Focus sulle parrocchie del quinto decanato Speciale - Diocesi di Nola
Focus sulle parrocchie del quinto decanato Speciale - Diocesi di Nola
Focus sulle parrocchie del quinto decanato Speciale - Diocesi di Nola
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
ComUnicare...<br />
<strong>Focus</strong> <strong>sulle</strong> <strong>parrocchie</strong><br />
<strong>del</strong> <strong>quinto</strong> <strong>decanato</strong><br />
<strong>Speciale</strong><br />
anno XXVI numero 3 marzo 2012<br />
Dietro<br />
la<br />
Bellezza<br />
Con la Pasqua il Cristianesimo ricorda al mondo intero che la morte non è l’ultima parola. Non lo è al temine <strong>del</strong> viaggio<br />
su questa terra, non lo è durante il viaggio: l’orrore che spesso gli occhi <strong>del</strong>l’uomo vedono non possono nascondere<br />
infatti i segni <strong>di</strong> pienezza <strong>di</strong> vita che chi possiede uno sguardo teologico non fa fatica a ricondurre a Dio. I racconti che<br />
proponiamo, le voci <strong>di</strong>fferenti che le pagine <strong>di</strong> inDialogo questo mese <strong>di</strong>schiude, <strong>di</strong>cono che la salvezza è possibile, anzi<br />
<strong>di</strong>cono che essa accade, quoti<strong>di</strong>anamente, anche attraverso la bellezza, non solo vista, ma ricercata.
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
l’e<strong>di</strong>toriale<br />
La Terza Pagina<br />
«<br />
La”crisi” è ormai un mantra me<strong>di</strong>atico.<br />
Non esiste articolo, libro,<br />
conferenza o talk-show che non la<br />
tiri in ballo. Per crisi s’intende quasi<br />
sempre solo crisi economica (quella<br />
che più morde il tessuto vivo <strong>del</strong>la<br />
quoti<strong>di</strong>anità), sebbene non manchino<br />
scricchiolii molesti e minacciosi in altre<br />
<strong>di</strong>mensioni <strong>del</strong>la coabitazione sociale,<br />
tipo quella affettivo-relazionale.<br />
Il termine “crisi” viene dal verbo<br />
greco “krino” che vuol <strong>di</strong>re separare,<br />
cernere, e in senso lato <strong>di</strong>scernere,<br />
giu<strong>di</strong>care, valutare. Se ci lasciamo<br />
educare dal linguaggio, compren<strong>di</strong>amo<br />
che la crisi, il passaggio complesso<br />
e drammatico, nasconde in sé la<br />
possibilità <strong>di</strong> un ri-pensamento e la<br />
chance <strong>di</strong> un suo capovolgimento,<br />
purché si sia <strong>di</strong>sposti ad assumere la<br />
fatica <strong>di</strong> passare al setaccio i propri<br />
assunti, rivedere i fondamenti – nel<br />
caso in esame quelli <strong>del</strong> nostro vivere<br />
associato. Solo così, credo, saremo<br />
all’altezza <strong>del</strong>l’attuale passaggio storico.<br />
Per restare al piano economico, i<br />
provve<strong>di</strong>menti dei governi (dalle riforme<br />
<strong>del</strong> lavoro al welfare, dal fisco alle<br />
liberalizzazioni) hanno un importante<br />
ruolo “anticiclico”, sono tesi cioè a far<br />
rientrare la crisi <strong>del</strong> sistema. Lasciano<br />
pressoché invariate però le cause remote<br />
<strong>del</strong>la tempesta.<br />
Per arrivare a vederle credo che occorra<br />
comprendere il capitalismo non<br />
solo come un mezzo, un’organizzazione<br />
economica tra le altre, correggibile<br />
con qualche buona norma concertata<br />
tra le parti sociali, con l’aggiunta <strong>di</strong><br />
una spruzzata <strong>di</strong> etica. Il capitalismo<br />
02 marzo 2012<br />
L’etica <strong>del</strong> capitale <strong>di</strong> Alfonso Lanzieri<br />
è qualcosa <strong>di</strong> più potente: è una vera<br />
e propria visione-<strong>del</strong>-mondo, in cui<br />
s’incrociano, da un lato, una concezione<br />
<strong>del</strong> cosmo come insieme <strong>di</strong><br />
cose “utilizzabili” («spegneremmo<br />
anche il sole e la luna se ciò ci desse<br />
dei <strong>di</strong>viden<strong>di</strong>» <strong>di</strong>ceva Keynes), dall’altro,<br />
il mito <strong>del</strong> progresso infinito, mito<br />
ferito ma non scomparso. A fare da<br />
collante tra questi due principi è la<br />
volontà <strong>di</strong> eliminare ogni con<strong>di</strong>zionatezza<br />
esterna all’uomo per mezzo<br />
<strong>del</strong>l’opera <strong>del</strong>la mente (la “actio<br />
mentis”spinoziana) che pone e <strong>di</strong>spone<br />
<strong>del</strong>le cose <strong>del</strong> mondo organizzandole<br />
secondo criteri tecnico-funzionali.<br />
Ciclicamente il capitalismo va in<br />
crisi per le sue contrad<strong>di</strong>zioni interne:<br />
una <strong>di</strong> queste – la più forte – è data<br />
dalla pluralità <strong>di</strong> soggetti (finanza,<br />
produttori <strong>di</strong> merci, lavoratori, consumatori)<br />
che perseguono la stessa<br />
linea <strong>di</strong> sviluppo da posizioni, però,<br />
<strong>di</strong>verse e non sempre armonizzabili<br />
tra loro. Nell’incertezza economica,<br />
ad esempio, è perfettamente coerente<br />
e sensato – anche se è sgradevole<br />
ammetterlo - che le banche nazionali<br />
ricevano danaro dalla BCE al tasso<br />
d’interesse <strong>del</strong>l’1 % e lo prestino ad<br />
imprese e famiglie col contagocce e<br />
a tassi molto più alti. Sono le regole<br />
<strong>del</strong> gioco finché il sistema economico<br />
(e la struttura <strong>del</strong>le società in cui viviamo)<br />
sarà un matrimonio <strong>di</strong> convenienza,<br />
sostanzialmente un contratto:<br />
la serena unione sarà sempre un<br />
equilibrio precario.<br />
Invocare semplicisticamente “più<br />
etica nella finanza” non basta, perché<br />
il capitalismo neo-liberista ha già un<br />
suo ethos, un suo paesaggio <strong>di</strong> valori.<br />
Occorrerebbe – più profondamente -<br />
un’altra etica. Non servono pre<strong>di</strong>che<br />
al mercato, ma ampliare il riduttivo<br />
mo<strong>del</strong>lo <strong>del</strong>l’homo oeconomicus.<br />
in Dialogo mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Redazione<br />
via San Felice n.29 - 80035 <strong>Nola</strong> (Na)<br />
Autorizzazione <strong>del</strong> tribunale <strong>di</strong> Napoli n. 3393 <strong>del</strong> 7 marzo 1985<br />
Direttore responsabile: Marco Iasevoli<br />
Con<strong>di</strong>rettore: Luigi Mucerino<br />
In redazione:Alfonso Lanzieri, Mariangela Parisi,<br />
Michele Amoruso, Enzo Formisano, Gennaro Morisco<br />
Stampa: Giannini Presservice via San Felice, 27 - 80035 <strong>Nola</strong> (Na)<br />
Chiuso in redazione il 26 marzo 2012<br />
Abbonamento annuale: € 10,00<br />
Versamento da effettuare sul numero <strong>di</strong> Conto corrente postale 18524801<br />
intestato a “<strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> – Ufficio economato”, causale “abbonamento<br />
In <strong>di</strong>alogo”.<br />
Parrocchie, istituti religiosi, aggregazioni laicali e istituzioni possono chiedere<br />
la ricezione presso un solo in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong> più copie.<br />
Errata corrige numero 2/2012<br />
L’autore <strong>del</strong>l’articolo <strong>di</strong> pag.8 da noi in<strong>di</strong>cato<br />
come Emilio Ventre è invece Emilio Romano<br />
L’autrice <strong>del</strong>l’articolo <strong>di</strong> pag.26 da noi in<strong>di</strong>cato<br />
come Angela Melillo è invece Mena Agnello<br />
Qual è la bellezza che cerchiamo <strong>di</strong> Antonio Trupiano<br />
«<br />
Non ha apparenza né bellezza<br />
per attirare i nostri sguar<strong>di</strong>, non<br />
splendore per provare in lui <strong>di</strong>letto»<br />
(Is. 53,2). In cammino verso la Pasqua<br />
<strong>del</strong> Signore, siamo provocati<br />
dalla figura <strong>del</strong> Servo <strong>di</strong> cui parla il<br />
profeta Isaia a mettere ra<strong>di</strong>calmente<br />
in <strong>di</strong>scussione i nostri abituali criteri<br />
<strong>di</strong> bellezza.<br />
Il profeta scrive questo canto in<br />
un periodo storico molto travagliato,<br />
quando il popolo – ancora in esilio<br />
in terra straniera – è esortato a<br />
guardare in avanti alla prospettiva<br />
<strong>del</strong> ritorno, senza confidare in mezzi<br />
<strong>di</strong> potenza e in calcoli strategici, ma<br />
contando unicamente sulla forza <strong>del</strong><br />
braccio potente <strong>di</strong> Dio che rimetterà<br />
in cammino un resto <strong>di</strong>sperato e<br />
sfiduciato. Il servo – sia che si pensi<br />
ad un inviato particolare o al popolo<br />
stesso – è figura <strong>di</strong> Gesù stesso, al<br />
punto che la nostra tra<strong>di</strong>zione propone<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>tare su questo testo nel<br />
giorno <strong>del</strong> venerdì santo.<br />
Perché cercare in lui la bellezza,<br />
se il suo aspetto è talmente sfigurato<br />
da farci provare resistenza persino a<br />
guardarlo «Come molti si stupirono<br />
<strong>di</strong> lui – tanto era sfigurato per essere<br />
d’uomo il suo aspetto e <strong>di</strong>versa la sua<br />
forma da quella dei figli <strong>del</strong>l’uomo –<br />
così si meraviglieranno <strong>di</strong> lui molte<br />
genti; i re davanti a lui si chiuderanno<br />
la bocca, poiché vedranno un fatto<br />
mai ad essi raccontato e comprenderanno<br />
ciò che mai avevano u<strong>di</strong>to»<br />
(Is. 52,14-15). Qual è il capovolgimento<br />
che Dio opera Com’è possibile<br />
che dove non c’è apparenza né<br />
bellezza, ci sarà stupore ed esperienza<br />
<strong>di</strong> luce L’operare <strong>di</strong> Dio mette in<br />
crisi le nostre aspettative <strong>di</strong> salvezza<br />
e ci spinge a ridefinire i nostri criteri<br />
<strong>di</strong> realizzazione personale: «La pietra<br />
scartata dai costruttori è <strong>di</strong>venuta<br />
testata d’angolo» (Sal. 118,22). Lo<br />
“scarto” <strong>di</strong>venta possibilità <strong>di</strong> liberazione.<br />
Sì, proprio lo scarto! Israele ha<br />
sperimentato che il ritorno è possibile<br />
attraverso la sofferenza <strong>del</strong> giusto<br />
che assume valore salvifico per tutti.<br />
La bruttura <strong>del</strong>le piaghe, che ai nostri<br />
occhi non promettono alcun futuro,<br />
<strong>di</strong>venta rivelazione <strong>del</strong>la misericor<strong>di</strong>a<br />
<strong>di</strong> Dio. È per questo che Isaia celebra<br />
con esultanza la “bellezza” dei pie<strong>di</strong><br />
<strong>del</strong> messaggero <strong>di</strong> lieti annunzi che<br />
porta la pace, mentre le sentinelle alzano<br />
la voce, perché vedono con gli<br />
occhi il ritorno <strong>del</strong> Signore e la sua<br />
consolazione (Is. 52,7-8).<br />
La vicenda <strong>del</strong> servo invita ad una<br />
conversione profonda dei nostri abituali<br />
criteri <strong>di</strong> bellezza. Abituati a far<br />
coincidere ciò che è imme<strong>di</strong>atamente<br />
utile con il successo, ciò che si offre<br />
alla nostra brama consumistica<br />
con ciò per cui vale la pena vivere,<br />
restiamo ammutoliti e <strong>di</strong>sarmati <strong>di</strong><br />
fronte alla sorte <strong>del</strong> servo. Questo <strong>di</strong>sorientamento,<br />
però, ci interroga in<br />
profon<strong>di</strong>tà per una revisione ra<strong>di</strong>cale<br />
dei nostri parametri <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio: dal<br />
basso, in questa storia, Dio opera la<br />
salvezza proprio attraverso la donazione<br />
gratuita <strong>di</strong> chi consegna la propria<br />
vita senza riserve, senza <strong>di</strong>fendere<br />
ostinatamente i propri privilegi.<br />
Gesù-servo realizza in pienezza la vicenda<br />
<strong>del</strong> seme: insignificante per la<br />
sua piccolezza e destinato a marcire,<br />
solo inabissato nelle viscere <strong>del</strong>la terra<br />
produce molto frutto.<br />
Pur nelle loro resistenze e nel loro<br />
non capire, i <strong>di</strong>scepoli hanno colto la<br />
rivelazione <strong>di</strong> una nuova bellezza in<br />
Gesù. Ne è testimonianza esemplare<br />
l’esperienza <strong>del</strong>la trasfigurazione: la<br />
sua veste <strong>di</strong>venne can<strong>di</strong>da e sfolgorante,<br />
mentre Mosè ed Elia parlavano<br />
con Lui <strong>del</strong> viaggio che avrebbe<br />
portato a compimento a Gerusalemme.<br />
È la sua Pasqua, la sua consegna<br />
come servo capace <strong>di</strong> trasformare<br />
anche i nostri criteri <strong>di</strong> valutazione, sì<br />
che anche noi possiamo ripetere con<br />
Pietro: «Maestro, è bello per noi stare<br />
qui» (Lc. 9,33). Accogliendo la voce<br />
<strong>di</strong> Dio che si compiace <strong>del</strong> Figlio ed<br />
invita all’ascolto, restiamo in silenzio<br />
a contemplare ciò che mai avremmo<br />
immaginato, conservando nella nostra<br />
memoria grata il mistero <strong>del</strong> suo<br />
averci amato senza riserve, destinandoci<br />
a godere <strong>di</strong> una bellezza che non<br />
avrà mai fine.<br />
Antonio Trupiano è docente <strong>di</strong> Filosofia<br />
