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Siamo tutti soggetti a patire a cagione<br />
di un intricato e artificiale reticolato<br />
dietro al quale si nasconde una forza,<br />
una potenza che per essere vaga ed<br />
indelineata ci appare anche, più che<br />
spettro, paurosa. Cerca il potere di assumer<br />
forme sempre più temibili, ostacolando<br />
il mondo intero, ed è cagione<br />
di una lotta immensa. Meglio assai è<br />
per noi di non entrar nella lotta, ma di<br />
rimaner fedeli a noi stessi, di agire naturalmente<br />
senza far caso di quello che<br />
pensi o faccia il mondo, di rimaner fermi,<br />
di vivere nella fede in alcunché di<br />
perfetto, di bene, e di vero. Questo continuo<br />
attacco contro la negazione è inutile<br />
fatica. Non si può combattere l'oscurità<br />
con armi materiali. Bisogna evocare<br />
la luce, che è cosa semplice. Non<br />
si può contendere con le potenze dell'oscurità,<br />
ma si può illuminarle colla luce<br />
della nostra anima. Si dirà che il<br />
mezzo non è eroico, ma se possiamo vivere<br />
costantemente coscienti di una<br />
Bontà e di una Verità infinita, vivere<br />
semplicemente, tutto potrà compirsi.<br />
E' bene venire ogni giorno a contatto<br />
con l'Infinito. Dobbiamo esser fedeli,<br />
per quanto ci possa sembrar arduo di<br />
mantenersi calmi davanti ali' agitato<br />
movimento dei nostri giorni, davanti a<br />
questa forza di gravitazione chiamata<br />
progresso. Codeste» progresso non è altro<br />
se non forza di inerzia in movimento,<br />
che non sa dove s'arresta. Come una<br />
folla che preme sulle prime file che a<br />
loro volta non sanno dove e perché vanno.<br />
E' nostro compito rimaner saldi<br />
contro la corrente e trovare il sereno<br />
contatto coli' Infinito, e affondare nel<br />
cuore dell' Infinito a ogni nuova giornata,<br />
e rinnovar la fede prima che le<br />
fatiche della giornata la rendano macchiata<br />
o sminuzzata.<br />
10 —<br />
Spunti Antiateistici<br />
Bisogna trovare Dio<br />
nel proprio cuore<br />
Iniziarne la giornata col farci mondi;<br />
se non sappiamo rinnovare ogni<br />
mattina la fede nostra noi ci stanchiamo<br />
nel calor della lotta e del subbuglio.<br />
Ogni giorno dovremmo immergere<br />
il cuore nella fontana della pace. Noi<br />
popoli dell' India abbiamo fede nella<br />
meditazione, nella grande efficacia di<br />
questo rinnovellamento di vita che<br />
prendiamo ogni giorno detergendoci nel<br />
cuore della Verità. Così realizziamo la<br />
permanenza di ciò che è eterno, e non<br />
ci lasciamo turbare e sopraffare nella<br />
grande lotta. Questa nostra atmosfera<br />
ci manca qui (in Europa): a Santiniketan<br />
1 ) è abitudine nostra vedere ogni<br />
giorno il sole alzarsi dall'oscurità, portando<br />
luce nuova e nuova vita. Abbiamo<br />
così dall'alto una nuova sicurezza<br />
del rinnovarsi della luce e della sconfitta<br />
dell'oscurità. Ogni alba porta a noi<br />
questo messaggio, così per noi viandanti<br />
questo è un momento di oro puro.<br />
S. AGOSTINO<br />
Penso che ognuno di noi debba con<br />
qualche fatica scoprire da sé il suo Dio.<br />
Poiché troppo facile e comune ci hanno<br />
reso la religione , perché troppo facilmente<br />
si parla di Dio, non troviamo<br />
più aiuto nella religione. Dio ha da rivelarsi<br />
