Ricerca – Carta e Deiana Integratori alimentari e ... - Diabetando
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oggi, se diagnosticato in tempo, essere trattato<br />
conservativamente, con tecnica artroscopica,<br />
salvaguardando l’articolazione e mettendola<br />
al riparo da un trattamento protesico precoce.<br />
Altre patologie sono oggi trattabili<br />
artroscopicamente: rimozione di corpi liberi<br />
osteo-condrali di natura traumatica o meno,<br />
regolarizzazione e/o sutura di lesioni<br />
del Labrum acetabolare, “shaving”<br />
e microfratture in alcune lesioni condrali,<br />
biopsie sinoviali e sinoviectomie, trattamento<br />
dell’ipertrofia del pulvinar e delle lesioni<br />
del legamento rotondo. Oltre alla patologia<br />
prettamente articolare, di pertinenza cioè<br />
dell’articolazione coxo-femorale in senso<br />
stretto, la tecnica artroscopica è stata<br />
applicata con successo anche allo spazio<br />
peritrocanterico, cosicchè le forme di conflitto<br />
trocanterico del tratto ileo-tibiale, compresa<br />
l’anca a scatto, sintomatiche e refrattarie<br />
ai trattamenti conservativi, possono essere<br />
trattate con successo per via endoscopica.<br />
Allo stesso modo, le sindromi trocanteriche<br />
dello sportivo da lesione tendinea del vasto<br />
laterale e/o del medio gluteo alla loro<br />
inserzione sul grande trocantere, costituiscono<br />
una patologia non rara. Anche queste ultime<br />
possono essere suscettibili di “debris”<br />
e sutura con tecnica artrocopica. L’artroscopia<br />
dell’anca trova applicazione, al contrario<br />
della chirurgia protesica, nel paziente giovane<br />
e attivo, favorita dalla diffusione<br />
della pratica sportiva e dalla sua esasperazione<br />
ad alti livelli fin dalla giovane età. Questo,<br />
unitamente a una migliore conoscenza<br />
della fisiopatologia articolare, fa si che l’anca<br />
sia, negli Stati Uniti, la terza articolazione<br />
per numero di trattamenti artroscopici, dopo<br />
il ginocchio e la spalla. L’intervento può essere<br />
eseguito con il paziente in decubito supino<br />
o laterale, con l’arto in trazione (di entità<br />
variabile nelle differenti fasi operatorie),<br />
ed esige l’utilizzo di uno strumentario dedicato,<br />
soprattutto cannule e pinze più lunghe rispetto<br />
alle misure standard, per via della profondità<br />
dell’articolazione, nonché di ottiche orientate<br />
sia a 30° che a 70°, per meglio visualizzare<br />
i recessi di un’articolazione poco distendibile<br />
e che consente quindi limitati movimenti<br />
al suo interno. Da qui la necessità di eseguire<br />
accessi particolarmente precisi, anche<br />
per rispettare delicate strutture neuro vascolari:<br />
i vasi e il nervo femorale, il nervo femorocutaneo<br />
laterale, l’arteria circonflessa mediale<br />
e laterale, nelle sue branche ascendente<br />
e terminale, il nervo sciatico. Tuttavia<br />
gli studi su cadavere dimostrano che tali<br />
accessi sono relativamente sicuri. Dal punto<br />
di vista artroscopico, suddividiamo l’anca<br />
in due comparti, centrale e periferico. Il primo<br />
è rappresentato, sinteticamente, dall’articolazione<br />
coxo-femorale in senso stretto, comprendendo<br />
gran parte della testa femorale, la cavità<br />
acetabolare, il labrum glenoideo, il fondo<br />
acetabolare con il pulvinar, il legamento<br />
rotondo. Il compartimento periferico include<br />
il rimanente spazio intracapsulare,<br />
ma extrarticolare, rappresentato in massima<br />
parte dal collo e da una piccola porzione<br />
della testa femorale. Il primo accesso<br />
all’articolazione, l’antero-laterale, è il più<br />
sicuro, ma non essendo possibile realizzarlo<br />
sotto il controllo diretto dell’artroscopio, esige<br />
una procedura in più fasi. La prima consiste<br />
nell’infissione di un lungo ago da spinale, sotto<br />
controllo radioscopico, per verificare<br />
il raggiungimento della piccola cavità<br />
articolare. Si procede quindi all’iniezione<br />
di soluzione fisiologica per distendere<br />
la capsula, e alla infissione nel lume dell’ago<br />
di un sottile filo metallico, che consentirà<br />
di estrarre l’ago stesso mantenendo in sede<br />
una guida per il trocar cannulato, che può<br />
essere preceduto da appositi dilatatori<br />
di calibro crescente. Solo dopo aver introdotto<br />
in articolazione il trocar si introdurrà<br />
la camicia del trocar nel lume della quale sarà<br />
ortoPeDia<br />
possibile posizionare la telecamera<br />
con l’ottica a 70°, che consentirà finalmente<br />
la visualizzazione del comparto centrale<br />
nella sua porzione anteriore, rendendo<br />
possibile la realizzazione dell’accesso anteriore<br />
sotto visione diretta di un triangolo, delimitato<br />
dalla testa femorale, dal ciglio acetabolare<br />
e dalla capsula articolare. Il riferimento<br />
cutaneo per eseguire tale accesso risulta<br />
dall’intersezione tra la linea mediana<br />
passante per la spina iliaca antero-superiore<br />
e la trasversa tangente all’apice del grande<br />
trocantere, un cm circa laterale a tale<br />
intersezione, per evitare il fascio vascolonervoso<br />
femorale. La costruzione<br />
di un triangolo equilatero avente come lato<br />
la distanza tra i primi due accessi consentirà<br />
di individuare il punto di ingresso dei portali<br />
medio-anteriore e medio-anteriore prossimale,<br />
costruendo tale triangolo con vertice<br />
rispettivamente distale o prossimale. Si tratta<br />
di due accessi classicamente dedicati<br />
alle manovre nel compartimento periferico,<br />
ma in taluni casi, come nell’introduzione<br />
di ancorette per reinserire il labrum acetabolare,<br />
uno di essi può risultare assai utile anche per<br />
il trattamento di patologie del compartimento<br />
centrale. è stato dimostrato che, dei vari accessi<br />
descritti e utilizzati nella pratica, solo due si<br />
trovano nelle vicinanze di strutture vascolari<br />
e nervose e pertanto devono essere eseguiti<br />
con particolare cautela. Essi sono il portale<br />
anteriore e medio-anteriore che lambiscono<br />
rispettivamente le terminazioni del nervo femorocutaneo<br />
laterale (portale anteriore) e le branche<br />
terminale (portale anteriore e medio-anteriore)<br />
e ascendente (portale medio-anteriore)<br />
dell’arteria circonflessa laterale del femore.<br />
*Casa di Cura Polispecialistica Sant’Elena,<br />
Quartu Sant’Elena (CA)