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Norma Martelli<br />
la gioia di vivere<br />
il teatro<br />
Ennio Drovandi<br />
al Teatro<br />
Testaccio<br />
Cast in Bronze<br />
Roma e<br />
Caravaggio
2<br />
Editoriale:<br />
Il miracolo di Natale.................................3<br />
L’intervista:<br />
Norma Martelli.......................................4-5<br />
Ennio Drovandi.........................................7<br />
Curriculum vitae:<br />
Maria Teresa Di Bari.................................8<br />
Procuste ed altri galantuomini...........11<br />
Roma che se n’è andata:<br />
Roma e Caravaggio............................12-13<br />
Cinema News:<br />
Crime d’amour........................................14<br />
Pari Opportunità.................................15<br />
Suonare Suonare:<br />
Cast in Bronze...................................16-17<br />
Ecologia e ambiente:<br />
Acqua un bene da tutelare......................18<br />
Il Cerchio Invisibile stupisce<br />
Castrocaro...........................................19<br />
L’ortesi plantare .................................21<br />
Presentazione ufficiale del libro:<br />
“Il Bullismo. Come riconoscerlo e combatterlo.............................<br />
.........................22<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
I<br />
l Santo Natale, ormai imminente, è la festa che<br />
accomuna, sia pure per motivi diversi, credenti e non<br />
credenti, ma che per i cristiani ricorda l’evento più<br />
importante di tutti i tempi, quello dell’umile ed amoroso<br />
accostarsi della divinità all’umanità, per darle la possibilità<br />
di una vita più serena e soprattutto dell’eterna felicità.<br />
Alla direzione e redazione ed anche a tutti i collaboratori, lettori ed amici di<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>, il saluto e soprattutto l’augurio natalizio più cordiale di<br />
ogni bene da parte mia, e desidero estenderlo alle famiglie di ciascuno, con<br />
l’assicurazione del ricordo nella preghiera, per la serenità e la salute fisica e spirituale di tutti.<br />
SOMMARIO<br />
Le guide di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>:<br />
Sant’Agata Feltria...................................24<br />
Come eravamo:<br />
Natale, Natale, un altro Natale.................25<br />
Una “Fabrica” di ricordi:<br />
La neve di Natale....................................26<br />
Ass. Artistica IVNA:<br />
Katia Aiello........................................28-29<br />
Un Pugnalone alle<br />
Canarie.................................................30<br />
Del Concepimento e della Vita...........32<br />
La Cassa di Risparmio di Civita<br />
Castellana ..........................................33<br />
Civitonici Illustri:<br />
L’Abate Ludovico Soderini........................34<br />
Il mondo del Jazz:<br />
George Vitelle-Papa Jack Laine................36<br />
L’angolo Bon Ton<br />
Una visita di Babbo Natale......................37<br />
Epicondilite..........................................38<br />
La storia della previdenza sociale in<br />
Italia ...................................................39<br />
Nuovo successo per il giovane Maestro<br />
Romano Rossi, Vescovo di Civita Castellana<br />
Enrico Mazzoni....................................40<br />
Piazza<br />
Marcantoni..........................................41<br />
Ancora un saluto a Don Mario............42<br />
Il Fumetto:<br />
Rapaci....................................................43<br />
Nel cuore.............................................44<br />
Le storie di Max:<br />
Fiorella Mannoia.....................................45<br />
Un’auto tutta nuova per l’ATAMO......46<br />
Oroscopo..............................................47<br />
Agenda ................................................48<br />
Da Fabrica di Roma con amore .........49<br />
Messaggi.........................................51-51<br />
I nostri amici ......................................52<br />
Album dei ricordi.........54-55-56-57-58-59<br />
Annunci gratuiti ............................60-61<br />
Selezione Offerte Immobiliari.......63-64<br />
Foto di copertina concessa da<br />
Madonna del Botticelli
di Sandro Anselmi<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 3<br />
Il miracolo di Natale<br />
E<br />
di nuovo Natale.<br />
Tra qualche giorno saluteremo anche l’anno che è passato, l’ultimo<br />
del primo decennio del terzo millennio, per entrare in quello che<br />
verrà, e con l’avvento delle Sante Festività voglio dimenticare le troppe<br />
cose che non vanno e parlarvi solo d’amore!<br />
Se provassi, infatti, ad elencare i tanti e tanti problemi che affliggono il<br />
nostro vivere, non basterebbero tutte le pagine di questa rivista, ma siccome<br />
è raro, invece, che si parli oramai di sentimenti, questa è l’occasione<br />
migliore per farlo.<br />
La gioia pura delle feste più lunghe dell’anno è commovente, meravigliosa<br />
e regala sogni…<br />
Sogni che diverrebbero miracoli se immaginassimo che nella Notte Santa<br />
tutti i bambini spariti nel nulla bussassero alla porta di casa per riabbracciare le loro mamme<br />
ed i loro papà; che i soldati sparsi nelle guerre di tutto il mondo, tornassero alle loro famiglie;<br />
che tutti gli ammalati guarissero; che i disoccupati trovassero lavoro; che i disperati<br />
ritrovassero la pace perduta; che i dubbiosi e gli incerti ritrovassero la chiarezza e la fede…<br />
Lo so, è un sogno, ma il miracolo è proprio qui! E’ sognare ancora, almeno per una notte,<br />
quella che vorremmo infinita, la Notte di Natale!<br />
Ringrazio adesso tutti i collaboratori, gli sponsor, gli abbonati, gli internauti, i lettori, che con<br />
costanza e fedeltà seguono <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>.<br />
Con l’Accademia Internazionale d’Italia abbiamo premiato l’arte con i Premi Stampa alla<br />
rassegna teatrale del Palarte di Fabrica di Roma; al XX Festival della Canzone Romana; al<br />
Minifestival Città di Viterbo.<br />
Premiato la cultura con il Premio Stampa al Premio Letterario Nazionale Roncio D’Oro;<br />
l’edizione del primo libro della collana Philosophica del Prof. Massimo Marsicola: Il Bullismo.<br />
Come riconoscerlo e combatterlo.<br />
Promosso la solidarietà con l’organizzazione di una festa carnevalesca per i ragazzi<br />
“speciali” presso la sala F. Cicuti di Civita Castellana; realizzato un calendario dell’anno 2011<br />
che vede protagonisti i ragazzi “speciali” del Centro Socio Educativo Rosa Merlini Frezza di<br />
Civita Castellana.<br />
Testimoniato il sociale con l’assegnazione del Primo Premio Cuoricino d’Oro, al ragazzo<br />
che, per meriti, si era distino nell’anno 2009.<br />
Auguro di cuore a tutti, ma proprio a tutti, Buone Feste<br />
e che l’anno nuovo, porti solo tante cose buone.
4<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
A Corchiano per La notte Santa<br />
Norma Martelli,<br />
la gioia di vivere il<br />
La moglie del Maestro Nicola Piovani, da attrice<br />
Si dice che dietro un grande uomo ci sia<br />
sempre una grande donna. E Norma<br />
Martelli, moglie del maestro Nicola<br />
Piovani, lo è. Io ed un gruppo di giovani,<br />
tutt’altro che attori, abbiamo avuto il<br />
grande onore, il privilegio ed il piacere<br />
di lavorare con lei e non potevo certo<br />
farmi sfuggire l’occasione di intervistarla.<br />
Ci siamo conosciute a metà Ottobre,<br />
quando sono stata contatta per mettere<br />
in piedi un piccolo spettacolo natalizio<br />
ideato sulla falsa riga del noto presepe<br />
vivente di Corchiano, che da quarantuno<br />
anni caratterizza il paese in questo<br />
particolare periodo dell’anno.<br />
Cara Norma, partiamo da una mia<br />
curiosità. Di dove sei originaria?<br />
Sono nata e vissuta a Firenze, fino a che<br />
non ho deciso di fare il teatro. Anche se in<br />
realtà avevo iniziato a farlo già a scuola,<br />
dalle suore. Mi assegnavano sempre il<br />
ruolo della strega o del diavoletto, nelle<br />
Sacre rappresentazioni, mentre io volevo<br />
fare l’angelo. Poi mi sono trasferita a<br />
Roma, ma sono sempre molto legata alla<br />
mia città. Tant’è che il mio primo figlio ho<br />
voluto chiamarlo Duccio, un nome tipicamente<br />
toscano.<br />
Ecco, poi ti sei trasferita a Roma e<br />
come è iniziata la tua carriera da<br />
attrice?<br />
Non c’è stato proprio un momento in cui<br />
ho detto “vado e mi trasferisco a Roma”, è<br />
venuto naturale, anche perché, in realtà,<br />
quando l’ho fatto, avevo già cominciato a<br />
lavorare al Teatro Stabile di Firenze. Ho<br />
sempre avuto una grande passione per la<br />
recitazione, perché anche mio padre faceva<br />
l’attore in piccole compagnie filodrammatiche.<br />
Il ricordo di lui risale a quando<br />
avevo cinque o sei anni, dopodiché l’ho<br />
dimenticato e mi è riaffiorato alla mente a<br />
diciassette anni, quando ho sentito di voler<br />
Buone Feste<br />
Ermelinda Benedetti e Norma Martelli durante l’intervista<br />
provare anch’io ad intraprendere questa<br />
strada. Misi su una piccola compagnia ed il<br />
primo spettacolo che facemmo fu “Il diario<br />
di Anna Frank”.<br />
La tua famiglia è stata contenta della<br />
tua scelta?<br />
I miei non mi hanno mai osteggiata, mi<br />
hanno lasciata libera di scegliere. Sono<br />
stata fortunata, anche se la loro aspirazione,<br />
credo, fosse quella di vedermi lavorare<br />
in banca, dopo il diploma di ragioniera.<br />
Sono la seconda di tre figli e l’unica ad<br />
aver intrapreso la carriera artistica.<br />
Tu hai lavorato molto in teatro, ma<br />
anche al cinema ed in tv.<br />
I primi anni ho fatto solo teatro, poi, come<br />
spesso capita, ho avuto delle belle esperienze<br />
anche in cinema. Mi è capitata la<br />
fortuna di essere stata scelta per recitare<br />
in un film bellissimo, “La notte di San<br />
Lorenzo” dei fratelli Taviani; poi ho incontrato<br />
Comencini col quale ho fatto in tv “La<br />
storia” di Elsa Morante; ed ancora “Stanno<br />
tutti bene” di Tornatore, del quale, tra l’altro,<br />
ho saputo hanno fatto il remake con<br />
De Niro al posto di Mastroianni e voglio<br />
andarlo a vedere, perchè sono curiosa<br />
di sapere quale attrice hanno messo al<br />
mio posto. Ho avuto degli anni molto<br />
intensi di lavoro, poi l’incontro con<br />
Nicola mi ha cambiato la vita e ne<br />
sono felicissima, perché ho assaporato<br />
la bellezza di fare il teatro quand’ero<br />
ragazza, e successivamente la bellezza<br />
di metter su una famiglia. Con la nascita<br />
del primo figlio, che comunque ho<br />
avuto tardi, a trentasette anni, e poco<br />
dopo del secondo, Rocco, infatti, ho<br />
deciso di dedicarmi alla famiglia.<br />
Ma come è cambiata, dunque,<br />
anche dal punto di vista lavorativo,<br />
la tua vita?<br />
Prima ero sempre in giro: da ottobre a<br />
maggio con la tournèe, poi facevamo<br />
l’estiva, poi i vari lavori al cinema e tv.<br />
Anche dopo, però, ho sempre continuato a<br />
lavorare, perché con Nicola abbiamo<br />
messo insieme una bella compagnia teatrale,<br />
che, anche se ha fatto cose prettamente<br />
musicali, la mia partecipazione c’è<br />
sempre stata o in palcoscenico, come voce<br />
narrante, o nell’organizzazione, o come<br />
regia, sebbene chiamarla proprio così mi<br />
sembra un po’ esagerato. Ma questo mi<br />
piace tantissimo.<br />
Quindi ami di più fare l’attrice o la<br />
regista?<br />
Fare la regista. Mi viene brutto dire così<br />
perché non mi sento una regista, però<br />
sicuramente in questo momento della mia<br />
vita non mi piace stare in palcoscenico. Mi<br />
piace tanto, invece, partecipare alla creazione<br />
dello spettacolo. Ormai far l’attrice<br />
mi mette un po’ di ansia, stare dall’altra<br />
parte no. Mi piace seguire gli attori. Ho<br />
scritto un monologo con una attrice giovanissima,<br />
appena uscita dall’Accademia, ed<br />
insieme siamo riuscite proprio a costruire il<br />
sentimento del personaggio. Lì ho capito<br />
che questa era la cosa che volevo fare ed<br />
ho avuto la stessa esperienza con un’attri-
ce di grande spessore, Angela Pagano, che<br />
certo non aveva bisogno delle mie indicazioni<br />
tecniche, ma abbiamo realizzato uno<br />
spettacolo bellissimo che spero di poter<br />
portare anche a Corchiano, visto che,<br />
oltretutto, è nato qua.<br />
Come è partita, invece, l’idea di questo<br />
spettacolo, “La notte Santa”?<br />
Da Quinto (Prosperi), il presidente della<br />
Pro loco. Quest’estate, insieme a Roberta<br />
(Silveri), mi è venuto a trovare dicendomi<br />
che sarebbe stato bello poter fare una rappresentazione<br />
del presepe per le persone<br />
anziane, disabili, che non possono attraversare<br />
la tagliata per raggiungere il vero<br />
luogo del presepe vivente, benché stupendo.<br />
Ho detto subito di sì, ma, certo, non<br />
sapevo se a Corchiano ci fosse “materiale<br />
umano” con il quale poter lavorare, anche<br />
se so che ci sono tanti giovani impegnati<br />
nel campo artistico. Poi ho trovato questo<br />
gruppo meraviglioso, che mi piacerebbe<br />
non lasciare più.<br />
Ma come è stato lavorare con noi che<br />
il mestiere dell’attore non lo conosciamo<br />
affatto?<br />
Bellissimo. Anche i miei amici, che sono<br />
venuti a vedere lo spettacolo in questi<br />
giorni, me lo hanno chiesto. Ho capito che<br />
mi piace tanto perché non siete né attori<br />
né aspiranti attori, quindi c’è una genuinità<br />
che è difficile trovare. Non avete vizi, né<br />
quelle ansie che loro si portano dietro.<br />
Quando si comincia un lavoro bisognerebbe<br />
dimenticarsi di tutto il bagaglio acquisito<br />
fino a quel momento, ricominciare da<br />
zero, come se non si fosse fatto mai nulla.<br />
Gli attori professionisti, spesso, invece, si<br />
trincerano dietro cose che già sanno. Poi<br />
ho scoperto tante cose, ad esempio che<br />
chi non fa l’attore, e quindi non conosce le<br />
tecniche specifiche che vanno studiate ed<br />
affinate, ha molta più facilità a parlare in<br />
coro o in versi, che hanno già una propria<br />
musicalità, tipico della<br />
nostra tradizione orale.<br />
Questo è un lavoro che<br />
mi piacerebbe approfondire.<br />
Tra tutti i personaggi<br />
che hai interpretato<br />
al teatro, ce n’è<br />
uno al quale sei particolarmentelegata?<br />
Be’, sì. E’ il personaggio<br />
di Pandora, del primo grosso spettacolo<br />
che abbiamo fatto con la “Compagnia<br />
della Luna”, scritto da Cerami. Si raccontava<br />
la storia del secolo scorso ed io interpretavo<br />
la moglie di un uomo che si chiama<br />
appunto Novecento, impersonato da<br />
Lello Arena. E’ stata un’esperienza bellissima,<br />
anche perché era la prima volta che<br />
lavoravo con un’orchestra vera alle spalle.<br />
C’è invece un ruolo che avresti voluto<br />
ricoprire , ma che non ti è mai capitato?<br />
No, a dir la verità no. Però, forse mi sarebbe<br />
piaciuto affrontare bene Pirandello. Ci<br />
sono alcuni suoi personaggi che mi sareb-<br />
Maria, l’assistente, e Norma Martelli<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Dall’alto, prima fila da sx: Daniele Santini, Quinto Prosperi, Andrea Giulianelli, Massimo<br />
Benedetti. Seconda fila da sx: Simone Benedetti, Giustino Roca, Norma Martelli, Roberta Silveri.<br />
Terza fila da sx:la piccola Chiara Cenciarelli, Francesca Piergentili, Ileana Ridolfi, Daniela<br />
Crescenzi, Maria, Renata Nenci.Quarta fila da sx: Laura Testa, Marianna Prosperi, Elisa Ridolfi,<br />
il Maestro Nicola Piovani, Alessandro Pirri, Ermelinda Benedetti, Massimo Pacelli.<br />
be piaciuto interpretare e credo anche che<br />
ci sarei riuscita bene, perché sarebbero<br />
stati consoni al mio modo di essere attrice.<br />
Ora, se dovessi lavorare ad un nuovo spettacolo,<br />
mi piacerebbe molto affrontare<br />
autori contemporanei.<br />
Prima accennavi al tuo incontro con<br />
Nicola, che ti ha cambiato la vita. Ma<br />
che significa essere la moglie del<br />
Maestro Piovani?<br />
Con Nicola ci siamo conosciuti in teatro.<br />
Curava le musiche di uno spettacolo, nel<br />
quale io mi trovavo a recitare. Quindi il<br />
teatro e la musica ci uniscono molto.<br />
Vivere vicino a Nicola è bellissimo perché,<br />
avendo entrambi queste passioni, siamo in<br />
sintonia, a parte i problemini tra marito e<br />
moglie (dice sorridendo,<br />
sottovoce). Poi lui mi<br />
segue, hai visto, viene<br />
alle prove, mi dà consigli.<br />
Sono trentuno anni che<br />
stiamo insieme.<br />
In cosa sei impegnata<br />
in questo momento?<br />
Ora sto lavorando ad un<br />
progetto del tutto nuovo<br />
per me. Mi hanno chiesto<br />
di curare la regia di un<br />
balletto per bambini. Debutteremo a<br />
Febbraio, al Teatro Sistina. Poi mi sto dedicando<br />
ad una storia in danza che racconta<br />
tre bellissimi miti greci. Ed ancora per il<br />
Teatro Quirino, a Maggio, preparerò uno<br />
spettacolo con questa attrice giovanissima<br />
di cui ti parlavo prima, un altro monologo<br />
tratto da “Teresa Battista stanca di guerra”,<br />
di Amado. In tutto questo, non posso<br />
certo dimenticarvi di voi. Voglio dire una<br />
cosa che mi farebbe piacere scrivessi:<br />
sono stata molto contenta di conoscervi e<br />
anche Maria (“l’aiuto regista”, ndr), senza<br />
la quale ormai non faccio più nessun lavoro,<br />
è dispiaciuta che finisca di già questa<br />
esperienza, di lasciare voi ragazzi.<br />
Come trascorrerai questo Natale?<br />
A differenza degli altri anni, non saremo a<br />
Corchiano, per la prima volta, da quando<br />
sono nati i figli. Siccome però sono già due<br />
anni che alcuni nostri amici non possono<br />
raggiungerci, abbiamo deciso di trasferirci<br />
noi in Sicilia. Sono tanto contenta perché<br />
Catania la sento una città mia, a parte,<br />
ovviamente, Firenze, dove sono nata,<br />
Roma, dove vivo, e Corchiano, dove trascorro<br />
molto tempo, soprattutto d’estate,<br />
tanto da poter dire di essere diventata più<br />
corchianese di Nicola.<br />
L’8 Dicembre, il “grande debutto”, replicato,<br />
poi il 12. Ecco, siamo in fila, pronti per<br />
entrare. “Concentrazione”, ripeto io agli<br />
altri e “Silenzio”, raccomanda Maria. Parte<br />
la musica in sala, le luci man mano si<br />
spengono. La porta si schiude e via, ad<br />
uno ad uno, con incedere lento ci avviamo<br />
al palco. “Che Dio ce la mandi buona”,<br />
penso, e come me, immagino, tutti gli<br />
altri. Posizione e tutti in coro “Quando verrai<br />
Signore a liberare la gente che ti aspetta,<br />
non tardare più affretta promesso<br />
Salvatore…”<br />
Fine. Le luci si riaccendono tra gli applausi<br />
scroscianti dei presenti. Norma, insieme<br />
alle sue preziose collaboratrici, Maria e<br />
Valentina, è chiamata sul palco. Il sorriso<br />
entusiasta, che ci ha accompagnato in<br />
questo mese di prove, è rotto dal luccichio<br />
degli occhi, pieni di emozione, come se,<br />
anche per lei, questo fosse stato il primo<br />
di tutti i debutti.<br />
Grazie Norma! Ti aspettiamo…<br />
Ed ora, cari lettori, non vi resta che andare<br />
a vedere il Presepe vivente di<br />
Corchiano, nella sua scenografia naturale<br />
inimitabile.<br />
Ermelinda Benedetti<br />
5
6<br />
L’occasione per rivedere in scena<br />
Enio Drovandi, è il nuovo spettacolo<br />
portato in scena dall’autore<br />
e regista Salvatore Scirè al<br />
Teatro Testaccio di Roma, e<br />
non ci facciamo scappare l’occasione.<br />
Icona toscana di numerosi<br />
film di successo dagli anni ’80 in<br />
poi, Enio Drovandi nativo di<br />
Pistoia ed amico di Roberto<br />
Benigni non è mai stato interprete<br />
toscanaccio ma interprete<br />
sobrio di personaggi variabili studiati<br />
ad hoc per la sua parlata<br />
caratteristica.<br />
Lo ricordiamo come il vigile urbano<br />
in “Amici Miei Atto II”, il simpaticissimo<br />
barista Totip de “I<br />
ragazzi della terza C, oppure<br />
Cecco, il fotografo di “Sapore di<br />
Mare”.<br />
Giovanissimo, inizia a recitare<br />
accanto ai grandi dell’epoca :<br />
Lino Banfi, Jerry Cala’, Renato<br />
Pozzetto, Diego Abatantuono,<br />
Enrico Montesano, Renzo<br />
Montagnani, Marcello Mastroianni…<br />
Già nel 1988 e nel 1989 riceve<br />
il Telegatto insieme al cast<br />
de “I Ragazzi della Terza C”, successivamente,<br />
nel 1994, è premiato<br />
come miglior caratterista<br />
italiano e tra il 1998 e il 1999 riceve<br />
il “Microfono d’argento” come<br />
miglior cabarettista Premio SIB; nel 2006 è<br />
“Maschera d’Argento”, premio italiano<br />
Ernesto Calindri per il Cinema Toscano.<br />
Viulentemente mia (1982), Amici Miei<br />
Atto II (1982), Tu mi turbi (1983),<br />
Sapore di Mare (1983), L’estate sta<br />
finendo (1984), Le due vite di Mattia<br />
Pascal (Monicelli, 1985), Ferragosto OK<br />
(1986), Speriamo che sia femmina<br />
(Monicelli, 1986), Rimini Rimini, un<br />
anno dopo (Corbucci, 1987), I Ragazzi<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Torna sul palco del Testaccio con il regista Salvatore Scirè<br />
ENIO DROVANDI<br />
Dice del celebre regista scomparso da poco: “Sono l’unico caratterista<br />
Italiano rimasto ad aver fatto ben quattro film con Mario Monicelli...<br />
Lo devo ringraziare perché mi ha dato modo di fare una bella carriera”<br />
della Terza C (1987-1989), I Picari<br />
(Monicelli, 1988), Abbronzatissimi<br />
(Gaburro, 1991), Lo Zio d’America 2<br />
(Serie TV, 2006), Un Ciclone in Famiglia<br />
(Serie TV, 2006), Gli ultimi della Classe<br />
(Biglione, 2008) sono alcuni dei numerosi<br />
film interpretati, insieme a spettacoli teatrali<br />
quali Mettete dei <strong>fiori</strong> nei vostri<br />
cannoni (regia G. Casciani) oppure da lui<br />
stesso diretti quali A noi piace così,<br />
Sapore di Mare in musica, Permette<br />
questo ballo?, Orgogliosi di essere<br />
toscani, Pago quando ho<br />
caldo.<br />
Enio, tu hai iniziato negli anni ‘80<br />
interpretando grandi film e film<br />
chiamati b-movie ma che riscuotevano<br />
grande successo di pubblico…<br />
“Si, devo dire che ho preso al<br />
volo l’ultimo colpo di coda di<br />
un cinema e di un modo di<br />
fare spettacolo che da li a<br />
poco si sarebbe perso. Come<br />
dico sempre, tutto è finito<br />
dopo il 1977. E’ venuta a<br />
mancare la base fondamentale,<br />
di quel cinema che è stato<br />
forte. Era un cinema fatto da<br />
grandi attori e da grandi<br />
caratteristi. Il cinema non lo<br />
fanno solo gli attori, anzi, la<br />
storia la fanno i caratteristi<br />
che in Italia hanno ruoli<br />
minori. In America sono Al<br />
Pacino e Robert De Niro,<br />
