong> Scafati. Mattatore è stato Giuseppe Savagnone, palermitano, una<br />

lunga esperienza da docente nelle scuole superiori.<br />

<strong>di</strong> Mariangela Parisi<br />

L'EMERGENZA EDUCATIVA RIGUARDA GLI ADULTI<br />

«I giovani <strong>di</strong> oggi non hanno<br />

più il desiderio della contestazione».<br />

Con questa constatazione,<br />

tutt'altro che positiva,<br />

il prof. Giuseppe Savagnone<br />

ha dato inizio al suo<br />

intervento al Convegno<br />

Ecclesiale sull' educazione.<br />

La contestazione, infatti, ha<br />

sempre garantito un rapporto<br />

intergenerazionale e dunque<br />

una comunicazione attraverso<br />

la quale operare la<br />

consegna <strong>di</strong> un modus viven<strong>di</strong><br />

e allo stesso tempo il<br />

suo confronto con il presente.<br />

«Oggi invece i giovani<br />

hanno perso anche questa<br />

possibilità e tutto perché gli<br />

adulti hanno rinunciato al loro<br />

ruolo e hanno deciso non<br />

<strong>di</strong> educare ma <strong>di</strong> obbe<strong>di</strong>re».<br />

Un atteggiamento <strong>di</strong> sconfitta<br />

che riguarda non solo la famiglia<br />

ma anche gli altri luoghi<br />

deputati all' educazione,<br />

a partire dalla scuola: un at-<br />

teggiamento<br />

<strong>di</strong> sconfitta<br />

che riguardaanche<br />

le comunitàcristiane.<br />

I giovani<br />

però -<br />

figli sempre,<br />

sia in<br />

quanto generati<br />

sia in<br />

quanto affidati<br />

- hanno<br />

bisogno <strong>di</strong> qualcuno a cui<br />

guardare, ma se la guida preferisce<br />

rinunciare al confronto,<br />

per essi si apre la strada<br />

ad una rinuncia ancora<br />

più drammatica: «La rinuncia<br />

a capire se stessi». Ed è<br />

facile scegliere questa <strong>di</strong>rezione,<br />

è facile vivere <strong>di</strong>mentichi<br />

<strong>di</strong> ciò che si è. E per un<br />

cristiano è lo stesso che <strong>di</strong>re<br />

<strong>di</strong>mentichi <strong>di</strong> ciò per cui si è<br />

stati fatti: la realtà globalizzata<br />

e massificata <strong>di</strong> oggi lo<br />

consente, anzi lo richiede.<br />

Nascosti nel branco, sempre<br />

più virtuale, «sdoppiati»<br />

da ciò che il gruppo vuole essi<br />

siano e «lacerati» da ciò<br />

che il cuore grida, i giovani<br />

«sprecano la loro vita, perché,<br />

come <strong>di</strong>ceva Kierkegaard,<br />

la vera vita sprecata è<br />

quella <strong>di</strong> chi non si è mai scoperto<br />

un io e non ha mai scoperto<br />

che quest'io era da-<br />

vanti a Dio». Ma la colpa <strong>di</strong><br />

tutto ciò non è e non può essere<br />

dei giovani, la vera<br />

emergenza educativa non riguarda<br />

e non può riguardare<br />

i giovani: riguarda gli adulti,<br />

riguarda gli educatori, chiamati<br />

a ricordare che educare<br />

«significa prima <strong>di</strong> tutto <strong>di</strong>mostrare<br />

l'importanza <strong>di</strong><br />

prendersi cura <strong>di</strong> sé».<br />

Tutto si fonda sulla capacità<br />

dell'educatore <strong>di</strong> rischiare in<br />

prima persona. Non c'è legge,<br />

infatti, che possa aiutare<br />

l'uomo a riconoscere il desiderio<br />

<strong>di</strong> libertà e felicità che<br />

si porta dentro, questo lo si<br />

impara solo da un rapporto<br />

vero e concreto, da un rapporto<br />

educativo fondato non<br />

su nozioni ma sulla persona<br />

– quella dell'educatore e<br />

quella dell' educando -, sulla<br />

sua storia, sui suoi limiti, su<br />

quello che essa è e vuole essere,<br />

in pratica sulla sua inviolabile<br />

bellezza. Da que-<br />

03<br />

sto primo rapporto con il <strong>di</strong>verso<br />

che rischia – l' educatore<br />

-, da questa prima occasione<br />

<strong>di</strong> relazionarsi con il<br />

passato – quello dell' educatore<br />

–, i giovani possono ricevere<br />

il desiderio <strong>di</strong> interrogarsi<br />

sulla propria <strong>di</strong>versità,<br />

sul proprio presente ma soprattutto<br />

sul proprio appartenere<br />

ad una storia. Scoprire<br />

<strong>di</strong> non venire dal nulla,<br />

scoprire che «ciò che si è <strong>di</strong>pende<br />

anche da altri, che il<br />

mito dell'uomo 'fattosi da sé'<br />

non ha ra<strong>di</strong>ci» è il primo passo<br />

perché un giovane possa<br />

scoprire il senso <strong>di</strong> sé. Ma<br />

quanti adulti oggi sono <strong>di</strong>sposti<br />

a rischiare? Quanti<br />

adulti continuano a porsi la<br />

domanda 'chi sono io?', esercitando<br />

l'umiltà <strong>di</strong> chi sa <strong>di</strong> essere<br />

sempre in cammino e<br />

<strong>di</strong> dover esser ancora educato?<br />

Ma soprattutto quanti<br />

adulti cristiani sono <strong>di</strong>sposti<br />

a rischiare nel nome e nel segno<br />

<strong>di</strong> Cristo dall' appartenenza<br />

al quale davvero <strong>di</strong>scende<br />

la possibilità <strong>di</strong> «sperare,<br />

ovvero <strong>di</strong> far nascere<br />

cose che ancora non esistono»,<br />

dall' appartenenza al<br />

quale davvero ogni uomo<br />

può trarre la forza per impe<strong>di</strong>re<br />

che il proprio cuore gli<br />

venga strappato?<br />

IL CONVEGNO ECCLESIALE SUI MEDIA CATTOLICI NAZIONALI<br />

“Educare è cosa del cuore” è stato promosso anche da Avvenire e dal Sir. Il quoti<strong>di</strong>ano ha pubblicato, il 23 settembre, un<br />

ampio articolo <strong>di</strong> presentazione, con le parole del vescovo e le anticipazioni sugli interventi <strong>di</strong> Bignar<strong>di</strong> e Savagnone.<br />

Il Sir ha lanciato la notizia durante i giorni del convegno, e poi ha de<strong>di</strong>cato un ampio approfon<strong>di</strong>mento la settimana<br />

successiva.<br />

Alta l'attenzione anche dei me<strong>di</strong>a locali: l'e<strong>di</strong>zione salernitana de Il Mattino ha seguito l'introduzione <strong>di</strong> padre Beniamino<br />

a Scafati, mentre Il Roma e Cronache <strong>di</strong> Napoli hanno dato risalto alla conferenza stampa <strong>di</strong> presentazione del 21<br />

settembre, svoltasi in Curia a <strong>Nola</strong>.


04<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

LE PAROLE GIUSTE PER UN NUOVO PROGETTO EDUCATIVO<br />

Il 24 settembre, ancora al Palamangano, è stata Paola Bignar<strong>di</strong> a provocare la platea<br />

Quali parole potrebbe essere<br />

utili per delineare un<br />

progetto educativo per il<br />

nostro tempo? Paola Bignar<strong>di</strong><br />

- presidente nazionale<br />

dell'Azione Cattolica<br />

fino al 2005 – ne ha in<strong>di</strong>viduate<br />

otto e le ha proposte<br />

ai partecipanti alla giornata<br />

del Convegno Ecclesiale<br />

del 24 settembre. Coscienza,<br />

Libertà, Pensiero,<br />

Corpo, Affettività, Socialità,<br />

Responsabilità,<br />

Trascendenza: otto parole<br />

che «rinviano ad altrettante<br />

<strong>di</strong>mensioni della persona<br />

umana dalle quali un<br />

progetto educativo non<br />

può prescindere». Otto parole<br />

che invitano a non trascurare<br />

nulla della persona<br />

umana e a mirare ad<br />

un'educazione della stessa<br />

nella sua integrità. A cominciare<br />

dallo spazio<br />

dell'interiorità - la coscienza<br />

-, «della solitu<strong>di</strong>ne con<br />

se stessi, dell'esperienza<br />

della libertà come grandezza,<br />

come rischio, talvolta<br />

anche come dramma»,<br />

per giungere infine<br />

alla <strong>di</strong>mensione religiosa -<br />

la trascendenza - in cui si<br />

esprime «la tensione verso<br />

il superamento del limi-<br />

te entro cui è racchiusa<br />

la vita umana».<br />

Ciò deve avvenire naturalmente<br />

– ha sottolineato<br />

la Bignar<strong>di</strong> -<br />

senza trascurare l'<br />

aspirazione a rischiare<br />

la vita per ciò in cui<br />

si crede – la libertà –<br />

né «la capacità <strong>di</strong> penetrare<br />

la realtà, <strong>di</strong> interpretarla,<br />

<strong>di</strong> imprimerle<br />

un orientamento»<br />

– il pensiero – e soprattutto<br />

senza <strong>di</strong>menticare<br />

che l'unicità della<br />

nostra persona ha una<br />

custo<strong>di</strong>a – il corpo - che<br />

funge allo stesso tempo<br />

anche da strumento <strong>di</strong> comunicazione<br />

con se stessi,<br />

con la realtà, con l'altro.<br />

Come soprassedere poi<br />

sul fatto che esiste una forza<br />

– l'affettività - che ci attrae<br />

verso 1'altro, che ci<br />

porta a stabilire relazioni e<br />

alla quale bisogna dare il<br />

giusto valore e or<strong>di</strong>ne? Solo<br />

così si può trasmettere<br />

la possibilità <strong>di</strong> considerare<br />

l'altro come dono e quin<strong>di</strong><br />

come possibilità - la socialità<br />

- <strong>di</strong> un vivere in cui<br />

si apprezza l'aiuto altrui.<br />

Così si può imparare che<br />

non siamo chiamati a vivere<br />

per noi stessi ma per<br />

raggiungere scopi che<br />

vanno al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> noi – la responsabilità<br />

-.<br />

L'attenzione alla persona<br />

nella sua interezza consente<br />

all'educatore <strong>di</strong> intraprendere<br />

«una straor<strong>di</strong>naria<br />

avventura umana»<br />

il cui obiettivo è la generazione<br />

spirituale <strong>di</strong> un<br />

altro. Generare però senza<br />

manipolare poiché<br />

«ogni ragazzo che cresce,<br />

se non è manipolato,<br />

cresce come persona originale»,<br />

conservando<br />

quin<strong>di</strong> il mistero che gli è<br />

proprio, la sua inimitabile<br />

bellezza. Educare nella libertà<br />

dunque, ma per farlo,<br />

bisogna che l'adulto<br />

educatore impari a fidarsi<br />

dell'educando senza <strong>di</strong>menticare<br />

che si tratta «<strong>di</strong><br />

un tu che gli sta <strong>di</strong> fronte,<br />

un interlocutore generato<br />

alla libertà». L'esperienza<br />

educativa mette l' educatore<br />

nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

essere testimone «<strong>di</strong> storie<br />

<strong>di</strong> straor<strong>di</strong>naria umanità»<br />

che egli non può pretendere<br />

siano una sterile<br />

ripetizione della sua storia<br />

ma deve con passione<br />

operare affinché <strong>di</strong>ventino<br />

testimonianza <strong>di</strong> cambiamento.<br />

«Occorre dunque – ha<br />

concluso la Bignar<strong>di</strong> - riscoprire<br />

la bellezza e la<br />

passione <strong>di</strong> educare. Penso<br />

alla passione educativa<br />

da spendere nella scuola;<br />

penso ai tanti educatori<br />

che nel passato hanno<br />

speso la loro vita mettendosi<br />

al servizio delle<br />

nuove generazioni, compiendo<br />

una scelta <strong>di</strong> servizio<br />

educativo come scelta<br />

civile; o come scelta<br />

apostolica. Ci fossero oggi<br />

altre e nuove vocazioni<br />

educative, nella scuola,<br />

nella città o nelle associazioni,<br />

l'educazione avrebbe<br />

dei riferimenti fondamentali;<br />

i genitori avrebbero<br />

degli alleati sicuri; e i<br />

ragazzi saprebbero dove<br />

trovare un punto <strong>di</strong> forza<br />

per la una crescita meno<br />

solitaria».<br />

PICCOLO DECALOGO DELL'EDUCAZIONE<br />

SUGGERITO DA PAOLA BIGNARDI<br />

1<br />

<strong>di</strong>ventare adulti cre<strong>di</strong>bili<br />

2<br />

essere adulti in formazione continua<br />

3<br />

metterci in una prospettiva <strong>di</strong> cambiamento e <strong>di</strong> novità<br />

4<br />

pensare l'educazione<br />

5<br />

fare i conti con alcune questioni nuove, come la TV,<br />

internet…<br />

6<br />

esercitare un'autorità che <strong>di</strong>a autorevolezza<br />

7<br />

educare è esercizio <strong>di</strong> speranza e dunque richiede<br />

pazienza<br />

8<br />

l'educazione ha bisogno anche <strong>di</strong> preparazione specifica<br />

ad assumere i compiti che essa comporta<br />

9<br />

imparare a costruire alleanze per l'educazione<br />

10<br />

occorre avere un progetto <strong>di</strong> società e avere capacità <strong>di</strong><br />

sperare e <strong>di</strong> sognare


Divisi in gruppi <strong>di</strong> lavoro secondo<br />

gli ambiti del Convegno<br />

ecclesiale <strong>di</strong> Verona -<br />

Affettività, Fragilità, Tra<strong>di</strong>zione,<br />

Lavoro e Festa, Citta<strong>di</strong>nanza<br />

-, i partecipanti hanno<br />

a p p r o f o n d i t o i l t e m a<br />

dell'educare nella nostra realtà<br />

<strong>di</strong> Chiesa nolana.<br />

Fragilità. Il gruppo delle Fragilità<br />

si è interrogato su come<br />

la comunità cristiana è consapevole<br />

della propria fragilità<br />

e la accetta come stile <strong>di</strong> vita<br />

evangelico, e su quali percorsi<br />

<strong>di</strong> prossimità ed empatia<br />

si possono aprire a partire<br />

dalla consapevolezza della<br />

fragilità. Constatando che<br />

non c'è consapevolezza delle<br />

fragilità, perché manca<br />

spesso il confronto con Dio e<br />

ancora non si è pronti ad accettarla<br />

nel confronto con Cristo,<br />

la fragilità non si percepisce<br />

come opportunità e sembra<br />

interessare più gli addetti<br />

ai lavori che la vita della comunità.<br />

Nel contempo si è fiduciosi<br />

nella <strong>di</strong>sponibilità della<br />

comunità a compiere cammini<br />

formativi a partire dal<br />

Vangelo, che ci fa cogliere la<br />

vittoria <strong>di</strong> Cristo sulla stessa<br />

fragilità. L'obiettivo da raggiungere<br />

è puntare sulla persona<br />

nella sua interezza a<br />

partire da piccoli gruppi <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>visione che sostengono<br />

la persona verso la maturità.<br />

Citta<strong>di</strong>nanza. Il gruppo si è<br />

chiesto come educare nella<br />

pastorale or<strong>di</strong>naria alla responsabilità<br />

per la città, alla<br />

luce della Dottrina Sociale<br />

della Chiesa. Ha rilevato<br />

che nell' azione<br />

pastorale prevale l'<br />

attenzione al culto,<br />

la scarsa partecipazione<br />

dei giovani alla<br />

vita parrocchiale,<br />

il notevole in<strong>di</strong>vidualismo<br />

con scarso<br />

senso <strong>di</strong> corresponsabilità.<br />

Esiste<br />

una frattura tra fede<br />

e vita, prevale nel citta<strong>di</strong>no<br />

il concetto<br />

dell' assistenzialismo<br />

e non quello<br />

della corresponsabilità.<br />

Le nostre comunità conoscono<br />

ben poco la pastorale<br />

sociale della Chiesa. Si<br />

avverte il bisogno <strong>di</strong> promuovere<br />

la testimonianza rafforzando<br />

le modalità della comunicazione<br />

e dell' annuncio, superando<br />

il pregiu<strong>di</strong>zio per la<br />

politica intesa come partitica.<br />

Urge formare gli educatori e<br />

i giovani alla dottrina sociale<br />

della Chiesa e alla politica, attingendo<br />

alle varie esperienze<br />

già operanti nelle varie realtà<br />

parrocchiali della nostra<br />

<strong>di</strong>oces (ve<strong>di</strong> gli osservatori<br />

sociali)i. Tale azione va <strong>di</strong> pari<br />

passo con lo sviluppare la<br />

comunicazione e tentare <strong>di</strong><br />

fare maggiormente sistema<br />

sul tema della citta<strong>di</strong>nanza<br />

sfruttando le competenze e<br />

le risorse esistenti, ridando<br />

voce e forza ai citta<strong>di</strong>ni del territorio<br />

anche rispetto alle scelte<br />

politiche e amministrative<br />

locali. I consigli pastorali parrocchiali<br />

devono mettere al<br />

centro della loro riflessione e<br />

azione pastorale il citta<strong>di</strong>no e<br />

la vita della città.<br />

Lavoro e festa. Il gruppo si è<br />

interrogato su come le nostre<br />

comunità possono aiutare a<br />

formulare un giu<strong>di</strong>zio aggiornato<br />

sulle questioni del lavoro<br />

e dell' economia alla luce<br />

della Dottrina sociale della<br />

Chiesa. Come il gruppo della<br />

citta<strong>di</strong>nanza ha riscontrato<br />

una scarsa conoscenza della<br />

Dottrina sociale della Chiesa<br />

e una scarsa riflessione sui<br />

problemi del lavoro. Dalla riflessione<br />

comune è emerso<br />

che: nella realtà del nostro<br />

territorio è <strong>di</strong>ffusa la ricerca<br />

ad ogni costo del vantaggio<br />

personale, una illegalità <strong>di</strong>ffusa;<br />

in molti casi il lavoro offusca<br />

la famiglia; i giovani vivono<br />

in modo sofferto la transizione<br />

dallo stu<strong>di</strong>o al lavoro;<br />

è degenerata la qualità delle<br />

relazioni all'interno dei luoghi<br />

<strong>di</strong> lavoro; i parroci sono poco<br />

sensibili ai problemi sociali.<br />

Tra<strong>di</strong>zione. La domanda fondamentale<br />

è stata: come la<br />

comunità cristiana comunica<br />

la propria tra<strong>di</strong>zione<br />

<strong>di</strong> fede<br />

attraverso il linguaggiotestimoniale?<br />

La <strong>di</strong>scussione<br />

ha rilevato<br />

che le<br />

nostre comunità<br />

hanno, per<br />

la maggior parte,<br />

il carattere<br />

<strong>di</strong> agenzia <strong>di</strong><br />

servizi, nelle<br />

quali si comunica<br />

con un linguaggioframmentario,frettoloso<br />

e non con il vissuto<br />

quoti<strong>di</strong>ano. In molte la fede è<br />

vista come folklore religioso.<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

