Marzo - Ex-Alunni dell'Antonianum

II Prof. Arslan in visita al Santo Padre con la sua famiglia.
QUESTO PETRARCA GIUDICHIAMOLO NOI/
La tavola rotonda del «Petrarca», ovvero
il suo Consiglio generale, ha deciso
durante ima delle sue ultime sedute
di procedere a un'indagine critica presso
i propri membri. Sentiamo e leggiamo
spesso critiche — si è detto — in
campo tecnico e organizzativo, così come
leggiamo e sentiamo lodi incondizionate.
Perché dunque non l'are noi
un'autocritica, perché non approfondire
noi stessi quelle che riteniamo essere
delle lacune, delle manchevolezze?
Dalle Molle era stato esplicito: «senza
peli sulla lingua».
Ho tentato, quindi, ricevutone incarico,
di «esplorare» l'opinione di ciascun
Consigliere. Avrebbero dovuto essere Lina
trentina di brevi interviste, ma, ahimè,
questo si è rivelato un castigo : i
Consiglieri del «Petrarca» sono persone
che misurano il tempo col contagocce
ed è difficile, anche per telefono, rintracciarle
e parlare. Confesso che riuscì
più facile, tanti anni fa, intervistare S.
M. Maria Josè in Svizzera che ventisette
miei sia pur autorevoli .concittadini.
Nel giro, però, di un paio di settimane
appena, con qualcuno ho già parlato e,
col prossimo numero, spero poter riportare
i giudizi di altri Consiglieri.
L' U. S. Petrarca vive all'ombra dei
Tre Pini e dei tre palloni. Quando nacque
c'era un solo pallone, quello più
piccolo del calcio. E il «Pelrarca» Calcio
seguiva la bella e romantica moda
di allora quando i suoi campioni, come
nelle altre squadre, dovevano addirittura
acquistarsi scarpe e magliette.
Il primo nato del «Petrarca» doveva fatalmente
assumere un ruolo sempre
meno importante col mutare dei lempi,
col dilagare delle esplosive passioni
delle masse e co! turbinìo di «farfalle»
da miliardi.
La capi bene questa radicale trasformazione
Giacomo Galtarossa che fu uno
dei primi, se non il primo, a suggerire
di separare 1' U. S. Petrarca in tre Sezioni,
con preventivi e con bilanci distinti
perché distinte e mutevoli sono
le necessità di ognuna. « Non lo sport
deve seguire noi — ripeteva giustamente
Galtarossa — ma noi adattarci ad
esso ». E fu così che, per seguire l'andazzo,
si concentrò buona parte dell'at-
tenzione al basket, divenuto ormai spettacolo
per professionisti con grandiosi
interessi in ballo, e un po' meno al rugby
che fortunatamente è rimasto fra i
pochi sport a base dilettantistica pura,
fi calcio si accontentò di andare all'ablativo,
lui che impera ed imperversa
solo che si oltrepassino i cancelli del
«Tre Pini».
Ma è così che l'U. S. Petrarca è rimasto
il sodalizio che, per finalità morali
e sportive, per serietà, per numero
e qualità di atleti, è senz'altro il
più invidiato d'Italia. L'unico.
O*O*O
fi Presidcntissimo, sissignori, prima
di tutti parliamo di lui, del prof. Michele
ARSLAN. Il regno del «Petrarca»
è nato e si è sviluppato sotto una dinastia,
quella degli Arslan. E' dal 1910
che, prima il padre prof. Yervant, quindi
il prof. Michele reggono con dedizione,
con passione, con amore questo
Sodalizio e non saprei a questo punto
indicare se il «Petrarca» è nato con gli
Arslan oppure gli Arslan col «Petrarca».
Si tratta, in ogni caso, eli un non
comune connubio e l'attuale situazione
parla chiaro.
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