grandi caratteristi, oltre che<br />
grandi attori. In quel periodo<br />
storico in Italia c’erano dei<br />
grandi attori e dei grandi<br />
caratteristi perché c’era una<br />
scuola alle spalle. Oggi, purtroppo<br />
non esiste nessuna<br />
scuola.”<br />
Da poco ci ha lasciato un grande<br />
regista Mario Monicelli, tu hai lavorato con<br />
lui, vero?<br />
“Sono l’unico caratterista Italiano<br />
rimasto ad aver fatto ben quattro<br />
film con Mario Monicelli : Speriamo<br />
che sia femmina, dove facevo don<br />
Maurizio ed inventari la famosa battuta:<br />
Madonna del parabrezza! , che<br />
non era nel copione. Amici Miei Atto<br />
II, I Picari, Il fù Mattia Pascal con<br />
Mastroianni che mi ha insegnato<br />
molto. Ricordo mi diceva : Toscanino
(mi chiamava così!), tu non devi fare<br />
altro: pensa solo a quello che dici.<br />
Mario lo devo ringraziare perché mi<br />
ha dato modo di fare una bella carriera.<br />
Cosa che oggi non sarebbe<br />
stata possibile.”<br />
Cos’è il Compleanno della Vita?<br />
“Ad ottobre ‘89 era l’ultimo anno che<br />
facevo il serial dei Ragazzi della<br />
Terza C, ero Totip il barista, ed ebbi<br />
un bruttissimo incidente con la macchina.<br />
Ero proprio morto. Sono rinato,<br />
sia letteralmente che praticamente,<br />
e da allora decisi di festeggiare la<br />
mia nuova nascita. La prima volta fu<br />
una cena tra amici : eravamo trenta.<br />
E decisi che ogni anno avrei festeggiato<br />
tra ottobre e novembre la mia<br />
seconda data di nascita. Tant’e che la<br />
cosa è diventata un evento.<br />
Quest’anno eravamo quasi mille all’<br />
Heaven. I miei amici vengono da<br />
tutta Italia, sono miei ospiti ed io<br />
all’ingresso do un regalino a tutte le<br />
donne, perché omaggiando le donne<br />
è come se omaggiassi la vita perché<br />
nasce dalle donne.”<br />
In questo periodo poi Enio Drovandi organizza<br />
insieme ad altri amici “Il Pranzo<br />
della Terza Età” dove dà la possibilità a<br />
tutte le persone che hanno oltre 70 anni di<br />
mangiare in alcuni ristoranti che vengono<br />
pagati con i proventi di alcuni spettacoli.<br />
Sicuramente un grande personaggio che<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 7<br />
Ennio insieme al nostro Sandro Alessi, dopo l’intervista<br />
oltre ad essere un grande artista è una<br />
persona di grande umanità.<br />
Enio, che il prossimo anno continui a portarti<br />
grande felicità!<br />
Sandro Alessi<br />
Buone Feste
8<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
CURRICULUM VITAE<br />
Maria Teresa Di Bari, nasce a Castellana<br />
Grotte (Ba), e dopo aver capito che il suo<br />
destino era nel mondo dello spettacolo,<br />
ben presto si trasferisce a Roma dove<br />
decide di seguire alcuni dei corsi più<br />
importanti quale quello di recitazione,<br />
espressione corporea e mimo presso la<br />
Scuola Permis de Conduire tenuto da<br />
Masimiliano Milesi, il Seminario sulle<br />
Tecniche base della commedia dell’arte<br />
con Claudio De Maglio, alcuni stage con<br />
Michele Placido e Paolo Perelli presso<br />
il teatro dei Satiri ed il workshop intensivo<br />
sul metodo Strasberg con Joseph Ragno,<br />
coach dell’ Actor Studio di New York. Per<br />
educare la sua voce decide di seguire il<br />
corso di doppiaggio presso la Fono Roma<br />
ed amando il canto, decide di seguire<br />
Maria Teresa Di Bari<br />
anche un corso di canto e<br />
recitazione presso la Have<br />
a Dream con Claudio<br />
Insegno e Timothy<br />
Dalton. Per il Teatro interpreta<br />
“Romeo e<br />
Giulietta” di Shakespeare<br />
con la regia di Damiani,<br />
“Have a Dream”, musical<br />
con la regia di Claudio<br />
Insegno, “Permette questo<br />
ballo?”, musical con<br />
Enio Drovandi, “Piccole<br />
Donne” con Clemente<br />
Pernarella, “Cantico di<br />
un Natale qualunque”<br />
con Franco Oppini e “Se il<br />
maniaco viene a Cena”<br />
scritto e diretto da<br />
Salvatore Scirè. Anche il<br />
cinema le apre le porte<br />
infatti, dopo aver partecipato<br />
in televisione a<br />
Domenica In, nel 2008<br />
interpreta “L’Imbroglio<br />
nel lenzuolo” di Maria<br />
Grazia Cucinotta, “I<br />
Mostri oggi” diretto da<br />
Enrico Oldoini,<br />
“Febbre da<br />
Fieno” con la regia di<br />
Laura Luchetti e<br />
“Father” con Franco<br />
Nero e Claudia Cardinale<br />
per la regia di Pasquale<br />
Squiteri. Tra le sue esperienze<br />
anche quelle di<br />
speaker televisiva e presentatrice<br />
(Una ragazza<br />
per il cinema, Gran Gala’<br />
Ferrari, Un volto per fotomodella,<br />
Zelig Tour, All<br />
Casting Show). Insomma<br />
un’artista davvero poliedrica<br />
e di una bellezza<br />
italica a cui auguriamo<br />
uno splendido futuro.<br />
Sandro Alessi<br />
Maria Teresa Di Bari e Sandro Alessi
B<br />
U<br />
O<br />
N<br />
E<br />
F<br />
E<br />
S<br />
T<br />
E
L’antica Grecia era piena<br />
di personaggi strani ed<br />
un tantino inquietanti.<br />
Perifete era solito<br />
uccidere i viandanti con<br />
una grossa clava<br />
ricoperta di bronzo.<br />
Sini legava i piedi delle<br />
sue vittime alle cime di<br />
due pini che aveva<br />
piegato fino a terra e<br />
fissato con delle funi;<br />
lasciava quindi tornare<br />
gli alberi alla loro<br />
posizione originale tagliando<br />
le funi e i<br />
poveretti finivano squa-<br />
rtati.<br />
Scirone costringeva i viaggiatori a lavargli<br />
i piedi su una scogliera, e mentre erano<br />
chinati, con un calcio li buttava giù tra le<br />
onde, dove venivano immediatamente<br />
divorati da una testuggine gigante.<br />
Cercione, fortissimo, aveva la brutta<br />
abitudine di sfidare i passanti ad un<br />
incontro di lotta e, dopo averli battuti, di<br />
ucciderli.<br />
Il più originale però era Procuste, maniaco<br />
della precisione ancora più del detective<br />
Monk. Ospitalissimo, offriva di riposarsi ai<br />
viaggiatori che incrociava sulla strada tra<br />
Atene ed Eleusi. Però non sopportava il<br />
disordine, per cui, una volta coricati, se<br />
erano più corti o più lunghi del letto offerto<br />
loro, li legava e provvedeva ad “adattarli”<br />
allo stesso o stirando loro le membra con<br />
delle carrucole o mozzandogli<br />
opportunamente i piedi e le gambe. Il<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 11<br />
Procuste ed altri galantuomini<br />
Non è giusto doversi sempre adattare, facciamoci consigliare bene<br />
Paolo Balzamo<br />
Responsabile<br />
Formazione<br />
ed Informazione<br />
Centri Ottici Lisi<br />
& Bartolomei<br />
www.lisi- bartolomei.com<br />
concetto era chiarissimo: il letto ha le<br />
dimensioni giuste, guai a dubitarne, sono<br />
loro che si devono adattare!<br />
Hai comprato un paio di scarpe, ma ci<br />
cammini male? Il numero è quello giusto.<br />
Ti devi adattare!<br />
Il maglione nuovo è troppo ruvido e ti<br />
irrita la pelle? La lana pura fa così. Ti devi<br />
adattare!<br />
Gli occhiali nuovi ti danno fastidio? Il<br />
potere delle lenti è quello della ricetta. Ti<br />
devi adattare!<br />
Quante volte sei<br />
stato trattato, sia<br />
pur meno drasticamente,<br />
al pari<br />
degli ospiti del sig.<br />
Procuste? Quante<br />
volte ti hanno<br />
detto che ti dovevi<br />
adattare? Quanti<br />
acquisti inadeguati<br />
sono finiti,<br />
praticamente<br />
inusati, dimenticati<br />
in un qualche<br />
recondito cassetto?<br />
E quanti piccoli<br />
complessi di colpa<br />
ne sono conseguiti?<br />
“E’ colpa mia, non sono riuscito ad<br />
adattarmi”<br />
Tadadattà, tadadattà, tadadattà!<br />
Certo, se le scarpe le hai comparate da un<br />
discount senza l’assistenza di un<br />
commesso esperto, se il maglione l’hai<br />
preso in un supermercato e se gli occhiali<br />
li hai acquistati in farmacia, non te la puoi<br />
Buone Feste da<br />
prendere che con te stesso: il rischio<br />
dell’acquisto inadeguato, e conseguente<br />
mancato adattamento, è totalmente tuo!<br />
Ma se l’acquisto è seguito da un esperto<br />
della materia, che sappia valutare le tue<br />
esigenze e che ti aiuti nella scelta del<br />
prodotto più adeguato ai tuoi bisogni,<br />
allora l’eventuale mancato tuo<br />
adattamento è colpa sua e della sua<br />
incapacità di consigliarti adeguatamente,<br />
quindi non devi rassegnarti a sentirti<br />
ripetere la solita tiritera “Tadadattà,<br />
tadadattà, tadadattà!”<br />
Nei nostri centri ci sforziamo di porre la<br />
massima attenzione al benessere<br />
visivo di chi si rivolge a noi, tanto che<br />
rilasciamo a tutti i nostri clienti il<br />
“privilegio di soddisfazione garantita”,<br />
ossia due interi mesi di tempo per<br />
verificare il confort e l’efficienza degli<br />
occhiali da vista acquistati. In questo<br />
periodo siamo pronti a sostituire sia le<br />
lenti che la montatura, variando il tipo,<br />
il potere, il materiale, il colore, il<br />
modello. E lo mettiamo sempre per<br />
iscritto! Niente male, no? Altro che<br />
Tadattattà!<br />
Però un consiglio: non adattarti troppo<br />
ad essere trattato così bene da tutti:<br />
potresti rimanere deluso!<br />
Hasta la vista<br />
P.S. A Proposito: puoi visitare<br />
tranquillamente la Grecia: quei signori<br />
inquietanti sono stati tutti uccisi da Teseo,<br />
quello di Arianna e del Minotauro....
12<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Roma che se n’è andata: luoghi, figure, personaggi<br />
Roma e Caravaggio,<br />
l ’amore della città per uno straordinario pittore<br />
Roma e Michelangelo<br />
Merisi da Caravaggio,<br />
un rapporto del tutto<br />
particolare fra la città<br />
eterna e questo<br />
straordinario pittore,<br />
un giovane acceso di<br />
passione, a volte brutale,<br />
carnale, ma<br />
anche angelico, a<br />
di Riccardo Consoli<br />
volte maledetto, un<br />
personaggio geniale. Demonio e angelo al<br />
tempo stesso, torbido e violento, ma<br />
anche capace di delicatissimi madrigali<br />
dedicati alla sua amante Maddalena<br />
Antonietti, la donna a cui è sentimentalmente<br />
legato.<br />
A Milano, durante una banale lite con un<br />
compagno, accesa dalla presenza di donne<br />
e dagli sguardi di persone che incitano alla<br />
brutalità, MIchelangelo si macchia del suo<br />
primo delitto, estrae la spada e colpisce a<br />
morte il giovane amico; la conseguente<br />
condanna lo accompagnerà per tutta la<br />
vita cambiando i rapporti con i suoi fratelli<br />
e costringendolo a lasciare Milano alla<br />
volta di Roma.<br />
Il padre Fermo Merisi e la madre Lucia<br />
Aratori appartengono alla<br />
piccola nobiltà, anche se<br />
una storia popolare racconta<br />
che il padre era un semplice<br />
imbianchino e la<br />
madre una donna di malaffare;<br />
in realtà il padre è<br />
sovrintendente alle opere<br />
murarie di Francesco<br />
Sforza Marchese di<br />
Caravaggio, un uomo<br />
benestante con abilità di<br />
architetto che, oltre ad<br />
alcune proprietà, gode di<br />
un reddito fisso da parte<br />
degli stessi Marchesi<br />
Sforza.<br />
Quando Michelangelo<br />
viene alla luce la vita non è<br />
di certo facile, l’incertezza<br />
e l’instabilità economica<br />
sono le caratteristiche<br />
peculiari degli anni posti a<br />
cavallo tra il cinquecento e<br />
seicento, è questo un<br />
periodo in cui si vive una<br />
realtà particolare; solo i ricchi e gli aristocratici<br />
hanno importanza, e nascendo in<br />
un ambiente<br />
benestante<br />
egli gode,<br />
quindi, di<br />
una certa<br />
tranquillità e<br />
agiatezza,<br />
ma il padre<br />
muore quando<br />
è ancora<br />
un fanciullo<br />
in seguito<br />
all’epidemia<br />
di peste del<br />
1577, e ha<br />
soltanto tredici<br />
anni<br />
quando la<br />
madre firma<br />
Buone Feste<br />
un contratto di apprendistato presso la<br />
bottega del pittore Simone Peterzano,<br />
dove Michelangelo impara a dipingere piccoli<br />
quadri. Poi l’imprevisto!<br />
Quando arriva a Roma l’effetto è sconcertante,<br />
superata Porta Flaminia, si trova a<br />
Piazza del Popolo dove vede i resti di alcuni<br />
condannati a morte appesi alla porta,<br />
comprende subito quale potrà essere la<br />
sua realtà in un mondo tormentato e sofferente;<br />
alcuni anni dopo, come ricordato<br />
in altra occasione, assiste alla decapitazione<br />
di Beatrice Cenci, della matrigna e del<br />
fratello Giacomo<br />
Un barbiere così lo descrive:<br />
“ … è un giovinaccio grande di vinti o venticinque<br />
anni, con poco di barba negra,<br />
grassetto con ciglia grosse ed occhio<br />
negro, che va vestito di negro, non troppo<br />
ben in ordine, che porta un paro di calzet-
te negre un poco stracciate, che porta li<br />
capelli grandi longhi dinanzi … “.<br />
I primi tempi sono duri e mortificanti,<br />
soprattutto a causa del suo carattere spigoloso<br />
ed aggressivo che di certo non lo<br />
facilita ad avere un buon rapporto con gli<br />
altri, tra l’altro, in quel primo periodo<br />
romano Michelangelo ha già contratto la<br />
malaria, malattia che contribuirà ad alterare<br />
il suo sistema nervoso, un’infermità che<br />
rende il suo fisico fragile e vulnerabile in<br />
contrasto con il carattere irascibile; nel<br />
Bacchino malato, una delle sue prime<br />
opere, egli si raffigura con lo sguardo vivo<br />
ed intenso che contrasta con la malinconia<br />
provocata dalla malaria.<br />
Per sopravvivere è costretto a dipingere<br />
copie di quadri sacri e con il poco ricavato<br />
paga il prezzo di un alloggio presso una<br />
pensione gestita da tale Monsignor<br />
Pandolfo Pucci, che il pittore ha soprannominato<br />
Monsignor insalata, con riferimento<br />
al modesto vitto fatto di sole verdure<br />
che lo stesso Monsignore offre ai suoi<br />
clienti; ben presto si trasferisce presso la<br />
bottega di Lorenzo il Siciliano un mediocre<br />
pittore dell’epoca dove riesce a dipingere<br />
soltanto teste di santi, dopo di che, per un<br />
breve periodo di tempo, ha come maestro<br />
tale Antivenuto Grammatica un pittore<br />
senese il cui bizzarro nome è dovuto alla<br />
sua prematura nascita.<br />
Tuttavia, grazie all’apprendistato presso<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 13<br />
queste botteghe,<br />
Michelan-gelo<br />
acquista rapidità<br />
d’esecuzione visto<br />
che i due pittori<br />
producono opere<br />
in serie e in grande<br />
nu-mero di<br />
copie. Ciò lo<br />
costringe a dipingerera-pidamente,<br />
per cui in quei<br />
primi anni riesce a<br />
creare un gran<br />
numero di tavole.<br />
Dopo questa<br />
esperienza approda<br />
alla corte di<br />
Giuseppe Cesari<br />
meglio noto con lo pseudonimo di Cavalier<br />
d’Arpino, uno dei pittori più in voga negli<br />
ambienti romani, quì:<br />
“ … fu applicato a dipinger <strong>fiori</strong> e frutti sì<br />
bene contraffatti, che da lui vennero a frequentarsi<br />
a quella maggior vaghezza che<br />
oggi tanto diletta … “<br />
Ancora una volta il giovane pittore si sente<br />
poco stimolato da ciò che il maestro gli<br />
propone e questa sua insoddisfazione,<br />
sommata ad un episodio che lo vede ricoverato<br />
all’ospedale per il calcio ricevuto da<br />
un cavallo, senza che il suo maestro gli<br />
renda visita, è motivo di litigio tra i due e<br />
della conseguente rottura del rapporto con<br />
la bottega del Cesari.<br />
Michelangelo si mette in proprio, ma la sua<br />
vita è caratterizzata da una condotta senza<br />
regole, viene molto spesso citato per fatti<br />
di violenza nei quartieri più turbolenti della<br />
città, la qual cosa contribuisce ad alimentare<br />
il mito di Artista bohémien che trae<br />
ispirazione dalla vita di strada, dai fatti di<br />
sangue e dal malaffare. I vari personaggi<br />
che posano per i suoi dipinti, infatti, provengono<br />
tutti dalla strada, si tratta della<br />
gente umile che frequenta, peraltro, non<br />
può permettersi di retribuire modelli professionisti.<br />
... continua sul prossimo numero
14<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
CINEMA NEWS<br />
di<br />
Maria Cristina<br />
Caponi<br />
Genere: Thriller; regia:<br />
Alain Corneau; sceneggiatura:;<br />
interpreti:<br />
Kristin Scott Thomas,<br />
Ludivine Sagnier;<br />
montaggio:; scenografia:;<br />
musica:; distribuzione:.<br />
Il regista francese Alain<br />
Corneau (Tutte le mattine<br />
del mondo) - scom-<br />
parso lo scorso agosto all’età di 67 anni -<br />
dirige Kristin Scott Thomas e Ludivine<br />
Sagnier in un thriller sulle disavventure del<br />
desiderio femminile all’interno dell’ambito<br />
lavorativo.<br />
In questa pellicola presentata nella<br />
Sezione Ufficiale Fuori Concorso del<br />
Festival Internazionale del Film di Roma<br />
2010, due donne si trovano improvvisamente<br />
a confronto tra loro, negli asettici<br />
uffici di una potente multinazionale. Si da<br />
inizio così a un perverso gioco di seduzione<br />
e dominio che finirà per spingersi fino a<br />
un punto di non ritorno. Ma, partiamo dall’inizio.<br />
All’introversa Isabelle (Ludivine<br />
Sagnier) piace lavorare come assistente di<br />
Christine, executive manager di un’impor-<br />
CRIME D’AMOUR<br />
tantemultinazionale, ma l’aria che si<br />
respira all’interno<br />
dell’ufficio di<br />
Christine è tutt’altro<br />
che salubre.<br />
Dosando bene la<br />
somministrazione<br />
quotidiana di carota<br />
e bastone nei<br />
confronti dei propri<br />
dipendenti, la<br />
popolarità negativa<br />
della dirigente non<br />
è mai stata ai massimi<br />
storici più di<br />
così. A rimanerne<br />
scottata è soprattutto<br />
la servile Isabelle, desiderosa di<br />
ricambiare l’offesa ricevuta. La vendetta di<br />
una donna che odia un’altra donna si esercita<br />
pertanto fuori da pressoché tutte le<br />
leggi e da qualsiasi diritto, senza che nessuna<br />
ombra del dubbio squarci la sua<br />
mente. Oltre il mobbing e la strategia di<br />
dequalificazione professionale messa in<br />
atto da Christine, il corto circuito tra le due<br />
rivali tocca il terreno dei sentimenti e la<br />
giungla degli appetiti sessuali<br />
etero e non. Niente di<br />
esplicito sia chiaro, eppure<br />
non è neanche così sbagliato<br />
intravedere qualcosa<br />
di pruriginoso nelle carezze<br />
con cui Christine risarcisce<br />
al principio gli sforzi di<br />
Isabelle.<br />
In un certo senso, Crime<br />
d’amour potrebbe essere il<br />
soggetto perfetto per uno<br />
di quei romanzi hard-boiled<br />
alla Raymond Chandler<br />
o alla John Goodis, però in<br />
versione femminile. Nel<br />
prefinale, la pellicola di<br />
Corneau ha più di un’affi-<br />
nità con il godibile Match Point di Woody<br />
Allen, dove la persona colpevole di un crimine<br />
premeditato con maniacale precisione<br />
si appella alla sua buona stella per sperare<br />
nell’immunità totale. Tuttavia, a una<br />
mente efficiente, un nesso di riferimento<br />
con il capolavoro Eva contro Eva di Joseph<br />
L. Mankiewicz e con la parabola morale del<br />
“chi la fa l’aspetti”, potrebbe risultare valido.<br />
L’eccellente Kristin Scott Thomas interagisce<br />
sia con gli amici sia con i nemici, muovendosi<br />
con la felina sensualità di una leonessa,<br />
che sa di doversi svegliare ogni<br />
giorno e dover correre più veloce della sua<br />
preda. Purtroppo, per l’ennesima volta,<br />
l’attrice anglofrancese non riesce a trovare<br />
un autore e uno sceneggiatore che esalti,<br />
con dialoghi taglienti, ogni superficie della<br />
sua spigolosa recitazione. Era già successo<br />
per il precedente L’amante inglese e lo<br />
stesso si verifica ora con Crime d’amour.<br />
Almeno questa volta, però, Scott Thomas<br />
ha trovato in qualcuno come Ludivine<br />
Sagnier, pane per i suoi denti.<br />
Buone<br />
Feste
dell’Avv. Ilaria<br />
Becchetti<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 15<br />
PARI OPPORTUNITA’<br />
Italia fanalino di coda in Europa<br />
La classifica 2010 sul<br />
Gender Gup del World<br />
Economic Forum,<br />
fotografa un’Italia ancora<br />
deficitaria in<br />
materia di pari opportunità.<br />
Il nostro paese, infatti,<br />
scende dal 72° al<br />
74° posto nella classifica<br />
che misura il diva-<br />
rio di opportunità tra uomini e donne in<br />
134 stati e si piazza dopo Malawi e Ghana,<br />
a un passo da Angola e Bangladesh.<br />
Ai primi posti nel mondo per l’istruzione, le<br />
donne italiane restano ancora ben lontane,<br />
dunque, in termini di pari opportunità<br />
nel lavoro, rispetto ai loro colleghi uomini.<br />
Il WEF calcola la materia delle pari opportunità<br />
sulla base di quattro criteri: partecipazione<br />
alla vita economica, istruzione,<br />
coinvolgimento politico e salute.<br />
In tema di partecipazione alla vita economica<br />
l’Italia è addirittura al 97esimo posto<br />
e vola al 121esimo, praticamente in fondo<br />
alla classifica, in tema di eguaglianza dei<br />
salari uomo-donna per<br />
lavoro simili.<br />
Gli altri parametri considerati,coinvolgimento<br />
alla vita politica e<br />
istruzione, vedono un<br />
piazzamento dell’Italia<br />
più dignitoso (rispettivamente<br />
54esimo e<br />
49esimo posto).<br />
La classifica è guidata<br />
da Islanda, Norvegia,<br />
Finlandia e Svezia,<br />
dove campeggia l’assenza<br />
di discriminazioni<br />
uomo - donna;<br />
l’Italia, invece, continua a risultare uno dei<br />
paesi dell’UE con il punteggio più basso.<br />
Interessante notare come si piazzino alti in<br />
classifica Lesotho (8), Sud Africa (12)<br />
mentre il nostro paese risulta preceduto<br />
anche da Repubblica Dominicana,<br />
Vietnam, Romania e Tanzania.<br />
L’Italia, dunque, paese civile ed industrializzato<br />
sulla carta, in materia di pari opportunità<br />
subisce il sorpasso anche dei paesi<br />
del cosiddetto “terzo<br />
mondo”, e naviga<br />
nelle parti basse<br />
delle classifica a<br />
causa dello scarso<br />
indice di partecipazione<br />
e opportunità<br />
nella vita economica<br />
del paese.<br />
È chiaro, perciò, che<br />
il Paese ha bisogno<br />
di una vera rivoluzione<br />
per le pari<br />
opportunità.<br />
È necessario creare<br />
una maggiore sensibilità<br />
nell’ambito delle nostre Istituzioni:<br />
servono incentivi fiscali all’occupazione<br />
femminile e un serio potenziamento dei<br />
servizi che consentano alla donna di conciliare<br />
lavoro e famiglia, per renderla così<br />
compatibile con la partecipazione economica.<br />
Partecipazione femminile di cui un<br />
paese, che vuole dirsi civile, avanzato, e<br />
che voglia guardare al futuro con ottimismo,<br />
non può certo fare a meno.
