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Ricerca – Carta e Deiana Integratori alimentari e ... - Diabetando

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nonsOLO33<br />

Empowerment, strategia di educazione sanitaria<br />

e promozione dei comportamenti favorevoli alla salute<br />

Marco Martinetti*, Raffaele Solinas*<br />

sempre la figura del medico è stata<br />

Da connotata dal carisma derivante<br />

dal ruolo assunto nella società e dalle sue<br />

conoscenze,per cui decideva autonomamente<br />

della sorte dei suoi pazienti. Dopo la nascita<br />

delle Unità Sanitarie Locali le cose sono<br />

cambiate e i medici, generalisti, ospedalieri<br />

e perfino universitari, stanno acquisendo<br />

una nuova coscienza interpretando<br />

la professione come un servizio a favore<br />

del cittadino il quale ha, oggi, una nuova<br />

considerazione di se stesso e domanda<br />

un’assistenza più adeguata alle sue esigenze.<br />

Egli ha scoperto nuovi diritti sconosciuti prima,<br />

aiutato in ciò dai media, dai giornali<br />

e programmi televisivi. La classe medica<br />

ha dovuto revisionare i propri canoni<br />

e reinterpretare le esigenze del paziente.<br />

Si è passati dalla unilateralità<br />

delle decisioni del medico al coinvolgimento<br />

del paziente e alla sua condivisione<br />

delle scelte, dalla cultura dell’IO (il medico),<br />

alla percezione dell’ALTRO (il paziente).<br />

Un paziente con peculiarità personali come<br />

Dalla cultura dell’IO<br />

alla percezione dell’ALTRO<br />

educazione, cultura, abitudini, religione,<br />

professione, stato sociale, provenienza, lingua<br />

etc… che non sono mai le stesse per differenti<br />

pazienti e che vanno considerate<br />

e accettate come immodificabili. Modificare<br />

le proprie abitudini è difficile, talvolta proprio<br />

impossibile; ma in questi casi è necessario<br />

farlo se si pensa che spesso il paziente che<br />

esce dal nostro studio, se insoddisfatto per<br />

la insufficiente attenzione dedicata a lui, si reca<br />

altrove a chiedere il completamento<br />

della visita o una verifica delle “nostre”scelte.<br />

Ci siamo mai chiesti cosa veramente vuole<br />

il nostro paziente? Abbiamo mai provato<br />

a metterci nei suoi panni cercando<br />

di mantenere la lucidità di giudizio<br />

del medico? Abbiamo mai valutato quale<br />

giudizio daremmo su di noi stessi se fossimo<br />

al posto suo? Queste riflessioni conducono<br />

inevitabilmente a operare ragionando<br />

di concerto con il paziente e con tutto ciò che<br />

lo circonda, sforzandoci di capire, attraverso<br />

un ascolto attento, il suo mondo e il suo<br />

problema inserito nel suo contesto, e non<br />

nel nostro,come istintivamente si tende a fare.<br />

Misurare le cose con il nostro metro, che può<br />

paradossalmente avere numeri diversi da quello<br />

dell’ALTRO, può portare a risultati fuori scala<br />

erroneamente interpretati. La parola d’ordine<br />

in questi casi è “interesse”, perché il paziente<br />

sarà collaborante se capirà di essere ascoltato,<br />

se capirà che “ci interessa”, che il medico<br />

“si interessa” a lui e che ciò che diciamo<br />

“lo interessa”. Tre passaggi fondamentali per<br />

raggiungere l’obiettivo di concordare una cura,<br />

non solo farmacologica, ma della persona che<br />

permetta a noi di svolgere il nostro mandato<br />

di medici,al paziente di soddisfare le sue<br />

aspettative e alle istituzioni di avere<br />

un guadagno dalla razionalizzazione<br />

delle risorse. Nella letteratura medica<br />

internazionale tutto ciò va sotto il termine<br />

di “empowerment” cioè di quella strategia<br />

che,attraverso l’educazione sanitaria<br />

e la promozione dei comportamenti<br />

favorevoli alla salute, fornisce alle persone<br />

gli strumenti critici per prendere le decisioni<br />

migliori per il loro benessere, riducendo<br />

così le disuguaglianze culturali e sociali.<br />

Semplici attenzioni che non hanno bisogno<br />

di strumenti particolari se non la nostra<br />

attenzione e la conoscenza di elementi base<br />

della comunicazione come l’ascolto attivo e<br />

la verifica della comprensione;cose che tutti<br />

noi giornalmente potremmo mettere in pratica<br />

con un minimo impegno di tempo da dedicare<br />

all’ALTRO.<br />

* medico

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