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momento così duro, se restiamo sal<strong>di</strong> nei nostri<br />
affetti, se ci abbracciamo l'un l'altro nelle<br />
reti familiari e comunitarie Se ci riscal<strong>di</strong>amo<br />
nel bene che ci vogliamo, cosa ci può<br />
abbattere Se continuiamo a seminare dolcezza<br />
reciproca, se ci manteniamo l'un<br />
l'altro in posizione eretta grazie all'amore<br />
che doniamo e ci scambiamo, sapremo reggere<br />
anche ai colpi più duri.<br />
Carissimi amici, la crisi può abbattere i nostri<br />
tenori <strong>di</strong> vita, ma non può e non deve <strong>di</strong>struggere<br />
le nostre relazioni, i nostri legami,<br />
i nostri valori. La solidarietà, la capacità <strong>di</strong><br />
amare, le tenuta solida dei nostri affetti è il<br />
migliore investimento sul nostro futuro e sul<br />
futuro dei nostri figli. Non lasciamoci impoverire<br />
umanamente, spiritualmente e moralmente.<br />
No, questa non è retorica. Già in altre fasi<br />
della storia recente e passata, la nostra Terra<br />
ha saputo opporre l'umanità all'in<strong>di</strong>vidualismo,<br />
la solidarietà all'egoismo, l'amicizia alla<br />
<strong>di</strong>sperazione. È nel nostro DNA reagire ed<br />
agire da uomini e donne vere, senza paura,<br />
con coraggio, ancorandoci a ciò che è scritto<br />
nel nostro cuore.<br />
Viviamo dunque questa Quaresima con<br />
forza d'animo e fede. Le nostre comunità<br />
parrocchiali incarnino la sofferenza del Signore<br />
Gesù aprendosi totalmente ai bisogni<br />
spirituali e materiali <strong>di</strong> chi soffre, non limitandosi<br />
ad offrire viveri, ma curando innanzitutto<br />
che ci sia in ogni casa il pane della vita,<br />
il pane <strong>di</strong> Gesù Cristo. Le nostre comunità<br />
citta<strong>di</strong>ne sperimentino su larga scala e in modo<br />
costante prassi <strong>di</strong> solidarietà partecipate<br />
da tutti gli attori istituzionali e del sociale, <strong>di</strong>venendo<br />
“famiglia <strong>di</strong> famiglie” e non limitandosi<br />
ad agire come fredde burocrazie.<br />
E ciascuno <strong>di</strong> noi, carissimi amici, comprenda<br />
sino in fondo che la realtà non è solo<br />
ciò che si mostra ai nostri occhi, non è solo il<br />
visibilissimo male che ci circonda. La realtà è<br />
anche ciò che si nasconde nei nostri cuori e<br />
nei cuori dei nostri fratelli. E guardandoci<br />
dentro, scrutando sino in fondo, scopriremo<br />
l'essenziale: l'Amore <strong>di</strong> Dio e <strong>di</strong> chi ci sta vicini.<br />
Il tesoro che ci occorre per restare in pie<strong>di</strong><br />
e ripartire.<br />
<strong>Nola</strong>, 22 febbraio 2012<br />
+ Beniamino Depalma<br />
Arcivescovo, Vescovo <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
<strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
CERCATE<br />
NEGLI AFFETTI<br />
E NELL’AMORE VERO<br />
OGNI FELICITÀ !<br />
Messaggio<br />
alle comunità parrocchiali e citta<strong>di</strong>ne<br />
per l’inizio del tempo <strong>di</strong> Quaresima
Carissimi amici,<br />
la riflessione che vorrei proporvi per il<br />
tempo <strong>quaresima</strong>le parte dal mio <strong>di</strong>alogo<br />
personale con molti laici, credenti e non credenti,<br />
che con la medesima intensità reclamano<br />
dalla Chiesa una presenza forte e autentica<br />
nella quoti<strong>di</strong>anità <strong>di</strong> ogni uomo.<br />
Talvolta sottolineate, non senza ragioni,<br />
come i tempi e gli spazi della Chiesa sembrino<br />
del tutto avulsi, siano “altro”, rispetto ai<br />
tempi e agli spazi della storia, delle città, delle<br />
famiglie, delle persone in carne ed ossa.<br />
Non <strong>di</strong> rado, considerate lontane da ciò che<br />
realmente sta accadendo nel mondo anche<br />
le parole che ascoltate in parrocchia, magari<br />
le mie stesse parole <strong>di</strong> vescovo, quelle dei sacerdoti,<br />
dei fedeli impegnati in vari servizi ecclesiali.<br />
Mi tormenta, in particolare, un<br />
“j’accuse” ben preciso, <strong>di</strong> fronte al quale<br />
non riesco mai a restare in<strong>di</strong>fferente: “La<br />
