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L'IMPRESA ITALIANA NELL'ECONOMIA GLOBALE - Cerved

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GLOBAL COMPETITION 8 - 2007<br />

28<br />

AGENDA EUROPA<br />

po rapido. Secondo un recente rapporto della<br />

Commissione, l’allargamento dell’Unione è un successo,<br />

perché avrebbe favorito un forte sviluppo economico tra<br />

i nuovi paesi senza produrre effetti negativi sui vecchi<br />

membri. Tra i cittadini europei sembrano però prevalere<br />

le paure sui costi economici e sociali: il 75% pensa che<br />

l’allargamento produca un trasferimento di posti di lavoro<br />

in paesi dove i salari sono minori, il 73% teme l’ingresso<br />

di forza lavoro dai nuovi paesi membri, il 62% un<br />

innalzamento della criminalità.<br />

L’ingresso di Romania e Bulgaria è il quinto allargamento<br />

dell’Unione e non sarà l’ultimo episodio nella storia di<br />

continua espansione dei confini dell’ UE. Nell’ottobre del<br />

2005, l’Unione ha avviato i negoziati per l’adesione<br />

di Turchia e Croazia e a dicembre del 2005 ha riconosciuto<br />

alla Macedonia lo status di paese candidato all’ingresso<br />

nell’Unione europea. Inoltre, ha avviato il Processo di<br />

associazione e di stabilizzazione con i paesi dei Balcani<br />

occidentali, che può precludere all’entrata nella Ue<br />

anche di Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e<br />

Serbia. Dopo l’ingresso di Romania e Bulgaria, si sono<br />

moltiplicate le voci a favore di un rallentamento nel processo<br />

di allargamento. Espressioni come ‘capacità di<br />

assorbimento’ e ‘fatica da allargamento’ sono sempre più<br />

in voga a Bruxelles e riflettono la consapevolezza che gli<br />

ingranaggi istituzionali non sono adeguati a supportare<br />

altri ingressi. Il presidente della Commissione Barroso ha<br />

avvertito che, finché non saranno realizzate riforme istituzionali,<br />

nessun nuovo paese sarà ammesso<br />

nell’Unione. Nel frattempo la Croazia, paese impegnato<br />

in un notevole sforzo per riformare e adeguare le sue istituzioni,<br />

si dice pronta ad entrare nell’Unione europea<br />

entro il 2009 e chiede a Bruxelles di definire con precisione<br />

condizioni e tempi del suo ingresso. Tuttavia, sono le<br />

stesse regole europee a impedire nuovi allargamenti<br />

prima di procedere a riforme istituzionali: il Trattato di<br />

Nizza, ancora in vigore a causa dell’impasse seguito alla<br />

bocciatura della Costituzione Europea in Francia e<br />

Olanda, impone un adeguamento dei meccanismi di<br />

governo nel caso in cui l’ UE superi i 27 paesi membri. Il<br />

cancelliere tedesco Angela Merkel ha promesso un impegno<br />

molto forte da parte della presidenza di turno tede-<br />

80<br />

70<br />

60<br />

50<br />

40<br />

30<br />

Supporto per l’allargamento<br />

% di intervistati favorevoli all’allargamento<br />

EU 15<br />

Nuovi stati membri<br />

2001 2002 2003 2004 2005 2006<br />

Fonte: Eurobarometro Fonte: Eurobarometro<br />

sca, con l’obiettivo di dare una Costituzione all’Europa<br />

entro il 2009. Tuttavia, il recente ricorso di molti paesi ai<br />

referendum per ratificare trattati e accordi europei è un<br />

precedente importante e può costituire uno scoglio<br />

insormontabile per le ambizioni tedesche. In passato, le<br />

decisioni sull’integrazione avvenivano in camera caritatis,<br />

tra esponenti politici che presumevano di rappresentare<br />

le aspirazioni europeiste dei loro elettori e firmavano<br />

(all’unanimità) i trattati europei. Questa forma di integrazione<br />

oggi è molto difficile perché, con 27 membri, è<br />

aumentato il numero dei soggetti che devono raggiungere<br />

l’unanimità. Ottenuto l’accordo, è sufficiente la bocciatura<br />

da parte dell’elettorato di uno dei paesi firmatari<br />

per mettere in crisi l’intero processo.<br />

Sono diverse le proposte sul tavolo per sbrogliare la<br />

matassa istituzionale seguita alla bocciatura della<br />

Costituzione. Il francese Sarkozy ha lanciato l’idea di un<br />

nocciolo duro dei sei maggiori paesi, intorno al quale<br />

dovrebbe muoversi tutta l’Unione europea. Altri hanno<br />

proposto di emendare parti della Costituzione e di<br />

approvare solo le modifiche istituzionali necessarie per<br />

far funzionare la UE. È probabile che l’integrazione europea<br />

procederà in modo diverso rispetto al passato,<br />

senza la firma di nuovi di accordi formali. Esempi di ‘cooperazione<br />

rafforzata’ e di ‘geometria variabile’, in cui un<br />

gruppo di paesi approfondisce la collaborazione in particolari<br />

materie, sono già sotto i nostri occhi: non tutti i<br />

paesi fanno parte di Eurolandia; Francia, Germania e<br />

Regno Unito hanno stretto un’alleanza sulla difesa e<br />

(insieme a Solana, rappresentante per la UE) hanno<br />

negoziato il programma nucleare iraniano; sette paesi<br />

(Austria, Belgio, Lussemburgo, Olanda, Francia,<br />

Germania e Spagna) hanno firmato il Trattato di Prüm,<br />

un accordo di collaborazione in tema di sicurezza; in<br />

Libano sono presenti le forze armate di tredici paesi<br />

dell’Unione. Secondo il CER, un think tank europeo, il<br />

crescente uso di soluzioni di geometria variabile agevolerà<br />

la collaborazione in particolari aree con paesi europei<br />

che non sono parte dell’Unione (ad esempio nell’energia<br />

con i paesi dei Balcani). Questo renderà più labili<br />

i confini della UE e la distinzione tra paesi membri e<br />

paesi non membri diverrà meno netta.<br />

83 82<br />

76<br />

76<br />

Supporto per l’ingresso di nuovi paesi<br />

% di intervistati favorevoli all’ingresso di potenziali entranti<br />

72 70<br />

67<br />

64<br />

EU 15<br />

45<br />

41<br />

Nuovi stati membri<br />

57<br />

53 51 50 50<br />

39<br />

39<br />

38<br />

36<br />

40<br />

32<br />

38<br />

29<br />

Svizzera<br />

Norvegia<br />

Islanda<br />

Croazia<br />

Bulgaria<br />

Romania<br />

Macedonia<br />

Bosnia Erz.<br />

Ucraina<br />

Serbia<br />

Albania<br />

Turchia

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