16<br />
Qualche anno fa , i quotidiani<br />
riportavano ,con<br />
enfasi, notizie su alcuni<br />
provvedimenti in via di<br />
approvazione da parte del<br />
Comune di Genova per<br />
limitare i “rumori molesti” dei rintocchi<br />
delle campane appese ai tanti campanili<br />
del capoluogo Ligure; querelle non nuova<br />
, perché analoghe istanze , finalizzate al<br />
“silenziamento” del suono delle campane<br />
,c’erano già state …..pure nella “Città<br />
Eterna” che, dall’alto del suo primato in<br />
fatto di chiese , più di 300 solo quelle d’interesse<br />
storico monumentale, se ne intende<br />
di …..rintocchi; …..ma ancora prima<br />
, era l’estate del 2006 , rimbalzava la notizia<br />
sul “disturbo della quiete pubblica”<br />
perpetrato dai campanacci di 15 mucche<br />
al pascolo in Alto Adige …..MUCCHE ALLA<br />
RISCOSSA !!!....Poco da riderci sopra : il<br />
querelante, un albergatore di un paesino<br />
vicino Brunico intentava causa verso un<br />
pastore suo vicino, colpevole con le sue<br />
vacche “campanare”, di frastornare i<br />
clienti dell’albergo durante la movimentazione<br />
quotidiana della mandria ….lo stesso<br />
pastore veniva “frastornato” dalla<br />
richiesta di un cospicuo risarcimento<br />
danni ……hai voglia a strizzar “ sisette” !<br />
Possiamo immaginare la scena ”da commedia<br />
all’Italiana” : nel cuore dell’estate<br />
, sull’uscio del tribunale di Brunico ,famiglia<br />
in trepida attesa , con bagagli già stivati<br />
in macchina e<br />
motore acceso , il<br />
povero giudice incaricato<br />
di dirimere “sta<br />
faccenda dei batacchi<br />
” tutto preso ad<br />
impartire le ultime<br />
raccomandazioni ai<br />
suoi collaboratori e<br />
suggerire alle parti<br />
in lite di prendersi un<br />
tempo per tentare di<br />
raggiungere la via di<br />
un ragionevole compromesso<br />
, prima di<br />
……..”suonarle” ,lui ,<br />
con un suo provvedimento<br />
al ritorno dalle<br />
vacanze…….vroom !<br />
Il futuro cosa ci<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Cas t In Bronze<br />
potrebbe riservare ? Visti i tempi non proprio<br />
idilliaci per le relazioni interpersonali e<br />
la tolleranza ……forse accese riunioni di<br />
condominio con all’ordine del giorno il<br />
divieto di azionare il carrillon sulle culle dei<br />
neonati” ? “Voi sonerete le vostre<br />
trombe, noi soneremo le nostre campane!<br />
“ …….esclamava il famoso Pier<br />
Capponi , ambasciatore della repubblica<br />
di Firenze,sfidando le minacce d’invasione<br />
del “franzoso” Carlo VIII ……. meglio<br />
le trombe di varia tonalità delle nostre<br />
auto ,pesci poco sguizzanti dei nostri<br />
inquinati fiumi meccanici cittadini o qualche<br />
rintocco di campana ,residuo di un<br />
tempo che non c’è più ? Io sto con le<br />
c a m p a n e……senza tirare troppo<br />
la corda , però ! Il postino nei mesi<br />
scorsi ha suonato più volte…….il campanello<br />
di casa mia per consegnare preziosi<br />
pacchetti contenenti le opere in audio e<br />
in video di un personaggio che ho immenso<br />
piacere ed orgoglio di introdurre alla<br />
vostra attenzione : ding, dong, ding,<br />
dong …per la prima volta in Italia<br />
….signori e signore, direttamente da<br />
Pottstown…...Pennsylvania …United States<br />
Of America … il GRAN MAESTRO Frank<br />
Della Penna e il suo “scampanellante”<br />
progetto “CAST IN BRONZE “ : IL<br />
CARILLON E’ MOBILE !<br />
Ma prima di “sciogliere le campane” con<br />
il Maestro Della Penna , qualche cenno<br />
sul “Carillon” , uno strumento musicale di<br />
epoca medioevale,solitamente<br />
posto<br />
sulla cima delle<br />
torri campanarie<br />
di città e<br />
chiese , costituito<br />
da un<br />
apparato che<br />
accoglie un<br />
numero di<br />
campane<br />
,variabili in<br />
funzione delle<br />
necessità<br />
musicali a cui è<br />
destinato lo<br />
strumento ,<br />
riproducenti le<br />
diverse note;<br />
di Carlo Cattani<br />
Le campane “ On the road ” di Frank Della Penna (1^parte)<br />
in tale apparato le campane sono azionate<br />
da tiranti collegati ad una tastiera e<br />
ad una pedaliera che il “carilloneur” , così<br />
si appella il musicista che suona questo<br />
strumento, percuote con i pugni e i piedi.<br />
Ebbene, il nostro ospite ha sovvertito la<br />
tradizione e ,quel carillon ,tradizionalmente<br />
fisso ,solitario lassù tra le pareti di una<br />
torre , lo ha portato sulla terra… tra la<br />
gente ……insomma , 35 campane e molti<br />
quintali ….in mezzo alla strada !<br />
Carlo :Ciao Frank ,innanzitutto un gran<br />
benvenuto sulle pagine di <strong>Campo</strong> De’ Fiori<br />
!La nostra è una platea molto ampia e gli<br />
attenti lettori trarranno tanti spunti di<br />
interesse nell’ascoltare le parole che tracciano<br />
la tua storia e ,ne sono certo , ti cercheranno<br />
per deliziarsi con la tua musica<br />
…..e dunque, quali sono le tue origini ?<br />
Frank : Sono nato in Pennsylvania, USA, il<br />
27 giugno 1951 .I miei nonni hanno origini<br />
Italiane ,in particolare tre di loro sono<br />
Abruzzesi e giunsero negli Stati Uniti all’età<br />
di circa 15 anni;una nonna ,invece è<br />
nata negli States ma i suoi genitori erano<br />
Italiani giunti diversi anni prima negli<br />
States . .<br />
Carlo :Come ti sei accostato al particolarissimo<br />
strumento del “CARILLON”, considerando<br />
che la sua origine è Europea,<br />
dalle Fiandre,uno strumento d’epoca
medioevale ,della fine del XIV,un periodo<br />
con caratteri storici non comuni con il<br />
continente Americano .<br />
Frank: ti premetto che sono circa 600 i<br />
carillons sparsi nel mondo, concentrati<br />
soprattutto nella regione delle Fiandre in<br />
Europa (nda:a Mechelen, in Belgio,<br />
denominata la “città delle campane”<br />
hanno sede la “scuola reale di carillon” e<br />
il museo del carillon) e negli Stati Uniti .<br />
Io ho iniziato a suonare all’età di 7 anni il<br />
pianoforte e ai 17 cercavo un nuovo<br />
insegnante. Così sono entrato in contatto<br />
con Mr. Frank Law maestro di carillon al<br />
Washington Memorial Chapel di Valley<br />
Forge , Pennsylvania, dove era installato<br />
un carillon dotato di ben 58 campane !<br />
Sono rimasto letteralmente stregato dal<br />
suono articolato di tutte quelle campane e<br />
dalla “fisicità” necessaria per azionarle e<br />
farne scaturire delle vere e proprie com-<br />
posizioni ! Ho continuato gli studi musicali<br />
e parallelamente mi sono laureato come<br />
professore di educazione fisica . Ho visitato<br />
l’Europa per la prima volta nel 1972 in<br />
occasione del 50 ° anniversario dell’istituzione<br />
della Scuola Belga di Carillon nella<br />
città di Mechelen,. Qui è dove ho visto<br />
esibirsi il Gran Maestro di carillon Jacques<br />
Lannoy e da quel momento ho fortemente<br />
desiderato di studiare con lui . Mi sono<br />
sposato nel 1974 e con mia moglie ci<br />
trasferimmo ,poco dopo, a Douai, in<br />
Francia per frequentare la Scuola Francese<br />
di Carillon a Tourcoing nella ”regione<br />
del Nord”. Lì siamo rimasti per 2 anni e<br />
non ho fatto altro che studiare musica con<br />
particolare dedizione al carillon e lavorare<br />
in una panetteria francese. Quando sono<br />
rientrato negli States ,era il 19<strong>76</strong> , ho<br />
iniziato a lavorare come rappresentante<br />
per la Società Verdin , che commercializza<br />
campane e carillon. Ho cambiato<br />
diverse volte posti di lavoro nel corso degli<br />
anni ma le campane sono state sempre<br />
presenti nella mia testa !<br />
Carlo : ti piace la storia ?<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Frank : adoro la storia e ho il rammarico<br />
di non aver approfondito questo interesse<br />
ai tempi della scuola .Da quando ho iniziato<br />
a viaggiare , il mio interesse per la storia<br />
è aumentato ;in particolare ,mi piace<br />
documentarmi sulle vicende dei nativi<br />
Americani, i pellerossa, e non ti nascondo<br />
lo stato di tristezza che provo leggendo di<br />
alcune loro vicende .<br />
Carlo :Frank ,quanti carillon ci sono…..<br />
nel tuo garage pronti a percorrere le<br />
“highways” ?<br />
Frank :c’è un solo carillon itinerante … è<br />
stato il primo e resta l’ unico negli<br />
States e“CAST IN BRONZE” è unico<br />
…nel mondo come spettacolo incentrato<br />
sul carillon (!!!) …lo strumento .è installato<br />
su di un rimorchio trainato da un<br />
potente motorhome che mi consente di<br />
attraversare gli States per le diverse<br />
occasioni che ho di esibirmi . Lo strumento<br />
che posseggo è stato costruito in<br />
Europa una quarantina di anni fa da una<br />
fonderia di campane Olandese e ,successivamente,<br />
è stato trasferito via mare negli<br />
States<br />
Carlo :quando e come è nata l’idea del<br />
progetto “CAST IN BRONZE ” ?<br />
Frank : L’idea di realizzare un carillon<br />
“itinerante” si è formata nel 1991.<br />
All’epoca mi esibivo come solista ma sentivo<br />
di dover fare qualcosa di diverso.”<br />
CAST IN BRONZE “ è stato creato nel<br />
1992 quando presi la decisione di aggiungere<br />
al suono del carillon altri strumenti<br />
musicali per propormi ad un pubblico più<br />
vasto con uno spettacolo di maggior<br />
presa. Dalla mia avevo la fortuna di<br />
possedere uno strumento insolito , che la<br />
gente non poteva facilmente vedere perché<br />
,per le sue caratteristiche è “storicamente”<br />
installato in un campanile e suonato<br />
dall’alto e in solitario dal “carillonneur”.<br />
Ho avuto l’opportunità di acquisire questo<br />
strumento e ho iniziato a dimostrare<br />
come lo si suona……. trasportandolo in<br />
giro : è stata un’esperienza gratificante<br />
….…con molto interesse da parte del pubblico<br />
. Ho passato diversi anni a suonare<br />
in una formazione a<br />
4 …. quella che si<br />
vede sulla cover del<br />
cd “Carol of the<br />
Bells“ del ’97 .<br />
“Carol” non è riferito<br />
a Carol Lens, anche<br />
lei una suonatrice di<br />
carillon, ma ad una<br />
melodia tipica del<br />
Natale che origina<br />
da una antica canzone<br />
ucraina …..<br />
molto popolare, cantata<br />
generalmente<br />
da formazioni corali<br />
ed è, probabilmente<br />
, il pezzo più popolare<br />
che eseguo<br />
…quello più orecchiabile<br />
e che nel suo<br />
17<br />
testo ….parla di campane !<br />
Carlo: nelle diverse fotografie e video<br />
che circolano sul web e nelle copertine dei<br />
cd il tuo volto è coperto da una maschera<br />
che indossi su di un costume nero: perché<br />
hai definito questa immagine ?<br />
Frank: Lo spettacolo si è evoluto negli<br />
anni. Ho iniziato a suonare senza un costume<br />
con spettacoli a carattere locale .I<br />
carillonneurs hanno sempre suonato sulla<br />
cima di un campanile, non visti dal pubblico<br />
…solitari….. avevo bisogno di caratterizzarmi<br />
per la partecipazione ad un<br />
festival e ho pensato di sviluppare il personaggio<br />
ormai noto come “Spirit of the<br />
bells” . Il costume suscita la meraviglia<br />
del pubblico che si domanda chi e che<br />
cosa suona davanti ai loro occhi ….insomma...ho<br />
aggiunto un po di atmosfera<br />
misteriosa e teatralità alla performance<br />
.<br />
Ding ding ding ding ding ding……è<br />
la campanella dell’intervallo …ci andiamo<br />
ad abbuffare per bene in occasione delle<br />
prossime festività Natalizie ma poi torniamo<br />
più “scampanellanti che pria” con<br />
l’amico FranK!<br />
BUONE FESTE!<br />
www.castinbronze.com (le foto che ritraggono<br />
Frank Della Penna/Cast In Bronze<br />
sono di Mr. Kim R. Hill)<br />
Il carillon di Frank sbarca in America
18<br />
di Giovanni<br />
Francola<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Ecologia e Ambiente<br />
Acqua un bene da tutelare<br />
Nessuna possibilità<br />
di innalzamento dei<br />
limiti sulla concentrazione<br />
di arsenico<br />
nelle acque ad uso<br />
alimentare, questo<br />
è il monito da parte<br />
dell’Unione Europea.<br />
Chiesta una deroga<br />
da parte dell’Italia<br />
ma la chiusura è stata netta al riguardo,<br />
perché si ritiene che un innalzamento di<br />
limiti di arsenico potrebbe essere oggetto<br />
di insorgenza di malattie, tra cui il cancro.<br />
La presenza di arsenico nell’acqua è<br />
legata prevalentemente a processi naturali<br />
di rilascio dei minerali presenti nel suolo<br />
“rocce vulcaniche e minerali ferrosi” o ad<br />
attività di tipo geotermico presenti o passate.<br />
A questi processi naturali c’è da<br />
aggiungere l’attività umana, anche se è<br />
normalmente limitata. Ben cinque regioni<br />
italiane sono interessate da questo problema,<br />
per un totale di 128 comuni, 91 dei<br />
quali nella regione Lazio; province interessate:<br />
Roma, Latina, Viterbo. I valori<br />
massimi registrati e raggiunti in questi<br />
paesi sono nell’ordine di 50 microgrammi<br />
al litro contro i 10 consentiti per legge. Di<br />
fronte a questi numeri i Sindaci saranno<br />
costretti a chiudere i rubinetti a circa 250<br />
mila famiglie.<br />
E’ una situazione molto grave, che richie-<br />
de altrettanti interventi<br />
urgenti. Ci sono anche<br />
acquedotti la cui acqua<br />
non dovrebbe essere<br />
destinata ai bambini di<br />
età inferiore ai 3 anni.<br />
Ma quali potrebbero<br />
essere le strade da scegliere<br />
per risolvere questo<br />
problema?<br />
La prima quella di individuare<br />
nuove fonti di<br />
approvvigionamento,<br />
oppure diluire le fonti<br />
problematiche, infine<br />
avviare processi di filtrazione<br />
per l’ acqua.<br />
Ritornando alle direttive Europee non è da<br />
sottovalutare il fatto che se l’Italia non si<br />
attiene a rispettare tali leggi, rischia un<br />
procedimento d’infrazione davanti alla<br />
Corte di Giustizia Europea, con gravi<br />
ripercussioni in termini economici. L’Italia,<br />
tra le atre cose, è il paese europeo dove<br />
più frequentemente si è permesso ad alcuni<br />
acquedotti di erogare acqua con valori<br />
di arsenico fino a 5 volte superiori alla<br />
legge. Ma vediamo quali altre sostanze<br />
devono essere sempre tenute sotto la<br />
lente di ingrandimento oltre l’arsenico. Il<br />
fluoro, se assunto in quantità eccessiva<br />
attraverso l’acqua, l’alimentazione ed<br />
eventuali integratori, causa fluorosi dentale<br />
e ossea nei bambini. Infine il “boro”, che<br />
Buone Feste da<br />
è tossico per le vie riproduttive, anche se<br />
non si è rilevata azione cancerogena.<br />
Di fronte a tutto questo, quando c’è in<br />
gioco la salute di migliaia di persone, al di<br />
là di tutti gli interventi necessari da intraprendere,<br />
a mio avviso è indispensabile<br />
una maggiore consapevolezza per questo<br />
bene primario e insostituibile, che non può<br />
essere un bene negoziabile, tanto meno<br />
elemento di profitto.<br />
E’ bene che l’acqua rimanga un bene pubblico,<br />
da tutelare e conservare; sarebbe un<br />
grave errore sottovalutare che l’acqua è<br />
tra i principali costituenti degli ecosistemi<br />
ed è alla base di tutte le forme di vita,<br />
uomo compreso.
