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Focus sulle parrocchie del quinto decanato Speciale - Diocesi di Nola

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mensile <strong>del</strong>la Chiesa <strong>di</strong> <strong>Nola</strong><br />

Musica: un’arte tra numeri ed emozioni <strong>di</strong> N.Oliviero e F.Cappiello<br />

Mentre scrivo sto ascoltando la<br />

sonata n. 3 per violino e pianoforte<br />

<strong>di</strong> Edvard Grieg, compositore<br />

norvegese nato nel 1843, e la prima<br />

cosa che mi viene da <strong>di</strong>re è: che bella<br />

musica! È strano, ma provare a spiegare<br />

con le parole che cosa intendo<br />

<strong>di</strong>re con l’espressione “bella musica”<br />

risulta un’ operazione alquanto complicata<br />

e riduttiva. La musica non è<br />

fatta per essere spiegata, raccontata:<br />

la musica va vissuta. E se ci penso<br />

su, forse è questo che la rende bella<br />

e, come si sente <strong>di</strong>re spesso, la rende<br />

un linguaggio universale. In ogni<br />

momento <strong>del</strong>la giornata quasi tutto è<br />

accompagnato da un piacevole motivetto:<br />

sigle televisive, colonne sonore<br />

dei film, suonerie telefoniche, persino<br />

i nostri acquisti sono spesso resi più<br />

piacevoli da un sottofondo musicale<br />

e, poi, chi <strong>di</strong> noi non ha la sua canzone<br />

che gli ricorda qualche momento<br />

particolare <strong>del</strong>la vita<br />

La musica arriva nell’animo e tocca<br />

le corde <strong>di</strong> ognuno e chiunque attraverso<br />

le sue note potrà vedere quello<br />

che vuole, immaginare ciò che desidera,<br />

sognare i luoghi più lontani,<br />

posti mai visti prima o da rivedere.<br />

L’uomo tutto questo lo ha capito fin<br />

dai tempi più remoti e la storia <strong>del</strong>la<br />

musica affonda le sue ra<strong>di</strong>ci in un<br />

passato molto lontano. Non esiste<br />

popolo, infatti, che non abbia avuto<br />

la sua musica, anche se inizialmente<br />

si trattava <strong>di</strong> forme <strong>di</strong> produzione<br />

<strong>del</strong> suono molto elementari. Si presume,<br />

infatti, che le primissime forme<br />

<strong>di</strong> musica siano nate soprattutto dal<br />

ritmo: magari per imitare, battendo<br />

le mani o i pie<strong>di</strong>, il cuore che batte, il<br />

ritmo cadenzato dei pie<strong>di</strong> in corsa o<br />

<strong>del</strong> galoppo: insomma per raccontare<br />

la vita.<br />

Nonostante sia passato <strong>del</strong> tempo<br />

da allora, a <strong>di</strong>mostrazione <strong>del</strong> fatto<br />

che la musica nasce con noi, possiamo<br />

osservare come ancora oggi i<br />

nostri bambini fin da piccolissimi ripetano<br />

queste esperienze musicali in<br />

modo spontaneo.<br />

La musica ha avuto la forza <strong>di</strong> attraversare<br />

i tempi e <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarsi<br />

insieme con l’uomo e anche se non<br />

in modo consapevole, in noi risuona<br />

l’eco <strong>di</strong> tutta la musica passata così<br />

come le nostre vite ere<strong>di</strong>tano una<br />

storia fatta dagli uomini che ci hanno<br />

preceduto. È un testimone che ci<br />

passiamo <strong>di</strong> generazione in generazione.<br />

La musica nel corso dei secoli<br />

si è sviluppata sotto forma <strong>di</strong> vari<br />

generi che hanno rappresentato vari<br />

tipi <strong>di</strong> culture e <strong>di</strong> società. Anche oggi<br />

l’offerta musicale è sicuramente ampia<br />

e variegata e non si può <strong>di</strong>re che<br />

ci sia un genere più bello <strong>di</strong> un altro;<br />

musica classica, pop, rock, jazz, folk<br />

… ognuno <strong>di</strong> noi si rispecchia in uno<br />

<strong>di</strong> essi. Sono note che parlano <strong>del</strong>la<br />