nei Licei e <strong>di</strong> Epistemologia ed Ermeneutica<br />
presso la Pontificia Facoltà<br />
Teologica <strong>del</strong>l’Italia Meri<strong>di</strong>onale – Sezione<br />
San Luigi, dove ha conseguito<br />
<strong>di</strong> recente il Dottorato in Teologia.<br />
Autore <strong>di</strong> numerosi saggi su temi e<br />
problemi <strong>di</strong> filosofia contemporanea,<br />
ha de<strong>di</strong>cato una <strong>del</strong>le sue ultime ricerche<br />
alla riflessione su La via <strong>del</strong>la<br />
sapienza in Josef Pieper e Dietrich<br />
Bonhoeffer (Citta<strong>del</strong>la E<strong>di</strong>trice 2010).<br />
Sin da giovane è impegnato in gruppi<br />
<strong>di</strong> ascolto <strong>del</strong>la Parola.<br />
marzo 2012 03
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Oltre la Bellezza<br />
04 marzo 2012<br />
Guardare e creare con l’obiettivo <strong>di</strong> Antonella Iovino<br />
Si <strong>di</strong>ce che non esista cosa più universalmente<br />
amata <strong>del</strong>la bellezza.<br />
Questa entra a far parte <strong>del</strong>la nostra<br />
vita fin da subito e lo fa silenziosamente,<br />
in punta <strong>di</strong> pie<strong>di</strong>, in modo<br />
sempre <strong>di</strong>verso, sarà per questo che<br />
se chiedete a qualcuno <strong>di</strong> descriverla<br />
c’è chi la legherà ad un’immagine, chi<br />
ad un suono, chi ad un gesto affettuoso.<br />
Io la descriverei come un percorso.<br />
Ogni grande amore nasce un po’<br />
per caso e quella <strong>di</strong> cui sto per scrivere,<br />
è la storia <strong>di</strong> un percorso d’amore<br />
iniziato tanto tempo fa quando, in un<br />
caldo pomeriggio d’estate, gli occhi<br />
<strong>di</strong> una bambina, persi tra il verde<br />
<strong>del</strong> suo giar<strong>di</strong>no e il gesticolare <strong>del</strong>le<br />
mani <strong>di</strong> sua nonna intenta a raccontarle<br />
<strong>del</strong>le storie, scoprirono che la<br />
bellezza il più <strong>del</strong>le volte non si trova<br />
in ciò che si può vedere o toccare, ma<br />
in quello che si nasconde <strong>di</strong>etro.<br />
Gli occhi <strong>di</strong> quella bambina erano<br />
i miei e <strong>di</strong> racconti ce ne sono stati<br />
tanti altri, ma la gioia <strong>di</strong> quell’attimo,<br />
l’emozione <strong>del</strong>lo scoprire la capacità<br />
<strong>del</strong>la mente <strong>di</strong> viaggiare lontano con<br />
la fantasia cullata dal suono leggero<br />
<strong>del</strong>la voce <strong>di</strong> mia nonna, mi hanno<br />
accompagnato per tutta la vita.<br />
Il ricordo <strong>di</strong> quei racconti che non<br />
si fermavano alla semplice descrizione<br />
dei fatti, ma che scavavano dentro<br />
<strong>di</strong> essi, che riuscivano a dare vita<br />
alle cose, a dare forma all’invisibile, a<br />
farti vedere in un raggio <strong>di</strong> sole il palmo<br />
<strong>del</strong>la mano <strong>di</strong> Dio che accarezza<br />
il mondo e nel filo d’erba bagnato <strong>di</strong><br />
rugiada la sua penna, avevano finito<br />
per impormi un modo <strong>di</strong> vivere e <strong>di</strong><br />
osservare.<br />
Godere <strong>del</strong>la bellezza è un dono<br />
prezioso, ma crearla è una sfida.<br />
La mia sfida è stata riuscire a ricreare<br />
quell’istante, raccontare con<br />
una sola immagine un’intera storia,<br />
oltrepassare le regole <strong>di</strong> un mondo<br />
che corre senza <strong>di</strong>rezione, che non è<br />
più in grado <strong>di</strong> fermarsi ad ascoltare<br />
e che, nell’ossessione <strong>di</strong> trovare una<br />
spiegazione razionale ad ogni cosa,<br />
ha finito per impoverire il suo sguardo<br />
e la sua mente.<br />
Ciò che desideravo era fermare il<br />
tempo, bloccarlo e farlo attraverso<br />
la sacralità <strong>del</strong> silenzio, spingere la<br />
mente a lunghe riflessioni, a interrogativi<br />
costruttivi partendo dal reale,<br />
senza mentire, ecco perché la scelta<br />
<strong>del</strong>la macchina fotografica è stata,<br />
per me, la più naturale.<br />
Da quel momento l’obiettivo e la<br />
pellicola sono stati i miei occhi e la<br />
mia voce. Come pagine <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ario<br />
<strong>di</strong> viaggio, come fogli <strong>di</strong> carta sporchi<br />
d’inchiostro, ho raccontato attraverso<br />
agglomerati <strong>di</strong> oggetti accostati, solo<br />
apparentemente in modo casuale,<br />
storie, ideologie, frammenti <strong>di</strong> realtà,<br />
segmenti <strong>di</strong> vita, attimi vissuti o<br />
sprecati. Gli oggetti, materializzazione<br />
<strong>del</strong>la capacità creativa <strong>del</strong>l’uomo,<br />
sono stati il mio punto <strong>di</strong> partenza<br />
perché se è vero che nascono con<br />
una precisa finalità, questi possono<br />
trasformarsi, <strong>di</strong>ventare altro da sé.<br />
Una scarpa può trasformarsi nell’inizio<br />
o nella fine <strong>di</strong> un lungo viaggio,<br />
nelle proprie ra<strong>di</strong>ci familiari che, con<br />
o senza il nostro consenso, finiscono<br />
col plasmarci, nel renderci ciò che<br />
siamo. Una se<strong>di</strong>a può <strong>di</strong>venire quel<br />
riparo, quel rifugio sicuro in cui fermarsi<br />
a riflettere; il nostro bisogno <strong>di</strong><br />
certezze, stabilità; il sostegno a cui<br />
aggrapparsi per risollevarci quando<br />
ca<strong>di</strong>amo, come la preghiera; l’attesa<br />
vista come l’occasione da cogliere o<br />
sprecare.<br />
Un quaderno dalle pagine bianche<br />
può essere letto come l’apertura verso<br />
la vita e la sua capacità <strong>di</strong> avvolgerci,<br />
ispirarci; come il futuro che si<br />
spalanca davanti a noi e che è ancora<br />
tutto da scrivere e inventare; come<br />
il bisogno continuo <strong>di</strong> crescita attraverso<br />
la lettura e l’interpretazione <strong>del</strong><br />
mondo.<br />
Una crepa sul muro può <strong>di</strong>ventare<br />
quella crepa <strong>del</strong>l’anima, la rappresentazione<br />
<strong>di</strong> quel dolore così forte che<br />
ci ha segnato per sempre, che ci ha<br />
inghiottito, dal quale non credevamo<br />
<strong>di</strong> poter uscire e dal quale, invece,<br />
siamo usciti più forti; può <strong>di</strong>ventare<br />
il simbolo <strong>del</strong>la nostra rinascita, <strong>del</strong>le<br />
nostre rivincite.<br />
Un semplice cappello può tramutarsi<br />
in un involucro <strong>di</strong> protezione<br />
<strong>del</strong>le idee, il contenitore dei nostri<br />
pensieri, dei nostri ricor<strong>di</strong>, dei nostri<br />
sogni.<br />
Simbologie, trasformazioni, mutamenti,<br />
parole utilizzate per parlare<br />
<strong>di</strong> qualcosa che non si concede agli<br />
occhi, ma allo spirito: la bellezza, la<br />
mia idea <strong>di</strong> bellezza, quel lungo viaggio<br />
che parte dagli occhi e giunge fin<br />
dentro all’anima per arricchirla, abbellirla.<br />
Antonella Iovino, nata a Vico Equense (Na) il 2 novembre 1984 dopo una<br />
formazione musicale in pianoforte e in chitarra, percorre in modo in<strong>di</strong>pendente<br />
il suo percorso artistico iscrivendosi, parallelamente agli stu<strong>di</strong> universitari,<br />
ad un corso privato <strong>di</strong> pittura e <strong>di</strong>segno grazie al quale nel 2007 partecipa a<br />
<strong>di</strong>verse mostre collettive. Dopo l’iniziale interesse verso la pittura si avvicina<br />
allo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la fotografia, attraverso la quale, cerca <strong>di</strong> esprimersi in opere<br />
concettuali, corrente che nel corso degli anni ha imparato a conoscere e ad<br />
amare. Dopo aver conseguito la laurea triennale in Cultura e Amministrazione<br />
dei Beni Culturali presso la Federico II <strong>di</strong> Napoli, ha conseguito la laurea specialistica<br />
in Storia <strong>del</strong>l’Arte presso la Seconda Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli<br />
<strong>di</strong> Caserta.<br />
“<br />
In principio Dio creò il cielo e la<br />
terra. La terra era informe e deserta<br />
e le tenebre ricoprivano l’abisso<br />
e lo Spirito <strong>di</strong> Dio aleggiava <strong>sulle</strong><br />
acque. E Dio <strong>di</strong>sse: sia la luce!” (Gn<br />
1,1-3). In queste parole eterne e sublimi<br />
<strong>del</strong>l’Antico Testamento, Dio si<br />
fa sentire in opera nella creazione e<br />
dalla sua volontà esplode il comando<br />
“Sia la luce!”: la luce, che non soltanto<br />
illumina, ma crea.<br />
Ma che cosa è la luce Questo flusso<br />
<strong>di</strong> ra<strong>di</strong>azioni che parte dal Sole e<br />
viaggia alla velocità <strong>di</strong> 300000km/s,<br />
(costante fondamentale per tutta la<br />
fisica Einsteiniana), penetra nell’atmosfera,<br />
la riscalda, la colora e rinnova<br />
ovunque il dono <strong>del</strong>la vita. È<br />
un’azione creatrice imponderabile ma<br />
constatabile. La luce appare bianca<br />
ma in sé reca una vasta gamma <strong>di</strong><br />
ra<strong>di</strong>azioni <strong>di</strong> varia lunghezza d’onda<br />
che danno la sensazione <strong>del</strong> rosso,<br />
<strong>del</strong> giallo, <strong>del</strong>l’arancio, <strong>del</strong> verde,<br />
<strong>del</strong>l’azzurro, <strong>del</strong>l’indaco, <strong>del</strong> violetto:<br />
un arcobaleno <strong>di</strong> meraviglie!<br />
Una meraviglia che agli occhi degli<br />
scienziati vuole sempre essere<br />
scrutata, capita, superata nel suo<br />
limite. Ebbene, esperimenti condotti<br />
soprattutto sulla velocità, l’anno scorso,<br />
sembravano ammiccare a questa<br />
possibilità: la velocità <strong>del</strong>la luce può<br />
Lo stupore che illumina <strong>di</strong> Carmela Coppola<br />
essere superata Si era visto che i<br />
neutrini inviati dal CERN <strong>di</strong> Ginevra al<br />
Gran Sasso, viaggiavano ad una velocità<br />
maggiore <strong>di</strong> ben 60 nanosecon<strong>di</strong>,<br />
cosa molto strana per dei corpi dotati<br />
<strong>di</strong> massa. In realtà, essi riescono a<br />
viaggiare ad una velocità molto elevata,<br />
attraversando la materia continuamente<br />
ma senza interagire con<br />
essa, infatti, il tempo <strong>di</strong> contatto con<br />
ogni singolo atomo è talmente breve<br />
da non consentire nessuna reazione,<br />
a meno che non sia colpito <strong>di</strong>rettamente<br />
il suo nucleo. La scoperta che<br />
la loro velocità poteva superare quella<br />
<strong>del</strong>la luce si è rivelata nient’altro<br />
che il frutto <strong>di</strong> un errore sistematico<br />
causato da una connessione <strong>di</strong>fettosa<br />
tra il sistema gps e un computer<br />
e non la straor<strong>di</strong>naria rivoluzione<br />
prospettata. Di scoperta non si era<br />
parlato, ma solo <strong>di</strong> una misurazione<br />
accurata che sarebbe potuta <strong>di</strong>ventare<br />
scoperta ove ci fossero state conferme<br />
in<strong>di</strong>pendenti. Ma il clamore fu<br />
grosso: si gridò subito alla meraviglie<br />
<strong>del</strong>le meraviglie perché comunque il<br />
risultato ottenuto aveva toccato le<br />
corde <strong>del</strong>l’immaginario collettivo.<br />
Da fisico credente mi chiedo: è<br />
ovvio che ci saranno altri esperimenti<br />
perché esiste un rapporto <strong>di</strong> causaeffetto<br />
che conferma o meno il risul-<br />
tato. E se non si dovesse confermare<br />
nulla o scoprire nulla, è normale: fa<br />
parte <strong>del</strong> meccanismo <strong>del</strong>la scienza,<br />
mica abbiamo negato l’esistenza <strong>di</strong><br />
Dio<br />
Zichichi afferma: “ Non esiste alcuna<br />
scoperta scientifica che possa<br />
essere usata al fine <strong>di</strong> mettere in<br />
dubbio o <strong>di</strong> negare l’esistenza <strong>di</strong> Dio.<br />
Nata con un atto <strong>di</strong> fede nel creato, la<br />
scienza non ha mai tra<strong>di</strong>to suo Padre.<br />
Essa ha scoperto, nell’Immanente,<br />
nuove leggi, nuovi fenomeni, senza<br />
però mai scalfire, anche in minima<br />
parte, il Trascendente”.<br />
“Dio <strong>di</strong>sse: Sia la luce! E la luce fu.<br />
Dio vide che la luce era cosa molto<br />
buona e separò la luce dalle tenebre<br />
e chiamò la luce giorno e le tenebre<br />
notte”. La luce è vita e vince le tenebre;<br />
il tocco <strong>del</strong>la luce riveste le cose,<br />
rivela la loro intimità, le illumina, le<br />
trasforma.<br />
E’ Dio la luce che illumina le genti,<br />
sempre, e questo ci basta!<br />
Carmela Coppola è laureata in Fisica.<br />
Attualmente si sta specializzando in<br />
Fisica Me<strong>di</strong>ca all'Università Cattolica<br />
<strong>del</strong> Sacro Cuore sede <strong>di</strong> Roma, policlinico<br />
Gemelli, e lavora come tirocinante<br />
presso l’Azienda Ospedaliera<br />
“A. Cardarelli” <strong>di</strong> Napoli.<br />
marzo 2012 05
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Oltre la Bellezza<br />
