L'IMPRESA ITALIANA NELL'ECONOMIA GLOBALE - Cerved
L'IMPRESA ITALIANA NELL'ECONOMIA GLOBALE - Cerved
L'IMPRESA ITALIANA NELL'ECONOMIA GLOBALE - Cerved
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
GLOBAL COMPETITION 7 - 2006<br />
20<br />
‹ Europa, riparti! ›<br />
Germania sul fronte del no, la Gran Bretagna su quello<br />
del sì, l’Italia su quello del ni, poi convertito nel sì nel<br />
dopoguerra. Chi, nella NATO o nell’UE; ha sostenuto a<br />
spada tratta le “coalizioni di volenterosi” come soluzioni<br />
per ogni collaborazione militare prende atto dell’estrema<br />
difficoltà di crearle in assenza di un convincente interesse<br />
comune.<br />
Gli Stati Uniti deducono che, in scenari imprevisti, le<br />
alleanze permanenti e le coalizioni dei volenterosi vadano<br />
rimpiazzate da coalizioni ad hoc formate all’occorrenza<br />
con chi sia disponibile e utile per una data operazione<br />
(coalition defined by the mission). Il giudizio, che suona<br />
condanna per NATO ed UE così come sono, è per<br />
entrambe anche implicito invito a rivedere i cliché sulla<br />
condivisione dei rischi e responsabilità in un contesto<br />
internazionale conflittuale, variegato e dinamico.<br />
Nel generale ripensamento, si comprende come siano<br />
nocive e sterili la polemica fra la NATO e l’UE, l’antiamericanismo<br />
europeo e il rifiuto degli Stati Uniti a una chiara<br />
divisione dei ruoli. Si fa strada la convinzione che la risposta<br />
migliore per europei e americani stia nell’individuare<br />
interessi comuni e nel distribuire in modo responsabile ed<br />
equilibrato le competenze, assicurando più forte e autorevole<br />
presenza europea nella NATO e, in specifiche aree,<br />
più responsabilità per l’UE. Con qualche ritocco e quarant’anni<br />
di ritardo, torna di moda il kennediano pilastro<br />
europeo. Seppure non sia ascrivibile all’UE come tale, l’impegno<br />
in Libano dei paesi europei è un primo e timido<br />
passo in questa direzione.<br />
Per ora, comunque, americani ed europei contrattano<br />
passo per passo la loro collaborazione. Le divergenze al<br />
Summit NATO di Riga del novembre 2006 fra Stati Uniti e<br />
paesi europei a proposito dell’assunzione da parte degli<br />
europei di impegni ad alto rischio nel sud Afghanistan ne<br />
sono la conseguenza. Se la NATO piange, l’UE non ride,<br />
consapevole di potere intervenire da sola solo nelle operazioni<br />
meno rischiose e più semplici.<br />
Dal 2004, sarà nuovamente la Francia a rilanciare la<br />
sicurezza/difesa europea quando, superato il dissidio con<br />
la Gran Bretagna sulla guerra in Iraq, l’inviterà a unirsi a<br />
lei e alla Germania, convertendo il Direttorio a due nell’attuale,<br />
meno enfatico e più pragmatico, triumvirato.<br />
L’Italia, il cui contributo alle operazioni multinazionali è<br />
noto e apprezzato, non ne è partecipe.<br />
L’allargamento e la sicurezza europea<br />
Dagli anni ‘90, l’allargamento dell’UE si fa pressante<br />
tant’è che, mentre la CEE in 28 anni (1958-1986) ha<br />
accolto solo cinque Stati oltre ai sei fondatori, negli ultimi<br />
12 anni, (1995-2007), l’UE ne accetta diciotto. In media,<br />
uno all’anno.<br />
La sicurezza è dall’UE trattata allora in non cale tanto è<br />
vero che nel 1995 sono tre paesi neutrali (Austria,<br />
Finlandia, Svezia) a inaugurare il nuovo corso. Viene<br />
ignorato il monito di Machiavelli 8 “poca la prudenza di<br />
chi... non sapendo, né potendo difendere sé medesimo<br />
vuole difendere altrui”. Tuttavia, poiché alla voce<br />
Sicurezza l’UE può solo scrivere omissis, sarà la NATO a<br />
farsene carico. Le due procedono assieme, ma non sempre<br />
d’accordo.<br />
L’UE non si cura d’accertare come i candidati vogliano<br />
contribuire alla sicurezza comune e così poi si scopre che,<br />
fra di loro, pochi possono fare la loro parte, alcuni potendo<br />
non vogliono, molti danno un apporto simbolico, altri<br />
sono un aggravio. E molti riconoscono la NATO e non<br />
l’UE come tutrice della sicurezza/difesa europea.<br />
All’UE poco importa, inoltre, dell’andamento dei propri<br />
confini e quindi del proprio assetto geo-politico, tanto è<br />
vero che, dopo avere accolti i paesi neutrali 9 , dopo l’ingresso<br />
nel 2007 di Romania e Bulgaria, comprenderà al<br />
proprio interno anche i Balcani, non quali paesi membri<br />
ma come isole d’instabilità 10 . Nel prendere in esame altre<br />
eventuali eccezioni alla sua periferia, se ne dovranno<br />
vagliare gli effetti per la sicurezza/difesa comune. La geopolitica,<br />
infatti, insegna che la periferia, quando vuole,<br />
può condizionare la sicurezza del centro; tesi che ha<br />
generato in Russia la sindrome d’accerchiamento e negli<br />
Stati Uniti ha promosso la strategia del contenimento.<br />
Inoltre, poiché gli Stati Uniti desiderano che la NATO sia<br />
strumento di respiro globale e auspicano che essa estenda<br />
la sua influenza in tal senso, potrebbero sollecitare sia<br />
la Nato sia l’UE, in sintonia con l’accordo fra loro per gli<br />
allargamenti, ad accettare candidature assai poco europee<br />
e tali da complicarne il problema della sicurezza/difesa<br />
comune.<br />
Data l’incapacità dell’UE di provvedere alla<br />
sicurezza/difesa di un area in crescita, paradossalmente<br />
un’ Europa più grande e ambiziosa dipenderà sempre di<br />
più dalla NATO ossia dagli Stati Uniti. Macchiavelli docet.<br />
Capacità militari. Raffronto fra europei e americani<br />
Gli europei hanno, rispetto agli americani, un enorme<br />
gap di capacità militare da colmare. Fino a che non sarà ridimensionato.<br />
ne soffriranno sia la NATO sia l’UE in quanto le<br />
forze europee su cui entrambe contano sono in definitiva le<br />
stesse. Lo slogan virtuoso “separabili ma non separate”, riferito<br />
alle forze assegnate alla NATO e UE, significa che non<br />
ce ne sono a sufficienza per dare a ciascuna le sue.<br />
8 Niccolò Machiavelli, il Principe e le Deche, Classici Italiani, vol. XVII, Istituto Editoriale Italiano, Milano, 1930, pag. 302.<br />
9 Durante la guerra in Kosovo l’Austria negò alla NATO il sorvolo. È vero però che i paesi neutrali hanno partecipato alle missioni in sostegno della<br />
pace in Kosovo.<br />
10 Che sia un problema lo dimostra, nel Summit di Riga del 29 novembre 2006, la decisione di estendere alla Serbia alla Bosnia-Erzegovina una<br />
special partneship della NATO.