INDAGINE SULLE COMUNITÀ ORNITICHE ... - Matese Natura

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Ornitiche Pagina 16 di 33 Rispetto alle altre specie investigate, la superficie media delle aree a massima idoneità di Airone bianco maggiore e Airone rosso è alta (112,65 ± 137.22). Escludendo i corsi fluviali, un risultato simile si ottiene anche per la Garzetta. Poiché invasi di maggiori dimensioni possono offrire maggiori possibilità trofiche, questo è un risultato sostanzialmente positivo. Nondimeno, è necessario sottolineare che i principali bacini del Parco sono di origine artificiale e presentano, quindi, ampie porzioni della superficie lacustre di scarso valore per le tre specie. Tabella 30 - Per le aree ad alta idoneità per ogni specie investigata, vengono riportati: il numero di patch presenti nel Parco (NP), la superficie dell’area più grande in ettari (LPI), la superficie media (Area_mn; ± deviazione standard (SD)), la forma media (Shape_MN; ± SD), la distanza media euclidea dall’area più vicina (ENN_MN; ±SD). La Moretta tabaccata, risulta legata esclusivamente ai principali bacini lacustri e palustri del Parco del Matese. Le aree a massima idoneità per la specie, costituiscono solo l’1,4% dell’area protetta. Come per l’airone rosso, l’uso esclusivo delle zone umide e la preferenza di questo anatide per le quote minori (Meschini e Frugis 1993, Brichetti e Fracasso 2003) rende il 93,4% della superficie del Parco non idonea alla specie, e il restante 5,4% a bassa idoneità. Le considerazioni fatte per i tre aironi sull’isolamento e sulle dimensioni delle aree a massima idoneità, si adattano bene anche a questa specie. Ultima specie acquatica tra quelle d’interesse comunitario osservate nel corso della presente indagine è il Piro piro boschereccio. I risultati, per questo limicolo, sono molto simili a quelli della specie precedente. file://E:\work\MateseNatura\sito\contents\ornitiche.htm 15/03/2009
Ornitiche Pagina 17 di 33 A differenza della Moretta tabaccata, però, il Piro piro boschereccio frequenta più facilmente zone umide poste a quote più elevate. Pertanto, oltre alle aree a massima idoneità (1,4% della superficie del Parco), il 5,6% dell’area protetta risulta di media idoneità per la specie. Si può osservare, che la presenza potenziale delle cinque specie acquatiche appena descritta ricalca fondamentalmente quanto si ricava dalle segnalazioni attuali e passate delle tre specie. Infatti, le aree a massima idoneità sono anche quelle in cui è di gran lunga più facile rilevarli. Ci sono da fare però delle distinzioni. In accordo alle segnalazioni attuali e passate delle cinque specie acquatiche, il Lago Gallo risulta chiaramente meno frequentato del Lago Matese e della zona umida delle Mortine. Il fatto che invece per le cinque specie l’idoneità potenziale del Lago Gallo risulti pari a quella del Lago del Matese è dovuto probabilmente all’inadeguatezza delle categorie di uso del suolo CORINE relative agli ambienti acquatici a rappresentare differenze importanti per l’avifauna acquatica, come per esempio la naturalità delle sponde, e in generale dell’invaso, e la disponibilità trofica. Falco pecchiaiolo, Nibbio reale e Biancone I modelli d’idoneità di Falco pecchiaiolo, Nibbio reale e Biancone sono molto simili, e indicano che ampie zone del Parco presentano una buona idoneità per queste specie. (mostra approfondimento) Infatti, il 23% e il 62% della superficie del Parco risultano rispettivamente area a massima e media idoneità ambientale per questi tre rapaci (Tabella 29). Ciò è dovuto al fatto che le tre specie utilizzano in genere le zone boschive per nidificare e le aree aperte, soprattutto pascoli e praterie, per cacciare: ambienti ampiamente disponibili nell’area protetta. Nondimeno, è opportuno notare che le stime precedenti sono molto probabilmente eccessive. Per prima cosa, tra le numerose aree (351; Tabella 30) a elevata idoneità, diverse sono piccoli frammenti di territorio (vedi mappe modelli d’idoneità e dimensioni medie delle aree in Tabella 30) non adatti in molti casi alle esigenze delle tre specie. Inoltre, questi rapaci preferiscono formazioni boschive mature o, almeno, con presenza di alberi di grosse dimensioni adatti alla collocazione del nido. La maturità del bosco, sarebbe quindi una variabile necessaria a produrre dei modelli d’idoneità più precisi per queste specie. Infine, nel caso di Falco pecchiaiolo e Biancone, l’elevata selettività predatoria del primo sui favi di imenotteri sociali e del secondo sui serpenti renderebbe necessaria l’inclusione nei modelli di idoneità anche dei fattori che favoriscono o impediscono lo sviluppo delle popolazioni preda. Il modello d’idoneità ambientale del Falco di palude (mostra approfondimento), oltre a evidenziare la nota predilezione di questo rapace per le zone umide, mostra come nel Parco siano presenti ampie aree che, pur non includendo bacini lacustri e palustri, hanno un’idoneità abbastanza buona per la specie (Tabella 29). Nel complesso, solo il 30,2 % della superficie del Parco risulta non idonea al Falco di palude. Ciò è legato al fatto che questo rapace può frequentare ambienti completamente differenti da quelli acquatici, come quelli forestali e, in particolare, prativi. Infatti, soprattutto durante il periodo migratorio, il Falco di palude può cacciare in qualsiasi ambiente in cui ci sia un’abbondante disponibilità di prede. Le relativamente elevate dimensioni medie delle aree a massima idoneità ambientale per la specie (112,65 ± 137.22, Tabella 30) costituiscono un fattore positivo sia per quanto detto per le altre specie acquatiche, ovvero la possibilità di trovare maggiori fonti trofiche in invasi più grandi, sia perché in questi ultimi la specie potrebbe trovare più facilmente le condizioni per nidificare. Valgono, però, le considerazioni fatte per le altre specie acquatiche sull’importanza della qualità dell’habitat all’interno degli invasi. Nello specifico, il Falco di palude necessita della presenza di estesi e fitti fragmiteti per la collocazione del nido e, quindi, la semplice estensione del bacino non è sufficiente ad assicurare il suo insediamento. file://E:\work\MateseNatura\sito\contents\ornitiche.htm 15/03/2009
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