Dar voce a ciò che l’impossibile detta <strong>di</strong> Pasquale Esposito<br />
06 marzo 2012<br />
Mi è stato chiesto <strong>di</strong> scrivere un<br />
articolo sulla mia esperienza personale<br />
in campo artistico, la cosa mi<br />
è risultata non molto semplice: sembra<br />
un argomento vago e allo stesso<br />
profondamente intimo. È <strong>di</strong>fficile<br />
raccontare le corde che si muovono<br />
silenziosamente nell’animo quando<br />
ci si approccia ad “imbrattare” una<br />
can<strong>di</strong>da tela o scalpellare un pezzo <strong>di</strong><br />
legno… o mettere le proprie mani su<br />
un morbido pezzo <strong>di</strong> semplice argilla.<br />
Si tratta <strong>di</strong> raccontare un’amicizia<br />
profonda, che mi accompagna dagli<br />
anni <strong>del</strong>l’infanzia e che fino ad oggi<br />
mi ispira, un’amicizia che vive <strong>del</strong>le<br />
gioie <strong>del</strong>le gran<strong>di</strong> conquiste e <strong>del</strong>le<br />
tristi sofferenze e <strong>del</strong>usioni, come<br />
in tutte le relazioni che ogni uomo è<br />
chiamato a vivere.<br />
Già da fanciullo, come scrivevo sopra,<br />
ho avuto la cosiddetta “passione”<br />
per la creatività, per il <strong>di</strong>segno, ricordo<br />
che dopo aver letto dei fumetti,<br />
ne riprendevo le immagini e le ringran<strong>di</strong>vo<br />
su dei quadernoni, scrivevo<br />
storie e inventavo i “miei fumetti”. Un<br />
principio base, una caratteristica che<br />
non ho mai smarrito, è l’Attenzione,<br />
o meglio l’osservazione (<strong>del</strong>la natura,<br />
degli oggetti, degli animali o <strong>di</strong> qualsiasi<br />
altra cosa che amavo <strong>di</strong>segnare<br />
su carta), che mi permette, ora come<br />
allora, <strong>di</strong> memorizzare l’immagine e<br />
<strong>di</strong> “riproporla”… quasi in modo meccanico.<br />
Ricordo il mio banco <strong>del</strong>le me<strong>di</strong>e<br />
(come ben sapete i banchi <strong>di</strong>ventano<br />
campi <strong>di</strong> battaglia per i giovani scolari):<br />
durante le ore <strong>di</strong> lezione ci avevo<br />
<strong>di</strong>segnato su varie volte la mia mano<br />
in <strong>di</strong>verse posizioni, poi avevo fatto<br />
un ritratto <strong>del</strong> mio professore; notai<br />
che il mio banco fu l’unico a non essere<br />
lavato per un paio <strong>di</strong> giorni <strong>di</strong><br />
seguito, dopo<strong>di</strong>ché lo ritrovai bello<br />
pulito e i bi<strong>del</strong>li mi confessarono che<br />
l’avevano fatto con molto <strong>di</strong>spiacere<br />
perché avevano ammirato i vari<br />
schizzi fatti a matita.<br />
I successivi stu<strong>di</strong> artistici mi hanno<br />
aiutato nel cammino formativo<br />
ad apprendere le tecniche artistiche<br />
e lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l’arte, ad<br />
ampliarne la conoscenza, è stato<br />
molto utile per me il confronto con<br />
altri amici <strong>del</strong> “settore”. In particolare,<br />
per un “errore <strong>di</strong> percorso”, ho<br />
conosciuto un materiale eccellente…<br />
la ceramica. Quando mi sono iscritto<br />
all’Istituto d’Arte <strong>di</strong> Avellino c’erano<br />
pochi posti nella sezione <strong>di</strong> Ceramica<br />
artistica, io non avevo mai avuto<br />
modo <strong>di</strong> lavorarci e mi iscrissi con il<br />
proposito <strong>di</strong> cambiare corso l’anno<br />
seguente. Ma l’argilla, la ceramica e<br />
tutta la magia che quest’arte possiede<br />
mi hanno conquistato fino al punto<br />
<strong>di</strong> utilizzarla piacevolmente ancora<br />
oggi per i miei lavori.<br />
Nonostante le <strong>di</strong>fficoltà, continuo<br />
con grande entusiasmo e con la voglia<br />
<strong>di</strong> apprendere sempre meglio le<br />
sue qualità e questo grazie anche alla<br />
bravura dei docenti che ho incontrato<br />
sul mio percorso. La ceramica è un<br />
materiale eccezionale per la bellezza<br />
dei processi lavorativi, per la “magia”<br />
che avvolge la sua lavorazione<br />
che trasforma, attraverso il fuoco, un<br />
molle pezzo <strong>di</strong> argilla in un oggetto<br />
prezioso e dai colori brillanti.<br />
In questi anni <strong>di</strong> formazione, ho<br />
appreso la straor<strong>di</strong>naria forza che<br />
può acquisire la fantasia collegata<br />
alla bravura <strong>di</strong> chi opera con le proprie<br />
mani, con i vari materiali e tecniche,<br />
ispirandosi alla bellezza suprema<br />
che ci circonda.<br />
La ceramica e l’arte in generale mi<br />
hanno insegnato la preziosità degli<br />
oggetti “unici” e “irripetibili”; la possibilità<br />
<strong>di</strong> sfruttare la propria creatività<br />
e fantasia per creare e ri-creare nuove<br />
forme, nuovi linguaggi… penso<br />
che solo attraverso l’arte si può comprendere<br />
la grandezza e il fascino <strong>di</strong><br />
Dio-Creatore, <strong>di</strong> come ha pensato e<br />
formato la natura, l’universo e l’uomo<br />
attraverso il suo spirito “artistico”:<br />
quando cominci a comprendere la<br />
grandezza e la bellezza <strong>del</strong> creatore,<br />
incominci a pensare e a creare, tirando<br />
furori dal mondo interiore ciò che<br />
la fantasia, l’impossibile, detta.<br />
Pasquale Esposito è nato il 4 Marzo<br />
1986. Diplomato all’Istituto D’Arte “P.<br />
A. De Luca” <strong>di</strong> Avellino (sezione ceramica<br />
artistica) si è laureato in Pittura<br />
e specializzato in Scenografia presso<br />
l’Accademia <strong>di</strong> Belle Arti <strong>di</strong> Napoli. Attualmente,<br />
oltre a continuare la sua<br />
ricerca artistica, collabora con l’associazione<br />
“Populorum Progressio” <strong>di</strong><br />
Marigliano al progetto “Laboratorio <strong>di</strong><br />
Ceramica Artistica”.<br />
Vedere lontano attraverso la scrittura <strong>di</strong> Rossella Auriemma<br />
Tra il 2009 e il 2010, quando ero<br />
educatrice ACR 12-14, mi venne<br />
l’idea <strong>di</strong> scrivere un testo teatrale per<br />
i ragazzi che facevano parte <strong>del</strong> gruppo.<br />
A <strong>di</strong>re il vero questa iniziativa mirava<br />
più ai genitori che ai ragazzi stessi,<br />
in quanto, durante i consigli, era<br />
spesso venuto fuori il problema <strong>del</strong><br />
loro scarso interesse e coinvolgimento<br />
nelle attività dei figli. Pensai che<br />
i genitori partecipano volentieri alle<br />
recite in cui i figli sono protagonisti<br />
e quale occasione migliore, se non<br />
una rappresentazione teatrale, per<br />
fargli conoscere il brano biblico su cui<br />
i ragazzi si erano confrontati durante<br />
tutto l’anno. E’ così che è nato Gerico.<br />
Ancora oggi, dopo aver ricevuto<br />
anche un premio come migliore testo<br />
teatrale ine<strong>di</strong>to, a chiunque mi chieda<br />
da dove mi sia venuto <strong>di</strong> scriverlo, rispondo<br />
che Gerico è come se si fosse<br />
scritto da solo.<br />
Da sempre ho la passione per la<br />
scrittura, ma non mi sono mai spinta<br />
oltre frasi e pensieri, che ho anche<br />
pubblicato in un libro. Il teatro no,<br />
non ci avevo mai pensato, lo vedevo<br />
davvero una cosa da gran<strong>di</strong>. Non che<br />
questo pensiero sia cambiato, ma<br />
con Gerico è come se fosse stato lui<br />
a cercarmi e dopo <strong>di</strong> quello mi sono<br />
<strong>di</strong>lettata a scrivere anche altri testi<br />
recitati, sempre a carattere religioso.<br />
Consapevole <strong>del</strong> valore <strong>di</strong> questa<br />
mia creatura, ho deciso <strong>di</strong> partecipare,<br />
più per gioco forse, che credendoci<br />
veramente, ad un concorso letterario:<br />
il XXIX Premio Firenze, dove<br />
sono stata premiata con il fiorino<br />
d’argento con la seguente menzione:<br />
“Comme<strong>di</strong>a storico-religiosa a partire<br />
dall’episo<strong>di</strong>o evangelico <strong>di</strong> Zaccheo, il<br />
pubblicano. Costruita secondo lo stile<br />
<strong>del</strong>la tra<strong>di</strong>zione popolare più genuina,<br />
racconta oltre che la vicenda <strong>di</strong><br />
Zaccheo, le storie intrecciate <strong>di</strong> vari<br />
popolani <strong>di</strong> Gerico alle prese con<br />
problemi economici e morali, tra cui<br />
anche alcune prostitute. Argomenti<br />
se si vuole scabrosi, ma che sono<br />
trattati con leggerezza, un pizzico <strong>di</strong><br />
ingenuità, ma anche con umanità,<br />
comicità e umorismo mai irrispettoso.<br />
Il passaggio <strong>del</strong> Nazareno da Gerico,<br />
oltre ad alcuni miracoli e conversioni,<br />
lascia <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé per tutti una larga<br />
scia <strong>di</strong> speranze concrete <strong>di</strong> salvezza.<br />
Perfetta per riassumere il senso <strong>di</strong><br />
questo testo teatrale, l’ultima battuta<br />
<strong>di</strong> Zaccheo nel finale: “E voi che avete<br />
assistito a questa rappresentazione,<br />
fate come me: se sentite che vi<br />
sta chiamando, scendete dall’ ‘albero’,<br />
aprite le porte <strong>del</strong>le vostre case e<br />
fateLo entrare”.<br />
È stato per me davvero motivo<br />
d’orgoglio vincere questo premio perché<br />
ho ripensato alla sua gestazione,<br />
ai ragazzi che ne erano stati protagonisti,<br />
alla mia comunità parrocchiale,<br />
all’AC che mi aveva fatto riflettere<br />
profondamente su alcune tematiche<br />
che sono tutte lì dentro, dalla cecità<br />
<strong>del</strong> cuore all’accoglienza, dal desiderio<br />
<strong>di</strong> Dio al vedere oltre con occhi<br />
nuovi. Sono contenta <strong>di</strong> aver avuto<br />
spazio su questo giornale <strong>di</strong>ocesano<br />
per con<strong>di</strong>videre con tutta l’AC <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
questa mia piccola vittoria che mi ha<br />
fatto crescere e capire quanto sia importante<br />
comunicare dei buoni e sani<br />
sentimenti agli altri.<br />
Il personaggio biblico che ci sta<br />
accompagnando quest’anno in AC è<br />
Bartimeo, il cieco <strong>di</strong> Gerico guarito<br />
da Gesù. Quando ho saputo la cosa,<br />
un po’ ho sorriso in quanto il protagonista<br />
<strong>del</strong> mio testo, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />
quello che si possa pensare, non è<br />
Zaccheo, ma proprio Bartimeo. È lui<br />
che dopo aver riacquistato la vista<br />
mette nel cuore degli altri personaggi,<br />
compreso Zaccheo, il desiderio<br />
profondo <strong>di</strong> incontrare quel Nazareno<br />
che gli aveva cambiato la vita.<br />
Un segno o cosa Certo è che avevo<br />
visto lontano anticipando un po’ i<br />
tempi <strong>del</strong>l’AC!<br />
Rossella Auriemma è nata a Napoli<br />
il 17 maggio <strong>del</strong> 1981. Dopo essersi<br />
laureata in Conservazione dei Beni<br />
Culturali presso l’Università Suor Orsola<br />
Benincasa <strong>di</strong> Napoli, ha collaborato<br />
per circa tre anni alla cattedra<br />
<strong>di</strong> Filologia Anatolica <strong>del</strong>l’Università<br />
stessa. Ha avuto <strong>di</strong>verse esperienze<br />
nell’ambito <strong>del</strong>l’insegnamento scolastico.<br />
Oggi <strong>di</strong>rige il Centro Polifunzionale<br />
“Verso l’Alt(r)o”, in Marigliano,<br />
dove si occupa <strong>di</strong> ragazzi e adolescenti<br />
con <strong>di</strong>fficoltà scolastiche.<br />
marzo 2012 07
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Pellegrinaggio nella<br />
Spagna me<strong>di</strong>evale<br />
2-7 luglio 2012<br />
Viaggio dei presbiteri<br />
<strong>del</strong>la <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
<strong>sulle</strong> orme dei Mistici spagnoli<br />
per informazioni rivolgersi a<br />
don Salvatore Bianco<br />
contattandolo al numero<br />
3339 52 00 580<br />
o via mail all’in<strong>di</strong>rizzo<br />
salvabo1@virgilio.it<br />
V DECANATO<br />
Comunicare: per essere una cosa sola<br />
08 marzo 2012<br />
La costruzione <strong>di</strong> buone relazioni è uno degli obiettivi che l’Ufficio comunicazioni <strong>del</strong>la <strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> si è<br />
posto per realizzare una comunicazione che superi le <strong>di</strong>stanze territoriali, che consenta <strong>di</strong> raccontare la vita<br />
<strong>del</strong>la Chiesa locale, che consenta <strong>di</strong> comunicare l’appartenenza <strong>del</strong>la storia <strong>di</strong> quest’ultima a quella <strong>del</strong>la<br />
Chiesa tutta. Per questo, accanto alla cura <strong>del</strong> sito, <strong>del</strong> mensile <strong>di</strong>ocesano, dei rapporti con gli uffici <strong>di</strong> curia e<br />
con la stampa locale, l’Ufficio comunicazioni <strong>di</strong>ocesano punterà per il prossimo anno a far sì che la Chiesa <strong>di</strong><br />
<strong>Nola</strong> riconosca nel lavoro sulla e nella comunicazione una possibilità per far giungere la testimonianza <strong>del</strong>la<br />
