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PROGETTO<br />

Uno sguardo<br />

all’Alta<br />

Valle Trompia<br />

Col patrocinio di<br />

PROVINCIA DI BRESCIA<br />

Assessorato all’Agricoltura


ERSAF (Ente Regionale Servizi Agricoli<br />

e Forestali)<br />

<strong>Mario</strong> <strong>Braga</strong><br />

2


1) Premessa<br />

INDICE<br />

2) Una pagina di storia di Ottorino Milesi<br />

3) Lo studio “Uno sguardo all’Alta Valle Trompia – un<br />

percorso lastricato d’obiettivi<br />

4) Inquadramento territoriale – Alcuni dati<br />

5) Il metodo – un approccio nuovo alle politiche sovraordinate<br />

6) Gli strumenti – politiche concertate e partecipate<br />

7) Le Schede<br />

8) Bibliografia<br />

9) Schede obiettivi guida<br />

10) Le politiche regionali di aiuto alle imprese<br />

Analisi preliminare dal 2000 al 2004<br />

3


PREMESSA
<br />

Volgendo lo sguardo al domani<br />

le nostre azioni<br />

incidono sull’oggi<br />

5


Premessa<br />

Se nel nostro Dna non fossero impressi i caratteri delle genti<br />

della montagna forse non potremmo amarla così profondamente.<br />

Premessa questa che scaturisce dalla convinzione che la<br />

montagna può essere conosciuta solamente da chi le si<br />

avvicina con un sentimento di grande affetto.<br />

Non basta percorrerla, frequentarla, studiarla o goderla per<br />

brevi periodi. La montagna va vissuta in tutte le sue più vere e<br />

profonde caratteristiche.<br />

Va perciò avvicinata partendo dai suoi sentimenti, che<br />

sgorgano da una storia scolpita in ogni traccia sulla roccia e nella<br />

natura affermata fra le avversità.<br />

Caratteristiche, quelle della montagna, che sono uniche,<br />

ripiene di sapori straordinari, non sempre dolci, che anche nel<br />

recente passato hanno portato le forze migliori ad andarsene a<br />

cercare la possibilità di una diversa e migliore dignità umana.<br />

Quanto esodo! Quanti emigranti partiti con una valigia di<br />

speranza ed un treno di granitica volontà.<br />

Forse è proprio alle nostre genti di montagna che le italiche<br />

virtù della famiglia, del lavoro e della patria hanno permeato altre<br />

civiltà, altre nazioni.<br />

Ma la Valle Trompia, forse unica nel suo genere, ha saputo<br />

cavare dalle sue miniere prima, e dalle sue fabbriche poi una<br />

speranza di un lavoro sicuro e qualificato.<br />

Non casualmente, nel recente passato, le attenzioni<br />

internazionali si sono concentrate proprio “intorno” al distretto<br />

industriale valtrumplino, risultato di una storia che nasce lontano e<br />

che continua nell’oggi.<br />

Quanto orgoglio abbiamo speso come bresciani guardando al<br />

modello industriale delle armi e di tutti i prodotti derivati dalla<br />

lavorazione del ferro?<br />

Oggi assistiamo al generarsi di una nuova economia che si va<br />

espandendo nei settori della finanza e dell’intermediazione<br />

finanziaria, ma che ancora mantiene un proprio radicamento al<br />

settore produttivo industriale.<br />

I processi di sviluppo non sono mai statici, continuano nel loro<br />

percorso inarrestabile di trasformazione.<br />

6


Ciò che appariva, nel passato, come l’orizzonte da raggiungere, un<br />

lavoro sicuro, in particolare nella media e bassa valle, oggi sembra<br />

annebbiarsi dentro quel quadro di trasformazione dei processi<br />

produttivi che per sopravvivere ha costretto le fabbriche ad<br />

affrontare processi di riconversione, trasformazione e<br />

delocalizzazione in Paesi in via di sviluppo.<br />

Non meno rilevante nel determinare le attuali condizioni<br />

economico sociali, soprattutto per l’Alta Valle, è stato il settore del<br />

Turismo.<br />

La Valle Trompia, si sa, è stata ed è la porta aperta sulla Città.<br />

I residenti dell’area metropolitana mantengono ancora<br />

profondi rapporti con la Valle.<br />

Un turismo certamente che ha profonde radici generazionali<br />

dovute al flusso migratorio dei periodi precedenti, ma, anche e<br />

soprattutto un turismo “breve”, da fine settimana, legato alla<br />

presenza di realtà ricettive limitate ed ad un turismo della “radice<br />

familiare” – doppia casa – abitazione dei parenti.<br />

Anche il settore agrituristico e turistico ambientale e didattico<br />

ha sofferto delle condizioni generali che hanno interessato il turismo<br />

tradizionale.<br />

Qualche impresa agrituristica oggi si sta affacciando nello<br />

scenario di una domanda che sembra non subire le contrazioni dei<br />

turismi tradizionali, ma si ritiene che l’offerta della Valle Trompia,<br />

se comparata con quella di altre aree omogenee della provincia di<br />

Brescia, sia ancora insufficiente.<br />

Le aree che costituiscono i Comuni d’alta quota sono<br />

considerati per loro stessa natura “deboli”.<br />

E’ da questa considerazione diffusamente condivisa, anche se<br />