La terza giornata del Convegno ecclesiale è stata vissuta a <strong>Nola</strong> presso il Seminario. Dalla<br />

fase assembleare, tenutasi preso il Palamangano <strong>di</strong> Scafati, si è passati alla fase<br />

laboratoriale, che ha visto impegnati i <strong>di</strong>rettori degli uffici <strong>di</strong>ocesani <strong>di</strong> pastorale con le<br />

relative commissioni, i decani, il Consiglio pastorale <strong>di</strong>ocesano, il Consiglio presbiterale.<br />

Don Antonio Nunziata sintetizza il lavoro laboratoriale e le prospettive d'impegno.<br />

VERSO LA PASTORALE INTEGRATA<br />

05<br />

Va impiantata un'azione che<br />

veda soprattutto i giovani protagonisti<br />

della propria vita fatta<br />

<strong>di</strong> scelte che nascono dall'<br />

incontro con Cristo. Con<br />

l'ascolto va cercata la cultura<br />

dell' accoglienza dell'altro cogliendone<br />

le sofferenze e le<br />

<strong>di</strong>fficoltà.<br />

Affettività. I lavori sono iniziati<br />

da questa domanda: come<br />

le nostre comunità possono<br />

contribuire ad educare<br />

l'affettività e aiutare così a ritrovare<br />

il senso autentico della<br />

vita affettiva? Nelle nostre<br />

realtà regna un senso <strong>di</strong> confusione<br />

e <strong>di</strong>sorientamento,<br />

manca una vera conoscenza<br />

delle persone. Non è percepibile<br />

un sentire comune, regna<br />

talvolta una chiusura in<br />

se stessi che porta al fai da<br />

te. Nella trama <strong>di</strong> rapporti<br />

non sereni e reali non è percepito<br />

il problema dell' affettività.<br />

La Chiesa resta ancora<br />

un punto <strong>di</strong> riferimento e in<br />

particolare nelle persone, uomini<br />

e donne, che testimoniano<br />

modelli <strong>di</strong> vita attraenti.<br />

È tempo in particolare <strong>di</strong> rivalutare<br />

le esperienze oratoriane<br />

e la <strong>di</strong>rezione<br />

spirituale. E' da<br />

recuperare la relazione<br />

tra ragione<br />

e fede,<br />

aiutando la persona<br />

a rientrare<br />

in se stessa, recuperando<br />

il<br />

centro <strong>di</strong> sé; occorrepromuovere<br />

luoghi dove<br />

si con<strong>di</strong>vide<br />

la fede con grande<br />

accoglienza,<br />

luoghi che aiutano<br />

a riscoprire<br />

la bellezza delle cose nei<br />

semplici gesti.


06<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

Il convegno ecclesiale della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> si inserisce nel cammino <strong>di</strong> preparazione al decennio<br />

dell'educazione che l'intera Chiesa italiana sta compiendo. Proprio pochi giorni prima del convegno<br />

<strong>di</strong>ocesano, è stato pubblicato “La sfida educativa”, il Rapporto-proposta promosso dal Comitato per<br />

il progetto culturale. In questa pagina gran parte dell'e<strong>di</strong>toriale del car<strong>di</strong>nale Bagnasco pubblicato su<br />

Avvenire del 17 settembre e uno stralcio della prefazione del car<strong>di</strong>nale Ruini al Rapporto.<br />

IL CORAGGIO DI EDUCARE<br />

Cresce ogni giorno <strong>di</strong> più il<br />

consenso <strong>di</strong>ffuso, sia in ambito<br />

ecclesiale che in quello<br />

civile, circa la rilevanza<br />

dell'attuale emergenza educativa,<br />

che appena pochi<br />

giorni fa, nel corso della<br />

sua visita pastorale a Viterbo,<br />

Benedetto XVI definiva<br />

inelu<strong>di</strong>bile e prioritaria,<br />

«grande sfida per ogni comunità<br />

cristiana e per<br />

l'intera società». Se però si<br />

alzano <strong>numero</strong>se le voci<br />

che denunciano la crisi che<br />

attanaglia la riflessione e<br />

l'opera educativa, non è frequente<br />

che si giunga anche<br />

a in<strong>di</strong>viduarne le cause e a<br />

prospettare delle linee <strong>di</strong> intervento<br />

per una inversione<br />

<strong>di</strong> rotta.<br />

Il rapporto-proposta del Comitato<br />

per il progetto culturale<br />

"La sfida educativa",<br />

da oggi nelle librerie <strong>di</strong><br />

tutt'Italia, ha il pregio <strong>di</strong> non<br />

limitarsi alla segnalazione<br />

della debolezza educativa<br />

che caratterizza la società<br />

o<strong>di</strong>erna, comprese<br />

molte comunità<br />

cristiane,<br />

ma si spinge ad<br />

ad<strong>di</strong>tarne le cause<br />

principali e<br />

suggerisce gli<br />

obiettivi da perseguire<br />

per tornare<br />

dall'esilio<br />

educativo in cui<br />

sembra essersi<br />

confinata la civiltà<br />

occidentale.<br />

Davanti a un certo<br />

smarrimento<br />

delle motivazioni<br />

fondamentali<br />

dell' educazione,<br />

il Comitato<br />

per il progetto<br />

culturale evidenzia la necessità<br />

<strong>di</strong> ritrovare il "baricentro"<br />

dell' esperienza formativa,<br />

ossia una vera sapienza<br />

antropologica e una<br />

visione non riduttiva del fatto<br />

educativo. «Con il termine<br />

educazione – rammenta<br />

Benedetto XVI nella Caritas<br />

in veritate – non ci si riferisce<br />

solo all'istruzione o alla<br />

formazione al lavoro, entrambe<br />

cause importanti <strong>di</strong><br />

sviluppo, ma alla formazione<br />

completa della persona».<br />

A questo proposito,<br />

prosegue il Papa, «va sottolineato<br />

un aspetto problematico:<br />

per educare bisogna<br />

sapere chi è la persona<br />

umana, conoscerne la natura.<br />

L'affermarsi <strong>di</strong> una visione<br />

relativistica <strong>di</strong> tale natura<br />

pone seri problemi all' educazione,<br />

soprattutto all' educazione<br />

morale, pregiu<strong>di</strong>candone<br />

l' estensione a livello<br />

universale». Tra le po-<br />

vertà del nostro tempo, va<br />

annoverata anche la <strong>di</strong>menticanza<br />

dell' irriducibilità<br />

della persona umana,<br />

quoti<strong>di</strong>anamente attraversata<br />

dalla questione del<br />

senso del vivere e del morire,<br />

e del suo costitutivo essere<br />

relazione con il mondo,<br />

con gli altri, con l' infinito.<br />

Educare, dunque, è accompagnare<br />

ciascun in<strong>di</strong>viduo,<br />

lungo tutta la sua esistenza,<br />

nel cammino che lo<br />

porta a <strong>di</strong>ventare persona e<br />

ad assumere quella "forma"<br />

per cui l'uomo è autenticamente<br />

uomo. Tornando<br />

alle parole <strong>di</strong> Benedetto<br />

XVI a Viterbo, l'educazione<br />

«è proprio un processo <strong>di</strong><br />

Effatà, <strong>di</strong> aprire gli orecchi,<br />

il nodo della lingua e anche<br />

gli occhi». Ciò non potrà avvenire,<br />

però, senza l' opera<br />

paziente e qualificata <strong>di</strong><br />

educatori cre<strong>di</strong>bili e autorevoli,<br />

capaci <strong>di</strong> "generare"<br />

in un contesto <strong>di</strong> fiducia, <strong>di</strong><br />

libertà e <strong>di</strong> verità. Non ha<br />

torto chi sottolinea come<br />

l'attuale crisi educativa riguar<strong>di</strong><br />

primariamente la generazione<br />

adulta, cui spetta<br />

mostrare con la vita ciò<br />

che realmente vale e trasmettere<br />

un'ere<strong>di</strong>tà viva,<br />

da scoprire e rinnovare con<br />

responsabilità.<br />

Ugualmente essenziale, infatti,<br />

è da considerare il legame<br />

con la tra<strong>di</strong>zione in<br />

cui siamo innestati, che lungi<br />

dal ridursi a mera conservazione<br />

del passato e<br />

dall'imprigionare le risorse<br />

più nuove e originali, rende<br />

possibile in<strong>di</strong>rizzare proficuamente<br />

l' aspirazione <strong>di</strong><br />

ogni uomo a una pienezza<br />

<strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> felicità. Come attesta<br />

con chiarezza la rivelazione<br />

cristiana, essere uomo<br />

equivale ad essere figlio…<br />

Avvenire, 17 settembre 2009<br />

Ruini: L'educazione è un processo umano<br />

globale e primor<strong>di</strong>ale<br />

“L'educazione è un processo umano globale e primor<strong>di</strong>ale,<br />

nel quale entrano in gioco e sono determinanti soprattutto<br />

le strutture portanti – potremmo <strong>di</strong>re i fondamentali<br />

– dell'esistenza dell'uomo e della donna: quin<strong>di</strong><br />

la relazionalità e specialmente il bisogno <strong>di</strong> amore, la conoscenza,<br />

con l'attitu<strong>di</strong>ne a capire e a valutare, la libertà,<br />

che richiede anch'essa <strong>di</strong> essere fatta crescere ed<br />

educata, in un rapporto costante con la cre<strong>di</strong>bilità e<br />

l'autorevolezza <strong>di</strong> coloro che hanno il compito <strong>di</strong> educare”.


Quest'anno l'Azione Cattolica<br />

ha deciso <strong>di</strong> aprire il<br />

suo anno associativo con<br />

una festa <strong>di</strong>ocesana unitaria.<br />

Quali sono stati i motivi<br />

<strong>di</strong> questa decisione?<br />

L'idea <strong>di</strong> una festa e <strong>di</strong> una festa<br />

unitaria con cui aprire<br />

l'anno associativo è nata dal<br />

desiderio <strong>di</strong> far emergere tutta<br />

la bellezza, la gioia e la ricchezza<br />

dell'esperienza che<br />

quoti<strong>di</strong>anamente viviamo come<br />

associazione nelle nostre<br />

comunità parrocchiali,<br />

nei tanti paesi e nei mille<br />

quartieri della nostra <strong>di</strong>ocesi,<br />

tra la nostra gente, la gente<br />

comune. Un'esperienza<br />

che è fatta <strong>di</strong> impegno, <strong>di</strong> gratuità<br />

e <strong>di</strong> passione, e che è<br />

fondamentalmente volta ad<br />

offrire percorsi <strong>di</strong> crescita in<br />

umanità e nella fede a tutte<br />

le età perché l'incontro con il<br />

Signore plasmi, fin dalle profon<strong>di</strong>tà<br />

e in tutte le sue <strong>di</strong>mensioni,<br />

la vita <strong>di</strong> ciascuno.<br />

Siamo convinti che tutto<br />

questo è ricchezza anche<br />

per i luoghi che abitiamo.<br />

Per questo abbiamo scelto<br />

<strong>di</strong> andare per le strade. E<br />

non è un caso che la città<br />

scelta per sperimentare questa<br />

modalità <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong><br />

pubblica testimonianza sia<br />

proprio <strong>Nola</strong>. Cominciamo<br />

dal cuore stesso della nostra<br />

<strong>di</strong>ocesi per dare avvio a<br />

qualcosa che vorremmo contagiasse,<br />

che desse vita a ulteriori<br />

ed analoghe iniziative<br />

anche altrove. Ma questa<br />

scelta è anche per <strong>di</strong>re che<br />

quello dell'AC è un percorso<br />

che si intreccia con la concretezza<br />

del cammino <strong>di</strong> tutta<br />

la Chiesa <strong>di</strong>ocesana.<br />

Quello dell'educazione sarà<br />

un po' il filo rosso del<br />

prossimo decennio ed anche<br />

il recente convegno<br />

ecclesiale <strong>di</strong>ocesano ha<br />

avuto proprio l' educazione<br />

come tema. Secondo<br />

lei quali sono le cause che<br />

rendono la cura educativa<br />

così urgente, oggi?<br />

Credo che l'emergenza educativa<br />

si imponga oggi come<br />

la reale ra<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> gran parte<br />

dei problemi che viviamo come<br />

società e che essa consista<br />

non semplicemente nella<br />

fatica e nella <strong>di</strong>fficoltà<br />

dell'educare, che è in fondo<br />

<strong>di</strong> ogni tempo anche se in<br />

misura e in forme <strong>di</strong>verse,<br />

quanto piuttosto nel fatto<br />

che oggi si <strong>di</strong>spera della possibilità<br />

stessa dell'educare.<br />

È l'educazione in quanto tale<br />

che sembra a molti impresa<br />

impossibile o improponibile.<br />

In tal senso, come spesso<br />

abbiamo sentito ripetere<br />

anche nel recente convegno<br />

ecclesiale <strong>di</strong>ocesano, l'<br />

emergenza educativa è prima<br />

<strong>di</strong> tutto del mondo degli<br />

adulti che fa fatica ad assumere<br />

la propria responsabilità<br />

nei confronti delle giovani<br />

generazioni. Eppure, ci ricordava<br />

in quella stessa oc-<br />

casione il<br />

nostro arcivescovo,<br />

non<br />

p o s s i amorinunciare<br />

a<br />

q u e s t o<br />

compito<br />

che è un<br />

compito<br />

generativo.Educare<br />

è generare<br />

al<br />

senso della vita, aiutare a<br />

crescere verso la pienezza<br />

della vita.<br />

Con la nostra festa abbiamo<br />

voluto raccogliere l'invito <strong>di</strong><br />

padre Beniamino a riproporre<br />

il coraggio <strong>di</strong> educare, portando<br />

il confronto e la riflessione<br />

sul piano dell 'esperienza<br />

vissuta, mettendo a<br />

confronto esperienze educative<br />

<strong>di</strong>verse per coglierne<br />

il necessario intrecciarsi, e<br />

proponendo, attraverso i <strong>di</strong>fferenti<br />

momenti della festa<br />

esperienze che facciano gustare<br />

la bellezza <strong>di</strong> un' educazione<br />

a tutto campo,<br />

un'educazione che apra alla<br />

vita nella sua pienezza.<br />

L'Azione Cattolica <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />

conta 50 associazioni parrocchiali<br />

e circa 4mila soci.<br />

Qual è il contributo che<br />

l'Ac <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> può dare, a livello<br />

parrocchiale e a livello<br />

<strong>di</strong>ocesano, riguardo<br />

il tema dell' educazione?<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

Il 2, 3 e 4 ottobre l'Azione cattolica <strong>di</strong>ocesana ha iniziato l'anno associativo con una festa nella città <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>. Il 2<br />

ottobre, presso il teatro Umberto, si è svolto il convegno “Educare, sfide e risorse”, con la testimonianza <strong>di</strong> due<br />

genitori, Peppe Pantuliano e Elisabetta Barone, <strong>di</strong> suor Li<strong>di</strong>a Schettino, <strong>di</strong> Virginio Ferrara, <strong>di</strong>rigente<br />

scolastico, e <strong>di</strong> Franco Miano, presidente nazionale <strong>di</strong> Ac. Sabato 3 ottobre, nel pomeriggio, giovanissimi,<br />

giovani e adulti hanno visitato i più importanti monumenti storici e spirituali della città, concludendo poi in<br />

Episcopio con una cena tipica. Infine, domenica 4, grande festa unitaria in Seminario, con la presenza, a fianco<br />

ai più gran<strong>di</strong> e agli educatori, dei bambini e ragazzi dell'Acr. Nel pomeriggio della domenica la Santa Messa<br />

celebrata dal vescovo, padre Beniamino Depalma. Presenti, nei tre giorni, oltre 1500 persone <strong>di</strong> tutte le età,<br />

oltre a rappresentanti delle altre aggregazioni locali, delle istituzioni e della scuola. La festa <strong>di</strong>ocesana dell'Ac<br />

si è inserita nel percorso che la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> sta compiendo sul tema dell'educazione, e si pone in continuità<br />

con il convegno ecclesiale del 23-25 settembre. Il racconto completo all’in<strong>di</strong>rizzo www.azionecattolicanola.it,<br />

dove è possibile scaricare la programmazione associativa 2009/2010.<br />

FEDELI AL COMPITO EDUCATIVO<br />

La presidente dell'Azione cattolica, Pina De Simone, alla luce del weekend <strong>di</strong> festa del 2-4 ottobre,<br />

parla del contributo che l'Ac può dare alla sfida educativa <strong>di</strong> Enzo Formisano<br />

07<br />

È un contributo semplice e<br />

impegnativo. Ed è tutto nel<br />

continuare l'opera formativa<br />

che appartiene alla tra<strong>di</strong>zione<br />

dell'Azione Cattolica e<br />

che ne è la vocazione più<br />

specifica. La cura <strong>di</strong> tutte le<br />

età della vita, il sostegno offerto<br />

alla crescita in umanità<br />

e nella fede attraverso<br />

l'esperienza <strong>di</strong> gruppo e la<br />

presenza generosa <strong>di</strong> educatori<br />

e responsabili appassionati,<br />

l'idea <strong>di</strong> una formazione<br />

permanente vissuta<br />

in un contesto comunitario e<br />

or<strong>di</strong>nario, quello della vita<br />

delle nostre comunità parrocchiali,<br />

attraverso la sfida<br />

e la ricchezza del <strong>di</strong>alogo intergenerazionale,<br />

una proposta<br />

formativa che è per tutti<br />

e che mira a raggiungere<br />

tutti: tutto questo è la grande<br />

ricchezza e il contributo<br />

che l'Ac può offrire ancora<br />

oggi.