Parola oltre i confini parrocchiali giungendo anche nei nuovi luoghi costruiti dai nuovi me<strong>di</strong>a, con lo stile che<br />
è proprio <strong>di</strong> ogni comunità cristiana. Uno stile <strong>di</strong> vita improntato al confronto, al <strong>di</strong>alogo, alla con<strong>di</strong>visione<br />
<strong>di</strong> energie e <strong>di</strong> risorse per essere “una cosa sola” pur con le proprie <strong>di</strong>versità. E proprio per raccontare le<br />
preziose <strong>di</strong>versità che caratterizzano la comunità <strong>di</strong>ocesana, dal 1999 guidata da mons. Beniamino Depalma,<br />
inDialogo si arricchisce <strong>del</strong>l’inserto ComUnicare de<strong>di</strong>cato alle <strong>parrocchie</strong>, al loro lavoro, alle loro sfide, alle<br />
loro <strong>di</strong>fficoltà, alla loro tenacia e speranza. Fino a luglio uno degli otto decanati in cui si articola la <strong>di</strong>ocesi<br />
sarà protagonista <strong>del</strong>l’inserto: ogni parrocchia avrà a <strong>di</strong>sposizione una pagina per <strong>di</strong>re <strong>di</strong> sé, <strong>del</strong>la propria<br />
storia e dei propri testimoni, passati e presenti. Questo mese presentiamo le <strong>parrocchie</strong> <strong>del</strong> V <strong>decanato</strong> che<br />
hanno inviato il proprio contributo. La speranza <strong>del</strong>l’Ufficio è che ComUnicare sia la possibilità per la nascita<br />
<strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> responsabili <strong>del</strong>la comunicazione che <strong>di</strong>venti sempre più resistente e sempre più capiente; una<br />
rete desiderosa <strong>di</strong> catturare raccontando la gioia che la caratterizza.<br />
marzo 2012<br />
I
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
ComUnicare... Quinto Decanato<br />
Essere parrocchia a... S.Vitaliano<br />
parrocchia Maria SS. <strong>del</strong>la Libera <strong>di</strong> Olimpia Notaro<br />
San Vitaliano è un paese <strong>di</strong> circa 6300 abitanti<br />
che gode <strong>del</strong>la presenza <strong>di</strong> ben tre<br />
chiese: la Chiesa <strong>del</strong>l’Immacolata Concezione<br />
con la sua storica Congrega, la Chiesa già<br />
Parrocchia, sita in via Frascatoli, dove è conservata<br />
la statua <strong>del</strong>la Madonna <strong>del</strong>la Libera<br />
e la Chiesa Parrocchiale intitolata a Maria SS.<br />
<strong>del</strong>la Libera, dove è conservata la statua <strong>del</strong><br />
nostro protettore San Vitaliano. Dal 2002 è<br />
parroco <strong>del</strong>la nostra comunità don Salvatore<br />
Peluso.<br />
La chiesa reca scolpita sotto l’architrave<br />
<strong>del</strong> portale <strong>di</strong> ingresso “1877” data <strong>di</strong> ampliamento<br />
<strong>di</strong> una preesistente struttura e <strong>di</strong><br />
nuova “apertura” al culto. Situata in Piazza<br />
Nicola Tofano, dall’ ottobre <strong>del</strong> 2011 è inagibile<br />
a causa <strong>del</strong>la caduta <strong>di</strong> cornicioni esterni<br />
e <strong>di</strong> un cornicione interno, dovute a un grosso<br />
problema <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà, segni evidenti <strong>del</strong>la<br />
ormai pericolosità <strong>del</strong>la sua struttura. Da<br />
quel momento, la Comunità Parrocchiale,<br />
con tutte le attività liturgiche e pastorali, si<br />
è trasferita presso la Congrega <strong>del</strong>l’Immacolata,<br />
chiesa strutturalmente più piccola, ma<br />
accogliente e <strong>di</strong> recente ristrutturazione. La<br />
parrocchia è attualmente un cantiere <strong>di</strong> attività<br />
finalizzate a raccogliere i fon<strong>di</strong> necessari<br />
per l’apertura <strong>del</strong> vero e proprio cantiere <strong>di</strong><br />
lavori per la ristrutturazione <strong>del</strong>la chiesa.<br />
Parroco<br />
don Salvatore Peluso<br />
Comunicazioni<br />
Olimpia Notaro<br />
olimpianotaro@libero.it<br />
Il Testimone<br />
Un grazie <strong>di</strong> cuore a<br />
quanti hanno lavorato<br />
prima <strong>di</strong> noi in tanti<br />
campi per rendere<br />
sempre più ricco il<br />
tessuto spirituale e<br />
culturale <strong>del</strong>la nostra<br />
citta<strong>di</strong>na. Un grazie<br />
particolare a Don<br />
Gennaro Falcone che<br />
ha guidato questa<br />
comunità per più <strong>di</strong><br />
quaranta anni e a<br />
don Giovanni Abete e<br />
don Luigi Battipaglia<br />
che hanno, per tanti<br />
anni, animato questa<br />
Comunità.<br />
I Carismi<br />
Le Associazioni attive nella nostra comunità sono: l’Azione Cattolica con tutti i suoi settori, il Gam (Gioventù Ardente<br />
Mariana), il gruppo <strong>di</strong> preghiera Padre Pio, la Congrega <strong>del</strong>l’Immacolata Concezione, l’Associazione Madonna <strong>del</strong>l’Arco.<br />
Sono sempre più fecon<strong>di</strong> e operativi il gruppo Catechistico, il gruppo Caritas, il gruppo Ministranti e il Coro.<br />
Il Quoti<strong>di</strong>ano<br />
Durante la Visita Pastorale nel giugno <strong>del</strong> 2008, il nostro vescovo, mons. Beniamino Depalma, ci invitò ad incontrare<br />
i giovani per invitarli ad essere il lievito <strong>di</strong> un cammino <strong>di</strong> comunione e <strong>di</strong> evangelizzazione. Organizzammo<br />
quin<strong>di</strong> una Missione Giovani con l’aiuto <strong>del</strong>le Suore Francescane Alcantarine <strong>di</strong> Casa Frate Jacopa <strong>di</strong> Assisi da cui<br />
segui l’avvicinamento <strong>di</strong> molti giovani e la richiesta, da parte <strong>di</strong> questi e dei tanti adulti <strong>di</strong> poter vivere esperienze<br />
spirituali forti e frequenti. Per questo motivo sono <strong>di</strong>venuti dei punti fermi per l’intera comunità: la Lectio Divina<br />
settimanale, l’Adorazione <strong>di</strong> ogni giovedì, le settimane <strong>di</strong> preghiera silenziosa guidate dalle Sorelle <strong>del</strong>la Comunità<br />
<strong>di</strong> Maria Serva <strong>del</strong> Signore, <strong>di</strong> Montepiano (Prato), gli incontri <strong>di</strong> formazione con Italia Valle (PRH – Personalità e<br />
Relazioni Umane), la formazione personale e l’arricchimento spirituale dei percorsi proposti dalle Suore Francescane<br />
Alcantarine <strong>di</strong> Assisi, gli Esercizi Spirituali Parrocchiali, il tra<strong>di</strong>zionale pellegrinaggio parrocchiale <strong>sulle</strong> orme <strong>di</strong><br />
San Francesco e in altri luoghi <strong>di</strong> forte spiritualità. Per lo stesso motivo occorre impegnasi in altri ambiti: il cammino<br />
<strong>di</strong> fede dei fidanzati e degli sposi, il coinvolgimento dei genitori nella trasmissione <strong>del</strong>la fede ai propri figli, l’approfon<strong>di</strong>mento<br />
<strong>del</strong>la Dottrina sociale <strong>del</strong>la Chiesa, l’attenzione <strong>del</strong> Diacono e dei ministri straor<strong>di</strong>nari <strong>del</strong>l’Eucaristia<br />
verso gli ammalati e i sofferenti, il servizio alle famiglie in <strong>di</strong>fficoltà, il <strong>di</strong>alogo e la collaborazione con gruppi laici<br />
presenti nella società civile, la ricerca <strong>di</strong> una presenza più attiva in zone periferiche.
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Essere parrocchia a... Marigliano<br />
Parroco<br />
don S. Bonavolontà<br />
Comunicazioni<br />
don Giovanni Toscano<br />
filorama@libero.it<br />
parrocchia S.Stefano Protomartire<br />
Vivendo da vari anni nelle due realtà parrocchiali,<br />
Casaferro e San Nicola, ci siamo<br />
accorti che le comunità vivono la comunione<br />
quando la Parola <strong>di</strong> Dio e al centro <strong>del</strong>la loro<br />
vita; quando sono coscienti <strong>di</strong> essere “terra<br />
<strong>di</strong> missione” e bisognose <strong>di</strong> essere rinnovate<br />
con la preghiera, il <strong>di</strong>alogo, il rispetto <strong>del</strong>le<br />
<strong>di</strong>versità. C’e dunque uno sforzo costante a<br />
calare nella vita <strong>del</strong>la gente la Parola <strong>di</strong> Dio<br />
per reinterpretare la realtà e la situazione<br />
concreta in cui comunità e in<strong>di</strong>viduo si trovano.<br />
Ciò esige gradualità nell’azione pastorale,<br />
al fine <strong>di</strong> evitare isolamenti o creare tensioni.<br />
Siamo stati nei vari quartieri <strong>del</strong>la parrocchia.<br />
Il borgo antico e tra<strong>di</strong>zionale <strong>di</strong> Casaferro<br />
e i nuovi agglomerati urbani sulla via nazionale.<br />
I centri <strong>di</strong> ascolto hanno coinvolto varie<br />
famiglie desiderose <strong>di</strong> ascoltare la Parola <strong>di</strong><br />
Dio, <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogare, <strong>di</strong> scoprire la presenza viva<br />
e attiva <strong>di</strong> Dio nella loro vita. Molti abitanti<br />
dei cosiddetti “Palazzi” sono stati sollecitati a<br />
partecipare alla nostra vita parrocchiale e a<br />
inserirsi nel cammino pastorale comunitario.<br />
Purtroppo abbiamo costatato che la maggior<br />
parte preferiva, e ancora preferisce, ricevere i<br />
sacramenti, ed in particolare il “matrimonio”,<br />
presso altre <strong>parrocchie</strong>. In genere si fa molta<br />
attenzione alle relazioni umane, soprattutto<br />
con chi sta “sulla soglia” o ai “lontani” che<br />
si sentono estranei alla comunità parrocchiale.<br />
L’accoglienza, il <strong>di</strong>alogo interpersonale,<br />
il rispetto dei <strong>di</strong>ritti, l’impegno per la vita,<br />
sono i presupposti <strong>del</strong>la “buona notizia” per<br />
un incontro con Cristo. Ciò vale anche per<br />
le famiglie che vivono particolari <strong>di</strong>fficoltà o<br />
che sono in situazioni irregolari. Spesso ci<br />
troviamo <strong>di</strong> fronte a persone angosciate dalla<br />
paura <strong>del</strong>la miseria, <strong>del</strong>la <strong>di</strong>soccupazione<br />
e che non sono aiutati o ascoltati da nessuno.<br />
Occorrono strutture, a livello citta<strong>di</strong>no o<br />
regionale, che creino nuova giustizia, nuovi<br />
rapporti umani, promozione e <strong>di</strong>gnità umana.<br />
L’Auspicio e <strong>di</strong> poter camminare insieme<br />
verso la comunione fraterna, nonostante le<br />
inevitabili <strong>di</strong>fficoltà e le strade, a volte tortuose<br />
e impervie. Sempre, dobbiamo essere<br />
fiduciosi e certi che la Parola <strong>di</strong> Dio compirà la<br />
sua corsa e il Cristo presente nell’Eucarestia,<br />
possa riempire sempre più il cuore <strong>di</strong> tutti<br />
verso la fiducia e la speranza nel futuro.<br />
*ha collaborato Anna Filannino<br />
Il Quoti<strong>di</strong>ano *<br />
L’attività pastorale viene attuata e programmata, in coerenza con le in<strong>di</strong>cazioni <strong>del</strong> nostro<br />
Vescovo, all’interno <strong>del</strong> Consiglio pastorale che esaminando i bisogni <strong>del</strong> territorio cerca <strong>di</strong><br />
trovare nuovi linguaggi <strong>di</strong> evangelizzazione favorendo attività or<strong>di</strong>narie miranti all’iniziazione<br />
cristiana dei fanciulli attraverso una relazione attiva con le famiglie, all’educazione<br />
dei giovani e alla celebrazione eucaristica come seme destinato a svilupparsi nella consuetu<strong>di</strong>ne<br />
<strong>del</strong>la lectio <strong>di</strong>vina e <strong>del</strong>la relazione fraterna e all’ospitalità parrocchiale.<br />
Il Testimone *<br />
Antonio Porciello, or<strong>di</strong>nato<br />
sacerdote nel<br />
1951, giunse a Casaferro<br />
nel 1970 dove<br />
svolse il suo ministero<br />
per circa 30anni.<br />
“Prendere coscienza<br />
<strong>di</strong> appartenere a Cristo”<br />
ecco l’obiettivo<br />
che lui perseguì attraverso<br />
attività rivolte<br />
alla comunità quali:<br />
missioni popolari,<br />
settimane <strong>di</strong> esercizi<br />
spirituali, Peregrinatio<br />
Marie e corsi biblici.<br />
Si adoperò anche<br />
a favore <strong>del</strong>l’agibilità<br />
e <strong>del</strong> decoro dei luoghi<br />
<strong>di</strong> culto <strong>del</strong>la parrocchia<br />
ristrutturandoli<br />
prima e dopo il<br />
terremoto <strong>del</strong>l’80.<br />
I Carismi *<br />
L’Attività pastorale <strong>del</strong>la Parrocchia è stata sempre legata all’Azione<br />
Cattolica fin dalla sua fondazione avvenuta presumibilmente intorno<br />
agli anni ’30. Negli anni si sono registrate iniziative importanti<br />
quali la festa <strong>del</strong> “Ciao”, a cadenza annuale, che vede come protagonista<br />
l’Acr, le drammatizzazioni <strong>del</strong>la “Passione <strong>di</strong> Cristo” e il<br />
Presepe Vivente. Negli anni 1996/97, l’A.C. è stata promotrice <strong>del</strong>la<br />
“Sagra <strong>del</strong> Tarallo”, che affonda le sue ra<strong>di</strong>ci nella venerazione <strong>del</strong><br />
popolo alla Vergine Annunziata esaltando il culto <strong>del</strong>la maternità.<br />
La tra<strong>di</strong>zionale sagra è stata poi ripresa, agli inizi degli anni 2000<br />
