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VINCENZO CARICARI<br />

Sudicio regista<br />

VIOLA COSENTINO<br />

“Il ladro”, girato un anno fa a Locri e dintorni,<br />

scritto e diretto da Vincenzo Caricari<br />

e realizzato dalla Assimetrici<br />

Videoproduzioni, la casa di produzione<br />

fondata dai fratelli Migliaccio Spina e di cui<br />

è socio anche <strong>il</strong> regista sidernese, si è appena<br />

aggiudicato <strong>il</strong> premio come miglior cortometraggio<br />

all’ultima edizione del<br />

Calabria F<strong>il</strong>m Festival. Una bella soddisfazione<br />

per Caricari, i fratelli Bernardo e<br />

Nazzareno Migliaccio Spina e per quanti<br />

hanno lavorato alla realizzazione dell’opera.<br />

Il corto, più intimista rispetto ai precedenti<br />

lavori del regista sidernese, racconta<br />

la storia tutta calabra di un giovane spacciatore,<br />

interpretato dal sempre bravo<br />

Riccardo Fazzolari, e del suo rapporto con<br />

<strong>il</strong> fratellino di otto anni, portato sullo schermo<br />

da un sorprendente e giovanissimo<br />

Pasquale Catalano. Il resto del cast è formato<br />

da da Alberto Gatto, Manuela<br />

IL BOMBER<br />

BERGAMASCO<br />

IN FUGA<br />

SULLA FASCIA<br />

<strong>La</strong> bandiera dell’Atalanta, Cristiano Doni, si<br />

è involato lungo <strong>il</strong> soggiorno e poi in discesa<br />

sopra gli scalini che portavano in cantina.<br />

Ha corso veloce perché gli avversari che<br />

aveva alle costole erano pure armati. Ha puntato<br />

la porta ed è finito nella rete, lui non <strong>il</strong> pallone.<br />

Non cercava di far goal. Stava semplicemente<br />

scappando dalla polizia che gli doveva<br />

notificare un’ordinanza custodiale. Per un<br />

po’ non scommetterà più Doni, e i<br />

goals li farà nelle partitelle fra<br />

detenuti.<br />

Cricelli, Nino Tarzia, Maria Capogreco,<br />

Lucia Lombardo, Giovanni Maiolo, Marco<br />

De Leo e Giuseppe Catalano. Dopo quattro<br />

cortometraggi socialmente impegnati,<br />

Caricari ha voluto concentrarsi su una storia<br />

diversa, che parlasse più da vicino ai sentimenti.<br />

Dopo anni passati in giro per<br />

l’Italia, Vincenzo torna stab<strong>il</strong>mente in<br />

Calabria per lavorare sul territorio.<br />

Anticipiamo uno stralcio dell’intervista al<br />

regista che sarà pubblicata nel prossimo<br />

numero de la <strong>Riviera</strong> : “<strong>La</strong> Calabria è la<br />

terra meno cinematografata d’Italia, ma<br />

forse ora qualcosa sta cambiando. Ho lavo-<br />

rato spesso fuori, ma le mie storie e i miei<br />

personaggi erano comunque calabresi. Ho<br />

sempre scritto o ideato corti che avessero<br />

questa terra e le sue problematiche come<br />

soggetto. Quindi ho pensato: perché non<br />

farlo direttamente da quì? Per questo noi<br />

della Asimmetrici Videoproduzioni ci stiamo<br />

impegnando, giorno dopo giorno, a dar<br />

vita ad una realtà che si occupi di cinema e<br />

non solo, andando a coprire vari segmenti<br />

del settore. E <strong>il</strong> riconoscimento del<br />

Calabria F<strong>il</strong>m Festival è un’altra conferma<br />

che quello che facciamo non può che essere<br />

positivo per tutti. ”<br />

VARESINO IRATO<br />

SPARA AL VICINO<br />

Un pensionato sessantunenne di<br />

Locate Varesino, al culmine di una lite,<br />

ha aperto <strong>il</strong> fuoco contro un vicino,<br />