08<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

UN ITINERARIO TRA ARTE, STORIA E FEDE<br />

La seconda giornata della festa <strong>di</strong>ocesana dell'Ac, sabato 3 ottobre, è stata de<strong>di</strong>cata<br />

ad un viaggio spirituale e culturale tra i luoghi <strong>di</strong> culto <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />

<strong>di</strong> Angela Sorrentino<br />

Il tema dell'educazione, leit<br />

motiv della festa <strong>di</strong>ocesana<br />

dell'Azione Cattolica, è stato<br />

alla base <strong>di</strong> una delle iniziative<br />

che hanno consentito ai partecipanti<br />

all'evento <strong>di</strong> vivere,<br />

accanto alle esperienze <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo,<br />

<strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong> aggregazione,<br />

anche momenti <strong>di</strong> arricchimento<br />

culturale: il pomeriggio<br />

del 3 si è infatti svolto un<br />

percorso tra alcuni luoghi<br />

d'arte, <strong>di</strong> fede e <strong>di</strong> storia ubicati<br />

nei pressi <strong>di</strong> piazza Duomo.<br />

Dopo un momento <strong>di</strong> preghiera<br />

che dalle 18.00 ha visto tutti<br />

riuniti nella cattedrale <strong>di</strong> Santa<br />

Maria Assunta, e dopo una<br />

presentazione della serata da<br />

parte del vicario generale,<br />

don Pasquale D' Onofrio, i partecipanti,<br />

<strong>di</strong>visi in gruppi ed accompagnati<br />

dai volontari, hanno<br />

iniziato la scoperta delle<br />

chiese <strong>di</strong> Santa Maria Jacobi,<br />

dell' Annunziata, del Gesù, del<br />

Museo <strong>di</strong>ocesano e della Cattedrale<br />

<strong>di</strong> Santa Maria Assunta,<br />

punto <strong>di</strong> partenza e meta<br />

conclusiva della passeggiata.<br />

Alcuni dei monumenti inclusi<br />

nell'itinerario sono stati teatro<br />

<strong>di</strong> brevi performance <strong>di</strong> recitazione,<br />

<strong>di</strong> danza e <strong>di</strong> musica: ai<br />

partecipanti, infatti, è stato proposto<br />

un approccio ai molteplici<br />

linguaggi dell' arte<br />

nell'intento <strong>di</strong> suscitare emozioni<br />

evocatrici <strong>di</strong> valori ispirati<br />

alla fede, alla bellezza e alla<br />

cultura.<br />

Nella me<strong>di</strong>evale chiesa <strong>di</strong> Santa<br />

Maria Jacobi, annessa ad<br />

un convento un tempo abitato<br />

da suore clarisse, una serie <strong>di</strong><br />

affreschi (tra i quali in particolare<br />

quello della Madonna<br />

dell'Umiltà) ha fatto da cornice<br />

alla lettura <strong>di</strong> un Carme <strong>di</strong> san<br />

Paolino <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> e <strong>di</strong> un Fioretto<br />

<strong>di</strong> san Francesco d'Assisi.<br />

La visita alla chiesa dell'<br />

Annunziata è stata invece accompagnata<br />

dall' ascolto <strong>di</strong> un<br />

brano <strong>di</strong> musica barocca: la<br />

settima sonata dell'op. 5 del<br />

violinista e compositore<br />

Arcangelo Corelli (1653-<br />

1713). Fondata nel 1769 dalla<br />

Congregazione degli Artisti, la<br />

chiesa presenta una straor<strong>di</strong>naria<br />

tela <strong>di</strong> Angelo Mozzillo,<br />

raffigurante la Presentazione<br />

al tempio <strong>di</strong> Maria Vergine.<br />

Altra chiesa visitata è stata<br />

quella del Gesù, legata al significativo<br />

passaggio dei gesuiti<br />

a <strong>Nola</strong> (XVI-XVIII secc.) e<br />

alla vicenda personale della<br />

contessa Maria Sanseverino,<br />

vedova <strong>di</strong> Enrico Orsini, ultimo<br />

conte <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>; la nobildonna<br />

favorì l' istituzione<br />

<strong>di</strong> un collegio in città,<br />

donando a tal fine<br />

all'or<strong>di</strong>ne gesuitico il palazzo<br />

<strong>di</strong> famiglia. In chiesa<br />

si conserva un pregevole<br />

<strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Girolamo<br />

Imparato: la Circoncisione<br />

<strong>di</strong> Gesù.<br />

Al Museo <strong>di</strong>ocesano, il tema<br />

dell'Annunciazione raffigurato<br />

nel <strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Cristoforo<br />

Scacco (XV-XVI secc.), opera<br />

un tempo collocata nella chiesa<br />

del Collegio e poi confluita<br />

nella collezione d'arte sacra<br />

esposta al museo, ha ispirato<br />

una coreografia eseguita da<br />

giovani artisti nel salone dei<br />

Medaglioni, sulle note del brano<br />

musicale Hágase en mi<br />

(“Si compia in me”, <strong>di</strong> suor<br />

Glenda Valeska Hernández<br />

Aguayo, cilena, teologa, cantautrice<br />

<strong>di</strong> musica cristiana<br />

contemporanea).<br />

Esperienza intensa è stata, infine,<br />

la visita alla cattedrale<br />

dell'Assunta, illustrata dal no-<br />

vello sacerdote Luigi Vitale: il<br />

duomo, con la cappella de<strong>di</strong>cata<br />

a san Paolino e la cripta<br />

<strong>di</strong> san Felice, ha raccontato,<br />

attraverso l'architettura e le<br />

opere d'arte presenti, l' esempio<br />

<strong>di</strong> vita cristiana dei nostri<br />

due santi, documentando, altresì,<br />

la millenaria storia della<br />

<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>.<br />

Messaggio <strong>di</strong> padre Beniamino all’AC<br />

Carissimi amici dell'Azione cattolica,<br />

illustri ospiti e autorità presenti in sala...<br />

...è bello per me inviare un messaggio a persone che fanno festa<br />

intorno ad un tema come quello dell'educazione. Un tema che <strong>di</strong><br />

solito si associa a riflessioni amare, ad<strong>di</strong>rittura tendenti al<br />

<strong>di</strong>sfattismo. Invece la vostra presenza qui, stasera, in continuità<br />

con il convegno ecclesiale della scorsa settimana, ci <strong>di</strong>ce che “ce<br />

la possiamo fare”.<br />

Proprio così: “Ce la possiamo fare”. La sfida educativa non è<br />

persa in partenza. Finché ci saranno persone <strong>di</strong>sposte a<br />

spendersi con passione per l'altro, finché ci saranno persone<br />

<strong>di</strong>sposte a formarsi severamente per essere testimoni cre<strong>di</strong>bili e<br />

maestri autentici, finché ci saranno persone che hanno chiaro il<br />

fine stesso dell'educazione non dobbiamo <strong>di</strong>sperare.<br />

Il fine dell'educazione, cari amici, è riscoprirci uomini e donne fino<br />

in fondo. Uomini e donne capaci <strong>di</strong> interiorità, <strong>di</strong> fraternità, <strong>di</strong><br />

responsabilità, come <strong>di</strong>ce bene il vostro Progetto formativo.<br />

Sono grato, davvero grato, <strong>di</strong> ciò che fate per la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>.<br />

L'Azione cattolica <strong>di</strong>ocesana, e le singole associazioni<br />

parrocchiali, sono seme <strong>di</strong> ecclesialità in<strong>di</strong>spensabile. Gli adulti e<br />

i giovani <strong>di</strong> Ac sono una colonna della nostra azione pastorale,<br />

ancora <strong>di</strong> più oggi che abbiamo sancito, finalmente, il passaggio<br />

“dagli uffici agli ambiti”, che pone al centro la persona con i suoi<br />

bisogni reali. Questa “centralità della persona” è patrimonio<br />

dell'associazione, è l'alfabeto dei vostri processi educativi e<br />

formativi. Gli adolescenti e i ragazzi sono invece il sorriso delle<br />

nostre comunità. Guardando a loro tiriamo un grande sospiro <strong>di</strong><br />

sollievo: il mondo è più bello <strong>di</strong> come ce lo vogliono descrivere!<br />

Voglio ringraziarvi, tutti voi presenti, anche per lo sforzo <strong>di</strong> vivere<br />

la sfida educativa in un'ottica sinergica. Al tavolo dei relatori ci<br />

sono genitori, <strong>di</strong>rigenti scolastici, religiosi impegnati nella cura del<br />

<strong>di</strong>sagio, rappresentanti delle istituzioni. Pur avendo storie <strong>di</strong>verse<br />

abbiamo un obiettivo comune: vogliamo lasciare alle nuove<br />

generazioni un mondo migliore. Utopia? Vi chiedo <strong>di</strong> aver fiducia<br />

nel Signore Gesù, che agli scettici seppe contrapporre una<br />

testimonianza luminosa e una parola sapiente, fondate<br />

sull'obbe<strong>di</strong>enza al Padre.<br />

Carissimi amici dell'Ac, e voi tutti presenti, vi affido alla protezione<br />

delle vostre figure <strong>di</strong> santità, e in particolar modo <strong>di</strong> Armida<br />

Barelli, Giuseppe Toniolo, Pier Giorgio Frassati, Alberto Marvelli<br />

e Nennolina. In comunione con i laici e gli assistenti dell'Ac <strong>di</strong><br />

<strong>Nola</strong> che non ci sono più e che tanto ci hanno donato, invoco su <strong>di</strong><br />

voi la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Dio Onnipotente.<br />

Con affetto fraterno,<br />

padre Beniamino


INIZIATIVE DIOCESANE PER L’ANNO SACERDOTALE<br />

Ottobre 2009<br />

5 – Settimo decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo, parrocchia<br />

San Michele Arcangelo <strong>di</strong> Ottaviano<br />

20 – Incontro decanale<br />

Novembre 2009<br />

3 – Incontro con Vittorio Nozza, <strong>di</strong>rettore nazionale Caritas italiana,<br />

sul tema “Educare alla testimonianza della carità”<br />

9-13 – Esercizi spirituali in Foligno<br />

16 – Ottavo decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo,<br />

parrocchia Ave Gratia Plena in Torre Annunziata<br />

17 – Incontro decanale<br />

Dicembre 2009<br />

1 – Ritiro d'Avvento con Daniele Moretto, monaco <strong>di</strong> Bose, ad Ostuni<br />

7 – Sesto decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo, santuario<br />

<strong>di</strong> Madonna dell'Arco in Sant'Anastasia<br />

22 – Incontro decanale<br />

Gennaio 2010<br />

11 – Quinto decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo, parrocchia<br />

San Giovanni evangelista <strong>di</strong> Mariglianella<br />

19 – Incontro decanale<br />

Febbraio 2010<br />

8-9-10 - Aggiornamento con padre Marko Ivan Rupnik sul tema<br />

“L'accompagnamento e la paternità spirituale”<br />

15 – Secondo decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo,<br />

parrocchia Santa Marina in Avella<br />

16 – Incontro decanale<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

09<br />

Marzo 2010<br />

1 – Primo decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo, parrocchia<br />

san Felice Vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />

2 – Ritiro <strong>di</strong> Quaresima con Daniele Moretto, monaco <strong>di</strong> Bose, ad<br />

Ostuni<br />

16 – Incontro decanale<br />

Aprile 2010<br />

1 – Giovedì Santo – Santa Messa del Crisma<br />

5-10 – Pellegrinaggio Ars, Paray Le Monial, Parigi, Taizé, Cluny, Lione<br />

12 – Quarto decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo,<br />

parrocchia San Sebastiano Martire <strong>di</strong> Brusciano<br />

20 – Incontro decanale<br />

Maggio 2010<br />

5 – Ritiro <strong>di</strong> Pentecoste con Daniele Morello, monaco <strong>di</strong> Bose, ad<br />

Ostuni<br />

10 – Terzo decanato, sacerdoti e laici in preghiera con il Vescovo, parrocchia<br />

santi Margherita e Potito <strong>di</strong> Lauro<br />

18 – Incontro decanale<br />

Giugno 2010<br />

15 – Incontro decanale<br />

19 – Conclusione dell'anno sacerdotale<br />

21 – Pellegrinaggio sacerdotale a Cimitile<br />

28 giugno – 3 luglio – sacerdoti del primo decennio ad Ischia<br />

Esercizi spirituali<br />

5 – 12 luglio – a Montevergine con don Alessandro Pronzato<br />

8 – 12 novembre – ad Assisi con padre Hermes Ronchi


10<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

Il 14 settembre si è svolta in Cattedrale l'or<strong>di</strong>nazione sacerdotale <strong>di</strong> Paolino Franzese,<br />

Luigi Vitale e Salvatore Purcaro.<br />

UNA VOCAZIONE CHE EMOZIONA…<br />

Viaggio breve nelle storie <strong>di</strong> Paolino, Salvatore e Luigi, i tre nuovi sacerdoti della<br />

nostra <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> Alfonso Lanzieri<br />

Nel Vangelo <strong>di</strong> Luca, al capitolo<br />

primo, leggiamo dal Cantico<br />

<strong>di</strong> Zaccaria: ‹‹Benedetto il<br />

Signore Dio <strong>di</strong> Israele perché<br />

ha visitato e redento il suo popolo››.<br />

Zaccaria esulta per la<br />

nascita <strong>di</strong> un profeta, Giovanni<br />

il Battista, suo figlio, voce <strong>di</strong><br />

Dio in mezzo al suo popolo. In<br />

qualche modo anche noi, allora,<br />

siamo giustificati a ripetere<br />

le medesime parole <strong>di</strong> fronte<br />

all' esperienza <strong>di</strong> Paolino<br />

Franzese, Luigi Vitale e Salvatore<br />

Purcaro, or<strong>di</strong>nati preti<br />

lo scorso 14 settembre: le loro<br />

vite, messe al servizio della<br />

nostra chiesa nolana, sono il<br />

segno – la prova, se si vuole –<br />

che il Signore vive in mezzo a<br />

noi, si introduce nelle esistenze,<br />

le trasforma, le fa Sua Voce<br />

e Azione tra <strong>di</strong> noi, per noi.<br />

Nel solco <strong>di</strong> queste riflessioni,<br />

le parole <strong>di</strong> uno dei nuovi presbiteri,<br />

Don Luigi, da me raggiunti<br />

per un breve colloquio:<br />

“Mi chie<strong>di</strong> cosa vorrei <strong>di</strong>re col<br />

mio essere prete? Vorrei essere<br />

un riflesso della presenza<br />

del Signore nella comunità.<br />

Essere Sue mani, Suoi pie<strong>di</strong>,<br />

Suoi occhi”. Prosegue Don<br />

Salvatore: “Di ogni prete, e<br />

spero anche per me, si dovrebbe<br />

poter <strong>di</strong>re quel che si<br />

<strong>di</strong>ceva <strong>di</strong> Gesù stesso e cioè<br />

che passava tra la gente beneficando”;<br />

Dio in mezzo al suo<br />

popolo, lo <strong>di</strong>cevamo. Entra in<br />

alcune storie e le fa Sue per<br />

metterle totalmente al servizio<br />

del mondo. Come avviene<br />

tutto ciò? Ancora Don Luigi:<br />

“Nella mia esistenza Dio è entrato<br />

goccia a goccia, lentamente<br />

ma inesorabilmente.<br />

Nell'adolescenza frequentavo<br />

i campi estivi dell'Azione<br />

Cattolica. Verso i <strong>di</strong>ciannove<br />

anni ho conosciuto i salesiani<br />

e altri gruppi. Un'altra esperienza<br />

significativa <strong>di</strong> Chiesa<br />

è rappresentata dal MEIC<br />

(Movimento ecclesiale <strong>di</strong> impegno<br />

culturale ndr)”. In fondo<br />

a questo percorso,<br />

l'approdo ad un momento particolarmente<br />

importante: “E'<br />

stato alla fine del mio servizio<br />

civile, speso alla Caritas; al<br />

termine <strong>di</strong> quel cammino avevo<br />

delle cose dentro da verificare,<br />

cercavo una maggiore<br />

ra<strong>di</strong>calità evangelica.<br />

Poi nel 2000, la<br />

chiara volontà <strong>di</strong><br />

mettermi a <strong>di</strong>sposizione<br />

del Signore<br />

anche se non avevo<br />

ancora ben chiaro<br />

se come prete o<br />

altro”. Don Salvatore<br />

parte da più lontano:<br />

“Il Signore ha<br />

un percorso per noi<br />

pensato dall' eternità,<br />

la mia chiamata<br />

è iniziata, possiamo dunque<br />

<strong>di</strong>re, nel giorno della mia<br />

nascita. Nel resto della vita,<br />

nelle importanti esperienze<br />

parrocchiali e in particolar modo<br />

nell'Azione Cattolica, ho<br />

avuto modo <strong>di</strong> scoprirla e appropriarmene”.<br />

‹‹Chi ama vuole<br />

conoscere. (…)Ciò vuol <strong>di</strong>re<br />

che la <strong>di</strong>sponibilità a uno<br />

stu<strong>di</strong>o serio e scrupoloso è un<br />

segno della serietà della vocazione››.<br />

Così scriveva<br />

l'attuale Papa, in alcuni vecchi<br />

appunti <strong>di</strong> ecclesiologia, e<br />

queste considerazioni ci permettono<br />

<strong>di</strong> riprendere, con<br />

sguardo più profondo, il rac-<br />

conto. Don Luigi: “Quando decisi<br />

<strong>di</strong> mettere la mia vita al<br />

servizio del Vangelo, mi misi<br />

subito a stu<strong>di</strong>are teologia, anche<br />

per arricchire <strong>di</strong> elementi<br />

e utili strumenti la mia scelta<br />

vocazionale”. Prosegue Don<br />

Salvatore: “Lo stu<strong>di</strong>o per un<br />

chiamato non è un tempo, ma<br />

una con<strong>di</strong>zione permanente<br />

per servire la Chiesa”. Nella<br />

storia <strong>di</strong> questi tre giovani preti<br />

ve<strong>di</strong>amo scorrere gli anni,<br />

ne leggiamo in filigrana le gioie,<br />

le scoperte e anche le<br />

fatiche. Elmar Salmann,<br />

a proposito, scrive:<br />

‹‹Non è una cosa “carina”,<br />

un cammino vocazionale››,<br />

non è acqua<br />

zuccherata, insomma,<br />

non è pacifico e sazio<br />

percorso. La tua storia è<br />

<strong>di</strong>velta e ripiantata in altro<br />

luogo. Don Paolino<br />

Franzese rivela: “Non<br />

posso <strong>di</strong>re che il mio<br />

cammino vocazionale<br />

sia stato costellato <strong>di</strong><br />

enormi <strong>di</strong>fficoltà, eppure<br />

soprattutto all'inizio fu<br />

dura…lasciare casa, famiglia,<br />

amici, il mio solito<br />

giro insomma. E' un <strong>di</strong>stacco<br />

necessario all'inizio,<br />

ma non indolore”. Anche per<br />

Don Paolino, l'incontro con<br />

Dio non è un'improvvisa svolta<br />

dalle tonalità bibliche, ma<br />

l'ascolto <strong>di</strong> una voce che si fa<br />

sempre più invadente nel corso<br />

dei giorni, a partire da<br />

un'ora ben precisa: “E' il 5 aprile<br />

del 1997 - narra Paolino - e<br />

nella mia parrocchia c'è l' or<strong>di</strong>nazione<br />

sacerdotale <strong>di</strong> un giovane.<br />

Durante il rito pensai<br />

che questo ragazzo aveva<br />

gettato la sua vita nelle mani<br />

<strong>di</strong> Dio, fidandosi completamente<br />

<strong>di</strong> Lui. Anche io dovrei<br />

fare così? Fidarmi <strong>di</strong> Lui?<br />

Anche per me, forse, Dio ha<br />

un progetto come l'ha avuto<br />

per questo giovane? Da allo-<br />

ra queste domande iniziarono<br />

a martellarmi dall'interno.<br />

Tempo dopo, maturai che il <strong>di</strong>segno<br />

<strong>di</strong> Dio per la mia esistenza<br />

era effettivamente il sacerdozio”.<br />

Vocazione come<br />

seduzione quin<strong>di</strong>, innamoramento<br />

in cui si mette in gioco<br />

la propria vita e in cui Dio stesso<br />

si mette in gioco legando,<br />

se così possiamo esprimerci,<br />

il suo destino alla Chiesa, Suo<br />

popolo che visita, incessantemente.<br />

CHI SONO I NUOVI<br />

SACERDOTI<br />

Luigi Vitale<br />

15 settembre 1969<br />

Parrocchia <strong>di</strong> provenienza:<br />

Maria SS. Assunta <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />

(Chiesa cattedrale <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>)<br />