dall’Associazione “Pro-Borgo <strong>di</strong> Casaferro” che agisce con e accanto<br />
all’A.C., sul territorio, operando in particolar modo nel recupero<br />
<strong>del</strong>le tra<strong>di</strong>zioni storico culturali <strong>del</strong> paese.<br />
parrocchia S.Nicola in S.Croce<br />
La comunità parrocchiale <strong>di</strong> San Nicola è piccola ma attenta, partecipe<br />
e fe<strong>del</strong>e alle in<strong>di</strong>cazioni pastorali <strong>del</strong>la <strong>di</strong>ocesi e <strong>del</strong> parroco<br />
don Sebastiano. Da quando egli svolge la funzione <strong>di</strong> pastore, numerose<br />
sono le testimonianze <strong>di</strong> una presenza puntuale e consapevole<br />
in seno alla comunità nonché all’esterno <strong>di</strong> essa. Grazie alle sue, la<br />
comunità offre una testimonianza <strong>di</strong>screta e vivace <strong>del</strong>l’azione <strong>del</strong>lo<br />
Spirito nella vita <strong>di</strong> quanti si lasciano plasmare dal Signore.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo l’opera <strong>del</strong>le catechiste che, nonostante gli impegni<br />
familiari, offrono il loro tempo per l’educazione dei bambini che si<br />
preparano alla prima comunione. La loro opera è accompagnata da<br />
molte famiglie che sostengono l’azione <strong>di</strong> catechesi; la preparazione<br />
al Sacramento <strong>del</strong>la Cresima e <strong>del</strong> Matrimonio: i corsi, guidati dai<br />
sacerdoti don Sebastiano, don Giovanni Varriale, don Giovanni Toscano,<br />
rappresentano, ormai da anni ,un luogo <strong>di</strong> autentica formazione<br />
umana e cristiana. È un vero progetto educativo teso ad una continuità<br />
<strong>di</strong> presenza nel vissuto quoti<strong>di</strong>ano trasformato dall’appartenenza<br />
a Cristo.<br />
Da qualche anno la testimonianza <strong>di</strong> laici, durante i corsi, sta offrendo<br />
un contributo concreto per l’e<strong>di</strong>ficazione <strong>di</strong> una presenza cristiana<br />
più incisiva nel tessuto sociale. Lo sforzo è quello <strong>di</strong> legare sempre <strong>di</strong><br />
più l’esperienza <strong>del</strong>la fede alla vita quoti<strong>di</strong>ana.<br />
Significativo, inoltre, il <strong>del</strong>l’A.C.R guidata da un gruppo <strong>di</strong> adulti che<br />
riescono ad offrire parte <strong>del</strong> loro tempo al fine <strong>di</strong> favorire un cammino<br />
<strong>di</strong> educazione cristiana dei ragazzi loro affidati.<br />
La cura <strong>del</strong>la liturgia, l’esperienza <strong>del</strong> gruppo <strong>di</strong> preghiera <strong>di</strong> San<br />
Pio, rappresentano altri momenti forti, rivelatori <strong>di</strong> una pratica non<br />
esteriore e ritualistica ma <strong>di</strong> una presenza viva e convinta <strong>del</strong>la<br />
missione che il cristiano ha, oggi, nel mondo moderno.<br />
Il Quoti<strong>di</strong>ano<br />
Approfittiamo <strong>di</strong> questo spazio per comunicare la de<strong>di</strong>ca <strong>del</strong>la V<br />
e<strong>di</strong>zione <strong>del</strong> “Maggio Mariglianese” ad un importante testimone <strong>di</strong><br />
fede nato a San Nicola <strong>di</strong> Marigliano nel 1811: padre Michelangelo<br />
Longo <strong>del</strong> quale è iniziato il processo per la causa <strong>di</strong> Beatificazione.<br />
L’evento si svolgerà dal 18 al 20 maggio e come ogni anno<br />
avrà come obbiettivo la valorizzazione dei talenti e <strong>del</strong>le ricchezze<br />
territoriali perché possano favorire un miglioramento <strong>del</strong>la qualità<br />
<strong>del</strong>la vita locale.<br />
ComUnicare... Quinto Decanato<br />
Essere parrocchia a... Marigliano<br />
Parroco<br />
don Sebastiano Bonavolontà<br />
Comunicazioni<br />
Nino De Martino<br />
antonio.demartino2@gmail.com<br />
Il Testimone<br />
Mons. Antonio Ricci (Pomigliano d’Arco,<br />
1925 – Marigliano, 2003 ) fu or<strong>di</strong>nato<br />
sacerdote nel 1947. Nominato prima<br />
parroco a Castello <strong>di</strong> Palma Campania<br />
nel 1950, nel 1959 passò a Santa Croce<br />
in San Nicola. Famose le sue messe<br />
cantate solenni e la passione per il canto<br />
gregoriano. Valido supporto gli fu l’Azione<br />
Cattolica. Gli Scouts <strong>del</strong>l’epoca hanno<br />
trascorso anni in<strong>di</strong>menticabili grazie<br />
alla sua partecipazione attiva e fattiva.<br />
Contribuì al restauro <strong>del</strong>la chiesa parrocchiale<br />
e <strong>del</strong>la casa canonica. Consegnò<br />
personalmente a tutti i fe<strong>del</strong>i una pubblicazione<br />
sulla vita e le opere <strong>del</strong> servo<br />
<strong>di</strong> Dio Padre Michelangelo Longo. Fu un<br />
sacerdote esemplare, ricco <strong>di</strong> virtù umane<br />
e spirituali guidando la comunità <strong>di</strong><br />
San Nicola per quarant’anni.
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Essere parrocchia a... Marigliano<br />
La Parrocchia San Sebastiano M. in località<br />
Miuli <strong>di</strong> Marigliano è molto giovane, rispetto<br />
alle altre Parrocchie <strong>di</strong> Marigliano: E’ stata<br />
eretta canonicamente solo nel 1947. Prima<br />
<strong>di</strong> questa data era parte integrante <strong>del</strong>la Comunità<br />
parrocchiale <strong>di</strong> S. Maria <strong>del</strong>le grazie.<br />
E’ una parrocchia molto estesa e conta oggi<br />
circa 6000 anime. Nonostante la sua giovane<br />
età, è una Comunità viva, efficace, ricca<br />
<strong>di</strong> varie esperienze e con molteplicità <strong>di</strong> carismi.<br />
Sono stato chiamato alla guida <strong>di</strong> questa<br />
Comunità 25 anni fa, nel 1987. Abbiamo<br />
considerato sempre la Parrocchia come una<br />
grande famiglia dove i problemi <strong>di</strong> uno, sono<br />
i problemi <strong>di</strong> tutti, Abbiamo cercato <strong>di</strong> dare<br />
spazio ed accoglienza a tutti, specialmente ai<br />
giovani ed ai ragazzi. Non ci siamo mai chiusi<br />
nelle mura <strong>del</strong> nostro recinto, ma abbiamo<br />
cercato <strong>di</strong> aprirci agli altri e ai problemi<br />
sociali e <strong>del</strong> nostro territorio, convinti come<br />
siamo che il cristiano deve crescere nella sua<br />
interezza umana e spirituale. La grande <strong>di</strong>sponibilità<br />
e la fede sincera e genuina hanno<br />
consentito <strong>di</strong> fare notevoli passi avanti. Ormai<br />
un traguardo è stato raggiunto; la parrocchia<br />
ha preso coscienza <strong>di</strong> essere una comunità<br />
che deve crescere insieme e come punto <strong>di</strong><br />
riferimento la Parrocchia. Prima per vari motivi<br />
storici e pastorali, ognuno andava dove<br />
gli faceva comodo. Ora siamo, grazie a Dio<br />
,una grande famiglia che vuole camminare insieme,<br />
crescere insieme nella fede e fare l’esperienza<br />
<strong>del</strong>l’amore <strong>di</strong> Dio nella sua vita. Per<br />
parrocchia S.Sebastiano Martire<br />
conseguire questo obiettivo ci siamo proposti<br />
<strong>di</strong> seguire le in<strong>di</strong>cazione che il nostro Vescovo,<br />
Mons. Beniamino Depalma ci ha consegnato<br />
al termine <strong>del</strong>la sua Visita Pastorale : Curare<br />
la fede,curare la vita <strong>di</strong> comunione e curare la<br />
missione. Un programma molto impegnativo.<br />
Un posto molto importante nelle varie attività<br />
parrocchiale è riservato alla Parola <strong>di</strong> Dio ,<br />
alla Lectio <strong>di</strong>vina e all’Adorazione Eucaristica.<br />
Sono questi gli strumenti e i segreti per consentire<br />
alla Comunità Parrocchiale <strong>di</strong> crescere<br />
in modo sicuro nella fede. Le altre attività,<br />
pur necessarie, devono essere considerate<br />
dei corollari, non l’attività principali. Il percorso<br />
è ancora molto lungo, ma non ci manca la<br />
buona volontà e la spinta forte <strong>del</strong>l’ottimismo<br />
ComUnicare... Quinto Decanato<br />
parrocchia Santi Germano e Martino <strong>di</strong> A.Esposito, F.Mastropasqua<br />
Parroco<br />
don Luca Tufano<br />
Comunicazioni<br />
Antonio Esposito<br />
antonio.esposito@spiezia.it<br />
I Carismi<br />
L’Oratorio Parrocchiale<br />
accoglie i ragazzi<br />
<strong>di</strong> scuola elementare<br />
e me<strong>di</strong>a, proponendo<br />
attività lu<strong>di</strong>che e formative.<br />
L’Azione Cattolica,<br />
presente sul<br />
territorio da due anni,<br />
con l’Acr e il Settore<br />
Giovani, risponde alle<br />
esigenze educative<br />
spirituali <strong>del</strong>le <strong>di</strong>verse<br />
età. Il Gruppo famiglie<br />
è formato da<br />
coppie desiderose <strong>di</strong><br />
vivere secondo l Vangelo<br />
la propria vita<br />
coniugale in linea,<br />
mentre coloro che<br />
intendono donare<br />
energie per i poveri e<br />
i <strong>di</strong>sabili, si ritrovano<br />
rispettivamente nella<br />
Caritas Parrocchiale<br />
e nel gruppo “Fede<br />
e Luce”. Anziani a gli<br />
ammalati sono seguiti<br />
dai Ministri straor<strong>di</strong>nari<br />
<strong>del</strong>l’Eucarestia.<br />
Infine, un nutrito<br />
gruppo <strong>di</strong> catechiste<br />
si de<strong>di</strong>ca con impegno<br />
alla preparazione<br />
ai vari Sacramenti<br />
Nata ufficialmente nel 1991 dalla fusione<br />
<strong>del</strong>le due antiche <strong>parrocchie</strong> <strong>di</strong> San<br />
Germano e <strong>di</strong> Santa Maria la Cuna a San<br />
Martino, la parrocchia dei Santi Germano e<br />
Martino in Scisciano, comprende anche le<br />
due chiese <strong>di</strong> Palazzuolo e <strong>di</strong> Spartimento,<br />
zona quest’ultima in espansione che comprende<br />
anche molte abitazioni che ricadono<br />
nel comune <strong>di</strong> Somma Vesuviana. La nuova<br />
parrocchia, quin<strong>di</strong>, ha una struttura complessa<br />
dovuta alle ra<strong>di</strong>cate tra<strong>di</strong>zioni cultuali<br />
e alla particolare posizione geografica<br />
<strong>del</strong>le borgate ubicate lontane dal centro <strong>del</strong><br />
paese e mal collegate allo stesso. L’azione<br />
pastorale <strong>di</strong> questi ultimi anni, anche alla<br />
luce <strong>di</strong> quanto scaturito dalla Visita Pastorale<br />
<strong>del</strong> nostro Vescovo, sta dando buoni<br />
risultati. Le <strong>di</strong>verse comunità sono impegnate<br />
a vivere e a partecipare ai vari momenti<br />
che si tengono sia in parrocchia che<br />
occasionalmente nelle varie realtà locali.<br />
Essere parrocchia a... Scisciano<br />
L’appuntamento domenicale vede l’assidua<br />
partecipazione dei fe<strong>del</strong>i nelle <strong>di</strong>verse chiese<br />
ed è arricchito la I e la III domenica <strong>di</strong> ogni<br />
mese, nella chiesa <strong>di</strong> San Germano, dalla presenza<br />
dei non udenti che, grazie ad una volontaria,<br />
partecipano alle funzioni tradotte nel<br />
linguaggio dei segni.<br />
L’impegno <strong>del</strong> parroco, coa<strong>di</strong>uvato dai componenti<br />
<strong>del</strong> Consiglio Pastorale Parrocchiale,<br />
ha riportato armonia e partecipazione in tutta<br />
la Parrocchia che ha visto rifiorire in questi<br />
anni nuovi gruppi associativi e il consolidamento<br />
<strong>di</strong> quelli già esistenti. I necessari lavori<br />
<strong>di</strong> ristrutturazione e <strong>di</strong> adeguamento liturgico<br />
<strong>del</strong>l’antica chiesa <strong>di</strong> San Martino, che hanno<br />
interessato per il momento l’area presbiterale,<br />
hanno reso l’ambiente accogliente ed<br />
esteticamente sobrio. Una comunità quin<strong>di</strong>,<br />
in cammino unita nella fede, nella gioia, nella<br />
convivialità, nell’attenzione verso tutti con<br />
carità e preghiera.<br />
Il Testimone<br />
Don Raffaele (Marigliano 1913 - Scisciano 1971), conseguiti gli stu<strong>di</strong> teologici, fu or<strong>di</strong>nato<br />
sacerdote nel 1936 e parroco <strong>di</strong> San Germano in Scisciano nel 1941. Caratterialmente<br />
forte e determinato, durante la II Guerra Mon<strong>di</strong>ale fu in prima linea nella guida <strong>del</strong>la<br />
parrocchia, garantendo la sua presenza anche durante le incursioni aree <strong>del</strong> 1943. Passata<br />
la guerra, i suoi sforzi maggiori furono rivolti alla ricostruzione morale e materiale<br />
<strong>del</strong>la parrocchia.<br />
Il Quoti<strong>di</strong>ano<br />
Fondamentale l’appuntamento settimanale <strong>di</strong> adorazione eucaristica. Sentita è anche la partecipazione all’incontro<br />
mensile <strong>di</strong> Lectio Divina e al Gruppo <strong>di</strong> Preghiera “Il Cenacolo”. La comunità, inoltre, vive con particolare intensità la<br />
pratica <strong>del</strong>la Via Crucis quaresimale che si svolge la domenica pomeriggio, a rotazione, nei <strong>di</strong>versi Rioni e, durante la<br />
settimana santa, nel centro citta<strong>di</strong>no in forma rappresentata. A giugno grande è la partecipazione alla Festa <strong>del</strong>l’Arcobaleno,<br />