apparentemente scontata, che si dovrà partire per affrontare i<br />

numerosi problemi che caratterizzano i Comuni d’Alta Valle..<br />

Le nuove condizioni sociali stanno impegnando tutti i soggetti,<br />

gli attori pubblici e privati a ricercare nuovi modelli di comunità e di<br />

economia che riscoprano i valori radicati nella cultura valligiana,<br />

anche quelli ambientali.<br />

Affermazioni, queste, che soffrono ancora delle loro<br />

condizioni embrionali, ma che nel tempo attuale, sospinte anche<br />

da protocolli/accordi internazionali, incominciano a trovare nuova<br />

cittadinanza nelle aule delle decisioni.<br />

La Montagna ritrova così, proprio nei suoi aspetti<br />

caratterizzanti, le ragioni di un riscatto che le compete.<br />

Ed allora insieme intendiamo intraprendere questa riflessione,<br />

scritta a più voci e perciò a più mani e che ancora manifesta<br />

7


tutto il proprio limite di fronte alla dimensione di ogni singolo<br />

contributo, sia esso personale, sia esso associato o pubblico.<br />

Gli studi, ogni studio, corrono il rischio di rappresentare un<br />

limite che può essere superato alla sola condizione che quanto è<br />

stato steso e scritto rappresenti un contributo aperto ad ogni<br />

disponibilità concreta che emerga dal territorio.<br />

In premessa non possiamo esimerci da alcune considerazioni<br />

fondamentali e fondanti lo “Sguardo all’alta Valle Trompia”.<br />

Dobbiamo innanzi tutto evidenziare che la riflessione è<br />

agevolata dal fatto che l’area oggetto di studio presenta<br />

caratteristiche territoriali omogenee che sono state interessate da<br />

un limitato processo antropico, anche se, alcune situazioni e<br />

condizioni contraddittorie impegnano il decisore ad avere un<br />

approccio non semplicistico o semplificatorio.<br />

Affrontare il problema di una porzione d’area montana, non<br />

deve discostarci dal considerare che la maggioranza del territorio<br />

mondiale, italiano e bresciano è montano.<br />

Poco meno dei tre quarti del territorio bresciano è montano,<br />

considerando le sole superfici delimitate dalle Comunità Montane.<br />

Ne consegue che alcune considerazioni non potranno che<br />

essere di ordine generale.<br />

Il rapporto si modifica sostanzialmente se si considera il<br />

numero di abitanti.<br />

In montagna risiede circa un quinto della popolazione<br />

complessiva provinciale.<br />

Ed ancora, non possiamo ripetere quei luoghi comuni che sono<br />

l’essenza dei principi fondanti la funzione della montagna.<br />

Acqua, aria, territorio, sono elementi che in montagna<br />

trovano il loro punto più alto di eco-regolatori.<br />

L’idrografia è alimentata in montagna, dalle sue sorgenti,<br />

nevai, ghiacciai (in veloce dissoluzione), laghi alpini, torrenti e<br />

fiumi.<br />

E’ di questi anni il recupero di alcune riflessioni in merito ad<br />

una diversa e più attenta gestione delle acque e quindi di nuove<br />

politiche idrauliche.<br />

Nel documento programmatico regionale si legge che per<br />

l’acqua lo sforzo che il Governo Regionale dovrà continuare a<br />

perseguire è quello di attuare una visione integrata delle politiche in<br />

materia di risorse idriche, in modo da superare la frammentazione<br />

dell’azione di governo tra molteplici settori….dando così attuazione<br />

al Piano di gestione del bacino idrografico e all’estensione dei<br />

8


“Contratti di fiume” a tutte le aree di particolare criticità<br />

ambientale.”<br />

I boschi, che rappresentano più dei quattro quinti dell’intera<br />

superficie forestale provinciale, sono argini all’erosione naturale, e<br />

riequilibratori ambientali dell’aria, del suolo e delle acque (funzione<br />

fitodepurazione).<br />

Purtroppo nei documenti fondamentali le politiche regionali<br />

hanno orientato le proprie risorse e le proprie attenzioni, in larga<br />

parte, alle sole aree protette e tutelate, anche se occorre rilevare<br />

che la percentuale di tali aree in Lombardia è diffusa e la politica<br />

regionale tende ad incrementarle ulteriormente (circa il 22%<br />

dell’intera superficie).<br />

Ma come abbiamo premesso le contraddizioni emergono<br />

quando si valutano altri parametri ed in particolare quello delle<br />

dinamiche demografiche.<br />

Il Prof. Staluppi (ordinario di geografia economica –<br />

Università degli Studi di Brescia) ha più volte evidenziato come le<br />

aree montane debbano essere suddivise in tre fasce principali:<br />

quelle “vicine” al capoluogo, della montagna “intermedia” e<br />

quella “lontana”.<br />

Montagna, quest’ultima, (lontana) che è caratterizzata da<br />

altitudini più elevate, distanza elevata dal capoluogo, aggravata dal<br />

dislivello, dalla tortuosità dei percorsi, dal rigore dei climi invernali.<br />

