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di Gianfranco Quadrini<br />

La sedia come metafora politica, <strong>il</strong> bidone<br />

come simbolo delle varie sostanze<br />

tossiche smaltite clandestinamente, <strong>il</strong> cuscino<br />

rosso a simboleggiare gli stoccaggi inquinanti.<br />

Sono solo interpretazioni visionarie<br />

di uno spettatore prigioniero dei pregiudizi<br />

ideologici, o la lettura arbitraria della messinscena<br />

di un attore impegnato nel teatro civ<strong>il</strong>e<br />

come Ulderico Pesce?<br />

La sua performance è un pugno allo stomaco,<br />

una narrazione tragicomica che non ut<strong>il</strong>izza<br />

perifrasi per denunciare <strong>il</strong> malaffare della<br />

società del profitto che non guarda in faccia<br />

nessuno. I suoi protagonisti sono dei malavitosi<br />

che ingrassano se stessi ai danni della<br />

collettività. Asso di monnezza è una kermesse<br />

urticante che affonda <strong>il</strong> bisturi nelle piaghe<br />

purulente del belpaese, una sorta di rassegna<br />

stampa dove vengono enumerati (con<br />

nomi e cognomi) i responsab<strong>il</strong>i dei misfatti<br />

ambientali che ci stanno uccidendo. Si tratta<br />

di sostanze altamente tossiche occultate nelle<br />

discariche abusive disseminate ovunque.<br />

Questo spettacolo di Ulderico Pesce è un colpo<br />

basso sotto la cintura per quanti ignorano<br />

(o fanno finta di ignorare) le brutture di una<br />

società mercant<strong>il</strong>e cinica e autolesionista che<br />

rischia l’implosione perché ha smarrito <strong>il</strong> buon<br />

senso. Le aggressioni ambientali per fare profitto<br />

sono un viatico senza ritorno… Un crinale<br />

pericoloso che fa scivolare l’uomo sempre<br />

più in basso fino a precipitarlo sull’ulti-<br />

mo gradino dell’abiezione.<br />

Pesce è un testimone<br />

(scomodo) del nostro<br />

tempo che detesta l’ipocrisia,<br />

un teatrante coraggioso<br />

che guarda la<br />

realtà per quello che è.<br />

Non una cassandra ma<br />

un lucido osservatore<br />

che prevede quanto accadrà<br />

(o sta già accadendo?)<br />

a noi tutti, preda<br />

di un’infernale macchina<br />

tritatutto che non<br />

lascia scampo. Il suo<br />

teatro civ<strong>il</strong>e è un mon<strong>il</strong>e,<br />

un diamante cui si<br />

perdonano anche le pun-<br />

A TEATRO > LA SERA DELLA PRIMA<br />

Ulderico Pesce<br />

Asso di monnezza<br />

La scena disadorna fa da location a un crimine senza testimoni consumato ai danni dell’ambiente:<br />

una sedia, un fusto metallico, un cuscino rosso. Tre elementi paradigmatici delle tante violenze<br />

perpetrate impunemente contro <strong>il</strong> nostro pianeta tra l’indifferenza (connivente) dei governanti<br />

Una storia<br />

nata a<br />

Pianura<br />

La pièce racconta la storia<br />

di Marietta e della sua<br />

famiglia. Marietta è nata<br />

nella periferia di Napoli, a<br />

Pianura. Il balcone della<br />

sua casa si affaccia su una<br />

discarica di “monnezza”<br />

dove da quarant’anni sono<br />

sversate tonnellate di rifiuti,<br />

tra i quali m<strong>il</strong>le tonnellate<br />

di liquidi chimici<br />

pericolosissimi provenienti<br />

dall’Acna di Cengio.<br />

te perché è troppo costoso smussarle. Il suo<br />

canovaccio drammatico (a tratti si ride amaramente)<br />

fa le pulci a tutti: politici, industriali<br />

senza scrupoli, pennivendoli.<br />

Il comune denominatore di questa pièce è <strong>il</strong><br />

malaffare, un re Mida capace di metamorfosi<br />

criminogene perpetrate scientemente ai danni<br />

dell’intera comunità umana, bambini inclusi.<br />

Ulderico Pesce è un attore che sfida l’omertà,<br />

male oscuro che miete vittime innocenti;<br />

come fosse una malattia neoplastica che<br />

ha devastato nel profondo <strong>il</strong> tessuto connettivo<br />

di un paese. Il nostro.<br />

LIBERETÀ Dicembre 2011 85

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