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APRILE 2010 NUMERO 87 - Urban

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milano<br />

di MirTA OregnA<br />

food drink & design<br />

Temporary D’O, c/o Spazio Galvanotecnica Bugatti, via Bugatti, 7. Info: 340-4830312<br />

Absolut Drinks, c/o Ernestomeda Loft , viale Col di Lana, 8<br />

Milano, 14-19 aprile: esplode il Salone del Mobile e con questo anche la voglia di food-design.<br />

Eccoci pronti a segnalare un paio di indirizzi da non mancare: il Temporary D’O di Davide<br />

Oldani e gli Absolut Drinks creati da Grazia Di Franco, perché anche lo stomaco vuole la sua<br />

parte.<br />

Si comincia con il food e con il temporary restaurant che Davide Oldani installa insieme a<br />

Philips e Bulthaup negli spazi industriali di via Bugatti: chi ancora non è riuscito a cenare nel<br />

ristorante stellato di Cornaredo, oggi può farlo qui, in zona Tortona. Due i menu a disposizione<br />

(lunch & dinner, 18-36 euro, vini esclusi) per assaggiare la fresca stracciatella di bufala fatta a<br />

mano con panna fresca, gambero al vapore e legumi al cucchiaio che salutano la primavera,<br />

o lo zuccotto d’O, dessert con caramello cremoso e scaglie di sale di Maldon che chiudono<br />

la circolarità del menu con una nota salata. E se neanche qui riuscite a passare, compratevi il<br />

suo ultimo libro POP. La nuova grande cucina italiana (Rizzoli), andate a pag. 106 e consolatevi<br />

provando – se ci riuscite – a fare il suo zuccotto a casa!<br />

Più in là, nell’Ernestomeda Loft delle omonime cucine, che inaugura per l’occasione, vanno in<br />

mostra gli Absolut Drinks visti dall’obiettivo della fotografa fashion Ellen von Unwerth: tra uno<br />

scatto e l’altro, coppa alla mano, ogni sera si possono degustare i cocktail creati dalla bartender<br />

Grazia Di Franco, la prima Absolut mixologist italiana, utilizzando le flavor vodka (al pompelmo<br />

rosa o alla pera) e ingredienti freschi abbinati, mentre uno chef si dedica al finger food di<br />

corredo, in un cooking live show davvero alcolico.<br />

Consigliato per<br />

avere in agenda una pausa-pranzo chic o uno psichedelico cocktail drink, assolutamente in tema con la<br />

kermesse del Salone<br />

spring news<br />

tre novità da mettere in agenda<br />

JacK morace<br />

piazza XXIV Maggio, 8<br />

02-<strong>87</strong>128802<br />

sempre aperto<br />

Affacciato sul quel che resta della Darsena, a metà<br />

tra la movida delle colonne e quella dei navigli, ecco<br />

un nuovo indirizzo che parla italo-americano (come<br />

denuncia l’insegna). Tra mattoni a vista, una miriade<br />

di ritratti e fotografie in bianco e nero di celebrità<br />

vintage d’oltreoceano, suppellettili e accessori di sport<br />

tipicamente targati Usa (baseball, basket e football<br />

americano), si mangiano la classica pizza cotta nel forno a<br />

legna (gli esperimenti di pizza americana sono stati subito<br />

bocciati), hamburger e sandwich (di manzo, pollo e anche<br />

merluzzo), piattoni di steak assortite (servite con patate<br />

fritte a spicchi), insalatone per la gioia di chi fa pausapranzo<br />

in zona, oltre a crocché napoletani e scialatielli che<br />

tradiscono l’origine dei proprietari. Ampio (102 coperti),<br />

con prezzi di mercato, non appartiene a una catena ma ha<br />

tutte le carte per diventarlo.<br />

porca Vacca<br />

piazza Lavater, 2<br />

02-20520503<br />

chiuso domenica sera e sabato a pranzo<br />

Una deliziosa piazzetta alberata, un dehors verandato e<br />

un succulento menu di carne in cui spuntano verdure e<br />

legumi che sanno di primavera. Questo locale, il cui nome<br />

non si dimentica facilmente, è una vecchia conoscenza<br />

che oggi presenta il nuovo chef, Ale Chiesa, forte di lunga<br />

esperienza al Savini e di solida mano ai fornelli. Tutti<br />

potranno provarlo il 19 aprile, prenotando un menu<br />

degustazione a un prezzo promozionale; gli altri – nei<br />

giorni a seguire – sceglieranno i piatti alla carta, dai classici<br />

dell’Osteria (tagliata al rosmarino con patate al timo) alle<br />

profumate pappardelle ai pistilli di zafferano con ragù<br />

bianco di salsiccia, dal maialino al latte con emulsione<br />

di topinambur al saporito strüdel di verdura, che è una<br />

ricetta vegana. Sì, perché qui anche i vegetariani e affini<br />

troveranno “carne” per i loro denti, mentre si prepara a<br />

maggio l’apertura della sede di Formentera. (M.T.)<br />

il cUccHiaio di leGno<br />

via Ponte Vetero, 13<br />

02-<strong>87</strong>388670<br />

chiuso domenica e lunedì<br />

Da quando ha cambiato la disposizione degli arredi questo<br />

aggiornatissimo shop con cucina dedicato al mondo del<br />

food&wine, dove puoi trovare dal cestello in silicone per<br />

cuocere contemporaneamente più verdure alle leccornie<br />

gourmet di chef stellati come Alajmo, all’ ultimo oggetto<br />

in fatto di design di pentole, ha lanciato la sua speciale<br />

pausa pranzo con corso di cucina. Un micro-corso di 15<br />

minuti che, da martedì a venerdì, meglio su prenotazione,<br />

viene tenuto in loco dallo chef Fabio sul piatto che poi si<br />

mangerà nei due banconi in ferro al centro del negozio,<br />

accompagnato da un calice di vino scelto dal sommelier<br />

Marco e seguito dal dessert del giorno. Con 19 euro, per<br />

esempio, si impara a preparare una tartare di tonno e<br />

salmone in salsa d’agrumi o degli gnocchi di pane con<br />

carciofi e lupini. Il corso del giorno si scopre online su<br />

www.ilcucchiaiodilegno.it. Qui ben si dice “prendere due<br />

piccioni con una fava”!<br />

moscara-charlie brown<br />

via Spartaco 37 ang. via Cadore<br />

02-55010609<br />

sempre aperto<br />

Sin dal 1999, data d’apertura, il Charlie Brown è sempre stato una garanzia per<br />

