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Norma Martelli<br />

la gioia di vivere<br />

il teatro<br />

Ennio Drovandi<br />

al Teatro<br />

Testaccio<br />

Cast in Bronze<br />

Roma e<br />

Caravaggio


2<br />

Editoriale:<br />

Il miracolo di Natale.................................3<br />

L’intervista:<br />

Norma Martelli.......................................4-5<br />

Ennio Drovandi.........................................7<br />

Curriculum vitae:<br />

Maria Teresa Di Bari.................................8<br />

Procuste ed altri galantuomini...........11<br />

Roma che se n’è andata:<br />

Roma e Caravaggio............................12-13<br />

Cinema News:<br />

Crime d’amour........................................14<br />

Pari Opportunità.................................15<br />

Suonare Suonare:<br />

Cast in Bronze...................................16-17<br />

Ecologia e ambiente:<br />

Acqua un bene da tutelare......................18<br />

Il Cerchio Invisibile stupisce<br />

Castrocaro...........................................19<br />

L’ortesi plantare .................................21<br />

Presentazione ufficiale del libro:<br />

“Il Bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo.............................<br />

.........................22<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

I<br />

l Santo Natale, ormai imminente, è la festa che<br />

accomuna, sia pure per motivi diversi, credenti e non<br />

credenti, ma che per i cristiani ricorda l’evento più<br />

importante di tutti i tempi, quello dell’umile ed amoroso<br />

accostarsi della divinità all’umanità, per darle la possibilità<br />

di una vita più serena e soprattutto dell’eterna felicità.<br />

Alla direzione e redazione ed anche a tutti i collaboratori, lettori ed amici di<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>, il saluto e soprattutto l’augurio natalizio più cordiale di<br />

ogni bene da parte mia, e desidero estenderlo alle famiglie di ciascuno, con<br />

l’assicurazione del ricordo nella preghiera, per la serenità e la salute fisica e spirituale di tutti.<br />

SOMMARIO<br />

Le guide di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>:<br />

Sant’Agata Feltria...................................24<br />

Come eravamo:<br />

Natale, Natale, un altro Natale.................25<br />

Una “Fabrica” di ricordi:<br />

La neve di Natale....................................26<br />

Ass. Artistica IVNA:<br />

Katia Aiello........................................28-29<br />

Un Pugnalone alle<br />

Canarie.................................................30<br />

Del Concepimento e della Vita...........32<br />

La Cassa di Risparmio di Civita<br />

Castellana ..........................................33<br />

Civitonici Illustri:<br />

L’Abate Ludovico Soderini........................34<br />

Il mondo del Jazz:<br />

George Vitelle-Papa Jack Laine................36<br />

L’angolo Bon Ton<br />

Una visita di Babbo Natale......................37<br />

Epicondilite..........................................38<br />

La storia della previdenza sociale in<br />

Italia ...................................................39<br />

Nuovo successo per il giovane Maestro<br />

Romano Rossi, Vescovo di Civita Castellana<br />

Enrico Mazzoni....................................40<br />

Piazza<br />

Marcantoni..........................................41<br />

Ancora un saluto a Don Mario............42<br />

Il Fumetto:<br />

Rapaci....................................................43<br />

Nel cuore.............................................44<br />

Le storie di Max:<br />

Fiorella Mannoia.....................................45<br />

Un’auto tutta nuova per l’ATAMO......46<br />

Oroscopo..............................................47<br />

Agenda ................................................48<br />

Da Fabrica di Roma con amore .........49<br />

Messaggi.........................................51-51<br />

I nostri amici ......................................52<br />

Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59<br />

Annunci gratuiti ............................60-61<br />

Selezione Offerte Immobiliari.......63-64<br />

Foto di copertina concessa da<br />

Madonna del Botticelli


di Sandro Anselmi<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 3<br />

Il miracolo di Natale<br />

E<br />

di nuovo Natale.<br />

Tra qualche giorno saluteremo anche l’anno che è passato, l’ultimo<br />

del primo decennio del terzo millennio, per entrare in quello che<br />

verrà, e con l’avvento delle Sante Festività voglio dimenticare le troppe<br />

cose che non vanno e parlarvi solo d’amore!<br />

Se provassi, infatti, ad elencare i tanti e tanti problemi che affliggono il<br />

nostro vivere, non basterebbero tutte le pagine di questa rivista, ma siccome<br />

è raro, invece, che si parli oramai di sentimenti, questa è l’occasione<br />

migliore per farlo.<br />

La gioia pura delle feste più lunghe dell’anno è commovente, meravigliosa<br />

e regala sogni…<br />

Sogni che diverrebbero miracoli se immaginassimo che nella Notte Santa<br />

tutti i bambini spariti nel nulla bussassero alla porta di casa per riabbracciare le loro mamme<br />

ed i loro papà; che i soldati sparsi nelle guerre di tutto il mondo, tornassero alle loro famiglie;<br />

che tutti gli ammalati guarissero; che i disoccupati trovassero lavoro; che i disperati<br />

ritrovassero la pace perduta; che i dubbiosi e gli incerti ritrovassero la chiarezza e la fede…<br />

Lo so, è un sogno, ma il miracolo è proprio qui! E’ sognare ancora, almeno per una notte,<br />

quella che vorremmo infinita, la Notte di Natale!<br />

Ringrazio adesso tutti i collaboratori, gli sponsor, gli abbonati, gli internauti, i lettori, che con<br />

costanza e fedeltà seguono <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>.<br />

Con l’Accademia Internazionale d’Italia abbiamo premiato l’arte con i Premi Stampa alla<br />

rassegna teatrale del Palarte di Fabrica di Roma; al XX Festival della Canzone Romana; al<br />

Minifestival Città di Viterbo.<br />

Premiato la cultura con il Premio Stampa al Premio Letterario Nazionale Roncio D’Oro;<br />

l’edizione del primo libro della collana Philosophica del Prof. Massimo Marsicola: Il Bullismo.<br />

Come riconoscerlo e combatterlo.<br />

Promosso la solidarietà con l’organizzazione di una festa carnevalesca per i ragazzi<br />

“speciali” presso la sala F. Cicuti di Civita Castellana; realizzato un calendario dell’anno 2011<br />

che vede protagonisti i ragazzi “speciali” del Centro Socio Educativo Rosa Merlini Frezza di<br />

Civita Castellana.<br />

Testimoniato il sociale con l’assegnazione del Primo Premio Cuoricino d’Oro, al ragazzo<br />

che, per meriti, si era distino nell’anno 2009.<br />

Auguro di cuore a tutti, ma proprio a tutti, Buone Feste<br />

e che l’anno nuovo, porti solo tante cose buone.


4<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

A Corchiano per La notte Santa<br />

Norma Martelli,<br />

la gioia di vivere il<br />

La moglie del Maestro Nicola Piovani, da attrice<br />

Si dice che dietro un grande uomo ci sia<br />

sempre una grande donna. E Norma<br />

Martelli, moglie del maestro Nicola<br />

Piovani, lo è. Io ed un gruppo di giovani,<br />

tutt’altro che attori, abbiamo avuto il<br />

grande onore, il privilegio ed il piacere<br />

di lavorare con lei e non potevo certo<br />

farmi sfuggire l’occasione di intervistarla.<br />

Ci siamo conosciute a metà Ottobre,<br />

quando sono stata contatta per mettere<br />

in piedi un piccolo spettacolo natalizio<br />

ideato sulla falsa riga del noto presepe<br />

vivente di Corchiano, che da quarantuno<br />

anni caratterizza il paese in questo<br />

particolare periodo dell’anno.<br />

Cara Norma, partiamo da una mia<br />

curiosità. Di dove sei originaria?<br />

Sono nata e vissuta a Firenze, fino a che<br />

non ho deciso di fare il teatro. Anche se in<br />

realtà avevo iniziato a farlo già a scuola,<br />

dalle suore. Mi assegnavano sempre il<br />

ruolo della strega o del diavoletto, nelle<br />

Sacre rappresentazioni, mentre io volevo<br />

fare l’angelo. Poi mi sono trasferita a<br />

Roma, ma sono sempre molto legata alla<br />

mia città. Tant’è che il mio primo figlio ho<br />

voluto chiamarlo Duccio, un nome tipicamente<br />

toscano.<br />

Ecco, poi ti sei trasferita a Roma e<br />

come è iniziata la tua carriera da<br />

attrice?<br />

Non c’è stato proprio un momento in cui<br />

ho detto “vado e mi trasferisco a Roma”, è<br />

venuto naturale, anche perché, in realtà,<br />

quando l’ho fatto, avevo già cominciato a<br />

lavorare al Teatro Stabile di Firenze. Ho<br />

sempre avuto una grande passione per la<br />

recitazione, perché anche mio padre faceva<br />

l’attore in piccole compagnie filodrammatiche.<br />

Il ricordo di lui risale a quando<br />

avevo cinque o sei anni, dopodiché l’ho<br />

dimenticato e mi è riaffiorato alla mente a<br />

diciassette anni, quando ho sentito di voler<br />

Buone Feste<br />

Ermelinda Benedetti e Norma Martelli durante l’intervista<br />

provare anch’io ad intraprendere questa<br />

strada. Misi su una piccola compagnia ed il<br />

primo spettacolo che facemmo fu “Il diario<br />

di Anna Frank”.<br />

La tua famiglia è stata contenta della<br />

tua scelta?<br />

I miei non mi hanno mai osteggiata, mi<br />

hanno lasciata libera di scegliere. Sono<br />

stata fortunata, anche se la loro aspirazione,<br />

credo, fosse quella di vedermi lavorare<br />

in banca, dopo il diploma di ragioniera.<br />

Sono la seconda di tre figli e l’unica ad<br />

aver intrapreso la carriera artistica.<br />

Tu hai lavorato molto in teatro, ma<br />

anche al cinema ed in tv.<br />

I primi anni ho fatto solo teatro, poi, come<br />

spesso capita, ho avuto delle belle esperienze<br />

anche in cinema. Mi è capitata la<br />

fortuna di essere stata scelta per recitare<br />

in un film bellissimo, “La notte di San<br />

Lorenzo” dei fratelli Taviani; poi ho incontrato<br />

Comencini col quale ho fatto in tv “La<br />

storia” di Elsa Morante; ed ancora “Stanno<br />

tutti bene” di Tornatore, del quale, tra l’altro,<br />

ho saputo hanno fatto il remake con<br />

De Niro al posto di Mastroianni e voglio<br />

andarlo a vedere, perchè sono curiosa<br />

di sapere quale attrice hanno messo al<br />

mio posto. Ho avuto degli anni molto<br />

intensi di lavoro, poi l’incontro con<br />

Nicola mi ha cambiato la vita e ne<br />

sono felicissima, perché ho assaporato<br />

la bellezza di fare il teatro quand’ero<br />

ragazza, e successivamente la bellezza<br />

di metter su una famiglia. Con la nascita<br />

del primo figlio, che comunque ho<br />

avuto tardi, a trentasette anni, e poco<br />

dopo del secondo, Rocco, infatti, ho<br />

deciso di dedicarmi alla famiglia.<br />

Ma come è cambiata, dunque,<br />

anche dal punto di vista lavorativo,<br />

la tua vita?<br />

Prima ero sempre in giro: da ottobre a<br />

maggio con la tournèe, poi facevamo<br />

l’estiva, poi i vari lavori al cinema e tv.<br />

Anche dopo, però, ho sempre continuato a<br />

lavorare, perché con Nicola abbiamo<br />

messo insieme una bella compagnia teatrale,<br />

che, anche se ha fatto cose prettamente<br />

musicali, la mia partecipazione c’è<br />

sempre stata o in palcoscenico, come voce<br />

narrante, o nell’organizzazione, o come<br />

regia, sebbene chiamarla proprio così mi<br />

sembra un po’ esagerato. Ma questo mi<br />

piace tantissimo.<br />

Quindi ami di più fare l’attrice o la<br />

regista?<br />

Fare la regista. Mi viene brutto dire così<br />

perché non mi sento una regista, però<br />

sicuramente in questo momento della mia<br />

vita non mi piace stare in palcoscenico. Mi<br />

piace tanto, invece, partecipare alla creazione<br />

dello spettacolo. Ormai far l’attrice<br />

mi mette un po’ di ansia, stare dall’altra<br />

parte no. Mi piace seguire gli attori. Ho<br />

scritto un monologo con una attrice giovanissima,<br />

appena uscita dall’Accademia, ed<br />

insieme siamo riuscite proprio a costruire il<br />

sentimento del personaggio. Lì ho capito<br />

che questa era la cosa che volevo fare ed<br />

ho avuto la stessa esperienza con un’attri-


ce di grande spessore, Angela Pagano, che<br />

certo non aveva bisogno delle mie indicazioni<br />

tecniche, ma abbiamo realizzato uno<br />

spettacolo bellissimo che spero di poter<br />

portare anche a Corchiano, visto che,<br />

oltretutto, è nato qua.<br />

Come è partita, invece, l’idea di questo<br />

spettacolo, “La notte Santa”?<br />

Da Quinto (Prosperi), il presidente della<br />

Pro loco. Quest’estate, insieme a Roberta<br />

(Silveri), mi è venuto a trovare dicendomi<br />

che sarebbe stato bello poter fare una rappresentazione<br />

del presepe per le persone<br />

anziane, disabili, che non possono attraversare<br />

la tagliata per raggiungere il vero<br />

luogo del presepe vivente, benché stupendo.<br />

Ho detto subito di sì, ma, certo, non<br />

sapevo se a Corchiano ci fosse “materiale<br />

umano” con il quale poter lavorare, anche<br />

se so che ci sono tanti giovani impegnati<br />

nel campo artistico. Poi ho trovato questo<br />

gruppo meraviglioso, che mi piacerebbe<br />

non lasciare più.<br />

Ma come è stato lavorare con noi che<br />

il mestiere dell’attore non lo conosciamo<br />

affatto?<br />

Bellissimo. Anche i miei amici, che sono<br />

venuti a vedere lo spettacolo in questi<br />

giorni, me lo hanno chiesto. Ho capito che<br />

mi piace tanto perché non siete né attori<br />

né aspiranti attori, quindi c’è una genuinità<br />

che è difficile trovare. Non avete vizi, né<br />

quelle ansie che loro si portano dietro.<br />

Quando si comincia un lavoro bisognerebbe<br />

dimenticarsi di tutto il bagaglio acquisito<br />

fino a quel momento, ricominciare da<br />

zero, come se non si fosse fatto mai nulla.<br />

Gli attori professionisti, spesso, invece, si<br />

trincerano dietro cose che già sanno. Poi<br />

ho scoperto tante cose, ad esempio che<br />

chi non fa l’attore, e quindi non conosce le<br />

tecniche specifiche che vanno studiate ed<br />

affinate, ha molta più facilità a parlare in<br />

coro o in versi, che hanno già una propria<br />

musicalità, tipico della<br />

nostra tradizione orale.<br />

Questo è un lavoro che<br />

mi piacerebbe approfondire.<br />

Tra tutti i personaggi<br />

che hai interpretato<br />

al teatro, ce n’è<br />

uno al quale sei particolarmentelegata?<br />

Be’, sì. E’ il personaggio<br />

di Pandora, del primo grosso spettacolo<br />

che abbiamo fatto con la “Compagnia<br />

della Luna”, scritto da Cerami. Si raccontava<br />

la storia del secolo scorso ed io interpretavo<br />

la moglie di un uomo che si chiama<br />

appunto Novecento, impersonato da<br />

Lello Arena. E’ stata un’esperienza bellissima,<br />

anche perché era la prima volta che<br />

lavoravo con un’orchestra vera alle spalle.<br />

C’è invece un ruolo che avresti voluto<br />

ricoprire , ma che non ti è mai capitato?<br />

No, a dir la verità no. Però, forse mi sarebbe<br />

piaciuto affrontare bene Pirandello. Ci<br />

sono alcuni suoi personaggi che mi sareb-<br />

Maria, l’assistente, e Norma Martelli<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Dall’alto, prima fila da sx: Daniele Santini, Quinto Prosperi, Andrea Giulianelli, Massimo<br />

Benedetti. Seconda fila da sx: Simone Benedetti, Giustino Roca, Norma Martelli, Roberta Silveri.<br />

Terza fila da sx:la piccola Chiara Cenciarelli, Francesca Piergentili, Ileana Ridolfi, Daniela<br />

Crescenzi, Maria, Renata Nenci.Quarta fila da sx: Laura Testa, Marianna Prosperi, Elisa Ridolfi,<br />

il Maestro Nicola Piovani, Alessandro Pirri, Ermelinda Benedetti, Massimo Pacelli.<br />

be piaciuto interpretare e credo anche che<br />

ci sarei riuscita bene, perché sarebbero<br />

stati consoni al mio modo di essere attrice.<br />

Ora, se dovessi lavorare ad un nuovo spettacolo,<br />

mi piacerebbe molto affrontare<br />

autori contemporanei.<br />

Prima accennavi al tuo incontro con<br />

Nicola, che ti ha cambiato la vita. Ma<br />

che significa essere la moglie del<br />

Maestro Piovani?<br />

Con Nicola ci siamo conosciuti in teatro.<br />

Curava le musiche di uno spettacolo, nel<br />

quale io mi trovavo a recitare. Quindi il<br />

teatro e la musica ci uniscono molto.<br />

Vivere vicino a Nicola è bellissimo perché,<br />

avendo entrambi queste passioni, siamo in<br />

sintonia, a parte i problemini tra marito e<br />

moglie (dice sorridendo,<br />

sottovoce). Poi lui mi<br />

segue, hai visto, viene<br />

alle prove, mi dà consigli.<br />

Sono trentuno anni che<br />

stiamo insieme.<br />

In cosa sei impegnata<br />

in questo momento?<br />

Ora sto lavorando ad un<br />

progetto del tutto nuovo<br />

per me. Mi hanno chiesto<br />

di curare la regia di un<br />

balletto per bambini. Debutteremo a<br />

Febbraio, al Teatro Sistina. Poi mi sto dedicando<br />

ad una storia in danza che racconta<br />

tre bellissimi miti greci. Ed ancora per il<br />

Teatro Quirino, a Maggio, preparerò uno<br />

spettacolo con questa attrice giovanissima<br />

di cui ti parlavo prima, un altro monologo<br />

tratto da “Teresa Battista stanca di guerra”,<br />

di Amado. In tutto questo, non posso<br />

certo dimenticarvi di voi. Voglio dire una<br />

cosa che mi farebbe piacere scrivessi:<br />

sono stata molto contenta di conoscervi e<br />

anche Maria (“l’aiuto regista”, ndr), senza<br />

la quale ormai non faccio più nessun lavoro,<br />

è dispiaciuta che finisca di già questa<br />

esperienza, di lasciare voi ragazzi.<br />

Come trascorrerai questo Natale?<br />

A differenza degli altri anni, non saremo a<br />

Corchiano, per la prima volta, da quando<br />

sono nati i figli. Siccome però sono già due<br />

anni che alcuni nostri amici non possono<br />

raggiungerci, abbiamo deciso di trasferirci<br />

noi in Sicilia. Sono tanto contenta perché<br />

Catania la sento una città mia, a parte,<br />

ovviamente, Firenze, dove sono nata,<br />

Roma, dove vivo, e Corchiano, dove trascorro<br />

molto tempo, soprattutto d’estate,<br />

tanto da poter dire di essere diventata più<br />

corchianese di Nicola.<br />

L’8 Dicembre, il “grande debutto”, replicato,<br />

poi il 12. Ecco, siamo in fila, pronti per<br />

entrare. “Concentrazione”, ripeto io agli<br />

altri e “Silenzio”, raccomanda Maria. Parte<br />

la musica in sala, le luci man mano si<br />

spengono. La porta si schiude e via, ad<br />

uno ad uno, con incedere lento ci avviamo<br />

al palco. “Che Dio ce la mandi buona”,<br />

penso, e come me, immagino, tutti gli<br />

altri. Posizione e tutti in coro “Quando verrai<br />

Signore a liberare la gente che ti aspetta,<br />

non tardare più affretta promesso<br />

Salvatore…”<br />

Fine. Le luci si riaccendono tra gli applausi<br />

scroscianti dei presenti. Norma, insieme<br />

alle sue preziose collaboratrici, Maria e<br />

Valentina, è chiamata sul palco. Il sorriso<br />

entusiasta, che ci ha accompagnato in<br />

questo mese di prove, è rotto dal luccichio<br />

degli occhi, pieni di emozione, come se,<br />

anche per lei, questo fosse stato il primo<br />

di tutti i debutti.<br />

Grazie Norma! Ti aspettiamo…<br />

Ed ora, cari lettori, non vi resta che andare<br />

a vedere il Presepe vivente di<br />

Corchiano, nella sua scenografia naturale<br />

inimitabile.<br />

Ermelinda Benedetti<br />

5


6<br />

L’occasione per rivedere in scena<br />

Enio Drovandi, è il nuovo spettacolo<br />

portato in scena dall’autore<br />

e regista Salvatore Scirè al<br />

Teatro Testaccio di Roma, e<br />

non ci facciamo scappare l’occasione.<br />

Icona toscana di numerosi<br />

film di successo dagli anni ’80 in<br />

poi, Enio Drovandi nativo di<br />

Pistoia ed amico di Roberto<br />

Benigni non è mai stato interprete<br />

toscanaccio ma interprete<br />

sobrio di personaggi variabili studiati<br />

ad hoc per la sua parlata<br />

caratteristica.<br />

Lo ricordiamo come il vigile urbano<br />

in “Amici Miei Atto II”, il simpaticissimo<br />

barista Totip de “I<br />

ragazzi della terza C, oppure<br />

Cecco, il fotografo di “Sapore di<br />

Mare”.<br />

Giovanissimo, inizia a recitare<br />

accanto ai grandi dell’epoca :<br />

Lino Banfi, Jerry Cala’, Renato<br />

Pozzetto, Diego Abatantuono,<br />

Enrico Montesano, Renzo<br />

Montagnani, Marcello Mastroianni…<br />

Già nel 1988 e nel 1989 riceve<br />

il Telegatto insieme al cast<br />

de “I Ragazzi della Terza C”, successivamente,<br />

nel 1994, è premiato<br />

come miglior caratterista<br />

italiano e tra il 1998 e il 1999 riceve<br />

il “Microfono d’argento” come<br />

miglior cabarettista Premio SIB; nel 2006 è<br />

“Maschera d’Argento”, premio italiano<br />

Ernesto Calindri per il Cinema Toscano.<br />

Viulentemente mia (1982), Amici Miei<br />

Atto II (1982), Tu mi turbi (1983),<br />

Sapore di Mare (1983), L’estate sta<br />

finendo (1984), Le due vite di Mattia<br />

Pascal (Monicelli, 1985), Ferragosto OK<br />

(1986), Speriamo che sia femmina<br />

(Monicelli, 1986), Rimini Rimini, un<br />

anno dopo (Corbucci, 1987), I Ragazzi<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Torna sul palco del Testaccio con il regista Salvatore Scirè<br />