Queste aree sono quelle che hanno risentito maggiormente<br />

della marginalità.<br />

“ Qui la generale asprezza morfologica, spesso esaltata<br />

dall’altitudine, l’immutabile e rigido schema altimetrico delle<br />

condizioni climatiche, la carenza di spazio e la schiavitù delle<br />

pendenze, la ristrettezza e la povertà dei suoli utilizzati hanno<br />

indubbiamente influenzato le manifestazioni dell’uomo che, sin dai<br />

tempi più remoti, ha estesamente e capillarmente penetrato e<br />

popolato questa area montana”.<br />

Unitamente alle infrastrutture, ai collegamenti, alle<br />

comunicazioni la montagna soffre della difficoltà d’offerta dei servizi<br />

sociali.<br />

Per le fasce giovanili sono: la scuola e lo svago le componenti<br />

che più di altre determinano processi di trasferimento e, quindi,<br />

d’allontanamento.<br />

Quante iniziative hanno intrapreso i Comuni e la Comunità<br />

Montana per rallentare, frenare o conservare i servizi essenziali in<br />

Alta Valle?<br />

Davvero molte.<br />

9


Così come numerose iniziative legislative e politico istituzionali<br />

a favore delle aree “Svantaggiate” sono rimaste purtroppo lettera<br />

morta: defiscalizzazione, contribuzione, sostegno economico,<br />

multifunzionalità ecc.<br />

Qualcosa sembra muoversi in questa direzione in Regione<br />

Lombardia che nel “Documento politico programmatico della VIII<br />

legislatura (programma regionale di sviluppo della VIII legislatura)<br />

punta a “Promuovere in modo equilibrato la rete distributiva, con<br />

particolare attenzione alle zone carenti o difficilmente accessibili,<br />

come le zone montane…”<br />

Ed ancora: “Lo sviluppo rurale nel suo insieme “assume<br />

particolare rilievo nelle aree montane… nelle quali mantenere le<br />

attività agricole e forestali è anche un investimento preventivo in<br />

termini di sicurezza del territorio e delle popolazioni… Le azioni<br />

diffuse di sostegno alle attività agroforestali devono integrarsi in<br />

grandi progetti d’area da costruire con la partecipazione delle<br />

comunità locali ed il coinvolgimento delle aziende agricole.”…<br />

In questa fascia territoriale (lontana) a differenza delle altre<br />

due, il fenomeno demografico è stato caratterizzato nell’ultimo<br />

secolo da una sostanziale diminuzione di abitanti.<br />

L’alta Valle Trompia ha contenuto questo fenomeno grazie alle<br />

attività turistiche, ciò non ha però determinato l’attenuarsi del<br />

fenomeno dell’invecchiamento.<br />

Molti comparti produttivi legati alla tutela, conservazione e<br />

valorizzazione ambientale hanno sofferto anch’essi di forte<br />

invecchiamento.<br />

Il nostro occhio è volto al contesto generale, ben consapevoli<br />

che siamo chiamati a circoscrivere la nostra riflessione sul comparto<br />

agricolo ambientale.<br />

E’ proprio l’agricoltura che esprime, più di altri settori, il tenore<br />

di sofferenza della montagna.<br />

Non si può disgiungere coloro che ancora si ostinano a restare<br />

a lavorare in montagna da fenomeni/fattori che ne rendono difficile<br />

la stessa permanenza.<br />

Non vi è dubbio che l’isolamento è forse uno degli aspetti che<br />

nel tempo ha reso difficile promuovere e costruire modelli<br />

produttivi, economici agricoli ambientali fondati su principi di<br />

cooperazione, coordinamento, collaborazione.<br />

L’agricoltura più di altri settori, però, pur con grande fatica, ha<br />

saputo tutelare e conservare le proprie tradizioni, lasciando la porta<br />

aperta ad una prospettiva di ragionevole speranza per il<br />

prossimo futuro.<br />

10


“La valorizzazione integrata delle risorse del territorio rurale, a<br />

partire dalle risorse agroforestali, dalle produzioni alimentari tipiche<br />

e dal patrimonio degli edifici ed infrastrutture rurali, da fattore di<br />

sviluppo locale deve diventare fattore di attrattività e sviluppo<br />

dell’intera regione con azioni promozionali integrate.” (PRS della<br />

VIII Leg.)<br />

Non possiamo, perciò, rincorrere il pessimismo di<br />

maniera e nemmeno il superficiale ottimismo.<br />

Sono le vocazioni e le tradizioni che dovrebbero trovare nella<br />

fertilità delle azioni concertate e partecipate un nuova<br />

modalità per affrontare le difficoltà e la marginalità nelle quali sono<br />

stati collocati coloro che si ostinano a presidiare l’Alta Valle, con la<br />

loro concretezza e la loro perseveranza.<br />

La montagna “esprime”, perciò, tutta la propria<br />

vulnerabilità e cercarne soluzioni o ricette è certamente possibile<br />

alla sola condizione che la montagna venga “guardata” con una<br />

nuova ottica.<br />

Da tempo il legislatore girovaga intorno alle problematiche<br />

specifiche di queste vaste aree italiane e non possiamo nascondere<br />