Salvatore Purcaro<br />

4 giugno 1981<br />

Parrocchia <strong>di</strong> provenienza:<br />

Maria SS. Del Rosario <strong>di</strong><br />

Pomigliano d'Arco<br />

Paolino Franzese<br />

5 giugno 1982<br />

Parrocchia <strong>di</strong> provenienza:<br />

San Biagio <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>


SIATE SANTI !<br />

Le suggestioni dell'or<strong>di</strong>nazione sacerdotale <strong>di</strong> Paolino, Luigi e Salvatore<br />

<strong>di</strong> Marco Antonio Napolitano<br />

“Siate santi! Questa è la consegna<br />

che vi fa il vescovo,<br />

questa sera! Siate santi! Perché<br />

in questo momento della<br />

storia soltanto i preti santi<br />

cambiano la cultura ed incidono<br />

nella società! Siate santi,<br />

non attivisti, santi! Siate uomini<br />

<strong>di</strong> fede dalla testa ai pie<strong>di</strong>.<br />

La fede sia la vostra professione.<br />

Siate uomini <strong>di</strong> fede<br />

per accompagnare tutti nella<br />

fede”.<br />

Con questo intenso invito il nostro<br />

vescovo, padre Beniamino<br />

Depalma, ha reso il senso<br />

della solenne celebrazione<br />

che si è svolta nella nostra Basilica-Cattedrale<br />

il 14 settembre<br />

scorso, festa dell' esaltazione<br />

della Santa Croce. Durante<br />

il solenne pontificale, infatti,<br />

a tre giovani della nostra<br />

<strong>di</strong>ocesi è stato conferito il sacro<br />

or<strong>di</strong>ne del presbiterato. A<br />

don Paolino Franzese, <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>,<br />

a don Salvatore Purcaro,<br />

<strong>di</strong> Pomigliano d'Arco e a don<br />

Luigi Vitale, <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> “non è stato<br />

consegnato un potere”, ha<br />

sottolineato il Vescovo nel corso<br />

della sua omelia: “Non vi<br />

viene consegnata un carriera<br />

[…] Vi viene consegnata una<br />

grande grazia! Voi <strong>di</strong>ventate<br />

sacramento vivente <strong>di</strong> Gesù<br />

Cristo. Siete un vaso <strong>di</strong> coccio,<br />

con tutti i limiti, ma in questo<br />

vaso <strong>di</strong> coccio questa sera<br />

scende la grandezza<br />

dell'amore <strong>di</strong> Dio. Gesù Cristo<br />

<strong>di</strong>viene l'asse portante della<br />

vostra vita e voi potete ripetere<br />

con Paolo: non sono più io<br />

che vivo, è Gesù Cristo che vive<br />

in me”.<br />

Con la liturgia <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione,<br />

vissuta con grande intensità e<br />

partecipazione dalle tante persone<br />

che gremivano la cattedrale,<br />

il vescovo ha invocato<br />

sugli eletti lo “Spirito <strong>di</strong> Santità”,<br />

perché potessero adempiere<br />

fedelmente “il ministero<br />

del secondo grado sacerdotale”<br />

e ha pregato perché<br />

“con il loro esempio gui<strong>di</strong>no<br />

tutti a un'integra condotta <strong>di</strong> vi-<br />

ta” (dalla Liturgia <strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nazione).<br />

I tre giovani, da parte<br />

loro, hanno assunto solennemente<br />

gli impegni connessi<br />

con il ministero del presbiterato,<br />

tra i quali quello <strong>di</strong> “essere<br />

sempre più strettamente<br />

uniti a Cristo sommo sacerdote,<br />

che come vittima pura si<br />

è offerto al Padre per noi, consacrando<br />

voi stessi a Dio insieme<br />

con lui per la salvezza<br />

<strong>di</strong> tutti gli uomini” (dalla Liturgia<br />

<strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nazione). Poi, con<br />

le mani congiunte in quelle<br />

del Vescovo, ciascuno degli<br />

eletti ha promesso a lui e ai suoi<br />

successori “filiale rispetto e<br />

obbe<strong>di</strong>enza”.<br />

Al canto delle litanie, con il<br />

quale la Chiesa prega Dio Padre<br />

onnipotente, per intercessione<br />

dei Santi, perché colmi<br />

dei suoi doni coloro che ha voluto<br />

chiamare all'or<strong>di</strong>ne del<br />

presbiterato, i tre can<strong>di</strong>dati si<br />

sono prostrati a terra, in segno<br />

<strong>di</strong> fiducioso abbandono<br />

alla volontà del Signore.<br />

Il rito dell'or<strong>di</strong>nazione vero e<br />

proprio si compone dal rito<br />

dell'imposizione delle mani e<br />

dalla recita della preghiera <strong>di</strong><br />

consacrazione. Il primo gesto<br />

significa la comunicazione, attraverso<br />

l'imposizione delle<br />

mani del vescovo, del dono<br />

dello Spirito per la santificazione<br />

interiore degli eletti. È<br />

un momento suggestivo e solenne,<br />

tantoché la liturgia prescrive<br />

che si svolga, per quanto<br />

possibile, in un silenzio<br />

orante dell'assemblea, dei ministri<br />

e degli eletti. Tutti i sacerdoti<br />

presenti hanno imposto<br />

le mani sui can<strong>di</strong>dati, sfilando<br />

<strong>di</strong>nanzi ai tre giovani,<br />

che, in atteggiamento <strong>di</strong> profonda<br />

preghiera, hanno ricevuto<br />

quel gesto che si compiva<br />

già nella Chiesa delle origini<br />

per il conferimento del dono<br />

del ministero da parte degli<br />

Apostoli: «Ti ricordo <strong>di</strong> ravvivare<br />

il dono <strong>di</strong> Dio che è in te<br />

per l' imposizionedelle<br />

mie mani»<br />

(2Tm<br />

1,6).<br />

La preghiera<br />

<strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione,<br />

che il<br />

vescovo ha<br />

recitato subito<br />

dopo, è<br />

un'invocazi<br />

one rivolta<br />

al Padre,<br />

perché colmi<br />

del dono<br />

dello Spirito<br />

gli eletti, li<br />

configuri a<br />

Cristo sacerdote<br />

e<br />

ne faccia il segno della sua iniziativa<br />

d'amore nella vita della<br />

comunità. “Siano degni cooperatori<br />

dell'or<strong>di</strong>ne episcopale,<br />

perché la parola del vangelo<br />

me<strong>di</strong>ante la loro pre<strong>di</strong>cazione,<br />

con la grazia dello Spirito<br />

Santo, fruttifichi nel cuore<br />

degli uomini, e raggiunga i<br />

confini della terra” (dalla Liturgia<br />

<strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione): nella preghiera<br />

consacratoria emerge<br />

con decisione come il ministero<br />

presbiterale non sia dato<br />

per l'utilità propria. Esso è<br />

donato e ricevuto per la Chiesa<br />

e per il mondo.<br />

All'imposizione delle mani e<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

11<br />

alla preghiera <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione,<br />

che costituiscono il “cuore”<br />

della Liturgia <strong>di</strong> Or<strong>di</strong>nazione,<br />

sono seguiti i cosiddetti riti<br />

esplicativi, per mezzo dei quali<br />

la liturgia intende significare<br />

con altri gesti visibili la nuova<br />

realtà che si è compiuta e la <strong>di</strong>gnità<br />

che è stata conferita.<br />

Innanzitutto i novelli sacerdoti<br />

sono stati rivestiti da altri presbiteri<br />

della stola e della casula,<br />

quin<strong>di</strong> il vescovo ha unto le<br />

loro mani con l'olio del Crisma<br />

in segno <strong>di</strong> consacrazione.<br />

Questo gesto esprime la conformità<br />

a Cristo: come egli è<br />

stato unto da Dio Padre nello<br />

Spirito Santo e consacrato<br />

sommo sacerdote, così i sacerdoti<br />

partecipano della sua<br />

<strong>di</strong>gnità. Quin<strong>di</strong> padre Beniamino<br />

ha posto la patena con il<br />

pane e il calice del vino nelle<br />

mani <strong>di</strong> ciascun or<strong>di</strong>nato inginocchiato<br />

davanti a lui, <strong>di</strong>cendo:<br />

“Ricevi le offerte del popolo<br />

santo per il sacrificio eucaristico.<br />

Ren<strong>di</strong>ti conto <strong>di</strong> ciò<br />

che farai, imita ciò che celebrerai,<br />

conforma la tua vita al<br />

mistero della croce <strong>di</strong> Cristo<br />

Signore”. Questo triplice invito,<br />

che richiama gli or<strong>di</strong>nati alla<br />

considerazione della grandezza<br />

del dono alla quale sono<br />

stati chiamati me<strong>di</strong>ante la<br />

conformazione a Cristo è stato<br />

significativamente scelto<br />

da Paolino, Salvatore e Luigi<br />

come motto che hanno apposto<br />

sull'immagine-ricordo della<br />

celebrazione, quasi a compen<strong>di</strong>are<br />

in poche parole il significato<br />

della or<strong>di</strong>nazione<br />

presbiterale nelle loro vite.<br />

L'abbraccio <strong>di</strong> pace, scambiato<br />

dagli or<strong>di</strong>nati con il vescovo<br />

e con tutti i sacerdoti,<br />

ha rappresentato ancor più visibilmente<br />

l'ingresso <strong>di</strong> questi<br />

tre giovani nel collegio presbiterale.<br />

I novelli sacerdoti hanno<br />

poi concelebrato con padre<br />

Beniamino il sacrificio eucaristico.


12<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

UNA FESTA SENZA FINE<br />

Emilio Ventre e Tommaso Ferraro or<strong>di</strong>nati <strong>di</strong>aconi il 21 settembre<br />

<strong>di</strong> Salvatore Purcaro<br />

Lunedì 21 settembre 2009, festa liturgica <strong>di</strong> San<br />

Matteo Apostolo, nella Basilica-cattedrale <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> il<br />

nostro vescovo P. Beniamino ha or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong>aconi<br />

due giovani in cammino verso il sacerdozio:<br />

Tommaso Ferraro della comunità parrocchiale <strong>di</strong><br />

San Gennaro in San Gennarello <strong>di</strong> Ottaviano ed<br />

Emilio Ventre della comunità parrocchiale dei Santi<br />

Margherita e Potito in<br />

Lauro.<br />

L'or<strong>di</strong>nazione <strong>di</strong>aconale<br />

nell'itinerario <strong>di</strong> formazione<br />

verso il presbiterato non è<br />

semplicemente una tappa<br />

<strong>di</strong> passaggio, conferisce<br />

piuttosto una speciale<br />

conformazione a Cristo<br />

servo che li caratterizzerà<br />

per tutto il resto della loro<br />

v i t a . A n c h e q u a n d o<br />

saranno or<strong>di</strong>nati presbiteri<br />

non perderanno l'identità<br />

<strong>di</strong>aconale che hanno<br />

ricevuto.<br />

Dal Concilio Vaticano II<br />

n e l l a c o m p r e n s i o n e<br />

ecclesiale è riemersa una<br />

rinnovata attenzione al<br />

<strong>di</strong>aconato. La presenza <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>aconi nella vita e nella<br />

missione della chiesa è<br />

memoria perenne <strong>di</strong> quel Gesù, maestro e Signore<br />

che “lava i pie<strong>di</strong>” mettendosi a servizio della<br />

comunità.<br />

Siamo grati al Signore che per l'imposizione delle<br />

mani e la preghiera consacratoria del nostro<br />

vescovo ha donato alla sua chiesa un ulteriore<br />

segno della sua presenza viva e operante. A<br />

Tommaso ed Emilio l'augurio dell'intera comunità<br />

<strong>di</strong>ocesana affinché siano annunciatori instancabili e<br />

testimoni fedeli della Parola che salva.<br />

in <strong>di</strong>alogo - mensile della Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />

Redazione: via San Felice n.29 - 80035 <strong>Nola</strong> (Na)<br />

Autorizzazione del tribunale <strong>di</strong> Napoli n. 3393 del 7 marzo 1985<br />

Direttore responsabile: Marco Iasevoli<br />

Con<strong>di</strong>rettore: Luigi Mucerino<br />

In redazione: Michele Amoruso, Enzo Formisano, Gennaro<br />

Morisco, Mariangela Parisi<br />

Vignettista: Pasquale Esposito<br />

Stampa: Giannini Presservice via San Felice, 27 - 80035 <strong>Nola</strong> (Na)<br />

Abbonamento annuale: € 10. Versamento da effettuare sul<br />

<strong>numero</strong> <strong>di</strong> Conto corrente postale 18524801 intestato a<br />

“<strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> – Ufficio economato”, causale “abbonamento<br />

In <strong>di</strong>alogo”. Parrocchie, istituti religiosi, aggregazioni laicali e<br />

istituzioni possono chiedere la ricezione presso un solo in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong><br />

più copie.


Una grande nuvola bianca si<br />

staglia imponente nel cielo <strong>di</strong><br />

un azzurro terso ben al <strong>di</strong> sopra<br />

della fosca coltre <strong>di</strong> caligine<br />

che copre la fitta conurbazione<br />

alle pen<strong>di</strong>ci del Vesuvio.<br />

Illuminata dal sole abbacinante<br />

<strong>di</strong> agosto l 'impalpabile<br />

massa can<strong>di</strong>da è solenne e<br />

possente come la maestosa<br />

cattedrale <strong>di</strong> Burgos. Da lì, sospesi<br />

nel vuoto a ventimila pie<strong>di</strong>,<br />

la Weltanschauung si inverte<br />

ra<strong>di</strong>calmente: case, palazzi,<br />

viadotti e tutte le mastodontiche<br />

opere <strong>di</strong> alta ingegneria<br />

umana si riducono a <strong>di</strong>mensioni<br />

infinitesime: tutto risulta<br />

piccolo e risibile in confronto<br />

allo smisurato batuffolo<br />

<strong>di</strong> vapore acqueo. E' il senso<br />

dell' incommensurabile che risveglia<br />

la consapevolezza<br />

della estrema finitu<strong>di</strong>ne<br />

dell'uomo, precario e fragile<br />

come tutte le sue creazioni.<br />

Nel contempo, però, tale<br />

smarrimento suscita la percezione<br />

del sublime e consente<br />

<strong>di</strong> assurgere, sia pure per un<br />

istante e in forma esclusivamente<br />

intuitiva, alla inviolabile<br />

<strong>di</strong>mensione trascendente<br />

dell'inconoscibile, del noume-<br />

no, dell'essere.<br />

Queste le sensazioni e i pensieri<br />

che percorrono il dedalo<br />

della mente in volo verso i luoghi<br />

santi, luoghi sacri, ma anche<br />

luoghi della memoria e<br />

del mito. Il viaggio in Terra<br />

Santa, anche per chi non vi è<br />

mai stato prima, è sempre e<br />

comunque un nóstos, un ritorno<br />

all'infanzia del mondo cristiano,<br />

alle origini del proprio<br />

credo. A <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> qualsiasi<br />

altro iter attraverso nuove<br />

mete, infatti, appena si sbarca<br />

in Israele e ci si incammina<br />

per quella che un tempo era la<br />

via maris, la toponomastica<br />

inizia ad evocare ricor<strong>di</strong> <strong>di</strong> località<br />

frequentate <strong>di</strong> continuo<br />

nella lettura delle sacre scritture.<br />

Nomi come Cana, Cafarnao,<br />

Tiberiade, che da sempre<br />

ciascuno, con gli occhi della<br />

fantasia, si era figurato con<br />

un proprio aspetto, ora acqui-<br />

stano contorni niti<strong>di</strong> e fattezze<br />

materiali e concrete. Fortunatamente<br />

spesso la realtà supera<br />

<strong>di</strong> gran lunga anche<br />

l'immaginazione più fervida<br />

sventando il rischio <strong>di</strong> un atto<br />

spoetizzante che possa lasciare<br />

delusi.<br />

Quando, la sera del primo<br />

agosto, il gruppo <strong>di</strong> giovani e<br />

meno giovani della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

<strong>Nola</strong> capitanati dal vescovo<br />

mons. Beniamino Depalma,<br />

dal vicario generale don Lino<br />

D'Onofrio e da uno stuolo <strong>di</strong><br />

giovani parroci, lascia il moderno<br />

e accogliente aeroporto<br />

internazionale <strong>di</strong> Tel Aviv alla<br />

volta <strong>di</strong> Nazareth, si ritrova<br />

a contemplare il suggestivo<br />

spettacolo del tramonto. Gradatamente<br />

il crepuscolo si<br />

stende da oriente calando su<br />

colline aride costellate <strong>di</strong> piccoli<br />

centri abitati sormontati<br />

dalle immancabili luci ver<strong>di</strong><br />

dei minareti delle moschee.<br />

La terra arsa e l'afa soffocante<br />

danno imme<strong>di</strong>atamente misura<br />

della fatica, della <strong>di</strong>fficoltà<br />

<strong>di</strong> abitare e coltivare quei<br />

territori.<br />

Il caso ci ha assegnato una<br />

guida d'eccezione, il francescano<br />

padre Eugenio Alliata,<br />

affermato archeologo, docente<br />

<strong>di</strong> topografia <strong>di</strong> Gerusalemme<br />

allo Stu<strong>di</strong>um Biblicum<br />

Franciscanum. I Francescani<br />

possiedono la maggior parte<br />

dei santuari cattolici nei <strong>di</strong>versi<br />

luoghi sacri, acquistati nel<br />

tempo o ottenuti tramite donazioni.<br />

Essi – scrive lo stesso<br />

padre Alliata – “come guida<br />

dei pellegrini, servizio stabilmente<br />

assunto dal XV secolo,<br />

appaiono voler trasmettere<br />

anche a questi la spiritualità<br />

propria del loro fondatore san<br />

Francesco d'Assisi, proponendo<br />

mitezza nel comportamento,<br />

accettando <strong>di</strong> buon<br />

grado <strong>di</strong>fficoltà e soprusi <strong>di</strong><br />

ogni genere che potessero capitare,<br />

in antitesi allo spirito altero<br />

delle crociate”.<br />

Il filtro francescano si rivela<br />

da subito utile a superare un<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