ENIO DROVANDI<br />

Dice del celebre regista scomparso da poco: “Sono l’unico caratterista<br />

Italiano rimasto ad aver fatto ben quattro film con Mario Monicelli...<br />

Lo devo ringraziare perché mi ha dato modo di fare una bella carriera”<br />

della Terza C (1987-1989), I Picari<br />

(Monicelli, 1988), Abbronzatissimi<br />

(Gaburro, 1991), Lo Zio d’America 2<br />

(Serie TV, 2006), Un Ciclone in Famiglia<br />

(Serie TV, 2006), Gli ultimi della Classe<br />

(Biglione, 2008) sono alcuni dei numerosi<br />

film interpretati, insieme a spettacoli teatrali<br />

quali Mettete dei <strong>fiori</strong> nei vostri<br />

cannoni (regia G. Casciani) oppure da lui<br />

stesso diretti quali A noi piace così,<br />

Sapore di Mare in musica, Permette<br />

questo ballo?, Orgogliosi di essere<br />

toscani, Pago quando ho<br />

caldo.<br />

Enio, tu hai iniziato negli anni ‘80<br />

interpretando grandi film e film<br />

chiamati b-movie ma che riscuotevano<br />

grande successo di pubblico…<br />

“Si, devo dire che ho preso al<br />

volo l’ultimo colpo di coda di<br />

un cinema e di un modo di<br />

fare spettacolo che da li a<br />

poco si sarebbe perso. Come<br />

dico sempre, tutto è finito<br />

dopo il 1977. E’ venuta a<br />

mancare la base fondamentale,<br />

di quel cinema che è stato<br />

forte. Era un cinema fatto da<br />

grandi attori e da grandi<br />

caratteristi. Il cinema non lo<br />

fanno solo gli attori, anzi, la<br />

storia la fanno i caratteristi<br />

che in Italia hanno ruoli<br />

minori. In America sono Al<br />

Pacino e Robert De Niro,<br />

grandi caratteristi, oltre che<br />

grandi attori. In quel periodo<br />

storico in Italia c’erano dei<br />

grandi attori e dei grandi<br />

caratteristi perché c’era una<br />

scuola alle spalle. Oggi, purtroppo<br />

non esiste nessuna<br />

scuola.”<br />

Da poco ci ha lasciato un grande<br />

regista Mario Monicelli, tu hai lavorato con<br />

lui, vero?<br />

“Sono l’unico caratterista Italiano<br />

rimasto ad aver fatto ben quattro<br />

film con Mario Monicelli : Speriamo<br />

che sia femmina, dove facevo don<br />

Maurizio ed inventari la famosa battuta:<br />

Madonna del parabrezza! , che<br />

non era nel copione. Amici Miei Atto<br />

II, I Picari, Il fù Mattia Pascal con<br />

Mastroianni che mi ha insegnato<br />

molto. Ricordo mi diceva : Toscanino


(mi chiamava così!), tu non devi fare<br />

altro: pensa solo a quello che dici.<br />

Mario lo devo ringraziare perché mi<br />

ha dato modo di fare una bella carriera.<br />

Cosa che oggi non sarebbe<br />

stata possibile.”<br />

Cos’è il Compleanno della Vita?<br />

“Ad ottobre ‘89 era l’ultimo anno che<br />

facevo il serial dei Ragazzi della<br />

Terza C, ero Totip il barista, ed ebbi<br />

un bruttissimo incidente con la macchina.<br />

Ero proprio morto. Sono rinato,<br />

sia letteralmente che praticamente,<br />

e da allora decisi di festeggiare la<br />

mia nuova nascita. La prima volta fu<br />

una cena tra amici : eravamo trenta.<br />

E decisi che ogni anno avrei festeggiato<br />

tra ottobre e novembre la mia<br />

seconda data di nascita. Tant’e che la<br />

cosa è diventata un evento.<br />

Quest’anno eravamo quasi mille all’<br />

Heaven. I miei amici vengono da<br />

tutta Italia, sono miei ospiti ed io<br />

all’ingresso do un regalino a tutte le<br />

donne, perché omaggiando le donne<br />

è come se omaggiassi la vita perché<br />

nasce dalle donne.”<br />

In questo periodo poi Enio Drovandi organizza<br />

insieme ad altri amici “Il Pranzo<br />

della Terza Età” dove dà la possibilità a<br />

tutte le persone che hanno oltre 70 anni di<br />

mangiare in alcuni ristoranti che vengono<br />

pagati con i proventi di alcuni spettacoli.<br />

Sicuramente un grande personaggio che<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 7<br />

Ennio insieme al nostro Sandro Alessi, dopo l’intervista<br />

oltre ad essere un grande artista è una<br />

persona di grande umanità.<br />

Enio, che il prossimo anno continui a portarti<br />

grande felicità!<br />

Sandro Alessi<br />

Buone Feste


8<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

CURRICULUM VITAE<br />

Maria Teresa Di Bari, nasce a Castellana<br />

Grotte (Ba), e dopo aver capito che il suo<br />

destino era nel mondo dello spettacolo,<br />

ben presto si trasferisce a Roma dove<br />

decide di seguire alcuni dei corsi più<br />

importanti quale quello di recitazione,<br />

espressione corporea e mimo presso la<br />

Scuola Permis de Conduire tenuto da<br />

Masimiliano Milesi, il Seminario sulle<br />

Tecniche base della commedia dell’arte<br />

con Claudio De Maglio, alcuni stage con<br />

Michele Placido e Paolo Perelli presso<br />

il teatro dei Satiri ed il workshop intensivo<br />

sul metodo Strasberg con Joseph Ragno,<br />

coach dell’ Actor Studio di New York. Per<br />

educare la sua voce decide di seguire il<br />

corso di doppiaggio presso la Fono Roma<br />

ed amando il canto, decide di seguire<br />

Maria Teresa Di Bari<br />

anche un corso di canto e<br />

recitazione presso la Have<br />

a Dream con Claudio<br />

Insegno e Timothy<br />

Dalton. Per il Teatro interpreta<br />

“Romeo e<br />

Giulietta” di Shakespeare<br />

con la regia di Damiani,<br />

“Have a Dream”, musical<br />

con la regia di Claudio<br />

Insegno, “Permette questo<br />

ballo?”, musical con<br />

Enio Drovandi, “Piccole<br />

Donne” con Clemente<br />

Pernarella, “Cantico di<br />

un Natale qualunque”<br />

con Franco Oppini e “Se il<br />

maniaco viene a Cena”<br />

scritto e diretto da<br />

Salvatore Scirè. Anche il<br />

cinema le apre le porte<br />

infatti, dopo aver partecipato<br />

in televisione a<br />

Domenica In, nel 2008<br />

interpreta “L’Imbroglio<br />

nel lenzuolo” di Maria<br />

Grazia Cucinotta, “I<br />

Mostri oggi” diretto da<br />

Enrico Oldoini,<br />

“Febbre da<br />

Fieno” con la regia di<br />

Laura Luchetti e<br />

“Father” con Franco<br />

Nero e Claudia Cardinale<br />

per la regia di Pasquale<br />

Squiteri. Tra le sue esperienze<br />

anche quelle di<br />

speaker televisiva e presentatrice<br />

(Una ragazza<br />

per il cinema, Gran Gala’<br />

Ferrari, Un volto per fotomodella,<br />

Zelig Tour, All<br />

Casting Show). Insomma<br />

un’artista davvero poliedrica<br />

e di una bellezza<br />

italica a cui auguriamo<br />

uno splendido futuro.<br />

Sandro Alessi<br />

Maria Teresa Di Bari e Sandro Alessi


B<br />

U<br />

O<br />

N<br />

E<br />

F<br />

E<br />

S<br />

T<br />

E


L’antica Grecia era piena<br />

di personaggi strani ed<br />

un tantino inquietanti.<br />

Perifete era solito<br />

uccidere i viandanti con<br />

una grossa clava<br />

ricoperta di bronzo.<br />

Sini legava i piedi delle<br />

sue vittime alle cime di<br />

due pini che aveva<br />

piegato fino a terra e<br />

fissato con delle funi;<br />

lasciava quindi tornare<br />

gli alberi alla loro<br />

posizione originale tagliando<br />

le funi e i<br />

poveretti finivano squa-<br />

rtati.<br />

Scirone costringeva i viaggiatori a lavargli<br />

i piedi su una scogliera, e mentre erano<br />

chinati, con un calcio li buttava giù tra le<br />

onde, dove venivano immediatamente<br />

divorati da una testuggine gigante.<br />

Cercione, fortissimo, aveva la brutta<br />

abitudine di sfidare i passanti ad un<br />

incontro di lotta e, dopo averli battuti, di<br />

ucciderli.<br />

Il più originale però era Procuste, maniaco<br />

della precisione ancora più del detective<br />

Monk. Ospitalissimo, offriva di riposarsi ai<br />

viaggiatori che incrociava sulla strada tra<br />

Atene ed Eleusi. Però non sopportava il<br />

disordine, per cui, una volta coricati, se<br />

erano più corti o più lunghi del letto offerto<br />

loro, li legava e provvedeva ad “adattarli”<br />

allo stesso o stirando loro le membra con<br />

delle carrucole o mozzandogli<br />

opportunamente i piedi e le gambe. Il<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 11<br />

Procuste ed altri galantuomini<br />

Non è giusto doversi sempre adattare, facciamoci consigliare bene<br />

Paolo Balzamo<br />

Responsabile<br />

Formazione<br />

ed Informazione<br />

Centri Ottici Lisi<br />

& Bartolomei<br />

www.lisi- bartolomei.com<br />

concetto era chiarissimo: il letto ha le<br />

dimensioni giuste, guai a dubitarne, sono<br />

loro che si devono adattare!<br />

Hai comprato un paio di scarpe, ma ci<br />

cammini male? Il numero è quello giusto.<br />

Ti devi adattare!<br />

Il maglione nuovo è troppo ruvido e ti<br />

irrita la pelle? La lana pura fa così. Ti devi<br />

adattare!<br />

Gli occhiali nuovi ti danno fastidio? Il<br />

potere delle lenti è quello della ricetta. Ti<br />

devi adattare!<br />

Quante volte sei<br />

stato trattato, sia<br />

pur meno drasticamente,<br />

al pari<br />

degli ospiti del sig.<br />

Procuste? Quante<br />

volte ti hanno<br />

detto che ti dovevi<br />

adattare? Quanti<br />

acquisti inadeguati<br />

sono finiti,<br />

praticamente<br />

inusati, dimenticati<br />

in un qualche<br />

recondito cassetto?<br />

E quanti piccoli<br />

complessi di colpa<br />

ne sono conseguiti?<br />

“E’ colpa mia, non sono riuscito ad<br />

adattarmi”<br />

Tadadattà, tadadattà, tadadattà!<br />

Certo, se le scarpe le hai comparate da un<br />

discount senza l’assistenza di un<br />

commesso esperto, se il maglione l’hai<br />

preso in un supermercato e se gli occhiali<br />

li hai acquistati in farmacia, non te la puoi<br />

Buone Feste da<br />

prendere che con te stesso: il rischio<br />

dell’acquisto inadeguato, e conseguente<br />

mancato adattamento, è totalmente tuo!<br />

Ma se l’acquisto è seguito da un esperto<br />

della materia, che sappia valutare le tue<br />

esigenze e che ti aiuti nella scelta del<br />

prodotto più adeguato ai tuoi bisogni,<br />

allora l’eventuale mancato tuo<br />

adattamento è colpa sua e della sua<br />

incapacità di consigliarti adeguatamente,<br />

quindi non devi rassegnarti a sentirti<br />

ripetere la solita tiritera “Tadadattà,<br />

tadadattà, tadadattà!”<br />

Nei nostri centri ci sforziamo di porre la<br />

massima attenzione al benessere<br />

visivo di chi si rivolge a noi, tanto che<br />

rilasciamo a tutti i nostri clienti il<br />

“privilegio di soddisfazione garantita”,<br />

ossia due interi mesi di tempo per<br />

verificare il confort e l’efficienza degli<br />

occhiali da vista acquistati. In questo<br />

periodo siamo pronti a sostituire sia le<br />

lenti che la montatura, variando il tipo,<br />

il potere, il materiale, il colore, il<br />

modello. E lo mettiamo sempre per<br />

iscritto! Niente male, no? Altro che<br />

Tadattattà!<br />

Però un consiglio: non adattarti troppo<br />

ad essere trattato così bene da tutti:<br />

potresti rimanere deluso!<br />

Hasta la vista<br />

P.S. A Proposito: puoi visitare<br />

tranquillamente la Grecia: quei signori<br />

inquietanti sono stati tutti uccisi da Teseo,<br />

quello di Arianna e del Minotauro....


12<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi<br />

Roma e Caravaggio,<br />

l ’amore della città per uno straordinario pittore<br />

Roma e Michelangelo<br />

Merisi da Caravaggio,<br />

un rapporto del tutto<br />

particolare fra la città<br />

eterna e questo<br />

straordinario pittore,<br />

un giovane acceso di<br />

passione, a volte brutale,<br />

carnale, ma<br />

anche angelico, a<br />

di Riccardo Consoli<br />

volte maledetto, un<br />

personaggio geniale. Demonio e angelo al<br />

tempo stesso, torbido e violento, ma<br />

anche capace di delicatissimi madrigali<br />

dedicati alla sua amante Maddalena<br />

Antonietti, la donna a cui è sentimentalmente<br />

legato.<br />

A Milano, durante una banale lite con un<br />

compagno, accesa dalla presenza di donne<br />

e dagli sguardi di persone che incitano alla<br />

brutalità, MIchelangelo si macchia del suo<br />

primo delitto, estrae la spada e colpisce a<br />

morte il giovane amico; la conseguente<br />

condanna lo accompagnerà per tutta la<br />

vita cambiando i rapporti con i suoi fratelli<br />

e costringendolo a lasciare Milano alla<br />

volta di Roma.<br />

Il padre Fermo Merisi e la madre Lucia<br />

Aratori appartengono alla<br />

piccola nobiltà, anche se<br />

una storia popolare racconta<br />

che il padre era un semplice<br />

imbianchino e la<br />

madre una donna di malaffare;<br />

in realtà il padre è<br />

sovrintendente alle opere<br />

murarie di Francesco<br />

Sforza Marchese di<br />

Caravaggio, un uomo<br />

benestante con abilità di<br />

architetto che, oltre ad<br />

alcune proprietà, gode di<br />

un reddito fisso da parte<br />

degli stessi Marchesi<br />

Sforza.<br />

Quando Michelangelo<br />

viene alla luce la vita non è<br />

di certo facile, l’incertezza<br />

e l’instabilità economica<br />

sono le caratteristiche<br />

peculiari degli anni posti a<br />

cavallo tra il cinquecento e<br />

seicento, è questo un<br />

periodo in cui si vive una<br />

realtà particolare; solo i ricchi e gli aristocratici<br />

hanno importanza, e nascendo in<br />

un ambiente<br />

benestante<br />

egli gode,<br />

quindi, di<br />

una certa<br />

tranquillità e<br />

agiatezza,<br />

ma il padre<br />

muore quando<br />

è ancora<br />

un fanciullo<br />

in seguito<br />

all’epidemia<br />

di peste del<br />

1577, e ha<br />

soltanto tredici<br />

anni<br />

quando la<br />

madre firma<br />

Buone Feste<br />

un contratto di apprendistato presso la<br />

bottega del pittore Simone Peterzano,<br />

dove Michelangelo impara a dipingere piccoli<br />

quadri. Poi l’imprevisto!<br />

Quando arriva a Roma l’effetto è sconcertante,<br />

superata Porta Flaminia, si trova a<br />

Piazza del Popolo dove vede i resti di alcuni<br />

condannati a morte appesi alla porta,<br />

comprende subito quale potrà essere la<br />

sua realtà in un mondo tormentato e sofferente;<br />

alcuni anni dopo, come ricordato<br />

in altra occasione, assiste alla decapitazione<br />

di Beatrice Cenci, della matrigna e del<br />

fratello Giacomo<br />

Un barbiere così lo descrive:<br />

“ … è un giovinaccio grande di vinti o venticinque<br />

anni, con poco di barba negra,<br />

grassetto con ciglia grosse ed occhio<br />

negro, che va vestito di negro, non troppo<br />

ben in ordine, che porta un paro di calzet-


te negre un poco stracciate, che porta li<br />

capelli grandi longhi dinanzi … “.<br />

I primi tempi sono duri e mortificanti,<br />

soprattutto a causa del suo carattere spigoloso<br />

ed aggressivo che di certo non lo<br />

facilita ad avere un buon rapporto con gli<br />

altri, tra l’altro, in quel primo periodo<br />

romano Michelangelo ha già contratto la<br />

malaria, malattia che contribuirà ad alterare<br />

il suo sistema nervoso, un’infermità che<br />

rende il suo fisico fragile e vulnerabile in<br />

contrasto con il carattere irascibile; nel<br />

Bacchino malato, una delle sue prime<br />

opere, egli si raffigura con lo sguardo vivo<br />

ed intenso che contrasta con la malinconia<br />

provocata dalla malaria.<br />

Per sopravvivere è costretto a dipingere<br />

copie di quadri sacri e con il poco ricavato<br />

paga il prezzo di un alloggio presso una<br />

pensione gestita da tale Monsignor<br />

Pandolfo Pucci, che il pittore ha soprannominato<br />

Monsignor insalata, con riferimento<br />

al modesto vitto fatto di sole verdure<br />

che lo stesso Monsignore offre ai suoi<br />

clienti; ben presto si trasferisce presso la<br />

bottega di Lorenzo il Siciliano un mediocre<br />

pittore dell’epoca dove riesce a dipingere<br />

soltanto teste di santi, dopo di che, per un<br />

breve periodo di tempo, ha come maestro<br />

tale Antivenuto Grammatica un pittore<br />

senese il cui bizzarro nome è dovuto alla<br />

sua prematura nascita.<br />

Tuttavia, grazie all’apprendistato presso<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 13<br />

queste botteghe,<br />

Michelan-gelo<br />

acquista rapidità<br />

d’esecuzione visto<br />

che i due pittori<br />

producono opere<br />

in serie e in grande<br />

nu-mero di<br />

copie. Ciò lo<br />

costringe a dipingerera-pidamente,<br />

per cui in quei<br />

primi anni riesce a<br />

creare un gran<br />

numero di tavole.<br />

Dopo questa<br />

esperienza approda<br />

alla corte di<br />

Giuseppe Cesari<br />

meglio noto con lo pseudonimo di Cavalier<br />

d’Arpino, uno dei pittori più in voga negli<br />

ambienti romani, quì:<br />

“ … fu applicato a dipinger <strong>fiori</strong> e frutti sì<br />

bene contraffatti, che da lui vennero a frequentarsi<br />

a quella maggior vaghezza che<br />

oggi tanto diletta … “<br />

Ancora una volta il giovane pittore si sente<br />

poco stimolato da ciò che il maestro gli<br />

propone e questa sua insoddisfazione,<br />

sommata ad un episodio che lo vede ricoverato<br />

all’ospedale per il calcio ricevuto da<br />

un cavallo, senza che il suo maestro gli<br />

renda visita, è motivo di litigio tra i due e<br />

della conseguente rottura del rapporto con<br />

la bottega del Cesari.<br />

Michelangelo si mette in proprio, ma la sua<br />

vita è caratterizzata da una condotta senza<br />

regole, viene molto spesso citato per fatti<br />

di violenza nei quartieri più turbolenti della<br />

città, la qual cosa contribuisce ad alimentare<br />

il mito di Artista bohémien che trae<br />

ispirazione dalla vita di strada, dai fatti di<br />

sangue e dal malaffare. I vari personaggi<br />

che posano per i suoi dipinti, infatti, provengono<br />

tutti dalla strada, si tratta della<br />

gente umile che frequenta, peraltro, non<br />

può permettersi di retribuire modelli professionisti.<br />

... continua sul prossimo numero


14<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

CINEMA NEWS<br />

di<br />

Maria Cristina<br />

Caponi<br />

Genere: Thriller; regia:<br />

Alain Corneau; sceneggiatura:;<br />

interpreti:<br />

Kristin Scott Thomas,<br />

Ludivine Sagnier;<br />

montaggio:; scenografia:;<br />

musica:; distribuzione:.<br />

Il regista francese Alain<br />

Corneau (Tutte le mattine<br />

del mondo) - scom-<br />

parso lo scorso agosto all’età di 67 anni -<br />

dirige Kristin Scott Thomas e Ludivine<br />

Sagnier in un thriller sulle disavventure del<br />

desiderio femminile all’interno dell’ambito<br />

lavorativo.<br />

In questa pellicola presentata nella<br />

Sezione Ufficiale Fuori Concorso del<br />

Festival Internazionale del Film di Roma<br />

2010, due donne si trovano improvvisamente<br />

a confronto tra loro, negli asettici<br />

uffici di una potente multinazionale. Si da<br />

inizio così a un perverso gioco di seduzione<br />

e dominio che finirà per spingersi fino a<br />

un punto di non ritorno. Ma, partiamo dall’inizio.<br />

All’introversa Isabelle (Ludivine<br />

Sagnier) piace lavorare come assistente di<br />

Christine, executive manager di un’impor-<br />

CRIME D’AMOUR<br />

tantemultinazionale, ma l’aria che si<br />

respira all’interno<br />

dell’ufficio di<br />

Christine è tutt’altro<br />

che salubre.<br />

Dosando bene la<br />

somministrazione<br />

quotidiana di carota<br />

e bastone nei<br />

confronti dei propri<br />

dipendenti, la<br />

popolarità negativa<br />

della dirigente non<br />

è mai stata ai massimi<br />

storici più di<br />

così. A rimanerne<br />

scottata è soprattutto<br />

la servile Isabelle, desiderosa di<br />

ricambiare l’offesa ricevuta. La vendetta di<br />

una donna che odia un’altra donna si esercita<br />

pertanto fuori da pressoché tutte le<br />

leggi e da qualsiasi diritto, senza che nessuna<br />

ombra del dubbio squarci la sua<br />

mente. Oltre il mobbing e la strategia di<br />

dequalificazione professionale messa in<br />

atto da Christine, il corto circuito tra le due<br />

rivali tocca il terreno dei sentimenti e la<br />

giungla degli appetiti sessuali<br />

etero e non. Niente di<br />

esplicito sia chiaro, eppure<br />

non è neanche così sbagliato<br />

intravedere qualcosa<br />

di pruriginoso nelle carezze<br />

con cui Christine risarcisce<br />

al principio gli sforzi di<br />

Isabelle.<br />

In un certo senso, Crime<br />

d’amour potrebbe essere il<br />

soggetto perfetto per uno<br />

di quei romanzi hard-boiled<br />

alla Raymond Chandler<br />

o alla John Goodis, però in<br />

versione femminile. Nel<br />

prefinale, la pellicola di<br />

Corneau ha più di un’affi-<br />

nità con il godibile Match Point di Woody<br />

Allen, dove la persona colpevole di un crimine<br />

premeditato con maniacale precisione<br />

si appella alla sua buona stella per sperare<br />

nell’immunità totale. Tuttavia, a una<br />

mente efficiente, un nesso di riferimento<br />

con il capolavoro Eva contro Eva di Joseph<br />

L. Mankiewicz e con la parabola morale del<br />

“chi la fa l’aspetti”, potrebbe risultare valido.<br />

L’eccellente Kristin Scott Thomas interagisce<br />

sia con gli amici sia con i nemici, muovendosi<br />

con la felina sensualità di una leonessa,<br />

che sa di doversi svegliare ogni<br />

giorno e dover correre più veloce della sua<br />

preda. Purtroppo, per l’ennesima volta,<br />

l’attrice anglofrancese non riesce a trovare<br />

un autore e uno sceneggiatore che esalti,<br />

con dialoghi taglienti, ogni superficie della<br />

sua spigolosa recitazione. Era già successo<br />

per il precedente L’amante inglese e lo<br />

stesso si verifica ora con Crime d’amour.<br />

Almeno questa volta, però, Scott Thomas<br />

ha trovato in qualcuno come Ludivine<br />

Sagnier, pane per i suoi denti.<br />

Buone<br />

Feste


dell’Avv. Ilaria<br />

Becchetti<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 15<br />

PARI OPPORTUNITA’<br />

Italia fanalino di coda in Europa<br />

La classifica 2010 sul<br />

Gender Gup del World<br />

Economic Forum,<br />

fotografa un’Italia ancora<br />

deficitaria in<br />

materia di pari opportunità.<br />

Il nostro paese, infatti,<br />

scende dal 72° al<br />

74° posto nella classifica<br />

che misura il diva-<br />

rio di opportunità tra uomini e donne in<br />

134 stati e si piazza dopo Malawi e Ghana,<br />

a un passo da Angola e Bangladesh.<br />

Ai primi posti nel mondo per l’istruzione, le<br />

donne italiane restano ancora ben lontane,<br />

dunque, in termini di pari opportunità<br />

nel lavoro, rispetto ai loro colleghi uomini.<br />

Il WEF calcola la materia delle pari opportunità<br />

sulla base di quattro criteri: partecipazione<br />

alla vita economica, istruzione,<br />

coinvolgimento politico e salute.<br />

In tema di partecipazione alla vita economica<br />

l’Italia è addirittura al 97esimo posto<br />

e vola al 121esimo, praticamente in fondo<br />

alla classifica, in tema di eguaglianza dei<br />

salari uomo-donna per<br />

lavoro simili.<br />

Gli altri parametri considerati,coinvolgimento<br />

alla vita politica e<br />

istruzione, vedono un<br />

piazzamento dell’Italia<br />

più dignitoso (rispettivamente<br />

54esimo e<br />

49esimo posto).<br />

La classifica è guidata<br />

da Islanda, Norvegia,<br />

Finlandia e Svezia,<br />

dove campeggia l’assenza<br />

di discriminazioni<br />

uomo - donna;<br />

l’Italia, invece, continua a risultare uno dei<br />

paesi dell’UE con il punteggio più basso.<br />

Interessante notare come si piazzino alti in<br />

classifica Lesotho (8), Sud Africa (12)<br />

mentre il nostro paese risulta preceduto<br />

anche da Repubblica Dominicana,<br />

Vietnam, Romania e Tanzania.<br />

L’Italia, dunque, paese civile ed industrializzato<br />

sulla carta, in materia di pari opportunità<br />

subisce il sorpasso anche dei paesi<br />

del cosiddetto “terzo<br />

mondo”, e naviga<br />

nelle parti basse<br />

delle classifica a<br />

causa dello scarso<br />

indice di partecipazione<br />

e opportunità<br />

nella vita economica<br />

del paese.<br />

È chiaro, perciò, che<br />

il Paese ha bisogno<br />

di una vera rivoluzione<br />

per le pari<br />

opportunità.<br />

È necessario creare<br />

una maggiore sensibilità<br />

nell’ambito delle nostre Istituzioni:<br />

servono incentivi fiscali all’occupazione<br />

femminile e un serio potenziamento dei<br />

servizi che consentano alla donna di conciliare<br />

lavoro e famiglia, per renderla così<br />

compatibile con la partecipazione economica.<br />

Partecipazione femminile di cui un<br />

paese, che vuole dirsi civile, avanzato, e<br />

che voglia guardare al futuro con ottimismo,<br />

non può certo fare a meno.