che nuove e più attente sensibilità affiorano.<br />

Non manca, insomma, il pensiero filosofico legislativo<br />

della montagna italiana. Meno coerenti sono le risorse e le<br />

politiche che sono messe a disposizione per affrontare<br />

problematiche complesse e di difficile soluzione.<br />

I principi si enunciano e si sottoscrivono con facilità, le<br />

politiche, invece si attuano con difficoltà.<br />

Fra i principi più significativi e rilevanti vi è quello del<br />

riconoscimento economico del valore ambientale.<br />

Il trattato di Kyoto e Agenda 21 (Rio de Janeiro) prevedono<br />

che il governo del territorio montano debba acquisire una<br />

nuova valenza economica.<br />

“La crescita quantitativa delle foreste è strategica per il<br />

rispetto degli impegni di Kyoto…”<br />

Protocollo, quello di Kyoto, che certamente lascia aperte<br />

molte considerazioni di insufficienza, inadeguatezza e di<br />

strumentalità utilizzate proprio dai Paesi più sviluppati e in via di<br />

sviluppo (USA, India e Cina), ma che rappresenta, comunque, una<br />

genesi ad un diverso approccio sociale ed economico al nostro<br />

ambiente.<br />

Ciò non significa solamente finalizzare azioni per una corretta<br />

applicazione del regime di condizionalità ai sensi del<br />

11


egolamento CE 1782/2003 (nuova PAC) in rapporto alle attività<br />

agricole esercitate nei Siti Natura 2000.<br />

Oppure approntare iniziative sperimentali orientate alla<br />

valorizzazione, sotto il profilo economico e sociale e della fruizione<br />

sostenibile del patrimonio naturale, delle aree protette con la<br />

diffusione degli strumenti di sostenibilità diretti alle imprese e agli<br />

enti locali (certificazioni EMAS e ISO 14000, processi agende 21<br />

locali e applicazione di specifici marchi per i prodotti agroalimentari).<br />

Così come appaiono, se pur importanti, ancora insufficienti e<br />

inadeguatamente finanziate le norme in materia di tutela e<br />

valorizzazione delle superfici, del paesaggio e dell’economia<br />

montana (l.r. 125 del 19 ottobre 2004) o la della legge in materia<br />

d’incendi boschivi (l. 353/2000). Azioni che mantengono tutta la<br />

loro valenza positiva in quanto qualificano un intero processo.<br />

Occorre fare un vero salto di qualità, trasmettendo a tutti i<br />

cittadini il ruolo e la funzione della montagna e alle istituzioni la<br />

centralità della risorsa montana, quale patrimonio<br />

insostituibile e irripetibile dell’intera società.<br />

Superare, quindi, il principio di aree protette, per affermare<br />

quello di area a protezione integrale. Non oasi isolate di<br />

tutela ma territori da valorizzare nel loro insieme.<br />

S’innesta su questa considerazione, consequenzialmente, il<br />

ruolo delle Comunità Montane.<br />

Non vi possono essere politiche se non vi sono “luoghi”<br />

deputati a gestirle e coordinarle.<br />

Le Comunità Montane “sopravvissute”, almeno<br />

temporaneamente, alla discussione riformatrice del sistema<br />

Stato, vista la loro particolare articolazione nazionale, faticano a<br />

ritagliarsi un ruolo e una funzione centrale nella gestione delle<br />

politiche di area omogenea sovra-ordinata.<br />

Viene mantenuta ancora una loro funzione marginale sia sotto<br />

il profilo della programmazione e della pianificazione, sia per quanto<br />

attiene alla gestione e al coordinamento delle politiche territoriali.<br />

E’ lo stesso CNEL a evidenziare che … “in questi anni.. e in<br />

diverse sedi ha fatto rilevare che al processo di deistituzionalizzazione<br />

delle Comunità Montane (equiparate a “unioni<br />

volontarie”) non corrisponde un adeguato e rinnovato disegno<br />

istituzionale e una chiara attribuzione delle funzioni<br />

precedentemente da loro svolte. Queste, infatti, vengono, di volta<br />

in volta, avocate dalle Regioni o affidate alle Province o demandate,<br />

appunto, alle unioni volontarie o al singolo Comune, quando ne è in<br />

12


grado. Sarebbe utile, invece, che premessa una più stringente<br />

definizione dei criteri per l’adesione dei comuni alle comunità<br />

montane, si realizzasse una loro integrazione nei processi di<br />

programmazione e pianificazione.”<br />

Anche nel documento programmatico regionale della VIII<br />

legislatura le Comunità Montane vengono innestate, quasi<br />

mimetizzate, nel più ampio principio di “comunità locali”, senza<br />

mai trovare cittadinanza in nessun punto delle politiche<br />

“concertate”, o di programmazione negoziata.<br />

La proposta di taglio di fondi alle Comunità Montane previsto<br />

dalla finanziaria è un ulteriore motivo di preoccupazione in quanto<br />

risponde a determinazioni e scelte che ne vogliono minare il ruolo e<br />

le funzioni.<br />

Queste riflessioni di premessa non sono avulse o estranee al<br />