Buone Feste
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 21<br />
L’ORTESI PLANTARE<br />
È UN DISPOSITIVO MEDICO REALIZZATO SU MISURA<br />
“I plantari sono ortesi finalizzate:<br />
alla correzione delle deformità o malformazioni<br />
del piede,come sostegno delle<br />
volte plantari (longitudinale e trasversale)<br />
o di scarico di punti dolenti.<br />
I plantari si possono distinguere in due<br />
grandi famiglie:<br />
Correttivi o per l’infanzia<br />
Il plantare per l’infanzia, a differenza di<br />
quello per adulti, ha per lo più azione correttiva<br />
in quanto è<br />
applicato per riportare<br />
alla norma lo squilibrio<br />
sia strutturale che funzionale.<br />
Fig. 1,2,3, esempi di<br />
realizzazione di plantari<br />
correttivi per bambini<br />
su calco ingesso<br />
eseguiti con diverse tipologie di materiali<br />
(EVA, Carbonio…)<br />
Obiettivo del plantare correttivo<br />
Lo scopo di questa categoria di ortesi è<br />
quello di modificare, nelle migliori delle circostanze,<br />
alcune problematiche come: il<br />
piede piatto, la pronazione del retropiede,<br />
l’avampiede varo, il ginocchio valgo ecc..<br />
Compensativi o per adulti<br />
Si distinguono per il loro impiego per lo più<br />
permanente,<br />
in quanto compensano l’alterazione sia<br />
strutturale sia funzionale, irreversibile.<br />
Possono essere:<br />
antalgici<br />
biomeccanici.<br />
Antalgici<br />
Appartengono a questa categorie le ortesi<br />
concepite al solo scopo di ridurre, limitare<br />
o, nelle migliori ortesi, eliminare il dolore<br />
scatenato a seguito di una problematica in<br />
corso. Sono plantari che vengono concepiti<br />
con materiali in grado di ammortizzare o<br />
scaricare l’urto in un determinato punto<br />
dolente. Vengono normalmente realizzate<br />
in soggetti con artrosi ad uno stadio avanzato,<br />
artrite deformante, alluce<br />
valgo,gotta, diabetici, gravi insufficienze<br />
circolatorie o comunque in tutte quelle circostanze<br />
in cui il piede lamenta una grave<br />
insofferenza in cui il paziente ha normalmente<br />
superato i 60 anni d’età.<br />
IL PLANTARE DINAMICO SI CARATTERIZ-<br />
ZA E DIFFERENZIA DAGLI ALTRI TIPI DI<br />
PLANTARI SU CALCO, IN QUANTO<br />
L‘IMPRONTA VIENE EFFETTUATA DINA-<br />
MICAMENTE, OSSIA INTANTO CHE IL<br />
PAZIENTE COMPIE QUALCHE PASSO.<br />
L‘IMPRONTA COSÌ OTTENUTA RISPEC-<br />
CHIA FEDELMENTE I CARICHI E I<br />
SOVRACCARICHI DEL PIEDE IN CONDI-<br />
ZIONI DI LAVORO EFFETTIVE. LO SI UTI-<br />
LIZZA PER LO PIÙ IN CASI PARTICOLARI<br />
ED IN PRESENZA DI GROSSE DEFORMITÀ<br />
O SOVRACCARICHI, CON BUONI RISUL-<br />
TATI.<br />
L’impronta podostatica su carta carbonata<br />
evidenzia un sovraccarico delle teste<br />
metatarsali dei piedi. Anche alla valutazione<br />
obiettiva i sovraccarichi erano molto<br />
evidenti e dolenti. Si noti come i sovraccarichi<br />
siano rimasti impressi nelle impronte<br />
dinamiche effettuate.<br />
Lo stampo dell’impronta eseguito sotto<br />
vuoto,permetterà la realizzazione del plantare<br />
in materiale poliuretanico.<br />
Scopo dell’ Ortesi biomeccanica<br />
La sua funzione è di:<br />
- assorbire l’onda di shock a cui il calcagno<br />
è sottoposto durante la prima fase di<br />
appoggio riducendo la forza istantanea<br />
applicata;<br />
- normalizzare i tempi di contatto del piede<br />
al suolo rispettando la corretta prono-supinazione<br />
del piede;<br />
- trasferire il peso del corpo durante il<br />
movimento del piede modificando gli assi<br />
di movimento al fine di normalizzare la<br />
funzione del passo.<br />
L’obiettivo:<br />
- Compensare la meccanica del retropiede<br />
stabilizzando l’area calcaneare nella posizione<br />
di “neutra sottoastragalica”;<br />
- Compensare la meccanica dell’avampiede<br />
in funzione della sua correggibilità;<br />
- Spesso, per la presenza di dolore, sostenere<br />
o stimolare l’arco longitudinale<br />
mediale in modo elastico personalizzato<br />
Fig.1 presa dell’ impronta in<br />
posizione neutra sottoastragalica<br />
Fig.2 realizzazione<br />
del<br />
negativo su<br />
schiuma<br />
fenolica<br />
Fig.3 reallizzazione del<br />
positivo su un calco di<br />
gesso<br />
Fig.4 allineamento<br />
del retropiede con ortesi plantare<br />
biomeccanica<br />
Fig.5 plantare<br />
a contatto<br />
totale.<br />
Plantari : regole da ricordare<br />
1. Il plantare deve sempre appoggiare su<br />
una superficie piana;<br />
2. Il plantare deve essere sempre inserito<br />
in una calzatura ortopedica predisposta o<br />
su misura;<br />
3. Indossare preferibilmente una calza<br />
molto sottile (filoscozia) o un Salvapiede.<br />
4. Importante portare i plantari sempre,<br />
anche in casa, in sandali, ciabatte predisposte;<br />
5. Affinché il plantare abbia effetto, il<br />
tacco della calzatura deve essere di cm 2,5<br />
(uomo) - 3,5 (donna) e non deve mai<br />
superare i 4 cm;<br />
6. Per chi ha l’alluce valgo si consiglia<br />
scarpe con tomaia in setaflex;<br />
7. si consiglia di lavare periodicamente il<br />
plantare: usare una spugna imbevuta di<br />
sapone bianco di marsiglia con acqua a<br />
temperatura ambiente non > 30° (non<br />
usare acqua calda e non farlo asciugare<br />
vicino a termosifoni, stufe elettriche, ecc.).<br />
8. la vita media di un plantare è di circa<br />
18 mesi.<br />
Dott. Daniele Cervoni<br />
Laureato in Tecniche Ortopediche<br />
Per maggiori informazioni<br />
o appuntamenti:<br />
Centro Ortopedico Flaminio<br />
Tel. 0<strong>76</strong>1.517744<br />
Cell. 339.1816523
22<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Presentazione Ufficiale del lib<br />
Il bullismo. Come riconoscerlo e com<br />
del Prof. Massimo Marsicola, edito da Accademia Internazio<br />
Il bullismo. Un argomento di grande attualità,<br />
un problema da non sottovalutare. Un<br />
male spesso nascosto perché non detto<br />
dalla vittima né, tantomeno, dal bullo; che<br />
quasi tutti, mi permetto di dire, abbiamo<br />
vissuto, o in un ruolo (molto più spesso,<br />
credo) o nell’altro (mi auguro i meno possibili).<br />
Esso è stato ben affrontato nel libro<br />
“Il bullismo, come riconoscerlo e combatterlo”,<br />
del Prof. Massimo Marsicola, che la<br />
casa editrice della nostra rivista ha voluto<br />
editare quale prima opera della collana<br />
Philosophica. La presentazione ufficiale si<br />
è tenuta giovedì 2 Dicembre, presso la<br />
Sala Conferenze della Curia Vescovile di<br />
Civita Castellana. Con l’autore, erano presenti<br />
l’editore Sandro Anselmi, il Dott.<br />
Romolo Bozzo, ex Dirigente Ufficio<br />
Scolastico Provinciale di Viterbo, la<br />
Prof.ssa Carla Mancini, docente di lettere e<br />
la Dott.ssa Sandra Falzone, Logopedista e<br />
Psicologa dell’età evolutiva, dello Studio<br />
Ceral di Civita Castellana.<br />
Molti gli insegnati presenti, giunti da tutto<br />
il circondario, nonostante gli istituti scolastici<br />
non abbiano dato la diffusione sperata<br />
della notizia.<br />
Ad “aprire le danze”, l’editore, che ha presentato<br />
gli ospiti. La parola è passata,<br />
dunque, al Dottor Bozzo, che ha curato la<br />
prefazione del libro, a seguire l’intervento<br />
della Dott.ssa Falzone, che ha mostrato<br />
delle diapositive di aiuto per illustrare ed<br />
analizzare i vari aspetti del problema. La<br />
Da sx: l’editore Sandro Anselmi, la Prof.ssa Carla Mancini, l’autore Prof. Massimo Marsicola,<br />
il Dott. Romolo Bozzo, la Dot.ssa Sandra Falzone<br />
Prof.ssa Mancini, invece, ha voluto delineare<br />
la figura dell’autore accennando al<br />
suo pensiero ed alle sue opere precedenti.<br />
A concludere il Prof. Marsicola che nell’esporre<br />
i tratti salienti della sua opera, ha<br />
tenuto anche una piccola lezione di filosofia<br />
e pedagogia dell’essere, offrendo interessanti<br />
spunti per i presenti, come ha<br />
fatto notare qualcuno di essi. La richiesta,<br />
infatti, è stata quella di creare più occasioni<br />
per poter discutere, confrontarsi, educarsi<br />
su un argomento del genere, cosa<br />
che ci siamo riproposti da fare. La presentazione,<br />
in realtà, non è stata una semplice<br />
presentazione fine a se stessa, ma,<br />
anche grazie alla presenza<br />
della Dott.ssa Falzone, un<br />
momento formativo molto<br />
interessante.<br />
Un ringraziamento va al Prof.<br />
Erasmo Di Giuseppe, per l’aiuto<br />
indispensabile nell’organizzazione<br />
dell’evento, a Don<br />
Mariano Chiricozzi ed a<br />
Francesca, per il sostegno<br />
tecnico, a Mons. Pernigotti ed<br />
a tutto il personale della<br />
Curia, oltre che al Vescovo,<br />
Romano Rossi, assente per<br />
impegni precedentemente presi, ed al<br />
Vescovo Emerito Divo Zadi, anch’egli occupato<br />
in improrogabili impegni ecclesiastici.<br />
Ricordo che è possibile acquistare il libro<br />
presso la nostra redazione oltre che nelle<br />
migliori librerie, al costo di soli 10 €. Può<br />
essere un ottimo regalo di Natale per amici<br />
insegnanti e genitori. Approfittatene!<br />
Ermelinda Benedetti
Buone Feste
24<br />
Sant Agata Feltria<br />
Ogni anno sul finire<br />
nel mese di Novembre<br />
ci si inizia ad immergere<br />
nel “caldo” clima<br />
natalizio. Le vetrine<br />
dei negozi vengono<br />
addobbate ed illuminate<br />
con luci colorate,<br />
la tv inizia a trasmettere<br />
i primi spot pub-<br />
di Ermelinda blicitari di panettoni,<br />
Benedetti pandori, torroni e<br />
quant’altro caratterizza il Natale, e poi si<br />
inizia a pensare ai possibili regali da fare e,<br />
perché no, anche da ricevere. Ma posso<br />
garantirvi, che per entrare appieno in questo<br />
fantastico mondo, non c’è nulla di<br />
meglio di una bella gita a Sant’Agata<br />
Feltria, il paese del Natale, un piccolo<br />
borgo fino allo scorso anno in provincia di<br />
Pesaro Urbino ed attualmente passato<br />
sotto la giurisdizione della provincia di<br />
Rimini.<br />
Le vie che conducono al borgo sono piene<br />
di bancarelle che espongono le novità<br />
decorative dell’anno, quasi facendo a gara<br />
tra di loro. Un’allegra banda di “babbi<br />
natale”, suona spostandosi di piazza in<br />
piazza e nel primo pomeriggio, alla folla si<br />
mescolano i figuranti del presepe vivente,<br />
tutti in costumi d’epoca e alle prese con gli<br />
antichi mestieri: alcune donne fanno il<br />
sapone, altre filano e cuciono, alcuni<br />
uomini pascolano, un altro fabbrica sandali...<br />
Il freddo è davvero pungente, specie<br />
in cima, dove si trova Rocca Fragosa e da<br />
cui si può ammirare uno splendido panorama,<br />
cosparso qua e là di chiazze di neve.<br />
Di certo anche quello, al quale noi non<br />
siamo abituati, ha contribuito a rendere<br />
indimenticabile la giornata.<br />
STORIA Le origini di<br />
Sant’Agata Feltria risalgono al<br />
periodo Pre-Romano quando in<br />
questi luoghi si insediarono<br />
tribù umbre, che essendo fondamentalmente<br />
composte da<br />
agricoltori, pastori e cacciatori,<br />
potevano stabilirsi nelle foreste<br />
che coprivano il massiccio<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Le guide di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
appenninico. E’ nel VII secolo<br />
a. C. che si parla di una<br />
tribù Sapinia, costituita da<br />
popoli Sarsinati e Solonati,<br />
che formavano municipalità<br />
separate. Nel territorio solonate<br />
era compreso quello che<br />
ora costituisce il territorio del<br />
Comune di Sant’Agata Feltria,<br />
dove durante le invasioni dei<br />
Goti, la città di Solona fu<br />
distrutta completamente.<br />
Verso il 600 d. C., in seguito<br />
ad una frana, dal Monte<br />
Ercole sovrastante Sant’Agata<br />
Feltria, si staccò una roccia<br />
arenaria, sulla quale ai primordi<br />
dell’VIII secolo, sorse una chiesa<br />
dedicata a S.Agata. Ai piedi della<br />
roccia, venne a costruirsi man<br />
mano, un’agglomerato di case,<br />
che in principio ebbe il nome di<br />
Pietra Arenaria, poi quello di<br />
Sant’Agata Feltria. Secondo una<br />
leggenda, la Chiesa fu costruita in<br />
ricordo di S. Agata, la quale insieme<br />
a S. Leone e S. Marino, risaliva<br />
un giorno la valle del Marecchia in cerca<br />
di luoghi solitari ove stabilirsi. Senonchè<br />
sia per amore di quiete, sia per sfuggire<br />
alle tentazioni carnali, a un certo momento<br />
si separarono. Così S. Marino salì sul<br />
Monte Titano, S. Leone salì sul Monte<br />
Feltro e S. Agata sul Monte di Perticara.<br />
Ma anche dalle vette di questi monti i<br />
Santi erano attratti a scambiarsi dei saluti,<br />
e allora S. Agata scese ad abitare negli<br />
anfratti di una roccia detta “Sasso del<br />
lupo” od anche “Pietra anellaria”, che da<br />
lei si chiamò prima “Rocca di S. Agata”, e<br />
poi per le numerose abitazioni sorte attorno<br />
al sacello, “Pagus di S. Agata”.<br />
Vecchie memorie dicono, invece, che il<br />
paese di Sant’Agata sia stato fondato dai<br />
Goti, dopo che avevano distrutto un<br />
castello nelle vicinanze. Sulla fine dell’<br />
800, per investitura ecclesiastica, tutto il<br />
territorio santagatese venne signoreggiato<br />
dai Cavalca, Conti di Bertinoro, i quali<br />
mantennero il feudo di Sant’Agata Feltria<br />
per quasi due secoli Nel 1177, morto il<br />
Conte Cavalca, senza aver lasciato figli, il<br />
Rettorato di<br />
Sant’Agata Feltria che<br />
comprendeva molti<br />
castelli e varie località,<br />
fu dato dall’Imperatore<br />
Barbarossa<br />
ad Antonio Feltrio<br />
Conte di Montecopiolo.<br />
Ma tale cessione<br />
fu contrastata<br />
dalla Santa Sede.<br />
Nel 1296 era Signore<br />
di Sant’Agata Feltria Guido Tiberti di<br />
Petrella, da questi passò ai Faggiolani, poi<br />
nel 1334 ai Tarlati d’Arezzo, che nel 1335<br />
furono scacciati da Uguccione della<br />
Faggiola (di dantesca memoria) a cui fu<br />
tolta dal Cardinale Egidio Albornoz.<br />
Nel 1430 Sant’Agata Feltria venne data in<br />
Vicariato ai Malatesta che la tennero sino<br />
al 1463, quando Federico da Montefeltro<br />
riconquisterà per la Santa Sede la Rocca di<br />
Sant’Agata Feltria ed i Castelli dell’Alto<br />
Montefeltro. Così Federico fu nominato<br />
Duca e Gonfaloniere della Santa Sede,<br />
facendo innalzare le sue insegne e immurare<br />
il suo stemma nelle Rocche e nei<br />
Castelli di suo dominio. Da questa famiglia<br />
venne infeudata ai Fregoso di Genova che<br />
la tennero ininterrottamente fino al 1660.<br />
Nel Governo si susseguirono: Ottaviano I°<br />
Fregoso, Federico, Aurelio I°, Ottaviano<br />
II°, Orazio e Aurelio II°. Il Feudo tornò poi<br />
alla Santa Sede che lo passò sotto la giurisdizione<br />
della legazione di Urbino.<br />
Nell’età napoleonica fu capitale del dipartimento<br />
del Rubicone. Nel Risorgimento,<br />
dopo aver liberato gran parte delle Marche<br />
e della Romagna, proprio a Sant’Agata<br />
Feltria si sciolsero i Cacciatori del<br />
Montefeltro, depositando le armi nel<br />
“Teatro Angelo Mariani”.<br />
Ricchi e piuttosto movimentati sono stati i<br />
trascorsi storici della piccola Sant’Agata<br />
Feltria e sul prossimo numero continuerò a<br />
raccontarvela, “mostrandovi” i luoghi che<br />
ho avuto il piacere di visitare…
Sono ormai svariati<br />
anni, che giunto al<br />
numero natalizio del<br />
“Come eravamo”,<br />
sono consapevole del<br />
rischio che corro nel<br />
ripetere le stesse<br />
cose, quando racconto<br />
tradizioni e sensa-<br />
di Alessandro Soli zioni passate, perciò<br />
mi accingo, questa<br />
volta, a focalizzare un Natale diverso, un<br />
altro Natale. Mille e mille pensieri affollano<br />
la mia mente, si accavallano,<br />
spingono, cercano<br />
di sovrastarsi, fanno a<br />
gara per conquistare un<br />
posto tra queste poche<br />
righe. Allora pervaso dall’atmosfera<br />
che solo questo<br />
periodo dell’anno sa<br />
suscitare, proverò anche<br />
stavolta ad emozionarvi.<br />
Ma dove corri tu, che<br />
malgrado la crisi, ti<br />
affanni alla ricerca del<br />
regalo a tutti i costi,<br />
acquistato all’ultimo<br />
minuto, senza sapere se<br />
farai la felicità di chi lo<br />
riceve. Perché invece<br />
non corri a far visita a<br />
quel tuo amico malato,<br />
che non pensa ai regali<br />
da fare: ti accorgerai che<br />
la tua semplice presenza<br />
sarà per lui il dono più<br />
bello. Ma che fai tu,<br />
immobile e indeciso<br />
davanti alle vetrine piene<br />
di giocattoli, che devi<br />
assolutamente regalare<br />
ai tuoi bambini, o ai tuoi<br />
nipotini, non ti senti forzato<br />
nelle scelte? Certo,<br />
come va il mondo oggi,<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Come eravamo<br />
Natale, Natale, un altro N<br />
ogni mese una festa, ogni mese un compleanno,<br />
una ricorrenza, verrebbe da dire<br />
ogni giorno è Natale. E allora? Ma che<br />
credi che se non fai così, il mondo cambia?<br />
E’ il mondo che ha cambiato te, sei diventato<br />
schiavo del tuo tempo. Quel mondo<br />
che tu hai sconvolto col tuo comportamento,<br />
distruggendolo con la scusa del<br />
progresso; la natura e tutto l’ecosistema,<br />
si sta prendendo la rivincita; allora prova a<br />
riappropriarti dei tuoi sentimenti, prova a<br />
vivere ancora non “un Natale, ma il<br />
Natale”. Vai, come facevi una volta, a rac-<br />
Da Lione, sotto la neve, i miei nipotini augurano Buon Natale a tutti.<br />
Da sx: Teresa, Davide, Letizia, Dorotea, Paolo Maria.<br />
Buone Feste da<br />
25<br />
cogliere il muschio (‘a carpinella) nei<br />
boschi, magari portando con te qualche<br />
bambino, continua a fare il presepe in<br />
casa, e per non far torti addobba anche<br />
l’albero natalizio. Stai con “i tuoi”, come<br />
sempre hai fatto e sempre farai, ma non<br />
dimenticare mai chi invece con “i suoi”<br />
non ci può stare per ragioni che facilmente<br />
si possono immaginare. Credetemi cari<br />
amici, questa non è retorica, sono quei<br />
due o tre pensieri che sono riusciti, calpestando<br />
tutti gli altri, a trovare spazio tra<br />
queste righe……. Buon Natale!
26<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Una “Fabrica” di ricordi<br />
Personaggi, storie ed immagini di Fabrica di Roma<br />
Erano tutti in chiesa<br />
quella notte di Natale,<br />
per aspettare la nascita<br />
del Bambino Gesù.<br />
Giunti a piedi da ogni<br />
parte del paese e dalle<br />
campagne, quasi tutti<br />
gli uomini avevano<br />
di Sandro Anselmi lasciato le famiglie<br />
attorno al focolare per<br />
non mancare quell’appuntamento con la<br />
fede.<br />
La chiesa era tutta illuminata e le persone<br />
accalcate per seguire la messa, arrivate<br />
tutte infreddolite, si stavano pian piano<br />
riscaldando, ma vista l’ora, al tepore<br />
sopraggiungeva il torpore e la sonnolenza,<br />
e molti di loro, rimasti in piedi, chiusi nei<br />
loro cappottoni spinati, s’appoggiavano<br />
discretamente al muro per resistere alla<br />
spossante stanchezza.<br />
C’era profumo d’incenso ed il profumo<br />
denso delle candele faceva bruciare gli<br />
occhi.<br />
Il latino della funzione, poi, mandava tutti<br />
in catalessi e, solo alla mezzanotte, quando<br />
il bambino veniva finalmente portato in<br />
processione per tutta la chiesa, si risollevava<br />
l’attenzione.<br />
Allora tutti cantavano, ed anche la voce<br />
diseducata e grave dei contadini, si confondeva<br />
con il coro.<br />
I canti si alternavano alle parole del prete<br />
e, fra tutti, quelli più partecipati erano i<br />
classici Tu scendi dalle stelle ed Astro del<br />
ciel.<br />
Ognuno allora recitava dentro di sè quelle<br />
preghiere che aveva serbato nella mente<br />
fin dall’anno prima, con le quali invocare<br />
ogni grazia per sè ed i suoi cari e la pace<br />
per i propri defunti.<br />
Questo contatto diretto con il Signore,<br />
interceduto dalla fede per il Bambinello,<br />
tranquillizzava e riempiva di solida speranza.<br />
La neve di Natale<br />
Nella notte di<br />
Natale, dovevano<br />
mettersi in<br />
pari con la<br />
coscienza, e<br />
non sarebbero<br />
mai potuti mancare<br />
alla messa<br />
di mezzanotte.<br />
All’uscita della<br />
chiesa c’era,<br />
però, una bellissima<br />
sorpresa.<br />
La neve che<br />
intanto era<br />
scesa lenta e<br />
silente, aveva<br />
imbiancato<br />
tutta la piazzetta.<br />
Era stato sereno<br />
nei giorni precedenti, e perciò sul terreno<br />
asciutto i fiocchi avevano facilmente attecchito,<br />
adagiandosi l’uno sull’altro.<br />
C’era silenzio, non c’erano le auto allora,<br />
non c’erano le luci di oggi e tutto sembra-<br />
L’esterno del Duomo<br />
L’interno del Duomo di Fabrica di Roma<br />
va una favola. Quei pochi, fiochi lampioni<br />
appesi ai fili della luce, illuminavano quel<br />
paesaggio irreale. Ora che tutti erano fuori<br />
dalla chiesa, si scambiavano gli auguri,<br />
poi, accarezzati dai fiocchi leggeri, tornavano<br />
a casa per condividere quell’emozione<br />
inaspettata con le famiglie, che avevano<br />
mantenuto allegro il fuoco, aspettando<br />
pazientemente il loro ritorno.<br />
Era un altro natale.<br />
Tanti auguri da
Buone
28<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Associazione Artistica Ivna<br />
LA MIGRAZIONE DELLA LUCE E DEL COLORE<br />
DAL SILENZIO DELL’INCONSCIO ALL’ARMONIA DELLA VOCE ARTISTICA<br />
NELLE IMMAGINI A CONTRASTO CROMATICO-SIMBOLICO DI KATIA AIELLO<br />
della Prof.ssa<br />
Maria Cristina<br />
Bigarelli<br />
Katia Aiello nasce a<br />
Catania e si distingue<br />
per il suo spontaneo<br />
sorriso che illumina il<br />
volto impreziosito<br />
dallo sguardo dei suoi<br />
occhi chiari e trasparenti<br />
come a dire della<br />
sua preponderante<br />
idea cristallina riguardo<br />
la sua vita di<br />
donna e di artista. La<br />
sua solare fisionomia<br />
emerge delicata, seppur con impeto, all’esterno<br />
del mondo che la accoglie e corre<br />
parallela alle fattezze pittoriche scaturite<br />
dall’interno della sua anima, nella quale, il<br />
magma della commozione e dell’amore<br />
risiede.<br />
Magma che fuoriesce veemente, senza<br />
inondare, senza distruggere, ma soltanto<br />
per illuminare il terreno sottostante, soltanto<br />
per dare il giusto calore allo scorrere<br />
delle ore su questo pianeta. Il trasporto<br />
per l’Arte esiste in Katia già fin da piccola,<br />
quando si dilettava con i pastelli ad<br />
olio e spontaneamente il suo stile si avvicinava<br />
ai macchiaioli. L’epoca universitaria,<br />
negli ambiti della giurisprudenza, è caratterizzata<br />
dalla decorazione su vetro, dilettandosi<br />
a trovare gli oggetti più inconsueti<br />
e stravaganti. La tenacia, l’abilità e l’intraprendenza<br />
fanno sì che Katia abbia una<br />
formazione iniziale da autodidatta. Nel<br />
duemila Katia si trova a San Giovanni<br />
Rotondo, luogo nel quale lavora per tanti<br />
anni nell’Amministrazione della Casa<br />
Sollievo della Sofferenza, in un susseguirsi<br />
di varie esperienze, tra cui quella politica.<br />
Sarà questo l’anno che segnerà una vera e<br />
propria “esplosione artistica”: fa la conoscenza<br />
del Dottor Leonardo Tricarico, grazie<br />
alle brevi ma intense lezioni del quale<br />
le si spalanca lo splendido universo<br />
dell’Olio su Tela nell’ambito della divisione<br />
dei piani. Importante per lei sarà il training<br />
pittorico presso la Scuola del Maestro<br />
Mario Orofino, della Prof.ssa d’Accademia<br />
e Artista Mara Bartoli, seguendo gli insegnamenti<br />
e l’esperienza dei quali ha<br />
ampliato la conoscenza e l’applicazione di<br />
altre tecniche come l’acquarello e la china.<br />
La sua passione rimarrà sempre l’Olio che<br />
si può definire un’inclinazione e una tendenza<br />
spontanea, naturalmente preferenziale<br />
in relazione all’acrilico in particolare:<br />
questa predilezione dell’Olio le consente di<br />
plasmare la materia. Non diniega comunque<br />
l’acrilico che viene utilizzato per i<br />
fondi, permettendole di realizzare la tridimensionalità.<br />
Katia Aiello si muove liberamente da uno<br />
stile pittorico all’altro, provando l’emozione<br />
di riscoprire in una sorta di “updating”<br />
dell’Impressionismo, congeniale a lei per<br />
l’uso del colore e della luce base per rappresentare<br />
la realtà percepita attraverso<br />
l’occhio dell’artista colpito da un’impressione<br />
subitanea e momentanea, marcando<br />
l’idea che la realtà fornisce impressioni<br />
diverse dall’uno o l’altro osservatore: l’<br />
adorazione per la sua terra si trasfigura nei<br />
suoi quadri in colori solari, raggianti di<br />
rosso, di giallo, nei cieli infuocati, nei tra-<br />
monti, e d’ azzurro marino che rigenera,<br />
purifica e mostra la via per riappropriarsi<br />
della libertà come diritto-connotazione<br />
naturale dell’Uomo verso l’Infinito. I Punti<br />
Luce sono fondamentali e richiamano l’attenzione<br />
che i pittori fiamminghi impiegavano<br />
per la Luce che ha le sue qualità e<br />
proprietà nell’illuminare oggetti: nel caso<br />
della pittura di Katia Aiello diventa una<br />
“maniera” di illuminazione dell’interiorità di<br />
quell’oggetto, di quel volto, di quel paesaggio<br />
che approda ad un’identità<br />
dell’Anima, creando immagini continuamente<br />
variabili, costruendo la forma,<br />
facendo indossare ad essa il colore che<br />
vediamo con gli occhi dell’Artista, che vaga<br />
con la mente e con lo sguardo, librandosi<br />
nell’aria.<br />
Se è vero che la vita di un artista è arte e<br />
l’arte diventa la sua vita, allora è anche<br />
vero che i periodi felici, di luce possono<br />
essere attraversati da periodi bui, come il<br />
cielo azzurro può essere oscurato da nubi<br />
nere, lasciando intravedere, però, che dietro<br />
di esse c’è ancora il sole…periodo,<br />
quello dell’artista Aiello riconoscibile come<br />
Eclissi del Punto Luce; simbologia che<br />
esprime nel figurativo, tendenzialmente<br />
psicologico, onirico nel grido silenzioso,<br />
sofferente, dei volti umani, floreali e di<br />
oggetti che spingono con elegante sensualità<br />
e dignitoso atteggiamento un<br />
momento di vita laddove il bianco e il nero<br />
sono “quasi l’annullamento” della personalità.<br />
L’ eco di un mondo sommerso che<br />
canta l’invocazione dello spirito, l’implorazione<br />
dell’alma vitale che trova comunque
isposta nel Punto di Colore, il Rosso.<br />
Allora, ecco l’annullamento è parziale grazie<br />
a quel colore, simbolo<br />
di passione e di vita,<br />
che mai potrà spegnersi<br />
in Katia, Donna ed<br />
Artista… Il Rosso è come<br />
il Sole dietro le nuvole; è<br />
il simbolo della forza,<br />
dell’energia; è la molla<br />
per andare avanti. Dalla<br />
sofferenza nascono una<br />
tecnica ed uno stile originali,<br />
avulsi dall’ordinario,<br />
che partono con un<br />
titolo, un nome per poi<br />
plasmare l’immagine…in<br />
un contrasto cromatico che genera emozioni<br />
viscerali e che ha i connotati di un<br />
cerchio il cui percorso approda ai “Bagliori<br />
di Vita”, come una Rinascita…si tratta di un<br />
vero e proprio viaggio “Dall’inconscio<br />
all’Immagine”, nel quale il “Colore…”, come<br />
ci confessa Katia, “…è la mia Voce”!<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 29<br />
L’amalgama e la scelta del colore sono in<br />
simbiosi con la musica che influenza la<br />
scelta pittorica, perché sollecita la Musa<br />
ispiratrice interiore in un gioco intimistico<br />
musicale, ideale e quindi pittorico. Perfino<br />
gli oggetti ritratti possono avere un’anima<br />
in quanto, secondo Katia Aiello, essi sono<br />
stati toccati, usati contribuendo a fare la<br />
sua storia insieme a quella di altri: molti<br />
oggetti che Katia dipinge ricordano l’infanzia<br />
e le persone più care, evocando l’armonia<br />
dei sentimenti. Similmente i papaveri<br />
rossi, provenienti dal buio, sembrano<br />
danzare in un canto corale, sotto il riflettore<br />
di luce intensa prendendo corpo dallo<br />
stesso, alzandosi in uno slancio vitale in<br />
cerca dell’Assoluto, dell’Infinito e<br />
dell’Eterno. La generosità con la quale<br />
Katia dipinge è un pregevole compendio<br />
della sua abilità poetica che apre una<br />
comunicazione simbolica scaturita da un<br />
colloquio interiore, un monologo che va ad<br />
incorporarsi alla pittura. I due momenti<br />
dello scrivere e del dipingere<br />
si scindono<br />
e poi si ritrovano<br />
in una successione<br />
di sentimenti<br />
ed emozioni<br />
che impreziosiscono<br />
la sua<br />
Galleria autobiografica<br />
pittorica<br />
e poetica.<br />
La gratitudine<br />
con la quale<br />
Katia ci dona<br />
uno dei pezzi più<br />
belli della sua<br />
collezione di immagini dall’inconscio è<br />
senza vincoli: nell’opera “Schegge” trae<br />
spunto da un vetro rotto, le cui schegge,<br />
appunto, suggeriscono e fanno intuire alla<br />
Aiello quanto siano visibilmente perfette,<br />
quelle schegge, per dire che ognuna simboleggia<br />
le afflizioni psicologiche, la sensi-<br />
bilità ferita e, tra di esse c’è l’Artista, il suo<br />
Volto, il suo Essere delineati e dipinti con<br />
tratti informali, volutamente<br />
non perfetti…il vuoto, creatosi<br />
dopo la rottura del<br />
vetro, è stato colmato dalla<br />
sofferenza, dal sorriso, dalla<br />
presenza del suo corpo colpito,<br />
ma non trafitto…tutte<br />
le schegge tendono e convergono<br />
in un unico, solito<br />
Punto di Colore Rosso della<br />
rosa simbolo del cuore che<br />
irrora con la linfa vitale un<br />
atto passionale e percettibilmente<br />
dignitoso, sfociante<br />
nel rossore delle gote che<br />
illuminano gli occhi,divenendo essi stessi il<br />
Punto Luce dello sguardo afflitto, ma estasiato,<br />
capace di andare oltre la fragilità, di<br />
vedere oltre il terreno, di sentire oltre l’umano,<br />
di accogliere le meraviglie<br />
dell’Amore che allevia le pungenti ed<br />
amare schegge di dolore in un afflato sublime<br />
ed eterno!
