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Trattato teorico-pratico della scherma di spada e sciabola – 1884 ...

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RELAZIONE XI<br />

colpi, perchè non egualmente possibili colla <strong>spada</strong> in un<br />

combattimento, incapaci <strong>di</strong> resistere alla moda, forse anche<br />

desiderosi pur essi <strong>di</strong> novità, come suole in certi perio<strong>di</strong><br />

pressochè snazionalizzati accadere (e quello davvero fu<br />

uno), accettarono lo scontro ineguale. Accettatolo, essi, per<br />

non restarvici troppo inferiori, accorciarono la lama,<br />

alleggerirono la guar<strong>di</strong>a, abbandonarono il vette trasversale,<br />

impugnarono l'arma a guisa <strong>di</strong> stocco, la <strong>di</strong>ressero col<br />

pollice assai più che con l'ultima falange dell'in<strong>di</strong>ce, e<br />

crearono un giuoco interme<strong>di</strong>o cui <strong>di</strong>venne possibile molta<br />

parte <strong>della</strong> furba e forte leggerezza francese e non poca <strong>della</strong><br />

serietà antica italiana, un giuoco infine bello e potente nel<br />

correre i fili, gagliardo nell'impossessarsi dei gra<strong>di</strong>, lesto e<br />

adatto anche alle angolazioni più ardue, ma eclettico,<br />

staccato completamente dal genio e dalla tra<strong>di</strong>zione italiana<br />

e, ciò che più importa, avente un istrumento un po' men<br />

lontano che non fosse il francese da quello del<br />

combattimento, ma certo assai più lontano che non fosso<br />

quello da cui, con tanto semplificare ed alleggerire, esso era<br />

derivato e ridotto. Da queste considerazioni d'arte e <strong>di</strong> storia<br />

è facile arguire che il fioretto il quale si chiama napoletano,<br />

non è altra cosa che l'italiano, conservato in quella parte<br />

d'Italia dove, e nessuno lo vorrà certamente negare, la<br />

<strong>scherma</strong> si mantenne più altamente e più generalmente in<br />

onore. (1)<br />

Il fatto che gli schermitori, segnatamente lombar<strong>di</strong>, per<br />

piegarsi al giuoco misto furono obbligati ad abbandonare il<br />

gavigliano e gli archetti <strong>di</strong> unione sostituendoli coll'anello,<br />

provano ciò che fu detto più sopra, che cioè la <strong>spada</strong> italiana<br />

impone una scuola italiana, e che dall'istrumento scaturisce<br />

necessariamente il metodo.<br />

________<br />

(1) È massimo documento <strong>di</strong> ciò il fatto che il Rosaroll e il Grisetti chiamarono per<br />

l'appunto Italiana e non Napoletana quella <strong>scherma</strong> <strong>della</strong> quale scrissero con insuperata<br />

sapienza. E tale la chiamarono non ora, che potrebbe <strong>di</strong>rsi un omaggio ai tempi, ai fatti e<br />

alla moda, ma ottant'anni fa e de<strong>di</strong>cando il loro trattato ad un Re, non già d'Italia, ma <strong>di</strong><br />

Napoli. Il che, si capisce, li rendeva più sinceri assai che obbliganti.

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