organizzata dall’Oratorio con la collaborazione <strong>di</strong> tutti i gruppi parrocchiali. Ad Agosto, invece, l’antica<br />
borgata <strong>di</strong> S. Martino, e con essa tutto il paese, vive con entusiasmo la Festa <strong>di</strong> Maria SS. Assunta in cielo. Lo scorso<br />
primo ottobre, infine, abbiamo vissuto un’esperienza che speriamo si ripeta presto: la 1° Assemblea Parrocchiale,<br />
momento forte <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione e con<strong>di</strong>visione
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Oltre la Bellezza<br />
Carissimo lettore,<br />
in questo mese rilanciamo la proposta <strong>del</strong>l’abbonamento annuale in Dialogo,<br />
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>.<br />
Con soli 10 euro si riceveranno per un anno all’in<strong>di</strong>rizzo richiesto, oltre a tutti<br />
i numeri <strong>del</strong> giornale, anche i due bollettini <strong>di</strong>ocesani.<br />
Abbonarsi è semplicissimo: è sufficiente effettuare un versamento <strong>di</strong> euro 10<br />
sul Conto Corrente Postale 18524801, intestato a “<strong>Diocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Nola</strong> – Ufficio<br />
economato”, in<strong>di</strong>cando come causale “abbonamento In <strong>di</strong>alogo”.<br />
Effettuato il versamento, è necessario inviare una mail all’in<strong>di</strong>rizzo i<br />
nDialogo.parisi@gmail.com con la quale si comunica l’avvenuta sottoscrizione<br />
<strong>del</strong>l’abbonamento e l’in<strong>di</strong>rizzo presso il quale si desidera<br />
ricevere il mensile.<br />
In alternativa, è possibile comunicare <strong>di</strong> persona l’avvenuta sottoscrizione<br />
presso la redazione <strong>di</strong> (Palazzo episcopale, via San<br />
Felice 30, <strong>Nola</strong>, martedì e mercoledì, dalle 10 alle 13, tel.<br />
0813114614).<br />
I parroci, i responsabili <strong>di</strong> comunità religiose, <strong>di</strong> associazioni,<br />
movimenti e gruppi ecclesiali possono sottoscrivere abbonamenti<br />
collettivi.<br />
In questo caso possono dunque chiedere <strong>di</strong> ricevere presso<br />
un unico in<strong>di</strong>rizzo più numeri <strong>di</strong> in Dialogo. In caso <strong>di</strong> abbonamento<br />
collettivo, il responsabile effettuerà un versamento<br />
corrispondente al numero <strong>di</strong> copie richieste (esempio:<br />
se si vuole abbonare la propria comunità a cinque copie<br />
<strong>del</strong> mensile, occorrerà effettuare un versamento <strong>di</strong> 50<br />
euro). Il parroco o il responsabile <strong>del</strong>l’abbonamento<br />
collettivo, effettuato il versamento, dovrà scrivere alla<br />
mail in<strong>di</strong>alogo.parisi@gmail.com l’in<strong>di</strong>rizzo unico presso<br />
il quale si vogliono ricevere le copie <strong>del</strong> mensile.<br />
La redazione <strong>di</strong> è sempre <strong>di</strong>sponibile ad accogliere<br />
suggerimenti e contributi, a coinvolgere nella realizzazione<br />
<strong>del</strong> mensile persone appassionate e competenti,<br />
ad aiutare le comunità a realizzare loro strumenti<br />
<strong>di</strong> comunicazione.<br />
Nel frattempo ringraziamo <strong>di</strong> cuore quanti vorranno<br />
sostenere e auguriamo un proficuo tempo<br />
<strong>di</strong> Pasqua<br />
1992-2012<br />
da Roma a <strong>Nola</strong>... da <strong>Nola</strong> a Roma<br />
Nel ventennale <strong>del</strong>la Visita pastorale a <strong>Nola</strong> <strong>del</strong> Beato Giovanni Paolo II<br />
la Chiesa <strong>di</strong>ocesana insieme con il suo Vescovo<br />
mons. Beniamino Depalma<br />
andrà pellegrina a Roma il prossimo 23 maggio<br />
per informazioni<br />
rivolgersi al parroco <strong>del</strong>la propria comunità<br />
marzo 2012 09
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Oltre la Bellezza<br />
Parlare <strong>di</strong> bellezza, riferendosi alla<br />
scienza, non è affatto semplice.<br />
Questo termine si presta molto più<br />
ad una sinfonia <strong>di</strong> Beethoven o ad un<br />
<strong>di</strong>pinto <strong>di</strong> Caravaggio che a una teoria<br />
scientifica.<br />
Il rapporto fra scienza e bellezza<br />
è però molto più ampio e profondo<br />
<strong>di</strong> quanto si possa pensare. Esso<br />
nasce innanzitutto dalla semplice<br />
osservazione <strong>del</strong>la natura, luogo <strong>di</strong><br />
una singolare esperienza estetica. Lo<br />
scienziato comprende poi che questa<br />
bellezza risponde a criteri <strong>di</strong> armonia<br />
rappresentabili in figure o formule<br />
che obbe<strong>di</strong>scono a criteri matematici.<br />
Quin<strong>di</strong>, in un certo senso, “fare<br />
scienza” potrebbe essere visto come<br />
un tentativo, da parte <strong>del</strong>l’uomo, <strong>di</strong><br />
comprensione <strong>del</strong>la bellezza nella sua<br />
accezione più ampia e vera.<br />
Sarebbe facile ora parlare <strong>di</strong> una<br />
<strong>del</strong>le scoperte scientifiche più importanti<br />
<strong>del</strong> XX secolo, e forse la scoperta<br />
che più <strong>di</strong> tutte permette <strong>di</strong><br />
comprendere il legame <strong>del</strong>la ricerca<br />
scientifica con la bellezza, la struttura<br />
<strong>del</strong> DNA. È impossibile, infatti, non<br />
rimanere affascinati <strong>di</strong> fronte ad una<br />
struttura a doppia elica, costituita da<br />
soli 4 <strong>di</strong>versi nucleoti<strong>di</strong> ripetuti, apparentemente<br />
in modo casuale, circa<br />
3 miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> volte, e che in essa racchiude<br />
tutta l’informazione necessaria<br />
per “costruire un uomo”. La verità,<br />
Anche per un solo passo <strong>di</strong> Francesco Rocco<br />
però, è che questa bellezza è solo la<br />
punta <strong>del</strong>l’iceberg.<br />
Dalla prima volta che ho messo<br />
piede in un laboratorio <strong>di</strong> ricerca,<br />
sono passati solo sei anni, quin<strong>di</strong> definirmi<br />
scienziato sarebbe una presunzione.<br />
Nonostante ciò, posso <strong>di</strong>re<br />
<strong>di</strong> aver conosciuto dei veri scienziati,<br />
persone che hanno de<strong>di</strong>cato l’intera<br />
vita alla ricerca scientifica. Il prezzo<br />
da pagare per questa scelta è spesso<br />
molto alto. Molti credo non abbiano<br />
nemmeno una vita sociale, non<br />
avrebbero tempo per stringere rapporti<br />
al <strong>di</strong> fuori <strong>del</strong> proprio campo <strong>di</strong><br />
ricerca, e i collaboratori in un certo<br />
senso <strong>di</strong>ventano la propria famiglia.<br />
Nella migliore <strong>del</strong>le ipotesi, le fatiche<br />
<strong>di</strong> una vita <strong>di</strong>ventano la scoperta <strong>del</strong><br />
secolo, come nel caso <strong>di</strong> Watson e<br />
Crick, col riconoscimento da parte <strong>di</strong><br />
tutta la comunità scientifica e, come<br />
nel loro caso, <strong>di</strong> tutta l’umanità. Nella<br />
maggior parte dei casi, ci saranno<br />
solo piccole scoperte, apparentemente<br />
<strong>di</strong> poco conto, e in qualche caso gli<br />
sforzi <strong>di</strong> una vita intera non porteranno<br />
a nessun risultato.<br />
Cosa c’è <strong>di</strong> bello, allora, nel de<strong>di</strong>care<br />
la propria vita alla scienza La<br />
risposta non è da ritrovare nella curiosità<br />
umana o nella passione per la<br />
verità, ma nel desiderio <strong>di</strong> essere utili<br />
agli altri e soprattutto nel desiderio<br />
che questa bellezza possa essere per<br />
me, per noi oggi, perché sia più bella<br />
la realtà attuale: “la bellezza salverà<br />
il mondo” <strong>di</strong>ceva Dostoevskij.<br />
Basti pensare ad esempio che i lavori<br />
scientifici sono essenziali, niente<br />
giri <strong>di</strong> parole, niente è superfluo, ogni<br />
termine è utilizzato solo per rendere<br />
più chiaro possibile il frutto <strong>del</strong> proprio<br />
lavoro, in modo che chi legge<br />
possa utilizzare queste informazioni<br />
per continuare le proprie ricerche.<br />
Interi esperimenti, costati settimane<br />
<strong>di</strong> fatica, non vengono inseriti semplicemente<br />
perché non aggiungono<br />
chiarezza, come sperato all’inizio<br />
<strong>del</strong>l’esperimento stesso. È questo allora,<br />
secondo me, il motore ed anche<br />
la bellezza che è possibile ammirare<br />
nella scienza, l’altruismo, cercare il<br />
vero e il bello, perché sia più bella e<br />
vera la vita mia e degli altri: “che vale<br />
la vita se non per essere data” (P.<br />
Clau<strong>del</strong>).<br />
In fondo uno scienziato è un sognatore<br />
che insegue un sogno, frutto<br />
<strong>del</strong>la propria intuizione. Qualcuno<br />
raggiunge la meta, molti cadono, ma<br />
ad ogni caduta l’umanità è un passo<br />
avanti.<br />
Francesco Rocco nasce il 26 giugno<br />
1984. Dottorato in genetica e me<strong>di</strong>cina<br />
molecolare svolge attività <strong>di</strong> ricerca<br />
all’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Napoli<br />
“Federico II”.<br />
Cronache <strong>di</strong> vite con-<strong>di</strong>vise <strong>di</strong> Collettivo Extravesuviana<br />
Quando si nasce in un luogo in cui<br />
l’azzurro <strong>del</strong> cielo convive quoti<strong>di</strong>anamente<br />
con il grigiore <strong>del</strong>la spazzatura,<br />
è facile <strong>di</strong>sabituarsi alla bellezza.<br />
Quando si cresce in un momento<br />
storico cru<strong>del</strong>e, che sembra tutto togliere<br />
e nulla offrire a chi si affaccia al<br />
mondo cosiddetto adulto, la speranza<br />
in un futuro migliore appare come un<br />
miraggio.<br />
Quando tutto intorno sembra destinato<br />
a svanire, <strong>di</strong>strutto dall’incuranza<br />
e nel <strong>di</strong>samore <strong>di</strong> chi, per<br />
stanchezza o egoismo, ha smesso <strong>di</strong><br />
lottare, non è <strong>di</strong>fficile rassegnarsi alla<br />
bruttezza.<br />
Eppure qualcuno resiste, spinto<br />
dalla viscerale convinzione che la bellezza<br />
sia ovunque, e che sia giusto,<br />
se non vitale, continuare a cercarla.<br />
È per questo motivo che, poco più<br />
<strong>di</strong> un anno fa, nasce Extravesuviana,<br />
il blog <strong>di</strong> tutti e <strong>di</strong> nessuno, su cui<br />
ogni giorno trovano voce il dolore e la<br />
frustrazione, le speranze e le gioie, le<br />
paure e i turbamenti, <strong>di</strong> chi vive una<br />
costante tensione verso qualcosa <strong>di</strong><br />
più bello, <strong>di</strong> più giusto, <strong>di</strong> più umano.<br />
“Fuori dal mondo; fuori dall’Europa;<br />
fuori dall’Italia; fuori da Napoli,<br />
lontani dal Vesuvio”, siamo extravesuviani,<br />
provinciali e periferici. Marginali.<br />
E lo siete anche voi. Partiamo da<br />
qui e attraversiamo la penisola intera<br />
con le storie <strong>di</strong> chi scrive regalandoci<br />
le sue sensazioni, da <strong>Nola</strong> a Caserta,<br />
da Casoria a Modena fino al nord-est,<br />
fino a Milano e a Torino, centri per<br />
pochi, periferie per molti.<br />
Extra-Vesuviana non è una <strong>di</strong>stanza<br />
geografica o fisica, ma una con<strong>di</strong>zione:<br />
quella <strong>di</strong> un migrante senza<br />
casa, <strong>di</strong> un precario senza contratto,<br />
<strong>di</strong> un lavoratore senza più un lavoro,<br />
<strong>di</strong> un professionista senza professione,<br />
<strong>di</strong> un amore senza prospettiva, <strong>di</strong><br />
una terra che ingoia spazzatura e camorra<br />
o amianto e tumori, e morte.<br />
È tutto questo e molto <strong>di</strong> più.<br />
Per essere parte <strong>di</strong> questa umanità<br />
incontenibile bisogna essere ostinati,<br />
scavare, stare attenti e scorgere, cogliere<br />
e sbirciare, perché, lo abbiamo<br />
già scritto, la bellezza può trovarsi<br />
ovunque, basta volerla cercare e saperla<br />
riconoscere.<br />
Extravesuviana è esperienza <strong>di</strong>retta,<br />
e non mera osservazione. Ogni<br />
scrittore, ogni fotografo, ogni <strong>di</strong>segnatore,<br />
tutti gli uomini e le donne<br />
che partecipano a questo progetto<br />
raccolgono la vita, la propria e quella<br />
degli altri, per con<strong>di</strong>viderla con chiunque<br />
sia <strong>di</strong>sposto ad ascoltare.<br />
L’incontro <strong>di</strong> queste esperienze è<br />
una pratica <strong>di</strong> sopravvivenza, il loro<br />
racconto è una forma <strong>di</strong> riscatto. Metterle<br />
insieme è una necessità, per<br />
non restare soli, per riscoprirci, per<br />
conoscerci, per amarci e ritrovare noi<br />
stessi. O per perderci, e costruire una<br />
nuova identità.<br />
Extravesuviana è il racconto in<strong>di</strong>viduale<br />
e collettivo <strong>di</strong> esistenze marginali,<br />
confuse, incerte.<br />
È un <strong>di</strong>pinto emozionale dalle tinte<br />
