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Nell'ambito del progetto di ricerca dal titolo “Studio di attività ...

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Capitolo 2 Rigenerazione <strong>del</strong> muscolo scheletrico<br />

Recentemente è stato <strong>di</strong>mostrato che le cellule satellite hanno anche alti livelli <strong>di</strong><br />

sfingomielina nelle loro membrane plasmatiche e questo sfingolipide può essere<br />

in<strong>di</strong>viduato utilizzando la proteina lisenina (Nagata et al., 2006a). Altri marcatori<br />

riportati in letteratura includono la caveolina-1 (Volonte et al., 2005), i proteoglicani <strong>di</strong><br />

superficie sindecano 3 e 4 (Cornelison et al., 2001), FoxK1 (Garry et al., 1997), Sox8<br />

(Schmidt et al., 2003), Sox15 (Lee et al., 2004), un transgene <strong>del</strong>la nestina (Day et<br />

al., 2007) e l‟anticorpo SM/C2.6 (Fukada et al., 2004). I marcatori molecolari che<br />

riconoscono antigeni sulla superficie cellulare o mo<strong>di</strong>fiche genetiche derivanti <strong>dal</strong>la<br />

produzione <strong>di</strong> proteine fluorescenti, sono particolarmente utili poiché consentono la<br />

purificazione <strong>del</strong>le cellule satellite utilizzando tecniche <strong>di</strong> selezione basate sulla<br />

fluorescenza. Questo tipo <strong>di</strong> tecnica è stato utilizzato con successo nei topi<br />

Pax3eGFP/ + in cui il locus <strong>di</strong> Pax3 è stato marcato con eGFP (Montarras et al., 2005)<br />

e nei topi transgenici per la nestina (Day et al., 2007).<br />

Alcuni <strong>di</strong> questi anticorpi possono essere utilizzati per identificare le cellule<br />

satellite in altre specie, per esempio Pax7 nel pollo (Halevy et al., 2004), salamandra<br />

(Morrison et al., 2006) e Xenopus (Chen et al., 2006), mentre sia Pax7 (Reimann et<br />

al., 2004) che la N-caderina sono utilizzabili nell‟uomo (Illa et al., 1992; Dreyer et al.,<br />

2006).<br />

È importante notare che mentre questi marcatori sono efficaci per l‟identificazione<br />

<strong>del</strong>le cellule satellite su miofibre isolate, molti <strong>di</strong> essi non sono specifici <strong>del</strong>le cellule<br />

satellite (CD34, lisenina e sindecano 3 e 4). Per l‟identificazione <strong>del</strong>le cellule satellite<br />

su sezioni <strong>di</strong> tessuto, i più utilizzati sono probabilmente Pax7, la M-caderina e dove<br />

possibile, Myf5/β-gal.<br />

2.3.3 Eterogeneità <strong>del</strong>le cellule satellite<br />

Il transgene 3F-nLacZ-E è composto <strong>di</strong> una regione regolatoria <strong>del</strong> locus <strong>del</strong> gene<br />

<strong>del</strong>le catene leggere <strong>del</strong>la miosina 1/3F (Kelly et al., 1995) i cui prodotti proteici sono<br />

componenti integrali <strong>del</strong>l‟apparato contrattile <strong>del</strong>le miofibre veloci. Poiché questo<br />

transgene marca tutti i mionuclei nelle fibre veloci, quei nuclei che si trovano sotto la<br />

lamina basale e che non sono marcati <strong>dal</strong>la β-galattosidasi sono cellule satellite. Ciò<br />

consente un‟identificazione certa <strong>del</strong>la popolazione totale <strong>di</strong> cellule satellite su una<br />

miofibra, <strong>di</strong> là <strong>del</strong>l‟espressione antigenica (Beauchamp et al., 2000). Me<strong>di</strong>ante<br />

l‟utilizzo <strong>di</strong> questo transgene, insieme con quello <strong>di</strong> topi CD34 e Myf5nLacZ/ + , è stato<br />

<strong>di</strong>mostrato che alcuni marcatori molecolari non identificano tutte le cellule satellite<br />

quiescenti, suggerendo una certa eterogeneità all‟interno <strong>del</strong>la popolazione <strong>di</strong> riserva<br />

nel muscolo <strong>di</strong> topi adulti giovani (Beauchamp et al., 2000).<br />

Ancor più recentemente, è stato mostrato che una piccola percentuale <strong>di</strong> cellule<br />

satellite identificate me<strong>di</strong>ante utilizzo <strong>di</strong> Pax7, non contiene la proteina <strong>di</strong> fusione<br />

Myf5/β-gal (Day et al., 2007). L‟eterogeneità <strong>del</strong>le cellule satellite è stata mostrata più<br />

chiaramente nei topi mutanti Pax3eGFP/ + . Essa si manifesta non solo tra muscoli<br />

<strong>di</strong>fferenti, ma anche all‟interno <strong>di</strong> uno stesso muscolo. Per esempio, nella<br />

muscolatura degli arti inferiori, solo il muscolo Gracilus contiene un numero<br />

significativo <strong>di</strong> cellule satellite che esprimono eGFP mentre al contrario, molti muscoli<br />

degli arti superiori contengono un gran numero <strong>di</strong> cellule satellite eGFP-positive<br />

(Montarras et al., 2005; Relaix et al., 2006). Anche all‟interno <strong>di</strong> uno stesso muscolo<br />

l‟espressione <strong>di</strong> eGFP non è uniforme. Nel <strong>di</strong>aframma ad esempio, mentre la<br />

stragrande maggioranza <strong>di</strong> cellule eGFP-positive esprime anche Pax7, altre cellule<br />

satellite esprimono solo Pax7 o solo eGFP (Relaix et al., 2006). Questa eterogeneità<br />

non sembra essere correlata né allo sviluppo <strong>del</strong> muscolo né alla composizione in<br />

tipo <strong>di</strong> fibra che lo caratterizza. Quando trapiantate, queste cellule mantengono<br />

l‟espressione <strong>di</strong> eGFP nel muscolo <strong>del</strong>l‟ospite che normalmente, non contiene questo<br />

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