contesto generale in quanto è proprio partendo dalle considerazioni<br />

in merito ai ruoli e alle funzioni dei soggetti pubblici e privati che si<br />

potrà intraprendere un “tentativo” di politiche partecipate.<br />

Se ogni livello istituzionale non si rendesse disponibile a<br />

concentrare le scarse risorse disponili su processi e visioni unitarie<br />

d’interventi qualificanti, d’affrontare con gradualità in un quadro di<br />

priorità, si tornerebbe a visioni limitate e frammentarie.<br />

Il richiamare con frequenza eccessiva i principi di<br />

sussidiarietà e solidarietà, sanciti dalla Costituzione Italiana,<br />

se non ne conseguono azioni e politiche coerenti, diventa esercizio<br />

sterile.<br />

Vi è consapevolezza che l’applicazione di questi principi<br />

costituzionali è difficile, in quanto ancora confusa e non ultimata è<br />

la riforma del modello istituzionale dello Stato, ma esperienze<br />

positive di azioni territoriali partecipate esistono.<br />

Alcune di queste iniziative sono state attuate in settori<br />

produttivi industriali.<br />

Basti ricordare i distretti industriali, mai decollati nella nostra<br />

Provincia, ma che proprio in Valle Trompia hanno vissuto uno dei<br />

momenti di maggiore strutturazione, oggi ancora operante.<br />

Partendo dalle esperienze acquisite nulla vieta di valutare<br />

l’opportunità di tentarne una specifica applicazione anche in<br />

agricoltura e nella gestione ambientale.<br />

Nella nostra provincia esistono anche le esperienze e le<br />

professionalità adeguate ad attuare un laboratorio di politica<br />

negoziata e partecipata. (Un patto territoriale per lo sviluppo<br />

agricolo ambientale)<br />

13


E’ quanto mai necessario intraprendere concretamente la<br />

strada per attuare la sussidiarietà orizzontale assegnandole un<br />

significato, coerente, di ridefinizione dei livelli di “responsabilità”<br />

del Governo Territoriale, in un contesto di visione integrata e<br />

partecipata delle politiche.<br />

Le Comunità Montane, purtroppo, faticano a scrollarsi di<br />

dosso l’insufficiente attenzione che le istituzioni “superiori”:<br />

Provincia, Regione, Stato le assegnano.<br />

Uno degli impegni prioritari dovrà essere quindi quello<br />

di coinvolgere le istituzioni “di livello superiore” affinché<br />

riconoscano il ruolo essenziale delle Comunità Montane nelle<br />

politiche di sviluppo ambientale e rurale.<br />

Un’ultima considerazione in premessa riguarda la rilevazione<br />

e l’elaborazione/lettura dei dati.<br />

Ogni riflessione, approfondimento delle dinamiche culturali,<br />

sociali, economiche necessita di una rilevazione puntuale e<br />

completa dei dati caratterizzanti.<br />

I fenomeni assumono così i contorni chiari e definiti,<br />

permettendo a tutti i soggetti pubblici e privati di conoscerli,<br />

analizzarli ed elaborarli in funzioni delle scelte future.<br />

Va comunque evidenziato che quest’aspetto negativo della<br />

mancanza di dati costantemente aggiornati, viene contenuto in Alta<br />

Valle proprio dalla dimensione dei Comuni, e quindi dalla<br />

conoscenza diretta dei problemi da parte degli<br />

amministratori, dei soggetti d’impresa e dei lavori e dal ruolo<br />

svolto dalla Comunità Montana che è chiamata a pianificare,<br />

programmare e mediare fra i legittimi interessi locali.<br />

Così come rilevanti sono i contributi degli Enti Pubblici e Privati<br />

che operano sul territorio in funzioni permanenti e/o per attuare<br />

progetti specifici.<br />

Rimane l’esigenza di collocare le politiche di aree parziali in un<br />

contesto di politiche generali di Comunità Montana e delle Comunità<br />

Montane.<br />

L’Osservatorio della Montagna Bresciana potrebbe essere<br />

istituito con il pieno sostegno della Provincia, della Regione e della<br />

Camera di Commercio. Oppure si potrebbe rivitalizzare il Centro<br />

Studi sulla Montagna che ancora fatica ad avviare la propria<br />

operatività.<br />

Riaffiora l’amara constatazione che le buone idee che<br />

potrebbero concorrere ad affrontare e risolvere alcuni problemi<br />

della montagna , pur condivise e richiamate in molte sedi non<br />

vengano affrontate con la necessaria determinazione e convinzione.<br />

14


Questa nostra riflessione non si avvale di molti numeri e di<br />

dati di comparazione fra il presente e il passato.<br />

Abbiamo preferito intraprendere una strada diversa.<br />

Un percorso che, partendo dalle diffuse e condivise<br />

considerazioni in merito ai fenomeni e alle caratteristiche<br />

dell’ambiente montano, ci portasse ad incontrare quanti nel<br />

quotidiano, operano in montagna.<br />

Le schede di progetto avranno perciò la caratteristica di calarsi<br />

in processi avviati o “d’immettersi, di confluire” in obiettivi<br />