16<br />

Qualche anno fa , i quotidiani<br />

riportavano ,con<br />

enfasi, notizie su alcuni<br />

provvedimenti in via di<br />

approvazione da parte del<br />

Comune di Genova per<br />

limitare i “rumori molesti” dei rintocchi<br />

delle campane appese ai tanti campanili<br />

del capoluogo Ligure; querelle non nuova<br />

, perché analoghe istanze , finalizzate al<br />

“silenziamento” del suono delle campane<br />

,c’erano già state …..pure nella “Città<br />

Eterna” che, dall’alto del suo primato in<br />

fatto di chiese , più di 300 solo quelle d’interesse<br />

storico monumentale, se ne intende<br />

di …..rintocchi; …..ma ancora prima<br />

, era l’estate del 2006 , rimbalzava la notizia<br />

sul “disturbo della quiete pubblica”<br />

perpetrato dai campanacci di 15 mucche<br />

al pascolo in Alto Adige …..MUCCHE ALLA<br />

RISCOSSA !!!....Poco da riderci sopra : il<br />

querelante, un albergatore di un paesino<br />

vicino Brunico intentava causa verso un<br />

pastore suo vicino, colpevole con le sue<br />

vacche “campanare”, di frastornare i<br />

clienti dell’albergo durante la movimentazione<br />

quotidiana della mandria ….lo stesso<br />

pastore veniva “frastornato” dalla<br />

richiesta di un cospicuo risarcimento<br />

danni ……hai voglia a strizzar “ sisette” !<br />

Possiamo immaginare la scena ”da commedia<br />

all’Italiana” : nel cuore dell’estate<br />

, sull’uscio del tribunale di Brunico ,famiglia<br />

in trepida attesa , con bagagli già stivati<br />

in macchina e<br />

motore acceso , il<br />

povero giudice incaricato<br />

di dirimere “sta<br />

faccenda dei batacchi<br />

” tutto preso ad<br />

impartire le ultime<br />

raccomandazioni ai<br />

suoi collaboratori e<br />

suggerire alle parti<br />

in lite di prendersi un<br />

tempo per tentare di<br />

raggiungere la via di<br />

un ragionevole compromesso<br />

, prima di<br />

……..”suonarle” ,lui ,<br />

con un suo provvedimento<br />

al ritorno dalle<br />

vacanze…….vroom !<br />

Il futuro cosa ci<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Cas t In Bronze<br />

potrebbe riservare ? Visti i tempi non proprio<br />

idilliaci per le relazioni interpersonali e<br />

la tolleranza ……forse accese riunioni di<br />

condominio con all’ordine del giorno il<br />

divieto di azionare il carrillon sulle culle dei<br />

neonati” ? “Voi sonerete le vostre<br />

trombe, noi soneremo le nostre campane!<br />

“ …….esclamava il famoso Pier<br />

Capponi , ambasciatore della repubblica<br />

di Firenze,sfidando le minacce d’invasione<br />

del “franzoso” Carlo VIII ……. meglio<br />

le trombe di varia tonalità delle nostre<br />

auto ,pesci poco sguizzanti dei nostri<br />

inquinati fiumi meccanici cittadini o qualche<br />

rintocco di campana ,residuo di un<br />

tempo che non c’è più ? Io sto con le<br />

c a m p a n e……senza tirare troppo<br />

la corda , però ! Il postino nei mesi<br />

scorsi ha suonato più volte…….il campanello<br />

di casa mia per consegnare preziosi<br />

pacchetti contenenti le opere in audio e<br />

in video di un personaggio che ho immenso<br />

piacere ed orgoglio di introdurre alla<br />

vostra attenzione : ding, dong, ding,<br />

dong …per la prima volta in Italia<br />

….signori e signore, direttamente da<br />

Pottstown…...Pennsylvania …United States<br />

Of America … il GRAN MAESTRO Frank<br />

Della Penna e il suo “scampanellante”<br />

progetto “CAST IN BRONZE “ : IL<br />

CARILLON E’ MOBILE !<br />

Ma prima di “sciogliere le campane” con<br />

il Maestro Della Penna , qualche cenno<br />

sul “Carillon” , uno strumento musicale di<br />

epoca medioevale,solitamente<br />

posto<br />

sulla cima delle<br />

torri campanarie<br />

di città e<br />

chiese , costituito<br />

da un<br />

apparato che<br />

accoglie un<br />

numero di<br />

campane<br />

,variabili in<br />

funzione delle<br />

necessità<br />

musicali a cui è<br />

destinato lo<br />

strumento ,<br />

riproducenti le<br />

diverse note;<br />

di Carlo Cattani<br />

Le campane “ On the road ” di Frank Della Penna (1^parte)<br />

in tale apparato le campane sono azionate<br />

da tiranti collegati ad una tastiera e<br />

ad una pedaliera che il “carilloneur” , così<br />

si appella il musicista che suona questo<br />

strumento, percuote con i pugni e i piedi.<br />

Ebbene, il nostro ospite ha sovvertito la<br />

tradizione e ,quel carillon ,tradizionalmente<br />

fisso ,solitario lassù tra le pareti di una<br />

torre , lo ha portato sulla terra… tra la<br />

gente ……insomma , 35 campane e molti<br />

quintali ….in mezzo alla strada !<br />

Carlo :Ciao Frank ,innanzitutto un gran<br />

benvenuto sulle pagine di <strong>Campo</strong> De’ Fiori<br />

!La nostra è una platea molto ampia e gli<br />

attenti lettori trarranno tanti spunti di<br />

interesse nell’ascoltare le parole che tracciano<br />

la tua storia e ,ne sono certo , ti cercheranno<br />

per deliziarsi con la tua musica<br />

…..e dunque, quali sono le tue origini ?<br />

Frank : Sono nato in Pennsylvania, USA, il<br />

27 giugno 1951 .I miei nonni hanno origini<br />

Italiane ,in particolare tre di loro sono<br />

Abruzzesi e giunsero negli Stati Uniti all’età<br />

di circa 15 anni;una nonna ,invece è<br />

nata negli States ma i suoi genitori erano<br />

Italiani giunti diversi anni prima negli<br />

States . .<br />

Carlo :Come ti sei accostato al particolarissimo<br />

strumento del “CARILLON”, considerando<br />

che la sua origine è Europea,<br />

dalle Fiandre,uno strumento d’epoca


medioevale ,della fine del XIV,un periodo<br />

con caratteri storici non comuni con il<br />

continente Americano .<br />

Frank: ti premetto che sono circa 600 i<br />

carillons sparsi nel mondo, concentrati<br />

soprattutto nella regione delle Fiandre in<br />

Europa (nda:a Mechelen, in Belgio,<br />

denominata la “città delle campane”<br />

hanno sede la “scuola reale di carillon” e<br />

il museo del carillon) e negli Stati Uniti .<br />

Io ho iniziato a suonare all’età di 7 anni il<br />

pianoforte e ai 17 cercavo un nuovo<br />

insegnante. Così sono entrato in contatto<br />

con Mr. Frank Law maestro di carillon al<br />

Washington Memorial Chapel di Valley<br />

Forge , Pennsylvania, dove era installato<br />

un carillon dotato di ben 58 campane !<br />

Sono rimasto letteralmente stregato dal<br />

suono articolato di tutte quelle campane e<br />

dalla “fisicità” necessaria per azionarle e<br />

farne scaturire delle vere e proprie com-<br />

posizioni ! Ho continuato gli studi musicali<br />

e parallelamente mi sono laureato come<br />

professore di educazione fisica . Ho visitato<br />

l’Europa per la prima volta nel 1972 in<br />

occasione del 50 ° anniversario dell’istituzione<br />

della Scuola Belga di Carillon nella<br />

città di Mechelen,. Qui è dove ho visto<br />

esibirsi il Gran Maestro di carillon Jacques<br />

Lannoy e da quel momento ho fortemente<br />

desiderato di studiare con lui . Mi sono<br />

sposato nel 1974 e con mia moglie ci<br />

trasferimmo ,poco dopo, a Douai, in<br />

Francia per frequentare la Scuola Francese<br />

di Carillon a Tourcoing nella ”regione<br />

del Nord”. Lì siamo rimasti per 2 anni e<br />

non ho fatto altro che studiare musica con<br />

particolare dedizione al carillon e lavorare<br />

in una panetteria francese. Quando sono<br />

rientrato negli States ,era il 19<strong>76</strong> , ho<br />

iniziato a lavorare come rappresentante<br />

per la Società Verdin , che commercializza<br />

campane e carillon. Ho cambiato<br />

diverse volte posti di lavoro nel corso degli<br />

anni ma le campane sono state sempre<br />

presenti nella mia testa !<br />

Carlo : ti piace la storia ?<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Frank : adoro la storia e ho il rammarico<br />

di non aver approfondito questo interesse<br />

ai tempi della scuola .Da quando ho iniziato<br />

a viaggiare , il mio interesse per la storia<br />

è aumentato ;in particolare ,mi piace<br />

documentarmi sulle vicende dei nativi<br />

Americani, i pellerossa, e non ti nascondo<br />

lo stato di tristezza che provo leggendo di<br />

alcune loro vicende .<br />

Carlo :Frank ,quanti carillon ci sono…..<br />

nel tuo garage pronti a percorrere le<br />

“highways” ?<br />

Frank :c’è un solo carillon itinerante … è<br />

stato il primo e resta l’ unico negli<br />

States e“CAST IN BRONZE” è unico<br />

…nel mondo come spettacolo incentrato<br />

sul carillon (!!!) …lo strumento .è installato<br />

su di un rimorchio trainato da un<br />

potente motorhome che mi consente di<br />

attraversare gli States per le diverse<br />

occasioni che ho di esibirmi . Lo strumento<br />

che posseggo è stato costruito in<br />

Europa una quarantina di anni fa da una<br />

fonderia di campane Olandese e ,successivamente,<br />

è stato trasferito via mare negli<br />

States<br />

Carlo :quando e come è nata l’idea del<br />

progetto “CAST IN BRONZE ” ?<br />

Frank : L’idea di realizzare un carillon<br />

“itinerante” si è formata nel 1991.<br />

All’epoca mi esibivo come solista ma sentivo<br />

di dover fare qualcosa di diverso.”<br />

CAST IN BRONZE “ è stato creato nel<br />

1992 quando presi la decisione di aggiungere<br />

al suono del carillon altri strumenti<br />

musicali per propormi ad un pubblico più<br />

vasto con uno spettacolo di maggior<br />

presa. Dalla mia avevo la fortuna di<br />

possedere uno strumento insolito , che la<br />

gente non poteva facilmente vedere perché<br />

,per le sue caratteristiche è “storicamente”<br />

installato in un campanile e suonato<br />

dall’alto e in solitario dal “carillonneur”.<br />

Ho avuto l’opportunità di acquisire questo<br />

strumento e ho iniziato a dimostrare<br />

come lo si suona……. trasportandolo in<br />

giro : è stata un’esperienza gratificante<br />

….…con molto interesse da parte del pubblico<br />

. Ho passato diversi anni a suonare<br />

in una formazione a<br />

4 …. quella che si<br />

vede sulla cover del<br />

cd “Carol of the<br />

Bells“ del ’97 .<br />

“Carol” non è riferito<br />

a Carol Lens, anche<br />

lei una suonatrice di<br />

carillon, ma ad una<br />

melodia tipica del<br />

Natale che origina<br />

da una antica canzone<br />

ucraina …..<br />

molto popolare, cantata<br />

generalmente<br />

da formazioni corali<br />

ed è, probabilmente<br />

, il pezzo più popolare<br />

che eseguo<br />

…quello più orecchiabile<br />

e che nel suo<br />

17<br />

testo ….parla di campane !<br />

Carlo: nelle diverse fotografie e video<br />

che circolano sul web e nelle copertine dei<br />

cd il tuo volto è coperto da una maschera<br />

che indossi su di un costume nero: perché<br />

hai definito questa immagine ?<br />

Frank: Lo spettacolo si è evoluto negli<br />

anni. Ho iniziato a suonare senza un costume<br />

con spettacoli a carattere locale .I<br />

carillonneurs hanno sempre suonato sulla<br />

cima di un campanile, non visti dal pubblico<br />

…solitari….. avevo bisogno di caratterizzarmi<br />

per la partecipazione ad un<br />

festival e ho pensato di sviluppare il personaggio<br />

ormai noto come “Spirit of the<br />

bells” . Il costume suscita la meraviglia<br />

del pubblico che si domanda chi e che<br />

cosa suona davanti ai loro occhi ….insomma...ho<br />

aggiunto un po di atmosfera<br />

misteriosa e teatralità alla performance<br />

.<br />

Ding ding ding ding ding ding……è<br />

la campanella dell’intervallo …ci andiamo<br />

ad abbuffare per bene in occasione delle<br />

prossime festività Natalizie ma poi torniamo<br />

più “scampanellanti che pria” con<br />

l’amico FranK!<br />

BUONE FESTE!<br />

www.castinbronze.com (le foto che ritraggono<br />

Frank Della Penna/Cast In Bronze<br />

sono di Mr. Kim R. Hill)<br />

Il carillon di Frank sbarca in America


18<br />

di Giovanni<br />

Francola<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Ecologia e Ambiente<br />

Acqua un bene da tutelare<br />

Nessuna possibilità<br />

di innalzamento dei<br />

limiti sulla concentrazione<br />

di arsenico<br />

nelle acque ad uso<br />

alimentare, questo<br />

è il monito da parte<br />

dell’Unione Europea.<br />

Chiesta una deroga<br />

da parte dell’Italia<br />

ma la chiusura è stata netta al riguardo,<br />

perché si ritiene che un innalzamento di<br />

limiti di arsenico potrebbe essere oggetto<br />

di insorgenza di malattie, tra cui il cancro.<br />

La presenza di arsenico nell’acqua è<br />

legata prevalentemente a processi naturali<br />

di rilascio dei minerali presenti nel suolo<br />

“rocce vulcaniche e minerali ferrosi” o ad<br />

attività di tipo geotermico presenti o passate.<br />

A questi processi naturali c’è da<br />

aggiungere l’attività umana, anche se è<br />

normalmente limitata. Ben cinque regioni<br />

italiane sono interessate da questo problema,<br />

per un totale di 128 comuni, 91 dei<br />

quali nella regione Lazio; province interessate:<br />

Roma, Latina, Viterbo. I valori<br />

massimi registrati e raggiunti in questi<br />

paesi sono nell’ordine di 50 microgrammi<br />

al litro contro i 10 consentiti per legge. Di<br />

fronte a questi numeri i Sindaci saranno<br />

costretti a chiudere i rubinetti a circa 250<br />

mila famiglie.<br />

E’ una situazione molto grave, che richie-<br />

de altrettanti interventi<br />

urgenti. Ci sono anche<br />

acquedotti la cui acqua<br />

non dovrebbe essere<br />

destinata ai bambini di<br />

età inferiore ai 3 anni.<br />

Ma quali potrebbero<br />

essere le strade da scegliere<br />

per risolvere questo<br />

problema?<br />

La prima quella di individuare<br />

nuove fonti di<br />

approvvigionamento,<br />

oppure diluire le fonti<br />

problematiche, infine<br />

avviare processi di filtrazione<br />

per l’ acqua.<br />

Ritornando alle direttive Europee non è da<br />

sottovalutare il fatto che se l’Italia non si<br />

attiene a rispettare tali leggi, rischia un<br />

procedimento d’infrazione davanti alla<br />

Corte di Giustizia Europea, con gravi<br />

ripercussioni in termini economici. L’Italia,<br />

tra le atre cose, è il paese europeo dove<br />

più frequentemente si è permesso ad alcuni<br />

acquedotti di erogare acqua con valori<br />

di arsenico fino a 5 volte superiori alla<br />

legge. Ma vediamo quali altre sostanze<br />

devono essere sempre tenute sotto la<br />

lente di ingrandimento oltre l’arsenico. Il<br />

fluoro, se assunto in quantità eccessiva<br />

attraverso l’acqua, l’alimentazione ed<br />

eventuali integratori, causa fluorosi dentale<br />

e ossea nei bambini. Infine il “boro”, che<br />

Buone Feste da<br />

è tossico per le vie riproduttive, anche se<br />

non si è rilevata azione cancerogena.<br />

Di fronte a tutto questo, quando c’è in<br />

gioco la salute di migliaia di persone, al di<br />

là di tutti gli interventi necessari da intraprendere,<br />

a mio avviso è indispensabile<br />

una maggiore consapevolezza per questo<br />

bene primario e insostituibile, che non può<br />

essere un bene negoziabile, tanto meno<br />

elemento di profitto.<br />

E’ bene che l’acqua rimanga un bene pubblico,<br />

da tutelare e conservare; sarebbe un<br />

grave errore sottovalutare che l’acqua è<br />

tra i principali costituenti degli ecosistemi<br />

ed è alla base di tutte le forme di vita,<br />

uomo compreso.


Buone Feste


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 21<br />

L’ORTESI PLANTARE<br />

È UN DISPOSITIVO MEDICO REALIZZATO SU MISURA<br />

“I plantari sono ortesi finalizzate:<br />

alla correzione delle deformità o malformazioni<br />

del piede,come sostegno delle<br />

volte plantari (longitudinale e trasversale)<br />

o di scarico di punti dolenti.<br />

I plantari si possono distinguere in due<br />

grandi famiglie:<br />

Correttivi o per l’infanzia<br />

Il plantare per l’infanzia, a differenza di<br />

quello per adulti, ha per lo più azione correttiva<br />

in quanto è<br />

applicato per riportare<br />

alla norma lo squilibrio<br />

sia strutturale che funzionale.<br />

Fig. 1,2,3, esempi di<br />

realizzazione di plantari<br />

correttivi per bambini<br />

su calco ingesso<br />

eseguiti con diverse tipologie di materiali<br />

(EVA, Carbonio…)<br />

Obiettivo del plantare correttivo<br />

Lo scopo di questa categoria di ortesi è<br />

quello di modificare, nelle migliori delle circostanze,<br />

alcune problematiche come: il<br />

piede piatto, la pronazione del retropiede,<br />

l’avampiede varo, il ginocchio valgo ecc..<br />

Compensativi o per adulti<br />

Si distinguono per il loro impiego per lo più<br />

permanente,<br />

in quanto compensano l’alterazione sia<br />

strutturale sia funzionale, irreversibile.<br />

Possono essere:<br />

antalgici<br />

biomeccanici.<br />

Antalgici<br />

Appartengono a questa categorie le ortesi<br />

concepite al solo scopo di ridurre, limitare<br />

o, nelle migliori ortesi, eliminare il dolore<br />

scatenato a seguito di una problematica in<br />

corso. Sono plantari che vengono concepiti<br />

con materiali in grado di ammortizzare o<br />

scaricare l’urto in un determinato punto<br />

dolente. Vengono normalmente realizzate<br />

in soggetti con artrosi ad uno stadio avanzato,<br />

artrite deformante, alluce<br />

valgo,gotta, diabetici, gravi insufficienze<br />

circolatorie o comunque in tutte quelle circostanze<br />

in cui il piede lamenta una grave<br />

insofferenza in cui il paziente ha normalmente<br />

superato i 60 anni d’età.<br />

IL PLANTARE DINAMICO SI CARATTERIZ-<br />

ZA E DIFFERENZIA DAGLI ALTRI TIPI DI<br />

PLANTARI SU CALCO, IN QUANTO<br />

L‘IMPRONTA VIENE EFFETTUATA DINA-<br />

MICAMENTE, OSSIA INTANTO CHE IL<br />

PAZIENTE COMPIE QUALCHE PASSO.<br />

L‘IMPRONTA COSÌ OTTENUTA RISPEC-<br />

CHIA FEDELMENTE I CARICHI E I<br />

SOVRACCARICHI DEL PIEDE IN CONDI-<br />

ZIONI DI LAVORO EFFETTIVE. LO SI UTI-<br />

LIZZA PER LO PIÙ IN CASI PARTICOLARI<br />

ED IN PRESENZA DI GROSSE DEFORMITÀ<br />

O SOVRACCARICHI, CON BUONI RISUL-<br />

TATI.<br />

L’impronta podostatica su carta carbonata<br />

evidenzia un sovraccarico delle teste<br />

metatarsali dei piedi. Anche alla valutazione<br />

obiettiva i sovraccarichi erano molto<br />

evidenti e dolenti. Si noti come i sovraccarichi<br />

siano rimasti impressi nelle impronte<br />

dinamiche effettuate.<br />

Lo stampo dell’impronta eseguito sotto<br />

vuoto,permetterà la realizzazione del plantare<br />

in materiale poliuretanico.<br />

Scopo dell’ Ortesi biomeccanica<br />

La sua funzione è di:<br />

- assorbire l’onda di shock a cui il calcagno<br />

è sottoposto durante la prima fase di<br />

appoggio riducendo la forza istantanea<br />

applicata;<br />

- normalizzare i tempi di contatto del piede<br />

al suolo rispettando la corretta prono-supinazione<br />

del piede;<br />

- trasferire il peso del corpo durante il<br />

movimento del piede modificando gli assi<br />

di movimento al fine di normalizzare la<br />

funzione del passo.<br />

L’obiettivo:<br />

- Compensare la meccanica del retropiede<br />

stabilizzando l’area calcaneare nella posizione<br />

di “neutra sottoastragalica”;<br />

- Compensare la meccanica dell’avampiede<br />

in funzione della sua correggibilità;<br />

- Spesso, per la presenza di dolore, sostenere<br />

o stimolare l’arco longitudinale<br />

mediale in modo elastico personalizzato<br />

Fig.1 presa dell’ impronta in<br />

posizione neutra sottoastragalica<br />

Fig.2 realizzazione<br />

del<br />

negativo su<br />

schiuma<br />

fenolica<br />

Fig.3 reallizzazione del<br />

positivo su un calco di<br />

gesso<br />

Fig.4 allineamento<br />

del retropiede con ortesi plantare<br />

biomeccanica<br />

Fig.5 plantare<br />

a contatto<br />

totale.<br />

Plantari : regole da ricordare<br />

1. Il plantare deve sempre appoggiare su<br />

una superficie piana;<br />

2. Il plantare deve essere sempre inserito<br />

in una calzatura ortopedica predisposta o<br />

su misura;<br />

3. Indossare preferibilmente una calza<br />

molto sottile (filoscozia) o un Salvapiede.<br />

4. Importante portare i plantari sempre,<br />

anche in casa, in sandali, ciabatte predisposte;<br />

5. Affinché il plantare abbia effetto, il<br />

tacco della calzatura deve essere di cm 2,5<br />

(uomo) - 3,5 (donna) e non deve mai<br />

superare i 4 cm;<br />

6. Per chi ha l’alluce valgo si consiglia<br />

scarpe con tomaia in setaflex;<br />

7. si consiglia di lavare periodicamente il<br />

plantare: usare una spugna imbevuta di<br />

sapone bianco di marsiglia con acqua a<br />

temperatura ambiente non > 30° (non<br />

usare acqua calda e non farlo asciugare<br />

vicino a termosifoni, stufe elettriche, ecc.).<br />

8. la vita media di un plantare è di circa<br />

18 mesi.<br />

Dott. Daniele Cervoni<br />

Laureato in Tecniche Ortopediche<br />

Per maggiori informazioni<br />

o appuntamenti:<br />

Centro Ortopedico Flaminio<br />

Tel. 0<strong>76</strong>1.517744<br />

Cell. 339.1816523


22<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Presentazione Ufficiale del lib<br />