30 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Un bel sabato di<br />
Novembre siamo partiti<br />
per le Canarie,<br />
accompagnati da alcuni<br />
docenti della<br />
nostra scuola media<br />
“G. Fabrizio” di Acquapendente.<br />
Noi<br />
siamo i ragazzi della<br />
III C, una classe, non<br />
facciamo per vantarci,<br />
che ha molti stu-<br />
di Secondiano Zeroli<br />
denti bravi e molte<br />
studentesse…belle! Il<br />
viaggio d’istruzione ha avuto luogo perché<br />
siamo inseriti nel progetto COMENIUS, che<br />
ha lo scopo (senza farla troppo lunga) di<br />
fare incontrare giovani di diverse nazioni,<br />
di modo che possano fare amicizia tra loro.<br />
Il nostro volo da Fiumicino è partito a mezzogiorno<br />
e dopo uno scalo a Madrid, siamo<br />
arrivati a Las Palmas, alle ore 18.30. Il<br />
nostro soggiorno è iniziato subito male: i<br />
bagagli non ci sono stati restituiti, perché<br />
gli aeroportuali erano in sciopero! Non ci<br />
siamo, tuttavia, persi d’animo e, nonostante<br />
una sistemazione all’Ostello della<br />
Gioventù, non proprio ottimale, ci siamo<br />
subito resi conto che, a metà novembre,<br />
sembrava di essere tornati ai dolci tepori<br />
di fine estate! La temperatura stazionava<br />
tra i 24 ed i 28 gradi, tanto è vero che il<br />
giorno successivo, dopo aver acquistato<br />
un costume da bagno ed un asciugamani,<br />
abbiamo fatto un bagno memorabile in<br />
una spiaggia bellissima, dal morbido colore<br />
di rosa. Al ritorno ci siamo fermati a Mas<br />
Palmas, un’altra spiaggia; ma questa volta<br />
costituita da incredibili dune, dove noi ci<br />
siamo divertiti un mondo a tuffarci ed a<br />
rotolarci, sotto gli sguardi benevoli dei<br />
Un Pugnalone alle<br />
Canarie<br />
nostri insegnanti,che<br />
però<br />
non erano a<br />
conoscenza del<br />
fatto che la<br />
cosa era vietata.<br />
Per la serie:<br />
anche gli insegnanti<br />
possono<br />
sbagliare! L’indomaniabbiamo<br />
conosciuto i<br />
ragazzi della<br />
Scuola Media di<br />
Las Palmas e<br />
con loro siamo<br />
andati al RO-<br />
QUE NUBLO, la<br />
montagna più<br />
alta dell’isola.<br />
La salita alla vetta è stata piuttosto sofferta,<br />
ma alla fine ci siamo goduti il nostro bel<br />
panino al prosciutto ed al formaggio,<br />
ammirando sotto di noi un panorama mozzafiato,<br />
ci sembrava di stare sulla luna,<br />
tanto scarsa era la vegetazione. Tra l’andata<br />
ed il ritorno, intanto, molti di noi<br />
hanno cominciato a parlare con i ragazzi<br />
del posto… una parola tira l’altra e ben<br />
presto ci siamo scambiati gli indirizzi email.<br />
Ivan ha collezionato il maggior<br />
numero di indirizzi femminili e qualcuno,<br />
certamente esagerando, gli ha pronosticato<br />
di mettere su famiglia alle Canarie! La<br />
giornata è poi terminata benissimo: all’aeroporto<br />
abbiamo finalmente potuto ritrovare<br />
i nostri bagagli, e a quel punto è stato<br />
un autentico correre ad andare per primo<br />
a fare la doccia.<br />
Il giorno dopo, freschi e puliti, ci siamo<br />
recati alla Scuola Media. L’impressione è<br />
stata eccellente; la<br />
loro è sicuramente<br />
una scuola più bella<br />
della nostra e quando<br />
a Maggio 2011, ci<br />
renderanno la visita,<br />
forse non ci faremo<br />
una bella figura. Comunque<br />
eravamo lì<br />
per fare un “minipugnalone”,<br />
che è la<br />
tradizione più grande<br />
e più bella di<br />
Acquapendente e di<br />
cui andiamo tutti<br />
fieri. Abbiamo lavorato<br />
di buona lena ed il<br />
risultato è stato sorprendente anche per<br />
noi: avevamo fatto un “mini-pugnalone”,<br />
davvero bello perché riprendeva le nostre<br />
tradizioni ma poi inseriva anche aspetti<br />
della loro civiltà. Non sono mancati i complimenti,<br />
certamente sinceri, del preside,<br />
dei professori e dei ragazzi del posto. Al<br />
pomeriggio ancora un bel bagno<br />
nell’Oceano Atlantico, con la colonnina del<br />
mercurio che segnava 29 gradi e poi la<br />
sera tutti a passeggio tra le strette viuzze<br />
del centro città. E mentre noi ci bevevamo<br />
coca-cola e aranciate, i prof. erano intenti<br />
a scolarsi generose dosi di rhum…<br />
Il mercoledì, l’ultimo giorno della nostra<br />
permanenza, abbiamo visitato il delizioso<br />
centro di Las Canteras, la prima capitale<br />
dell’isola. Nel museo della cittadina, abbiamo<br />
ammirato, ottimamente conservati, i<br />
resti dei primi insediamenti umani dell’isola.<br />
Alla sera, grande “baldoriata” finale,<br />
con musica “a palla” e dolcetti a volontà. Il<br />
giovedì siamo ripartiti e poco prima delle<br />
ventidue eravamo di nuovo a casa: ad<br />
Acquapendente. Ognuno nella propria<br />
dimora non ci siamo fatti mancare una<br />
deliziosa cenetta, a base di pastasciutta e<br />
di bistecche; francamente eravamo un po’<br />
stufi di mangiare sempre panini per pranzo<br />
e zuppe di verdure la sera. Ma, a parte<br />
la gastronomia, la gita è stata stupenda, i<br />
ragazzi che abbiamo conosciuto, simpaticissimi,<br />
le spiagge bellissime, il clima stupefacente.<br />
Le altre terze (la A e la B) ci<br />
hanno molto invidiato. Indubbiamente<br />
avevano ragione!<br />
Federico, Marco e Valerio
Buone Feste
32<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Del concepimento e della vita<br />
del Prof. Massimo<br />
Marsicola<br />
“Esistere” significa<br />
essere gettato dentro<br />
l’orizzonte esistentivo<br />
del mondo.<br />
In compagnia cioè<br />
di cose e di altri che<br />
hanno questo<br />
medesimo carattere.<br />
Di entrarvi nessuno<br />
lo ha chiesto.<br />
E’ per questo che si<br />
dice “gettato den-<br />
tro”. Il venire a trovarsi, e l’essere all’interno<br />
dell’orizzonte esistentivo implica però<br />
che qualcuno, che non sono io, ha deciso<br />
e scelto per me. Anche se “decidere” e<br />
“scegliere” lo si deve assumere con l’idea<br />
del limite proprio della possibilità. Si deve<br />
assumere allora, che il concepimento è<br />
l’atto preliminare mediante il quale l’essere<br />
gettato nel mondo viene all’esistenza. E<br />
parrebbe anche logico ammettere che<br />
trattasi di un atto biologico o fisico-biologico.<br />
La vita riproduce se stessa. La vita<br />
dona la vita. Ma è necessario riconoscere<br />
che prima del concepimento biologico vi è<br />
un concepimento spirituale: un atto spirituale.<br />
E per comprendere ‘chi è’, ossia la<br />
vera identità di colui che è stato chiamato<br />
all’esistenza mediante il concepimento,<br />
occorrerebbe risalire, di volta in volta,<br />
all’atto effettivo mediante il quale, ogni<br />
singolo individuo, è stato concepito. Non è<br />
facile. Anche perché, per concepire una<br />
vita, è necessario essere in due, e poiché<br />
il concepimento spirituale corrisponde all’i-<br />
dea presente in ciascuno,<br />
non è detto che i due<br />
abbiano la medesima idea,<br />
si orientino verso il medesimo<br />
tipo di concepimento.<br />
Per concepire è necessario<br />
desiderare. Il desiderare è<br />
già concepire nello spirito;<br />
pensare che l’altro ci piace.<br />
L’idea svela l’intenzione.<br />
L’intenzione rivela l’idea.<br />
L’idea è concepimento spirituale.<br />
Essa viene prima<br />
dell’atto fisico e mediante di essa l’atto fisico<br />
si compie. Pertanto, l’atto del concepimento<br />
biologico, è da considerarsi sempre<br />
successivo all’atto del concepimento spirituale.<br />
Anche se ci si trovasse in presenza<br />
di due individui distratti e distaccati. Nel<br />
momento dell’atto, consumano il concepimento<br />
in ambedue le sedi: biologica e spirituale.<br />
I due hanno deciso di unirsi. Si<br />
viene al mondo quindi, perché si è concepiti<br />
nello spirito, prima ancora che nella<br />
carne. I sentimenti, le emozioni, le passioni<br />
che ci accompagnano o che ci spingono<br />
verso l’altro, l’innamoramento…, sono<br />
altrettanti espedienti, “astuzie della ragione”<br />
direbbe Hegel, che precedono necessariamente<br />
e inevitabilmente l’atto formale<br />
del concepire. La nascita al mondo è<br />
espressione del concepimento, è chiamata<br />
all’esistenza ed esposizione alla vita. Dal<br />
concepire si viene al mondo. Dai frutti si<br />
riconosce l’albero del concepimento. Da<br />
‘chi sarà’ da grande la persona, si evince<br />
Tanti auguri da:<br />
chi erano i suoi genitori. Da ciò che dirà o<br />
farà si può trarre indicazione circa la sua<br />
origine e il suo destino.<br />
“Esistere” non significa ancora “vivere”,<br />
ma esposizione alla vita; possibilità di<br />
accedervi. E finchè si esiste, si è sempre<br />
anche nella possibilità di accedere alla<br />
vita. La vita però è consapevolezza, è<br />
libertà conquistata dalla creatura per poter<br />
gestire responsabilmente la propria esistenza,<br />
anche e soprattutto, in relazione<br />
agli altri. Vivere significa agire in armonia<br />
con l’intero mondo esistente, sapendo<br />
rispettare ogni cosa ed ogni persona.<br />
Vivere significa agire dopo aver accolto in<br />
se stessi lo spirito di verità, ed in perfetta<br />
coerenza con esso. Vivere significa aver<br />
vinto in se stessi l’egoismo ed essere<br />
approdati all’altruismo che considera l’altro<br />
un altro me. Vivere significa aver accolto<br />
Dio nella propria vita ed essere con lui<br />
passati dall’esistenza alla vita. Da questo<br />
accoglimento dipende il passaggio.
La Cassa di Risparmio<br />
di Roma nacque<br />
nel 1836 per iniziativa<br />
privata di alcuni<br />
esponenti dell’aristocrazia<br />
romana,<br />
della Curia, dell’alta<br />
finanza e dell’imprenditoria.<br />
Lo scopo<br />
era di promuove-<br />
di Francesca Pelinga re nel popolo lo spirito<br />
del risparmio.<br />
Sin dall’inizio conquistò la fiducia dei piccoli<br />
risparmiatori in quanto accompagnava<br />
insieme all’attività del credito quella della<br />
beneficenza. Prima della sua nascita vi<br />
erano i Monti di pietà o banco dei pegni<br />
che erano un’ istituzione finanziaria senza<br />
scopo di lucro (nati verso la fine del XV<br />
secolo in Italia su iniziativa dei Francescani<br />
per dare prestiti di limitata entità) in cambio<br />
di un pegno che i creditori vedevano<br />
restituito quando il debito veniva ripagato.<br />
La Cassa di Risparmio quindi partecipava<br />
ad opere di previdenza sociale e pubblica<br />
utilità. Nell’udienza del 18 aprile 1855,<br />
papa Pio IX approvò l’istituzione di una<br />
Cassa Di Risparmio nella città di Viterbo e<br />
nel circondario ,Cassa da amministrare da<br />
una Società anonima fondata da privati a<br />
scopo filantropico e approvò il Regolamento<br />
composto da trentaquattro articoli.<br />
Non appena la Società raggiunse il capitale<br />
di 1500 scudi ,le azioni costavano circa<br />
10 scudi ciascuna, cominciò ad operare.<br />
Non si ricevevano depositi minori a 5<br />
baiocchi ne maggiori a 5 scudi,i frutti<br />
cominciavano dal giorno dopo ed erano del<br />
4 per cento,però il depositante doveva<br />
avere sul conto la somma di 25 baiocchi e<br />
se ritirava la somma prima di un mese non<br />
aveva diritto ad alcun interesse. Era aperta<br />
tutte le domeniche (ottenuta la licenza<br />
dalle autorità ecclesiastiche) e tutti i sabati<br />
dalle ore 11 all’una, si potevano ricevere<br />
i depositi la domenica, ma il sabato non si<br />
rendevano soldi a chi li chiedeva. La Cassa<br />
aveva la facoltà di impiantare Agenzie nei<br />
Comuni del Circondario di Viterbo qualora<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 33<br />
LA CASSA DI RISPARMIO DI CIVITA CASTELLANA<br />
Ecco dove i nostri antenati mettevano da parte i propri guadagni<br />
ne avessero fatta richiesta attraverso la<br />
domanda delle rispettive Rappresentanze<br />
Comunali,veniva assegnato un casteletto e<br />
veniva nominata una commissione di vigilanza.<br />
Nel 1873 il Tarquini ci riferisce di<br />
“una rinomata Cassa di Risparmio diretta<br />
da zelanti cittadini”, nel 1877 l’istituto bancario<br />
contribuì all’apertura del primo asilo<br />
infantile di Civita e ai bisogni locali del<br />
commercio e delle industrie private. Nel<br />
1889 il consiglio d’amministrazione era<br />
cosi composto: vice-presidente Giacomo<br />
cav. Franci, ragioniere Giuseppe Petti, cassiere<br />
Nicola Quatrini, consiglieri sindacatori<br />
Giuseppe Gori, Paolo Morelli segretario<br />
Arvino Del Frate. Quell’<br />
anno furono impiantati a<br />
Civita altri due istituti di<br />
credito e le operazioni<br />
bancarie subirono una<br />
notevole diminuzione,fu<br />
anche una difficile annata<br />
agricola e commerciale e<br />
venne quindi usata la<br />
massima cautela negli<br />
investimenti a scanso di<br />
eventuali perdite,vennero<br />
sospese le gratificazioni<br />
per il presidente, cassiere<br />
e ragioniere. Il fondo di<br />
cassa liquido nella gestione<br />
del 1888 era di L.3949 (15.938,00 euro<br />
rapportato ad oggi),i versamenti settimanali<br />
fatti dai depositanti nel 1889 erano di<br />
L.9654 (38.964,00 euro rapportato ad<br />
oggi). Le azioni costavano L.100 e ne comperarono<br />
una del Frate Arvino, Gori<br />
Giuseppe, Arigoni Gio-vanni, Guazzaroni<br />
Giuseppe, Morelli Paolo. Furono spese per<br />
sussidi caritatevoli L.12 gli interessi sulle<br />
cambiali erano del 7 per cento ed erano<br />
state riscosse sulle cambiali scadute<br />
durante l’anno 1889 di L.35021<br />
(141.347,00 euro rapportato ad oggi) delle<br />
gestioni precedenti L.4300 (17.355,00<br />
euro) la riscossione degli interessi fu di<br />
L.2795 (11.280,00 euro), era stato per i<br />
civitonici un anno veramente nero. Nel<br />
1892 facevano sempre parte del Consiglio<br />
Auguri<br />
d’amministrazione : Giacomo cav,Franci<br />
presidente, vice-presidente Giuseppe Petti,<br />
il consiglio era composto da: Luigi Profili,<br />
Giuseppe Guazzaroni, Stanislao Laurenti,<br />
Giovanni Arrigoni, il ragioniere Arvino Del<br />
Frate, cassiere Filippo Poggioli, segretario<br />
Angelo Pasquetti, i sindacatori Giovan<br />
Paolo Lepori, Paolo Morelli. Nel rendiconto<br />
all’assemblea degli azionisti dell’11 settembre<br />
1892 il presidente Cav. Franci purtroppo<br />
dovette dire che non erano stati<br />
ottenuti dei grossi guadagni in quanto vi<br />
era stato una grande crisi bancaria. A quel<br />
tempo vi erano sei banche con la facoltà di<br />
emettere biglietti di banca intitolati al<br />
Regno d’Italia: la Banca Romana,<br />
la Banca Nazionale di Torino, il<br />
Banco di Napoli, il Banco di<br />
Sicilia, la Banca Nazionale<br />
Toscana e la Banca Toscana di<br />
Credito, ed erano impegnate in<br />
prestiti a lungo termine soprattutto<br />
nel settore dell’industria<br />
edilizia e, a causa della crisi di<br />
quest’ultima, molte banche crollarono.<br />
Lo scandalo maggiore fu<br />
quello della Banca Romana che<br />
per coprire le perdite iniziò ad<br />
emettere senza autorizzazione<br />
una nuova moneta ed a stampare<br />
due serie di biglietti con lo<br />
stesso numero di serie in modo da raddoppiare<br />
l’emissione della moneta in circolazione.<br />
Tutto ciò ebbe pesanti ripercussioni<br />
sia a livello politico che sul sistema<br />
economico bancario italiano. Nel 1893 il<br />
governo Giolitti riordinò il sistema creditizio<br />
e fu fondata la Banca D’Italia con la fusione<br />
della Banca Nazionale con le due banche<br />
toscane. Il patrimonio della nostra<br />
Cassa comunque era salito da 57258<br />
(225.828,00 euro di oggi) a L.89090<br />
(351.374,00 euro di oggi), le cambiali<br />
erano L.144,451 (567,00 euro di oggi). I<br />
sindacatori Paolo Lepori e Paolo Morelli il<br />
5 febbraio 1893 dichiararono che si poteva<br />
guardare tranquilli all’avvenire facendo<br />
una preghiera a tutti gli azionisti di effettuare<br />
depositi, sia pure di piccole somme.
34<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
CIVITONICI ILLUSTRI<br />
L’ABATE LUDOVICO SODERINI<br />
(1660-1739)<br />
Nuove e recenti acquisizioni archiviali permettono,<br />
allo stato attuale, di aggiungere<br />
nuove informazioni sulle attività di personaggi<br />
storici di Civita Castellana, lontani<br />
ormai nel tempo, ma fondamentali se<br />
inquadrati nel secolare processo di evoluzione<br />
storica e sociale del nostro centro.<br />
Tra tutte emerge la figura dell’Abate<br />
Ludovico Soderini, nato a Civita<br />
Castellana nel 1660, appartenente ad una<br />
importante famiglia Toscana quì trasferitasi<br />
da Firenze intorno al sec.XVI, al seguito<br />
della corte Pontificia che periodicamente<br />
transitava nella fortezza Sangallo, centro<br />
politico e militare nevralgico durante tutto<br />
il secolo XVI.<br />
Intorno al 1685, il Soderini è Vicario della<br />
Cattedrale di Santa Maria Maggiore e<br />
segretario del Vescovo del tempo.<br />
Le sue doti religiose ed organizzative vengono<br />
subito notate da un importante prelato<br />
della Curia Romana e nominato amministratore<br />
apostolico della città di Cento in<br />
provincia di Ferrara. Intorno al 1688<br />
abbandona Civita Castellana per i suoi<br />
impellenti impegni e obblighi istituzionali.<br />
Ripercorriamo alcune tappe principali della<br />
vita del Soderini: 1688, governatore di<br />
Cento; 1699, amministratore di Città di<br />
Castello e, infine, nel 1738 governatore<br />
della Sabina.<br />
Dunque, incarichi istituzionali di alto livello<br />
a conferma delle doti religiose e organizzative<br />
del prelato civitonico.<br />
In una lettera del tempo: “….il signor<br />
abbate Soderini era poi un uomo molto<br />
dedito alla pietà, ed avuto in pregio per<br />
senno e per prudenza…aveva tenuto il<br />
governo di vari luoghi dello stato ecclesiastico;<br />
ed ora che era vecchio anzi che no,<br />
si voleva mandare a presiedere la nobile<br />
città di Cesena, ove avrebbe con migliore<br />
paga un campo degno del suo sapere…. Il<br />
buon vecchio prima di accettare interrogò<br />
il santo vescovo, se non fosse meglio per<br />
lui ritirarsi in Civita Castellana sua<br />
patria..”.<br />
Purtroppo l’aggravarsi delle condizioni di<br />
PALAZZO SODERINI OGGI<br />
salute, ormai malferma da qualche anno,<br />
lo costringono a non accettare l’incarico.<br />
Il 13 Giugno 1739, poco prima della sua<br />
scomparsa, dona alla Curia Vescovile con<br />
specifico atto notarile: “ LA SUA CASA<br />
POSTA DENTRO QUESTA CITTA’ NELLA<br />
CONTRADA DETTA PANICO PAROCHIA DI<br />
SAN CLEMENTE CON IL GIARDINO, E<br />
TUTTI LI SUI ANNESSI E CONNESSI,<br />
LIBRARIA E TUTTI LI MOBILI, E SEMO-<br />
VENTI IN ESSA ESISTENTI PER IL VALO-<br />
RE DI 9.000 SCUDI”.<br />
L’importante documento archiviale permette<br />
oggi di identificare con estrema precisione<br />
la collocazione urbana della residenza<br />
della famiglia Soderini: si tratta del<br />
palazzo Soderini, posto alla confluenza<br />
di via di Porta Lanciana con via Panico,<br />
oggi privo di ogni utilizzazione e in attesa<br />
di un immediato intervento di restauro<br />
conservativo, data l’importanza del manufatto<br />
opera di un importante architetto<br />
Romano del sec. XVII.<br />
Dopo la scomparsa del prelato, dal 1740 al<br />
Buone Feste<br />
1746, il palazzo ospita alcuni uffici della<br />
Curia Vescovile e fino al 1802, con alterne<br />
vicende, il locale seminario vescovile.<br />
Dal 1802 al 1985, è sede del collegio femminile<br />
e casa di ricovero dell’infanzia<br />
abbandonata, dell’ordine religioso delle<br />
Maestre Pie Venerini, meglio note alla<br />
storia di Civita Castellana come le “orfanelle”.<br />
Nel 1986, subito dopo la chiusura<br />
del collegio, è stato oggetto di una sua trasformazione<br />
in casa protetta per anziani<br />
e al centro di un lungo dibattito architettonico<br />
e sociale che fino agli anni ’90 ha<br />
caratterizzato la vita sociale del nostro<br />
centro, senza però giungere ad una affettiva<br />
utilizzazione. Tra il 2000 e il 2001, è<br />
stata completamente ristrutturata la<br />
copertura che versava in condizioni di<br />
estremo degrado. Il palazzo presenta<br />
motivi architettonici tipici dell’architettura<br />
Barocca, in particolare la soluzione d’angolo<br />
su via di Porta Lanciana e le finestrature<br />
dell’ultimo piano, dalle eleganti volute.<br />
Due gli ingressi: il portale ad arco di via<br />
Panico, con il profondo androne che<br />
immette nel vasto giardino e alla scala,<br />
ortogonale, al corridoio, che conduce ai<br />
piani superiori e in particolare alla cappella<br />
del piano nobile.<br />
L’area esterna è caratterizzata da un vasto<br />
cortile rettangolare e da un giardino<br />
sopraelevato destinato originariamente ad<br />
orto. L’abate Ludovico Soderini muore nel<br />
dicembre del 1739 e viene sepolto nella<br />
Cattedrale di Santa Maria Maggiore.