vita e ogni vita ha la sua bellezza, per<br />

cui come potremmo <strong>di</strong>re che una è<br />

migliore <strong>del</strong>le altre<br />

La musica è dentro <strong>di</strong> noi e siamo<br />

noi a renderla bella; se ne siamo i fruitori<br />

la coloreremo con le nostre emozioni,<br />

ma insieme ad esse ogni volta<br />

rivivranno le emozioni <strong>di</strong> chi quella<br />

musica l’ha sentita talmente sua e<br />

talmente bella da volerla donare agli<br />

altri perché restasse nel tempo. Tutte<br />

le forme d’arte fotografano la bellezza<br />

<strong>di</strong> un dato momento storico e<br />

magicamente lo fanno rivivere ogni<br />

qualvolta qualcuno vorrà; un quadro<br />

rivive quando qualcuno lo osserva,<br />

una poesia riecheggia nell’aria quando<br />

qualcuno presta la voce allo scrittore,<br />

la musica ricomincia quando un<br />

musicista è pronto a suonare. L’arte è<br />

il nostro filo <strong>di</strong> Arianna che non ci fa<br />

perdere le tracce <strong>del</strong> passato.<br />

Chissà Grieg a cosa pensava mentre<br />

scriveva nota dopo nota la sua<br />

splen<strong>di</strong>da Sonata … penso <strong>di</strong> saperlo,<br />

perché ogni volta che la suono o la<br />

ascolto vedo i fior<strong>di</strong> <strong>del</strong>la sua meravigliosa<br />

Norvegia, vedo i colori <strong>di</strong> quella<br />

magia che è l’alba boreale, immagino<br />

l’amore che provava per la sua Nina<br />

e per la piccola Alexandra. Attraverso<br />

quelle note si <strong>di</strong>spiega <strong>di</strong>nanzi a me<br />

il mistero <strong>di</strong> un uomo frutto <strong>del</strong> suo<br />

tempo, tempo scan<strong>di</strong>to dal ritmo degli<br />

eventi e degli incontri.<br />

La musica racconta l’uomo, l’uomo<br />

è bellezza, la musica è bellezza.<br />

Na<strong>di</strong>a Oliviero, nata a Pomigliano<br />

d’Arco, membro <strong>del</strong>l’Azione cattolica<br />

e <strong>del</strong>l’Osservatorio Bachelet, è <strong>di</strong>plomata<br />

in Violino al Conservatorio<br />

“Domenico Cimarosa” <strong>di</strong> Avellino,<br />

strumento che suona dall’età <strong>di</strong> nove<br />

anni. Si esibisce in formazioni orchestrali<br />

e cameristiche.<br />

«<br />

La musica - <strong>di</strong>ceva Aristotele - non<br />

va praticata per un unico tipo <strong>di</strong><br />

beneficio che da essa può derivare,<br />

ma per usi molteplici, poiché può servire<br />

per l’educazione, per procurare<br />

la catarsi e in terzo luogo per la ricreazione,<br />

il sollievo e il riposo dallo<br />

sforzo». (ARISTOTELE, Politica, 7,<br />

1341b 32 - 1342a, p.16, traduzione<br />

<strong>di</strong> AUGUSTO VIANO, 2007). Un’arte<br />

precisa, esatta come l’algebra, ma<br />

una vera scienza <strong>del</strong>le emozioni.<br />

Venti anni, i miei: il primo approccio<br />

ad uno strumento musicale l’ho<br />

avuto all’età <strong>di</strong> quattro anni. Poi dal<br />

pianoforte sono passata al canto lirico:<br />

ed è stato amore a prima vista.<br />

Cosa vive nella musica Un <strong>di</strong>scorso<br />

ricco <strong>di</strong> tensioni interne, in continua<br />

evoluzione, che non conosce statica.<br />

È meraviglioso come la musica abbia<br />

la possibilità <strong>di</strong> salvarci dall’irrigi<strong>di</strong>mento,<br />

dalle convenzioni cui tutti an<strong>di</strong>amo<br />

incontro e farci tornare ad uno<br />

stupore incantato nei confronti <strong>del</strong>le<br />

cose. Nella musica non c’è chi vince<br />

e chi perde, ma solo tanta voglia <strong>di</strong><br />

con<strong>di</strong>videre emozioni ed esperienze;<br />

è fatta <strong>di</strong> note corrette ma soprattutto<br />

<strong>di</strong> passione, de<strong>di</strong>zione, tensione travolgente.<br />