a ciascuno di noi per diverse<br />
vie, e ciascuno deve sinceramente trovare<br />
il suo Dio. Una religione stereotipata<br />
non ci aiuta, può guidarci ad una<br />
specie di pietà, ma non può essere religione<br />
vera. In ciascuno di noi si trova<br />
una stanza segreta che Dio stesso<br />
deve schiudere, e noi dobbiamo incontrarlo<br />
nel più recondito segreto del nostro<br />
cuore. Nessun Curo (straniero) deve<br />
potervi penetrare. Dobbiamo compiere<br />
noi soli i nostri sbagli, e scoprire<br />
il nostro segreto, e offrirlo al nostro<br />
Dio. Rabindranath Tagore<br />
(1861-1941)<br />
(Dallo scritto « La Religione » tradotto<br />
da Gallarati Scotti su originale consegnatogli<br />
dall'Autore).<br />
Dio dimora in me, purché lo desideri!<br />
Ho corso tra le cose visibili e quelle<br />
invisibili come una pecora smarrita, e<br />
sono stato assai travagliato cercandovi<br />
fuori di me, Voi, la cui unica dimora<br />
è in me, purché io vi desideri. Sono andato<br />
per tutte le piazze e tutte le strade<br />
delle grandi città del mondo, per<br />
cercarvi, e non vi ho trovato, perché<br />
cercavo all'esterno ciò che era nell'interiorità<br />
della mia anima. Al mio ordine,<br />
tutti i miei sensi esteriori si sono<br />
messi alla ricerca, e non vi ho incontrato,<br />
in quanto la ricerca era priva di<br />
regola. Mio Dio, mia dolce luce, in virtù<br />
dei vostri raggi mi accorgo che la<br />
causa del mio errore risiede nell'esservi<br />
Voi insinuato nel mio intimo senza<br />
che questi stessi raggi abbiano segnato<br />
il punto preciso del vostro entrare in<br />
me. Gli occhi assicurano che se Voi non<br />
avete colore, ciò non dipende dalla loro<br />
visibilità ; gli orecchi dicono : se Egli<br />
non è esploso, si può forse, per questo<br />
motivo, sospettarci di colpevole silenzio?<br />
il naso protesta : se Egli non ha odore,<br />
non posso fornirne alcuna traccia ;<br />
il gusto non tollera che lo si interroghi,<br />
se non esiste sapore ; il tatto aggiunge :<br />
se Egli non ha massa corporea, non attendetevi<br />
nulla dalle mie mani. E' dun-<br />
que vero, mio Dio, che tutto ciò non è<br />
reperibile nella vostra divina Natura.<br />
Quando cerco il mio Dio, non cerco<br />
la squisita grazia dei corpi, i bei giorni<br />
delle belle stagioni, né la luce così<br />
dolcemente amica dei nostri occhi. Non<br />
sono gli incantevoli accordi della musica,<br />
né i sentori dei profumi, dei fiori e<br />
di tutti gli altri effluvi : non è la manna<br />
né il miele, né una carne liscia e<br />
gradevole al tatto, né tutto quanto ha<br />
una gradevole relazione coi nostri sensi,<br />
ciò ch'io cerco. Non tengo davvero<br />
a spartire coi bruti un bene sì grande.<br />
E tuttavia amo una certa luce, e un<br />
certo vago odore, e una certa voce, e<br />
qualche deliziosa vivanda, e una gradevole<br />
levigatezza, quando amo il mio<br />
Dio, luce, armonia, odore, bellezza e<br />
carne... Ecco il mio Dio, e nulla, al suo<br />
confronto, può colpirmi: io cerco questo,<br />
quando cerco il mio Creatore : è<br />
questo che amo, quando lo> amo.<br />
Sant'Agostino<br />
(Da «Soliloqui e Meditazioni»<br />
Nicolas Gros, 1697).<br />
- Parigi,<br />
1 ) Centro di studi e di ricerche dove insegnò Rabindranath<br />
Tagore in India.