INDAGINE SULLE COMUNITÀ ORNITICHE ... - Matese Natura
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Ornitiche<br />
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Secondo questo indicatore, un pascolo si può considerare estensivo quando il carico zootecnico<br />
espresso in Unità Bovino Adulto (UBA) per ettaro di superficie foraggiera (erbai + pascolo + prato<br />
permanente) è inferiore al valore soglia di 1 UBA/ha.<br />
Per quanto concerne gli ambienti aperti destinati alle coltivazioni è opportuno limitare l'utilizzazione<br />
di pesticidi, concimi chimici e il ricorso a pratiche agricole intensive. Infatti, l'uso eccessivo di<br />
prodotti chimici e l'intensificazione delle pratiche agricole hanno contribuito al declino massiccio di<br />
varie componenti della biodiversità di ambienti rurali (per gli uccelli, vedi per esempio O'Connor e<br />
Shrubb 1986, Pain e Pienkowsky 2002, BirdLife International 2004).<br />
In accordo con le misure di conservazione indicate nel DM 17/10/2007, nelle ZPS è vietato “lo<br />
svolgimento di attività di circolazione fuori dalle strade, fatta eccezione per i mezzi agricoli e<br />
forestali, per i mezzi di soccorso, controllo e sorveglianza, nonché ai fini dell’accesso al fondo e<br />
all’azienda da parte degli aventi diritto, in qualità di proprietari, lavoratori e gestori”. Questo divieto<br />
dovrebbe essere applicato anche nella ZPS <strong>Matese</strong> e, in generale, nel Parco. Per esempio, nella conca<br />
montana in località “il Campo” sopra Cusano Mutri è stata osservata una concentrazione di moto da<br />
cross e di altri mezzi a due ruote, che scorazzavano anche nelle zone prative. Segni sul terreno,<br />
indicavano che non si trattasse di un evento occasionale.<br />
Come più volte ripetuto, i pascoli, i prati e gli ambienti aperti hanno un ruolo prioritario per la<br />
conservazione della biodiversità. Se le autorità locali, quindi, decidessero di consentire questo tipo di<br />
fruizione del proprio territorio, dovrebbe essere individuata un’area di minor pregio al di fuori del<br />
Parco, in cui sia consentito il motocross e simili attività ricreative.<br />
Esigenze di miglioramento/riqualificazione ambientale<br />
Gli ambienti forestali maturi, rispetto a quelli in stadi più giovanili o gestiti a ceduo, favoriscono una<br />
comunità ornitica più ricca e diversificata. Inoltre specie d’interesse comunitario, come il Biancone e<br />
il Falco pecchiaiolo, spesso preferiscono collocare il nido su alberi di mole notevole.<br />
Nel Parco la quasi totalità dei boschi hanno subito drastiche alterazioni, che hanno portato a una loro<br />
semplificazione strutturale. Così il mantenimento delle formazioni forestali più mature e la<br />
riconversione ad alto fusto di boschi più giovani appare prioritaria per la conservazione della<br />
diversità ornitica forestale e di alcuni degli elementi ornitici di maggior rilievo.<br />
L’insieme di queste azioni, potrebbe favorire la colonizzazione del Parco da parte di specie<br />
d’interesse comunitario come il Picchio rosso mezzano Dendrocopos medius, il Picchio dorsobianco<br />
Dendrocopos leucotos e la Balia dal collare.<br />
Il mantenimento delle piante morte o deperenti, includendo anche quelle cadute al suolo, è un'azione<br />
di gestione forestale che risulta fondamentale in un'area boschiva per l'insediamento dei picchi (che<br />
utilizzano queste piante per nidificare, alimentarsi e produrre i tambureggiamenti territoriali) e di<br />
altre specie che nidificano in cavità (upupa, balie, codirossi, cince, ecc.).<br />
In generale, dovranno essere evitati gli interventi che portano alla semplificazione strutturale e<br />
compositiva dei boschi (che, come noto da tempo - Mac Arthur e Mac Arthur, 1961; Roth, 1976;<br />
Hino, 1985 - sfavorisce la diversità delle comunità ornitiche) e dovranno essere attuati interventi che<br />
favoriscono l'alternanza di diversi tipi di bosco (ceduo, ceduo sotto fustaia, fustaia disetanea).<br />
Come riferito nei paragrafi precedenti, gli ambienti aperti dovrebbero essere preservati dalla<br />
ricrescita del bosco. Poiché quest'ultima viene preceduta, nell’usuale successione ecologica,<br />
dall'occupazione di un'area prativa da parte di cespugli, arbusti e giovani alberi, spesso vengono<br />
promosse azioni di decespugliamento degli ambienti aperti per frenarne la chiusura e favorire la<br />
biodiversità ospite di tali ambienti. Per esempio nel PSR regionale, l’azione c della Misura 2.5<br />
Sostegno agli investimenti non produttivi prevede il finanziamento per recupero e manutenzione dei<br />
pascoli pedemontani (recinzioni, decespugliamento). Comunque, queste indicazioni devono essere<br />
recepite adattandole alle diverse situazioni. Così, in zone prative in cui sono assenti o sono presenti<br />
pochissimi cespugli, la crescita di qualche cespuglio isolato non dovrebbe essere vista come un<br />
elemento negativo, ma come un arricchimento ambientale.<br />
file://E:\work\<strong>Matese</strong><strong>Natura</strong>\sito\contents\ornitiche.htm<br />
15/03/2009