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IMPIANTI TRATTAMENTO ACQUE - STAM ECOLOGIA

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naturale di maturazione aerobica, che ne migliora le caratteristiche. Il prodotto<br />

finale risulta costituito da 30-40% di acqua, per la parte rimanente da materiale<br />

organico ricco di elementi nutritivi per le piante (azoto, fosforo, potassio); il suo<br />

impiego come ammendante, nel terreno degli stessi oliveti, migliora la porosità del<br />

suolo e la sua capacità di ritenzione idrica, e previene i fenomeni di erosione. E’<br />

anche possibile l’impiego di questo prodotto nella vivaistica, come substrato di<br />

crescita per le barbatelle di olivo o per altre piantine coltivate in contenitori.<br />

2.1.5 <strong>ACQUE</strong> DI PERCOLATO<br />

Il trattamento di percolato viene effettuato con un impianto di separazione a membrana. La<br />

<strong>STAM</strong> progetta e realizza sistemi di separazione a membrana per il percolato di discarica con<br />

bassi costi di gestione ed efficienza di trattamento. I processi a membrana sono i più idonei al<br />

trattamento del percolato in quanto permettono il riciclo del concentrato ottenuto,<br />

direttamente in discarica come previsto dalla normativa europea già in vigore in buona parte<br />

degli stati membri, mentre il permeato può essere scaricato entro i limiti previsti dal D.lgs.<br />

152/99.<br />

2.1.6 <strong>ACQUE</strong> DI DISCARICA R.S.U.<br />

I rifiuti dal momento dello stoccaggio in una discarica controllata sono interessati da un<br />

complessa serie di trasformazioni fisiche, chimiche e biochimiche. La frazione solubile dei<br />

prodotti di risulta viene dilavata dall’acqua piovana che percola dagli strati superiori del cumulo<br />

sino al fondo del bacino. Essa, unendosi all’umidità naturalmente rilasciata dai rifiuti, origina<br />

un liquame generalmente di colore scuro, nauseabondo e dalla notevole carica inquinante,<br />

indicato con il termine di percolato, che viene a raccogliersi in appositi pozzetti drenanti.<br />

Le caratteristiche del percolato variano in relazione alle differenti fasi che connotano la vita<br />

della discarica (aerobica, acidogena, metanigena).<br />

Si avrà così dapprima un liquido con una forte presenza di sostanze ossidabili, poi in<br />

progressiva diminuzione, contemporaneamente all’innalzamento del tasso di azoto<br />

ammoniacale e allo sprigionarsi di odori nauseabondi. Si giungerà a bassi tassi di richiesta<br />

biologica di ossigeno, in corrispondenza dell’eccentuarsi della produzione di bio-gas e di cloruri.<br />

Questa evoluzione, che nella realtà è costituita dall’intreccio e dalla sovrapposizione delle varie<br />

fasi, (influenzate da fattori quali clima, composizione rifiuto, ecc.)alla formazione di notevoli<br />

quantità di percolato potenzialmente pericoloso per l’ambiente e per l’uomo.<br />

Le operazioni di risanamento non sono semplici e richiedono la messa in gioco di gestire<br />

contemporaneamente tre tipologie di impianti diversi che effettuano differenti tipi di<br />

risanamento: chimico-fisico, biologico e a membrane.<br />

Infatti le caratteristiche del refluo possono variare con il trascorrere del tempo. Con il passare<br />

del tempo aumenta la presenza di sostanza azotata. Il metodo più efficace appare la filtrazione<br />

con membrane.<br />

2.1.7 <strong>ACQUE</strong> METEORICHE<br />

Le acque meteoriche rinvenimenti da piazzali scoperti adibiti a:<br />

- AUTOPARCHEGGI<br />

- AUTOLAVAGGI<br />

- DEPOSITI PRODOTTI PETROLIFERI<br />

- STAZIONI DI RIFORNIMENTO CARBURANTI<br />

- AUTOFFICINE<br />

- DEPOSITI DI ROTTAMI<br />

- ATTIVITA’ SIMILARI<br />

sono normalmente inquinate da sedimenti e idrocarburi. La diretta immissione in fogna o<br />

dispersione nel terreno o in corsi d’acqua superficiali è perciò assolutamente vietata. Tali acque<br />

meteoriche necessitano di un appropriato trattamento di sedimentazione e separazione, sì da<br />

ridurre il grado iniziale di inquinamento e portare lo scarico finale entro i valori richiesti dal<br />

D.L.152/99 e successivo D.L.258/00.<br />

Trattandosi di acque meteoriche, e non di lavorazione, il grado di inquinamento risulta elevato<br />

solo quando trattasi delle prime acque di pioggia poiché rivenienti dal lavaggio di superficie<br />

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