Dall'1 all'8 agosto si è svolto il pellegrinaggio dei giovani della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, guidato<br />

dal vescovo, padre Beniamino Depalma, e organizzato da don Mariano Amato,<br />

responsabile <strong>di</strong>ocesano della Pastorale giovanile, in collaborazione con l'Opera<br />

Napoletana Pellegrinaggi.<br />

VIAGGIO IN TERRA SANTA:<br />

UN NOSTOS ALLE RADICI DELLA NOSTRA FEDE<br />

Il giovane Francesco Di Gennaro ci racconta, a puntate, il pellegrinaggio <strong>di</strong>ocesano<br />

sulle orme <strong>di</strong> Gesù<br />

13<br />

impatto non felicissimo con la<br />

periferia <strong>di</strong> Nazareth in cui è<br />

ubicato il nostro albergo, dove<br />

imme<strong>di</strong>atamente i segni<br />

della globalizzazione si manifestano<br />

nelle scritte luminose<br />

policrome <strong>di</strong> un grande centro<br />

commerciale. Ovviamente<br />

non si può pretendere che il<br />

tempo arrestandosi congelasse<br />

i luoghi sacri come a<br />

Pompei ed Ercolano in una<br />

ideale istantanea della vita <strong>di</strong><br />

duemila anni fa, ma bisogna<br />

andare al <strong>di</strong> là delle contrad<strong>di</strong>zioni<br />

del presente e delle poco<br />

gradevoli scelte architettoniche<br />

e urbanistiche, respirando<br />

il profumo <strong>di</strong> santità della<br />

città, allora un piccolissimo<br />

villaggio <strong>di</strong> grotte e capanne,<br />

che ha ospitato il messia per<br />

la quasi totalità della sua esistenza<br />

terrena. In tale prospettiva<br />

sembrano particolarmente<br />

illuminanti le parole <strong>di</strong><br />

mons. Luigi Giussani espresse<br />

<strong>di</strong> ritorno da un pellegrinaggio<br />

in Terra Santa nel<br />

1996: “In questo viaggio ho innanzi<br />

tutto sperimentato la<br />

conferma della natura del Cristianesimo.<br />

Dio si è fatto presente<br />

all'uomo attraverso una<br />

realtà umana inscritta in un determinato<br />

ambiente, leale con<br />

tutte le con<strong>di</strong>zioni dell'uomo e<br />

del momento storico in cui ha<br />

scelto <strong>di</strong> manifestarsi. Ho sentito<br />

il rinnovarsi del concetto <strong>di</strong><br />

incarnazione, cioè <strong>di</strong> una presenza<br />

che è passata attraverso<br />

tutte le con<strong>di</strong>zioni concrete<br />

e storiche in cui ha scelto <strong>di</strong> accadere.<br />

A questo proposito la<br />

grotta dell'Annunciazione e la<br />

casa <strong>di</strong> S. Giuseppe a Nazareth<br />

sono i due luoghi che mi<br />

hanno maggiormente impressionato”.


14<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

NON LASCIARLI MAI SOLI<br />

Il racconto <strong>di</strong> Vincenzo Di Giorgio, <strong>di</strong> Saviano, volontario a L'Aquila in estate<br />

“Entro novembre nessuno<br />

degli sfollati sarà più in tend<br />

a ” . È s t a t o q u e s t o<br />

l'impegno che il governo ha<br />

preso. “La situazione è sotto<br />

controllo”, si sente <strong>di</strong>re dalla<br />

protezione civile. Ma gli aquilani<br />

cosa <strong>di</strong>cono? Come<br />

stanno?<br />

Per capire il loro stato<br />

d'animo bisogna andare là,<br />

inevitabilmente. E quando<br />

vai là e ve<strong>di</strong> una tendopoli<br />

con 1500 persone, ve<strong>di</strong> gente<br />

passare nel campo in accappatoio<br />

che va a fare la<br />

doccia, ve<strong>di</strong> bran<strong>di</strong>ne sempre<br />

aperte nelle tende, capisci<br />

che la situazione è particolare,<br />

molto particolare.<br />

Nei campi attrezzati dalla<br />

protezione civile ci sono soldati,<br />

volontari, si avverte la<br />

presenza dello Stato. Ma<br />

qualcuno che vada dagli sfollati<br />

a chiedere: “Come state?”<br />

non c'è, se non pochi volontari.<br />

E forse è <strong>di</strong> questo<br />

che gli aquilani hanno bisogno,<br />

<strong>di</strong> qualcuno che si interessi<br />

a loro come persone e<br />

non come numeri, <strong>di</strong> nuovi<br />

punti <strong>di</strong> riferimento. Basta avvicinare<br />

qualcuno <strong>di</strong> loro per<br />

rendersi conto della voglia<br />

che hanno <strong>di</strong> parlare, <strong>di</strong> raccontare<br />

i momenti trascorsi,<br />

gli istanti dopo la catastrofe,<br />

il quoti<strong>di</strong>ano che sono costretti<br />

a vivere. E non lo fanno<br />

perché vogliono misericor<strong>di</strong>a,<br />

ma per liberarsi <strong>di</strong> tutto<br />

ciò che hanno accumulato.<br />

Stare lì, ascoltarli. E come<br />

un fiume in piena le loro<br />

storie ti travolgono. E quando<br />

pren<strong>di</strong> consapevolezza<br />

che quel fiume è pieno <strong>di</strong> storie<br />

vere, quando senti che<br />

una ragazza <strong>di</strong> 25 anni si è<br />

suicidata sotto al treno perché<br />

non sopportava più tale<br />

situazione, un po' ti rattristi,<br />

ma non puoi darlo a vedere.<br />

A L'Aquila c'è tanto da fare:<br />

c'è bisogno <strong>di</strong> chi sostenga<br />

moralmente queste persone,<br />

ma anche <strong>di</strong> chi faccia il<br />

lavoro fisico. Montare tende<br />

per i nuovi volontari, <strong>di</strong>stribuire<br />

vestiti, aiutare chi deve<br />

traslocare i mobili dalla sua<br />

casa inagibile alla cantina <strong>di</strong><br />

un parente più fortunato. C'è<br />

da fare e da stancarsi. Ma<br />

quando, a fine giornata, qualcuno<br />

<strong>di</strong> loro ti <strong>di</strong>ce: “Grazie<br />

per essere stati qui”, oppure:<br />

“Già andate via?”, il tuo cuore<br />

si riempie <strong>di</strong> gioia, la stanchezza<br />

passa in un attimo, ti<br />

senti <strong>di</strong> nuovo forte e pronto<br />

a lavorare ancora, anche se<br />

ormai è sera. Ti emozioni,<br />

vorresti piangere ma non puoi,<br />

almeno davanti a loro.<br />

Poi vai a riposare in tenda: il<br />

sacco a pelo è scomodo, vorresti<br />

quasi lamentarti. Ma in<br />

un istante rive<strong>di</strong> quel campo<br />

<strong>di</strong> 1500 persone e coloro che<br />

dormono così da mesi. Allora<br />

pensi che la tua notte, prima<br />

o poi, passerà; la loro no,<br />

almeno per ora.<br />

E quando ritorni a casa porti<br />

con te un po' <strong>di</strong> malinconia.<br />

Ripensi alle case <strong>di</strong>strutte, alle<br />

zone ormai deserte, alle<br />

persone che cercano <strong>di</strong> rimboccarsi<br />

le maniche, agli<br />

adolescenti che vogliono fare<br />

la parte dei gran<strong>di</strong> e che<br />

stanno vivendo un'età che<br />

non è la loro, a quelli che ti<br />

hanno ringraziato perché gli<br />

hai dato una maglia e un pantalone<br />

<strong>di</strong> cui avevano bisogno.<br />

E in quel momento una<br />

lacrima scende, ora puoi farla<br />

scendere, nessuno ti vede.<br />

E quando poi senti qualcuno<br />

famoso <strong>di</strong>re: “Non bisogna<br />

lasciarli soli”, solo tu sai<br />

che, al <strong>di</strong> là delle belle parole,<br />

per non lasciarli soli bisogna<br />

andare là e fare qualcosa,<br />

inevitabilmente!<br />

FIN DAL PRIMO MOMENTO<br />

Breve scheda sulla presenza e l'impegno della chiesa italiana<br />

in Abruzzo<br />

La prima emergenza L'intervento della Chiesa cattolica<br />

è iniziato con l'arrivo in Abruzzo degli operatori <strong>di</strong> Caritas italiana<br />

che hanno allestito un Centro <strong>di</strong> Coor<strong>di</strong>namento provvisorio<br />

nella parrocchia <strong>di</strong> San Francesco a Pettino, alla periferia<br />

de L'Aquila, all'interno dell'unica chiesa della città allora<br />

agibile.<br />

Fase 2: I Gemellaggi con le regioni ecclesiali Il territorio<br />

aquilano è stato sud<strong>di</strong>viso in nove aree omogenee<br />

ognuna delle quali è stata affidata ad alcune regioni ecclesiali<br />

con la volontà precisa <strong>di</strong> stimolare e favorire la collaborazione<br />

tra regioni <strong>di</strong>verse. Una fase che il <strong>di</strong>rettore nazionale<br />

<strong>di</strong> Caritas italiana, mons. Vittorio Nozza ha più volte definito<br />

<strong>di</strong> “accompagnamento e ascolto alla popolazione”.<br />

Fase 3: L'impegno per la ricostruzione Partendo da<br />

questa fase <strong>di</strong> ascolto delle comunità e dei parroci la Caritas<br />

ha elaborato i primi interventi <strong>di</strong> ricostruzione. La scelta è stata<br />

quella <strong>di</strong> concentrarsi su alcune tipologie <strong>di</strong> interventi: scuole,<br />

centri <strong>di</strong> comunità e centri per servizi, appartamenti per<br />

anziani e universitari. Do<strong>di</strong>ci sono le opere già avviate <strong>di</strong> qui<br />

quattro sono già state consegnate: la sede <strong>di</strong> Caritas<br />

L'Aquila e del centro <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong> Caritas Italiana a<br />

Coppito, una struttura analoga a L'Aquila in località la Torretta,<br />

una sala per gli studenti a Pettino e un centro Caritas a Barisciano.<br />

Una visione complessiva degli interventi sarà possibile<br />

solo nei prossimi mesi quando la situazione, dopo la<br />

chiusura delle tendopoli, si sarà stabilizzata.


AGOSTO COL GREMBIULE, I DATI<br />

Caritas <strong>Nola</strong> in una nota sintetizza i risultati dell'iniziativa estiva<br />

Il Centro Pastorale San Pa- 1.346 pasti così ripartiti:<br />

olino, la struttura operativa 770 agli italiani e 576 agli<br />

della Caritas Diocesana <strong>di</strong> stranieri. Riprendendo i da-<br />

<strong>Nola</strong> nell'area <strong>di</strong> Pomigliati totali del mese <strong>di</strong> Luglio<br />

no d'Arco, ha proseguito le (1.132) possiamo notare<br />

sue attività nel mese <strong>di</strong> Ago- un aumento del 19%; nello<br />

sto sia per sensibilizzare specifico si è verificato in<br />

giovani e adulti al servizio termini <strong>di</strong> frequenza una <strong>di</strong>f-<br />

e al volontariato, sia per gaferenza netta tra il <strong>numero</strong><br />

rantire un riferimento esti- degli stranieri ed il <strong>numero</strong><br />

vo alle categorie sociali più degli italiani. Questi ultimi<br />

deboli.<br />

sono più che raddoppiati<br />

“Agosto col grembiule”, (128%) mentre i primi sono<br />

l'iniziativa proposta per <strong>di</strong>minuiti del 27%.<br />

agosto, ha tracciato una In riferimento al servizio<br />

mappa del <strong>di</strong>sagio chiara. docce il <strong>numero</strong> delle per-<br />

Emergono delle preoccusone che hanno usufruito<br />

panti novità: è aumentato il <strong>di</strong> questo servizio è <strong>di</strong>mi-<br />

<strong>numero</strong> delle persone assinuito. Dai dati emerge che<br />

stite rispetto al mese pre- sono sempre gli stranieri<br />

cedente. Si tratta soprat- ad usufruirne <strong>di</strong> più. Hanno<br />

tutto <strong>di</strong> italiani e in partico- fatto uso delle docce ben<br />

lar modo anziani e persone 176 persone contro le 289<br />

con evidenti <strong>di</strong>sagi psichi- del mese <strong>di</strong> Luglio (- 113<br />

ci, mentre è <strong>di</strong>minuita la unità) <strong>di</strong> cui 152 stranieri e<br />

presenza degli stranieri. 24 italiani.<br />

Straor<strong>di</strong>naria è stata la ri- Dall'analisi <strong>di</strong> questi dati<br />

sposta dei giovani, adulti e emerge il <strong>di</strong>sagio degli an-<br />

associazioni <strong>di</strong> settore che ziani e quin<strong>di</strong> la necessità<br />

ad agosto hanno deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong> intervenire tempestiva-<br />

donare del proprio tempo a mente e con efficacia attra-<br />

favore degli amici <strong>di</strong>sagiaverso progetti mirati, frutto<br />

ti. Questo è un grande se- <strong>di</strong> un coor<strong>di</strong>namento con le<br />

gno <strong>di</strong> speranza. Vivo rin- istituzioni, i servizi sociali e<br />

graziamento ai Carabinieri il terzo settore, così cer-<br />

<strong>di</strong> Pomigliano per la precando <strong>di</strong> rispondere in miziosa<br />

e vigile collaboraziosura più attenta e funzione.nale<br />

alle reali esigenze <strong>di</strong><br />

Nel corso del mese <strong>di</strong> Ago- questo spaccato sociale.<br />

sto sono stati <strong>di</strong>stribuiti<br />

CARITAS A CONVEGNO IL 7-8 NOVEMBRE<br />

“Educare alla fede con la testimonianza della carità”. Questo<br />

il titolo dell' annuale convegno Caritas, previsto per il<br />

7-8 novembre presso il Seminario vescovile <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>. Presenti,<br />

oltre al vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> e al <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>ocesano don<br />

Arcangelo Iovino, don Salvatore Fernan<strong>di</strong>, responsabile<br />

servizio promozione Caritas italiana, e don Giancarlo Perego,<br />

responsabile centro documentazione dell' organismo<br />

ecclesiale. Ampio spazio a testimonianze ed esperienze<br />

parrocchiali.<br />

IL SOGNO DI GIUSEPPE<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

15<br />

Progetto <strong>di</strong> promozione e prevenzione giovanile promosso<br />

da Caritas a Torre Annunziata<br />

Alla luce <strong>di</strong> una migrazione preoccupante dei giovani, la<br />

Curia Vescovile <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> vuole essere portavoce <strong>di</strong> un messaggio<br />

chiaro <strong>di</strong> speranza: offrire ai giovani strumenti ed<br />

opportunità per favorire l'inserimento nel proprio contesto<br />

socio- culturale. Il sogno <strong>di</strong> Giuseppe, progetto promosso<br />

a Torre Annunziata dalla Caritas <strong>di</strong>ocesana, è una prima e<br />

concreta possibilità <strong>di</strong> intervento sul territorio. Il titolo richiama<br />

sia la storia <strong>di</strong> Giuseppe narrata nel libro della Genesi<br />

- una storia sulla pazienza del saggio, che sa attendere<br />

il momento della ricompensa - sia la vita <strong>di</strong> S. Giuseppe<br />

che, come padre putativo, insegna a Gesù l'arte del falegname.<br />

Il progetto – destinato ai giovani del territorio <strong>di</strong>ocesano –<br />

durerà 24 mesi e si articolerà in due momenti. Una prima<br />

azione sarà quella <strong>di</strong> offrire agli educatori dei gruppi giovanili<br />

del territorio una proposta formativa fondata sulla metodologia<br />

peer education – strategia basata sullo scambio <strong>di</strong><br />

informazioni ed esperienze all'interno del gruppo dei propri<br />

pari- articolata in <strong>di</strong>versi moduli. Successivamente si<br />

avvierà la costituzione <strong>di</strong> una scuola <strong>di</strong> avviamento professionale<br />

che permetterà ai giovani <strong>di</strong> frequentare un corso<br />

<strong>di</strong> formazione organico della durata <strong>di</strong> due anni. Alla fine<br />

del percorso, ogni giovane avrà acquisito eccellenti<br />

competenze teorico-pratiche su mestieri artigianali ormai<br />

scomparsi dai nostri territori come falegnameria, restauro,<br />

lavorazione <strong>di</strong> ferro e vetro.


