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INDAGINE SULLE COMUNITÀ ORNITICHE ... - Matese Natura

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Ornitiche<br />

Pagina 25 di 33<br />

Nel caso dell’invaso Le Mortine, l’elevata antropizzazione dei territori limitrofi è motivo di<br />

preoccupazione per i possibili effetti negativi sulla qualità delle acque, che potrebbe essere<br />

deteriorata da varie fonti di inquinamento.<br />

I Laghi <strong>Matese</strong>, Letino e Gallo (unità ecosistemica E9, vedi risorse), (mostra approfondimento) sono<br />

un’unità ecosistemica di estrema importanza per la conservazione delle specie ornitiche acquatiche<br />

in transito nel Parco. Infatti, oltre alle specie appena elencate per le zone umide di pianura, in questi<br />

bacini e in particolare nel Lago <strong>Matese</strong> sono state avvistate svariate altre specie d’interesse<br />

comunitario come il Falco pescatore Pandion haliaetus, il Cavaliere d’Italia Himantopus<br />

himantopus, il Combattente Philomachus pugnax, il Piro piro boschereccio e il Mignattino<br />

Chlidonias niger.<br />

In alcune parti del lago, un problema per l’avifauna acquatica potrebbe essere costituito dal disturbo<br />

causato dalla notevole presenza di persone lungo le sponde nei fine settimana e nei giorni festivi.<br />

Inoltre, occorre stabilire se la qualità delle acque subisce importanti alterazioni da qualche fonte<br />

d’inquinamento organico o inorganico.<br />

Esigenze di tutela<br />

I capitoli precedenti hanno evidenziato come il Parco del <strong>Matese</strong> ospiti un’avifauna ricca di elementi<br />

di pregio, in particolare d’innumerevoli specie d’interesse conservazionistico.<br />

Queste specie vanno tutelate, per favorirne la sopravvivenza o ancor meglio la crescita demografica.<br />

Preso nel suo complesso, un gruppo che richiede particolari attenzioni è quello dei rapaci. Infatti,<br />

trovandosi al culmine delle catene alimentari, risentono di tutte le perturbazioni che avvengono ai<br />

vari livelli trofici. A ciò si aggiunga che, trattandosi di animali che perseguono in genere una<br />

strategia riproduttiva di tipo K (= numero ridotto di piccoli allevati e raggiungimento tardivo della<br />

maturità sessuale) hanno per cause naturali una densità poco elevata. Di conseguenza, la perdita<br />

anche di un solo individuo può avere effetti drammatici per le piccole popolazioni locali. Per<br />

esempio, nell’area protetta l’Aquila reale è presente con una sola coppia e altre specie (es.: Biancone,<br />

l’Astore, Nibbio reale) con non più di due-tre coppie. Tra l’altro nel Parco alcune specie, come il<br />

Nibbio reale, sembrerebbero in decremento.<br />

Pertanto, la conservazione dei rapaci risulta prioritaria. A tal fine, a parte gli interventi di gestione,<br />

miglioramento ed educazione ambientale riportati in capitoli successivi, sarebbe opportuno<br />

incrementare le azioni di vigilanza dei nidi di più facile accesso per evitare, oltre a persecuzioni<br />

dirette e al prelievo dei piccoli (problema di particolare rilevanza per il Pellegrino e il Lanario),<br />

anche il disturbo antropico involontario ai tentativi riproduttivi. Considerando l’ampia superficie del<br />

Parco, potrebbe essere opportuno il coinvolgimento di volontari di associazioni protezionistiche nelle<br />

azioni di vigilanza. È importante sottolineare che tali azioni dovrebbero svolgersi con un certo<br />

riserbo, per non ottenere l’effetto negativo di divulgare la collocazione di nidi di specie protette, con<br />

i possibili rischi che ciò comporterebbe.<br />

Gli uccelli acquatici presenti nel Parco, includono sia specie in buono stato di conservazione sia<br />

specie d’interesse comunitario. Tra quest’ultime si può citare la Moretta tabaccata, che è considerata<br />

una SPEC 1 (ossia una Specie presente in Europa classificata come a priorità di conservazione<br />

globale, BirdLife 2004) ed è inclusa nella categoria “in pericolo critico” della Lista Rossa degli<br />

uccelli nidificanti in Italia (LIPU, WWF, 1999).<br />

Un problema per le specie acquatiche è che, dovendosi concentrare necessariamente nelle poche<br />

zone umide disponibili, sono più facilmente soggette a episodi di bracconaggio. In queste zone, la<br />

vigilanza dovrà essere rinforzata in particolare nelle fasce orarie più critiche, ovvero nelle ore<br />

notturne e crepuscolari e alle prime luci del mattino.<br />

Come riportato in precedenza, negli ambienti aperti (praterie e pascoli), con particolare riguardo a<br />

quelli di altopiano e montani, nidificano numerose specie di Passeriformi a priorità di conservazione<br />

e cacciano diversi rapaci d’interesse comunitario.<br />

file://E:\work\<strong>Matese</strong><strong>Natura</strong>\sito\contents\ornitiche.htm<br />

15/03/2009

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