Il bullismo. Come riconoscerlo e com<br />

del Prof. Massimo Marsicola, edito da Accademia Internazio<br />

Il bullismo. Un argomento di grande attualità,<br />

un problema da non sottovalutare. Un<br />

male spesso nascosto perché non detto<br />

dalla vittima né, tantomeno, dal bullo; che<br />

quasi tutti, mi permetto di dire, abbiamo<br />

vissuto, o in un ruolo (molto più spesso,<br />

credo) o nell’altro (mi auguro i meno possibili).<br />

Esso è stato ben affrontato nel libro<br />

“Il bullismo, come riconoscerlo e combatterlo”,<br />

del Prof. Massimo Marsicola, che la<br />

casa editrice della nostra rivista ha voluto<br />

editare quale prima opera della collana<br />

Philosophica. La presentazione ufficiale si<br />

è tenuta giovedì 2 Dicembre, presso la<br />

Sala Conferenze della Curia Vescovile di<br />

Civita Castellana. Con l’autore, erano presenti<br />

l’editore Sandro Anselmi, il Dott.<br />

Romolo Bozzo, ex Dirigente Ufficio<br />

Scolastico Provinciale di Viterbo, la<br />

Prof.ssa Carla Mancini, docente di lettere e<br />

la Dott.ssa Sandra Falzone, Logopedista e<br />

Psicologa dell’età evolutiva, dello Studio<br />

Ceral di Civita Castellana.<br />

Molti gli insegnati presenti, giunti da tutto<br />

il circondario, nonostante gli istituti scolastici<br />

non abbiano dato la diffusione sperata<br />

della notizia.<br />

Ad “aprire le danze”, l’editore, che ha presentato<br />

gli ospiti. La parola è passata,<br />

dunque, al Dottor Bozzo, che ha curato la<br />

prefazione del libro, a seguire l’intervento<br />

della Dott.ssa Falzone, che ha mostrato<br />

delle diapositive di aiuto per illustrare ed<br />

analizzare i vari aspetti del problema. La<br />

Da sx: l’editore Sandro Anselmi, la Prof.ssa Carla Mancini, l’autore Prof. Massimo Marsicola,<br />

il Dott. Romolo Bozzo, la Dot.ssa Sandra Falzone<br />

Prof.ssa Mancini, invece, ha voluto delineare<br />

la figura dell’autore accennando al<br />

suo pensiero ed alle sue opere precedenti.<br />

A concludere il Prof. Marsicola che nell’esporre<br />

i tratti salienti della sua opera, ha<br />

tenuto anche una piccola lezione di filosofia<br />

e pedagogia dell’essere, offrendo interessanti<br />

spunti per i presenti, come ha<br />

fatto notare qualcuno di essi. La richiesta,<br />

infatti, è stata quella di creare più occasioni<br />

per poter discutere, confrontarsi, educarsi<br />

su un argomento del genere, cosa<br />

che ci siamo riproposti da fare. La presentazione,<br />

in realtà, non è stata una semplice<br />

presentazione fine a se stessa, ma,<br />

anche grazie alla presenza<br />

della Dott.ssa Falzone, un<br />

momento formativo molto<br />

interessante.<br />

Un ringraziamento va al Prof.<br />

Erasmo Di Giuseppe, per l’aiuto<br />

indispensabile nell’organizzazione<br />

dell’evento, a Don<br />

Mariano Chiricozzi ed a<br />

Francesca, per il sostegno<br />

tecnico, a Mons. Pernigotti ed<br />

a tutto il personale della<br />

Curia, oltre che al Vescovo,<br />

Romano Rossi, assente per<br />

impegni precedentemente presi, ed al<br />

Vescovo Emerito Divo Zadi, anch’egli occupato<br />

in improrogabili impegni ecclesiastici.<br />

Ricordo che è possibile acquistare il libro<br />

presso la nostra redazione oltre che nelle<br />

migliori librerie, al costo di soli 10 €. Può<br />

essere un ottimo regalo di Natale per amici<br />

insegnanti e genitori. Approfittatene!<br />

Ermelinda Benedetti


Buone Feste


24<br />

Sant Agata Feltria<br />

Ogni anno sul finire<br />

nel mese di Novembre<br />

ci si inizia ad immergere<br />

nel “caldo” clima<br />

natalizio. Le vetrine<br />

dei negozi vengono<br />

addobbate ed illuminate<br />

con luci colorate,<br />

la tv inizia a trasmettere<br />

i primi spot pub-<br />

di Ermelinda blicitari di panettoni,<br />

Benedetti pandori, torroni e<br />

quant’altro caratterizza il Natale, e poi si<br />

inizia a pensare ai possibili regali da fare e,<br />

perché no, anche da ricevere. Ma posso<br />

garantirvi, che per entrare appieno in questo<br />

fantastico mondo, non c’è nulla di<br />

meglio di una bella gita a Sant’Agata<br />

Feltria, il paese del Natale, un piccolo<br />

borgo fino allo scorso anno in provincia di<br />

Pesaro Urbino ed attualmente passato<br />

sotto la giurisdizione della provincia di<br />

Rimini.<br />

Le vie che conducono al borgo sono piene<br />

di bancarelle che espongono le novità<br />

decorative dell’anno, quasi facendo a gara<br />

tra di loro. Un’allegra banda di “babbi<br />

natale”, suona spostandosi di piazza in<br />

piazza e nel primo pomeriggio, alla folla si<br />

mescolano i figuranti del presepe vivente,<br />

tutti in costumi d’epoca e alle prese con gli<br />

antichi mestieri: alcune donne fanno il<br />

sapone, altre filano e cuciono, alcuni<br />

uomini pascolano, un altro fabbrica sandali...<br />

Il freddo è davvero pungente, specie<br />

in cima, dove si trova Rocca Fragosa e da<br />

cui si può ammirare uno splendido panorama,<br />

cosparso qua e là di chiazze di neve.<br />

Di certo anche quello, al quale noi non<br />

siamo abituati, ha contribuito a rendere<br />

indimenticabile la giornata.<br />

STORIA Le origini di<br />

Sant’Agata Feltria risalgono al<br />

periodo Pre-Romano quando in<br />

questi luoghi si insediarono<br />

tribù umbre, che essendo fondamentalmente<br />

composte da<br />

agricoltori, pastori e cacciatori,<br />

potevano stabilirsi nelle foreste<br />

che coprivano il massiccio<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Le guide di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

appenninico. E’ nel VII secolo<br />

a. C. che si parla di una<br />

tribù Sapinia, costituita da<br />

popoli Sarsinati e Solonati,<br />

che formavano municipalità<br />

separate. Nel territorio solonate<br />

era compreso quello che<br />

ora costituisce il territorio del<br />

Comune di Sant’Agata Feltria,<br />

dove durante le invasioni dei<br />

Goti, la città di Solona fu<br />

distrutta completamente.<br />

Verso il 600 d. C., in seguito<br />

ad una frana, dal Monte<br />

Ercole sovrastante Sant’Agata<br />

Feltria, si staccò una roccia<br />

arenaria, sulla quale ai primordi<br />

dell’VIII secolo, sorse una chiesa<br />

dedicata a S.Agata. Ai piedi della<br />

roccia, venne a costruirsi man<br />

mano, un’agglomerato di case,<br />

che in principio ebbe il nome di<br />

Pietra Arenaria, poi quello di<br />

Sant’Agata Feltria. Secondo una<br />

leggenda, la Chiesa fu costruita in<br />

ricordo di S. Agata, la quale insieme<br />

a S. Leone e S. Marino, risaliva<br />

un giorno la valle del Marecchia in cerca<br />

di luoghi solitari ove stabilirsi. Senonchè<br />

sia per amore di quiete, sia per sfuggire<br />

alle tentazioni carnali, a un certo momento<br />

si separarono. Così S. Marino salì sul<br />

Monte Titano, S. Leone salì sul Monte<br />

Feltro e S. Agata sul Monte di Perticara.<br />

Ma anche dalle vette di questi monti i<br />

Santi erano attratti a scambiarsi dei saluti,<br />

e allora S. Agata scese ad abitare negli<br />

anfratti di una roccia detta “Sasso del<br />

lupo” od anche “Pietra anellaria”, che da<br />

lei si chiamò prima “Rocca di S. Agata”, e<br />

poi per le numerose abitazioni sorte attorno<br />

al sacello, “Pagus di S. Agata”.<br />

Vecchie memorie dicono, invece, che il<br />

paese di Sant’Agata sia stato fondato dai<br />

Goti, dopo che avevano distrutto un<br />

castello nelle vicinanze. Sulla fine dell’<br />

800, per investitura ecclesiastica, tutto il<br />

territorio santagatese venne signoreggiato<br />

dai Cavalca, Conti di Bertinoro, i quali<br />

mantennero il feudo di Sant’Agata Feltria<br />

per quasi due secoli Nel 1177, morto il<br />

Conte Cavalca, senza aver lasciato figli, il<br />

Rettorato di<br />

Sant’Agata Feltria che<br />

comprendeva molti<br />

castelli e varie località,<br />

fu dato dall’Imperatore<br />

Barbarossa<br />

ad Antonio Feltrio<br />

Conte di Montecopiolo.<br />

Ma tale cessione<br />

fu contrastata<br />

dalla Santa Sede.<br />

Nel 1296 era Signore<br />

di Sant’Agata Feltria Guido Tiberti di<br />

Petrella, da questi passò ai Faggiolani, poi<br />

nel 1334 ai Tarlati d’Arezzo, che nel 1335<br />

furono scacciati da Uguccione della<br />

Faggiola (di dantesca memoria) a cui fu<br />

tolta dal Cardinale Egidio Albornoz.<br />

Nel 1430 Sant’Agata Feltria venne data in<br />

Vicariato ai Malatesta che la tennero sino<br />

al 1463, quando Federico da Montefeltro<br />

riconquisterà per la Santa Sede la Rocca di<br />

Sant’Agata Feltria ed i Castelli dell’Alto<br />

Montefeltro. Così Federico fu nominato<br />

Duca e Gonfaloniere della Santa Sede,<br />

facendo innalzare le sue insegne e immurare<br />

il suo stemma nelle Rocche e nei<br />

Castelli di suo dominio. Da questa famiglia<br />

venne infeudata ai Fregoso di Genova che<br />

la tennero ininterrottamente fino al 1660.<br />

Nel Governo si susseguirono: Ottaviano I°<br />

Fregoso, Federico, Aurelio I°, Ottaviano<br />

II°, Orazio e Aurelio II°. Il Feudo tornò poi<br />

alla Santa Sede che lo passò sotto la giurisdizione<br />

della legazione di Urbino.<br />

Nell’età napoleonica fu capitale del dipartimento<br />

del Rubicone. Nel Risorgimento,<br />

dopo aver liberato gran parte delle Marche<br />

e della Romagna, proprio a Sant’Agata<br />

Feltria si sciolsero i Cacciatori del<br />

Montefeltro, depositando le armi nel<br />

“Teatro Angelo Mariani”.<br />

Ricchi e piuttosto movimentati sono stati i<br />

trascorsi storici della piccola Sant’Agata<br />

Feltria e sul prossimo numero continuerò a<br />

raccontarvela, “mostrandovi” i luoghi che<br />

ho avuto il piacere di visitare…


Sono ormai svariati<br />

anni, che giunto al<br />

numero natalizio del<br />

“Come eravamo”,<br />

sono consapevole del<br />

rischio che corro nel<br />

ripetere le stesse<br />

cose, quando racconto<br />

tradizioni e sensa-<br />

di Alessandro Soli zioni passate, perciò<br />

mi accingo, questa<br />

volta, a focalizzare un Natale diverso, un<br />

altro Natale. Mille e mille pensieri affollano<br />

la mia mente, si accavallano,<br />

spingono, cercano<br />

di sovrastarsi, fanno a<br />

gara per conquistare un<br />

posto tra queste poche<br />

righe. Allora pervaso dall’atmosfera<br />

che solo questo<br />

periodo dell’anno sa<br />

suscitare, proverò anche<br />

stavolta ad emozionarvi.<br />

Ma dove corri tu, che<br />

malgrado la crisi, ti<br />

affanni alla ricerca del<br />

regalo a tutti i costi,<br />

acquistato all’ultimo<br />

minuto, senza sapere se<br />

farai la felicità di chi lo<br />

riceve. Perché invece<br />

non corri a far visita a<br />

quel tuo amico malato,<br />

che non pensa ai regali<br />

da fare: ti accorgerai che<br />

la tua semplice presenza<br />

sarà per lui il dono più<br />

bello. Ma che fai tu,<br />

immobile e indeciso<br />

davanti alle vetrine piene<br />

di giocattoli, che devi<br />

assolutamente regalare<br />

ai tuoi bambini, o ai tuoi<br />

nipotini, non ti senti forzato<br />

nelle scelte? Certo,<br />

come va il mondo oggi,<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Come eravamo<br />

Natale, Natale, un altro N<br />

ogni mese una festa, ogni mese un compleanno,<br />

una ricorrenza, verrebbe da dire<br />

ogni giorno è Natale. E allora? Ma che<br />

credi che se non fai così, il mondo cambia?<br />

E’ il mondo che ha cambiato te, sei diventato<br />

schiavo del tuo tempo. Quel mondo<br />

che tu hai sconvolto col tuo comportamento,<br />

distruggendolo con la scusa del<br />

progresso; la natura e tutto l’ecosistema,<br />

si sta prendendo la rivincita; allora prova a<br />

riappropriarti dei tuoi sentimenti, prova a<br />

vivere ancora non “un Natale, ma il<br />

Natale”. Vai, come facevi una volta, a rac-<br />

Da Lione, sotto la neve, i miei nipotini augurano Buon Natale a tutti.<br />

Da sx: Teresa, Davide, Letizia, Dorotea, Paolo Maria.<br />

Buone Feste da<br />

25<br />

cogliere il muschio (‘a carpinella) nei<br />

boschi, magari portando con te qualche<br />

bambino, continua a fare il presepe in<br />

casa, e per non far torti addobba anche<br />

l’albero natalizio. Stai con “i tuoi”, come<br />

sempre hai fatto e sempre farai, ma non<br />

dimenticare mai chi invece con “i suoi”<br />

non ci può stare per ragioni che facilmente<br />

si possono immaginare. Credetemi cari<br />

amici, questa non è retorica, sono quei<br />

due o tre pensieri che sono riusciti, calpestando<br />

tutti gli altri, a trovare spazio tra<br />

queste righe……. Buon Natale!


26<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Una “Fabrica” di ricordi<br />

Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma<br />

Erano tutti in chiesa<br />

quella notte di Natale,<br />

per aspettare la nascita<br />

del Bambino Gesù.<br />

Giunti a piedi da ogni<br />

parte del paese e dalle<br />

campagne, quasi tutti<br />

gli uomini avevano<br />

di Sandro Anselmi lasciato le famiglie<br />

attorno al focolare per<br />

non mancare quell’appuntamento con la<br />

fede.<br />

La chiesa era tutta illuminata e le persone<br />

accalcate per seguire la messa, arrivate<br />

tutte infreddolite, si stavano pian piano<br />

riscaldando, ma vista l’ora, al tepore<br />

sopraggiungeva il torpore e la sonnolenza,<br />

e molti di loro, rimasti in piedi, chiusi nei<br />

loro cappottoni spinati, s’appoggiavano<br />

discretamente al muro per resistere alla<br />

spossante stanchezza.<br />

C’era profumo d’incenso ed il profumo<br />

denso delle candele faceva bruciare gli<br />

occhi.<br />

Il latino della funzione, poi, mandava tutti<br />

in catalessi e, solo alla mezzanotte, quando<br />

il bambino veniva finalmente portato in<br />

processione per tutta la chiesa, si risollevava<br />

l’attenzione.<br />

Allora tutti cantavano, ed anche la voce<br />

diseducata e grave dei contadini, si confondeva<br />

con il coro.<br />

I canti si alternavano alle parole del prete<br />

e, fra tutti, quelli più partecipati erano i<br />

classici Tu scendi dalle stelle ed Astro del<br />

ciel.<br />

Ognuno allora recitava dentro di sè quelle<br />

preghiere che aveva serbato nella mente<br />

fin dall’anno prima, con le quali invocare<br />

ogni grazia per sè ed i suoi cari e la pace<br />

per i propri defunti.<br />

Questo contatto diretto con il Signore,<br />

interceduto dalla fede per il Bambinello,<br />

tranquillizzava e riempiva di solida speranza.<br />

La neve di Natale<br />

Nella notte di<br />

Natale, dovevano<br />

mettersi in<br />

pari con la<br />

coscienza, e<br />

non sarebbero<br />

mai potuti mancare<br />

alla messa<br />

di mezzanotte.<br />

All’uscita della<br />

chiesa c’era,<br />

però, una bellissima<br />

sorpresa.<br />

La neve che<br />

intanto era<br />

scesa lenta e<br />

silente, aveva<br />

imbiancato<br />

tutta la piazzetta.<br />

Era stato sereno<br />

nei giorni precedenti, e perciò sul terreno<br />

asciutto i fiocchi avevano facilmente attecchito,<br />

adagiandosi l’uno sull’altro.<br />

C’era silenzio, non c’erano le auto allora,<br />

non c’erano le luci di oggi e tutto sembra-<br />

L’esterno del Duomo<br />

L’interno del Duomo di Fabrica di Roma<br />

va una favola. Quei pochi, fiochi lampioni<br />

appesi ai fili della luce, illuminavano quel<br />

paesaggio irreale. Ora che tutti erano fuori<br />

dalla chiesa, si scambiavano gli auguri,<br />

poi, accarezzati dai fiocchi leggeri, tornavano<br />

a casa per condividere quell’emozione<br />

inaspettata con le famiglie, che avevano<br />

mantenuto allegro il fuoco, aspettando<br />

pazientemente il loro ritorno.<br />

Era un altro natale.<br />

Tanti auguri da


Buone


28<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Associazione Artistica Ivna<br />

LA MIGRAZIONE DELLA LUCE E DEL COLORE<br />

DAL SILENZIO DELL’INCONSCIO ALL’ARMONIA DELLA VOCE ARTISTICA<br />

NELLE IMMAGINI A CONTRASTO CROMATICO-SIMBOLICO DI KATIA AIELLO<br />

della Prof.ssa<br />

Maria Cristina<br />

Bigarelli<br />

Katia Aiello nasce a<br />

Catania e si distingue<br />

per il suo spontaneo<br />

sorriso che illumina il<br />

volto impreziosito<br />

dallo sguardo dei suoi<br />

occhi chiari e trasparenti<br />

come a dire della<br />

sua preponderante<br />

idea cristallina riguardo<br />

la sua vita di<br />

donna e di artista. La<br />

sua solare fisionomia<br />

emerge delicata, seppur con impeto, all’esterno<br />

del mondo che la accoglie e corre<br />

parallela alle fattezze pittoriche scaturite<br />

dall’interno della sua anima, nella quale, il<br />

magma della commozione e dell’amore<br />

risiede.<br />

Magma che fuoriesce veemente, senza<br />

inondare, senza distruggere, ma soltanto<br />

per illuminare il terreno sottostante, soltanto<br />

per dare il giusto calore allo scorrere<br />

delle ore su questo pianeta. Il trasporto<br />

per l’Arte esiste in Katia già fin da piccola,<br />

quando si dilettava con i pastelli ad<br />

olio e spontaneamente il suo stile si avvicinava<br />

ai macchiaioli. L’epoca universitaria,<br />

negli ambiti della giurisprudenza, è caratterizzata<br />

dalla decorazione su vetro, dilettandosi<br />

a trovare gli oggetti più inconsueti<br />

e stravaganti. La tenacia, l’abilità e l’intraprendenza<br />

fanno sì che Katia abbia una<br />

formazione iniziale da autodidatta. Nel<br />

duemila Katia si trova a San Giovanni<br />

Rotondo, luogo nel quale lavora per tanti<br />

anni nell’Amministrazione della Casa<br />

Sollievo della Sofferenza, in un susseguirsi<br />

di varie esperienze, tra cui quella politica.<br />

Sarà questo l’anno che segnerà una vera e<br />

propria “esplosione artistica”: fa la conoscenza<br />

del Dottor Leonardo Tricarico, grazie<br />

alle brevi ma intense lezioni del quale<br />

le si spalanca lo splendido universo<br />

dell’Olio su Tela nell’ambito della divisione<br />

dei piani. Importante per lei sarà il training<br />

pittorico presso la Scuola del Maestro<br />

Mario Orofino, della Prof.ssa d’Accademia<br />

e Artista Mara Bartoli, seguendo gli insegnamenti<br />

e l’esperienza dei quali ha<br />

ampliato la conoscenza e l’applicazione di<br />

altre tecniche come l’acquarello e la china.<br />

La sua passione rimarrà sempre l’Olio che<br />

si può definire un’inclinazione e una tendenza<br />

spontanea, naturalmente preferenziale<br />

in relazione all’acrilico in particolare:<br />

questa predilezione dell’Olio le consente di<br />

plasmare la materia. Non diniega comunque<br />

l’acrilico che viene utilizzato per i<br />

fondi, permettendole di realizzare la tridimensionalità.<br />

Katia Aiello si muove liberamente da uno<br />

stile pittorico all’altro, provando l’emozione<br />

di riscoprire in una sorta di “updating”<br />

dell’Impressionismo, congeniale a lei per<br />

l’uso del colore e della luce base per rappresentare<br />

la realtà percepita attraverso<br />

l’occhio dell’artista colpito da un’impressione<br />

subitanea e momentanea, marcando<br />

l’idea che la realtà fornisce impressioni<br />

diverse dall’uno o l’altro osservatore: l’<br />

adorazione per la sua terra si trasfigura nei<br />

suoi quadri in colori solari, raggianti di<br />

rosso, di giallo, nei cieli infuocati, nei tra-<br />

monti, e d’ azzurro marino che rigenera,<br />

purifica e mostra la via per riappropriarsi<br />

della libertà come diritto-connotazione<br />

naturale dell’Uomo verso l’Infinito. I Punti<br />

Luce sono fondamentali e richiamano l’attenzione<br />

che i pittori fiamminghi impiegavano<br />

per la Luce che ha le sue qualità e<br />

proprietà nell’illuminare oggetti: nel caso<br />

della pittura di Katia Aiello diventa una<br />

“maniera” di illuminazione dell’interiorità di<br />

quell’oggetto, di quel volto, di quel paesaggio<br />

che approda ad un’identità<br />

dell’Anima, creando immagini continuamente<br />

variabili, costruendo la forma,<br />

facendo indossare ad essa il colore che<br />

vediamo con gli occhi dell’Artista, che vaga<br />

con la mente e con lo sguardo, librandosi<br />

nell’aria.<br />

Se è vero che la vita di un artista è arte e<br />

l’arte diventa la sua vita, allora è anche<br />

vero che i periodi felici, di luce possono<br />

essere attraversati da periodi bui, come il<br />

cielo azzurro può essere oscurato da nubi<br />

nere, lasciando intravedere, però, che dietro<br />

di esse c’è ancora il sole…periodo,<br />

quello dell’artista Aiello riconoscibile come<br />

Eclissi del Punto Luce; simbologia che<br />

esprime nel figurativo, tendenzialmente<br />

psicologico, onirico nel grido silenzioso,<br />

sofferente, dei volti umani, floreali e di<br />

oggetti che spingono con elegante sensualità<br />

e dignitoso atteggiamento un<br />

momento di vita laddove il bianco e il nero<br />

sono “quasi l’annullamento” della personalità.<br />

L’ eco di un mondo sommerso che<br />

canta l’invocazione dello spirito, l’implorazione<br />

dell’alma vitale che trova comunque


isposta nel Punto di Colore, il Rosso.<br />

Allora, ecco l’annullamento è parziale grazie<br />

a quel colore, simbolo<br />

di passione e di vita,<br />

che mai potrà spegnersi<br />

in Katia, Donna ed<br />

Artista… Il Rosso è come<br />

il Sole dietro le nuvole; è<br />

il simbolo della forza,<br />

dell’energia; è la molla<br />

per andare avanti. Dalla<br />

sofferenza nascono una<br />

tecnica ed uno stile originali,<br />

avulsi dall’ordinario,<br />

che partono con un<br />

titolo, un nome per poi<br />

plasmare l’immagine…in<br />

un contrasto cromatico che genera emozioni<br />

viscerali e che ha i connotati di un<br />

cerchio il cui percorso approda ai “Bagliori<br />

di Vita”, come una Rinascita…si tratta di un<br />

vero e proprio viaggio “Dall’inconscio<br />

all’Immagine”, nel quale il “Colore…”, come<br />

ci confessa Katia, “…è la mia Voce”!<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 29<br />

L’amalgama e la scelta del colore sono in<br />

simbiosi con la musica che influenza la<br />

scelta pittorica, perché sollecita la Musa<br />

ispiratrice interiore in un gioco intimistico<br />

musicale, ideale e quindi pittorico. Perfino<br />

gli oggetti ritratti possono avere un’anima<br />

in quanto, secondo Katia Aiello, essi sono<br />

stati toccati, usati contribuendo a fare la<br />

sua storia insieme a quella di altri: molti<br />

oggetti che Katia dipinge ricordano l’infanzia<br />

e le persone più care, evocando l’armonia<br />

dei sentimenti. Similmente i papaveri<br />

rossi, provenienti dal buio, sembrano<br />

danzare in un canto corale, sotto il riflettore<br />

di luce intensa prendendo corpo dallo<br />

stesso, alzandosi in uno slancio vitale in<br />

cerca dell’Assoluto, dell’Infinito e<br />

dell’Eterno. La generosità con la quale<br />

Katia dipinge è un pregevole compendio<br />

della sua abilità poetica che apre una<br />

comunicazione simbolica scaturita da un<br />

colloquio interiore, un monologo che va ad<br />

incorporarsi alla pittura. I due momenti<br />

dello scrivere e del dipingere<br />

si scindono<br />

e poi si ritrovano<br />

in una successione<br />

di sentimenti<br />

ed emozioni<br />

che impreziosiscono<br />

la sua<br />

Galleria autobiografica<br />

pittorica<br />

e poetica.<br />

La gratitudine<br />

con la quale<br />

Katia ci dona<br />

uno dei pezzi più<br />

belli della sua<br />

collezione di immagini dall’inconscio è<br />

senza vincoli: nell’opera “Schegge” trae<br />

spunto da un vetro rotto, le cui schegge,<br />

appunto, suggeriscono e fanno intuire alla<br />

Aiello quanto siano visibilmente perfette,<br />

quelle schegge, per dire che ognuna simboleggia<br />

le afflizioni psicologiche, la sensi-<br />

bilità ferita e, tra di esse c’è l’Artista, il suo<br />

Volto, il suo Essere delineati e dipinti con<br />

tratti informali, volutamente<br />

non perfetti…il vuoto, creatosi<br />

dopo la rottura del<br />

vetro, è stato colmato dalla<br />

sofferenza, dal sorriso, dalla<br />

presenza del suo corpo colpito,<br />

ma non trafitto…tutte<br />

le schegge tendono e convergono<br />

in un unico, solito<br />

Punto di Colore Rosso della<br />

rosa simbolo del cuore che<br />

irrora con la linfa vitale un<br />

atto passionale e percettibilmente<br />

dignitoso, sfociante<br />

nel rossore delle gote che<br />

illuminano gli occhi,divenendo essi stessi il<br />

Punto Luce dello sguardo afflitto, ma estasiato,<br />

capace di andare oltre la fragilità, di<br />

vedere oltre il terreno, di sentire oltre l’umano,<br />

di accogliere le meraviglie<br />

dell’Amore che allevia le pungenti ed<br />

amare schegge di dolore in un afflato sublime<br />

ed eterno!


30 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Un bel sabato di<br />

Novembre siamo partiti<br />

per le Canarie,<br />

accompagnati da alcuni<br />

docenti della<br />

nostra scuola media<br />

“G. Fabrizio” di Acquapendente.<br />

Noi<br />

siamo i ragazzi della<br />

III C, una classe, non<br />

facciamo per vantarci,<br />

che ha molti stu-<br />

di Secondiano Zeroli<br />

denti bravi e molte<br />

studentesse…belle! Il<br />

viaggio d’istruzione ha avuto luogo perché<br />

siamo inseriti nel progetto COMENIUS, che<br />

ha lo scopo (senza farla troppo lunga) di<br />

fare incontrare giovani di diverse nazioni,<br />

di modo che possano fare amicizia tra loro.<br />

Il nostro volo da Fiumicino è partito a mezzogiorno<br />

e dopo uno scalo a Madrid, siamo<br />

arrivati a Las Palmas, alle ore 18.30. Il<br />

nostro soggiorno è iniziato subito male: i<br />

bagagli non ci sono stati restituiti, perché<br />

gli aeroportuali erano in sciopero! Non ci<br />

siamo, tuttavia, persi d’animo e, nonostante<br />

una sistemazione all’Ostello della<br />

Gioventù, non proprio ottimale, ci siamo<br />

subito resi conto che, a metà novembre,<br />

sembrava di essere tornati ai dolci tepori<br />

di fine estate! La temperatura stazionava<br />

tra i 24 ed i 28 gradi, tanto è vero che il<br />

giorno successivo, dopo aver acquistato<br />

un costume da bagno ed un asciugamani,<br />

abbiamo fatto un bagno memorabile in<br />

una spiaggia bellissima, dal morbido colore<br />

di rosa. Al ritorno ci siamo fermati a Mas<br />

Palmas, un’altra spiaggia; ma questa volta<br />

costituita da incredibili dune, dove noi ci<br />

siamo divertiti un mondo a tuffarci ed a<br />

rotolarci, sotto gli sguardi benevoli dei<br />

Un Pugnalone alle<br />

Canarie<br />

nostri insegnanti,che<br />

però<br />

non erano a<br />

conoscenza del<br />

fatto che la<br />

cosa era vietata.<br />

Per la serie:<br />

anche gli insegnanti<br />

possono<br />

sbagliare! L’indomaniabbiamo<br />

conosciuto i<br />

ragazzi della<br />

Scuola Media di<br />

Las Palmas e<br />

con loro siamo<br />

andati al RO-<br />

QUE NUBLO, la<br />

montagna più<br />

alta dell’isola.<br />

La salita alla vetta è stata piuttosto sofferta,<br />

ma alla fine ci siamo goduti il nostro bel<br />

panino al prosciutto ed al formaggio,<br />

ammirando sotto di noi un panorama mozzafiato,<br />

ci sembrava di stare sulla luna,<br />

tanto scarsa era la vegetazione. Tra l’andata<br />

ed il ritorno, intanto, molti di noi<br />

hanno cominciato a parlare con i ragazzi<br />

del posto… una parola tira l’altra e ben<br />

presto ci siamo scambiati gli indirizzi email.<br />

Ivan ha collezionato il maggior<br />

numero di indirizzi femminili e qualcuno,<br />

certamente esagerando, gli ha pronosticato<br />

di mettere su famiglia alle Canarie! La<br />

giornata è poi terminata benissimo: all’aeroporto<br />

abbiamo finalmente potuto ritrovare<br />

i nostri bagagli, e a quel punto è stato<br />

un autentico correre ad andare per primo<br />

a fare la doccia.<br />

Il giorno dopo, freschi e puliti, ci siamo<br />

recati alla Scuola Media. L’impressione è<br />

stata eccellente; la<br />

loro è sicuramente<br />

una scuola più bella<br />

della nostra e quando<br />

a Maggio 2011, ci<br />

renderanno la visita,<br />

forse non ci faremo<br />

una bella figura. Comunque<br />

eravamo lì<br />

per fare un “minipugnalone”,<br />

che è la<br />

tradizione più grande<br />

e più bella di<br />

Acquapendente e di<br />

cui andiamo tutti<br />

fieri. Abbiamo lavorato<br />

di buona lena ed il<br />

risultato è stato sorprendente anche per<br />

noi: avevamo fatto un “mini-pugnalone”,<br />

davvero bello perché riprendeva le nostre<br />

tradizioni ma poi inseriva anche aspetti<br />

della loro civiltà. Non sono mancati i complimenti,<br />

certamente sinceri, del preside,<br />

dei professori e dei ragazzi del posto. Al<br />

pomeriggio ancora un bel bagno<br />

nell’Oceano Atlantico, con la colonnina del<br />

mercurio che segnava 29 gradi e poi la<br />

sera tutti a passeggio tra le strette viuzze<br />

del centro città. E mentre noi ci bevevamo<br />

coca-cola e aranciate, i prof. erano intenti<br />

a scolarsi generose dosi di rhum…<br />

Il mercoledì, l’ultimo giorno della nostra<br />

permanenza, abbiamo visitato il delizioso<br />

centro di Las Canteras, la prima capitale<br />

dell’isola. Nel museo della cittadina, abbiamo<br />

ammirato, ottimamente conservati, i<br />

resti dei primi insediamenti umani dell’isola.<br />

Alla sera, grande “baldoriata” finale,<br />

con musica “a palla” e dolcetti a volontà. Il<br />

giovedì siamo ripartiti e poco prima delle<br />

ventidue eravamo di nuovo a casa: ad<br />

Acquapendente. Ognuno nella propria<br />

dimora non ci siamo fatti mancare una<br />

deliziosa cenetta, a base di pastasciutta e<br />

di bistecche; francamente eravamo un po’<br />

stufi di mangiare sempre panini per pranzo<br />

e zuppe di verdure la sera. Ma, a parte<br />

la gastronomia, la gita è stata stupenda, i<br />

ragazzi che abbiamo conosciuto, simpaticissimi,<br />

le spiagge bellissime, il clima stupefacente.<br />

Le altre terze (la A e la B) ci<br />

hanno molto invidiato. Indubbiamente<br />

avevano ragione!<br />

Federico, Marco e Valerio


Buone Feste


32<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Del concepimento e della vita<br />

del Prof. Massimo<br />

Marsicola<br />

“Esistere” significa<br />

essere gettato dentro<br />

l’orizzonte esistentivo<br />

del mondo.<br />

In compagnia cioè<br />

di cose e di altri che<br />

hanno questo<br />

medesimo carattere.<br />

Di entrarvi nessuno<br />

lo ha chiesto.<br />

E’ per questo che si<br />

dice “gettato den-<br />

tro”. Il venire a trovarsi, e l’essere all’interno<br />

dell’orizzonte esistentivo implica però<br />

che qualcuno, che non sono io, ha deciso<br />

e scelto per me. Anche se “decidere” e<br />

“scegliere” lo si deve assumere con l’idea<br />

del limite proprio della possibilità. Si deve<br />

assumere allora, che il concepimento è<br />

l’atto preliminare mediante il quale l’essere<br />

gettato nel mondo viene all’esistenza. E<br />

parrebbe anche logico ammettere che<br />

trattasi di un atto biologico o fisico-biologico.<br />

La vita riproduce se stessa. La vita<br />

dona la vita. Ma è necessario riconoscere<br />

che prima del concepimento biologico vi è<br />

un concepimento spirituale: un atto spirituale.<br />

E per comprendere ‘chi è’, ossia la<br />

vera identità di colui che è stato chiamato<br />

all’esistenza mediante il concepimento,<br />

occorrerebbe risalire, di volta in volta,<br />

all’atto effettivo mediante il quale, ogni<br />

singolo individuo, è stato concepito. Non è<br />

facile. Anche perché, per concepire una<br />

vita, è necessario essere in due, e poiché<br />

il concepimento spirituale corrisponde all’i-<br />

dea presente in ciascuno,<br />

non è detto che i due<br />

abbiano la medesima idea,<br />

si orientino verso il medesimo<br />

tipo di concepimento.<br />

Per concepire è necessario<br />

desiderare. Il desiderare è<br />

già concepire nello spirito;<br />

pensare che l’altro ci piace.<br />

L’idea svela l’intenzione.<br />

L’intenzione rivela l’idea.<br />

L’idea è concepimento spirituale.<br />

Essa viene prima<br />

dell’atto fisico e mediante di essa l’atto fisico<br />

si compie. Pertanto, l’atto del concepimento<br />

biologico, è da considerarsi sempre<br />

successivo all’atto del concepimento spirituale.<br />

Anche se ci si trovasse in presenza<br />

di due individui distratti e distaccati. Nel<br />

momento dell’atto, consumano il concepimento<br />

in ambedue le sedi: biologica e spirituale.<br />

I due hanno deciso di unirsi. Si<br />

viene al mondo quindi, perché si è concepiti<br />

nello spirito, prima ancora che nella<br />

carne. I sentimenti, le emozioni, le passioni<br />

che ci accompagnano o che ci spingono<br />

verso l’altro, l’innamoramento…, sono<br />

altrettanti espedienti, “astuzie della ragione”<br />

direbbe Hegel, che precedono necessariamente<br />

e inevitabilmente l’atto formale<br />

del concepire. La nascita al mondo è<br />

espressione del concepimento, è chiamata<br />

all’esistenza ed esposizione alla vita. Dal<br />

concepire si viene al mondo. Dai frutti si<br />

riconosce l’albero del concepimento. Da<br />

‘chi sarà’ da grande la persona, si evince<br />

Tanti auguri da:<br />

chi erano i suoi genitori. Da ciò che dirà o<br />

farà si può trarre indicazione circa la sua<br />

origine e il suo destino.<br />

“Esistere” non significa ancora “vivere”,<br />

ma esposizione alla vita; possibilità di<br />

accedervi. E finchè si esiste, si è sempre<br />

anche nella possibilità di accedere alla<br />

vita. La vita però è consapevolezza, è<br />

libertà conquistata dalla creatura per poter<br />

gestire responsabilmente la propria esistenza,<br />

anche e soprattutto, in relazione<br />

agli altri. Vivere significa agire in armonia<br />

con l’intero mondo esistente, sapendo<br />

rispettare ogni cosa ed ogni persona.<br />

Vivere significa agire dopo aver accolto in<br />

se stessi lo spirito di verità, ed in perfetta<br />

coerenza con esso. Vivere significa aver<br />

vinto in se stessi l’egoismo ed essere<br />

approdati all’altruismo che considera l’altro<br />

un altro me. Vivere significa aver accolto<br />

Dio nella propria vita ed essere con lui<br />

passati dall’esistenza alla vita. Da questo<br />

accoglimento dipende il passaggio.


La Cassa di Risparmio<br />

di Roma nacque<br />

nel 1836 per iniziativa<br />

privata di alcuni<br />

esponenti dell’aristocrazia<br />

romana,<br />

della Curia, dell’alta<br />

finanza e dell’imprenditoria.<br />

Lo scopo<br />

era di promuove-<br />

di Francesca Pelinga re nel popolo lo spirito<br />

del risparmio.<br />

Sin dall’inizio conquistò la fiducia dei piccoli<br />

risparmiatori in quanto accompagnava<br />

insieme all’attività del credito quella della<br />

beneficenza. Prima della sua nascita vi<br />

erano i Monti di pietà o banco dei pegni<br />

che erano un’ istituzione finanziaria senza<br />

scopo di lucro (nati verso la fine del XV<br />

secolo in Italia su iniziativa dei Francescani<br />

per dare prestiti di limitata entità) in cambio<br />

di un pegno che i creditori vedevano<br />

restituito quando il debito veniva ripagato.<br />

La Cassa di Risparmio quindi partecipava<br />

ad opere di previdenza sociale e pubblica<br />

utilità. Nell’udienza del 18 aprile 1855,<br />

papa Pio IX approvò l’istituzione di una<br />

Cassa Di Risparmio nella città di Viterbo e<br />

nel circondario ,Cassa da amministrare da<br />

una Società anonima fondata da privati a<br />

scopo filantropico e approvò il Regolamento<br />

composto da trentaquattro articoli.<br />

Non appena la Società raggiunse il capitale<br />

di 1500 scudi ,le azioni costavano circa<br />

10 scudi ciascuna, cominciò ad operare.<br />

Non si ricevevano depositi minori a 5<br />

baiocchi ne maggiori a 5 scudi,i frutti<br />

cominciavano dal giorno dopo ed erano del<br />

4 per cento,però il depositante doveva<br />

avere sul conto la somma di 25 baiocchi e<br />

se ritirava la somma prima di un mese non<br />

aveva diritto ad alcun interesse. Era aperta<br />

tutte le domeniche (ottenuta la licenza<br />

dalle autorità ecclesiastiche) e tutti i sabati<br />

dalle ore 11 all’una, si potevano ricevere<br />

i depositi la domenica, ma il sabato non si<br />

rendevano soldi a chi li chiedeva. La Cassa<br />

aveva la facoltà di impiantare Agenzie nei<br />

Comuni del Circondario di Viterbo qualora<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 33<br />

LA CASSA DI RISPARMIO DI CIVITA CASTELLANA<br />

Ecco dove i nostri antenati mettevano da parte i propri guadagni<br />

ne avessero fatta richiesta attraverso la<br />

domanda delle rispettive Rappresentanze<br />

Comunali,veniva assegnato un casteletto e<br />

veniva nominata una commissione di vigilanza.<br />

Nel 1873 il Tarquini ci riferisce di<br />

“una rinomata Cassa di Risparmio diretta<br />

da zelanti cittadini”, nel 1877 l’istituto bancario<br />

contribuì all’apertura del primo asilo<br />

infantile di Civita e ai bisogni locali del<br />

commercio e delle industrie private. Nel<br />

1889 il consiglio d’amministrazione era<br />

cosi composto: vice-presidente Giacomo<br />

cav. Franci, ragioniere Giuseppe Petti, cassiere<br />

Nicola Quatrini, consiglieri sindacatori<br />

Giuseppe Gori, Paolo Morelli segretario<br />

Arvino Del Frate. Quell’<br />

anno furono impiantati a<br />

Civita altri due istituti di<br />

credito e le operazioni<br />

bancarie subirono una<br />

notevole diminuzione,fu<br />

anche una difficile annata<br />

agricola e commerciale e<br />

venne quindi usata la<br />

massima cautela negli<br />

investimenti a scanso di<br />

eventuali perdite,vennero<br />

sospese le gratificazioni<br />

per il presidente, cassiere<br />

e ragioniere. Il fondo di<br />

cassa liquido nella gestione<br />

del 1888 era di L.3949 (15.938,00 euro<br />

rapportato ad oggi),i versamenti settimanali<br />

fatti dai depositanti nel 1889 erano di<br />

L.9654 (38.964,00 euro rapportato ad<br />

oggi). Le azioni costavano L.100 e ne comperarono<br />

una del Frate Arvino, Gori<br />

Giuseppe, Arigoni Gio-vanni, Guazzaroni<br />

Giuseppe, Morelli Paolo. Furono spese per<br />

sussidi caritatevoli L.12 gli interessi sulle<br />

cambiali erano del 7 per cento ed erano<br />

state riscosse sulle cambiali scadute<br />

durante l’anno 1889 di L.35021<br />

(141.347,00 euro rapportato ad oggi) delle<br />

gestioni precedenti L.4300 (17.355,00<br />

euro) la riscossione degli interessi fu di<br />

L.2795 (11.280,00 euro), era stato per i<br />

civitonici un anno veramente nero. Nel<br />

1892 facevano sempre parte del Consiglio<br />

Auguri<br />

d’amministrazione : Giacomo cav,Franci<br />

presidente, vice-presidente Giuseppe Petti,<br />

il consiglio era composto da: Luigi Profili,<br />

Giuseppe Guazzaroni, Stanislao Laurenti,<br />

Giovanni Arrigoni, il ragioniere Arvino Del<br />

Frate, cassiere Filippo Poggioli, segretario<br />

Angelo Pasquetti, i sindacatori Giovan<br />

Paolo Lepori, Paolo Morelli. Nel rendiconto<br />

all’assemblea degli azionisti dell’11 settembre<br />

1892 il presidente Cav. Franci purtroppo<br />

dovette dire che non erano stati<br />

ottenuti dei grossi guadagni in quanto vi<br />

era stato una grande crisi bancaria. A quel<br />

tempo vi erano sei banche con la facoltà di<br />

emettere biglietti di banca intitolati al<br />

Regno d’Italia: la Banca Romana,<br />

la Banca Nazionale di Torino, il<br />

Banco di Napoli, il Banco di<br />

Sicilia, la Banca Nazionale<br />

Toscana e la Banca Toscana di<br />

Credito, ed erano impegnate in<br />

prestiti a lungo termine soprattutto<br />

nel settore dell’industria<br />

edilizia e, a causa della crisi di<br />

quest’ultima, molte banche crollarono.<br />

Lo scandalo maggiore fu<br />

quello della Banca Romana che<br />

per coprire le perdite iniziò ad<br />

emettere senza autorizzazione<br />

una nuova moneta ed a stampare<br />

due serie di biglietti con lo<br />

stesso numero di serie in modo da raddoppiare<br />

l’emissione della moneta in circolazione.<br />

Tutto ciò ebbe pesanti ripercussioni<br />

sia a livello politico che sul sistema<br />

economico bancario italiano. Nel 1893 il<br />

governo Giolitti riordinò il sistema creditizio<br />

e fu fondata la Banca D’Italia con la fusione<br />

della Banca Nazionale con le due banche<br />

toscane. Il patrimonio della nostra<br />

Cassa comunque era salito da 57258<br />

(225.828,00 euro di oggi) a L.89090<br />

(351.374,00 euro di oggi), le cambiali<br />

erano L.144,451 (567,00 euro di oggi). I<br />

sindacatori Paolo Lepori e Paolo Morelli il<br />

5 febbraio 1893 dichiararono che si poteva<br />

guardare tranquilli all’avvenire facendo<br />

una preghiera a tutti gli azionisti di effettuare<br />

depositi, sia pure di piccole somme.


34<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

CIVITONICI ILLUSTRI<br />

L’ABATE LUDOVICO SODERINI<br />

(1660-1739)<br />

Nuove e recenti acquisizioni archiviali permettono,<br />

allo stato attuale, di aggiungere<br />

nuove informazioni sulle attività di personaggi<br />

storici di Civita Castellana, lontani<br />

ormai nel tempo, ma fondamentali se<br />

inquadrati nel secolare processo di evoluzione<br />

storica e sociale del nostro centro.<br />

Tra tutte emerge la figura dell’Abate<br />

Ludovico Soderini, nato a Civita<br />

Castellana nel 1660, appartenente ad una<br />

importante famiglia Toscana quì trasferitasi<br />

da Firenze intorno al sec.XVI, al seguito<br />

della corte Pontificia che periodicamente<br />

transitava nella fortezza Sangallo, centro<br />

politico e militare nevralgico durante tutto<br />

il secolo XVI.<br />

Intorno al 1685, il Soderini è Vicario della<br />

Cattedrale di Santa Maria Maggiore e<br />

segretario del Vescovo del tempo.<br />

Le sue doti religiose ed organizzative vengono<br />

subito notate da un importante prelato<br />

della Curia Romana e nominato amministratore<br />

apostolico della città di Cento in<br />

provincia di Ferrara. Intorno al 1688<br />

abbandona Civita Castellana per i suoi<br />

impellenti impegni e obblighi istituzionali.<br />

Ripercorriamo alcune tappe principali della<br />

vita del Soderini: 1688, governatore di<br />

Cento; 1699, amministratore di Città di<br />

Castello e, infine, nel 1738 governatore<br />

della Sabina.<br />

Dunque, incarichi istituzionali di alto livello<br />

a conferma delle doti religiose e organizzative<br />

del prelato civitonico.<br />

In una lettera del tempo: “….il signor<br />

abbate Soderini era poi un uomo molto<br />

dedito alla pietà, ed avuto in pregio per<br />

senno e per prudenza…aveva tenuto il<br />

governo di vari luoghi dello stato ecclesiastico;<br />

ed ora che era vecchio anzi che no,<br />

si voleva mandare a presiedere la nobile<br />

città di Cesena, ove avrebbe con migliore<br />

paga un campo degno del suo sapere…. Il<br />

buon vecchio prima di accettare interrogò<br />

il santo vescovo, se non fosse meglio per<br />

lui ritirarsi in Civita Castellana sua<br />

patria..”.<br />

Purtroppo l’aggravarsi delle condizioni di<br />

PALAZZO SODERINI OGGI<br />

salute, ormai malferma da qualche anno,<br />

lo costringono a non accettare l’incarico.<br />

Il 13 Giugno 1739, poco prima della sua<br />

scomparsa, dona alla Curia Vescovile con<br />

specifico atto notarile: “ LA SUA CASA<br />

POSTA DENTRO QUESTA CITTA’ NELLA<br />

CONTRADA DETTA PANICO PAROCHIA DI<br />

SAN CLEMENTE CON IL GIARDINO, E<br />

TUTTI LI SUI ANNESSI E CONNESSI,<br />

LIBRARIA E TUTTI LI MOBILI, E SEMO-<br />

VENTI IN ESSA ESISTENTI PER IL VALO-<br />

RE DI 9.000 SCUDI”.<br />

L’importante documento archiviale permette<br />

oggi di identificare con estrema precisione<br />

la collocazione urbana della residenza<br />

della famiglia Soderini: si tratta del<br />

palazzo Soderini, posto alla confluenza<br />

di via di Porta Lanciana con via Panico,<br />

oggi privo di ogni utilizzazione e in attesa<br />

di un immediato intervento di restauro<br />

conservativo, data l’importanza del manufatto<br />

opera di un importante architetto<br />

Romano del sec. XVII.<br />

Dopo la scomparsa del prelato, dal 1740 al<br />

Buone Feste<br />

1746, il palazzo ospita alcuni uffici della<br />

Curia Vescovile e fino al 1802, con alterne<br />

vicende, il locale seminario vescovile.<br />

Dal 1802 al 1985, è sede del collegio femminile<br />

e casa di ricovero dell’infanzia<br />

abbandonata, dell’ordine religioso delle<br />

Maestre Pie Venerini, meglio note alla<br />

storia di Civita Castellana come le “orfanelle”.<br />

Nel 1986, subito dopo la chiusura<br />

del collegio, è stato oggetto di una sua trasformazione<br />

in casa protetta per anziani<br />

e al centro di un lungo dibattito architettonico<br />

e sociale che fino agli anni ’90 ha<br />

caratterizzato la vita sociale del nostro<br />

centro, senza però giungere ad una affettiva<br />

utilizzazione. Tra il 2000 e il 2001, è<br />

stata completamente ristrutturata la<br />

copertura che versava in condizioni di<br />

estremo degrado. Il palazzo presenta<br />

motivi architettonici tipici dell’architettura<br />

Barocca, in particolare la soluzione d’angolo<br />

su via di Porta Lanciana e le finestrature<br />

dell’ultimo piano, dalle eleganti volute.<br />

Due gli ingressi: il portale ad arco di via<br />

Panico, con il profondo androne che<br />

immette nel vasto giardino e alla scala,<br />

ortogonale, al corridoio, che conduce ai<br />

piani superiori e in particolare alla cappella<br />

del piano nobile.<br />

L’area esterna è caratterizzata da un vasto<br />

cortile rettangolare e da un giardino<br />

sopraelevato destinato originariamente ad<br />

orto. L’abate Ludovico Soderini muore nel<br />

dicembre del 1739 e viene sepolto nella<br />

Cattedrale di Santa Maria Maggiore.