condivisi.<br />

Solo così ci auguriamo che le parole possano nel tempo,<br />

concretamente e gradualmente diventare azioni, farsi, cioè,<br />

politica territoriale.<br />

Rilevare sistematicamente i fenomeni attraverso<br />

l’istituzione di un organismo apposito (Osservatorio), o il<br />

rilancio del Centro Studi sulla Montagna, aiuterebbe i<br />

decisori ad affrontare le politiche locali in una visione di<br />

sistema.<br />

15


UNA PAGINA<br />

DI STORIA<br />

DI<br />

OTTORINO<br />

MILESI<br />

16


La memoria<br />

ci accompagna fra le impervie<br />

del nostro cammino<br />

17


Prima d’addentrarci nello studio abbiamo<br />

ritenuto di recuperare un’interessante pagina di<br />

storia dell’agricoltura Valtrumplina, scritta dal Dott.<br />

Ottorino Milesi e allegata al primo Piano di Sviluppo<br />

Agricolo Attuativo dell’Alta Valle (1989).<br />

Il piano che era nato dalla sensibilità della Comunità Montana<br />

di Valle Trompia, in quanto non ancora in essere il processo di<br />

riforma istituzionale che le assegnava precise competenze in<br />

materia agricola e ambientale.<br />

Se pur ancora inadeguate le competenze della Comunità<br />

Montana nel contesto delle politiche di pianificazione e<br />

programmazione territoriale assumono un carattere particolarmente<br />

significativo in quanto legittimato e riconosciuta dalle<br />

Amministrazioni locali.<br />

Ripercorrere pertanto quelle pagine di storia assume un doppio<br />

significato:<br />

• Recuperare e rivitalizzare la memoria del passato;<br />

• Collocare lo studio “Uno sguardo all’Alta Valle Trompia” nel<br />

contesto della continuità dell’impegno e delle attenzioni sempre<br />

prestate all’agricoltura valligiana da parte della Comunità<br />

Montana.<br />

18


APPUNTI SULLA STORIA<br />

DELL’AGRICOLTURA<br />

VALTRUMPLINA<br />

Per meglio interpretare le condizioni attuali dell’agricoltura<br />

Valtrumplina, si è ritenuto opportuno ricostruirne brevemente la<br />

storia, attingendo dai documenti che descrivono le complesse<br />

vicende che nei tempi hanno interessato la Valle.<br />

Purtroppo pochi sono i riferimenti storici, in particolare per<br />

quanto riguarda la prime fasi di avvio dell’attività agricola e scarse<br />

sono le fonti letterarie che documentano le origini delle genti<br />

Valtrumpline.<br />

Nonostante le carenti notizie è possibile ricostruire un’ipotesi<br />

storica dalla quale si desumono riferimenti riguardanti la origini,<br />

l’importanza e lo sviluppo dell’agricoltura nel contesto degli<br />

avvenimenti e dell’economia della Valle.<br />

------- 0 -------<br />

A scavare a ritroso nella memoria dei tempi per ricercare le<br />

radici di insediamenti e di attività agricole in Valle Trompia si<br />

approda alle ipotesi della presenza di antiche tribù Liguri, Reto<br />

Euganee e Galliche che spesso vi cercavano rifugio durante le<br />

ricorrenti scorribande conflittuali.<br />

I reperti neolitici e i successivi dell’età di bronzo, numerosi e<br />

sparsi se pur non massicci, spaziano dall’inizio alla sommità della<br />

Valle da Concesio ai laghi di Ravenole, da S. Maria del Giogo a<br />

Lumezzane, asce di taglio arcuato, selci scheggiate, picchi di<br />

calcare bianco o di arenaria scura, attrezzi primitivi di popolazioni<br />

dedite in forma elementare all’utilizzazione del suolo, dei boschi e<br />

degli armenti.<br />

Dalla loro graduale fusione si venne a formare lentamente quel<br />

ceppo etnico costitutore del nucleo Triumplino di cui si hanno<br />

19


notizie certe negli scritti di autori classici quali Plinio e Livio nonché<br />

da numerose epigrafi litiche rinvenute nella zona. La loro economia<br />

rurale dapprima uniformata alle esigenze del sostentamento e del<br />

consumo, grazie alla disponibilità e all’uso dei minerali presenti in<br />

forma intrusiva in più parti del massiccio montano a corona della<br />

Valle, trovò la possibilità di espandersi sviluppando quegli scambi<br />

fiorenti che si svolgevano nell’antichissimo mercato della Foppa, tra<br />

il Colle di S. Zeno e i Corni del Diavolo, servito dalla primigenia<br />

strada di collegamento con la Valle Camonica.<br />

Popolazione fiera e ribelle, gelosa della propria autonomia ma<br />

non abbastanza forte da riuscire a difenderla contro lo strapotere<br />

delle milizie romane che, tra il 16 e il 14 a.c., e al comando di<br />

Druso, riuscirono a sottometterla riducendola in condizione di<br />

schiavitù e obbligandola a lavori agricoli (venalis cum agris suis<br />

populus) e a fornire soldati con la coscrizione obbligatoria<br />

nell’ambito della podestà della tribù Fabia e sotto il diretto controllo<br />

del “princeps”.<br />

Scarse sono le notizie e le documentazioni storiche che<br />

intercorrono dalla caduta dell’impero romano sino alla costituzione<br />