ferendolo in modo serio, anche se la vittima<br />

non rischia la vita. Anni di liti, sempre<br />

più frequenti, con toni via via più<br />

accessi. Il reo ha confessato di essersi<br />

finalmente tolto un peso, non ne poteva<br />

più del vicino. Addirittura ha aguzzato<br />

l’ingegno, non possedendo un’arma<br />

se l’è costruita da solo in garage, un<br />

fuc<strong>il</strong>e artigianale, col quale poi ha fatto<br />

fuoco. Quando si dice la capacità settentrionale..<br />

la <strong>Riviera</strong><br />

DIAVOLO NERO<br />

Auguri, dr. Gratteri<br />

A Brontolo, rubrica televisiva condotta<br />

da Oliverio Bea, la mattina del 19<br />

dicembre, <strong>il</strong> dr. Nicola Gratteri ha<br />

detto cose importanti. Due cose<br />

importanti. <strong>La</strong> prima si configura<br />

come l'auspicio che i partiti, cioè i partiti<br />

calabresi, non intercettino l'iniziativa politica dei<br />

giovani. Siccome <strong>il</strong> dr.Nicola Gratteri ama pensare<br />

concretamente- <strong>il</strong> che gli fa onore- ha voluto richiamare<br />

ad esemplazione ciò che avvenne dopo l'assassinio<br />

di Francesco Fortugno. Migliaia e migliaia di<br />

giovani scesero in piazza spontaneamente, ma da<br />

subito i leaders di quel movimento spontaneo furono<br />

“risucchiati” dai partiti e anche- aggiungo io- dai vertici<br />

istituzionali calabresi- Bova e Loiero. Venne su di<br />

loro esercitata una sorta- come a suo tempo fu scritto<br />

sulle pagine di - di pedof<strong>il</strong>ia<br />

politica: i giovani furono avvicinati, allettati, carezzati<br />

e poi respinti quando non servirono più. E davano<br />

anche fastidio. <strong>La</strong> seconda cosa importante detta dal<br />

dr. Nicola Gratteri è che, dopo Fratelli di sangue,<br />

scrivere libri sulla mafia, diversi solo per <strong>il</strong> colore<br />

della copertina e per <strong>il</strong> titolo di copertina, è diventato<br />

una moda. Il genere dei professionisti dell'antimafia<br />

apre la porta alla specie scrittoria. Urlatori e scritturali<br />

insieme. E intoccab<strong>il</strong>i. Come scrittori, per la<br />

miseria. Mai, prima di loro, la Repubblica delle lettere<br />

e i suoi sovrani guardiani avevano sospettato che<br />

potesse prosperare la letteratura dell'obitorio, come<br />

io amo definire certa narrativa infeudata al sangue,<br />

scritta con i piedi e i ritagli dei giornali. Ciò che non<br />

fa <strong>il</strong> bene della democrazia letteraria, ma quello degli<br />

scrittori-incassatori e degli editori, che, acquistati i<br />

carri funebri, si sono trasformati in pompe funebri<br />

editrici. Noi non abbiamo atteso <strong>il</strong> dr. Nicola Gratteri<br />

per esprimere, e non pacatamente, le nostre osservazioni<br />

sulla gioventù antimafia, strumentalizzata dai<br />

partiti, dai vertici istituzionali, dai perpetui gramagliati,<br />

e sulla mafia, mutata in affari e banconote. Ma<br />

ci fa piacere che queste cose oggi le dica <strong>il</strong> dr. Nicola<br />

Gratteri. Almeno finirà la storiella che offra una copertura storicistica alla mala<br />

gente. Quando, invero, noi abbiamo voluto operare<br />

una scopertura della classe dirigente e dei falsi testimoni<br />

del nostro tempo. Grazie, dr. Gratteri, e, dato<br />

che ci siamo, auguri di Buon Natale.<br />

SABATO 24 DICEMBRE 2011 LA RIVIERA 05

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