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Scarica il pdf - La Riviera

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domande. Ed un vecchio rispose:<br />

«Lei di dov’è?» «Di Roma». «E<br />

allora che minchia vuole capire<br />

della Sic<strong>il</strong>ia?». Angela Casella,<br />

sull’Aspromonte, aveva lasciato alle<br />

spalle <strong>il</strong> sacco a pelo sulla piazza dei<br />

Martiri, a Locri, con <strong>il</strong> suo mercatino<br />

rionale di Portobello messo su<br />

dalla televisione di Stato. Il presentatore<br />

in sahariana sembra dire:<br />

«Venghino signori a questo spettacolo<br />

... ». E poi la sf<strong>il</strong>ata indecorosa<br />

dove, assieme alla gente dabbene, si<br />

sono esibiti vecchi arnesi, ex-comari<br />

di malavitosi sponsorizzate dall’antimafia.<br />

Un vero campionario.<br />

Tormo alla memoria di studente,<br />

quando arrivò S<strong>il</strong>vio Noto, sulla<br />

piazza, alla ricerca di voci nuove.<br />

Due fatti e due presentatori a confronto.<br />

Un dramma umano che si<br />

trasforma in commedia. Ma torniamo<br />

a voci nuove. Quel giorno <strong>il</strong> liceo<br />

rimase deserto. Arrivò Paolina, <strong>il</strong><br />

bidello, osservatore del Preside,<br />

mentre don Rocco Marzano, vig<strong>il</strong>e<br />

urbano, modulava con <strong>il</strong> fischio un<br />

motivo del Pastore svizzero. Altri<br />

suonavano la chitarra. Al mio professore<br />

di latino e greco facevo da<br />

vice corrispondente per <strong>il</strong> Notiziario<br />

di Messina. Così trattavo i voti. <strong>La</strong><br />

sera, dopo la trasmissione, muore la<br />

madre del nostro rivenditore. Per<br />

un maledetto refuso al mattino<br />

appare <strong>il</strong> titolo: «Lutto in casa<br />

Pellicone». E poi, «Don Rocco<br />

Marzano fischiava, Ciccio<br />

Del sequestro<br />

Casella, alla Procura<br />

di Locri non sanno<br />

niente. Le<br />

dichiarazioni di<br />

Angela Casella sul<br />

mancato<br />

coordinamento<br />

volano come<br />

macigni, si abbattono<br />

come valanghe. Parla<br />

addirittura la vecchia<br />

‘ndrangheta messa in<br />

soffitto. Sono segnali<br />

significativi e chiari<br />

che hanno una precisa<br />

direzione. Non occorre<br />

essere mafiologi di<br />

professione per capire<br />

certe cose.<br />

Capogreco suonava la chitarra ... ».<br />

Che brutti voti quel trimestre per un<br />

refuso. Angela Casella è stata trascinata<br />

via, quasi con la forza, dalla<br />

polizia. Gli ordini tassativi erano<br />

giunti da Roma. L’opinione pubblica<br />

era frastornata per questa donna<br />

es<strong>il</strong>e, ma forte, venuta in Calabria a<br />

cercare <strong>il</strong> figlio rapito. Con commozione,<br />

ha detto «arrivederci». <strong>La</strong><br />

polvere del tempo è stata tolta dai<br />

pinakès, le tavolette votive che ornavano<br />

i santuari sparsi lungo la costa<br />

del mare Jonio. Con Angela viene<br />

rinverdito <strong>il</strong> mito di Cerere che sfida<br />

Plutone, per aver rapito la bellissima<br />

Proserpina. E Cerere, madre<br />

disperata e coraggiosa, cerca la<br />

figlia, giorno e notte, in ogni contrada.<br />

Gli inviati, giunti numerosi da<br />

Roma ed Atene, sono parchi di<br />

notizie. Abitano a Centocamere<br />

dove si pratica la prostituzione<br />

sacra. Attratti dalle belle locresi non<br />

riferiscono se Cerere andò in<br />

Aspromonte o nelle foreste S<strong>il</strong>ane.<br />