delle prime Pievi del VI secolo dell’era cristiana e alla successiva<br />

formazione di piccole comunità agro silvo pastorali che cominciano<br />

a darsi forma regolarmente dell’uso dei beni territoriali attraverso la<br />

codificazione delle consuetudini e il consolidamento delle vicine.<br />

Il potere temporale della Chiesa resta in quel periodo<br />

l’elemento predominante di governo pur con gli aneliti primordiali<br />

dei primi elementi di autonomia comunale.<br />

Nel periodo delle lotte fra papato e impero la Valtrompia si<br />

trova a sostenere la parte guelfa. Curiosa la notizia storica della<br />

fondazione di una comunità agricola pastorale femminile insediata<br />

verso la metà del XII secolo in quel di Conche, e poi assorbita nel<br />

1236 dalla Comunità dei frati umiliati che si dedicano in quel di<br />

Lumezzane alla lavorazione della lana. Nel 1318 viene redatto in<br />

lingua latina il primo e il più antico statuto di Pezzaze poi tradotto il<br />

lingua volgare nel 1529 dal parroco di Lavone Giovanni Grotti. Si<br />

tratta di una codificazione esemplare del diritto dell’epoca in buona<br />

parte dedicata alla normativa delle attività agro silvo pastorali e<br />

zootecnica. Nel 1355 Gian Galeazzo Visconti diventa signore di<br />

Milano, e Brescia stipula con lui i “capitoli di sudditanza” nei quali si<br />

conferisce alla provincia una divisione amministrativa fondata sulle<br />

quadre tra cui ben delimitata e descritta quella Valtrumplina con le<br />

attestazioni delle proprietà singole e dei redditi allora<br />

prevalentemente agricoli.<br />

20


Dopo l’intervallo di Governo di Pandolfo Malatesta signore di<br />

Rimini dal 1404 al 1421 e la breve rioccupazione viscontea sino al<br />

1426, viene stabilito nel trattato di pace di Ferrara il passaggio di<br />

Brescia alla Repubblica Veneta.<br />

Nello stesso anno inizia quindi in Valle Trompia la dominazione<br />

veneta, che durerà sino al 1797.<br />

E’ in questo periodo che, imposto dalla Serenissima, viene<br />

steso lo Statuto di Valle Trompia del quale si conoscono due testi. Il<br />

primo, manoscritto, venne redatto nel 1736, il secondo, edito a<br />

caratteri di stampa, porta la data del 1576 e presenta limitate<br />

variazioni rispetto al precedente.<br />

Il testo dello Statuto “descrive” una società retta da un<br />

complesso ordine giuridico e istituzionale, che comprova come i<br />

Valtrumplini abbiano in quel periodo già composto ed affermato una<br />

propria identità, costruita sulla realtà economica locale, su fatti,<br />

problemi, valori che hanno accompagnato e sostenuto l’autonomo<br />

sviluppo.<br />

Già nello statuto, oltre a tutti gli altri settori sociali, vengono<br />

dettate norme ben precise riguardanti l’agricoltura. In particolare<br />

vengono indicate norme igienico-sanitarie per gli allevamenti,<br />

regolamentati i mercati e le compravendite di prodotti agricoli e<br />

bestiame, le unità di misura e di peso, alcune delle quali ancora in<br />

uso presso gli agricoltori della Valle come ad esempio la “gerla” e il<br />

“carro” utilizzate per la pesatura del fieno.<br />

Importanti sono la norme che regolano l’affittanza e gli<br />

obblighi dell’affittuale, la custodia del bestiame e di colui che lo<br />

deve custodire.<br />

La rilevanza data dagli articoli dello statuto permette di<br />

valutare quanto attivo e importante, sia dal punto di vista<br />

economico che sociale, fosse il settore agricolo in tale periodo.<br />

Nel 1797 la Repubblica Veneta viene cancellata dagli Stati<br />

d’Europa. I successivi repentini eventi storici portano diverse forme<br />

di governo e sino al 1836 non ci sono notizie sull’agricoltura<br />

valtrumplina.<br />

Quasi un secolo e mezzo è passato dal lontano 1836! L’anno<br />

prima a Vienna si era spento l’Imperatore Francesco I e nell’impero<br />

austroungarico erano stati decretati e imposti tre giorni di lutto con<br />

riti e suppliche in tutte le Chiese. I parroci lombardi che, con<br />

pretestuosità speciose non ritenute sufficientemente giustificate<br />

dall’autorità del governo regio-imperiale non si erano prestati alle<br />

celebrazioni asservite e imposte con la forza, venivano denunciati ai<br />

21


tribunali di sua maestà e iscritti nelle liste nere di prescrizione dei<br />

sorveglianti speciali dai sovrintendenti di polizia.<br />

A quel tempo il Viceré Ranieri doveva “riferire” al nuovo<br />

imperatore Ferdinando I d’Austria redigendo un dettagliato rapporto<br />

sulle condizioni delle province lombarde, turbolente e irrequiete<br />

come molte altre, in quei territori del “dominio” dove la popolazione<br />

si dimostrava sempre più insofferente della presenza straniera.<br />

Allora da Milano a Vienna, passando per Brescia, Venezia e<br />