36 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Un trombettista veterano di New Orleans,<br />
tale Papa Mutt Carey, ha detto: “ … gli<br />
uomini che hanno dato il via a tutto il Jazz<br />
sono stati il cornettista Buddy Bolden e il<br />
batterista Papa Jack Laine … ”<br />
Buddy Bolden nei pochi anni in cui fu attivo<br />
come musicista era grande, le donne<br />
non sapevano resistergli e lui non sapeva<br />
resistere ne a loro ne al whisky, ma a<br />
causa della sua vita sregolata finì per perdere<br />
il senno, nel 1903 fu rinchiuso in un<br />
manicomio della Luisiana dove morì<br />
parecchi anni dopo.<br />
Sorte diversa toccò a Papa Jack Laine il<br />
progenitore del Jazz bianco o del<br />
Dixieland se si preferisce, egli dimostrò<br />
una notevole capacità organizzativa in<br />
forza della quale già nel 1888, aveva<br />
appena quindici anni, formò il suo primo<br />
complesso e nel suo periodo di maggiore<br />
fortuna coincidente con i primi anni del<br />
secolo, ebbe il controllo di ben sette<br />
Bands, tutte contraddistinte dallo stesso<br />
nome, si chiamavano Reliance Brass Band<br />
e lavoravano a New Orleans simultaneamente<br />
suonando Rag-time e Marce per<br />
parate. Negli anni della guerra ispano -<br />
americana, fu leader della formazione più<br />
importante di New Orleans e molti dei<br />
musicisti di quella città, nel decennio compreso<br />
tra il 1910 e il 1920, iniziarono a<br />
suonare con lui; egli li scelse tra gli appartenenti<br />
ai diversi gruppi etnici presenti<br />
nella città del Delta per cui annoverò nelle<br />
sue formazioni francesi, italiani, tedeschi,<br />
ebrei, cubani, messicani e finanche africani<br />
e, molti di questi, che avevano anche<br />
militato nelle formazioni costituite da King<br />
Oliver e Buddy Bolden, furono gli artefici<br />
di quella fertile collaborazione che risultò<br />
essere la mescolanza tra i diversi stili<br />
musicali. Ebbe alle sue dipendenze musicisti<br />
i cui nomi sarebbero rimasti nella<br />
Storia del Jazz, il cornettista Lawrence<br />
Vega, il clarinettista Alcide Yellow Nunez,<br />
il cornettista Nick LaRocca, il pianista<br />
Henry Ragas, i fratelli Abbie e George<br />
Brunis, il clarinettista Ernest Giardina e<br />
tanti altri ancora, certamente più di cento;<br />
quasi tutti i musicisti bianchi di New<br />
Orleans suonarono nelle sue Bands.<br />
Ma per comprendere meglio la personalità<br />
musicale di Papa Jack Laine, dobbiamo<br />
soffermarci, sia pur brevemente, su quelli<br />
che furono i c.d. Minstrels ossia gli interpreti<br />
di quello spettacolo itinerante, il<br />
Minstrel, appunto, che ebbe origine nel<br />
sud degli Stati Uniti e in Virginia in particolare<br />
e che risultò essere essenziale per<br />
la nascita del Jazz.<br />
Lo spettacolo offerto, che era basato sulla<br />
interpretazione del patrimonio musicale e<br />
folkloristico nero, preparò senza alcun<br />
dubbio all’introduzione di quella nuova<br />
musica; ma chi erano i Minstrels? In origine<br />
soltanto bianchi, del resto come si<br />
poteva pensare che più di due secoli fa un<br />
nero potesse salire e recitare su un palcoscenico?<br />
Successivamente furono anche neri, peraltro,<br />
gli stessi bianchi si travestivano da<br />
neri tingendosi le mani e il viso per proporre<br />
una interpretazione dell’uomo di<br />
colore che trovava consensi e favore da<br />
parte del pubblico bianco; basti ricordare<br />
il travestimento di Al Jolson in quel celeberrimo<br />
film dal titolo: Il cantante di Jazz<br />
che costituì il primo esempio di spettacolo<br />
cinematografico sonoro.<br />
Sviluppatosi dapprima come spettacolo<br />
claunesco, il Minstrel assorbì in seguito<br />
quella vigorosa musica discendente dai<br />
meetings religiosi dei neri, nè poteva<br />
mancare il solito bianco, tale Daddy Rice,<br />
in artè Jim Crow che propose un particolare<br />
personaggio, un vero e proprio Zio<br />
Tom che, sciancato e deforme, cantava e<br />
ballava offrendo divertimento ai presenti.<br />
Questo spettacolo ebbe enorme diffusione<br />
e successo tanto che da allora Jim Crow<br />
divenne sinonimo di uomo di colore e, da<br />
questo nome nacquero i locali Jim Crow,<br />
le carrozza Jim Crow, gli scompartimenti<br />
dei treni Jim Crow, la segregazione razzia-<br />
Buone Feste<br />
le, in buona sostanza.<br />
Tutto ciò fino a quando anche i neri non<br />
misero in scena i loro spettacoli di<br />
Minstrels grazie a Henry Juba Laine, ai<br />
Pringle Minstrels, alla African Company ed<br />
ai Georgia Colored Minstrels che, adottando<br />
linguaggio e atteggiamenti dei bianchi<br />
che li irridevano, arrivarono addirittura a<br />
tingersi loro stessi il volto e le mani per<br />
mettere in risalto la propria appartenenza<br />
alla razza nera. Si assistette in tal modo ad<br />
una sorta di parodia della parodia che<br />
avrebbe trovato pratica esemplificazione<br />
nel repertorio di molti futuri Jazzmen,<br />
primo fra tutti il grande Louis Armstrong -<br />
Satchmo; questi Minstrels neri effettuarono<br />
fortunate tournèes in tutti gli Stati<br />
Uniti, e non poche delle musiche eseguite<br />
dai loro complessi sarebbero poi passate<br />
nei repertori Jazzistici.<br />
Orbene Papa Jack Laine prima di dedicarsi<br />
al Jazz, di cui divenne una delle figure<br />
più importanti nel periodo della formazione,<br />
diresse una Band di Minstrels a New<br />
Orleans, Band che dette al Blues un insostituibile<br />
contributo.<br />
Pur essendo vissuto a lungo, Papa Jack<br />
Laine morì all’età di oltre novanta anni,<br />
rinunciò alla musica nel 1917, quando<br />
aveva appena quarantaquattro anni, per<br />
dedicarsi all’attività di fabbro e, successivamente,<br />
a quella di garagista. Non esiste<br />
alcuna sua registrazione e nel corso della<br />
sua lunga vita è stato intervistato più<br />
volte; egli ha sempre affermato di essere<br />
stato lui ad istradare molti di quei musicisti<br />
che avrebbero determinato e caratterizzato<br />
il Jazz di New Orleans.<br />
Riccardo Consoli<br />
Buone Feste
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 37<br />
L’angolo del Bon Ton<br />
Come tutti gli anni, in<br />
questo periodo desidero<br />
fare un regalo a<br />
tutti i lettori della<br />
nostra rivista; quest’anno<br />
però il mio<br />
pensiero va in particolare<br />
ai più piccolini.<br />
di Letizia Chilelli Desidero, infatti,<br />
donarvi una tenerissima<br />
fiaba, che dedico a tutti i bimbi..<br />
senza dimenticare anche quelli un po’<br />
più grandicelli!!!!<br />
Era la notte prima di Natale, la notte in<br />
cui tutto è calmo, sereno, come in attesa,<br />
e niente e nessuno si muove, dentro<br />
le case addormentate, nemmeno un<br />
topolino..<br />
La luna sulla neve appena caduta faceva<br />
scintillare di una luce irreale ogni<br />
cosa, quando, ai miei occhi stupiti,<br />
apparve nel cielo una minuscola slitta,<br />
trainata da otto piccole renne, con un<br />
adorabile vecchietto come cocchiere: subito<br />
capii che doveva trattarsi di Babbo<br />
Natale.<br />
Le piccole renne correvano agili ai richiami<br />
e agli incitamenti del dell’allegro guidatore:”Vai<br />
Fulmine! Muovetevi, Agile e Astuta!<br />
Andiamo Cometa! Su, Cupido! Vai, Asso!<br />
Verso la cima del tetto, via saltate, coraggio!”.<br />
Come le foglie morte prima che l’uragano<br />
le trascini via, incontrando un ostacolo,<br />
s’alzano a mulinello verso il cielo, così<br />
volavano le renne sopra il tetto della casa,<br />
trasportando Babbo Natale e la sua slitta<br />
ricolma di doni.<br />
Una visita di Babbo<br />
Un attimo dopo potei udire chiaramente il<br />
loro scalpiticcio e il risonare dei loro zoccoli<br />
sopra il tetto.<br />
Mi immaginai Babbo Natale mentre scendeva<br />
dal camino: era vestito di pelliccia<br />
dalla testa ai piedi e i suoi abiti erano sporchi<br />
di cenere e fuliggine; gettato dietro le<br />
spalle aveva un sacco pieno di giocattoli e<br />
sembrava un venditore ambulante in procinto<br />
di mostrare la sua merce.<br />
Come scintillavano i suoi occhi! Che allegria<br />
mettevano le sue fossette!<br />
Le guance sembravano rose e il naso una<br />
rossa ciliegina; la sua buffa, piccola bocca<br />
era increspata da un amabile sorriso e la<br />
sua barba era candita come la neve.<br />
Fra i denti stringeva la pipa e il fumo<br />
azzurrino saliva a circondare il suo capo<br />
come un’impalpabile ghirlanda. La sua<br />
larga faccia e il suo enorme pancione sobbalzavano<br />
quando rideva, come una scodella<br />
colma di gelatina!<br />
Era così paffuto e rubicondo, proprio come<br />
un allegro gnomo, che non appena lo vidi<br />
scoppiai a ridere, mio malgrado; un batter<br />
di palpebre e un cenno del capo mi fecero<br />
capire che non avevo niente da temere.<br />
Non pronunciò una sola parola, ma si mise<br />
subito al lavoro: riempì accuratamente<br />
tutte le calze, poi si girò di scatto, e si pose<br />
un dito sulle labbra facendomi cenno di<br />
tacere, e salì su per il camino.<br />
Montò sulla sua piccola slitta, emise<br />
un fischio acuto all’indirizzo del suo<br />
equipaggio e tutti se ne volarono via<br />
in un batter d’occhio, ma io potei<br />
udire chiaramente, mentre si allontanava<br />
nel cielo, la sua voce argentina<br />
augurare: “Buon Natale a tutti,<br />
a tutti felice notte!”<br />
Agli auguri di Babbo Natale si<br />
aggiungono anche i miei, con la<br />
speranza che in questo dolce periodo<br />
quel bimbo che c’è in ognuno di<br />
noi possa ricordarci il vero e meraviglioso<br />
significato del Santo Natale.<br />
(Fiaba di Clement C. Moore, da “Tempo di<br />
Natale” 1985 Mondadori Editore)<br />
Buone Feste
38<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
EPICONDILITE<br />
E’ un’infiammazione che colpisce tennisti e non solo,<br />
vediamo quali sono le cause e la terapia…<br />
del Dottor<br />
Patrizio Lazzarini<br />
fisioterapista<br />
L’epicondilite (precisamenteepicondilite<br />
omerale), è<br />
un’infiammazione<br />
dei tendini che vanno<br />
a gravare sul<br />
gomito, in dettaglio<br />
sull’epicondilo laterale.<br />
È una dolorosa<br />
infiammazione conosciuta<br />
anche come<br />
gomito del<br />
tennista, dato che colpisce spesso gli<br />
sportivi di questa categoria.<br />
Tuttavia, l’epicondilite non va intesa come<br />
una patologia che riguarda solo un piccolo<br />
gruppo di sportivi, ma riguarda anche chi<br />
sta molto tempo con gli arti superiori fermi<br />
nella stessa posizione per altri motivi,<br />
come un dattilografo, un pianista o uno<br />
scrittore che usi la tastiera. In genere i<br />
medici consigliano di cercare di prevenirla,<br />
riscaldando sempre bene le articolazioni<br />
prima di dedicarsi a degli sforzi intensi,<br />
come il culturismo, altri tipi di sport o lavori<br />
di natura manuale. Si tratta di un distur-<br />
bo di carattere invalidante, che, qualora<br />
non affrontato con la giusta terapia, può<br />
cronicizzare.<br />
Sintomi:Il dolore è localizzato dove queste<br />
fibre si attaccano all’osso sul lato esterno<br />
del gomito o lungo i ventri dei muscoli<br />
epicondiloidei all’avambraccio. Clinicamente<br />
si manifesta con dolore ad insorgenza<br />
subdola, con dolenzia durante l’uso combinato<br />
di mano, polso e gomito. Il dolore<br />
può aumentare la sera, dopo la giornata<br />
lavorativa. Solitamente la sintomatologia<br />
diventa più intensa per entità e durata,<br />
con maggior impaccio funzionale e riduzione<br />
progressiva dell’attività lavorativa fino<br />
ad una vera e propria impotenza funzionale<br />
antalgica.<br />
Diagnosi:L’esame radiologico è solitamente<br />
negativo, la diagnosi è squisitamente<br />
clinica anche se una ecografia tendinea,<br />
consente di identificare le aree di<br />
degenerazione endotendinea e l’iperemia<br />
dei tessuti peritendinei.<br />
Terapia:Nelle forme acute (dolore in atto)<br />
la terapia mira a eliminare l’infiammazione<br />
ed il dolore mediante l’interruzione mo-<br />
mentanea della attività sportiva e lavorativa,<br />
associando l’uso di FANS (Antinfiammatori<br />
per bocca). Fondamentali sono le<br />
terapie fisiche antalgiche, tipo laser, ultrasuoni,<br />
ipertermia, ionoforesi che aiutano<br />
ad eliminare l’infiammazione. Nei casi,<br />
comunque piuttosto rari, che non dovessero<br />
rispondere alla terapia è possibile ricorrere<br />
a un intervento chirurgico, eseguibile<br />
anche in artroscopia.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 39<br />
La storia della Previdenza Soci<br />
Italia<br />
Seconda parte<br />
di Arnaldo Ricci<br />
arnaldo_ric@yahoo.it<br />
Bisogna anche dire<br />
che la spinta finale<br />
alle istituzioni di<br />
allora, nel porsi il<br />
problema della previdenza<br />
per gli operai<br />
e di conseguenza<br />
a legiferare in merito,<br />
fu data anche<br />
dagli avvenimenti<br />
relativi alla protesta operaia che in quel<br />
periodo stava incalzando tutta l’Europa,<br />
compresa l’Italia, dove essi avevano causato<br />
anche fatti di sangue.<br />
Si può affermare che la legge 350 del 17<br />
luglio 1898 fu la prima a dettare le regole<br />
istitutive, di una previdenza sociale che si<br />
può definire progenitrice della attuale<br />
Inps. L’istituzione fu chiamata: CASSA<br />
NAZIONALE DI PREVIDENZA PER<br />
L’INVALIDITA’ E LA VECCHIAIA<br />
DEGLI OPERAI<br />
E’ da sottolineare che essa ( contrariamente<br />
a quella contro gli infortuni sul lavoro,<br />
istituita a marzo dello stesso anno e<br />
resa immediatamente obbligatoria, sia<br />
per i lavoratori che per il datore di lavoro )<br />
non prevedeva l’obbligo di iscrizione, il<br />
quale era solamente su base volontaria del<br />
lavoratore. Il datore di lavoro era completamente<br />
estraneo al rapporto che il lavoratore<br />
poteva avere con la sua assicurazione<br />
previdenziale. In realtà, lo stato dettò<br />
alcune regole quadro ma lasciò totalmente<br />
libero il lavoratore, nella scelta di avere<br />
o non avere la sua assicurazione previdenziale.<br />
Parallelamente a questa istituzione<br />
che sembrava essere più privata che pubblica,<br />
rimasero comunque in essere la<br />
maggior parte delle varie organizzazioni di<br />
mutuo soccorso precedentemente in attività.<br />
Come tutti sappiamo, a quei tempi<br />
(fine ottocento ) lo stato italiano che era di<br />
concezione liberale, non si affrettò ad abolirle.<br />
Non entrando molto nei particolari, i<br />
contributi versati alla cassa di previdenza,<br />
assicuravano un trattamento pensionistico<br />
a 65 anni, sia per uomini che per donne;<br />
la pensione veniva calcolata con un meto-<br />
do molto più vicino all’attuale contributivo<br />
piuttosto che al retributivo.<br />
Ovviamente chi decideva di lavorare<br />
senza iscrizione alla cassa (questo era<br />
consentito dalle norme allora vigenti)<br />
non percepiva nessuna pensione di vecchiaia,<br />
tantomeno quella di invalidità.<br />
Tutto rimase in questi termini fino al<br />
1919, quando esattamente il 21 Aprile<br />
1919, fu approvato, dal parlamento, il<br />
famoso regio decreto legislativo N° 603 il<br />
quale istituì l’obbligatorietà di iscrizione<br />
previdenziale, sia per il lavoratore che per<br />
il datore di lavoro. I contributi venivano<br />
versati con il controllo dello stato, il quale<br />
partecipava anche con suoi trasferimenti<br />
monetari, seppure in piccola percentuale,<br />
assicurando il funzionamento dell’ente di<br />
previdenza. Questa legge avvicinò l’Italia<br />
agli altri stati nord europei, dove, giusto<br />
per fare l’esempio della Germania, rogatorie<br />
simili vigevano fin dal 1882; fautore il<br />
Bismarck.Il nuovo ente previdenziale, ridisegnato<br />
dal decreto 603, cambiò anche<br />
nome e venne chiamato CASSA NAZIO-<br />
NALE PER LE ASSICURAZIONI SOCIALI<br />
con acronimo CNAS. La pensione di vecchiaia<br />
per gli uomini rimase fissata sempre<br />
a 65 anni ma per il gentil sesso fu riconosciuta<br />
l’opzione di andare a 60 anni.<br />
Un giorno prima dell’entrata in esercizio<br />
della nuova CNAS si contavano circa<br />
700.000 lavoratori iscritti e 20.000 pensionati,<br />
tra quelli di vecchiaia e quelli d’invalidità;<br />
dopo circa sei mesi di attività, grazie<br />
all’obbligatorietà, risultarono iscritti ben 12<br />
milioni di lavoratori! Qualche politico però<br />
iniziò a sentire l’esigenza di abolire ed<br />
assorbire, presso la neonata CNAS, tutte<br />
quelle forme di assistenza sociale allora in<br />
piedi, derivanti dalle vecchie organizzazioni<br />
di mutuo soccorso di stampo ottocentesco.<br />
Di seguito riporto un brano del discorso<br />
del senatore Mario Abbiate, pronunciato<br />
nel 1921 dai banchi del senato del regno<br />
d’Italia, in merito alla necessità di unificare<br />
le varie forme assicurative; a mio parere<br />
sembra molto attuale.<br />
Foto del frontespizio della tessera che veniva<br />
consegnata al lavoratore iscritto nel periodo<br />
1898 – 1919<br />
“………….Il funzionamento attuale<br />
delle assicurazioni sociali in Italia, le<br />
une separate dalle altre, con burocrazie<br />
multiple e strumenti diversi,<br />
per il loro costo di amministrazione e<br />
per la complessità delle operazioni<br />
che richiedono, suscita forti resistenze.<br />
È doloroso dire questo per chi ha<br />
dato la maggior opera della sua vita<br />
all’avvento, nel nostro paese, delle<br />
assicurazioni sociali; ma è doveroso<br />
dirlo. Dobbiamo coordinare le assicurazioni<br />
esistenti, sulla base dell’ istituenda<br />
assicurazione contro le<br />
malattie, per conseguire con minor<br />
dispendio e col minor disturbo dei<br />
datori di lavoro, i massimi risultati.<br />
Dobbiamo risolvere questo problema<br />
al più presto; prima che attraverso i<br />
presenti ordinamenti provvisori, le<br />
varie burocrazie si consolidino e crescano<br />
le ostilità verso le assicurazioni<br />
stesse…….”<br />
Questa esigenza, enunciata per la prima<br />
volta dal senatore Mario Abbiate, all’interno<br />
dello stato liberale, fu tenuta presente<br />
anche dallo stato successivo, di concezione<br />
corporativa 1922 – 1943. nonché da<br />
quello attuale della prima e dalla seconda<br />
repubblica. Attualmente, molto si è fatto<br />
nell’ unificare i vari trattamenti previdenziali<br />
precedentemente esistenti anche se<br />
quello che auspicava il senatore Abbiate<br />
nel 1921 non si è ancora totalmente ottenuto.<br />
continua sul prossimo numero...<br />
Buone Feste
40 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Nuovo successo per il giovane Maestro Enrico Mazzoni<br />
Più volte ci siamo trovati ad elogiare i<br />
meriti ed i successi del giovane maestro<br />
Enrico Mazzoni, attivo e presente nel<br />
panorama musicale locale. Ma ripercorriamo<br />
brevemente le tappe fondamentali da<br />
lui percorse fin ora, per arrivare a complimentarci<br />
dell’ultimo traguardo raggiunto.<br />
Enrico, sin dall’età di otto anni, mostra la<br />
passione innata per la musica ed inizia a<br />
studiare assiduamente. Nel frattempo termina<br />
le scuole dell’obbligo e si iscriversi<br />
all’I.T.I.S. “L. Da Vinci” di Viterbo, dove si<br />
diploma nel ’97 con votazione 57/60.<br />
Quattro anni dopo arriva anche il diploma<br />
in pianoforte conseguito al conservatorio<br />
“G. Briccialdi” di Terni, con votazione 9/10.<br />
Ma Enrico non si ferma lì e dopo un nuovo<br />
percorso di studi, intrapreso nel medesimo<br />
istituto, l’11 Novembre 2010 consegue il<br />
diploma accademico di secondo livello in<br />
Tastiere Storiche, con il massimo dei voti e<br />
tanto di lode al seguito.<br />
Tutto questo, va ricordato, avviene mentre<br />
Enrico è impegnato a svolgere attività<br />
didattiche presso la scuola di musica<br />
comunale di Soriano nel Cimino, l’associazione<br />
culturale “Musica Arte & Cultura”, la<br />
scuola di musica comunale di Nepi e l’associazione<br />
musicale “F. Zappa” di Magliano<br />
Sabina. Mazzoni, inoltre, è organista della<br />
Chiesa Cattedrale “S. Maria Maggiore e del<br />
Coro Polifonico “Mons. Giuseppe<br />
Bellamaria” di Civita<br />
Castellana, dal 1999.<br />
Assai numerosi sono i<br />
concerti tenuti in questi<br />
anni, e molti altri saranno<br />
quelli in cui lo vedremo<br />
presente.<br />
Agli auguri per il recente<br />
successo guadagnato,<br />
aggiungiamo quelli<br />
per essere diventato<br />
papà del piccolo<br />
Gianluca.<br />
L’ANGOLO DEL PROF. A cura di Patrizia Caprioli.<br />
Mini-spazio dedicato a siti, portali, risorse in rete (gratis!) da poter usufruire come supporto didattico per gli insegnanti<br />
interessati a dare sempre nuovi input ai loro piccoli studenti.<br />
Learning Paths – Tante vie Per Imparare : http://www.learningpaths.org/<br />
Sito dedicato alle strategie ed ai vari stili di apprendimento e di insegnamento, dedicato a coloro che desiderano<br />
aiutare se stessi o gli altri ad imparare.<br />
Non solo matematica : http://www.marikarongo.fan-club.it/t_download.php<br />
Sito creato da un insegnante di scuola primaria, Marika Rongo; la sezione presa in esame da la possibilità di scaricare<br />
documentazione dedicata a schede ed esperienze didattiche, programmazioni eccetera, eccetera.<br />
Tanti auguri al piccolo<br />
Gianluca Mazzoni che il<br />
