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milano<br />
di MirTA OregnA<br />
food drink & design<br />
Temporary D’O, c/o Spazio Galvanotecnica Bugatti, via Bugatti, 7. Info: 340-4830312<br />
Absolut Drinks, c/o Ernestomeda Loft , viale Col di Lana, 8<br />
Milano, 14-19 aprile: esplode il Salone del Mobile e con questo anche la voglia di food-design.<br />
Eccoci pronti a segnalare un paio di indirizzi da non mancare: il Temporary D’O di Davide<br />
Oldani e gli Absolut Drinks creati da Grazia Di Franco, perché anche lo stomaco vuole la sua<br />
parte.<br />
Si comincia con il food e con il temporary restaurant che Davide Oldani installa insieme a<br />
Philips e Bulthaup negli spazi industriali di via Bugatti: chi ancora non è riuscito a cenare nel<br />
ristorante stellato di Cornaredo, oggi può farlo qui, in zona Tortona. Due i menu a disposizione<br />
(lunch & dinner, 18-36 euro, vini esclusi) per assaggiare la fresca stracciatella di bufala fatta a<br />
mano con panna fresca, gambero al vapore e legumi al cucchiaio che salutano la primavera,<br />
o lo zuccotto d’O, dessert con caramello cremoso e scaglie di sale di Maldon che chiudono<br />
la circolarità del menu con una nota salata. E se neanche qui riuscite a passare, compratevi il<br />
suo ultimo libro POP. La nuova grande cucina italiana (Rizzoli), andate a pag. 106 e consolatevi<br />
provando – se ci riuscite – a fare il suo zuccotto a casa!<br />
Più in là, nell’Ernestomeda Loft delle omonime cucine, che inaugura per l’occasione, vanno in<br />
mostra gli Absolut Drinks visti dall’obiettivo della fotografa fashion Ellen von Unwerth: tra uno<br />
scatto e l’altro, coppa alla mano, ogni sera si possono degustare i cocktail creati dalla bartender<br />
Grazia Di Franco, la prima Absolut mixologist italiana, utilizzando le flavor vodka (al pompelmo<br />
rosa o alla pera) e ingredienti freschi abbinati, mentre uno chef si dedica al finger food di<br />
corredo, in un cooking live show davvero alcolico.<br />
Consigliato per<br />
avere in agenda una pausa-pranzo chic o uno psichedelico cocktail drink, assolutamente in tema con la<br />
kermesse del Salone<br />
spring news<br />
tre novità da mettere in agenda<br />
JacK morace<br />
piazza XXIV Maggio, 8<br />
02-<strong>87</strong>128802<br />
sempre aperto<br />
Affacciato sul quel che resta della Darsena, a metà<br />
tra la movida delle colonne e quella dei navigli, ecco<br />
un nuovo indirizzo che parla italo-americano (come<br />
denuncia l’insegna). Tra mattoni a vista, una miriade<br />
di ritratti e fotografie in bianco e nero di celebrità<br />
vintage d’oltreoceano, suppellettili e accessori di sport<br />
tipicamente targati Usa (baseball, basket e football<br />
americano), si mangiano la classica pizza cotta nel forno a<br />
legna (gli esperimenti di pizza americana sono stati subito<br />
bocciati), hamburger e sandwich (di manzo, pollo e anche<br />
merluzzo), piattoni di steak assortite (servite con patate<br />
fritte a spicchi), insalatone per la gioia di chi fa pausapranzo<br />
in zona, oltre a crocché napoletani e scialatielli che<br />
tradiscono l’origine dei proprietari. Ampio (102 coperti),<br />
con prezzi di mercato, non appartiene a una catena ma ha<br />
tutte le carte per diventarlo.<br />
porca Vacca<br />
piazza Lavater, 2<br />
02-20520503<br />
chiuso domenica sera e sabato a pranzo<br />
Una deliziosa piazzetta alberata, un dehors verandato e<br />
un succulento menu di carne in cui spuntano verdure e<br />
legumi che sanno di primavera. Questo locale, il cui nome<br />
non si dimentica facilmente, è una vecchia conoscenza<br />
che oggi presenta il nuovo chef, Ale Chiesa, forte di lunga<br />
esperienza al Savini e di solida mano ai fornelli. Tutti<br />
potranno provarlo il 19 aprile, prenotando un menu<br />
degustazione a un prezzo promozionale; gli altri – nei<br />
giorni a seguire – sceglieranno i piatti alla carta, dai classici<br />
dell’Osteria (tagliata al rosmarino con patate al timo) alle<br />
profumate pappardelle ai pistilli di zafferano con ragù<br />
bianco di salsiccia, dal maialino al latte con emulsione<br />
di topinambur al saporito strüdel di verdura, che è una<br />
ricetta vegana. Sì, perché qui anche i vegetariani e affini<br />
troveranno “carne” per i loro denti, mentre si prepara a<br />
maggio l’apertura della sede di Formentera. (M.T.)<br />
il cUccHiaio di leGno<br />
via Ponte Vetero, 13<br />
02-<strong>87</strong>388670<br />
chiuso domenica e lunedì<br />
Da quando ha cambiato la disposizione degli arredi questo<br />
aggiornatissimo shop con cucina dedicato al mondo del<br />
food&wine, dove puoi trovare dal cestello in silicone per<br />
cuocere contemporaneamente più verdure alle leccornie<br />
gourmet di chef stellati come Alajmo, all’ ultimo oggetto<br />
in fatto di design di pentole, ha lanciato la sua speciale<br />
pausa pranzo con corso di cucina. Un micro-corso di 15<br />
minuti che, da martedì a venerdì, meglio su prenotazione,<br />