variegate e <strong>di</strong>scordanti, che nasce<br />
dalla convinzione che non importa<br />
la posizione dalla quale si osserva il<br />
mondo, perché anche lo sguardo più<br />
obliquo merita <strong>di</strong> essere valorizzato.<br />
È un lungo e appassionato viaggio<br />
fatto <strong>di</strong> parole, immagini e suggestioni,<br />
alla ricerca <strong>del</strong>la bellezza <strong>del</strong>le<br />
cose imperfette e quoti<strong>di</strong>ane.<br />
La bellezza <strong>di</strong> un sorriso spontaneo<br />
e <strong>di</strong> uno sguardo innamorato, <strong>di</strong><br />
un caffè bollente e <strong>di</strong> un bicchiere <strong>di</strong><br />
buon vino.<br />
Quella <strong>di</strong> una stretta <strong>di</strong> mano e <strong>di</strong><br />
un abbraccio amichevole, <strong>del</strong>la risata<br />
<strong>di</strong> un bambino e <strong>di</strong> una canzone d’amore.<br />
Quella <strong>del</strong> cibo <strong>di</strong> casa e dei colori<br />
<strong>di</strong> un mattino d’estate.<br />
La bellezza <strong>di</strong> una donna stanca, <strong>di</strong><br />
un uomo ormai vecchio e <strong>di</strong> un figlio<br />
che apre la finestra e guarda lontano.<br />
La bellezza <strong>di</strong> un giorno <strong>di</strong> sole, in<strong>di</strong>pendentemente<br />
da dove esso sorga.<br />
Extravesuviana nasce il 21 <strong>di</strong>cembre 2010 da un’idea <strong>di</strong> Nicola Di Mauro, che,<br />
insieme a Giada Divisato, Giovanna Passaro e Alessio D’Amico, ha dato vita al<br />
Collettivo Extravesuviana, formato ormai da oltre 40 autori, che pubblicano<br />
scritti, foto, <strong>di</strong>segni e qualsiasi altra forma <strong>di</strong> espressione ritengono essere<br />
nelle proprie corde, sul blog http://extravesuviana.wordpress.com/.<br />
Visitate anche la loro pagina Facebook, in modo da tenervi quoti<strong>di</strong>anamente<br />
informati circa le attività <strong>di</strong> Extravesuviana, all’in<strong>di</strong>rizzo http://www.facebook.<br />
com/extravesuviana. S<br />
10 marzo 2012<br />
e volete partecipare in prima persona alle attività <strong>del</strong> Collettivo Extravesuviana,<br />
inviate i vostri testi, foto, <strong>di</strong>segni o video all’in<strong>di</strong>rizzo mail extravesuviana@gmail.com.<br />
marzo 2012 11
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Oltre la Bellezza<br />
12 marzo 2012<br />
Il Bene <strong>del</strong>lo spazio abitato <strong>di</strong> Vincenzo Formisano<br />
volte, scherzando, <strong>di</strong>co che “la<br />
A Facoltà <strong>di</strong> architettura insegna a<br />
fare le cose perché ci piacciono e poi<br />
a trovare <strong>del</strong>le profonde motivazioni<br />
filosofeggianti per giustificare a posteriori<br />
ciò che abbiamo <strong>di</strong>segnato/<br />
progettato”.<br />
In realtà hanno ben ragione i professori<br />
a non accettare “perché così<br />
mi piaceva!” tra le risposte possibili:<br />
può, infatti, il progetto <strong>di</strong> un e<strong>di</strong>ficio<br />
<strong>di</strong>pendere solo dal gusto <strong>di</strong> chi lo ha<br />
pensato Certo che no: occorre aver<br />
presente questioni legate alla funzione<br />
<strong>del</strong>l’opera in questione, la normativa<br />
vigente, le richieste <strong>del</strong> committente,<br />
il costo causato da ogni singola<br />
linea tracciata sul foglio, occorre far<br />
sì che il tutto si regga e, cosa sempre<br />
più importante, è necessaria la sostenibilità<br />
ambientale <strong>del</strong> tutto. Ma quali<br />
sono, allora, i criteri per <strong>di</strong>stinguere<br />
ciò che è bello da ciò che è brutto<br />
in architettura Secondo qualcuno<br />
l’arte ha come fine se stessa: se una<br />
cosa ha un’utilità, ha uno scopo che<br />
vada oltre la contemplazione <strong>del</strong>le<br />
sue qualità estetiche, non può essere<br />
un’opera d’arte. Ma se così fosse nessun<br />
opera architettonica potrebbe essere<br />
considerata tale, visto che, come<br />
detto, un’architettura non è generata<br />
solo da criteri formali ed è voluta per<br />
essere vissuta e non guardata.<br />
La mia risposta alla domanda sul<br />
cosa sia la bellezza in architettura l’ho<br />
trovata un po’ in Siza (un architetto<br />
portoghese), un po’ nell’osservazione<br />
<strong>di</strong> quella che viene definita architettura<br />
“vernacolare” e cioè quell’architettura<br />
“spontanea” che non nasce<br />
dal progetto <strong>di</strong> un architetto famoso,<br />
ma dalla sapiente tra<strong>di</strong>zione <strong>del</strong>le<br />
maestranze che, alla domanda <strong>del</strong><br />
professore <strong>di</strong> architettura, risponderebbero<br />
“perché così si fa”.<br />
Per Siza non esistono temi architettonici<br />
belli o brutti, ma temi trattati<br />
bene o male. Si prenda, ad esempio,<br />
una casa tipica costruita nelle assolate<br />
terre arabe: l’architettura <strong>di</strong> quella<br />
casa, gli spazi e le forme che la costituiscono<br />
non nascono dalla sensibilità<br />
estetica <strong>del</strong>l’architetto, o meglio:<br />
il progettista, il costruttore <strong>di</strong> quell’e<strong>di</strong>ficio<br />
rielabora con la sua creatività,<br />
sintetizzandoli in modo sapiente,<br />
i dati ambientali, quelli materiali e<br />
le scelte formali. L’e<strong>di</strong>ficio che verrà<br />
fuori risponderà così alle necessità<br />
dettate dal clima e dalle esigenze <strong>del</strong><br />
proprietario, utilizzerà materiali locali<br />
senza “snaturarli” e la forma sarà il<br />
connubio <strong>di</strong> scelte libere “guidate” da<br />
queste necessità. Avremo, così una<br />
casa ben fatta che, se il progettista<br />
è stato abile, sarà anche bella e lo<br />
sarà in conseguenza <strong>del</strong> suo essere<br />
costruita bene, facendo attenzione<br />
alle problematiche ambientali e sociali<br />
insite nel progetto.<br />
C’è poi, per ragioni <strong>di</strong> cronaca va<br />
detto, anche una linea <strong>di</strong> pensiero<br />
che ritiene che un’architettura sia<br />
bella in sé, al <strong>di</strong> là <strong>del</strong> contesto e che<br />
se è bella in questo senso può essere<br />
progettata come se non ci fosse nulla<br />
intorno e “poggiata” successivamente<br />
dove si vuole. Ma in questo caso<br />
la casa bellissima progettata per la<br />
Norvegia, se la sistemiamo in Arabia,<br />
sarà meno rispondente a criteri funzionali<br />
ed energetici e avrà bisogno,<br />
per <strong>di</strong>re, <strong>di</strong> un impianto <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamento<br />
non necessario nella casa<br />
“vernacolare” perchè questa avrà alcune<br />
scelte formali legate alla necessità<br />
<strong>di</strong> garantire aria fresca. Magari<br />
non tutti, riferendosi alla casa araba,<br />
<strong>di</strong>ranno “come è bella”, ma nessuno<br />
se ne lamenterà e ne saranno<br />
apprezzate le qualità. Ecco, quin<strong>di</strong>,<br />
che la bellezza <strong>di</strong>venta un qualcosa<br />
in più, misterioso ma concreto, che<br />
scaturisce innanzitutto da opere che<br />
rappresentano un’idea costruita.<br />
E in quest’ottica che - per parlare <strong>di</strong><br />
una realtà a me vicina e <strong>del</strong> mio senso<br />
<strong>di</strong> bellezza - anche il Parco pubblico<br />
Giovanni Paolo II <strong>di</strong> Pomigliano<br />
d’Arco, <strong>di</strong>etro un’apparente stato <strong>di</strong><br />
abbandono e <strong>di</strong> forte fatiscenza, nasconde<br />
una bellezza profonda che va<br />
oltre le forme, i materiali e le funzioni<br />
ed affonda le sue ra<strong>di</strong>ci nei concetti<br />
<strong>di</strong> bene comune, senso civico, citta<strong>di</strong>nanza<br />
attiva, progettazione sostenibile<br />
ed aperta. Grazie, infatti, al lavoro<br />
<strong>del</strong> Comitato per il parco pubblico,<br />
quest’opera può essere considerata<br />
il para<strong>di</strong>gma <strong>di</strong> come lo sviluppo sostenibile<br />
<strong>di</strong> una città “non rappresenti<br />
uno stato finale, ma sia piuttosto un<br />
processo adattivo <strong>di</strong> equilibrio <strong>di</strong>namico<br />
[…] che esprime la capacità<br />
<strong>del</strong>la città stessa <strong>di</strong> mantenere le sue<br />
caratteristiche <strong>di</strong> auto-organizzazione<br />
nel resistere a processi che potrebbero<br />
portarla al declino” (L. Fusco Girard<br />
e P. Nijkamp in Energia, bellezza<br />
e partecipazione). La progettazione<br />
<strong>di</strong> un’opera architettonica (e in particolar<br />
modo <strong>di</strong> un’opera pubblica) potrà<br />
essere bella, allora, non solo dal<br />
punto <strong>di</strong> vista formale, strutturale e<br />
funzionale, ma anche da quello “etico”<br />
poiché per realizzarla sono stati<br />
riconosciuti i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> tutti ed è stata<br />
data voce ad interessi che, altrimenti,<br />
sarebbero stati esclusi, contribuendo<br />
così alla promozione <strong>di</strong> un capitale<br />
non economico, ma sociale in grado<br />
<strong>di</strong> riflettere lo spirito “collettivo-comunitario”<br />
<strong>del</strong> luogo, promuovendo<br />
<strong>di</strong> conseguenza coesione sociale e<br />
valori relazionali.<br />
E, come risponderebbe Kant al mio<br />
professore, il progetto presentato dal<br />
Comitato per il parco pubblico è bello<br />
perché “il bello è il simbolo <strong>del</strong> bene<br />
morale”<br />
Pomiglianese, laureando in architettura,<br />
grafico, Vincenzo Formisano<br />
coltiva svariati interessi. E’ socio<br />
<strong>del</strong>l’Azione cattolica e membro<br />
<strong>del</strong>l’Osservatorio citta<strong>di</strong>no Vittorio<br />
Bachelet <strong>di</strong> Pomigliano d’Arco<br />
L’equilibrio <strong>del</strong>la Bellezza <strong>di</strong> Felicia Parisi<br />
Intraprendere lo stu<strong>di</strong>o sullo stato<br />
<strong>di</strong> nutrizione <strong>del</strong> corpo umano mi<br />
ha permesso <strong>di</strong> capire che “l’uomo è<br />
davvero ciò che mangia”! Non si tratta<br />
<strong>di</strong> un semplice assunto filosofico , da<br />
rispolverare solo quando ci fa più comodo<br />
, ma <strong>di</strong> una vera filosofia <strong>di</strong> vita<br />
che ognuno <strong>di</strong> noi dovrebbe seguire<br />
per salvaguardare la salute e sentirsi<br />
BELLO! Fin dai tempi più remoti<br />
gli uomini hanno sempre cercato ed<br />
avuto l’istinto <strong>di</strong> creare un legame tra<br />
corpo e spirito! Il cibo è espressione<br />
<strong>del</strong>la vita terrena <strong>del</strong>l’uomo ma soprattutto<br />
rappresenta uno strumento<br />
con cui ognuno <strong>di</strong> noi riesce a manifestare<br />
in pieno la propria spiritualità!<br />
Il nostro corpo ha bisogno <strong>di</strong> energia<br />
per poter svolgere le molteplici attività<br />
che ci fanno sentire parte <strong>del</strong>la<br />
società, una società che si muove secondo<br />
ritmi a volte insostenibili! E allora<br />
Allora bisogna che l’organismo<br />
abbia la giusta dose <strong>di</strong> nutrienti per<br />
potersi confrontare con il resto <strong>del</strong><br />
mondo e ciò può avvenire solo con<br />
una sana ed equilibrata alimentazione,<br />
cioè seguendo una <strong>di</strong>eta. Ma cosa<br />
significa Per tutti noi, o meglio per la<br />
maggior parte, seguire un regime alimentare<br />
<strong>di</strong>etetico rispecchia uno stile<br />
<strong>di</strong> vita sacrificato e privo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazioni.<br />
Ma non è proprio così! DIETA<br />
significa “vita”, stile <strong>di</strong> vita o modo<br />
<strong>di</strong> vivere e riassume la necessità <strong>del</strong><br />
corpo umano <strong>di</strong> seguire una corretta<br />
alimentazione in grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i<br />
bisogni fisiologici <strong>del</strong>l’organismo (sia<br />
<strong>di</strong> energia sia <strong>di</strong> nutrienti) dal punto<br />
<strong>di</strong> vista qualitativo e quantitativo.<br />
Fare i conti con un giusta alimentazione<br />
non è facile!<br />
Oggi la sensazione <strong>di</strong> fame è controllata<br />
dall’industria che, pur <strong>di</strong> arricchirsi,<br />
mette a nostra <strong>di</strong>sposizione<br />
una quantità <strong>di</strong> prodotti appetitosi,<br />
apparentemente sani, ma potenzialmente<br />
dannosi, ai quali è <strong>di</strong>fficilissimo<br />
resistere. La mancanza <strong>di</strong> tempo<br />
e i ritmi troppo frenetici ci spingono<br />
verso il prodotto confezionato, semplice<br />
da preparare, buono da gustare<br />
ma nemico numero uno <strong>del</strong>la<br />
salute!E facile quin<strong>di</strong> arrivare ad un<br />
livello <strong>di</strong> malnutrizione, inteso sia<br />
come eccesso <strong>di</strong> nutrienti rispetto al<br />
fabbisogno in<strong>di</strong>viduale effettivo, sia<br />