5 Dicembre ha compiuto<br />
3 mesi, dai genitori<br />
Enrico e Veronica, i<br />
nonni Silvio e Regina,<br />
Remo e Luciana<br />
Tel. 0<strong>76</strong>1.5<strong>76</strong>604 - cartolibreriasoldini@libero.it<br />
www.lamiacartoleria.it<br />
La nostra collaborazione con la rivista <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>, è iniziata nell’Aprile del 2009 e da allora tutti i mesi l’appuntamento<br />
con la nostra clientela sulle pagine del giornale non è mai mancato. Per la nostra attività questo ha rappresentato<br />
un impegno economico importante, che abbiamo ritenuto utile, per comunicare il nostro pensiero, non solo attraverso<br />
articoli pubblicitari, ma facendo quasi un discorso sociale sull’importanza delle piccole librerie nel proprio paese,<br />
della necessità di leggere, di possedere le basi per acculturarsi, per informarsi,<br />
così da essere sempre più uomini liberi. A questo punto gradiremmo molto che, chi ci ha letto con<br />
interesse, ci comunichi i propri pensieri e ciò che vorrebbe che noi continuassimo a fare, e a scrivere,<br />
attraverso la nostra pagina Facebook “Cartolibreria Soldini”.<br />
Come sempre noteremo il vostro interesse, le iniziative verso la nostra libreria non mancheranno!Possiamo<br />
iniziare subito dicendo che per le feste abbiamo a disposizione tutte le novità<br />
editoriale e possiamo evadere ogni vostro ordine in brevissimo tempo, tantissimi libri e giochi<br />
didattici per i vostri bambini e ragazzi! Per le feste non dimenticatevi della “piccola” libreria<br />
del vostro pese, e vi auguro di regalare e ricevere tanti libri!!!<br />
Perché un libro è per sempre.<br />
Dimenticavo, il grande assortimento di calendari, un’altra idea utile ed economica per i<br />
regali di Natale.<br />
Augurissimi a tutti.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 41<br />
Piazza Marcantoni: dopo l’inaugurazione,<br />
tanti gli appuntamenti sotto l’albero<br />
Di fronte ad una folla gremita, Piazza<br />
Marcantoni ha festeggiato la sua apertura.<br />
Tante le persone accorse nel nuovo<br />
centro commerciale di Civita Castellana<br />
per partecipare alla giornata di apertura.<br />
Al taglio del nastro erano presenti le<br />
autorità: il Sindaco di Civita Castellana,<br />
Gianluca Angelelli, il Vescovo S.E. Mons.<br />
Divo Zadi, il Presidente dell’Unicoop<br />
Tirreno Marco Lami, gli ex-operai della<br />
Ceramica Marcantoni, il Responsabile<br />
Marketing di Kaos Srl., Alessandro<br />
Angellelli, e il Presidente Vignale<br />
Comunicazioni Srl, Patrizia Corridori, il<br />
Consigliere Regionale del Pd l’On.<br />
Giuseppe Parroncini e la stampa locale.<br />
“In molti temono che Piazza Marcantoni<br />
possa togliere vivacità al centro storico;<br />
colgo l’occasione per rassicurarli sul fatto<br />
che non sarà così.- ha dichiarato, durante<br />
il taglio del nastro, il sindaco - Recuperare<br />
un’area di Civita è fondamentale per rivalorizzare<br />
l’intera città”. Anche il Vescovo,<br />
S.E. Mons. Divo Zadi, ha voluto sottolineare<br />
la valenza sociale dell’apertura di<br />
Piazza Marcantoni: “E’ un momento importantissimo<br />
per Civita Castellana – ha commentato<br />
il Vescovo - perché questo luogo,<br />
pregno di memoria storica, torna a nuova<br />
vita”. “Piazza Marcantoni non è solamente<br />
un centro commerciale ma anche luogo di<br />
socializzazione, in linea con i valori di cui la<br />
Coop da sempre è emblema”, ha ricordato<br />
Marco Lami, Presidente della Coop.<br />
L’inaugurazione di Piazza<br />
Marcantoni si è consumata<br />
così, tra shopping e divertimento,<br />
con gli spettacoli de<br />
“Il Cerchio Invisibile”, per<br />
la regia e la direzione artistica<br />
di Sandro Nardi, che si<br />
sono susseguiti fino a sera,<br />
quando la pioggia ha costretto<br />
i presenti a salutare, almeno momentaneamente,<br />
la nuova “Piazza” del paese.<br />
“All’interno di Piazza Marcantoni non ci<br />
sarà spazio solamente per un’anima commerciale,<br />
ma anche per la cultura e gli<br />
eventi ad essa legati.- ha dichiarato<br />
Alessandro Angellelli, Responsabile<br />
Marketing di KAOS Srl – Questo intento è<br />
confermato, non solo dal fatto che all’interno<br />
di Piazza Marcantoni è stato predisposto<br />
un apposito spazio dedicato al<br />
Museo della Ceramica, ma anche dalla<br />
presenza di locali messi a disposizione<br />
della cittadinanza e delle associazioni.<br />
Piazza Marcantoni – aggiunge - non mira a<br />
togliere vivacità e visibilità a quanto presente<br />
già sul territorio, ma ad integrarsi<br />
armoniosamente alle realtà esistenti”.<br />
Grazie ad un lavoro di recupero di una<br />
delle storiche ceramiche di Civita<br />
Castellana, come l’ex ceramica Casimiro<br />
Marcantoni, la nostra città è diventata<br />
esempio d’eccellenza anche a livello internazionale.<br />
A confermarlo, l’attenzione che<br />
il Mapic di Cannes e l’UrbanPromo di<br />
Venezia, due prestigiosi appuntamenti del<br />
marketing urbano e territoriale, hanno<br />
rivolto all’ambizioso progetto. Innovazione<br />
e tradizione si fondono a Piazza<br />
Marcantoni, dove le vecchie ciminiere e i<br />
blocchi di tufo si affiancano alle moderne<br />
vetrate e ai nuovi parcheggi sotterranei.<br />
“Quello che abbiamo realizzato è uno spa-<br />
zio sempre aperto, anche oltre l’orario dei<br />
negozi. È un’area commerciale, ma anche<br />
una piazza dove passeggiare e trascorrere<br />
del tempo - ha affermato l’Ing. Pietro<br />
Angeletti - Non a caso per quest’area<br />
parliamo di vie e di una piazza, e non semplicemente<br />
di un centro commerciale.<br />
Anche rispetto al centro storico, Piazza<br />
Marcantoni non si pone, assolutamente, in<br />
contrasto – conclude - ma semmai può<br />
essere considerata uno stimolo per la valorizzazione<br />
dell’intera città e un incentivo al<br />
turismo su tutto il territorio cittadino”.<br />
“La grande partecipazione cittadina dimostra<br />
quanto il progetto fosse sentito dalla<br />
popolazione e quanto la sua realizzazione<br />
risponda ad un’esigenza reale della città e<br />
dei paesi del comprensorio.- ha dichiarato<br />
l’arch. Domenico Cocucci, responsabile<br />
del progetto di recupero- Questa risposta<br />
positiva della cittadinanza va oltre ogni<br />
aspettativa e non può farci che piacere”.<br />
Dopo un inizio molto positivo, Piazza<br />
Marcantoni si appresta a vivere il suo<br />
primo Natale e a stupirvi con tante sorprese.<br />
A dicembre gli appuntamenti con Piazza<br />
Marcantoni proseguono con:<br />
- dal 10 al 24 dicembre, dalle ore 17<br />
alle 19, Babbo Natale sarà a Piazza<br />
Marcantoni per raccogliere le letterine dei<br />
bambini e lasciarsi fotografare con loro;<br />
- 19 dicembre, alle ore 13, pranzo di<br />
solidarietà, il cui ricavato sarà devoluto a<br />
favore del Centro Socio-educativo “Rosa<br />
Merlini Frezza”;<br />
- Venerdì 31 dicembre, alle ore 19,<br />
Brindisi di fine anno per salutare il 2010<br />
a Piazza Marcantoni.<br />
Per maggiori informazioni:<br />
www.piazzamarcantoni.it
42<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Ancora un saluto a Don Mario Valeri<br />
Caro don Mario, sull’ultimo<br />
numero di <strong>Campo</strong><br />
de’ <strong>fiori</strong> leggo un articolo<br />
che ti riguarda, a<br />
firma di Alessandro Soli.<br />
Gioisco e mi rammarico<br />
al tempo stesso. Alessandro<br />
mi ha preceduto<br />
di un soffio, era mio<br />
intendimento, infatti,<br />
richiedere alla Direzione<br />
della rivista, la preventiva<br />
autorizzazione per<br />
dedicarti un mio personale<br />
ricordo.<br />
Tuttavia, parlando con<br />
Sandro Anselmi, abbiamo<br />
convenuto che un ulteriore articolo a<br />
te dedicato non potrà di certo nuocere,<br />
quindi, eccomi pronto con carta e penna,<br />
come si era soliti dire qualche tempo<br />
addietro. Ti do del tu, non già perché ti<br />
considero mio padre, bensì per il fatto che<br />
ci diamo del tu da circa quarant’ anni.<br />
Infatti, correva l’anno 1969 quando con<br />
l’ing. Viale ci siamo portati a Ponzano<br />
Romano per effettuare un preliminare<br />
sopralluogo, lungo il tracciato di quello che<br />
sarebbe, successivamente, diventato la<br />
prima tratta della direttissima ferroviaria<br />
Roma - Firenze. Ricordo perfettamente di<br />
averti incontrato in prossimità della piazzetta<br />
di Ponzano, ti accompagnavi a un<br />
brigadiere dei carabinieri e Viale commentò<br />
così: siamo appena giunti a Ponzano<br />
Romano e incontriamo le autorità, il<br />
Parroco e il Comandante la Stazione<br />
Carabinieri, manca soltanto il Sindaco.<br />
Da quel giorno, con quel giovane Parroco,<br />
iniziava, per mai interrompersi, una assidua<br />
frequentazione; ti sei perfettamente<br />
integrato nell’organico del cantiere facendone<br />
parte a pieno titolo, pranzavi molto<br />
spesso con tutti noi; qualche volta, anche<br />
di recente, ti ho ricordato che, appena<br />
giungevi in prossimità delle baracche,<br />
Viale ti chiedeva se avessi già pranzato e<br />
spesso rispondevi: non<br />
ancora, al che seguiva<br />
un quasi ordine: allora<br />
prima vada a pranzare,<br />
dopo parleremo, rispondevi:<br />
obbedisco!<br />
Di quell’impegnativo<br />
lavoro ricordo il traforo<br />
del monte Soratte, una<br />
galleria lunga quattro<br />
chilometri circa, che<br />
richiedeva l’uso costante<br />
degli esplosivi e il<br />
costante impegno da<br />
parte di tutte le maestranze<br />
e dei minatori in<br />
particolare. Nella galleria<br />
Sant’ Oreste, così si chiamava il traforo,<br />
poichè sottopassava l’omonimo abitato,<br />
il 4 dicembre del primo anno dall’inizio dei<br />
lavori, in occasione della festività di Santa<br />
Barbara, ricorrenza molto sentita dai<br />
minatori, hai celebrato la Santa Messa. Il<br />
secondo anno, è stato S.E. il Vescovo di<br />
Civita Castellana a celebrarla e, questo<br />
fatto, ha indotto tutti noi a pensare che<br />
l’anno successivo, dopo il Parroco e il<br />
Vescovo, dovesse essere il Papa a celebrare<br />
in quella speciale occasione.<br />
Naturalmente era soltanto un modo di<br />
dire. Orbene, non ricordo attraverso quali<br />
canali, ma certamente con il tuo diretto e<br />
costante impegno, il Santo Padre Paolo VI<br />
accettò quell’insolito e del tutto inusuale<br />
invito; correva il 1972, quell’anno non<br />
celebrammo la festa di Santa Barbara e i<br />
relativi festeggiamenti furono procrastinati<br />
di venti giorni. Infatti, la notte di Natale il<br />
Santo Padre celebrò in quel cantiere la<br />
Santa Messa di mezzanotte.<br />
Quella solenne celebrazione fu preceduta<br />
dall’incontro del Papa con i minatori, in<br />
corrispondenza dell’avanzamento, a circa<br />
mille metri dall’imbocco, davanti a un<br />
Presepio realizzato dalle suore, con le pietre<br />
ricavate dagli scavi. Oltre ai molti minatori,<br />
ai tecnici, agli assistenti, alla direzio-<br />
Buone Feste da:<br />
ne del cantiere, rappresentata dall’ing.<br />
Viale, c’eri anche tu, giovane Parroco di<br />
Ponzano Romano, per l’occasione in divisa<br />
di minatore.<br />
In quella eccezionale occasione, ricordo<br />
che erano presenti il Presidente del<br />
Consorzio ing. Paolo Berti, il Direttore<br />
Generale ing. Ulrico Bianco, di cui abbiamo<br />
parlato molto spesso, una straordinaria<br />
persona a cui sono molto legato; ricordi<br />
ormai lontani, ma pur sempre ricordi indelebili.<br />
Voglio ancora ricordare come, in<br />
quella occasione, S.E. Monsignor Vescovo<br />
emerito Divo Zadi, che non era stato ancora<br />
consacrato Vescovo e svolgeva il suo<br />
Ministero presso il Vaticano, la notte di<br />
quel Natale seguiva con attenzione e interesse<br />
quello straordinario avvenimento.<br />
Personalmente a quell’epoca non lo conoscevo,<br />
ma è come se lo avessi già incontrato,<br />
infatti, un suo e mio carissimo<br />
amico, nostro consulente, non mancava<br />
mai di parlare di questo giovane<br />
Monsignore che, questa la sua previsione,<br />
avrebbe fatto molta strada.<br />
Arrivato a Civita Castellana, rimboccandoti<br />
le maniche, come scrive Alessandro Soli,<br />
sei riuscito a trasformare un semplice piccolo<br />
garage in una grande Parrocchia,<br />
quella di San Giuseppe Operaio; il 17 ottobre<br />
del corrente anno hai raggiunto il sessantesimo<br />
anniversario di Ordinazione<br />
Sacerdotale. Sei ancora giovane, certamente<br />
di spirito, hai ancora parecchie cose<br />
da portare a termine. Da parte mia ti ricordo<br />
quello che scriveva Charles Augustin de<br />
Sainte - Beuve: “ … resta giudizioso e chiaroveggente<br />
fin nelle tue debolezze, che la<br />
stanchezza non ti prenda mai, non ritenere<br />
mai di essere arrivato; nell’età in cui gli<br />
altri riposano o rallentano, raddoppia di<br />
coraggio e di ardore, ricomincia come un<br />
principiante, corri una seconda e una terza<br />
corsa, fa che la verità stessa si avvantaggi<br />
della perdita delle tue illusioni … “<br />
Caro don Mario, una terza corsa ti aspetta.<br />
Coraggio.<br />
Riccardo Consoli
di<br />
Daniele Vessella<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 43<br />
“Il Fumetto”<br />
LETTERATURA PER IMMAGINI CHE EMOZIONA<br />
RAPACI di Jean Dufaux ed Enrico Marini<br />
Edito da Lizard Edizioni – 4 volumi, conclusa<br />
Fantastico ed esaltante.<br />
Storia vampiresca,<br />
ma quel tema non si<br />
percepisce come colonna<br />
portante dell’impianto<br />
narrativo, ma fa<br />
da sottofondo per portare<br />
alla luce la psicologia<br />
dei personaggi e<br />
questo è geniale.<br />
Gli attori della storia<br />
sono venuti da altrove<br />
e appartengono ad un’altra razza, una<br />
razza “prima”, una razza di immortali.<br />
Assetati di potere, hanno sottoposto il<br />
mondo ai loro ordini.<br />
Ma il loro regno finisce… scivolano nella<br />
notte, sono legati al sangue, e il loro sterminio<br />
per sopravvivere si verifica in una<br />
città americana.<br />
Un fratello e una sorella vincolati da un<br />
giuramento di sangue, spinti da un desiderio<br />
di vendetta contro questa razza di<br />
“vampiri”, ... due rapaci dai poteri ancestrali<br />
e istinti sanguinari rimasti intatti da<br />
secoli.<br />
Poi ci sono altri, gli esseri umani semplici,<br />
comuni mortali,... come il tenente di polizia<br />
Vicky Lenore che vuole perforare il<br />
mistero del mondo fantastico di<br />
queste persone…<br />
I personaggi si vanno ad incastrare<br />
pian piano come i tasselli<br />
di un grande puzzle, il tutto condito<br />
dallo stile dinamico di Marini<br />
capace di essere sia cool che<br />
efficace ai fini della storia. La<br />
sceneggiatura dà ampio spazio<br />
alla matita evocativa di Marini,<br />
utilizzando personaggi provocanti<br />
con un pizzico di erotismo.<br />
Il tutto è ambientato in una<br />
metropoli che ha tutta l’aria di<br />
essere americana, con qualche<br />
carattere esotico. La serie punta<br />
molto sui disegni, e il vero punto<br />
di forza di quest’opera sono loro.<br />
Se volete una storia vampiresca<br />
classica, ancora questa non fa<br />
per voi, ma se cercate avventura,<br />
mistero e suspence, allora è<br />
uno dei titoli su cui indirizzare<br />
l’attenzione.<br />
* Le 1er cycle ?<br />
Lascio l’indirizzo del mio blog:<br />
http://danielevessella.blogspot.com/<br />
Buone Feste da:<br />
Protegge i tuoi valori<br />
Silvia Malatesta - Via S. Felicissima, 25<br />
01033 Civita Castellana (VT)<br />
Tel.0<strong>76</strong>1.599444 Fax 0<strong>76</strong>1.599369<br />
silviamalatesta@libero.it
44<br />
Antonia Bellizzi<br />
mancata il 27.11.2010<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Nel cuore<br />
A mamma<br />
Quel giorno è arrivato, dobbiamo chiamarlo un giorno triste, perché<br />
il distacco rende sempre tristi, ma sicuramente è anche un<br />
giorno particolare, che fa riflettere. Tutti noi abbiamo o abbiamo<br />
avuto una mamma e per tutti noi è stata unica, speciale.<br />
La nostra era una mamma semplice e per questo perfetta,<br />
auguro a tutti di avere una mamma così. Nostro padre, nonostante<br />
qualche piccolo bisticcio, l’amava di un amore di altri<br />
tempi, con calore, a volte con sopportazione. Noi figli la criticavamo<br />
per come lei voleva essere nostra madre, con i sui pregi e<br />
con i suoi difetti mai nascosti! Sognavamo di avere una madre<br />
normale e che non fosse eccessivamente bella né ricca, ma pretendevamo<br />
un amore unico per me e mia sorella, così come doveva<br />
essere unico l’amore per mio padre.<br />
Ma lei ha voluto darci di più, ha amato quanti ha incontrato ed<br />
è anche per questo che noi l’abbiamo amata anche di più.<br />
Ciao mamma…<br />
Saverio e Lucia<br />
Per te zio Enzo che sono tre anni che ci hai lasciato<br />
Mi manca la tua presenza, quando vorrei averti accanto! Ma tu non<br />
ci sei. E allora io guardo in alto, il cielo, e mi accorgo che non sarò<br />
mai sola.<br />
I miei occhi che piangono è il solo rumore che si possa sentire, nell’immenso<br />
vuoto che mi hai lasciato quando la malattia ti ha portato<br />
via. Mi manchi sempre di più.<br />
Ma so che un giorno ci riabbracceremo... Quanto ti penso!<br />
Mi manchi sempre di più. Ti voglio un mondo di bene!<br />
Gloria<br />
A Giovanni Gagliardi venuto a mancare il 1° Dicembre 2009<br />
Hei nonno….<br />
Come stai? Qui la vita è un po’ più difficile senza te,<br />
casini su casini, ma poco importa.<br />
Chissà cosa stai pensando, chissà da lassù cosa vedi, se sei fiero di<br />
me! Sai ti voglio bene e se potessi esprimere un desiderio,<br />
beh, vorrei riabbracciarti anche solo per poco…<br />
Gabriele
Le storie di<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 45<br />
Max Fiorella Mannoia<br />
Da controfigura di Cinecittà a cantante affermata dopo una lunga gavetta<br />
..continua dal numero 75<br />
Nell’autunno del<br />
1971, conclusa l’esperienza<br />
con la<br />
Carish, Fiorella Mannoia<br />
trova un’altra<br />
etichetta pronta a<br />
puntare su di lei. E’<br />
di Sandro Anselmi<br />
la It di Vincenzo<br />
Micocci, che la propone con il suo nome<br />
per esteso ed una nuova immagine: capelli<br />
corti e ricci, di color rosso carota, decisamente<br />
più sobria. Il primo quarantacinque<br />
giri è composto da due brani: Ore sei,<br />
del cantautore Enzo Perrotti e Mi gira la<br />
testa, di Carlo Nistri e Memmo Foresi. Il<br />
disco, già stampato in una tiratura bassissima,<br />
non viene, inspiegabilmente, messo<br />
in commercio e le uniche copie in circolazione<br />
sono quelle distribuite alla stampa<br />
specializzata per la promozione.<br />
Tra il ’72 ed il ’74, la cantante si lega per<br />
un brevissimo tempo alla più importante<br />
etichetta RCA, dalla quale, in effetti dipende<br />
anche la stessa It, e incide due soli<br />
dischi. Il primo Mannoia, Foresi & Co, in<br />
coppia con il suo compagno di vita,<br />
mescola stili diversi, dal pop al gospel al<br />
country all’italiana, dal quale emerge il<br />
brano Ma quale sentimento. Il progetto si<br />
blocca e quindi la RCA propone alla<br />
Mannoia un disco da solista che contiene<br />
Ninna nanna e Rose. Quest’ultimo pezzo<br />
suscita, però, subito critiche e quasi scandalo,<br />
tanto che deve essere ritirato dal<br />
mercato. E’ la serenata di una<br />
donna abbandonata che si<br />
rivolge alla neo sposa del suo<br />
ex uomo, con frasi che toccano<br />
ed offendono la sensibilità femminile.<br />
Il brano verrà, poi, rieditato<br />
con importanti modifiche.<br />
Dopo un anno di assenza dalle<br />
scene musicali, Fiorella torna<br />
alla ribalta seguita da un’altra<br />
importante etichetta, la Ricordi,<br />
grazie alla quale, tra il ’<strong>76</strong> ed il<br />
’78, incide tre singoli: Piccolo,<br />
con le musiche di Dario Farina<br />
e Ruggero Cini e le parole di<br />
Sergio Bardotti; Tu amore mio,<br />
scritta da Memmo Foresi e<br />
Franco Califano; ed infine<br />
Scaldami, del cantautore<br />
Maurizio Piccoli. In queste due<br />
ultime produzioni, la cantante<br />
cambia di nuovo il suo modo di<br />
proporsi. Sexy e prorompente<br />
riesce infatti a catturare maggiormente<br />
l’attenzione. Poi ancora uno stop lungo tre<br />
anni ed eccola di nuovo. Stavolta nel cast<br />
del Festival di Sanremo ’81, per l’etichetta<br />
CGD, con il brano Caffè nero bollente, il<br />
primo vero brano col quale Fiorella riesce<br />
a farsi conoscere ed apprezzare dal grande<br />
pubblico. Anche se, come lei stessa ha<br />
riconosciuto, la svolta è avvenuta effettivamente<br />
nel 1984, con il pezzo Come si<br />
cambia, dove abbandona la vena rock del<br />
precedente e punta tutto sulle emozioni. E<br />
proprio questo sarà il segreto di tutto il<br />
Auguri<br />
suo successo negli anni a venire. Quello<br />
che le donne non dicono, composta da<br />
Enrico Ruggeri può essere un po’ considerato<br />
l’emblema di questa sua scelta.<br />
Seguono Le notti di Maggio, scritta da<br />
Ivano Fossati e gli album Canzoni per parlare<br />
dell’ ’88 e Di terra e di vento dell’ ’89,<br />
tanto per citarne alcuni.<br />
Dal quel momento in poi, infatti, la carriera<br />
artistica della Mannoia non ha più conosciuto<br />
black out, tanto da essere considerata<br />
oggi la portavoce femminile della<br />
migliore “canzone d’autore” italiana.