Soltanto da un nuovo pentito si è<br />

appreso che Cerere, presa dal panico,<br />

venne a patti con Giove. Ed <strong>il</strong> re<br />

dell’Olimpo, da grande mediatore,<br />

s’impegnò a pagare <strong>il</strong> riscatto a<br />

Plutone, dio degli anfratti, dopo che<br />

le monete erano state regolarmente<br />

registrate nelle banche. Anche in<br />

quel tempo esisteva <strong>il</strong> riciclaggio<br />

combattuto da Zaleuco, legislatore<br />

dell’antichità, un antenato di<br />

Antonio Di Pietro. <strong>La</strong> storia di<br />

Cerere si ripropone per Angela<br />

Casella, madre pellegrina alla ricerca<br />

del figlio perduto. Ma lo Stato,<br />

invece di liberare <strong>il</strong> figlio dai ceppi,<br />

manda un criminologo. Deve convincerla<br />

a desistere dalla sua, missione.<br />

Angela diventa controparte<br />

di uno Stato di cartapesta e deve<br />

lasciare Locri, mentre centinaia di<br />

migliaia di coetanei di Cesare si<br />

apprestano a sostenere gli esami di<br />

la <strong>Riviera</strong><br />

maturità 22 giugno 1989, prima<br />

prova d’italiano. Si parte imbottiti<br />

con centinaia di temi e l’immagine<br />

di San Giuseppe da Copertino, protettore<br />

degli studenti. Chissà se<br />

Cesare avrà la dimensione del<br />

tempo? Cinquecento giorni in un<br />

anfratto con la catena al collo!<br />

L’anno scorso è stato bocciato da un<br />

presidente di commissione per le<br />

assenze ingiustificate. A Pavia, terra<br />

dei Longobardi, non sanno che l’anonima<br />

sequestri non r<strong>il</strong>ascia attestati<br />

di frequenza. Lo Stato con gli<br />

apparati, le teste di cuoio, i servizi,<br />

l’intelligenze, i visori notturni, i canipoliziotto,<br />

che perdono l’olfatto<br />

all’odore di mentuccia, non è riuscito<br />

a trovarlo.<br />

C’è tanta attesa per <strong>il</strong> tema. In<br />

omaggio a Cesare io assegnerei una<br />

frase di Pirandello: l’invettiva di<br />

Donna Caterina. Commenti <strong>il</strong> candidato:<br />

«Ed eran calati i<br />

Continentali a inciv<strong>il</strong>irli: calate le<br />

soldatesche nuove, quella colonna<br />

infame comandata da un rinnegato,<br />

l’ungherese colonnello Eberhardt,<br />

venuto per la prima volta in Sic<strong>il</strong>ia<br />

con Garibaldi e poi tra i fuc<strong>il</strong>atoci di<br />

lui ad Aspromonte, e quell’altro<br />

tenentino savojardo, Dupuy, l’incendiatore;<br />

calati tutti gli scarti della<br />

burocrazia; e liti e duelli e scene selvagge;<br />

e la prefettura dei Medici ...<br />

E poi era venuta la Sinistra al potere,<br />

e aveva cominciato anch’essa<br />

con provvedimenti eccezionali per<br />

la Sic<strong>il</strong>ia; e usurpazioni e truffe e<br />

concussioni e favori scandalosi e<br />

scandaloso sperpero del denaro<br />

pubblico; prefetti, delegati, magistrati<br />

messi al servizio dei deputati<br />

ministeriali, e clientele spudorate e<br />

brogli elettorali, spese pazze, cortigianerie<br />

e degradanti; l’oppressione<br />

dei vinti e dei lavoratori, assistita e<br />

protetta dalla legge, e assicurata<br />

l’impunità degli oppressori ... ».<br />

Durata della prova: sei ore e sotto<br />

dettato del carceriere.<br />

*“Amo l’Aspomonte” – Editoriale<br />

Progetto 2000 – prima edizione<br />

dicembre 1994 – Biblioteca privata<br />

Avv. Teresa Parisi<br />

SABATO 24 DICEMBRE 2011 LA RIVIERA 19

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