gente soffre, e voi parlate <strong>di</strong> amore, sacrificio,<br />
speranza, salvezza, al<strong>di</strong>là, resurrezione,<br />
mentre qui è pianto e stridore <strong>di</strong> denti, mentre<br />
qui mali dalle ra<strong>di</strong>ci soli<strong>di</strong>ssime ci soffocano<br />
e ci tolgono tutto”.<br />
Di fronte a tali osservazioni non voglio arroccarmi<br />
né pormi sulla <strong>di</strong>fensiva, né mettere<br />
ai margini chi nutre dubbi sulla consistenza<br />
e veri<strong>di</strong>cità del <strong>messaggio</strong> cristiano. Anzi,<br />
sono proprio queste provocazioni che fanno<br />
rinascere in me il desiderio <strong>di</strong> ri<strong>di</strong>re la specificità<br />
della testimonianza cristiana nel mondo.<br />
Può mai un credente, un uomo o una<br />
donna alla sequela <strong>di</strong> Gesù, unirsi al coro dei<br />
profeti <strong>di</strong> sventura, delle Cassandre, dei pessimisti<br />
a prescindere, degli scettici e dei <strong>di</strong>sillusi<br />
Nel remoto giorno in cui non resterà<br />
uomo a guardare avanti con coraggio e fiducia,<br />
sarà buio per tutti e su tutta la Terra.<br />
Questo è il cristiano, non un cieco né un sordo,<br />
piuttosto un uomo che sa con<strong>di</strong>videre e<br />
portare con gli altri il peso del male, ma senza<br />
farsi schiacciare e senza mai, mai, mai cedere<br />
alla <strong>di</strong>sperazione.<br />
No, amici. Gesù non è lontano. Gesù non<br />
è <strong>di</strong>stante dalla crisi, dai bilanci in rosso delle<br />
famiglie, dai giovani <strong>di</strong>sperati per una <strong>di</strong>soccupazione<br />
cronica. Il suo “verbo” non è illusione,<br />
oppio, sotterfugio, rifugio per scansare<br />
la dura realtà. Basterebbe leggere le vibranti<br />
parole del Maestro - sempre seguite<br />
da gesti concreti - in <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> ogni ultimo, <strong>di</strong><br />
condanna ad ogni ingiustizia, <strong>di</strong> biasimo durissimo<br />
ad approfittatori, farisei, ipocriti e<br />
sfruttatori.<br />
Non è un caso, non può essere dunque<br />
un caso, se in quest'inizio 2012 il tempo della<br />
Quaresima, segnato da parole quali “sacrificio,<br />
astinenza, sobrietà, rinuncia”, coincide<br />
pienamente con la fase più acuta della<br />
crisi economica, con la punta più terribile<br />
del collasso produttivo e occupazionale del<br />
nostro territorio, con il vertice <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sagio<br />
materiale e morale che oramai colpisce anche<br />
il cosiddetto “ceto me<strong>di</strong>o”.<br />
La Quaresima, questa Quaresima, arriva<br />
provvidenziale per affrontare con un bagaglio<br />
spirituale un tempo sociale che si annuncia<br />
<strong>di</strong>fficilissimo. In che modo Con quali<br />
virtù spirituali possiamo reggere il peso<br />
delle privazioni economiche e materiali La<br />
lista è ampia e nota: imparando a vivere con<br />
meno, ad evitare la schiavitù degli oggetti e<br />
delle cose, ad essere sal<strong>di</strong> <strong>di</strong> fronte alle sirene<br />
<strong>di</strong> un consumismo sfrenato, crescendo in<br />
responsabilità e sobrietà, badando meno<br />
all'apparenza e più alla sostanza, tutelando<br />
nella massima misura, anche a costo <strong>di</strong> acuti<br />
sacrifici personali, il benessere dei più deboli,<br />
cioè dei bambini, dei giovani e degli anziani.<br />
Sono “esercizi spirituali” che certo non<br />
compensano in tutto e per tutto il drastico<br />
calo del tenore <strong>di</strong> vita cui siamo sottoposti<br />
dalla crisi, ma che certamente possono insegnarci<br />
uno “stile nuovo”, uno stile, cioè, che<br />
ridà or<strong>di</strong>ne alle nostre priorità. Non una semplice<br />
“strategia” per affrontare l'emergenza,<br />
ma una <strong>di</strong>versa idea <strong>di</strong> benessere e <strong>di</strong> felicità<br />
in cui al primo posto risulta la qualità delle relazioni<br />
umane.<br />
Ma vorrei proporvi anche un ulteriore<br />
esercizio, quello più importante: imparare a<br />
cercare la felicità solo e unicamente<br />
nell'amore dato e ricevuto. In nient'altro. Cosa<br />
e chi ci potrà ferire a morte, anche in un