16<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

L'ARTE DELL'EQUIDISTANZA PER CAMBIARE LA SOCIETÀ<br />

Uno stralcio della lettera <strong>di</strong> padre Beniamino agli studenti e ai docenti per l'inizio<br />

dell'anno scolastico. Il testo integrale all’in<strong>di</strong>rizzo www.chiesa<strong>di</strong>nola.it<br />

“...Due parole tornano con insistenza (nel <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong><br />

Obama, ndr): Responsabilità e Insieme, dueparole che<br />

rinviano entrambe alla consapevolezza <strong>di</strong> far parte <strong>di</strong> un<br />

unico corpo sociale... C'è, infatti, il cammino della giustizia,<br />

che certamente non è facile, cioè «il puntare tutti insieme<br />

sul futuro che vogliamo costruire, non solo per noi,<br />

rispettando la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> tutti gli esseri umani», oppure<br />

quello, apparentemente più comodo ma pieno <strong>di</strong> insi<strong>di</strong>e,<br />

che fa coincidere la ricerca della felicità con<br />

l'appagamento <strong>di</strong> interessi personali. Il cammino della<br />

giustizia contiene necessariamente l'invito a una ricerca<br />

e a un lavoro da compiersi insieme, per un motivo fondamentale:<br />

«tutti noi con<strong>di</strong>vi<strong>di</strong>amo questo pianeta per un<br />

brevissimo istante <strong>di</strong> tempo». Ciascuno, allora, deve assumersi<br />

la responsabilità dell'altro.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un'utopia? E' la domanda che mi sono posto.<br />

Penso che tale potrebbe rimanere se non ci fosse<br />

l'impegno ad acquisire una nuova prospettiva, con la quale<br />

guardare uomini e cose, a partire dalla nostra vita personale.<br />

Ecco il lavoro educativo che ci aspetta in questo<br />

prossimo anno scolastico. Siamo abituati, forse educati,<br />

a inquadrare la nostra vita e quella degli altri nell'ottica<br />

dell'equi<strong>di</strong>stanza e non in quella dell'equivicinanza.<br />

L'equi<strong>di</strong>stanza porta a non prendere posizione, ti lascia<br />

comodamente nel salotto <strong>di</strong> casa tua, a chiuderti nel tuo<br />

“particolare”, ti abitua a «pensare agli effetti <strong>di</strong>plomatici e<br />

politici delle tue parole», a non <strong>di</strong>sturbare coloro che possono<br />

aiutarti a fare carriera…<br />

L'equivicinanza, invece, ti muove verso coloro che sono<br />

stati sconfitti ingiustamente, ti infonde coraggio per costruire<br />

una società più a misura d'uomo, ma a partire da<br />

te, dal tuo impegno e dai tuoi ideali.<br />

...Mi auguro che anche voi, carissimi studenti della <strong>di</strong>ocesi,<br />

esploriate questo cammino <strong>di</strong> crescita che vi porterà<br />

certamente a gustare la bellezza della vita che ci è stata<br />

donata.<br />

Sono con voi, con i vostri docenti e con i vostri genitori in<br />

questa bella avventura”.<br />

BENTORNATA SCUOLA<br />

La riflessione <strong>di</strong> una docente, Annamaria<br />

Autiero, sull'anno scolastico iniziato da<br />

poche settimane<br />

La scuola è, in questi giorni, il luogo, l'argomento centrale<br />

con cui, <strong>di</strong> fatto, si riapre il reale inizio dell'anno per ogni<br />

famiglia. Scuola come luogo in cui ritorneranno, o andranno<br />

per la prima volta, i bambini, gli adolescenti, i giovani <strong>di</strong> ogni<br />

famiglia; scuola, mai come in quest'anno <strong>di</strong> tagli al personale<br />

scolastico, come tema <strong>di</strong>battuto, <strong>di</strong>scusso, se non urlato,<br />

nelle proteste dei tanti lavoratori “precari”, che occupa le<br />

notizie dei me<strong>di</strong>a degli ultimi tempi.<br />

Scuola, dunque, centro vitale della società italiana, nel bene<br />

e nel male, sia per chi ne fruisce, sia per chi la costruisce (o<br />

demolisce) più o meno coscientemente. Eppure, mai come<br />

in questi ultimi tempi, <strong>di</strong> scuola non si parla che<br />

superficialmente, o meglio, eludendo il suo stesso cuore<br />

palpitante: il sottile, delicato, ma fondamentale, rapporto che<br />

lega il docente ed il <strong>di</strong>scente o, per usare i più classici ma<br />

adatti termini, l'educatore e l'allievo. Parlare <strong>di</strong> scuola<br />

significa troppo spesso, infatti, parlare <strong>di</strong> budget, tagli,<br />

finanziamenti, accor<strong>di</strong> sindacali, che, pur necessari nella<br />

or<strong>di</strong>naria amministrazione, perdono, però, <strong>di</strong> vista la<br />

straor<strong>di</strong>narietà del fenomeno educativo che formerà gli<br />

uomini e le donne del futuro. Educare vuol <strong>di</strong>re non solo<br />

istruire o trasmettere dati e nozioni, ma formare, guidare,<br />

incuriosire, condurre “dal luogo delle origini”, dalla propria<br />

<strong>di</strong>mensione familiare, verso la società, verso ciò che si sarà<br />

domani. Educare <strong>di</strong>venta, quin<strong>di</strong>, una missione, una sorta <strong>di</strong><br />

vocazione che, vista nella sua reale complessità, dovrebbe<br />

essere il perno, il cruccio, la cartina <strong>di</strong> tornasole del livello <strong>di</strong><br />

civiltà <strong>di</strong> una società. Gli insegnanti italiani (il cui <strong>numero</strong> è,<br />

sicuramente, mostruosamente lievitato negli ultimi anni,<br />

anche per spregiu<strong>di</strong>cate interme<strong>di</strong>azioni dei responsabili<br />

sindacali) sono, oggi, mal pagati, frustrati da incarichi<br />

“ballerini” e asfissianti pesi burocratici, privi se non del<br />

prestigio, certo, <strong>di</strong> considerazione sociale. Gli studenti sono<br />

maltrattati da programmi che oscillano tra il superato e l'ultrasperimentale,<br />

siti scolastici al limite del fatiscente, ma<br />

soprattutto privati <strong>di</strong> un necessario rapporto continuativo col<br />

“loro” educatore. Il perno pedagogico, così, <strong>di</strong> quella<br />

sequela Christi , tanto invocata per riavviare una società e<br />

identità autenticamente cristiane, probabilmente stava tutto<br />

nel modo in cui i Do<strong>di</strong>ci chiamavano e “sentivano” Gesù :<br />

rabbi, non semplicemente maestro, ma mio maestro. La<br />

<strong>di</strong>fferenza sta proprio in quel legame, in quel senso <strong>di</strong><br />

appartenenza al “proprio” educatore, alla “propria” guida<br />

che, fatalmente, si smarrisce lì dove non c'è continuità,<br />

familiarità, frequentazione, reciprocità.<br />

Un piccolo ricordo, in questo inizio <strong>di</strong> anno scolastico, alle<br />

334 vittime della strage del settembre 2004 nella Scuola<br />

Numero Uno <strong>di</strong> Beslan, in Ossezia, <strong>di</strong> cui la stampa urlata e<br />

volgare <strong>di</strong> questi mesi ha colpevolmente <strong>di</strong>menticato il quinto<br />

anniversario.


18<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

PER UNA CHIESA SEMPER REFORMANDA<br />

Continua il viaggio nel pensiero <strong>di</strong> don Primo Mazzolari, per dare riferimenti concreti<br />

all'anno sacerdotale<br />

<strong>di</strong> don Virgilio Marone<br />

I due articoli su don Primo<br />

Mazzolari, “Il mucchio come<br />

mito” e “In cammino con don<br />

Primo”, pubblicati su questo<br />

mensile, hanno sollevato<br />

non poche domande; la più<br />

comune è stata quella riguardante<br />

l'attualità del pensiero<br />

mazzolariano.<br />

Sollecitato a dare una risposta,<br />

mi sono ricordato <strong>di</strong> un<br />

colloquio avuto tempo fa con<br />

un giovane sacerdote. Si <strong>di</strong>scuteva<br />

dell'identità cattolica<br />

e dell'identità sacerdotale,<br />

le visioni risultavano <strong>di</strong>verse.<br />

A un certo punto del<br />

colloquio, mi sembrò opportuno<br />

in<strong>di</strong>cargli alcune persone<br />

che negli ultimi cinquant'anni<br />

si sono caratterizzate<br />

per un autentico servizio<br />

alla chiesa, e quin<strong>di</strong><br />

all'uomo, contribuendo a far<br />

abitare la profezia tra le sue<br />

mura. La risposta è ancora<br />

impressa nella mia mente:<br />

“Non ti vuoi convincere che<br />

quella stagione è morta, queste<br />

persone hanno fatto il loro<br />

tempo; l'urgenza vera del<br />

nostro tempo è l' affermazione<br />

della verità per sconfiggere<br />

il relativismo”. Tornai a<br />

casa abbastanza triste. Ma,<br />

ahimé, devo purtroppo constatare<br />

che la mentalità del<br />

mio amico è abbastanza <strong>di</strong>ffusa<br />

nel nostro mondo ec-<br />

clesiale.<br />

L'attualità del pensiero <strong>di</strong><br />

don Primo, invece, consiste<br />

proprio nel desiderio “folle”<br />

<strong>di</strong> una chiesa in costante <strong>di</strong>alogo<br />

con il mondo, desiderosa<br />

<strong>di</strong> annunciare il Vangelo,<br />

libera da con<strong>di</strong>zionamenti<br />

politici, capace <strong>di</strong> proporre<br />

con la forza<br />

della profezia<br />

un mess<br />

a g g i o d i<br />

compiuta liberazione.<br />

I suoi primi<br />

scritti, infatti,<br />

sono intrisi <strong>di</strong><br />

tale passione.<br />

In “La più<br />

bella avventura”,<br />

don Primoevidenzia<br />

l' incapacità<br />

dei cristiani <strong>di</strong> entrare in<br />

<strong>di</strong>alogo con gli uomini con il<br />

risultato <strong>di</strong> creare soltanto<br />

inutili e pericolosi steccati;<br />

“La via crucis del povero” <strong>di</strong>venta<br />

un grido <strong>di</strong> dolore nei<br />

confronti <strong>di</strong> una comunità <strong>di</strong><br />

credenti che esclude dal proprio<br />

orizzonte i poveri, per impegnare<br />

le migliori energie<br />

nella lotta contro l'ateismo<br />

comunista, che anche don<br />

Mazzolari combatteva, ma<br />

con la ferma convinzione<br />

che era necessario “combattere<br />

il comunismo, ma amare<br />

i comunisti”; “La rivoluzione<br />

cristiana”, vero gioiello<br />

per comprendere i principi informatori<br />

del personalismo<br />

cristiano, <strong>di</strong>venta un accorato<br />

invito alla Chiesa perché<br />

rompa i legami con la cultura<br />

liberal-borghese a favore <strong>di</strong><br />

un cristianesimo che sappia<br />

accompagnare gli uomini e<br />

trasformare la società.<br />

Don Mazzolari non si limitava<br />

soltanto ad enunciare un<br />

progetto <strong>di</strong> Chiesa, per quan-<br />

to nobile, ma ne in<strong>di</strong>cava anche<br />

i mezzi per realizzarlo.<br />

Il primo punto <strong>di</strong> tale progetto,<br />

consisteva nella formazione<br />

del laicato, ma anche<br />

in una sua autentica autonomia<br />

per una effettiva trasformazione<br />

della società e per<br />

una migliore giustizia sociale.<br />

Accanto alla valorizzazione<br />

del laicato, c'era l'impegno<br />

per la pace, assillo quoti<strong>di</strong>ano<br />

del suo lavoro. In “Tu non<br />

uccidere”, afferma che la pace<br />

è “il cammino obbligato <strong>di</strong><br />

una chiesa fedele alla sua vocazione<br />

<strong>di</strong> servizio agli uomini”.<br />

G. Campanili, in un recente<br />

convegno sulla figura e<br />

l'opera <strong>di</strong> don Mazzolari, afferma:<br />

“Questo insieme <strong>di</strong><br />

proposte si situa all'interno<br />

<strong>di</strong> un <strong>di</strong>scorso complessivo<br />

che si fonda sulla presa<br />

d'atto che il cristianesimo è<br />

sì chiamato ad un fondamentale<br />

compito <strong>di</strong> formazione<br />

delle coscienze, ma<br />

anche ad un forte impegno<br />

per la trasformazione delle<br />

strutture della società. In<br />

questo secondo ambito, don<br />

Primo - proprio per aver costatato<br />

quanto oppressivo<br />

fosse stato il peso esercitato<br />

dal regime fascista nella<br />

chiesa negli anni successivi<br />

al Concordato – metteva in<br />

guar<strong>di</strong>a contro ogni compromissione<br />

con il potere e richiamava<br />

con forza l' esigenza<br />

<strong>di</strong> una vera libertà della<br />

chiesa”.<br />

E in un altro passaggio: “Chi<br />

metteva in guar<strong>di</strong>a contro<br />

ogni compromissione rischiava<br />

<strong>di</strong> essere considerato<br />

poco meno che il <strong>di</strong>sturbatore<br />

<strong>di</strong> una “quiete” faticosamente<br />

raggiunta; né si valutava<br />

appieno, anche in autorevoli<br />

ambiti ecclesiastici, il<br />

costo che la chiesa avrebbe<br />

rischiato <strong>di</strong> pagare per la parziale<br />

per<strong>di</strong>ta della sua autonomia<br />

e della sua libertà”.<br />

Don Primo Mazzolari, quin<strong>di</strong>,<br />

non è soltanto una delle<br />

personalità più significative<br />

del panorama ecclesiale del<br />

Novecento, ma un testimone<br />

e un modello <strong>di</strong> quella<br />

“passione riformatrice”, che<br />

è il sale <strong>di</strong> una Chiesa “semper<br />

reformanda”.<br />

In ogni epoca storica, dunque,<br />

anche nella nostra, risulta<br />

doveroso porsi il problema<br />

della fedeltà da parte<br />

della comunità dei credenti<br />

al Vangelo, perché sotto nuove<br />

forme si ripropongono le<br />

tentazioni <strong>di</strong> sempre: al tempo<br />

<strong>di</strong> don Mazzolari, c'erano<br />

le sirene del fascismo, oggi<br />

quelle degli “atei devoti”. E'la<br />

tentazione del potere sempre<br />

in agguato, mascherata<br />

sotto la legittima esigenza<br />

del dovuto riconoscimento<br />

da parte delle istituzioni politiche.<br />

Ma nella vita politica, ed anche<br />

in quella professionale,<br />

arriva un momento in cui tutto<br />

si fa chiaro: ti viene conferito<br />

potere solo se rinunci<br />

all'amore, e ad<strong>di</strong>rittura, alla fine,<br />

per raggiungere il punto<br />

più alto, devi rinunciare anche<br />

al ricordo dell'amore.<br />

“Affidarsi alla profezia, invece,<br />

significa sempre sottrarsi<br />

alla falsa verità delle apparenze<br />

e scrutare in profon<strong>di</strong>tà,<br />

rinnovando ininterrottamente<br />

la lezione conciliare<br />

dei “segni dei tempi”. E questa<br />

lettura va ogni volta rinnovata,<br />

in un atteggiamento<br />

<strong>di</strong> confronto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo che<br />

alla fine arricchisce la chiesa<br />

e consente alla profezia <strong>di</strong><br />

abitare tra le sue mura”.


IL CASO DELLA SS 268<br />

Una grande infrastruttura <strong>di</strong>ventata strada della morte<br />

La statale 268 del Vesuvio,<br />

che collega Napoli ad<br />

Angri, si può considerare<br />

come la grande arteria che<br />

collega l'uno all'altro molti<br />

dei comuni della <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />

<strong>Nola</strong>. Solo per nominarne<br />

alcuni: Sant' Anastasia, Pomigliano,<br />

Somma, Ottaviano,<br />

San Giuseppe, Poggiomarino,<br />

Boscoreale,<br />

Scafati… Ogni giorno ospita<br />

una bella fetta <strong>di</strong> pendolarismo<br />

interno, ma i lavori<br />

per passare da una a due<br />

corsie per carreggiata non<br />

partono, nonostante ci sia<br />

il progetto esecutivo Anas<br />

da 130 milioni <strong>di</strong> euro licenziato<br />

nel gennaio<br />

2008. Il motivo é la presenza<br />

lungo tutto il tracciato <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>scariche abusive <strong>di</strong> rifiuti<br />

organici, tossici, ospedalieri,<br />

industriali e chimici.<br />

Per aprire i cantieri ci vorrebbero<br />

bonifiche, ma finora<br />

c'è stato un palleggio tra<br />

Anas, Protezione civile ed<br />

enti locali. La 268 è a tutti<br />

gli effetti una strada della<br />

morte. Nel triennio 2003 –<br />

2006 ci sono stati 65 scon-<br />

tri, 17 decessi e 95 usciti<br />

malconci.<br />

Per rendersi conto <strong>di</strong> questa<br />

realtà basta fare un giro<br />

sulla statale: una dopo<br />

l'altra si alternano lapi<strong>di</strong> e<br />

fiori, a ricordare chi su quella<br />

tratta <strong>di</strong> 27 chilometri ha<br />

perso la vita. E tutto il percorso<br />

è un'avventura: svincoli<br />

e ingressi pericolosi,<br />

assenza <strong>di</strong> aree <strong>di</strong> sosta,<br />

deviazioni repentine, segnaletica<br />

orizzontale confusa.<br />

Con la possibilità poi<br />

<strong>di</strong> accedere <strong>di</strong>rettamente<br />

al casello autostradale <strong>di</strong><br />

Palma Campania il traffico<br />

si è ulteriormente intensificato.<br />

Ad aggravare la situazione<br />

il fatto che<br />

l'arteria è considerata una<br />

delle vie <strong>di</strong> fuga nel caso si<br />

svegliasse il Vesuvio.<br />

Il punto-chiave è la faccenda<br />

delle bonifiche: dapprima<br />

sembrava volersi impegnare<br />

la Protezione civile<br />

in prima persona, coinvolgendo<br />

gli enti locali, ora invece<br />

pare che il lavoro potrebbe<br />

essere affidato <strong>di</strong>rettamente<br />

alla Impresa<br />

spa, aggiu<strong>di</strong>cataria dei lavori<br />

stradali.<br />

I lavoratori che potrebbero<br />

essere coinvolti nell' opera<br />

<strong>di</strong> ampliamento delle carreggiate<br />

sono 400-500.<br />

Una boccata<br />

d' oss<br />

i g e n o<br />

specie in<br />

questa fase<br />

in cui la<br />

crisi morde<br />

ancora<br />

forte. Ma<br />

c i ò c h e<br />

conta <strong>di</strong><br />

più è evitare<br />

nuovi<br />

morti e l'<br />

agghiacciante spettacolo<br />

delle lapi<strong>di</strong> sul ciglio della<br />

carreggiata. Un cimitero d'<br />

asfalto che reclama responsabilità.<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