46<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Un auto tutta nuova per l<br />
Anche se i giorni sembrano tutti uguali<br />
nello scorrere monotono del tempo, tuttavia<br />
nell’esperienza di ognuno di noi alcuni<br />
di essi costituiscono date particolari, cariche<br />
di significato e di valore.<br />
Tale è stato Sabato 13 Novembre per l’associazione<br />
ATAMO, per i suoi operatori e<br />
per i suoi iscritti.<br />
Infatti nel primo pomeriggio, in Piazza del<br />
Comune, che rappresenta il cuore, il simbolo<br />
della nostra città, alla presenza del<br />
Sindaco, Avv. Gianluca Angelelli, del<br />
Vescovo Diocesano S. E. Mons. Romano<br />
Rossi, del Comandante del Corpo d’Armata<br />
Generale Canu e di altre autorità civili e<br />
religiose, nel corso di una semplice ma<br />
suggestiva cerimonia, è stata presentata<br />
alla cittadinanza la nuova autovettura Opel<br />
Combo.<br />
La difficile situazione in cui si trova il presidio<br />
ospedaliero di Civita Castellana per la<br />
drastica riduzione dei reparti, con i conseguenti<br />
immancabili disagi per gli ammalati<br />
e per le loro famiglie, non ha scoraggiato<br />
l’associazione ATAMO, che intende riaffermare<br />
gli impegni morali assunti per assistere<br />
chi soffre, e si propone anzi di incrementare<br />
la sua attività a beneficio delle<br />
comunità del Basso Viterbese.<br />
Grazie alla collaborazione di altre associazioni,<br />
alla generosità di imprenditori ed<br />
operatori, alla solidarietà disinteressata dei<br />
singoli cittadini, è stato possibile, con il<br />
ricavato della lotteria organizzata dalla<br />
Società Sportiva “I due Laghi”, acquistare<br />
la nuova autovettura, che affiancherà la<br />
vecchia Agila per trasportare i malati onco-<br />
Acquistata con la generosit dei cittadini,<br />
Ł stata ufficialmente consegnata il 13 Novembre<br />
logici del nostro territorio alle sedute di<br />
chemioterapia, presso l’ospedale di Civita<br />
Castellana, e di radioterapia, presso l’ospedale<br />
Belcolle di Viterbo.<br />
La manifestazione ha costituito un’occasione<br />
utile per avvicinare le istituzioni alla<br />
gente, per mantenere un contatto umano<br />
diretto, per rinforzare i rapporti di amicizia<br />
e di solidarietà, per trasmettere un messaggio<br />
di speranza.<br />
L’ATAMO coglie l’occasione offerta dal giornale<br />
“<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>” per inviare a tutte le<br />
Auguri da<br />
INDOVINA<br />
IL PERSONAGGIO<br />
MISTERIOSO...<br />
I primi tre che chiameranno<br />
in redazione al<br />
numero 0<strong>76</strong>1.513117,<br />
comunicandone il nome esatto riceveranno<br />
un buono di<br />
5 € per la Lavanderia Ilde<br />
famiglie l’augurio di un Natale sereno e di<br />
un Nuovo Anno di pace.
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 47<br />
Oroscopo di Dicembre<br />
Ariete L’ultimo mese dell’anno<br />
inizia con una grande<br />
disponibilità ad incominciare<br />
nuovi percorsi. Vi sentirete<br />
pronti per costruire un<br />
progetto che da tempo<br />
desiderate realizzare. Le relazioni sono al<br />
centro dell’attenzione. Nel lavoro sentirete<br />
l’esigenza di agire in modo spontaneo ed in<br />
collaborazione con gli altri. Periodo di bilanci<br />
e forti aspirazioni.<br />
Toro Quello che avete<br />
seminato durante l’autunno<br />
inizierà a dare frutti.<br />
Sappiate organizzare le<br />
risorse in modo preciso. Ci<br />
sono aspetti legati alle finanze ed ai rapporti<br />
che vanno chiariti. Riprendete in mano le<br />
redini della vostra vita e sviluppate quello<br />
che realmente vi appassiona. La chiarezza<br />
sulla meta da raggiungere vi darà l’energia<br />
giusta.<br />
Gemelli Ogni cosa sembra<br />
ancora confusa e lontana<br />
dalle vostre aspettative, le<br />
Stelle vi chiedono di uscire<br />
da una spirale di timore,<br />
lotta o staticità. Ricordatevi<br />
della vostra creatività ed abbiate fiducia nell’intuizione.<br />
Abbandonate tutto ciò in cui vi<br />
sentite limitati ed osate fare un passo verso<br />
i vostri sogni, anche quelli d’amore.<br />
Cancro Dicembre è un<br />
mese di esperienze che portano<br />
stabilità. Negli ultimi<br />
tempi avete messo in<br />
discussione molte certezze<br />
ed avete cambiato punto di<br />
vista. Vi state muovendo in punta di piedi<br />
ma con un consapevolezza profonda.<br />
Guardate con fiducia alla realtà senza le<br />
ombre del passato, solo così potrete vivere<br />
un buon inizio d’anno.<br />
Leone Finalmente un po’ di<br />
serenità. Durante il 2010<br />
avete compreso molte cose<br />
osservando le persone e gli<br />
eventi. Il protagonismo e<br />
l’assunzione delle responsabilità<br />
sono passate in secondo piano, permettendo<br />
alla gratitudine di emergere.<br />
L’umiltà con la quale guardate alla vita è il<br />
dono dell’anno ed un punto di forza dal<br />
quale ripartire.<br />
Vergine Dicembre chiude<br />
un anno iniziato con un’energia<br />
fragile che man<br />
mano è diventata vitalità,<br />
fiducia e voglia di vivere.<br />
Dopo un lungo periodo di disorientamento,<br />
sentite la necessità di tracciare dei punti di<br />
riferimento. Non escludete prima di aver<br />
sperimentato. La comprensione nasce dall’esperienza,<br />
unitela alla comunicazione e<br />
fate <strong>fiori</strong>re la vostra creatività.<br />
Bilancia Durante il 2010 ti sei abituato alla<br />
severità di Saturno ed all’inquietudine<br />
profonda di<br />
Plutone. Essi stanno cambiando<br />
il rapporto con voi<br />
stessi facendovi affrontare le<br />
paure più grandi. Ricordatevi<br />
che le Stelle portano sempre all’armonia.<br />
Ultimamente avete assunto la posizione<br />
della difesa. Non è necessario lottare, o<br />
vedere nemici ovunque.<br />
Scorpione Venere nel vostro Segno vi offre<br />
la facilità nel manifestare i<br />
sentimenti. E’ un tempo<br />
adatto a produrre idee,<br />
opere, definire accordi professionali<br />
o economici. Gli<br />
Astri scioglieranno la timidezza<br />
donandovi una grande lucidità mentale.<br />
Questo anno vi ha insegnato a dar<br />
forma alle esigenze di spirito.<br />
Sagittario Tante sono le<br />
possibilità di sviluppo che<br />
avete a disposizione. Giove<br />
ed Urano in una posizione<br />
dinamica vi metteranno di<br />
fronte alla prova finale, spingendovi verso<br />
decisioni importanti che diventeranno stabili<br />
più avanti. Sarà un mese dove sceglierete<br />
con naturalezza, fra molti progetti, quelli<br />
che vorrete realizzare<br />
Capricorno Il 2010 è stato<br />
un anno di transizione.<br />
Conoscete ciò che avete<br />
lasciato ed un poco temete<br />
quello che troverete. In<br />
realtà: collaborazioni, amicizie ed il rapporto<br />
con i figli sono in cambiamento e necessitano<br />
di un dialogo nuovo, meno accademico<br />
e più spontaneo. Non dimenticate la<br />
dolcezza e concedetela prima di tutto a voi<br />
stessi.<br />
Acquario In questo<br />
momento avete bisogno di<br />
avere intorno a voi persone<br />
che sappiano farvi vedere<br />
la realtà da vari punti di<br />
vista meno rigidi e più<br />
assertivi. Concludete ciò che avete in sospeso<br />
e permettete alle situazioni di prendere<br />
forma. Il 2011 vi vedrà ripartire con forza e<br />
saggezza. Non trascurate, però, chi vi ama<br />
e vi è accanto<br />
Pesci Continuate ad agire<br />
con fiducia. Giove ed Urano<br />
vi permettono sia di allontanarvi<br />
da quello che non vi<br />
soddisfa, sia di raggiungere<br />
con successo un obiettivo. Il 2010 è stato<br />
un banco di prova. Avete toccato con mano<br />
la determinazione che possedete. Non credete<br />
che sia solo un caso ad avervi portato<br />
dove siete. Vi si apre un anno ricco di sorprese.
48<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
AGENDA<br />
Tutti gli appuntamenti più importanti<br />
Una piccola offerta<br />
per lo splendido<br />
Calendario 2011,<br />
realizzato da noi<br />
per e con i ragazzi<br />
del centro socioeducativo<br />
“Rosa<br />
Merlini Frezza” di<br />
Civita Castellana.<br />
SOSTENETE CAMPO DE’ FIORI CON IL VOSTRO ABBONAMENTO<br />
CARTOLINA DI ABBONAMENTO ANNUALE<br />
SI desidero abbonarmi a : <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> (12 numeri) a € 25,00<br />
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“Tutela dei dati personali”. Titolare del trattamento dei dati è <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> - P.za della Liberazione,2 - 01033 Civita<br />
Castellana (VT)<br />
Data______________Firma__________________________________<br />
Per abbonarti puoi spedire questa cartolina a <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> - P.za della Liberazione, 2 - 01033 Civita<br />
Castellana (VT) o puoi trasmetterla per fax allo 0<strong>76</strong>1 . 513117
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Da Fabrica di Roma con amore....<br />
Prosegue l’elenco dei<br />
soprannomi fabrichesi,<br />
lavoro certosino, come già detto, di un<br />
nostro affezionatissimo lettore. Continuiamo<br />
dalla lettera G.<br />
G<br />
Ginì<br />
Grissino<br />
Gruppetto<br />
Gallò<br />
I<br />
Insalataro<br />
Iona<br />
L<br />
Lettrica<br />
Luno<br />
Lisciolino<br />
M<br />
Minestraleggera<br />
Magrò<br />
Micio<br />
Micia<br />
Micetta<br />
Manza<br />
Mucio<br />
Melò<br />
Metifame<br />
Mezzosighero<br />
Mecaiò<br />
Melloroso<br />
Mbechedembechedè<br />
Micichì<br />
Musichiere<br />
Morticello<br />
continua...<br />
Saggezza popolare by<br />
49<br />
- Se vuoi che l’amicizia si mantenga,<br />
che una mano vada e che l’altra venga.<br />
- L’Epifania tutte le feste si porta via.<br />
Gli rispose Sant’Antonio “Piano piano,<br />
che c’è la mia!”.<br />
- Se la cosa vuoi che non si sappia,<br />
non si dica e non si faccia.<br />
- Se piove per Santa Bibbiana (2 Dicembre),<br />
dura quaranta giorni e una settimana.<br />
- Se l’invidia fosse febbre,<br />
tutto il mondo ce l’avrebbe.<br />
- Voglia de lavorà sarteme addosso,<br />
lavora tu padrò che io non posso.
50 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
La Redazione di <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> si associa agli auguri<br />
Bravissime a Guenda<br />
Baldassi e Maria Stella<br />
Silvestri per aver vinto il<br />
Primo Premio della Gara di<br />
Dolci alla Nocciola svoltasi<br />
a Ronciglione il 7/11/2010<br />
per pasticceri non professionisti.<br />
Tanti complimenti<br />
dai genitori, le sorelle, i<br />
fidanzati, i parenti e gli<br />
amici. Continuate ad<br />
“addolcirci” con le vostre delizie.<br />
Congratulazioni Dottore!!!<br />
Complimenti per aver<br />
raggiunto questo importante<br />
traguardo!! Un<br />
augurio speciale da<br />
mamma,papà,Elisa e tutti<br />
i parenti!! Ti vogliamo<br />
bene!!<br />
Tantissimi Auguri al Nostro<br />
Super Nonno ANTONIO<br />
PISTOLA, che il 22 novembre<br />
2010 ha compiuto ben<br />
81 anni! Gliene auguriamo<br />
altrettanti vivissimi come il<br />
suo spirito! Grazie per il<br />
tuo affetto Nonno! Dai tuoi<br />
nipotini affezionatissimi<br />
MAILA E ARES PISTOLA!<br />
Tanti auguri ad<br />
Evaristo Caon,<br />
classe 1939,<br />
popolare personaggio<br />
di Civita<br />
Castellana, detto<br />
Iaio, che il 26<br />
Ottobre ha<br />
festeggiato il suo<br />
onomastico.<br />
E’ l’unico Evaristo<br />
della cittadina<br />
O cicogna,<br />
o cicognetta finalmente<br />
sei arrivata<br />
in questa casetta<br />
e in un gran cesto<br />
profumato hai<br />
adagiato un tenero<br />
angioletto e con<br />
tono molto soave<br />
così gli hai sussurato: Caro piccolo..... benvenuto<br />
in questo mondo, lungo sarà il tuo cammino,<br />
mamma e papà avrai a te vicino! Il piccoletto<br />
tutto felice ha ringraziato: cara cicogna<br />
or puoi andare, il tuo compito a buon fine<br />
hai tu portato, più bella famiglia per me non<br />
avresti mai potuto trovare! Ora il dolce pargoletto<br />
ha voglia di pappare per poi subito<br />
riposare, ma ai suoi cari genitori non manca<br />
di ricordare: tante coccole e carezze mi<br />
dovete fare altrimenti inizio subito a strillare!<br />
Piccola Chiara Benvenuta .... un mondo di<br />
baci dagli ZII e dai Nonni....!!!!!<br />
P.S. Sopratutto dalle tue Commaruzze...!!!!!!<br />
Tantissimi auguri a<br />
Francesco che il 17<br />
novembre si è laureato,<br />
da Elisa, mamma,<br />
papà, Luca, Maila,<br />
Emanuele i nonni e<br />
tutti gli amici.<br />
Buon Natale e Buone<br />
Feste ai nostri cari<br />
amici ed alla nostra<br />
parrocchia per il<br />
continuo impegno<br />
preso accompagnandoci<br />
ogni mattina al<br />
C.S.E. “Rosa Merlini<br />
Frezza”. Grazie a Maria Laura Creta, Luciana<br />
Puntuale, Lucia Bianchini, Sandro Capotondi, Mario<br />
Marcelli, Rita Ponti, Vittorio Patera, Angelo Alessi.<br />
Da Nazareno Monterosso e Giuseppe Luzi.
Tantissimi<br />
auguri a Daniela<br />
Capogrossi, il<br />
nostro grande<br />
amore, che l’11<br />
Dicembre ha<br />
compiuto gli anni.<br />
Tu così presente,<br />
tu così<br />
importante, tu<br />
che sei la parte<br />
fondamentale<br />
della nostra vita.<br />
Con amore Bruno e Sandro<br />
Tanti auguri a Ginevra Prosperi che il<br />
18 Dicembre compie 2 anni, da mamma,<br />
papà e i nonni.<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 51<br />
Auguriamo<br />
al nostro<br />
caro angioletto<br />
Bruno,<br />
che l’8<br />
Dicembre<br />
ha ricevuto<br />
il suo primo<br />
Sacramento,<br />
di crescere<br />
nell’amore, nella salute e nella serenità,<br />
protetto sempre dallo sguardo<br />
benevolo del Signore. Mamma,<br />
babbo e tutti i parenti<br />
Tantissimi<br />
auguri a<br />
Simone<br />
Capogrossi, che<br />
il 24 Novembre<br />
ha compiuto 5<br />
anni, dai nonni,<br />
i cuginetti e<br />
tutti i parenti<br />
Auguri alla nostra<br />
Elena Sofia che il<br />
22 dicembre compie<br />
5 anni dal Papa’<br />
Pasqualino e la<br />
Mamma Silvana…<br />
Tantissimi<br />
auguri a<br />
Aron<br />
Tesfaie che<br />
il 24 Novembre ha compiuto 6<br />
mesi, da mamma Francesca, papà<br />
Ciapi, i nonni, gli zii, e tutti i<br />
parenti
52<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Cari amici,<br />
eccoci al resoconto delle nostre attività, e agli auguri a tutti voi per un nuovo<br />
anno che sta arrivando. Anche il 2010 è stato molto impegnativo, il lavoro per accudire<br />
al meglio i nostri amici a quattrozampe è tanto, e quello di cui abbiamo più bisogno e<br />
che ci auguriamo per il nuovo anno è l’arrivo di nuove “braccia” per aiutarci con le<br />
tante “zampe” che sono ospitate a Corchiano presso la Dog’s House, nuove<br />
Tel. 339.1123663<br />
forze a cui trasmettere l’amore e la voglia di aiutare tanti animali sfortunati ma speciali, affettuosi e bisognosi di cure e coccole.<br />
L’altra grande speranza per il 2011 è che sempre più persone decidano di venire ad adottare un cucciolone, perché<br />
vorremmo che la pensione, per quanto sia un luogo in cui il randagio trova riparo, nutrimento, cure, affetto, rappresenti solo un<br />
“passaggio” verso una nuova vita in famiglia. Tutti i nostri cani sono stati vaccinati; diamo le femmine già sterilizzate,<br />
e speriamo che con il tempo riacquistino un po’ di tranquillità e che un domani possano trovare anche loro una famiglia, come capita<br />
a moltissimi dei nostri amici pelosi. Ad ottobre abbiamo accolto anche cani tolti da situazioni di maltrattamento. In circa un anno,<br />
abbiamo fatto adottare ben 112 cani solo del territorio di Civita Castellana, soltanto con le nostre forze, grazie al tam tam di internet<br />
e di Facebook dove siamo presenti con la nostra pagina e soprattutto grazie a tutti i nostri volontari. Rinnoviamo l’invito a venire<br />
a trovarci, a visitare i nostri ospiti che attendono magari proprio uno di voi… E’ pronto il nuovo calendario, che potrete<br />
ordinarci su richiesta al 3391123663. Nel ricordare come sempre i nostri indirizzi e i vari modi in cui potete continuare ad aiutarci,<br />
e ringraziandovi per l’appoggio e l’affetto che da tanto tempo ci dimostrate, vogliamo inviarvi i nostri più sentiti auguri per<br />
un anno pieno di belle cose e, perché no, di nuovi amici scodinzolanti accanto a voi!<br />
Il Consiglio Direttivo<br />
Se volete potete inviarci la Vostra e-mail in modo che sia possibile raggiungerVi non solo una volta l’anno con una lettera come<br />
questa. Scrivete a incrociamolezampe@gmail.com , le quote associative per l’anno 2011 sono le seguenti: socio junior 10<br />
€/anno; socio sostenitore 20 €/anno; socio promotore € 60,00/anno.<br />
Progetto “Adotta un peloso“: potete adottare un cane a distanza con un contributo di 30 € mensili. c/c bancario intestato a<br />
Incrociamolezampe-onlus (ricordatevi di indicare nella causale “Rinnovo Tessera” oppure “Offerta”). IBAN: IT 43 S 02008<br />
73032 000101140618 UNICREDIT S.p.A. Agenzia Civitacastellana BUOZ. (30426) - www.incrociamolezampe.org<br />
E grazie di cuore a <strong>Campo</strong> de’ Fiori per ospitarci così affettuosamente ogni mese!!!! AUGURI<br />
BAMBY...bambino...circa un<br />
anno...ritrovato in stato confusionale....il<br />
suo equilibrio psicologico, inizialmente<br />
preoccupante, è nettamente migliorato,<br />
ora finalmente gioca, e si gode la passeggiata,<br />
.... ....HO BISOGNO DI AIUTO<br />
PER TROVARE CASA A QUESTA CREA-<br />
TURINA....MA DEVO TROVARLA NEL<br />
VITERBESE...datemi anzi dategli una zampa amica per<br />
piacere.....per Natale...per sempre! STEFANIA 3391983138<br />
KIRA E’ NATA CIRCA 7 MESI FA’ DA<br />
MAMMA PASTORE TEDESCO<br />
PURA,ABBANDONATA NELLE CAMPA-<br />
GNE VITERBESI. E’ BELLISSIMA, SIMIL<br />
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54<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Album d<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Civita Castellana .<br />
fine anni '50.<br />
Scolaresca al circo<br />
Civita Castellana -Campionato C.S. I., anno 1962/’63. Squadra di calcio “I giovani della San Gratiliano”. In piedi da sx: Renzo Andreucci,<br />
Gianni Corazza, Massimo Agostinelli, Fabrizio Caponi, Sergio Fabbri, Renzo Cavalieri, Antonio Marcantoni. In basso da sx: Sandro Santori,<br />
Fabrizio Flori, Amedeo Spitoni, Francesco Scopetti. Foto di Don Silvano Francola
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
ei ricordi<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Civita Castellana.<br />
Anni ‘50.<br />
55<br />
Civita Castellana.<br />
Squadra di Rugby.<br />
Anni 1960/ ‘64.<br />
In piedi da sx:<br />
Sergio Conti,<br />
Gianni Calisti,<br />
Luciano Paolelli.<br />
In basso da sx:<br />
Fernando Nobili,<br />
... Grassi,<br />
Giuseppe Profili,<br />
Guido Milazzo.<br />
Matrimonio al Duomo.
56<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Album de<br />
Fabrica di Roma. 1967/68. In pidi da sx: Catarin, Sandro Grandi, Marcello Mastrantoni, Mariano Ghirighini, Fabrizio Ciaffardini,<br />
Sandro Capotondi, Biagio Mastrangeli, Luciano Anselmi, Giuseppe Ghirighini.<br />
In basso da sx: Eraldo Cesari, Giuseppe Braccini, Pietro Sciosi, Remo Ferrelli, ... Tomaselli. Foto concessa da AD Fabrica Calcio 2010<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Fabrica di Roma.<br />
Ristorante “Cinque Stelle”.<br />
30 Ottobre 1963.<br />
Da sx:<br />
Fernanda Alberighi,<br />
Raniero Pedica,<br />
Anna D’Antonangelo e Alberto Alberighi<br />
Temistocle Pedica,<br />
Doriano Pedica.<br />
AAuugguurrii<br />
AAuugguurrii<br />
AAuugguurrii
i ricordi<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 57<br />
1988 - Ristorante “L’etrusco” di Civita Castellana. Cena di ex allievi e professori dell’ex scuola statale di avviamento industriale di Fabrica di<br />
Roma. Sono ritratti dall’alto in basso e da sinistra a destra: ex allievo Arnaldo Ricci, ex allievo Mario Marignoli, ex prof. di religione Don<br />
Silvano Francola, ex preside prof. Giuseppe Foti, ex prof. di religione Don Mario Mastrocola, ex prof. di educazione fisica Vinicio Testa,<br />
ex allievo Massimo Bruzziches, ex prof. di es. pratiche Vittorio Patera, ex prof. di italiano Paolo Monfeli, ex prof. di ed. fisica<br />
GiuseppeGhirighini , ex allievo Piero D’antonangelo. Foto del Sig. Arnaldo Ricci<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Fine anni ‘70.<br />
Viterbo.<br />
Premiazione<br />
“Coppa dei<br />
Campioni”.<br />
In piedi da sx:<br />
Lino Rossi,<br />
Mario Massaccesi,<br />
Francesco Cassandra,<br />
Adriano De Angelis,<br />
Gianni Sciosi,<br />
Roberto Ciappici,<br />
Mario Bernacchi.<br />
In basso al centro:<br />
Claudio Ricci.<br />
Foto concessa da AD<br />
Fabrica Calcio 2010
58<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
1<br />
2<br />
13<br />
12<br />
3<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Album d<br />
4<br />
Corchiano.<br />
Anni ‘60.<br />
Da sx: Ivana Marconi,<br />
Giovanna Ridolfi,<br />
Enrica Giustini,<br />
Maria Nardone,<br />
Annamaria Benedetti<br />
e la piccola Marina Fioretti.<br />
Corchiano. Anno 1970. Classe Prima Media. 1. Gianni Agostini, 2. Maurizio Orlandi, 3. Graziella Pettarelli, 4. Anna Maria..., 5. Prof. Lazzari,<br />
6. Settimio Ortenzi, 7. Prof. Paolo Monfeli, 8. Prof.ssa Imbriani, 9. Morena Mechelli, 10. Lorella Caffari, 11. Onelio Piccioni, 12. Maria teresa<br />
Lilli, 13. Antonella Todini<br />
8<br />
11<br />
5<br />
9<br />
10<br />
6<br />
7<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong>
ei ricordi<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
7<br />
5<br />
2<br />
4<br />
1<br />
3<br />
8<br />
12<br />
9<br />
11<br />
10<br />
14 15 16<br />
<strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong> 59<br />
18 19<br />
17<br />
13<br />
21 22<br />
24<br />
23<br />
20<br />
San Polo Sabino - Banda musicale. Primi del ‘900.<br />
1. Antonio Trastulli, 2. Alfredo Censi, 3. Massimo Menichini, 4. Francesco Salvati, 5. Luigi Grilli, 6. Antonio Menichini, 7. Luigi Stefanini, 8. Sileno Marri, 9. Filippo<br />
Zampaletta, 10. Barnaba Salvati, 11. Giuiseppe Lorenzoni, 12. Angelo Lini, 13. Felice Feliciangeli, 14. Candido Stefanini, 15. Richetto Rosati, 16.Amedeo Menichini,<br />
17. Inigo Piacentini, 18. Ulisse Moriconi, 19. Aldo Trastulli, 20. Oreste Moriconi, 21. Gustavo Mattei, 22. Eligio Mattei, 23. Antonio Zaccheo, 24. Cleto Stefanini.
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