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Infanzia e AIDS - Unicef

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vita dura<br />

per le<br />

farmaceutiche<br />

nazionali<br />

24<br />

poche<br />

risorse,<br />

molto<br />

ingegno<br />

Farmaci anti-<strong>AIDS</strong>: la questione vista da Sud<br />

Sin dagli anni Cinquanta molti paesi in via di sviluppo hanno<br />

tentato di avviare industrie farmaceutiche locali. La questione<br />

è meno semplice di quanto possa sembrare: senza una storia industriale<br />

alle spalle, con strutture di ricerca e investimenti ridotti all’osso,<br />

e con un mercato interno limitato alla frazione della popolazione<br />

in grado di pagare i farmaci, la vita per le farmaceutiche nazionali è<br />

assai dura. Inoltre, i dettami del WTO (sottoscritti anche da un centinaio<br />

di paesi a basso reddito) rendono fuorilegge le misure protezionistiche<br />

abitualmente introdotte dai governi per favorire la nascita<br />

e il primo sviluppo di settori industriali ancora incapaci di reggere<br />

la concorrenza internazionale16. La capacità di sviluppare un farmaco originale contro l’HIV/<strong>AIDS</strong><br />

è strettamente connessa al volume di investimenti attivabili sulla ricerca<br />

di laboratorio. E anche se non vi è chiarezza sull’entità delle<br />

somme da investire17, si tratta in ogni caso di spese che quasi nessuno<br />

Stato del Terzo Mondo può permettersi.<br />

Più che produrre farmaci innovativi, alcuni paesi a basso e medio<br />

reddito si sono quindi specializzati nella cosiddetta ingegneria in senso<br />

inverso, riproducendo farmaci sotto brevetto con processi di produzione<br />

differenti per evitare di pagare i diritti di proprietà (royalties)<br />

gravanti su di essi. Questi farmaci prendono il nome improprio di generici,<br />

ma per le case farmaceutiche essi non sono altro che copie pirata.<br />

Sta di fatto che Cipla, una casa farmaceutica di Mumbai (già Bom-<br />

16 È interessante rilevare che nei paesi industrializzati l’industria farmaceutica nazionale, al<br />

pari di altri settori strategici (chimica, metalmeccanica, industria agroalimentare, ecc.) è<br />

tradizionalmente cresciuta all’ombra del protezionismo, e che quest’ultimo è tuttora la sola<br />

garanzia di sopravvivenza dell’agricoltura comunitaria europea.<br />

17 L’IFPMA (International Federation of Pharmaceutical Manufacturers’ Association) afferma che<br />

il costo medio per la ricerca e lo sviluppo di ciascun farmaco ARV è di 500 milioni di dollari.<br />

Medici Senza Frontiere (MSF) contesta queste stime e valuta che un investimento da<br />

6 a 4 volte inferiore sia sufficiente. La disputa ha a che vedere con i prezzi finali dei farmaci,<br />

che devono assorbire al loro interno le spese per la ricerca.<br />

I NFANZIA E <strong>AIDS</strong><br />

Il caso più eclatante in tema di antiretrovirali “generici” riguarda la Cipla,<br />

un’azienda farmaceutica attiva dal 1935 in India. Grazie a una legge promossa<br />

ai tempi di Indira Gandhi, la Cipla produce e vende a basso costo centinaia<br />

di farmaci, parte dei quali sono generici con il nome contraffatto18. Pirati<br />

o benefattori?<br />

Ma la specialità<br />

di Cipla sono i salva-vita contro cancro e <strong>AIDS</strong>, che vengono esportati<br />

in numerosi altri paesi del Sud del mondo, dal Brasile alla Nigeria, dal Sudafrica<br />

alla Thailandia. La terapia HAART contro l’HIV/<strong>AIDS</strong>, prezzo di mercato<br />

tra i 10 e i 15.000 dollari, qui ne costa appena 350, ossia meno di un dollaro<br />

al giorno. E Yusuf Hamied, figlio del fondatore dell’azienda e suo attuale<br />

leader, promette di poter ancora scendere di prezzo verso quota 200.<br />

Inutile dire che i giudizi su Cipla sono assai differenziati a seconda dei<br />

punti di vista. Secondo “Big Pharma”, Cipla sta semplicemente occupando<br />

quote di mercato praticando concorrenza sleale (pirateria e dumping sui<br />

prezzi), mentre altri considerano Hamied un benefattore dell’umanità. E<br />

anche se le multinazionali del farmaco hanno sprezzantemente rifiutato l’offerta<br />

da parte di Cipla di un rimborso forfettario pari al 5% dei profitti sui<br />

medicinali “clonati”, alcune di esse hanno già accettato la sfida al ribasso:<br />

GlaxoSmithKline e Merck & Co., due giganti del settore, hanno subito risposto<br />

riducendo i prezzi di vendita del trattamento HAART a 600 dollari l’anno,<br />

fornendo indirettamente la prova più clamorosa dell’arbitrarietà dei prezzi<br />

finora imposti ai farmaci ARV nel Terzo Mondo.<br />

Probabilmente nel 2005, data entro la quale la permissiva legge indiana<br />

sui farmaci generici dovrà adeguarsi agli accordi WTO, Cipla non avrà vita<br />

facile su questo versante. Nel frattempo, l’Organizzazione Mondiale della<br />

Sanità, l’UNICEF e UN<strong>AIDS</strong> hanno incluso Cipla tra i propri fornitori di farmaci<br />

per i programmi di lotta all’<strong>AIDS</strong>.<br />

18 Ad esempio, il Prozac diventa “Nuzac”, il Viagra “Erecto”, l’Efavirenz “Effivarenz” e così via.<br />

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