A CHI INTERESSA<br />

IL VILLAGGIO PREISTORICO?<br />

19<br />

<strong>di</strong> Marco Iasevoli<br />

Ospitiamo l'articolo-denuncia <strong>di</strong> Angelo Amato de Serpis,<br />

presidente dell'associazione Meri<strong>di</strong>es. In <strong>di</strong>alogo è<br />

aperto alla replica delle istituzioni<br />

E' un vero e proprio unicum archeologico, ma a <strong>Nola</strong> sembra<br />

proprio che non molti l'abbiano compreso. Stiamo parlando<br />

del Villaggio Preistorico <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> (la cosiddetta Pompei della<br />

Preistoria), un sito archeologico straor<strong>di</strong>nario che, dalla sua<br />

fortuita scoperta nel 2001, ha attraversato mille traversie,<br />

ma, nonostante tutto, è stato anche visitato da migliaia <strong>di</strong> persone<br />

provenienti da tutto il mondo, grazie all'immane lavoro<br />

svolto, in pratica interamente a proprie spese, dall' associazione<br />

Meri<strong>di</strong>es. Agli occhi esterrefatti <strong>di</strong> inglesi, francesi, tedeschi,<br />

giapponesi e turisti italiani provenienti da tutte le regioni,<br />

fa da stridente contraltare la sorda in<strong>di</strong>fferenza della<br />

città <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> e dei nolani, la presenza “stanca” delle istituzioni<br />

ed il pericolo reale <strong>di</strong> perdere per sempre le tracce <strong>di</strong> queste<br />

abitazioni del bronzo antico, conservate fino ad oggi grazie<br />

all'eruzione del 1800 a.C. denominata “delle Pomici <strong>di</strong><br />

Avellino”. Il Villaggio Preistorico <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> è chiuso ormai da un<br />

mese per un improvviso innalzamento della falda acquifera<br />

sottostante l'area archeologica, dopo che da marzo a inizio<br />

giugno è stato visitato da più <strong>di</strong> tremila persone. La Soprintendenza<br />

archeologica sta cercando <strong>di</strong> trovare fon<strong>di</strong> straor<strong>di</strong>nari<br />

per poter porre fine a questo stato <strong>di</strong> continua incertezza<br />

ma, nel frattempo, Meri<strong>di</strong>es sta provando a “limitare i<br />

danni” combattendo contro l'acqua e l'in<strong>di</strong>fferenza generale.<br />

In questi giorni il livello della falda sta <strong>di</strong> nuovo scendendo,<br />

grazie ad un ennesimo intervento <strong>di</strong> Meri<strong>di</strong>es, che ha chiesto<br />

al Comune <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> ed alla Snie un aumento della portata<br />

delle pompe idrovore istallate dalla Gori su invito<br />

dell'associazione e della soprintendenza, ma il problema<br />

non può considerarsi assolutamente risolto. E' necessario<br />

un intervento maggiormente risolutivo che spetta alle istituzioni<br />

(e non solo alla soprintendenza) che hanno il dovere <strong>di</strong><br />

salvare un bene archeologico che non è né <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, né della<br />

Campania, né dell'Italia, né, tantomeno, <strong>di</strong> Meri<strong>di</strong>es, ma del<br />

mondo intero. L'amarezza è che una situazione <strong>di</strong> grave<br />

emergenza come questa ha destato più preoccupazioni ed<br />

interessamenti nelle persone non nolane che da parte della<br />

città e dei suoi citta<strong>di</strong>ni, intenti forse a pensare troppo<br />

all'imminente festa dei Gigli, come del resto è avvenuto per<br />

le istituzioni citta<strong>di</strong>ne, che hanno anche fatto saltare<br />

un'iniziativa come “Ri…Apriti Sesamo”, che avrebbe consentito<br />

a Meri<strong>di</strong>es <strong>di</strong> aprire due siti archeologici e monumentali<br />

<strong>di</strong> <strong>Nola</strong> al giorno, tutte le settimane, dal venerdì alla domenica,<br />

rendendo la città <strong>di</strong> Bruno una vera città “ad interesse<br />

turistico”. Oggi, grazie all'interessamento della regione Campania<br />

e della Soprintendenza archeologica <strong>di</strong> Napoli sono<br />

stati stanziati circa 240.000 euro per porre rime<strong>di</strong>o al problema<br />

dell'acqua. Bisogna però fare presto, le capanne sono in<br />

via <strong>di</strong> sgretolamento.


20<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

LA FRATERNITÀ FRANCESCANA È COSTITUITA IN UNITÀ<br />

Pasquale Scala, referente <strong>di</strong> zona dell'Ofs, ci spiega le recenti evoluzioni in seno all'or<strong>di</strong>ne<br />

Il 15 febbraio 2009, nei locali<br />

del convento <strong>di</strong> Santa<br />

Chiara in Napoli, è stato celebrato<br />

il Capitolo elettivo regionale<br />

della Campania<br />

dell'Or<strong>di</strong>ne Francescano<br />

Secolare (OFS), ed è stato<br />

eletto ministro il fratello<br />

Antonio Bruno della fraternità<br />

<strong>di</strong> Nocera Inferiore.<br />

Si è arrivati a questo appuntamento<br />

dopo un cammino<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>scernimento lungo,<br />

complesso e faticoso tracciato<br />

dai servi <strong>di</strong> Dio Paolo<br />

VI, Giovanni Paolo II, confermato<br />

dal Santo Padre Benedetto<br />

XVI. Ciò è sancito<br />

dalla lettera emanata dalla<br />

Città del Vaticano in data 5<br />

d i c e m b r e 2 0 0 8 p r o t .<br />

43297/1998 a nome del<br />

“Congregatio pro institutis<br />

vitae consegratea et societatibus<br />

vitae apostoliche”, a<br />

firma del Car<strong>di</strong>nale Franc<br />

Rodè, CM Prefetto, dal documento<br />

del primo novembre<br />

2008 della “Conferenza<br />

dei Ministri Generali del primo<br />

or<strong>di</strong>ne francescano del<br />

TOR” a firma dei quatto Ministri<br />

Generali del Primo Or<strong>di</strong>ne<br />

( OFM, OFMConv,<br />

OFMCap, TOR). Precedenti<br />

documenti (09/05/2008,<br />

18/06/2008) in<strong>di</strong>cavano <strong>di</strong><br />

celebrare capitoli elettivi unitari<br />

dell'OFS. Tutto scaturiva<br />

dal “fare chiarezza” circa<br />

la natura dell'Or<strong>di</strong>ne Francescano<br />

Secolare:<br />

le componenti “obbe<strong>di</strong>enziali”<br />

dell'unico Terz' Or<strong>di</strong>ne<br />

Francescano Secolare<br />

(TOF) hanno cessato <strong>di</strong> esistere,<br />

in tutto il mondo, nel<br />

momento in cui la nuova Regola<br />

<strong>di</strong> Paolo VI e le conseguenti<br />

nuove Costituzioni<br />

Generali hanno abrogato<br />

ogni struttura preesistente<br />

non conforme alla Regola<br />

stessa. In effetti, le <strong>di</strong>visioni<br />

“obbe<strong>di</strong>enziali”, e le corrispondenti<br />

strutture “obbe-<br />

<strong>di</strong>enziali”, sono state <strong>di</strong>chiarate<br />

estinte sia dalle competenti<br />

autorità dello stesso<br />

Or<strong>di</strong>ne Francescano Secolare<br />

sia da questo Dicastero<br />

(cfr. Determinazioni della<br />

Presidenza CIOFS del 2<br />

maggio 1995 e del 6 febbraio<br />

1996; Decreto della Presidenza<br />

CIQFS del 10 giugno<br />

1998; Comunicazione<br />

ufficiale della Ministra nazionale<br />

dell'OFS d'Italia del<br />

29 <strong>di</strong>cembre 2004; Lettere<br />

della CIVCSVA del primo<br />

febbraio 2001; del 12 luglio<br />

2001 al Procuratore generale<br />

OFM; del 24 aprile<br />

2002 ai Responsabili dell'<br />

“OFS Minori d'Italia”).<br />

È opportuno ricordare che<br />

le strutture <strong>di</strong> coor<strong>di</strong>namento<br />

regionale e nazionale del<br />

TOF, esistenti prima della<br />

Regola <strong>di</strong> Paolo VI, <strong>di</strong>pendevano<br />

dai religiosi e <strong>di</strong>fferivano<br />

sostanzialmente da<br />

quelle definite e instaurate<br />

dalla citata Regola paolina<br />

del 1978. Esse non furono<br />

mai oggetto <strong>di</strong> erezione ca-<br />

nonica; in ogni caso, si riba<strong>di</strong>sce<br />

che sono state abrogate.<br />

La definizione giuri<strong>di</strong>ca e la<br />

regolamentazione della costituzione<br />

canonica delle<br />

Fraternità regionali e delle<br />

Fraternità nazionali sono date<br />

dalla Regola <strong>di</strong> Paolo VI e<br />

dalle relative Costituzioni<br />

Generali (Regola art. 20;<br />

Cost. Gen. Art. 1.5; 28.2;<br />

29; 61; 65; 69), le quali hanno<br />

abrogato la Regola <strong>di</strong> Leone<br />

XIII, le Costituzioni Generali<br />

deI 1957 e tutto quanto<br />

ad esse si riferiva, introducendo<br />

in modo vincolante<br />

l'unità organica, carismatica<br />

e strutturale dell'OFS,<br />

come confermato anche dal<br />

Romano Pontefice Giovanni<br />

Paolo II e da questa Congregazione.<br />

Perciò le fraternità<br />

regionali e le fraternità<br />

nazionali possono esistere<br />

solo in forma unitaria.<br />

Le quattro fraternità francescane<br />

della Campania, sotto<br />

l'impulso del primo or<strong>di</strong>ne,<br />

negli ultimi mesi del<br />

2007, ripresero il cammino<br />

<strong>di</strong> unità, già iniziato alla fine<br />

degli ultimi anni novanta del<br />

secolo scorso. Dopo aver<br />

partecipato, in assemblee<br />

straor<strong>di</strong>narie <strong>di</strong> fraternità, le<br />

motivazioni improrogabili <strong>di</strong><br />

ad<strong>di</strong>venire all'unità, portato<br />

felicemente a termine dal<br />

Coor<strong>di</strong>namento dell'OFS<br />

della Regione Campania,<br />

sciolsero i propri “Consigli”,<br />

con<strong>di</strong>zione imprescin<strong>di</strong>bile.<br />

Il Ministro Nazionale Giuseppe<br />

Failla, con decreto<br />

del 28 gennaio 2008, nominava<br />

il Coor<strong>di</strong>namento<br />

dell'OFS della Regione<br />

Campania con la guida della<br />

consorella Adele Imperatore,<br />

con il compito <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>venire<br />

alla costituzione unitaria<br />

dell'OFS della Regione<br />

Campania. Obiettivo regolarmente<br />

raggiunto.<br />

La nuova fraternità regionale<br />

della Campania, considerato<br />

la peculiarità della Regione,<br />

la vastità e <strong>numero</strong> <strong>di</strong><br />

fraternità (152), ha ritenuto<br />

opportuno costituire le Zone<br />

<strong>Diocesi</strong>, per rendere più<br />

incisiva la testimonianza<br />

dell'OFS nell'ambito della<br />

Chiesa locale e del territorio.<br />

La Zona <strong>Diocesi</strong> nolana<br />

comprende le fraternità <strong>di</strong><br />

Liveri, <strong>Nola</strong> - Santa Croce,<br />

<strong>Nola</strong> - San Biagio, Marigliano,<br />

Pago del Vallo <strong>di</strong> Lauro,<br />

Palma Campania, Roccarainola<br />

(inattiva), San Gennaro<br />

Vesuviano, Somma Vesuviana,<br />

Santa Anastasia,<br />

Marzano <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>, Lauro –<br />

Fontenovella, Taurano. È<br />

stato designato quale referente<br />

<strong>di</strong> Zona il confratello<br />

Pasquale Scala della fraternità<br />

<strong>di</strong> Liveri.


anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

NON ABITUARSI ALLA LORO MANCANZA<br />

Il Papa sull'insostituibile ruolo dei presbiteri<br />

In questi mesi la Chiesa ha<br />

sempre davanti agli occhi la<br />

figura <strong>di</strong> San Giovanni Maria<br />

Vianney, modello per il nostro<br />

tempo. Lo ha ricordato<br />

Benedetto XVI ricevendo nei<br />

giorni scorsi un gruppo <strong>di</strong> Vescovi<br />

del Brasile in “visita ad<br />

limina”…<br />

…Con parole chiare il Santo<br />

Padre ha ricordato che “i sacerdoti<br />

devono restare lontani<br />

da un coinvolgimento<br />

personale nella politica, al fine<br />

<strong>di</strong> favorire l'unità e la comunione<br />

<strong>di</strong> tutti i fedeli e poter<br />

così essere un punto <strong>di</strong> riferimento<br />

per tutti”. Si potrebbe<br />

<strong>di</strong>re che fare politica<br />

da parte dei presbiteri sia<br />

un'autentica ingerenza nelle<br />

cose sociali e una ferita alla<br />

comunione della Chiesa. Parole<br />

esagerate? Se un presbitero<br />

interviene <strong>di</strong>rettamente<br />

in politica finisce per<br />

rappresentare una parte <strong>di</strong><br />

fedeli e per escluderne<br />

un'altra; tutti invece hanno il<br />

<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> trovare in lui una guida<br />

saggia ed equilibrata<br />

“L'approfon<strong>di</strong>mento armonioso,<br />

corretto e chiaro del<br />

rapporto fra sacerdozio comune<br />

e sacerdozio ministeriale<br />

costituisce attualmente<br />

uno dei punti più delicati<br />

dell'essere e della vita della<br />

Chiesa”. Si pensi, per esempio,<br />

al problema del <strong>numero</strong><br />

esiguo <strong>di</strong> presbiteri in talune<br />

comunità. Da questo qualcuno<br />

potrebbe motivare il<br />

maggior coinvolgimento dei<br />

laici; qualcun altro, invece,<br />

potrebbe prendere la situazione<br />

come un dato <strong>di</strong> fatto e<br />

rassegnarsi. Non è così!<br />

“Non è la mancanza <strong>di</strong> presbiteri<br />

– ha detto il Santo Padre<br />

- a giustificare una partecipazione<br />

più attiva e consistente<br />

dei laici”.<br />

Infatti,<br />

quanto più i<br />

fedeli <strong>di</strong>ventanoconsapevoli<br />

delle<br />

loro responsabilitànella<br />

Chiesa,<br />

tanto più si<br />

evidenziano<br />

l ' i d e n t i t à<br />

specifica e il<br />

ruolo insostituibile<br />

del sacerdote come<br />

pastore dell'insieme della comunità,<br />

come testimone<br />

dell'autenticità della fede e <strong>di</strong>spensatore,<br />

in nome <strong>di</strong> Cristo-Capo,<br />

dei misteri della<br />

salvezza…<br />

…La pastorale vocazionale<br />

nasce dalla preghiera; richiede<br />

anche una testimonianza<br />

personale: è necessario<br />

che i sacerdoti manifestino<br />

la gioia della fedeltà alla<br />

propria identità con<br />

l'entusiasmo della missione.<br />

“Coloro che hanno ricevuto<br />

gli or<strong>di</strong>ni sacri sono chiamati<br />

a vivere con coerenza e in<br />

pienezza la grazia e gli impegni<br />

del Battesimo, ossia a offrire<br />

se stessi e tutta la loro vita<br />

in unione con l'oblazione<br />

<strong>di</strong> Cristo. La celebrazione<br />

quoti<strong>di</strong>ana del sacrificio<br />

dell'altare e la preghiera quoti<strong>di</strong>ana<br />

della Liturgia delle<br />

Ore devono essere sempre<br />

accompagnate dalla testimonianza<br />

<strong>di</strong> un'esistenza<br />

che si fa dono a Dio e agli altri<br />

e <strong>di</strong>viene così orientamento<br />

per i fedeli”…<br />

Guadagnare in serenità<br />

21<br />

<strong>di</strong> Marco Dol<strong>di</strong>, SIR<br />

Stralci dalla prolusione del card. Bagnasco al<br />

Consiglio permanente della Cei<br />

<strong>di</strong> M.Michela Nicolais, SIR<br />

“La Chiesa è in questo Paese una presenza costantemente leale<br />

e costruttiva che non può essere coartata né intimi<strong>di</strong>ta solo<br />

perché compie il proprio dovere”. A riba<strong>di</strong>rlo è stato il 21 settembre<br />

il card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, che in<br />

apertura del Consiglio permanente dei vescovi italiani ha iniziato<br />

la sua prolusione riferendosi alla vicenda che ha portato<br />

alle <strong>di</strong>missioni del <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong> “Avvenire”, Dino Boffo. “È ancora<br />

vivo in noi – ha detto – un passaggio amaro che, in quanto ingiustamente<br />

<strong>di</strong>retto ad una persona impegnata a dar voce pubblica<br />

alla nostra comunità, ha finito per colpire un po' tutti noi: la<br />

gravità dell'attacco non può non essere ancora una volta stigmatizzata,<br />

come segno <strong>di</strong> un allarmante degrado <strong>di</strong> quel buon<br />

vivere civile che tanto desideriamo e a cui tutti dobbiamo tendere”.<br />

“La coerenza tra la fede e la vita – ha ammonito il car<strong>di</strong>nale<br />

– è tensione che attraversa e invera il cristianesimo, ed è<br />

in un certo qual senso la misura della sua sincerità: su questo<br />

davvero non possiamo accettare confusione, tanto meno se<br />

condotta con intenti strumentali o per perseguire obiettivi che<br />

nulla hanno a che fare con un rinnovamento complessivo della<br />

società”. Soffermandosi poi sui 25 anni dalla riforma del Concordato<br />

tra Stato e Chiesa, il car<strong>di</strong>nale ha riba<strong>di</strong>to la “reciproca<br />

autonomia” ma anche l'“impegno con<strong>di</strong>viso <strong>di</strong> collaborazione<br />

per la promozione dell'uomo e del bene del Paese”, e ha affermato:<br />

“La Chiesa pellegrina in Italia non in<strong>di</strong>etreggia, e mai rinuncerà<br />

– secondo la sua tra<strong>di</strong>zione – ad un atteggiamento <strong>di</strong><br />

apertura virtuosa collaudato negli anni, e spera che altri si affaccino<br />

o continuino ad affacciarsi nell'agorà pubblica con onestà<br />

e passione, amore <strong>di</strong>sinteressato per le sorti comuni, autentica<br />

curiosità intellettuale”.<br />

Guardare avanti. Un invito a “guardare avanti”, a “far tesoro<br />

dell' esperienza con una capacità <strong>di</strong> autocritica che sia in grado<br />

<strong>di</strong> superare un clima <strong>di</strong> tensione <strong>di</strong>ffusa e <strong>di</strong> contrapposizione<br />

permanente che fa solo male alla società”. Tutto ciò, a partire<br />

dall'“importanza dei valori etici e morali nella politica”. A lanciarlo<br />

è stato il card. Bagnasco, nella parte finale della prolusione,<br />

de<strong>di</strong>cata ad un'Italia “ciclicamente attraversata da un<br />

malessere tanto tenace quanto misterioso, che non la fa essere<br />

talora una nazione serena e del tutto pacificata al proprio interno,<br />

perché attraversata da contrapposizioni ra<strong>di</strong>cali e da risentimenti”.<br />

Di qui la necessità <strong>di</strong> “un supplemento <strong>di</strong> amore”,<br />

capace “<strong>di</strong> inglobare pure le ragioni <strong>di</strong>verse dalle proprie, rinunciando<br />

alla polemica pur <strong>di</strong> raggiungere un consenso sulla<br />

verità”. Per la Chiesa italiana, in altre parole, è “urgente e necessario<br />

per tutti e per ciascuno guadagnare in serenità”, perché<br />

“questo oggi il Paese domanda con più insistenza”. Il “criterio<br />

fondamentale per una onesta valutazione dell'agire politico”<br />

è dunque “il criterio della reale efficacia <strong>di</strong> ogni azione politica<br />

rispetto ai problemi concreti del Paese”: soprattutto, “occorre<br />

che chiunque accetta <strong>di</strong> assumere un mandato politico<br />

sia consapevole della misura e della sobrietà, della <strong>di</strong>sciplina e<br />

dell'onore che esso comporta, come anche la nostra Costituzione<br />

ricorda”.


