RIVOLUZIONE RIVOLUZIONE - Istituto Neurotraumatologico Italiano
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NEUROSCIENZE Realtà Medica 2000 - n. 1/2010<br />
molto discussa e criticata poiché le differenze<br />
esistenti tra sindrome di Rett e i<br />
Disturbi dello Spettro Autistico (DSA) sono<br />
importanti. Le pazienti con sindrome di<br />
Rett, infatti, possono mantenere il contatto<br />
visivo anche per tutta la vita; le stereotipie<br />
manuali sono diverse rispetto agli individui<br />
con DSA, le competenze sociali migliorano<br />
nel tempo 9 . Sono inoltre sempre presenti<br />
sintomi, quali sonnolenza, ipoattività, o<br />
umore depresso non patognomonici del<br />
DSA. Tuttavia, il 18% della bambine con SR<br />
ricevono una diagnosi di DSA prima della<br />
diagnosi definitiva. L’andamento successivo<br />
della sindrome elimina tuttavia i possibili<br />
dubbi diagnostici 10 .<br />
Anche il grave deficit cognitivo (il ritardo<br />
mentale è nel range del moderato-grave,<br />
con permanenza nello stadio preverbale),<br />
presente in tutte le pazienti, solleva in questo<br />
caso il ruolo della disabilità cognitiva in<br />
relazione alla presenza di apparenti sintomi<br />
autistici. Infatti, la possibilità di individuare<br />
deficit della comunicazione, dell’interazione<br />
sociale e interessi ristretti e stereotipati<br />
nella sindrome, aumentano quanto<br />
più aumenta il grado di deficit cognitivo<br />
11 . Ricordiamo che secondo Skuse 12 la<br />
presenza di comportamenti simil-autistici<br />
nelle sindromi neuro genetiche è dovuta al<br />
deficit cognitivo che in qualche modo funzionerebbe<br />
come un precipitante della sintomatologia<br />
autistica.<br />
È da notare inoltre che la sindrome di Rett<br />
è l’unica malattia presente nel DSM definita<br />
da un marker biologico; ci si chiede<br />
come la sua posizione all’interno di questo<br />
manuale di classificazione evolverà nelle<br />
prossime edizioni.<br />
L’evoluzione della malattia forma classica,<br />
prevede quattro stadi evolutivi nonostante<br />
ciascuna fase non segua uno schema regolare<br />
in tutte le bambine. Alcuni individui<br />
raggiungono la pubertà, senza presentare<br />
caratteristiche cliniche al di là della fase III,<br />
altri quadri si evolvono rapidamente dallo<br />
stadio II al IV. La classificazione della SR<br />
proposta da Witt-Engerstrom nel 1990, differisce<br />
dalla classificazione precedente<br />
soprattutto perché pone l’accento sulla<br />
capacità delle pazienti di camminare. Gli<br />
stadi prevedono:<br />
• Stadio I o periodo di stagnazione ad<br />
esordio precoce. Si presenta tra i cinque e<br />
i 24 mesi. È caratterizzato da ritardo o<br />
assenza di acquisizione di nuovo sviluppo<br />
motorio, perdita di interesse nei giochi o<br />
nel giocare, scarsa interazione sociale,<br />
cambiamenti nella personalità e rallentamenti<br />
della crescita del cranio.<br />
• Fase II o rapida regressione dello sviluppo,<br />
presente tra uno e tre anni, fino ai<br />
quattro-cinque anni. Si caratterizza per la<br />
perdita di abilità precedentemente acquisite,<br />
per la presenza di manifestazioni similautistiche,<br />
grave disabilità cognitiva, perdita<br />
del linguaggio, stereotipie delle mani<br />
(Rett-tipo) con perdita di utilizzo delle stesse<br />
(aprassia), respirazione irregolare e<br />
periodi di iperpnea.<br />
• Stadio III o periodo pseudo-stazionario.<br />
Inizia in età scolare. Le pazienti possono o<br />
non possono evolvere allo stadio successivo.<br />
È caratterizzato da lenta progressione<br />
dei sintomi, discreto miglioramento dell’interazione<br />
sociale, grave ritardo mentale,<br />
segni di disfunzione motoria (iper-reflessia,<br />
spasticità), stereotipie delle mani, episodi di<br />
iperventilazione, atassia/aprassia, perdita di<br />
peso, bruxismo e crisi epilettiche.<br />
• Stadio IV o disabilità motoria. Inizia dopo<br />
la perdita della capacità di camminare.<br />
È caratterizzato da disturbi motori principali,<br />
con tetra o paraparesi e deformità posturali<br />
(piede equino, scoliosi) e frequenti<br />
disturbi vasomotori 2 .<br />
Oltre alla grave disabilità cognitiva, le complicanze<br />
che accompagnano la SR fanno sì<br />
che la persona che ne è affetta necessita di<br />
assistenza individualizzata costante.<br />
Possono essere presenti alterazioni respiratorie,<br />
con respiro disordinato durante la<br />
veglia, in genere con episodi di iperventilazione<br />
seguita da apnee centrali.<br />
L’iperventilazione non è preceduta da ipossiemia,<br />
che si sviluppa solo come conseguenza<br />
dell’apnea centrale e può provocare<br />
una marcata alcalosi respiratoria. Alla<br />
17 Neuroscienze