serate informali a base di pizza e verace cucina pugliese. Da oggi il locale di<br />

Antonio Moscara riapre con una marcia in più: la ristrutturazione in morbida<br />

pietra leccese e sobri dettagli d’architetto (gli attaccapanni e le luci a catodi)<br />

firmata dal celebre designer salentino Fabio Novembre, che fa da cornice<br />

al menu del tacco d’Italia, con netta propensione per i piatti del Salento.<br />

Aumentati anche i coperti, con le eleganti sedute in legno di Giò Ponti,<br />

distribuite nelle sale interne sotto candide volte che evocano le masserie del<br />

sud e nel dehors circondato da fioriere piantate a macchia mediterranea. E se<br />

il forno della pizza resta ora nascosto in cucina, in pole position è il bancone<br />

delle specialità: verdure e sott’oli, il pescato di Gallipoli (polpo e gamberi<br />

rossi), la carne (di cavallo, ma anche chianina), le mozzarelle fatte davanti<br />

agli occhi, e i dessert (dalle delizie di mandorle alla mitica torta pasticciotto).<br />

La sorpresa: la bottigliera scavata nella pietra leccese e i bagni, che portano<br />

l’inconfondibile firma di Novembre.<br />

Consigliato per<br />

orecchiette e maritati da consumare in un luogo dove ritrovare con stile colori,<br />

sensazioni e profumi del meraviglioso Salento<br />

Biancopensare<br />

alzaia Naviglio Grande, 62<br />

02-91534736<br />

chiuso lunedì. Aperto fino alle 21<br />

wi-fi<br />

Nel bianco giardino d’inverno di Carlamaria, indirizzo all day appena aperto sul<br />

Naviglio, l’aperitivo è un Hippy-Ape, all’insegna dell’ “ethic and epic food”: 6/7<br />

euro per un calice di vino (rigorosamente bio) e michetta (vuota o con salumi),<br />

oppure assaggi di Kasekuken al formaggio con un Fragonard (bollicine e fragola)<br />

o un Rinfrescante (menta fresca, ginger ale, pompelmo e una goccia di gin).<br />

Arrivare per tempo: chiude alle 21!<br />

Da non perdere<br />

un bicchiere di Chi (pronuncia cì) al tè verde o con radici e frutta, succo a<br />

fermentazione naturale che non ha nulla da invidiare a un profumato moscato vivace,<br />

con il plus di non essere alcolico<br />

clandestino milano<br />

viale Montegrappa, 12<br />

02-29009858<br />

sempre aperto<br />

wi-fi<br />

All’interno del fashion hotel Maison Moschino, la firma di Cedroni si legge anche<br />

nel pre-dinner: ai tre tavoli dell’angolo bar vengono serviti cocktail giocosi che<br />

richiamano i profumi dello stilista (Lovelove, Hippy fizz, Uomo?) e finger-food<br />

d’autore (pinzimonio di germogli, chips, pollo marinato in soia e zenzero con<br />

insalatina, simmenthal di pesce) al costo di 15 euro.<br />

Da non perdere<br />

la colazione servita nel Mos Kit, box in ceramica che imita una scatola da scarpe, con<br />

assaggi, dalla spremuta alla bufala con marmellata di pompelmo a pani dolci e salati<br />

amsterdam<br />

pompstation<br />

Zeeburgerdijk, 52<br />

0031-20-6922888<br />

www.pompstation.nu<br />

Un nuovo hot-spot movimenta le notti dei più incalliti Amsterdammer, i<br />

dinamici e cosmopoliti cittadini della capitale olandese, che oggi trovano<br />

un’interessante tappa nella Pompstation: l’antica stazione idrica del 1912,<br />

costruita nello stile architettonico della Scuola di Amsterdam dai caratteristici<br />

mattoni rossi a vista, è un originale loft industriale dagli alti soffitti (18 metri)<br />

e luminosi finestroni su strada. Una sapiente ristrutturazione a base di vetro,<br />

acciaio, piastrelle e legno, unita a selezionati pezzi di design, fa così da cornice a<br />

tavoli e bancone e alle tre pompe dell’acqua tutt’ora funzionanti.<br />

Si viene per un drink dopo il lavoro, una cena a base di carne (la scelta è molto<br />

ampia) da abbinare a uno degli oltre cento vini della carta, ma anche per una<br />

specialità olandese, magari un piatto di pesce (spigola con insalata di polpo<br />

tiepida e asparagi verdi, spuma di chorizo e olio al limone) o uno vegetariano.<br />

Dopo cena nel weekend si balla, mentre in settimana si ascolta musica dal vivo,<br />

jazz o di gruppi emergenti.<br />

Consigliato per<br />

l’ambiente suggestivo e l’ampia scelta di carni (tutte biologiche e frollate), dal<br />

lussuoso manzo wagyu giapponese alla carne inglese nutrita a erba, a quella<br />

americana allevata a mais<br />

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di MirTA OregnA

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