36 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Un trombettista veterano di New Orleans,<br />

tale Papa Mutt Carey, ha detto: “ … gli<br />

uomini che hanno dato il via a tutto il Jazz<br />

sono stati il cornettista Buddy Bolden e il<br />

batterista Papa Jack Laine … ”<br />

Buddy Bolden nei pochi anni in cui fu attivo<br />

come musicista era grande, le donne<br />

non sapevano resistergli e lui non sapeva<br />

resistere ne a loro ne al whisky, ma a<br />

causa della sua vita sregolata finì per perdere<br />

il senno, nel 1903 fu rinchiuso in un<br />

manicomio della Luisiana dove morì<br />

parecchi anni dopo.<br />

Sorte diversa toccò a Papa Jack Laine il<br />

progenitore del Jazz bianco o del<br />

Dixieland se si preferisce, egli dimostrò<br />

una notevole capacità organizzativa in<br />

forza della quale già nel 1888, aveva<br />

appena quindici anni, formò il suo primo<br />

complesso e nel suo periodo di maggiore<br />

fortuna coincidente con i primi anni del<br />

secolo, ebbe il controllo di ben sette<br />

Bands, tutte contraddistinte dallo stesso<br />

nome, si chiamavano Reliance Brass Band<br />

e lavoravano a New Orleans simultaneamente<br />

suonando Rag-time e Marce per<br />

parate. Negli anni della guerra ispano -<br />

americana, fu leader della formazione più<br />

importante di New Orleans e molti dei<br />

musicisti di quella città, nel decennio compreso<br />

tra il 1910 e il 1920, iniziarono a<br />

suonare con lui; egli li scelse tra gli appartenenti<br />

ai diversi gruppi etnici presenti<br />

nella città del Delta per cui annoverò nelle<br />

sue formazioni francesi, italiani, tedeschi,<br />

ebrei, cubani, messicani e finanche africani<br />

e, molti di questi, che avevano anche<br />

militato nelle formazioni costituite da King<br />

Oliver e Buddy Bolden, furono gli artefici<br />

di quella fertile collaborazione che risultò<br />

essere la mescolanza tra i diversi stili<br />

musicali. Ebbe alle sue dipendenze musicisti<br />

i cui nomi sarebbero rimasti nella<br />

Storia del Jazz, il cornettista Lawrence<br />

Vega, il clarinettista Alcide Yellow Nunez,<br />

il cornettista Nick LaRocca, il pianista<br />

Henry Ragas, i fratelli Abbie e George<br />

Brunis, il clarinettista Ernest Giardina e<br />

tanti altri ancora, certamente più di cento;<br />

quasi tutti i musicisti bianchi di New<br />

Orleans suonarono nelle sue Bands.<br />

Ma per comprendere meglio la personalità<br />

musicale di Papa Jack Laine, dobbiamo<br />

soffermarci, sia pur brevemente, su quelli<br />

che furono i c.d. Minstrels ossia gli interpreti<br />

di quello spettacolo itinerante, il<br />

Minstrel, appunto, che ebbe origine nel<br />

sud degli Stati Uniti e in Virginia in particolare<br />

e che risultò essere essenziale per<br />

la nascita del Jazz.<br />

Lo spettacolo offerto, che era basato sulla<br />

interpretazione del patrimonio musicale e<br />

folkloristico nero, preparò senza alcun<br />

dubbio all’introduzione di quella nuova<br />

musica; ma chi erano i Minstrels? In origine<br />

soltanto bianchi, del resto come si<br />

poteva pensare che più di due secoli fa un<br />

nero potesse salire e recitare su un palcoscenico?<br />

Successivamente furono anche neri, peraltro,<br />

gli stessi bianchi si travestivano da<br />

neri tingendosi le mani e il viso per proporre<br />

una interpretazione dell’uomo di<br />

colore che trovava consensi e favore da<br />

parte del pubblico bianco; basti ricordare<br />

il travestimento di Al Jolson in quel celeberrimo<br />

film dal titolo: Il cantante di Jazz<br />

che costituì il primo esempio di spettacolo<br />

cinematografico sonoro.<br />

Sviluppatosi dapprima come spettacolo<br />

claunesco, il Minstrel assorbì in seguito<br />

quella vigorosa musica discendente dai<br />

meetings religiosi dei neri, nè poteva<br />

mancare il solito bianco, tale Daddy Rice,<br />

in artè Jim Crow che propose un particolare<br />

personaggio, un vero e proprio Zio<br />

Tom che, sciancato e deforme, cantava e<br />

ballava offrendo divertimento ai presenti.<br />

Questo spettacolo ebbe enorme diffusione<br />

e successo tanto che da allora Jim Crow<br />

divenne sinonimo di uomo di colore e, da<br />

questo nome nacquero i locali Jim Crow,<br />

le carrozza Jim Crow, gli scompartimenti<br />

dei treni Jim Crow, la segregazione razzia-<br />

Buone Feste<br />

le, in buona sostanza.<br />

Tutto ciò fino a quando anche i neri non<br />

misero in scena i loro spettacoli di<br />

Minstrels grazie a Henry Juba Laine, ai<br />

Pringle Minstrels, alla African Company ed<br />

ai Georgia Colored Minstrels che, adottando<br />

linguaggio e atteggiamenti dei bianchi<br />

che li irridevano, arrivarono addirittura a<br />

tingersi loro stessi il volto e le mani per<br />

mettere in risalto la propria appartenenza<br />

alla razza nera. Si assistette in tal modo ad<br />

una sorta di parodia della parodia che<br />

avrebbe trovato pratica esemplificazione<br />

nel repertorio di molti futuri Jazzmen,<br />

primo fra tutti il grande Louis Armstrong -<br />

Satchmo; questi Minstrels neri effettuarono<br />

fortunate tournèes in tutti gli Stati<br />

Uniti, e non poche delle musiche eseguite<br />

dai loro complessi sarebbero poi passate<br />

nei repertori Jazzistici.<br />

Orbene Papa Jack Laine prima di dedicarsi<br />

al Jazz, di cui divenne una delle figure<br />

più importanti nel periodo della formazione,<br />

diresse una Band di Minstrels a New<br />

Orleans, Band che dette al Blues un insostituibile<br />

contributo.<br />

Pur essendo vissuto a lungo, Papa Jack<br />

Laine morì all’età di oltre novanta anni,<br />

rinunciò alla musica nel 1917, quando<br />

aveva appena quarantaquattro anni, per<br />

dedicarsi all’attività di fabbro e, successivamente,<br />

a quella di garagista. Non esiste<br />

alcuna sua registrazione e nel corso della<br />

sua lunga vita è stato intervistato più<br />

volte; egli ha sempre affermato di essere<br />

stato lui ad istradare molti di quei musicisti<br />

che avrebbero determinato e caratterizzato<br />

il Jazz di New Orleans.<br />

Riccardo Consoli<br />

Buone Feste


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 37<br />

L’angolo del Bon Ton<br />

Come tutti gli anni, in<br />

questo periodo desidero<br />

fare un regalo a<br />

tutti i lettori della<br />

nostra rivista; quest’anno<br />

però il mio<br />

pensiero va in particolare<br />

ai più piccolini.<br />

di Letizia Chilelli Desidero, infatti,<br />

donarvi una tenerissima<br />

fiaba, che dedico a tutti i bimbi..<br />

senza dimenticare anche quelli un po’<br />

più grandicelli!!!!<br />

Era la notte prima di Natale, la notte in<br />

cui tutto è calmo, sereno, come in attesa,<br />

e niente e nessuno si muove, dentro<br />

le case addormentate, nemmeno un<br />

topolino..<br />

La luna sulla neve appena caduta faceva<br />

scintillare di una luce irreale ogni<br />

cosa, quando, ai miei occhi stupiti,<br />

apparve nel cielo una minuscola slitta,<br />

trainata da otto piccole renne, con un<br />

adorabile vecchietto come cocchiere: subito<br />

capii che doveva trattarsi di Babbo<br />

Natale.<br />

Le piccole renne correvano agili ai richiami<br />

e agli incitamenti del dell’allegro guidatore:”Vai<br />

Fulmine! Muovetevi, Agile e Astuta!<br />

Andiamo Cometa! Su, Cupido! Vai, Asso!<br />

Verso la cima del tetto, via saltate, coraggio!”.<br />

Come le foglie morte prima che l’uragano<br />

le trascini via, incontrando un ostacolo,<br />

s’alzano a mulinello verso il cielo, così<br />

volavano le renne sopra il tetto della casa,<br />

trasportando Babbo Natale e la sua slitta<br />

ricolma di doni.<br />

Una visita di Babbo<br />

Un attimo dopo potei udire chiaramente il<br />

loro scalpiticcio e il risonare dei loro zoccoli<br />

sopra il tetto.<br />

Mi immaginai Babbo Natale mentre scendeva<br />

dal camino: era vestito di pelliccia<br />

dalla testa ai piedi e i suoi abiti erano sporchi<br />

di cenere e fuliggine; gettato dietro le<br />

spalle aveva un sacco pieno di giocattoli e<br />

sembrava un venditore ambulante in procinto<br />

di mostrare la sua merce.<br />

Come scintillavano i suoi occhi! Che allegria<br />

mettevano le sue fossette!<br />

Le guance sembravano rose e il naso una<br />

rossa ciliegina; la sua buffa, piccola bocca<br />

era increspata da un amabile sorriso e la<br />

sua barba era candita come la neve.<br />

Fra i denti stringeva la pipa e il fumo<br />

azzurrino saliva a circondare il suo capo<br />

come un’impalpabile ghirlanda. La sua<br />

larga faccia e il suo enorme pancione sobbalzavano<br />

quando rideva, come una scodella<br />

colma di gelatina!<br />

Era così paffuto e rubicondo, proprio come<br />

un allegro gnomo, che non appena lo vidi<br />

scoppiai a ridere, mio malgrado; un batter<br />

di palpebre e un cenno del capo mi fecero<br />

capire che non avevo niente da temere.<br />

Non pronunciò una sola parola, ma si mise<br />

subito al lavoro: riempì accuratamente<br />

tutte le calze, poi si girò di scatto, e si pose<br />

un dito sulle labbra facendomi cenno di<br />

tacere, e salì su per il camino.<br />

Montò sulla sua piccola slitta, emise<br />

un fischio acuto all’indirizzo del suo<br />

equipaggio e tutti se ne volarono via<br />

in un batter d’occhio, ma io potei<br />

udire chiaramente, mentre si allontanava<br />

nel cielo, la sua voce argentina<br />

augurare: “Buon Natale a tutti,<br />

a tutti felice notte!”<br />

Agli auguri di Babbo Natale si<br />

aggiungono anche i miei, con la<br />

speranza che in questo dolce periodo<br />

quel bimbo che c’è in ognuno di<br />

noi possa ricordarci il vero e meraviglioso<br />

significato del Santo Natale.<br />

(Fiaba di Clement C. Moore, da “Tempo di<br />

Natale” 1985 Mondadori Editore)<br />

Buone Feste


38<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

EPICONDILITE<br />

E’ un’infiammazione che colpisce tennisti e non solo,<br />

vediamo quali sono le cause e la terapia…<br />

del Dottor<br />

Patrizio Lazzarini<br />

fisioterapista<br />

L’epicondilite (precisamenteepicondilite<br />

omerale), è<br />

un’infiammazione<br />

dei tendini che vanno<br />

a gravare sul<br />

gomito, in dettaglio<br />

sull’epicondilo laterale.<br />

È una dolorosa<br />

infiammazione conosciuta<br />

anche come<br />

gomito del<br />

tennista, dato che colpisce spesso gli<br />

sportivi di questa categoria.<br />

Tuttavia, l’epicondilite non va intesa come<br />

una patologia che riguarda solo un piccolo<br />

gruppo di sportivi, ma riguarda anche chi<br />

sta molto tempo con gli arti superiori fermi<br />

nella stessa posizione per altri motivi,<br />

come un dattilografo, un pianista o uno<br />

scrittore che usi la tastiera. In genere i<br />

medici consigliano di cercare di prevenirla,<br />

riscaldando sempre bene le articolazioni<br />

prima di dedicarsi a degli sforzi intensi,<br />

come il culturismo, altri tipi di sport o lavori<br />

di natura manuale. Si tratta di un distur-<br />

bo di carattere invalidante, che, qualora<br />

non affrontato con la giusta terapia, può<br />

cronicizzare.<br />

Sintomi:Il dolore è localizzato dove queste<br />

fibre si attaccano all’osso sul lato esterno<br />

del gomito o lungo i ventri dei muscoli<br />

epicondiloidei all’avambraccio. Clinicamente<br />

si manifesta con dolore ad insorgenza<br />

subdola, con dolenzia durante l’uso combinato<br />

di mano, polso e gomito. Il dolore<br />

può aumentare la sera, dopo la giornata<br />

lavorativa. Solitamente la sintomatologia<br />

diventa più intensa per entità e durata,<br />

con maggior impaccio funzionale e riduzione<br />

progressiva dell’attività lavorativa fino<br />

ad una vera e propria impotenza funzionale<br />

antalgica.<br />

Diagnosi:L’esame radiologico è solitamente<br />

negativo, la diagnosi è squisitamente<br />

clinica anche se una ecografia tendinea,<br />

consente di identificare le aree di<br />

degenerazione endotendinea e l’iperemia<br />

dei tessuti peritendinei.<br />

Terapia:Nelle forme acute (dolore in atto)<br />

la terapia mira a eliminare l’infiammazione<br />

ed il dolore mediante l’interruzione mo-<br />

mentanea della attività sportiva e lavorativa,<br />

associando l’uso di FANS (Antinfiammatori<br />

per bocca). Fondamentali sono le<br />

terapie fisiche antalgiche, tipo laser, ultrasuoni,<br />

ipertermia, ionoforesi che aiutano<br />

ad eliminare l’infiammazione. Nei casi,<br />

comunque piuttosto rari, che non dovessero<br />

rispondere alla terapia è possibile ricorrere<br />

a un intervento chirurgico, eseguibile<br />

anche in artroscopia.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 39<br />

La storia della Previdenza Soci<br />

Italia<br />

Seconda parte<br />

di Arnaldo Ricci<br />

arnaldo_ric@yahoo.it<br />

Bisogna anche dire<br />

che la spinta finale<br />

alle istituzioni di<br />

allora, nel porsi il<br />

problema della previdenza<br />

per gli operai<br />

e di conseguenza<br />

a legiferare in merito,<br />

fu data anche<br />

dagli avvenimenti<br />

relativi alla protesta operaia che in quel<br />

periodo stava incalzando tutta l’Europa,<br />

compresa l’Italia, dove essi avevano causato<br />

anche fatti di sangue.<br />

Si può affermare che la legge 350 del 17<br />

luglio 1898 fu la prima a dettare le regole<br />

istitutive, di una previdenza sociale che si<br />

può definire progenitrice della attuale<br />

Inps. L’istituzione fu chiamata: CASSA<br />

NAZIONALE DI PREVIDENZA PER<br />

L’INVALIDITA’ E LA VECCHIAIA<br />

DEGLI OPERAI<br />

E’ da sottolineare che essa ( contrariamente<br />

a quella contro gli infortuni sul lavoro,<br />

istituita a marzo dello stesso anno e<br />

resa immediatamente obbligatoria, sia<br />

per i lavoratori che per il datore di lavoro )<br />

non prevedeva l’obbligo di iscrizione, il<br />

quale era solamente su base volontaria del<br />

lavoratore. Il datore di lavoro era completamente<br />

estraneo al rapporto che il lavoratore<br />

poteva avere con la sua assicurazione<br />

previdenziale. In realtà, lo stato dettò<br />

alcune regole quadro ma lasciò totalmente<br />

libero il lavoratore, nella scelta di avere<br />

o non avere la sua assicurazione previdenziale.<br />

Parallelamente a questa istituzione<br />

che sembrava essere più privata che pubblica,<br />

rimasero comunque in essere la<br />

maggior parte delle varie organizzazioni di<br />

mutuo soccorso precedentemente in attività.<br />

Come tutti sappiamo, a quei tempi<br />

(fine ottocento ) lo stato italiano che era di<br />

concezione liberale, non si affrettò ad abolirle.<br />

Non entrando molto nei particolari, i<br />

contributi versati alla cassa di previdenza,<br />

assicuravano un trattamento pensionistico<br />

a 65 anni, sia per uomini che per donne;<br />

la pensione veniva calcolata con un meto-<br />

do molto più vicino all’attuale contributivo<br />

piuttosto che al retributivo.<br />

Ovviamente chi decideva di lavorare<br />

senza iscrizione alla cassa (questo era<br />

consentito dalle norme allora vigenti)<br />

non percepiva nessuna pensione di vecchiaia,<br />

tantomeno quella di invalidità.<br />

Tutto rimase in questi termini fino al<br />

1919, quando esattamente il 21 Aprile<br />

1919, fu approvato, dal parlamento, il<br />

famoso regio decreto legislativo N° 603 il<br />

quale istituì l’obbligatorietà di iscrizione<br />

previdenziale, sia per il lavoratore che per<br />

il datore di lavoro. I contributi venivano<br />

versati con il controllo dello stato, il quale<br />

partecipava anche con suoi trasferimenti<br />

monetari, seppure in piccola percentuale,<br />

assicurando il funzionamento dell’ente di<br />

previdenza. Questa legge avvicinò l’Italia<br />

agli altri stati nord europei, dove, giusto<br />

per fare l’esempio della Germania, rogatorie<br />

simili vigevano fin dal 1882; fautore il<br />

Bismarck.Il nuovo ente previdenziale, ridisegnato<br />

dal decreto 603, cambiò anche<br />

nome e venne chiamato CASSA NAZIO-<br />

NALE PER LE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />

con acronimo CNAS. La pensione di vecchiaia<br />

per gli uomini rimase fissata sempre<br />

a 65 anni ma per il gentil sesso fu riconosciuta<br />

l’opzione di andare a 60 anni.<br />

Un giorno prima dell’entrata in esercizio<br />

della nuova CNAS si contavano circa<br />

700.000 lavoratori iscritti e 20.000 pensionati,<br />

tra quelli di vecchiaia e quelli d’invalidità;<br />

dopo circa sei mesi di attività, grazie<br />

all’obbligatorietà, risultarono iscritti ben 12<br />

milioni di lavoratori! Qualche politico però<br />

iniziò a sentire l’esigenza di abolire ed<br />

assorbire, presso la neonata CNAS, tutte<br />

quelle forme di assistenza sociale allora in<br />

piedi, derivanti dalle vecchie organizzazioni<br />

di mutuo soccorso di stampo ottocentesco.<br />

Di seguito riporto un brano del discorso<br />

del senatore Mario Abbiate, pronunciato<br />

nel 1921 dai banchi del senato del regno<br />

d’Italia, in merito alla necessità di unificare<br />

le varie forme assicurative; a mio parere<br />

sembra molto attuale.<br />

Foto del frontespizio della tessera che veniva<br />

consegnata al lavoratore iscritto nel periodo<br />

1898 – 1919<br />

“………….Il funzionamento attuale<br />

delle assicurazioni sociali in Italia, le<br />

une separate dalle altre, con burocrazie<br />

multiple e strumenti diversi,<br />

per il loro costo di amministrazione e<br />

per la complessità delle operazioni<br />

che richiedono, suscita forti resistenze.<br />

È doloroso dire questo per chi ha<br />

dato la maggior opera della sua vita<br />

all’avvento, nel nostro paese, delle<br />

assicurazioni sociali; ma è doveroso<br />

dirlo. Dobbiamo coordinare le assicurazioni<br />

esistenti, sulla base dell’ istituenda<br />

assicurazione contro le<br />

malattie, per conseguire con minor<br />

dispendio e col minor disturbo dei<br />

datori di lavoro, i massimi risultati.<br />

Dobbiamo risolvere questo problema<br />

al più presto; prima che attraverso i<br />

presenti ordinamenti provvisori, le<br />

varie burocrazie si consolidino e crescano<br />

le ostilità verso le assicurazioni<br />

stesse…….”<br />

Questa esigenza, enunciata per la prima<br />

volta dal senatore Mario Abbiate, all’interno<br />

dello stato liberale, fu tenuta presente<br />

anche dallo stato successivo, di concezione<br />

corporativa 1922 – 1943. nonché da<br />

quello attuale della prima e dalla seconda<br />

repubblica. Attualmente, molto si è fatto<br />

nell’ unificare i vari trattamenti previdenziali<br />

precedentemente esistenti anche se<br />

quello che auspicava il senatore Abbiate<br />

nel 1921 non si è ancora totalmente ottenuto.<br />

continua sul prossimo numero...<br />

Buone Feste


40 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Nuovo successo per il giovane Maestro Enrico Mazzoni<br />

Più volte ci siamo trovati ad elogiare i<br />

meriti ed i successi del giovane maestro<br />

Enrico Mazzoni, attivo e presente nel<br />

panorama musicale locale. Ma ripercorriamo<br />

brevemente le tappe fondamentali da<br />

lui percorse fin ora, per arrivare a complimentarci<br />

dell’ultimo traguardo raggiunto.<br />

Enrico, sin dall’età di otto anni, mostra la<br />

passione innata per la musica ed inizia a<br />

studiare assiduamente. Nel frattempo termina<br />

le scuole dell’obbligo e si iscriversi<br />

all’I.T.I.S. “L. Da Vinci” di Viterbo, dove si<br />

diploma nel ’97 con votazione 57/60.<br />

Quattro anni dopo arriva anche il diploma<br />

in pianoforte conseguito al conservatorio<br />

“G. Briccialdi” di Terni, con votazione 9/10.<br />

Ma Enrico non si ferma lì e dopo un nuovo<br />

percorso di studi, intrapreso nel medesimo<br />

istituto, l’11 Novembre 2010 consegue il<br />

diploma accademico di secondo livello in<br />

Tastiere Storiche, con il massimo dei voti e<br />

tanto di lode al seguito.<br />

Tutto questo, va ricordato, avviene mentre<br />

Enrico è impegnato a svolgere attività<br />

didattiche presso la scuola di musica<br />

comunale di Soriano nel Cimino, l’associazione<br />

culturale “Musica Arte & Cultura”, la<br />

scuola di musica comunale di Nepi e l’associazione<br />

musicale “F. Zappa” di Magliano<br />

Sabina. Mazzoni, inoltre, è organista della<br />

Chiesa Cattedrale “S. Maria Maggiore e del<br />

Coro Polifonico “Mons. Giuseppe<br />

Bellamaria” di Civita<br />

Castellana, dal 1999.<br />

Assai numerosi sono i<br />

concerti tenuti in questi<br />

anni, e molti altri saranno<br />

quelli in cui lo vedremo<br />

presente.<br />

Agli auguri per il recente<br />

successo guadagnato,<br />

aggiungiamo quelli<br />

per essere diventato<br />

papà del piccolo<br />

Gianluca.<br />

L’ANGOLO DEL PROF. A cura di Patrizia Caprioli.<br />

Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire come supporto didattico per gli insegnanti<br />

interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli studenti.<br />

Learning Paths – Tante vie Per Imparare : http://www.learningpaths.org/<br />

Sito dedicato alle strategie ed ai vari stili di apprendimento e di insegnamento, dedicato a coloro che desiderano<br />

aiutare se stessi o gli altri ad imparare.<br />

Non solo matematica : http://www.marikarongo.fan-club.it/t_download.php<br />

Sito creato da un insegnante di scuola primaria, Marika Rongo; la sezione presa in esame da la possibilità di scaricare<br />

documentazione dedicata a schede ed esperienze didattiche, programmazioni eccetera, eccetera.<br />

Tanti auguri al piccolo<br />

Gianluca Mazzoni che il<br />

5 Dicembre ha compiuto<br />

3 mesi, dai genitori<br />

Enrico e Veronica, i<br />

nonni Silvio e Regina,<br />

Remo e Luciana<br />

Tel. 0<strong>76</strong>1.5<strong>76</strong>604 - cartolibreriasoldini@libero.it<br />

www.lamiacartoleria.it<br />

La nostra collaborazione con la rivista <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>, è iniziata nell’Aprile del 2009 e da allora tutti i mesi l’appuntamento<br />

con la nostra clientela sulle pagine del giornale non è mai mancato. Per la nostra attività questo ha rappresentato<br />

un impegno economico importante, che abbiamo ritenuto utile, per comunicare il nostro pensiero, non solo attraverso<br />

articoli pubblicitari, ma facendo quasi un discorso sociale sull’importanza delle piccole librerie nel proprio paese,<br />

della necessità di leggere, di possedere le basi per acculturarsi, per informarsi,<br />

così da essere sempre più uomini liberi. A questo punto gradiremmo molto che, chi ci ha letto con<br />

interesse, ci comunichi i propri pensieri e ciò che vorrebbe che noi continuassimo a fare, e a scrivere,<br />

attraverso la nostra pagina Facebook “Cartolibreria Soldini”.<br />

Come sempre noteremo il vostro interesse, le iniziative verso la nostra libreria non mancheranno!Possiamo<br />

iniziare subito dicendo che per le feste abbiamo a disposizione tutte le novità<br />

editoriale e possiamo evadere ogni vostro ordine in brevissimo tempo, tantissimi libri e giochi<br />

didattici per i vostri bambini e ragazzi! Per le feste non dimenticatevi della “piccola” libreria<br />

del vostro pese, e vi auguro di regalare e ricevere tanti libri!!!<br />

Perché un libro è per sempre.<br />

Dimenticavo, il grande assortimento di calendari, un’altra idea utile ed economica per i<br />

regali di Natale.<br />

Augurissimi a tutti.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 41<br />

Piazza Marcantoni: dopo l’inaugurazione,<br />

tanti gli appuntamenti sotto l’albero<br />

Di fronte ad una folla gremita, Piazza<br />

Marcantoni ha festeggiato la sua apertura.<br />

Tante le persone accorse nel nuovo<br />

centro commerciale di Civita Castellana<br />

per partecipare alla giornata di apertura.<br />

Al taglio del nastro erano presenti le<br />

autorità: il Sindaco di Civita Castellana,<br />

Gianluca Angelelli, il Vescovo S.E. Mons.<br />

Divo Zadi, il Presidente dell’Unicoop<br />

Tirreno Marco Lami, gli ex-operai della<br />

Ceramica Marcantoni, il Responsabile<br />

Marketing di Kaos Srl., Alessandro<br />

Angellelli, e il Presidente Vignale<br />

Comunicazioni Srl, Patrizia Corridori, il<br />

Consigliere Regionale del Pd l’On.<br />

Giuseppe Parroncini e la stampa locale.<br />

“In molti temono che Piazza Marcantoni<br />

possa togliere vivacità al centro storico;<br />

colgo l’occasione per rassicurarli sul fatto<br />

che non sarà così.- ha dichiarato, durante<br />

il taglio del nastro, il sindaco - Recuperare<br />

un’area di Civita è fondamentale per rivalorizzare<br />

l’intera città”. Anche il Vescovo,<br />

S.E. Mons. Divo Zadi, ha voluto sottolineare<br />

la valenza sociale dell’apertura di<br />

Piazza Marcantoni: “E’ un momento importantissimo<br />

per Civita Castellana – ha commentato<br />

il Vescovo - perché questo luogo,<br />

pregno di memoria storica, torna a nuova<br />

vita”. “Piazza Marcantoni non è solamente<br />

un centro commerciale ma anche luogo di<br />

socializzazione, in linea con i valori di cui la<br />

Coop da sempre è emblema”, ha ricordato<br />

Marco Lami, Presidente della Coop.<br />

L’inaugurazione di Piazza<br />

Marcantoni si è consumata<br />

così, tra shopping e divertimento,<br />

con gli spettacoli de<br />

“Il Cerchio Invisibile”, per<br />

la regia e la direzione artistica<br />

di Sandro Nardi, che si<br />

sono susseguiti fino a sera,<br />

quando la pioggia ha costretto<br />

i presenti a salutare, almeno momentaneamente,<br />

la nuova “Piazza” del paese.<br />

“All’interno di Piazza Marcantoni non ci<br />

sarà spazio solamente per un’anima commerciale,<br />

ma anche per la cultura e gli<br />

eventi ad essa legati.- ha dichiarato<br />

Alessandro Angellelli, Responsabile<br />

Marketing di KAOS Srl – Questo intento è<br />

confermato, non solo dal fatto che all’interno<br />

di Piazza Marcantoni è stato predisposto<br />

un apposito spazio dedicato al<br />

Museo della Ceramica, ma anche dalla<br />

presenza di locali messi a disposizione<br />

della cittadinanza e delle associazioni.<br />

Piazza Marcantoni – aggiunge - non mira a<br />

togliere vivacità e visibilità a quanto presente<br />

già sul territorio, ma ad integrarsi<br />

armoniosamente alle realtà esistenti”.<br />

Grazie ad un lavoro di recupero di una<br />

delle storiche ceramiche di Civita<br />

Castellana, come l’ex ceramica Casimiro<br />

Marcantoni, la nostra città è diventata<br />

esempio d’eccellenza anche a livello internazionale.<br />

A confermarlo, l’attenzione che<br />

il Mapic di Cannes e l’UrbanPromo di<br />

Venezia, due prestigiosi appuntamenti del<br />

marketing urbano e territoriale, hanno<br />

rivolto all’ambizioso progetto. Innovazione<br />

e tradizione si fondono a Piazza<br />

Marcantoni, dove le vecchie ciminiere e i<br />

blocchi di tufo si affiancano alle moderne<br />

vetrate e ai nuovi parcheggi sotterranei.<br />

“Quello che abbiamo realizzato è uno spa-<br />

zio sempre aperto, anche oltre l’orario dei<br />

negozi. È un’area commerciale, ma anche<br />

una piazza dove passeggiare e trascorrere<br />

del tempo - ha affermato l’Ing. Pietro<br />

Angeletti - Non a caso per quest’area<br />

parliamo di vie e di una piazza, e non semplicemente<br />

di un centro commerciale.<br />

Anche rispetto al centro storico, Piazza<br />

Marcantoni non si pone, assolutamente, in<br />

contrasto – conclude - ma semmai può<br />

essere considerata uno stimolo per la valorizzazione<br />

dell’intera città e un incentivo al<br />

turismo su tutto il territorio cittadino”.<br />

“La grande partecipazione cittadina dimostra<br />

quanto il progetto fosse sentito dalla<br />

popolazione e quanto la sua realizzazione<br />

risponda ad un’esigenza reale della città e<br />

dei paesi del comprensorio.- ha dichiarato<br />

l’arch. Domenico Cocucci, responsabile<br />

del progetto di recupero- Questa risposta<br />

positiva della cittadinanza va oltre ogni<br />

aspettativa e non può farci che piacere”.<br />

Dopo un inizio molto positivo, Piazza<br />

Marcantoni si appresta a vivere il suo<br />

primo Natale e a stupirvi con tante sorprese.<br />

A dicembre gli appuntamenti con Piazza<br />

Marcantoni proseguono con:<br />

- dal 10 al 24 dicembre, dalle ore 17<br />

alle 19, Babbo Natale sarà a Piazza<br />

Marcantoni per raccogliere le letterine dei<br />

bambini e lasciarsi fotografare con loro;<br />

- 19 dicembre, alle ore 13, pranzo di<br />

solidarietà, il cui ricavato sarà devoluto a<br />

favore del Centro Socio-educativo “Rosa<br />

Merlini Frezza”;<br />

- Venerdì 31 dicembre, alle ore 19,<br />

Brindisi di fine anno per salutare il 2010<br />

a Piazza Marcantoni.<br />

Per maggiori informazioni:<br />

www.piazzamarcantoni.it


42<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Ancora un saluto a Don Mario Valeri<br />

Caro don Mario, sull’ultimo<br />

numero di <strong>Campo</strong><br />

de’ <strong>fiori</strong> leggo un articolo<br />

che ti riguarda, a<br />

firma di Alessandro Soli.<br />

Gioisco e mi rammarico<br />

al tempo stesso. Alessandro<br />

mi ha preceduto<br />

di un soffio, era mio<br />

intendimento, infatti,<br />

richiedere alla Direzione<br />

della rivista, la preventiva<br />

autorizzazione per<br />

dedicarti un mio personale<br />

ricordo.<br />

Tuttavia, parlando con<br />

Sandro Anselmi, abbiamo<br />

convenuto che un ulteriore articolo a<br />

te dedicato non potrà di certo nuocere,<br />

quindi, eccomi pronto con carta e penna,<br />

come si era soliti dire qualche tempo<br />

addietro. Ti do del tu, non già perché ti<br />

considero mio padre, bensì per il fatto che<br />

ci diamo del tu da circa quarant’ anni.<br />

Infatti, correva l’anno 1969 quando con<br />

l’ing. Viale ci siamo portati a Ponzano<br />

Romano per effettuare un preliminare<br />

sopralluogo, lungo il tracciato di quello che<br />

sarebbe, successivamente, diventato la<br />

prima tratta della direttissima ferroviaria<br />

Roma - Firenze. Ricordo perfettamente di<br />

averti incontrato in prossimità della piazzetta<br />

di Ponzano, ti accompagnavi a un<br />

brigadiere dei carabinieri e Viale commentò<br />

così: siamo appena giunti a Ponzano<br />

Romano e incontriamo le autorità, il<br />

Parroco e il Comandante la Stazione<br />

Carabinieri, manca soltanto il Sindaco.<br />

Da quel giorno, con quel giovane Parroco,<br />

iniziava, per mai interrompersi, una assidua<br />

frequentazione; ti sei perfettamente<br />

integrato nell’organico del cantiere facendone<br />

parte a pieno titolo, pranzavi molto<br />

spesso con tutti noi; qualche volta, anche<br />

di recente, ti ho ricordato che, appena<br />

giungevi in prossimità delle baracche,<br />

Viale ti chiedeva se avessi già pranzato e<br />

spesso rispondevi: non<br />

ancora, al che seguiva<br />

un quasi ordine: allora<br />

prima vada a pranzare,<br />

dopo parleremo, rispondevi:<br />

obbedisco!<br />

Di quell’impegnativo<br />

lavoro ricordo il traforo<br />

del monte Soratte, una<br />

galleria lunga quattro<br />

chilometri circa, che<br />

richiedeva l’uso costante<br />

degli esplosivi e il<br />

costante impegno da<br />

parte di tutte le maestranze<br />

e dei minatori in<br />

particolare. Nella galleria<br />

Sant’ Oreste, così si chiamava il traforo,<br />

poichè sottopassava l’omonimo abitato,<br />

il 4 dicembre del primo anno dall’inizio dei<br />

lavori, in occasione della festività di Santa<br />

Barbara, ricorrenza molto sentita dai<br />

minatori, hai celebrato la Santa Messa. Il<br />

secondo anno, è stato S.E. il Vescovo di<br />

Civita Castellana a celebrarla e, questo<br />

fatto, ha indotto tutti noi a pensare che<br />

l’anno successivo, dopo il Parroco e il<br />

Vescovo, dovesse essere il Papa a celebrare<br />

in quella speciale occasione.<br />

Naturalmente era soltanto un modo di<br />

dire. Orbene, non ricordo attraverso quali<br />

canali, ma certamente con il tuo diretto e<br />

costante impegno, il Santo Padre Paolo VI<br />

accettò quell’insolito e del tutto inusuale<br />

invito; correva il 1972, quell’anno non<br />

celebrammo la festa di Santa Barbara e i<br />

relativi festeggiamenti furono procrastinati<br />

di venti giorni. Infatti, la notte di Natale il<br />

Santo Padre celebrò in quel cantiere la<br />

Santa Messa di mezzanotte.<br />

Quella solenne celebrazione fu preceduta<br />

dall’incontro del Papa con i minatori, in<br />

corrispondenza dell’avanzamento, a circa<br />

mille metri dall’imbocco, davanti a un<br />

Presepio realizzato dalle suore, con le pietre<br />

ricavate dagli scavi. Oltre ai molti minatori,<br />

ai tecnici, agli assistenti, alla direzio-<br />

Buone Feste da:<br />

ne del cantiere, rappresentata dall’ing.<br />

Viale, c’eri anche tu, giovane Parroco di<br />

Ponzano Romano, per l’occasione in divisa<br />

di minatore.<br />

In quella eccezionale occasione, ricordo<br />

che erano presenti il Presidente del<br />

Consorzio ing. Paolo Berti, il Direttore<br />

Generale ing. Ulrico Bianco, di cui abbiamo<br />

parlato molto spesso, una straordinaria<br />

persona a cui sono molto legato; ricordi<br />

ormai lontani, ma pur sempre ricordi indelebili.<br />

Voglio ancora ricordare come, in<br />

quella occasione, S.E. Monsignor Vescovo<br />

emerito Divo Zadi, che non era stato ancora<br />

consacrato Vescovo e svolgeva il suo<br />

Ministero presso il Vaticano, la notte di<br />

quel Natale seguiva con attenzione e interesse<br />

quello straordinario avvenimento.<br />

Personalmente a quell’epoca non lo conoscevo,<br />

ma è come se lo avessi già incontrato,<br />

infatti, un suo e mio carissimo<br />

amico, nostro consulente, non mancava<br />

mai di parlare di questo giovane<br />

Monsignore che, questa la sua previsione,<br />

avrebbe fatto molta strada.<br />

Arrivato a Civita Castellana, rimboccandoti<br />

le maniche, come scrive Alessandro Soli,<br />

sei riuscito a trasformare un semplice piccolo<br />

garage in una grande Parrocchia,<br />

quella di San Giuseppe Operaio; il 17 ottobre<br />

del corrente anno hai raggiunto il sessantesimo<br />

anniversario di Ordinazione<br />

Sacerdotale. Sei ancora giovane, certamente<br />

di spirito, hai ancora parecchie cose<br />

da portare a termine. Da parte mia ti ricordo<br />

quello che scriveva Charles Augustin de<br />

Sainte - Beuve: “ … resta giudizioso e chiaroveggente<br />

fin nelle tue debolezze, che la<br />

stanchezza non ti prenda mai, non ritenere<br />

mai di essere arrivato; nell’età in cui gli<br />

altri riposano o rallentano, raddoppia di<br />

coraggio e di ardore, ricomincia come un<br />

principiante, corri una seconda e una terza<br />

corsa, fa che la verità stessa si avvantaggi<br />

della perdita delle tue illusioni … “<br />

Caro don Mario, una terza corsa ti aspetta.<br />

Coraggio.<br />

Riccardo Consoli


di<br />

Daniele Vessella<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 43<br />

“Il Fumetto”<br />

LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA<br />

RAPACI di Jean Dufaux ed Enrico Marini<br />

Edito da Lizard Edizioni – 4 volumi, conclusa<br />

Fantastico ed esaltante.<br />

Storia vampiresca,<br />

ma quel tema non si<br />

percepisce come colonna<br />

portante dell’impianto<br />

narrativo, ma fa<br />

da sottofondo per portare<br />

alla luce la psicologia<br />

dei personaggi e<br />

questo è geniale.<br />

Gli attori della storia<br />

sono venuti da altrove<br />

e appartengono ad un’altra razza, una<br />

razza “prima”, una razza di immortali.<br />

Assetati di potere, hanno sottoposto il<br />

mondo ai loro ordini.<br />

Ma il loro regno finisce… scivolano nella<br />

notte, sono legati al sangue, e il loro sterminio<br />

per sopravvivere si verifica in una<br />

città americana.<br />

Un fratello e una sorella vincolati da un<br />

giuramento di sangue, spinti da un desiderio<br />

di vendetta contro questa razza di<br />

“vampiri”, ... due rapaci dai poteri ancestrali<br />

e istinti sanguinari rimasti intatti da<br />

secoli.<br />

Poi ci sono altri, gli esseri umani semplici,<br />

comuni mortali,... come il tenente di polizia<br />

Vicky Lenore che vuole perforare il<br />

mistero del mondo fantastico di<br />

queste persone…<br />

I personaggi si vanno ad incastrare<br />

pian piano come i tasselli<br />

di un grande puzzle, il tutto condito<br />

dallo stile dinamico di Marini<br />

capace di essere sia cool che<br />

efficace ai fini della storia. La<br />

sceneggiatura dà ampio spazio<br />

alla matita evocativa di Marini,<br />

utilizzando personaggi provocanti<br />

con un pizzico di erotismo.<br />

Il tutto è ambientato in una<br />

metropoli che ha tutta l’aria di<br />

essere americana, con qualche<br />

carattere esotico. La serie punta<br />

molto sui disegni, e il vero punto<br />

di forza di quest’opera sono loro.<br />

Se volete una storia vampiresca<br />

classica, ancora questa non fa<br />

per voi, ma se cercate avventura,<br />

mistero e suspence, allora è<br />

uno dei titoli su cui indirizzare<br />

l’attenzione.<br />

* Le 1er cycle ?<br />

Lascio l’indirizzo del mio blog:<br />

http://danielevessella.blogspot.com/<br />

Buone Feste da:<br />

Protegge i tuoi valori<br />

Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25<br />

01033 Civita Castellana (VT)<br />

Tel.0<strong>76</strong>1.599444 Fax 0<strong>76</strong>1.599369<br />

silviamalatesta@libero.it


44<br />

Antonia Bellizzi<br />

mancata il 27.11.2010<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Nel cuore<br />

A mamma<br />

Quel giorno è arrivato, dobbiamo chiamarlo un giorno triste, perché<br />

il distacco rende sempre tristi, ma sicuramente è anche un<br />

giorno particolare, che fa riflettere. Tutti noi abbiamo o abbiamo<br />

avuto una mamma e per tutti noi è stata unica, speciale.<br />

La nostra era una mamma semplice e per questo perfetta,<br />

auguro a tutti di avere una mamma così. Nostro padre, nonostante<br />

qualche piccolo bisticcio, l’amava di un amore di altri<br />

tempi, con calore, a volte con sopportazione. Noi figli la criticavamo<br />

per come lei voleva essere nostra madre, con i sui pregi e<br />

con i suoi difetti mai nascosti! Sognavamo di avere una madre<br />

normale e che non fosse eccessivamente bella né ricca, ma pretendevamo<br />

un amore unico per me e mia sorella, così come doveva<br />

essere unico l’amore per mio padre.<br />

Ma lei ha voluto darci di più, ha amato quanti ha incontrato ed<br />

è anche per questo che noi l’abbiamo amata anche di più.<br />

Ciao mamma…<br />

Saverio e Lucia<br />

Per te zio Enzo che sono tre anni che ci hai lasciato<br />

Mi manca la tua presenza, quando vorrei averti accanto! Ma tu non<br />

ci sei. E allora io guardo in alto, il cielo, e mi accorgo che non sarò<br />

mai sola.<br />

I miei occhi che piangono è il solo rumore che si possa sentire, nell’immenso<br />

vuoto che mi hai lasciato quando la malattia ti ha portato<br />

via. Mi manchi sempre di più.<br />

Ma so che un giorno ci riabbracceremo... Quanto ti penso!<br />

Mi manchi sempre di più. Ti voglio un mondo di bene!<br />

Gloria<br />

A Giovanni Gagliardi venuto a mancare il 1° Dicembre 2009<br />

Hei nonno….<br />

Come stai? Qui la vita è un po’ più difficile senza te,<br />

casini su casini, ma poco importa.<br />

Chissà cosa stai pensando, chissà da lassù cosa vedi, se sei fiero di<br />

me! Sai ti voglio bene e se potessi esprimere un desiderio,<br />

beh, vorrei riabbracciarti anche solo per poco…<br />

Gabriele


Le storie di<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 45<br />

Max Fiorella Mannoia<br />

Da controfigura di Cinecittà a cantante affermata dopo una lunga gavetta<br />

..continua dal numero 75<br />

Nell’autunno del<br />

1971, conclusa l’esperienza<br />

con la<br />

Carish, Fiorella Mannoia<br />

trova un’altra<br />

etichetta pronta a<br />

puntare su di lei. E’<br />

di Sandro Anselmi<br />

la It di Vincenzo<br />

Micocci, che la propone con il suo nome<br />

per esteso ed una nuova immagine: capelli<br />

corti e ricci, di color rosso carota, decisamente<br />

più sobria. Il primo quarantacinque<br />

giri è composto da due brani: Ore sei,<br />

del cantautore Enzo Perrotti e Mi gira la<br />

testa, di Carlo Nistri e Memmo Foresi. Il<br />

disco, già stampato in una tiratura bassissima,<br />

non viene, inspiegabilmente, messo<br />

in commercio e le uniche copie in circolazione<br />

sono quelle distribuite alla stampa<br />

specializzata per la promozione.<br />

Tra il ’72 ed il ’74, la cantante si lega per<br />

un brevissimo tempo alla più importante<br />

etichetta RCA, dalla quale, in effetti dipende<br />

anche la stessa It, e incide due soli<br />

dischi. Il primo Mannoia, Foresi & Co, in<br />

coppia con il suo compagno di vita,<br />

mescola stili diversi, dal pop al gospel al<br />

country all’italiana, dal quale emerge il<br />

brano Ma quale sentimento. Il progetto si<br />

blocca e quindi la RCA propone alla<br />

Mannoia un disco da solista che contiene<br />

Ninna nanna e Rose. Quest’ultimo pezzo<br />

suscita, però, subito critiche e quasi scandalo,<br />

tanto che deve essere ritirato dal<br />

mercato. E’ la serenata di una<br />

donna abbandonata che si<br />

rivolge alla neo sposa del suo<br />

ex uomo, con frasi che toccano<br />

ed offendono la sensibilità femminile.<br />

Il brano verrà, poi, rieditato<br />

con importanti modifiche.<br />

Dopo un anno di assenza dalle<br />

scene musicali, Fiorella torna<br />

alla ribalta seguita da un’altra<br />

importante etichetta, la Ricordi,<br />

grazie alla quale, tra il ’<strong>76</strong> ed il<br />

’78, incide tre singoli: Piccolo,<br />

con le musiche di Dario Farina<br />

e Ruggero Cini e le parole di<br />

Sergio Bardotti; Tu amore mio,<br />

scritta da Memmo Foresi e<br />

Franco Califano; ed infine<br />

Scaldami, del cantautore<br />

Maurizio Piccoli. In queste due<br />

ultime produzioni, la cantante<br />

cambia di nuovo il suo modo di<br />

proporsi. Sexy e prorompente<br />

riesce infatti a catturare maggiormente<br />

l’attenzione. Poi ancora uno stop lungo tre<br />

anni ed eccola di nuovo. Stavolta nel cast<br />

del Festival di Sanremo ’81, per l’etichetta<br />

CGD, con il brano Caffè nero bollente, il<br />

primo vero brano col quale Fiorella riesce<br />

a farsi conoscere ed apprezzare dal grande<br />

pubblico. Anche se, come lei stessa ha<br />

riconosciuto, la svolta è avvenuta effettivamente<br />

nel 1984, con il pezzo Come si<br />

cambia, dove abbandona la vena rock del<br />

precedente e punta tutto sulle emozioni. E<br />

proprio questo sarà il segreto di tutto il<br />

Auguri<br />

suo successo negli anni a venire. Quello<br />

che le donne non dicono, composta da<br />

Enrico Ruggeri può essere un po’ considerato<br />

l’emblema di questa sua scelta.<br />

Seguono Le notti di Maggio, scritta da<br />

Ivano Fossati e gli album Canzoni per parlare<br />

dell’ ’88 e Di terra e di vento dell’ ’89,<br />

tanto per citarne alcuni.<br />

Dal quel momento in poi, infatti, la carriera<br />

artistica della Mannoia non ha più conosciuto<br />

black out, tanto da essere considerata<br />

oggi la portavoce femminile della<br />

migliore “canzone d’autore” italiana.