come una loro eccessiva carenza. Si<br />
<strong>di</strong>venta allora “grassi”, o peggio “obesi”<br />
e ciò si traduce con il non sentirsi<br />
più accettati, perché lontano da quei<br />
canoni <strong>di</strong> bellezza imposti, tanto inseguiti,<br />
ma irraggiungibili; si <strong>di</strong>venta<br />
allora magrissimi o peggio anoressici<br />
perché il desiderio <strong>di</strong> raggiungere<br />
quei famigerati mo<strong>del</strong>li è altissimo<br />
ma allo stesso tempo c’è il rifiuto <strong>di</strong><br />
alimentarsi con quel cibo spazzatura<br />
che gli stessi mo<strong>del</strong>li pubblicizzano,<br />
allora è meglio smettere <strong>di</strong> mangiare<br />
E a cosa si arriva Si giunge a sentirsi<br />
grassi ma belli, anoressiche ma belle,<br />
sebbene malnutriti e vicini alla morte<br />
e forse con la consapevolezza <strong>di</strong><br />
essere”brutti/e”! Mi rendo conto che<br />
è un po’ riduttivo raccontare in poche<br />
parole i molteplici meccanismi che<br />
portano ciascuno <strong>di</strong> noi a <strong>di</strong>fendersi<br />
da ciò che più fa paura ( in questo<br />
caso il cibo) e a scegliere quella che a<br />
primo avviso può sembrare la scelta<br />
più giusta. Ma sono parole sufficienti<br />
per esprimere quale sia la bellezza<br />
che cerco, anche <strong>di</strong> comunicare,<br />
quando stu<strong>di</strong>o o lavoro: la bellezza è<br />
per me infatti equilibrio con ciò che<br />
ci circonda; un equilibrio <strong>di</strong>fficile da<br />
mantenere ma possibile da raggiungere:<br />
basta la giusta dose <strong>di</strong> energia<br />
che ci permette <strong>di</strong> rifornire il corpo<br />
ma soprattutto la mente, vero motore<br />
<strong>del</strong>la vita!!!!<br />
Felicia Parisi nasce il 5 maggio 1980.<br />
Laureata in Scienze Biologiche, attualmente<br />
frequenta la Scuola <strong>di</strong> Nutrizione<br />
Salernitana per un corso <strong>di</strong><br />
perfezionamento in Alimentazione e<br />
Nutrizione Umana.<br />
marzo 2012 13
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />
Musica: un’arte tra numeri ed emozioni <strong>di</strong> N.Oliviero e F.Cappiello<br />
Mentre scrivo sto ascoltando la<br />
sonata n. 3 per violino e pianoforte<br />
<strong>di</strong> Edvard Grieg, compositore<br />
norvegese nato nel 1843, e la prima<br />
cosa che mi viene da <strong>di</strong>re è: che bella<br />
musica! È strano, ma provare a spiegare<br />
con le parole che cosa intendo<br />
<strong>di</strong>re con l’espressione “bella musica”<br />
risulta un’ operazione alquanto complicata<br />
e riduttiva. La musica non è<br />
fatta per essere spiegata, raccontata:<br />
la musica va vissuta. E se ci penso<br />
su, forse è questo che la rende bella<br />
e, come si sente <strong>di</strong>re spesso, la rende<br />
un linguaggio universale. In ogni<br />
momento <strong>del</strong>la giornata quasi tutto è<br />
accompagnato da un piacevole motivetto:<br />
sigle televisive, colonne sonore<br />
dei film, suonerie telefoniche, persino<br />
i nostri acquisti sono spesso resi più<br />
piacevoli da un sottofondo musicale<br />
e, poi, chi <strong>di</strong> noi non ha la sua canzone<br />
che gli ricorda qualche momento<br />
particolare <strong>del</strong>la vita<br />
La musica arriva nell’animo e tocca<br />
le corde <strong>di</strong> ognuno e chiunque attraverso<br />
le sue note potrà vedere quello<br />
che vuole, immaginare ciò che desidera,<br />
sognare i luoghi più lontani,<br />
posti mai visti prima o da rivedere.<br />
L’uomo tutto questo lo ha capito fin<br />
dai tempi più remoti e la storia <strong>del</strong>la<br />
musica affonda le sue ra<strong>di</strong>ci in un<br />
passato molto lontano. Non esiste<br />
popolo, infatti, che non abbia avuto<br />
la sua musica, anche se inizialmente<br />
si trattava <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> produzione<br />
<strong>del</strong> suono molto elementari. Si presume,<br />
infatti, che le primissime forme<br />
<strong>di</strong> musica siano nate soprattutto dal<br />
ritmo: magari per imitare, battendo<br />
le mani o i pie<strong>di</strong>, il cuore che batte, il<br />
ritmo cadenzato dei pie<strong>di</strong> in corsa o<br />
<strong>del</strong> galoppo: insomma per raccontare<br />
la vita.<br />
Nonostante sia passato <strong>del</strong> tempo<br />
da allora, a <strong>di</strong>mostrazione <strong>del</strong> fatto<br />
che la musica nasce con noi, possiamo<br />
osservare come ancora oggi i<br />
nostri bambini fin da piccolissimi ripetano<br />
queste esperienze musicali in<br />
modo spontaneo.<br />
La musica ha avuto la forza <strong>di</strong> attraversare<br />
i tempi e <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarsi<br />
insieme con l’uomo e anche se non<br />
in modo consapevole, in noi risuona<br />
l’eco <strong>di</strong> tutta la musica passata così<br />
come le nostre vite ere<strong>di</strong>tano una<br />
storia fatta dagli uomini che ci hanno<br />
preceduto. È un testimone che ci<br />
passiamo <strong>di</strong> generazione in generazione.<br />
La musica nel corso dei secoli<br />
si è sviluppata sotto forma <strong>di</strong> vari<br />
generi che hanno rappresentato vari<br />
tipi <strong>di</strong> culture e <strong>di</strong> società. Anche oggi<br />
l’offerta musicale è sicuramente ampia<br />
e variegata e non si può <strong>di</strong>re che<br />
ci sia un genere più bello <strong>di</strong> un altro;<br />
musica classica, pop, rock, jazz, folk<br />
… ognuno <strong>di</strong> noi si rispecchia in uno<br />
<strong>di</strong> essi. Sono note che parlano <strong>del</strong>la<br />
vita e ogni vita ha la sua bellezza, per<br />
cui come potremmo <strong>di</strong>re che una è<br />
migliore <strong>del</strong>le altre<br />
La musica è dentro <strong>di</strong> noi e siamo<br />
noi a renderla bella; se ne siamo i fruitori<br />
la coloreremo con le nostre emozioni,<br />
ma insieme ad esse ogni volta<br />
rivivranno le emozioni <strong>di</strong> chi quella<br />
musica l’ha sentita talmente sua e<br />
talmente bella da volerla donare agli<br />
altri perché restasse nel tempo. Tutte<br />
le forme d’arte fotografano la bellezza<br />
<strong>di</strong> un dato momento storico e<br />
magicamente lo fanno rivivere ogni<br />
qualvolta qualcuno vorrà; un quadro<br />
rivive quando qualcuno lo osserva,<br />
una poesia riecheggia nell’aria quando<br />
qualcuno presta la voce allo scrittore,<br />
la musica ricomincia quando un<br />
musicista è pronto a suonare. L’arte è<br />
il nostro filo <strong>di</strong> Arianna che non ci fa<br />
perdere le tracce <strong>del</strong> passato.<br />
Chissà Grieg a cosa pensava mentre<br />
scriveva nota dopo nota la sua<br />
splen<strong>di</strong>da Sonata … penso <strong>di</strong> saperlo,<br />
perché ogni volta che la suono o la<br />
ascolto vedo i fior<strong>di</strong> <strong>del</strong>la sua meravigliosa<br />
Norvegia, vedo i colori <strong>di</strong> quella<br />
magia che è l’alba boreale, immagino<br />
l’amore che provava per la sua Nina<br />
e per la piccola Alexandra. Attraverso<br />
quelle note si <strong>di</strong>spiega <strong>di</strong>nanzi a me<br />
il mistero <strong>di</strong> un uomo frutto <strong>del</strong> suo<br />
tempo, tempo scan<strong>di</strong>to dal ritmo degli<br />
eventi e degli incontri.<br />
La musica racconta l’uomo, l’uomo<br />
è bellezza, la musica è bellezza.<br />
Na<strong>di</strong>a Oliviero, nata a Pomigliano<br />
d’Arco, membro <strong>del</strong>l’Azione cattolica<br />
e <strong>del</strong>l’Osservatorio Bachelet, è <strong>di</strong>plomata<br />
in Violino al Conservatorio<br />
“Domenico Cimarosa” <strong>di</strong> Avellino,<br />
strumento che suona dall’età <strong>di</strong> nove<br />
anni. Si esibisce in formazioni orchestrali<br />
e cameristiche.<br />
«<br />
La musica - <strong>di</strong>ceva Aristotele - non<br />
va praticata per un unico tipo <strong>di</strong><br />
beneficio che da essa può derivare,<br />
ma per usi molteplici, poiché può servire<br />
per l’educazione, per procurare<br />
la catarsi e in terzo luogo per la ricreazione,<br />
il sollievo e il riposo dallo<br />
sforzo». (ARISTOTELE, Politica, 7,<br />
1341b 32 - 1342a, p.16, traduzione<br />
<strong>di</strong> AUGUSTO VIANO, 2007). Un’arte<br />
precisa, esatta come l’algebra, ma<br />
una vera scienza <strong>del</strong>le emozioni.<br />
Venti anni, i miei: il primo approccio<br />
ad uno strumento musicale l’ho<br />
avuto all’età <strong>di</strong> quattro anni. Poi dal<br />
pianoforte sono passata al canto lirico:<br />
ed è stato amore a prima vista.<br />
Cosa vive nella musica Un <strong>di</strong>scorso<br />
ricco <strong>di</strong> tensioni interne, in continua<br />
evoluzione, che non conosce statica.<br />
È meraviglioso come la musica abbia<br />
la possibilità <strong>di</strong> salvarci dall’irrigi<strong>di</strong>mento,<br />
dalle convenzioni cui tutti an<strong>di</strong>amo<br />
incontro e farci tornare ad uno<br />
stupore incantato nei confronti <strong>del</strong>le<br />
cose. Nella musica non c’è chi vince<br />
e chi perde, ma solo tanta voglia <strong>di</strong><br />
con<strong>di</strong>videre emozioni ed esperienze;<br />
è fatta <strong>di</strong> note corrette ma soprattutto<br />
<strong>di</strong> passione, de<strong>di</strong>zione, tensione travolgente.<br />
Una questione <strong>di</strong> numeri,<br />
ma soprattutto <strong>di</strong> emozioni vissute da<br />
in<strong>di</strong>vidui, o da comunità fuse in un’unica<br />
persona, nella musica corale, in<br />
modo unico e irripetibile. La musica è<br />
una bellezza, una meravigliosa esperienza<br />
estetica che coinvolge tutto<br />
l’essere, eleva l’anima trasportandola<br />
in un mondo parallelo, forse astratto,<br />
reale solo nell’immaginazione.<br />
La bellezza <strong>del</strong>la musica sta anche<br />
nella straor<strong>di</strong>naria capacità <strong>di</strong> unire<br />
popoli con cultura, lingua, e religione<br />
<strong>di</strong>versa a collaborare insieme per<br />
un unico progetto, sentendosi accomunati<br />
dalla stessa passione . «La<br />
musica, intesa come espressione <strong>del</strong><br />
mondo, è una lingua universale al<br />
massimo grado, e la sua universalità<br />
sta all’universalità dei concetti più o<br />
meno come i concetti stanno alle singole<br />
cose » (cfr. A. SCHOPENHAUER,<br />
Il mondo come volontà e rappresentazione,<br />
I, 52, traduzione <strong>di</strong> PAOLO-<br />
SAVJ-LOPEZ, 2010).<br />
La musica <strong>di</strong>venta linguaggio <strong>di</strong> libertà,<br />
libertà creativa che non ignora<br />
le regole ma le supera in una sempre<br />
nuova e autentica espressione<br />
in<strong>di</strong>viduale. Ogni singola nota, partendo<br />
dal suono più grave a quello<br />
Oltre la Bellezza<br />
più acuto, è capace <strong>di</strong> suscitare un<br />
sentimento unico. Questa “gentile<br />
arte” (cfr. AMBROGIO BAZZERO, Lacrime<br />
e sorrisi, 1873: «La musica è<br />
l’arte gentile, la primigenia figlia <strong>del</strong><br />
cuore umano, nata col primo amore,<br />
col primo dolore».) sa riportare ogni<br />
essere umano al suo grado intimo <strong>di</strong><br />
sensibilità e spesso lo mette in contatto<br />
con la parte più fragile <strong>di</strong> sé,<br />
in un mondo che invece richiede costantemente<br />
l’immagine <strong>di</strong> un uomo<br />
vincente e feticista <strong>del</strong>le merci.<br />
Sedersi ad un pianoforte e avvertire<br />
il bisogno <strong>di</strong> far scivolare le <strong>di</strong>ta<br />
su i suoi tasti è una sensazione fortissima,<br />
è l’interiorità che si armonizza<br />
con la melo<strong>di</strong>a, bisognosa <strong>di</strong> raccontarsi,<br />
<strong>di</strong> esprimersi e <strong>di</strong> scoprirsi. Se<br />
un musicista non vive la musica realmente,<br />
se non prova una forte passione<br />
per essa, non verrà mai fuori<br />
né dallo strumento, né dalla voce. Il<br />
compositore italiano Allevi <strong>di</strong>rebbe:<br />
«Cosa voglio io dalla mia musica<br />
Che esprima se stessa usando le mie<br />
energie come quelle <strong>di</strong> un suo umile<br />
manovale».<br />
14 marzo 2012<br />
Fortuna Cappiello è nata a Scutari<br />
(Albania) nel 1991, ma cresciuta in<br />
Italia. Ha frequentato il Liceo classico<br />
<strong>di</strong> Palma Campania “A. Rosmini”.<br />
Attualmente è iscritta alla Facoltà <strong>di</strong><br />
“Scienze <strong>del</strong>l’educazione” <strong>del</strong>l’Università<br />
degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Salerno. All’età<br />
<strong>di</strong> 4 anni ha avuto il primo approccio<br />
con il pianoforte, per poi proseguire<br />
con lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> canto lirico. Attualmente<br />
è membro <strong>del</strong>l’Azione Cattolica<br />
<strong>di</strong> Lauro, paese in cui vive.<br />
marzo 2012 15
16 marzo 2012<br />
mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong>