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Infanzia e AIDS - Unicef

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la scuola<br />

come<br />

potenziale<br />

“luogo a<br />

rischio”<br />

44<br />

sico e nel morale, hanno difficoltà a dedicarsi alla loro professione, e<br />

quando si ritirano o muoiono il loro posto è preso da docenti molto<br />

più giovani e inesperti.<br />

Infine, per i ragazzi più grandi la scuola può diventare, in assenza<br />

di programmi di educazione sessuale e sanitaria, un vero e proprio<br />

“luogo a rischio”. Ne è testimonianza la sorprendente notizia che un<br />

terzo dei giovani sieropositivi del Sudafrica ha contratto il virus in<br />

ambiente scolastico.<br />

b) Conseguenze sulla salute infantile<br />

Con la freddezza propria delle cifre, gli esperti di statistica medica<br />

ci informano che esiste una correlazione abbastanza precisa tra<br />

diffusione dell’HIV/<strong>AIDS</strong> fra gli adulti e mortalità infantile 32: questo<br />

dato non è dovuto alla sola trasmissione verticale del virus (cfr. pag.<br />

35), ma a una serie di conseguenze indirette che incidono sulle fragili<br />

e carenti strutture sanitarie dei paesi del Terzo Mondo.<br />

L’epidemia esercita una terribile pressione su ospedali e ambulatori,<br />

assorbendo quote crescenti della spesa sanitaria nazionale. In<br />

Sudafrica, già nel 1997 metà dei letti nei reparti pediatrici era occupata<br />

da bambini malati di <strong>AIDS</strong> (fra gli adulti la percentuale è ovviamente<br />

ancora più alta: già nel 1995 il 70% dei posti-letto dell’ospedale<br />

Prince Regent di Bujumbura, capitale del Burundi, era occupato<br />

da pazienti con <strong>AIDS</strong>). Allo stesso tempo, l’aumento della mortalità<br />

fra gli adulti tende a ridurre il numero di medici, infermieri e<br />

operatori sanitari che possono prendersi cura dei bambini malati 33. A<br />

farne le spese sono soprattutto le strutture sanitarie periferiche, come<br />

32 I risultati di un’indagine condotta su 40 paesi in via di sviluppo dicono che l’aumento<br />

dell’1% della prevalenza di HIV/<strong>AIDS</strong> nella popolazione adulta si traduce in un peggioramento<br />

dell’1,9 per mille della mortalità infantile. Cfr. Giovanni Andrea Cornia, Mahesh<br />

Patel e Fabio Zagonari, The Impact of HIV/<strong>AIDS</strong> on the Health System and Child Health, riportato<br />

in G.A. Cornia, op. cit., cap. XIII.<br />

33 In alcuni paesi dell’Africa meridionale, un operatore sanitario su quattro è sieropositivo:<br />

occorre sottolineare ancora una volta che i lavoratori con mobilità e status sociale superiore<br />

(e i medici sono fra questi) sono particolarmente esposti al contatto con il virus.<br />

il peso<br />

dell’<strong>AIDS</strong><br />

sulla sanità<br />

I NFANZIA E <strong>AIDS</strong><br />

gli ambulatori in aree rurali, che scontano una minore centralità nell’attenzione<br />

degli amministratori pubblici rispetto agli ospedali cittadini,<br />

ma che servono la maggioranza degli utenti in quasi tutti i paesi<br />

dell’Africa e dell’Asia.<br />

Questo effetto di sovraccarico può essere controbilanciato soltanto<br />

da una deliberata scelta politica di investire somme ancora maggiori<br />

nel settore sanitario. Quando - ed è purtroppo la regola - ciò non<br />

accade, la spesa sanitaria per curare i pazienti con <strong>AIDS</strong> cresce a scapito<br />

degli interventi in altri settori e si assiste a un aumento dell’incidenza<br />

delle tipiche cause che possono prevenirsi di mortalità infantile<br />

(affezioni respiratorie, dissenteria e altre malattie veicolate dall’acqua).<br />

Gli analisti parlano a questo proposito di un “arretramento”<br />

dello stato sanitario generale, perché l’effetto è pari a quello che si<br />

avrebbe se anni di progresso sul fronte della prevenzione e dell’educazione<br />

sanitaria venissero ripercorsi all’indietro nel tempo. Un effetto<br />

macroscopico è dato dal livello complessivo della copertura vaccinale<br />

nell’Africa subsahariana 34.<br />

Per le singole famiglie, tuttavia, l’aumento della mortalità infantile<br />

trova spiegazioni ancora più semplici nel tracollo del reddito domestico<br />

che segue la malattia o la morte di un membro economicamente<br />

attivo. Quando un nucleo familiare si ritrova privo del 30-40%<br />

del reddito 35, l’assistenza sanitaria per i bambini entra in diretta competizione<br />

con la spesa per la pura sussistenza, e al di sotto di una determinata<br />

soglia di povertà compaiono i caratteristici effetti della malnutrizione<br />

infantile.<br />

34 Cresciuta dal 20% del 1980 al 50% del 1990, la percentuale di bambini regolarmente<br />

immunizzata grazie alle campagne di vaccinazione è rimasta stagnante o è lievemente discesa<br />

nel corso degli anni Novanta: l’HIV/<strong>AIDS</strong> ha avuto sicuramente un ruolo in questo trend<br />

negativo, di cui però sono responsabili anche il proliferare dei conflitti armati, le ricorrenti<br />

siccità e inondazioni e la stagnazione degli aiuti internazionali allo sviluppo.<br />

35 Cfr. lo studio di G.A. Cornia e F. Zagonari HIV/<strong>AIDS</strong> Impact on the Rural and Urban Economy<br />

riportato in G.A. Cornia, op. cit., cap. X, che mette a confronto gli effetti della morte<br />

del capofamiglia sul reddito familiare in 13 paesi africani o asiatici.<br />

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