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QUESTO NUMERO<br />
ANTEPRIMA > L’AGENDA DEL PAESE<br />
{<br />
di Carla Cantone segretario generale Spi Cg<strong>il</strong><br />
Prima di tutto<br />
l’equità<br />
Andiamo in stampa subito<br />
dopo le dimissioni di<br />
Berlusconi. Appena <strong>il</strong> tempo di<br />
festeggiare con un brindisi un<br />
evento tanto atteso e già ci<br />
troviamo un nuovo governo<br />
presieduto dal professor Mario<br />
Monti, e un’agenda di<br />
provvedimenti da far tremare i<br />
polsi. L’esordio del nuovo<br />
premier ci ha ben<br />
impressionato soprattutto per<br />
la serietà, lo st<strong>il</strong>e pacato, la<br />
competenza e la credib<strong>il</strong>ità che<br />
ha riscosso all’estero. L’Italia<br />
recupera, grazie soprattutto al<br />
presidente Giorgio Napolitano,<br />
tutte le qualità che aveva<br />
sperperato negli ultimi anni e<br />
che sono indispensab<strong>il</strong>i per<br />
reggere la nuova era dei<br />
mercati globalizzati.<br />
Bene Monti, dunque. E bene per<br />
quei tre sostantivi evocati nel<br />
suo programma: rigore, crescita<br />
ed equità. Avremmo certo<br />
preferito che fossero disposti<br />
nel seguente ordine: crescita,<br />
equità e rigore. Ma va bene lo<br />
stesso. Purché siano declinati<br />
insieme e non in due o tre<br />
tempi. Purtroppo l’eredità che ci<br />
lascia <strong>il</strong> vecchio governo è<br />
drammatica. Ma la missione<br />
affidata a Monti (salvare<br />
l’Italia) non è impossib<strong>il</strong>e.<br />
Bisogna però ripartire i sacrifici<br />
cominciando dall’alto e non,<br />
come prima, solo dal basso.<br />
2 LIBERETÀ Dicembre 2011<br />
Le nostre proposte<br />
Fino a oggi <strong>il</strong> tema delle<br />
pensioni è stato trattato<br />
solo ed esclusivamente<br />
in termini strumentali<br />
e politici. Tutto questo ha portato<br />
alla costruzione di colossali<br />
bugie che hanno contribuito<br />
alla mistificazione della<br />
realtà e a disegnare in modo<br />
profondamente errato <strong>il</strong> sistema<br />
previdenziale italiano.<br />
Si è detto, infatti, che non fosse<br />
sostenib<strong>il</strong>e, che si va in pensione<br />
prima che in ogni altro<br />
paese e che i pensionati rubano<br />
<strong>il</strong> futuro ai giovani, alimentando<br />
un inut<strong>il</strong>e quanto<br />
ingiusto scontro generazionale<br />
che non ha davvero alcuna<br />
ragione di esistere.<br />
Nel suo discorso programmatico<br />
<strong>il</strong> presidente del Consiglio,<br />
Mario Monti, ha invece<br />
contribuito a ripristinare una<br />
verità storica che per diciassette<br />
anni è stata nascosta e occultata<br />
da chi ci ha governato.<br />
Il sistema previdenziale italiano<br />
funziona e la nostra età<br />
pensionab<strong>il</strong>e non solo è in linea<br />
con l’Unione europea ma<br />
è addirittura superiore a quella<br />
di molti paesi, come la Francia<br />
e la Germania.<br />
A queste dichiarazioni, che ci<br />
hanno positivamente colpito,<br />
<strong>il</strong> presidente del Consiglio ha<br />
poi accompagnato l’annuncio<br />
di voler intervenire per riformare<br />
le pensioni. Lo ha detto<br />
senza entrare troppo nel merito,<br />
ma delineando un metodo<br />
basato su un confronto con le<br />
parti sociali dal quale non intendiamo<br />
in nessuna misura<br />
sottrarci e al quale vogliamo<br />
portare <strong>il</strong> nostro contributo di<br />
idee e di proposte.<br />
È nostra opinione che occorra<br />
lavorare a monte del sistema<br />
pensionistico e che <strong>il</strong> primo<br />
intervento da mettere in<br />
campo debba riguardare <strong>il</strong> lavoro<br />
e la crescita perché senza<br />
una certezza retributiva non<br />
vi sarà alcuna certezza contributiva.<br />
Pensioni e lavoro vanno, quindi,<br />
di pari passo e non possono<br />
essere temi slegati se non<br />
si vuole costringere una generazione<br />
di giovani ad avere<br />
come unica prospettiva quella<br />
di una pensione da fame.<br />
Occorre, pertanto, farla finita<br />
con <strong>il</strong> continuo ricorso al lavoro<br />
nero e precario e con l’idea<br />
che i licenziamenti fac<strong>il</strong>i<br />
e senza giusta causa risolvano<br />
<strong>il</strong> problema della crescita<br />
del paese.<br />
Se si vuole quindi mettere mano<br />
ai priv<strong>il</strong>egi presenti nel nostro<br />
sistema previdenziale, si<br />
cominci con l’eliminare quelli<br />
che riguardano la classe po-<br />
(segue a pag.4)