viene tenuto in loco dallo chef Fabio sul piatto che poi si<br />
mangerà nei due banconi in ferro al centro del negozio,<br />
accompagnato da un calice di vino scelto dal sommelier<br />
Marco e seguito dal dessert del giorno. Con 19 euro, per<br />
esempio, si impara a preparare una tartare di tonno e<br />
salmone in salsa d’agrumi o degli gnocchi di pane con<br />
carciofi e lupini. Il corso del giorno si scopre online su<br />
www.ilcucchiaiodilegno.it. Qui ben si dice “prendere due<br />
piccioni con una fava”!<br />
moscara-charlie brown<br />
via Spartaco 37 ang. via Cadore<br />
02-55010609<br />
sempre aperto<br />
Sin dal 1999, data d’apertura, il Charlie Brown è sempre stato una garanzia per<br />
serate informali a base di pizza e verace cucina pugliese. Da oggi il locale di<br />
Antonio Moscara riapre con una marcia in più: la ristrutturazione in morbida<br />
pietra leccese e sobri dettagli d’architetto (gli attaccapanni e le luci a catodi)<br />
firmata dal celebre designer salentino Fabio Novembre, che fa da cornice<br />
al menu del tacco d’Italia, con netta propensione per i piatti del Salento.<br />
Aumentati anche i coperti, con le eleganti sedute in legno di Giò Ponti,<br />
distribuite nelle sale interne sotto candide volte che evocano le masserie del<br />
sud e nel dehors circondato da fioriere piantate a macchia mediterranea. E se<br />
il forno della pizza resta ora nascosto in cucina, in pole position è il bancone<br />
delle specialità: verdure e sott’oli, il pescato di Gallipoli (polpo e gamberi<br />
rossi), la carne (di cavallo, ma anche chianina), le mozzarelle fatte davanti<br />
agli occhi, e i dessert (dalle delizie di mandorle alla mitica torta pasticciotto).<br />
La sorpresa: la bottigliera scavata nella pietra leccese e i bagni, che portano<br />
l’inconfondibile firma di Novembre.<br />
Consigliato per<br />
orecchiette e maritati da consumare in un luogo dove ritrovare con stile colori,<br />
sensazioni e profumi del meraviglioso Salento<br />
Biancopensare<br />
alzaia Naviglio Grande, 62<br />
02-91534736<br />
chiuso lunedì. Aperto fino alle 21<br />
wi-fi<br />
Nel bianco giardino d’inverno di Carlamaria, indirizzo all day appena aperto sul<br />
Naviglio, l’aperitivo è un Hippy-Ape, all’insegna dell’ “ethic and epic food”: 6/7<br />
euro per un calice di vino (rigorosamente bio) e michetta (vuota o con salumi),<br />
oppure assaggi di Kasekuken al formaggio con un Fragonard (bollicine e fragola)<br />
o un Rinfrescante (menta fresca, ginger ale, pompelmo e una goccia di gin).<br />
Arrivare per tempo: chiude alle 21!<br />
Da non perdere<br />
un bicchiere di Chi (pronuncia cì) al tè verde o con radici e frutta, succo a<br />
fermentazione naturale che non ha nulla da invidiare a un profumato moscato vivace,<br />
con il plus di non essere alcolico<br />
clandestino milano<br />
viale Montegrappa, 12<br />
02-29009858<br />
sempre aperto<br />
wi-fi<br />
All’interno del fashion hotel Maison Moschino, la firma di Cedroni si legge anche<br />
nel pre-dinner: ai tre tavoli dell’angolo bar vengono serviti cocktail giocosi che<br />
richiamano i profumi dello stilista (Lovelove, Hippy fizz, Uomo?) e finger-food<br />
d’autore (pinzimonio di germogli, chips, pollo marinato in soia e zenzero con<br />
insalatina, simmenthal di pesce) al costo di 15 euro.<br />
Da non perdere<br />
la colazione servita nel Mos Kit, box in ceramica che imita una scatola da scarpe, con<br />
assaggi, dalla spremuta alla bufala con marmellata di pompelmo a pani dolci e salati<br />
amsterdam<br />
pompstation<br />
Zeeburgerdijk, 52<br />
0031-20-6922888<br />
www.pompstation.nu<br />
Un nuovo hot-spot movimenta le notti dei più incalliti Amsterdammer, i<br />
dinamici e cosmopoliti cittadini della capitale olandese, che oggi trovano<br />
un’interessante tappa nella Pompstation: l’antica stazione idrica del 1912,<br />
costruita nello stile architettonico della Scuola di Amsterdam dai caratteristici<br />
mattoni rossi a vista, è un originale loft industriale dagli alti soffitti (18 metri)<br />
e luminosi finestroni su strada. Una sapiente ristrutturazione a base di vetro,<br />
acciaio, piastrelle e legno, unita a selezionati pezzi di design, fa così da cornice a<br />
tavoli e bancone e alle tre pompe dell’acqua tutt’ora funzionanti.<br />
Si viene per un drink dopo il lavoro, una cena a base di carne (la scelta è molto<br />
ampia) da abbinare a uno degli oltre cento vini della carta, ma anche per una<br />
specialità olandese, magari un piatto di pesce (spigola con insalata di polpo<br />
tiepida e asparagi verdi, spuma di chorizo e olio al limone) o uno vegetariano.<br />
Dopo cena nel weekend si balla, mentre in settimana si ascolta musica dal vivo,<br />
jazz o di gruppi emergenti.<br />
Consigliato per<br />
l’ambiente suggestivo e l’ampia scelta di carni (tutte biologiche e frollate), dal<br />
lussuoso manzo wagyu giapponese alla carne inglese nutrita a erba, a quella<br />
americana allevata a mais<br />
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di MirTA OregnA