22<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

Durante il convegno ecclesiale sono stati riportati gli scritti <strong>di</strong> alcuni<br />

gran<strong>di</strong> maestri dell'educazione. Eccone una parte<br />

Romano Guar<strong>di</strong>ni<br />

…Non dobbiamo irrigi<strong>di</strong>rci contro il nuovo, tentando <strong>di</strong> conservare<br />

un bel mondo condannato a sparire. E neppure cercare <strong>di</strong> costruire<br />

in <strong>di</strong>sparte, me<strong>di</strong>ante una fantasiosa forza creatrice, un<br />

mondo nuovo che si vorrebbe porre al riparo dai danni<br />

dell'evoluzione. A noi è imposto il compito <strong>di</strong> dare una forma a questa<br />

evoluzione, e possiamo assolvere tale compito soltanto aderendovi<br />

onestamente; ma rimanendo tuttavia sensibili, con cuore<br />

incorruttibile, a tutto ciò che <strong>di</strong> <strong>di</strong>struttivo e <strong>di</strong> non umano è in esso.<br />

Federico Ozanam<br />

La questione che <strong>di</strong>vide gli uomini dei nostri tempi, non è più una<br />

questione <strong>di</strong> forma politica, è una questione sociale: si tratta <strong>di</strong> sapere<br />

chi vincerà: o lo spirito <strong>di</strong> egoismo o lo spirito <strong>di</strong> sacrificio; se<br />

la società non sarà altro che una sfruttamento a profitto dei più forti<br />

o una consacrazione <strong>di</strong> ciascuno al servizio <strong>di</strong> tutti. Ci sono molti<br />

uomini che hanno troppo e che vogliono avere ancora; ce ne sono<br />

ancora molti <strong>di</strong> più che non hanno niente e che vogliono prendere<br />

se non si dà loro niente. Tra queste due classi <strong>di</strong> uomini si<br />

prepara una lotta e questa lotta minaccia <strong>di</strong> essere terribile: da<br />

una parte la potenza dell'oro, dall'altra la potenza della <strong>di</strong>sperazione.<br />

Tra queste due armate nemiche dobbiamo precipitarci noi,<br />

se non per impe<strong>di</strong>re, almeno per attenuare lo scontro. La nostra<br />

età <strong>di</strong> giovani e la nostra me<strong>di</strong>a con<strong>di</strong>zione ci rendono più facile<br />

questo compito <strong>di</strong> me<strong>di</strong>atori che ci è imposto come obbligo dal nostro<br />

titolo <strong>di</strong> cristiani (a Louis Janmot, Lione, 13 novembre 1836).<br />

E<strong>di</strong>th Stein<br />

Per amare dobbiamo essere persone. Ma sembra che in noi,<br />

l'essere persona e amare non coincidano. In ogni caso, non siamo<br />

il nostro amore. Il nostro amore è forse il nostro essere più essenziale.<br />

Ma tra noi, amare ed essere non coincidono semplicemente.<br />

Dio invece è l'amore. In lui questo non è “una parte della<br />

sua essenza”, perché la sua essenza non ha parti. Quando Dio<br />

dona se stesso, è il suo amore che si dona, e dunque l'amore stesso<br />

è una persona. Poiché Dio per amare non può essere una persona<br />

unica, è chiaro che l'essenza dell'amore è andare verso<br />

un'altra persona.<br />

Pier Giorgio Frassati<br />

Carissima, grazie anzitutto della buona lettera. Tu mi doman<strong>di</strong> se<br />

sono allegro; e come non potrei esserlo? Finché la Fede mi darà<br />

forza sempre allegro! ogni cattolico non può non essere allegro:<br />

la tristezza deve essere ban<strong>di</strong>ta dagli animi cattolici; il dolore non<br />

è la tristezza, che è una malattia peggiore <strong>di</strong> ogni altra. Questa<br />

malattia è quasi sempre prodotta dall'ateismo; ma lo scopo per<br />

cui noi siamo stati creati ci ad<strong>di</strong>ta la via seminata sia pure <strong>di</strong> molte<br />

spine, ma non una triste via: essa è allegria anche attraverso i dolori.<br />

Chiara Lubich<br />

In un rifugio antiaereo, apriamo a caso il Vangelo alla pagina del<br />

Testamento <strong>di</strong> Gesù: "Che tutti siano uno, Padre, come io e te".<br />

Quelle parole sembrano illuminarsi ad una ad una.<br />

Quel "tutti" sarebbe stato il nostro orizzonte.<br />

Quel progetto <strong>di</strong> unità la ragione della nostra vita.<br />

Bonhoeffer<br />

Non <strong>di</strong> geni nè <strong>di</strong> cinici nè <strong>di</strong> gente che <strong>di</strong>sprezza gli uomini nè <strong>di</strong><br />

tattici raffinati abbiamo bisogno, ma <strong>di</strong> uomini aperti, semplici, <strong>di</strong>ritti.<br />

Ci sarà rimasta tanta forza <strong>di</strong> resistenza interiore contro le situazioni<br />

imposteci, ci sarà rimasta tanta spietata sincerità verso noi<br />

stessi da poter ritrovare la strada della semplicità e della rettitu<strong>di</strong>ne?<br />

Luigi Giussani<br />

La prima preoccupazione <strong>di</strong> un'educazione vera e adeguata è<br />

quella <strong>di</strong> educare il cuore dell'uomo così come Dio l'ha fatto. La<br />

morale non è nient'altro che continuare l'atteggiamento in cui Dio<br />

crea l'uomo <strong>di</strong> fronte a tutte le cose e nel rapporto con esse, originalmente.<br />

Di tutto quello che si deve <strong>di</strong>re sull'educazione, a noi<br />

importano soltanto questi punti.<br />

Giuseppe Lazzati<br />

Ma questo bene comune dev'essere determinato nell'hic et nunc<br />

della contingenza storica, non, per altro, in una valutazione statica<br />

della realtà, bensì nella sua visione <strong>di</strong>namica, nel senso cioè<br />

che quello che determino come bene comune è tale perché imme<strong>di</strong>ata<br />

sod<strong>di</strong>sfazione dell'esigenza dei componenti la comunità,<br />

ma nel tempo stesso per la sua apertura a uno sviluppo che, nello<br />

svolgersi della realtà in vista <strong>di</strong> un fine da raggiungere, devo pensare<br />

a facilitare.<br />

don Giovanni Bosco<br />

Ricordatevi che l'educazione è cosa <strong>di</strong> cuore, e che Dio solo ne è<br />

il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non<br />

ce ne insegna l'arte, e ce ne dà in mano le chiavi.<br />

Rachele Sibilla<br />

La fede trova qui la sua sfida più grande: si tratta <strong>di</strong> non ingaggiare<br />

un confronto sul terreno delle <strong>di</strong>squisizioni teoriche, ma <strong>di</strong> dare<br />

vita ad una nuova cultura della relazione… appare in tutta la sua<br />

urgenza il compito <strong>di</strong> educare ad affrontare i problemi<br />

dell'esistenza, facendo leva sulla ricerca della verità dell'uomo.<br />

Cosa s'intende quando si parla <strong>di</strong> verità? Non è tanto ricerca <strong>di</strong><br />

una dottrina, <strong>di</strong> una conoscenza astratta, <strong>di</strong> un'informazione pura<br />

e semplice, ma è qualcosa che fa vivere, è incontro <strong>di</strong>namico personale,<br />

che non si può ridurre ad un'etica risolta nel fare, relazione<br />

che conduce a penetrare nel mistero della vita.<br />

A Francesco d'Assisi<br />

Dopo vita spensierata<br />

ricevesti la chiamata.<br />

Per far giungere trionfante<br />

la Chiesa allor crollante<br />

Tu nel mare burrascoso<br />

ti immergesti coraggioso<br />

e con grande carità<br />

facesti amare Povertà.<br />

Povertà non fu il tuo fine<br />

ma l'eccezional strumento<br />

che ti <strong>di</strong>è l'ardente face<br />

per raggiungere la vera pace.<br />

Tu con Dio colloquiavi<br />

mentre la Natura contemplavi.<br />

Con uno spirito gran<strong>di</strong>oso<br />

amasti l'universo misterioso<br />

che nella sua magnificenza<br />

<strong>di</strong> Dio ti espresse la Potenza.<br />

Solo Dio nella sua bontà<br />

piena ti suggerì la pura Verità.<br />

don Salvatore Feola


DON GIOVANNI, UNA VITA TRA FEDE E CULTURA<br />

La comunità <strong>di</strong> San Clemente a Casamarciano saluta con commozione don Giovanni<br />

Basile, parroco della comunità dal 1959 sino al giorno della sua scomparsa, lo scorso 24<br />

agosto 2009<br />

<strong>di</strong> Michele Esposito e Giulia Vecchione<br />

Carissimi, siamo qui per<br />

mettere in comune con voi<br />

le lacrime e la preghiera.<br />

Le lacrime, perché <strong>di</strong> fronte<br />

alla morte <strong>di</strong> un caro sacerdote<br />

come Don Giovanni,<br />

non si può non piangere,<br />

come Gesù davanti<br />

alla tomba <strong>di</strong> Lazzaro. La<br />

preghiera, perché con la<br />

grazia <strong>di</strong> Dio troviamo la<br />

forza <strong>di</strong> credere che Don<br />

Giovanni è entrato nella<br />

gloria, è arrivato da quel<br />

Signore per il quale ha donato<br />

la sua vita nel ministero<br />

sacerdotale.<br />

Don Giovanni nasce in<br />

una famiglia umile, a cavallo<br />

delle due guerre,<br />

quando le con<strong>di</strong>zioni economiche<br />

e sociali sono <strong>di</strong>fficili<br />

per tutti. Nonostante<br />

ciò, assecondando la sua<br />

fervida passione,frequenta<br />

il seminario<br />

e <strong>di</strong>ventasacerdote<br />

il 9<br />

luglio del<br />

1956, seguito<br />

in questa<br />

scelta<br />

dall'amico <strong>di</strong><br />

sempre Don<br />

Francesco<br />

Addeo. Consegue<br />

la laurea<br />

in Lettere<br />

e Filosofia,<br />

in Teologia<br />

e in Psicologia.<br />

Il<br />

suo amore<br />

per la cultura<br />

gli impone<br />

<strong>di</strong> essere<br />

strumento<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ffusione e per questo<br />

si batte per insegnare, in<br />

epoca non recente, presso<br />

licei statali. E questa,<br />

accanto alla sua coinvolgente<br />

attività pastorale, è<br />

la sua missione: promuovere<br />

la crescita dei giovani,<br />

attraverso l' appren<strong>di</strong>mento<br />

delle verità insite<br />

nel creato, con la coscienza<br />

<strong>di</strong> essere strumento<br />

per il progresso della società<br />

perché attori nella<br />

realizzazione del progetto<br />

<strong>di</strong> Dio. La fede arde in<br />

ognuno <strong>di</strong> noi perché ci avviciniamo<br />

a Cristo tramite<br />

le verità del mondo; l' insegnamento<br />

del Vangelo è<br />

attuale e la pratica religiosa<br />

è in<strong>di</strong>spensabile. Pertanto<br />

egli rappresenta<br />

un'anima sacerdotale autentica,<br />

piena <strong>di</strong> carità, <strong>di</strong><br />

luce e <strong>di</strong> speranza nella fede.<br />

Si è speso fino all'ultimo<br />

istante senza mai far pesare<br />

la sua sofferenza, ma incurante,<br />

regalando il suo<br />

sorriso a quanti lo conoscevano<br />

per chiedere aiuto,<br />

consiglio, guida. Con la<br />

sua semplicità riusciva ad<br />

attirare i cuori dei piccoli<br />

come dei gran<strong>di</strong>, perché<br />

la ricetta <strong>di</strong> cui si serviva<br />

era l'Amore.<br />

Chi non ricorda il suo<br />

sguardo sereno, profondo?<br />

Pareva che penetrasse<br />

e ti leggesse fin dentro<br />

l'animo.<br />

Chi non era amico <strong>di</strong> Don<br />

Giovanni? Era una figura<br />

eccezionale per la cultura,<br />

la varietà degli interessi,<br />

la cerchia delle amicizie e<br />

il carisma <strong>di</strong> spiegare la parola<br />

<strong>di</strong> Dio, mettendola a<br />

contatto con la situazione<br />

storica contingente e con<br />

il cuore dell'uomo.<br />

E' proprio per attuare il pro-<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

23<br />

getto <strong>di</strong> Cristo che promuove<br />

la ristrutturazione<br />

della Chiesa Parrocchiale,<br />

la nascita dell'asilo, la ristrutturazione<br />

della canonica,<br />

la costruzione del<br />

campo sportivo e quin<strong>di</strong><br />

della squadra <strong>di</strong> calcio.<br />

Scrive e lascia a tutti noi il<br />

libro su Casamarciano in<br />

cui mette or<strong>di</strong>ne sulle origini<br />

del nome, sulla storia<br />

recente e passata e sulla<br />

vocazione economica del<br />

paese. In tempi e mo<strong>di</strong><br />

sempre più originali si sforza<br />

<strong>di</strong> mettere in contatto le<br />

persone, ed il pellegrinaggio<br />

o la gita <strong>di</strong>ventano momenti<br />

per esserci e per insegnare.<br />

Caro Don Giovanni, dai<br />

nuovi cieli da te tanto vagheggiati<br />

ed ora posseduti,<br />

insieme al buon Dio,<br />

mandaci buone ispirazioni<br />

perché possiamo coltivare<br />

con serenità la fede,<br />

la cultura e l'amicizia, come<br />

hai fatto tu.<br />

Vivere da cristiani fino in fondo si può,<br />

anche ai nostri giorni !<br />

E' il caso della Serva <strong>di</strong> Dio Nina Lanza, che ha testimoniato<br />

con il suo “essere” come sia ragionevole e<br />

bello vivere in Cristo il proprio Battesimo. E quando la<br />

sofferenza ha avvolto la sua esistenza, ella ne ha saputo<br />

fare l'occasione preziosa per testimoniare quanto<br />

l'umano soffrire possa aprire strade inimmaginabili<br />

<strong>di</strong> senso all'uomo che affannosamente e drammaticamente<br />

viene riportato a se stesso. In Dio Nina Lanza<br />

ha trasformato il suo dolore in inno <strong>di</strong> lode. Un<br />

esempio da seguire ed imitare nei nostri giorni bui e<br />

privi <strong>di</strong> senso.


24<br />

anno XXIV <strong>numero</strong> 7<br />

settembre/ottobre 2009<br />

PERSEGUIRE LA BELLEZZA<br />

Le nuove vetrate della parrocchia Maria SS. della Stella <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />

«Mi ha sempre impressionato come, anche in tempi non facili, il popolo abbia fatto sacrifici non solo per le opere<br />

<strong>di</strong> carità, ma anche per rendere i luoghi <strong>di</strong> culto belli. Qualsiasi spiegazione non ci convincerebbe quanto il<br />

vedere tutta la bellezza delle cattedrali me<strong>di</strong>evali. L'esperienza c'insegna che la bellezza solleva l'animo umano,<br />

lo rende più leggero e più buono e <strong>di</strong>sponibile al bene. Dostoevskij aveva proprio ragione nel definire la bellezza<br />

la sola possibilità <strong>di</strong> salvezza». Così Don Mariano Amato ha risposto alla nostra domanda sulla necessità<br />

<strong>di</strong> rinnovare la chiesa della parrocchia Maria SS. Della Stella <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>. «Quando ci si è resi conto che i lavori <strong>di</strong><br />

ristrutturazione dell'e<strong>di</strong>ficio non erano più procrastinabili – ha continuato - si è ritenuto opportuno non solo risistemare,<br />

ma donare all'aula liturgica un tocco <strong>di</strong> ulteriore bellezza. La maniera più semplice e utile è stata quella<br />

<strong>di</strong> inserire 12 nuove finestre, istoriandole però con episo<strong>di</strong> della vita della Madonna per perseguire una finalità<br />

allo stesso tempo estetica e teologica». Le do<strong>di</strong>ci finestre incorniciano la parte alta della navata centrale<br />

mentre una tre<strong>di</strong>cesima vetrata, quella principale, si apre, come un rosone, al <strong>di</strong> sopra del pronao. I lavori sono<br />

stati affidati ad artigiani specialisti dell'arte vetraia, appartenenti alla <strong>di</strong>tta Vetrate Artistiche Fiorentine <strong>di</strong> Sesto<br />

Fiorentino.

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