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INDAGINE SULLE COMUNITÀ ORNITICHE ... - Matese Natura

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Ornitiche<br />

Pagina 18 di 33<br />

Aquila reale, Pellegrino e Gracchio corallino<br />

Per quanto concerne due rapaci, l’Aquila reale e il Pellegrino, e un Passeriforme della famiglia dei<br />

corvidi, il Gracchio corallino, è necessario sottolineare che i modelli d’idoneità ambientale non<br />

mostrano, o lo fanno in maniera molto poco evidente, il fattore chiave per l’insediamento di queste<br />

tre specie: la disponibilità di pareti rocciose indisturbate. Si tratta infatti di elementi topografici<br />

puntiformi, che difficilmente possono essere rappresentati nelle mappe di presenza potenziale.<br />

(mostra approfondimento)<br />

Fatta questa premessa, si può notare che i pascoli e le praterie montane, costituendo l’habitat trofico<br />

preferito dall’Aquila reale, risultano gli ambienti a maggiore idoneità per questo rapace.<br />

Potenzialmente, il numero di aree ad alta idoneità per l’Aquila reale presenti nel Parco è molto<br />

elevato (574; Tabella 30), occupando una discreta superficie dell’area protetta (21,2%; Tabella 29).<br />

Tale percentuale, però, deve essere leggermente ridotta, in quanto alcune aree sono dei frammenti<br />

troppo piccoli per garantire l’attività di caccia.<br />

Escludendo i pascoli e le praterie, la maggior parte degli habitat presenti nel Parco (53,2%), a<br />

iniziare da quelli boschivi, costituiscono habitat trofici a media idoneità per la specie (Tabella 29).<br />

Comunque, considerando l’ampio territorio di caccia di Aquila reale (che può superare i 200 km 2 ),<br />

questa notevole estensione di aree a media e massima idoneità è sufficiente a sostenere una o al<br />

massimo due coppie di questa specie. Ciò è in accordo con i dati disponibili sulla presenza attuale<br />

del rapace nel Parco.<br />

Poiché il Pellegrino si nutre quasi esclusivamente di uccelli catturati in volo, questo rapace non è<br />

favorito dalla disponibilità di un habitat trofico ben definito, ma da ambienti con buon grado di<br />

naturalità. Pertanto, in accordo con il modello d’idoneità della specie (mostra approfondimento), la<br />

maggior parte del territorio del Parco mostra una potenzialità discretamente elevata per la presenza<br />

del Pellegrino. In particolare, l’84,9% del Parco ha un’idoneità media per questo rapace (Tabella 29)<br />

e dovrebbe favorire quindi l’insediamento di un buon numero di coppie. Ciò conferma le<br />

informazioni sulla popolazione attuale nel Parco, che sembrerebbe in uno stato di conservazione<br />

favorevole. I pascoli e le praterie costituiscono, in maniera quasi esclusiva, l’habitat trofico del<br />

Gracchio corallino. Questa specie, infatti, evita in genere le formazioni boschive.<br />

A ciò si aggiunga la preferenza di questo corvide per le aree poste a quote elevate. Di conseguenza le<br />

zone massimamente idonee alla specie, pur essendo in numero abbastanza elevato (235, Tabella 30),<br />

sono relativamente limitate in estensione complessiva, rappresentando il 13,1% del territorio del<br />

Parco (Tabella 29). Così l’86,2% dell’area protetta risulta non idonea per il Gracchio corallino.<br />

Tra l’altro, la ridotta superficie di alcuni frammenti, teoricamente a massima idoneità per la specie, li<br />

rende inadatti alla frequentazione di questo corvide. In questo risiede la causa probabile della piccola<br />

popolazione nidificante nel Parco.<br />

Tottavilla, Calandro e Averla piccola<br />

La Tottavilla, il Calandro e l’Averla piccola sono tre Passeriformi che condividono due<br />

caratteristiche: quella di essere legati agli ambienti aperti e quella di raggiungere nel Parco le<br />

abbondanze maggiori alle quote più elevate. A ciò è dovuta l’elevata sovrapposizione delle aree<br />

d’idoneità massima nei modelli delle tre specie. (mostra approfondimento) Queste aree<br />

corrispondono sostanzialmente alle praterie e ai pascoli montani. Nondimeno, si possono osservare<br />

delle chiare differenze tra le carte di presenza potenziale delle tre specie.<br />

In particolare, le aree boschive e quelle con vegetazione in evoluzione hanno un certo grado di<br />

idoneità per la Tottavilla, mentre risultano non idonee per il Calandro. La prima specie, difatti,<br />

necessita di alberi e cespugli che utilizza come sito riproduttivo e posatoio da cui involarsi per<br />

compiere la parata nuziale ed emettere il canto territoriale. Il Calandro, invece, predilige le zone<br />

brulle e pietrose con copertura di cespugli scarsa o nulla e, quindi, i boschi costituiscono un habitat<br />

non idoneo.<br />

file://E:\work\<strong>Matese</strong><strong>Natura</strong>\sito\contents\ornitiche.htm<br />

15/03/2009

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