46<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Un auto tutta nuova per l<br />

Anche se i giorni sembrano tutti uguali<br />

nello scorrere monotono del tempo, tuttavia<br />

nell’esperienza di ognuno di noi alcuni<br />

di essi costituiscono date particolari, cariche<br />

di significato e di valore.<br />

Tale è stato Sabato 13 Novembre per l’associazione<br />

ATAMO, per i suoi operatori e<br />

per i suoi iscritti.<br />

Infatti nel primo pomeriggio, in Piazza del<br />

Comune, che rappresenta il cuore, il simbolo<br />

della nostra città, alla presenza del<br />

Sindaco, Avv. Gianluca Angelelli, del<br />

Vescovo Diocesano S. E. Mons. Romano<br />

Rossi, del Comandante del Corpo d’Armata<br />

Generale Canu e di altre autorità civili e<br />

religiose, nel corso di una semplice ma<br />

suggestiva cerimonia, è stata presentata<br />

alla cittadinanza la nuova autovettura Opel<br />

Combo.<br />

La difficile situazione in cui si trova il presidio<br />

ospedaliero di Civita Castellana per la<br />

drastica riduzione dei reparti, con i conseguenti<br />

immancabili disagi per gli ammalati<br />

e per le loro famiglie, non ha scoraggiato<br />

l’associazione ATAMO, che intende riaffermare<br />

gli impegni morali assunti per assistere<br />

chi soffre, e si propone anzi di incrementare<br />

la sua attività a beneficio delle<br />

comunità del Basso Viterbese.<br />

Grazie alla collaborazione di altre associazioni,<br />

alla generosità di imprenditori ed<br />

operatori, alla solidarietà disinteressata dei<br />

singoli cittadini, è stato possibile, con il<br />

ricavato della lotteria organizzata dalla<br />

Società Sportiva “I due Laghi”, acquistare<br />

la nuova autovettura, che affiancherà la<br />

vecchia Agila per trasportare i malati onco-<br />

Acquistata con la generosit dei cittadini,<br />

Ł stata ufficialmente consegnata il 13 Novembre<br />

logici del nostro territorio alle sedute di<br />

chemioterapia, presso l’ospedale di Civita<br />

Castellana, e di radioterapia, presso l’ospedale<br />

Belcolle di Viterbo.<br />

La manifestazione ha costituito un’occasione<br />

utile per avvicinare le istituzioni alla<br />

gente, per mantenere un contatto umano<br />

diretto, per rinforzare i rapporti di amicizia<br />

e di solidarietà, per trasmettere un messaggio<br />

di speranza.<br />

L’ATAMO coglie l’occasione offerta dal giornale<br />

“<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>” per inviare a tutte le<br />

Auguri da<br />

INDOVINA<br />

IL PERSONAGGIO<br />

MISTERIOSO...<br />

I primi tre che chiameranno<br />

in redazione al<br />

numero 0<strong>76</strong>1.513117,<br />

comunicandone il nome esatto riceveranno<br />

un buono di<br />

5 € per la Lavanderia Ilde<br />

famiglie l’augurio di un Natale sereno e di<br />

un Nuovo Anno di pace.


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 47<br />

Oroscopo di Dicembre<br />

Ariete L’ultimo mese dell’anno<br />

inizia con una grande<br />

disponibilità ad incominciare<br />

nuovi percorsi. Vi sentirete<br />

pronti per costruire un<br />

progetto che da tempo<br />

desiderate realizzare. Le relazioni sono al<br />

centro dell’attenzione. Nel lavoro sentirete<br />

l’esigenza di agire in modo spontaneo ed in<br />

collaborazione con gli altri. Periodo di bilanci<br />

e forti aspirazioni.<br />

Toro Quello che avete<br />

seminato durante l’autunno<br />

inizierà a dare frutti.<br />

Sappiate organizzare le<br />

risorse in modo preciso. Ci<br />

sono aspetti legati alle finanze ed ai rapporti<br />

che vanno chiariti. Riprendete in mano le<br />

redini della vostra vita e sviluppate quello<br />

che realmente vi appassiona. La chiarezza<br />

sulla meta da raggiungere vi darà l’energia<br />

giusta.<br />

Gemelli Ogni cosa sembra<br />

ancora confusa e lontana<br />

dalle vostre aspettative, le<br />

Stelle vi chiedono di uscire<br />

da una spirale di timore,<br />

lotta o staticità. Ricordatevi<br />

della vostra creatività ed abbiate fiducia nell’intuizione.<br />

Abbandonate tutto ciò in cui vi<br />

sentite limitati ed osate fare un passo verso<br />

i vostri sogni, anche quelli d’amore.<br />

Cancro Dicembre è un<br />

mese di esperienze che portano<br />

stabilità. Negli ultimi<br />

tempi avete messo in<br />

discussione molte certezze<br />

ed avete cambiato punto di<br />

vista. Vi state muovendo in punta di piedi<br />

ma con un consapevolezza profonda.<br />

Guardate con fiducia alla realtà senza le<br />

ombre del passato, solo così potrete vivere<br />

un buon inizio d’anno.<br />

Leone Finalmente un po’ di<br />

serenità. Durante il 2010<br />

avete compreso molte cose<br />

osservando le persone e gli<br />

eventi. Il protagonismo e<br />

l’assunzione delle responsabilità<br />

sono passate in secondo piano, permettendo<br />

alla gratitudine di emergere.<br />

L’umiltà con la quale guardate alla vita è il<br />

dono dell’anno ed un punto di forza dal<br />

quale ripartire.<br />

Vergine Dicembre chiude<br />

un anno iniziato con un’energia<br />

fragile che man<br />

mano è diventata vitalità,<br />

fiducia e voglia di vivere.<br />

Dopo un lungo periodo di disorientamento,<br />

sentite la necessità di tracciare dei punti di<br />

riferimento. Non escludete prima di aver<br />

sperimentato. La comprensione nasce dall’esperienza,<br />

unitela alla comunicazione e<br />

fate <strong>fiori</strong>re la vostra creatività.<br />

Bilancia Durante il 2010 ti sei abituato alla<br />

severità di Saturno ed all’inquietudine<br />

profonda di<br />

Plutone. Essi stanno cambiando<br />

il rapporto con voi<br />

stessi facendovi affrontare le<br />

paure più grandi. Ricordatevi<br />

che le Stelle portano sempre all’armonia.<br />

Ultimamente avete assunto la posizione<br />

della difesa. Non è necessario lottare, o<br />

vedere nemici ovunque.<br />

Scorpione Venere nel vostro Segno vi offre<br />

la facilità nel manifestare i<br />

sentimenti. E’ un tempo<br />

adatto a produrre idee,<br />

opere, definire accordi professionali<br />

o economici. Gli<br />

Astri scioglieranno la timidezza<br />

donandovi una grande lucidità mentale.<br />

Questo anno vi ha insegnato a dar<br />

forma alle esigenze di spirito.<br />

Sagittario Tante sono le<br />

possibilità di sviluppo che<br />

avete a disposizione. Giove<br />

ed Urano in una posizione<br />

dinamica vi metteranno di<br />

fronte alla prova finale, spingendovi verso<br />

decisioni importanti che diventeranno stabili<br />

più avanti. Sarà un mese dove sceglierete<br />

con naturalezza, fra molti progetti, quelli<br />

che vorrete realizzare<br />

Capricorno Il 2010 è stato<br />

un anno di transizione.<br />

Conoscete ciò che avete<br />

lasciato ed un poco temete<br />

quello che troverete. In<br />

realtà: collaborazioni, amicizie ed il rapporto<br />

con i figli sono in cambiamento e necessitano<br />

di un dialogo nuovo, meno accademico<br />

e più spontaneo. Non dimenticate la<br />

dolcezza e concedetela prima di tutto a voi<br />

stessi.<br />

Acquario In questo<br />

momento avete bisogno di<br />

avere intorno a voi persone<br />

che sappiano farvi vedere<br />

la realtà da vari punti di<br />

vista meno rigidi e più<br />

assertivi. Concludete ciò che avete in sospeso<br />

e permettete alle situazioni di prendere<br />

forma. Il 2011 vi vedrà ripartire con forza e<br />

saggezza. Non trascurate, però, chi vi ama<br />

e vi è accanto<br />

Pesci Continuate ad agire<br />

con fiducia. Giove ed Urano<br />

vi permettono sia di allontanarvi<br />

da quello che non vi<br />

soddisfa, sia di raggiungere<br />

con successo un obiettivo. Il 2010 è stato<br />

un banco di prova. Avete toccato con mano<br />

la determinazione che possedete. Non credete<br />

che sia solo un caso ad avervi portato<br />

dove siete. Vi si apre un anno ricco di sorprese.


48<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

AGENDA<br />

Tutti gli appuntamenti più importanti<br />

Una piccola offerta<br />

per lo splendido<br />

Calendario 2011,<br />

realizzato da noi<br />

per e con i ragazzi<br />

del centro socioeducativo<br />

“Rosa<br />

Merlini Frezza” di<br />

Civita Castellana.<br />

SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO<br />

CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE<br />

SI desidero abbonarmi a : <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> (12 numeri) a € 25,00<br />

I miei dati<br />

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Via_________________________________________________________________Telefono________________________________<br />

effettuerò il pagamento con c/c postale n. 42315580 intestato alla Associazione Accademia Internazionale D’Italia - P.za<br />

della Liberazione n. 2 - Civita Castellana<br />

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Autorizzo il trattamento dei miei dati personali secondo quanto disposto dalla legge n. 675 del 31.12.1996 in materia di<br />

“Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita<br />

Castellana (VT)<br />

Data______________Firma__________________________________<br />

Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita<br />

Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0<strong>76</strong>1 . 513117


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Da Fabrica di Roma con amore....<br />

Prosegue l’elenco dei<br />

soprannomi fabrichesi,<br />

lavoro certosino, come già detto, di un<br />

nostro affezionatissimo lettore. Continuiamo<br />

dalla lettera G.<br />

G<br />

Ginì<br />

Grissino<br />

Gruppetto<br />

Gallò<br />

I<br />

Insalataro<br />

Iona<br />

L<br />

Lettrica<br />

Luno<br />

Lisciolino<br />

M<br />

Minestraleggera<br />

Magrò<br />

Micio<br />

Micia<br />

Micetta<br />

Manza<br />

Mucio<br />

Melò<br />

Metifame<br />

Mezzosighero<br />

Mecaiò<br />

Melloroso<br />

Mbechedembechedè<br />

Micichì<br />

Musichiere<br />

Morticello<br />

continua...<br />

Saggezza popolare by<br />

49<br />

- Se vuoi che l’amicizia si mantenga,<br />

che una mano vada e che l’altra venga.<br />

- L’Epifania tutte le feste si porta via.<br />

Gli rispose Sant’Antonio “Piano piano,<br />

che c’è la mia!”.<br />

- Se la cosa vuoi che non si sappia,<br />

non si dica e non si faccia.<br />

- Se piove per Santa Bibbiana (2 Dicembre),<br />

dura quaranta giorni e una settimana.<br />

- Se l’invidia fosse febbre,<br />

tutto il mondo ce l’avrebbe.<br />

- Voglia de lavorà sarteme addosso,<br />

lavora tu padrò che io non posso.


50 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

La Redazione di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> si associa agli auguri<br />

Bravissime a Guenda<br />

Baldassi e Maria Stella<br />

Silvestri per aver vinto il<br />

Primo Premio della Gara di<br />

Dolci alla Nocciola svoltasi<br />

a Ronciglione il 7/11/2010<br />

per pasticceri non professionisti.<br />

Tanti complimenti<br />

dai genitori, le sorelle, i<br />

fidanzati, i parenti e gli<br />

amici. Continuate ad<br />

“addolcirci” con le vostre delizie.<br />

Congratulazioni Dottore!!!<br />

Complimenti per aver<br />

raggiunto questo importante<br />

traguardo!! Un<br />

augurio speciale da<br />

mamma,papà,Elisa e tutti<br />

i parenti!! Ti vogliamo<br />

bene!!<br />

Tantissimi Auguri al Nostro<br />

Super Nonno ANTONIO<br />

PISTOLA, che il 22 novembre<br />

2010 ha compiuto ben<br />

81 anni! Gliene auguriamo<br />

altrettanti vivissimi come il<br />

suo spirito! Grazie per il<br />

tuo affetto Nonno! Dai tuoi<br />

nipotini affezionatissimi<br />

MAILA E ARES PISTOLA!<br />

Tanti auguri ad<br />

Evaristo Caon,<br />

classe 1939,<br />

popolare personaggio<br />

di Civita<br />

Castellana, detto<br />

Iaio, che il 26<br />

Ottobre ha<br />

festeggiato il suo<br />

onomastico.<br />

E’ l’unico Evaristo<br />

della cittadina<br />

O cicogna,<br />

o cicognetta finalmente<br />

sei arrivata<br />

in questa casetta<br />

e in un gran cesto<br />

profumato hai<br />

adagiato un tenero<br />

angioletto e con<br />

tono molto soave<br />

così gli hai sussurato: Caro piccolo..... benvenuto<br />

in questo mondo, lungo sarà il tuo cammino,<br />

mamma e papà avrai a te vicino! Il piccoletto<br />

tutto felice ha ringraziato: cara cicogna<br />

or puoi andare, il tuo compito a buon fine<br />

hai tu portato, più bella famiglia per me non<br />

avresti mai potuto trovare! Ora il dolce pargoletto<br />

ha voglia di pappare per poi subito<br />

riposare, ma ai suoi cari genitori non manca<br />

di ricordare: tante coccole e carezze mi<br />

dovete fare altrimenti inizio subito a strillare!<br />

Piccola Chiara Benvenuta .... un mondo di<br />

baci dagli ZII e dai Nonni....!!!!!<br />

P.S. Sopratutto dalle tue Commaruzze...!!!!!!<br />

Tantissimi auguri a<br />

Francesco che il 17<br />

novembre si è laureato,<br />

da Elisa, mamma,<br />

papà, Luca, Maila,<br />

Emanuele i nonni e<br />

tutti gli amici.<br />

Buon Natale e Buone<br />

Feste ai nostri cari<br />

amici ed alla nostra<br />

parrocchia per il<br />

continuo impegno<br />

preso accompagnandoci<br />

ogni mattina al<br />

C.S.E. “Rosa Merlini<br />

Frezza”. Grazie a Maria Laura Creta, Luciana<br />

Puntuale, Lucia Bianchini, Sandro Capotondi, Mario<br />

Marcelli, Rita Ponti, Vittorio Patera, Angelo Alessi.<br />

Da Nazareno Monterosso e Giuseppe Luzi.


Tantissimi<br />

auguri a Daniela<br />

Capogrossi, il<br />

nostro grande<br />

amore, che l’11<br />

Dicembre ha<br />

compiuto gli anni.<br />

Tu così presente,<br />

tu così<br />

importante, tu<br />

che sei la parte<br />

fondamentale<br />

della nostra vita.<br />

Con amore Bruno e Sandro<br />

Tanti auguri a Ginevra Prosperi che il<br />

18 Dicembre compie 2 anni, da mamma,<br />

papà e i nonni.<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 51<br />

Auguriamo<br />

al nostro<br />

caro angioletto<br />

Bruno,<br />

che l’8<br />

Dicembre<br />

ha ricevuto<br />

il suo primo<br />

Sacramento,<br />

di crescere<br />

nell’amore, nella salute e nella serenità,<br />

protetto sempre dallo sguardo<br />

benevolo del Signore. Mamma,<br />

babbo e tutti i parenti<br />

Tantissimi<br />

auguri a<br />

Simone<br />

Capogrossi, che<br />

il 24 Novembre<br />

ha compiuto 5<br />

anni, dai nonni,<br />

i cuginetti e<br />

tutti i parenti<br />

Auguri alla nostra<br />

Elena Sofia che il<br />

22 dicembre compie<br />

5 anni dal Papa’<br />

Pasqualino e la<br />

Mamma Silvana…<br />

Tantissimi<br />

auguri a<br />

Aron<br />

Tesfaie che<br />

il 24 Novembre ha compiuto 6<br />

mesi, da mamma Francesca, papà<br />

Ciapi, i nonni, gli zii, e tutti i<br />

parenti


52<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Cari amici,<br />

eccoci al resoconto delle nostre attività, e agli auguri a tutti voi per un nuovo<br />

anno che sta arrivando. Anche il 2010 è stato molto impegnativo, il lavoro per accudire<br />

al meglio i nostri amici a quattrozampe è tanto, e quello di cui abbiamo più bisogno e<br />

che ci auguriamo per il nuovo anno è l’arrivo di nuove “braccia” per aiutarci con le<br />

tante “zampe” che sono ospitate a Corchiano presso la Dog’s House, nuove<br />

Tel. 339.1123663<br />

forze a cui trasmettere l’amore e la voglia di aiutare tanti animali sfortunati ma speciali, affettuosi e bisognosi di cure e coccole.<br />

L’altra grande speranza per il 2011 è che sempre più persone decidano di venire ad adottare un cucciolone, perché<br />

vorremmo che la pensione, per quanto sia un luogo in cui il randagio trova riparo, nutrimento, cure, affetto, rappresenti solo un<br />

“passaggio” verso una nuova vita in famiglia. Tutti i nostri cani sono stati vaccinati; diamo le femmine già sterilizzate,<br />

e speriamo che con il tempo riacquistino un po’ di tranquillità e che un domani possano trovare anche loro una famiglia, come capita<br />

a moltissimi dei nostri amici pelosi. Ad ottobre abbiamo accolto anche cani tolti da situazioni di maltrattamento. In circa un anno,<br />

abbiamo fatto adottare ben 112 cani solo del territorio di Civita Castellana, soltanto con le nostre forze, grazie al tam tam di internet<br />

e di Facebook dove siamo presenti con la nostra pagina e soprattutto grazie a tutti i nostri volontari. Rinnoviamo l’invito a venire<br />

a trovarci, a visitare i nostri ospiti che attendono magari proprio uno di voi… E’ pronto il nuovo calendario, che potrete<br />

ordinarci su richiesta al 3391123663. Nel ricordare come sempre i nostri indirizzi e i vari modi in cui potete continuare ad aiutarci,<br />

e ringraziandovi per l’appoggio e l’affetto che da tanto tempo ci dimostrate, vogliamo inviarvi i nostri più sentiti auguri per<br />

un anno pieno di belle cose e, perché no, di nuovi amici scodinzolanti accanto a voi!<br />

Il Consiglio Direttivo<br />

Se volete potete inviarci la Vostra e-mail in modo che sia possibile raggiungerVi non solo una volta l’anno con una lettera come<br />

questa. Scrivete a incrociamolezampe@gmail.com , le quote associative per l’anno 2011 sono le seguenti: socio junior 10<br />

€/anno; socio sostenitore 20 €/anno; socio promotore € 60,00/anno.<br />

Progetto “Adotta un peloso“: potete adottare un cane a distanza con un contributo di 30 € mensili. c/c bancario intestato a<br />

Incrociamolezampe-onlus (ricordatevi di indicare nella causale “Rinnovo Tessera” oppure “Offerta”). IBAN: IT 43 S 02008<br />

73032 000101140618 UNICREDIT S.p.A. Agenzia Civitacastellana BUOZ. (30426) - www.incrociamolezampe.org<br />

E grazie di cuore a <strong>Campo</strong> de’ Fiori per ospitarci così affettuosamente ogni mese!!!! AUGURI<br />

BAMBY...bambino...circa un<br />

anno...ritrovato in stato confusionale....il<br />

suo equilibrio psicologico, inizialmente<br />

preoccupante, è nettamente migliorato,<br />

ora finalmente gioca, e si gode la passeggiata,<br />

.... ....HO BISOGNO DI AIUTO<br />

PER TROVARE CASA A QUESTA CREA-<br />

TURINA....MA DEVO TROVARLA NEL<br />

VITERBESE...datemi anzi dategli una zampa amica per<br />

piacere.....per Natale...per sempre! STEFANIA 3391983138<br />

KIRA E’ NATA CIRCA 7 MESI FA’ DA<br />

MAMMA PASTORE TEDESCO<br />

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54<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Album d<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Civita Castellana .<br />

fine anni '50.<br />

Scolaresca al circo<br />

Civita Castellana -Campionato C.S. I., anno 1962/’63. Squadra di calcio “I giovani della San Gratiliano”. In piedi da sx: Renzo Andreucci,<br />

Gianni Corazza, Massimo Agostinelli, Fabrizio Caponi, Sergio Fabbri, Renzo Cavalieri, Antonio Marcantoni. In basso da sx: Sandro Santori,<br />

Fabrizio Flori, Amedeo Spitoni, Francesco Scopetti. Foto di Don Silvano Francola


<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

ei ricordi<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Civita Castellana.<br />

Anni ‘50.<br />

55<br />

Civita Castellana.<br />

Squadra di Rugby.<br />

Anni 1960/ ‘64.<br />

In piedi da sx:<br />

Sergio Conti,<br />

Gianni Calisti,<br />

Luciano Paolelli.<br />

In basso da sx:<br />

Fernando Nobili,<br />

... Grassi,<br />

Giuseppe Profili,<br />

Guido Milazzo.<br />

Matrimonio al Duomo.


56<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Album de<br />

Fabrica di Roma. 1967/68. In pidi da sx: Catarin, Sandro Grandi, Marcello Mastrantoni, Mariano Ghirighini, Fabrizio Ciaffardini,<br />

Sandro Capotondi, Biagio Mastrangeli, Luciano Anselmi, Giuseppe Ghirighini.<br />

In basso da sx: Eraldo Cesari, Giuseppe Braccini, Pietro Sciosi, Remo Ferrelli, ... Tomaselli. Foto concessa da AD Fabrica Calcio 2010<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Fabrica di Roma.<br />

Ristorante “Cinque Stelle”.<br />

30 Ottobre 1963.<br />

Da sx:<br />

Fernanda Alberighi,<br />

Raniero Pedica,<br />

Anna D’Antonangelo e Alberto Alberighi<br />

Temistocle Pedica,<br />

Doriano Pedica.<br />

AAuugguurrii<br />

AAuugguurrii<br />

AAuugguurrii


i ricordi<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 57<br />

1988 - Ristorante “L’etrusco” di Civita Castellana. Cena di ex allievi e professori dell’ex scuola statale di avviamento industriale di Fabrica di<br />

Roma. Sono ritratti dall’alto in basso e da sinistra a destra: ex allievo Arnaldo Ricci, ex allievo Mario Marignoli, ex prof. di religione Don<br />

Silvano Francola, ex preside prof. Giuseppe Foti, ex prof. di religione Don Mario Mastrocola, ex prof. di educazione fisica Vinicio Testa,<br />

ex allievo Massimo Bruzziches, ex prof. di es. pratiche Vittorio Patera, ex prof. di italiano Paolo Monfeli, ex prof. di ed. fisica<br />

GiuseppeGhirighini , ex allievo Piero D’antonangelo. Foto del Sig. Arnaldo Ricci<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Fine anni ‘70.<br />

Viterbo.<br />

Premiazione<br />

“Coppa dei<br />

Campioni”.<br />

In piedi da sx:<br />

Lino Rossi,<br />

Mario Massaccesi,<br />

Francesco Cassandra,<br />

Adriano De Angelis,<br />

Gianni Sciosi,<br />

Roberto Ciappici,<br />

Mario Bernacchi.<br />

In basso al centro:<br />

Claudio Ricci.<br />

Foto concessa da AD<br />

Fabrica Calcio 2010


58<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

1<br />

2<br />

13<br />

12<br />

3<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

Album d<br />

4<br />

Corchiano.<br />

Anni ‘60.<br />

Da sx: Ivana Marconi,<br />

Giovanna Ridolfi,<br />

Enrica Giustini,<br />

Maria Nardone,<br />

Annamaria Benedetti<br />

e la piccola Marina Fioretti.<br />

Corchiano. Anno 1970. Classe Prima Media. 1. Gianni Agostini, 2. Maurizio Orlandi, 3. Graziella Pettarelli, 4. Anna Maria..., 5. Prof. Lazzari,<br />

6. Settimio Ortenzi, 7. Prof. Paolo Monfeli, 8. Prof.ssa Imbriani, 9. Morena Mechelli, 10. Lorella Caffari, 11. Onelio Piccioni, 12. Maria teresa<br />

Lilli, 13. Antonella Todini<br />

8<br />

11<br />

5<br />

9<br />

10<br />

6<br />

7<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>


ei ricordi<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />

7<br />

5<br />

2<br />

4<br />

1<br />

3<br />

8<br />

12<br />

9<br />

11<br />

10<br />

14 15 16<br />

<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 59<br />

18 19<br />

17<br />

13<br />

21 22<br />

24<br />

23<br />

20<br />

San Polo Sabino - Banda musicale. Primi del ‘900.<br />

1. Antonio Trastulli, 2. Alfredo Censi, 3. Massimo Menichini, 4. Francesco Salvati, 5. Luigi Grilli, 6. Antonio Menichini, 7. Luigi Stefanini, 8. Sileno Marri, 9. Filippo<br />

Zampaletta, 10. Barnaba Salvati, 11. Giuiseppe Lorenzoni, 12. Angelo Lini, 13. Felice Feliciangeli, 14. Candido Stefanini, 15. Richetto Rosati, 16.Amedeo Menichini,<br />

17. Inigo Piacentini, 18. Ulisse Moriconi, 19. Aldo Trastulli, 20. Oreste Moriconi, 21. Gustavo Mattei, 22. Eligio Mattei, 23. Antonio Zaccheo, 24. Cleto Stefanini.


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