Una questione <strong>di</strong> numeri,<br />

ma soprattutto <strong>di</strong> emozioni vissute da<br />

in<strong>di</strong>vidui, o da comunità fuse in un’unica<br />

persona, nella musica corale, in<br />

modo unico e irripetibile. La musica è<br />

una bellezza, una meravigliosa esperienza<br />

estetica che coinvolge tutto<br />

l’essere, eleva l’anima trasportandola<br />

in un mondo parallelo, forse astratto,<br />

reale solo nell’immaginazione.<br />

La bellezza <strong>del</strong>la musica sta anche<br />

nella straor<strong>di</strong>naria capacità <strong>di</strong> unire<br />

popoli con cultura, lingua, e religione<br />

<strong>di</strong>versa a collaborare insieme per<br />

un unico progetto, sentendosi accomunati<br />

dalla stessa passione . «La<br />

musica, intesa come espressione <strong>del</strong><br />

mondo, è una lingua universale al<br />

massimo grado, e la sua universalità<br />

sta all’universalità dei concetti più o<br />

meno come i concetti stanno alle singole<br />

cose » (cfr. A. SCHOPENHAUER,<br />

Il mondo come volontà e rappresentazione,<br />

I, 52, traduzione <strong>di</strong> PAOLO-<br />

SAVJ-LOPEZ, 2010).<br />

La musica <strong>di</strong>venta linguaggio <strong>di</strong> libertà,<br />

libertà creativa che non ignora<br />

le regole ma le supera in una sempre<br />

nuova e autentica espressione<br />

in<strong>di</strong>viduale. Ogni singola nota, partendo<br />

dal suono più grave a quello<br />

Oltre la Bellezza<br />

più acuto, è capace <strong>di</strong> suscitare un<br />

sentimento unico. Questa “gentile<br />

arte” (cfr. AMBROGIO BAZZERO, Lacrime<br />

e sorrisi, 1873: «La musica è<br />

l’arte gentile, la primigenia figlia <strong>del</strong><br />

cuore umano, nata col primo amore,<br />

col primo dolore».) sa riportare ogni<br />

essere umano al suo grado intimo <strong>di</strong><br />

sensibilità e spesso lo mette in contatto<br />

con la parte più fragile <strong>di</strong> sé,<br />

in un mondo che invece richiede costantemente<br />

l’immagine <strong>di</strong> un uomo<br />

vincente e feticista <strong>del</strong>le merci.<br />

Sedersi ad un pianoforte e avvertire<br />

il bisogno <strong>di</strong> far scivolare le <strong>di</strong>ta<br />

su i suoi tasti è una sensazione fortissima,<br />

è l’interiorità che si armonizza<br />

con la melo<strong>di</strong>a, bisognosa <strong>di</strong> raccontarsi,<br />

<strong>di</strong> esprimersi e <strong>di</strong> scoprirsi. Se<br />

un musicista non vive la musica realmente,<br />

se non prova una forte passione<br />

per essa, non verrà mai fuori<br />

né dallo strumento, né dalla voce. Il<br />

compositore italiano Allevi <strong>di</strong>rebbe:<br />

«Cosa voglio io dalla mia musica<br />

Che esprima se stessa usando le mie<br />

energie come quelle <strong>di</strong> un suo umile<br />

manovale».<br />

14 marzo 2012<br />

Fortuna Cappiello è nata a Scutari<br />

(Albania) nel 1991, ma cresciuta in<br />

Italia. Ha frequentato il Liceo classico<br />

<strong>di</strong> Palma Campania “A. Rosmini”.<br />

Attualmente è iscritta alla Facoltà <strong>di</strong><br />

“Scienze <strong>del</strong>l’educazione” <strong>del</strong>l’Università<br />

degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Salerno. All’età<br />

<strong>di</strong> 4 anni ha avuto il primo approccio<br />

con il pianoforte, per poi proseguire<br />

con lo stu<strong>di</strong>o <strong>del</strong> canto lirico. Attualmente<br />

è membro <strong>del</strong>l’Azione Cattolica<br />

<strong>di</strong> Lauro, paese in cui vive.<br />

marzo 2012 15

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