Trieste si viaggiava coi “velociferi”. Si trattava di speciali diligenze<br />

che impiegavano cinque notti e quattro giorni per il tragitto di circa<br />

Km 900. Il viaggio costava 153,90 Lire austriache per passeggero<br />

con bagaglio.<br />

In quell’anno i tribunali di Sua Maestà s’ affrettarono a<br />

pubblicare le sentenze definitive contro i sudditi infedeli rei di<br />

tradimento per avere partecipato ai moti di ribellione del 1833 e<br />

Ferdinando I rilasciava troppo guidare la mano dal principe di<br />

Metternich governando dispoticamente, fino a che i moti del 1848-<br />

49 lo costrinsero e ritirarsi ad Olmütz e ad abdicare in favore del<br />

nipote Francesco Giuseppe.<br />

Alcuni dei “velociferi” che varcavano le Alpi, si dirigevano con il<br />

loro carico di patrioti lombardi al carcere duro verso gli spalti tetri<br />

della fortezza dello Spielberg, dove fu condotto anche il cospiratore<br />

Piardi di Pezzaze.<br />

Le condizioni della popolazione, ed in particolare del contado<br />

erano decisamente di sottosviluppo. Serpeggiavano diverse<br />

malattie e nel 1836 scoppiò una grave epidemia di colera con la<br />

conseguenza di decine di migliaia di morti.<br />

In questo quadro, nelle province lombarde venne indetta<br />

un’inchiesta sull’agricoltura al fine di accertare, Distretto per<br />

Distretto, le reali condizioni socio-economiche del ceto rurale riferite<br />

all’ambiente di operatività specifica. La rilevazione delle necessarie<br />

notizie venne effettuata mediante la distribuzione di una serie di<br />

questionari contenenti 52 quesiti ai quali si doveva dare adeguata<br />

risposta.<br />

22


QUESITI SULL’AGRICOLTURA DELLE<br />

PROVINCIE LOMBARDE<br />

1. Qual è l’estensione (pertiche censuarie?) di ciascun Comune,<br />

indicando separatamente la terra coltivata, quella a bosco e<br />

l’incolta?<br />

2. se ve ne ha d’incolta potrebbe essa rendersi fruttifera ed in<br />

quale maniera? Le spese di dissodamento o di bonificazione<br />

sarebbero esse proporzionate al ricavo successivo?<br />

3. In che proporzione sta la terra arabile o coltivabile a grano e a<br />

sementi con quella che si lascia a pascolo?<br />

4. Quali sono in generale le principali qualità del suolo, qual’è la<br />

rispettiva estensione?<br />

5. Quali grani sono coltivati, in che proporzione e qual’è il ricavo<br />

medio in confronto della quantità seminata su di un<br />

determinato spazio di terreno?<br />

6. Qual è la rotazione delle diverse semenze?<br />

7. Se è quale proporzione del territorio è irrigata, di che natura e<br />

provenienza sono le acque, quale metodo in generale si opera<br />

per la loro distribuzione?<br />

8. Si coltiva riso e di che qualità?<br />

9. Qual è stato il valore con le bestie e con le quali, ovvero è<br />

lavorato con le braccia?<br />

10. Il terreno è lavorato con le bestie e con le quali, ovvero è<br />

lavorato con braccia?<br />

11. Quale sorta di bestiame si mantiene e con quali mezzi?<br />

12. Quali foraggi si coltivano?<br />

13. Il bestiame si trae da altri paesi e da quali?<br />

14. Si fanno allievi dei bestiami e in che quantità?<br />

15. Si fabbricano oggetti di latte (butirro, formaggi,<br />

stracchini) si consumano in luogo o si vendono altrove?<br />

16. Le viti sono poste in mezzo a terreni coltivati ovvero sono<br />

collocate in luoghi separati ed esistono ambedue i generi di<br />

coltivazione qual’è la parte destinata all’uno e all’altro?<br />

17. Qual è stato il prezzo medio del vino nei passati dieci<br />

anni?<br />

23


18. Il vino basta al consumo del paese o se ne importa da<br />

altri luoghi?<br />

19. La frutta degli alberi formano un prodotto rilevante?<br />

20. Si coltivano piante oleifere quale e quanto ne è il<br />

prodotto?<br />

21. Si coltivano piante tigliose (lino, canapa) e quale ne è la<br />

quantità e la qualità?<br />

22. Il territorio è coltivato a gelsi? Di che natura è la loro<br />

coltivazione? Quale a quanto è il prodotto della foglia?<br />

23. La foglia di gelso che si raccoglie, si consuma in un luogo<br />

per allevare bachi da seta? Viene altrove trasportata o invece<br />

se ne trasporta da altro luogo?<br />

24. Quale proporzione sussiste tra un dato peso di foglia<br />

consumata per allevare bachi, e quella da bozzoli che<br />

produssero?<br />

25. la semente dei bachi da seta si fa in sito o si trae da altri<br />

luoghi?<br />

26. I bozzoli si filano in sito o si mandano altrove a ciò siano<br />

filati?<br />

27. Per la filatura dei bozzoli si adoperano persone del paese<br />

o se ne chiamano da altri luoghi?<br />

28. Di quale titolo (finezza) è la seta che si ricava dalla<br />

filatura?<br />

29. Esistono boschi e di che specie? Quali sono le regole del<br />

loro taglio?<br />

30. Di quale genere di combustibile si fa uso principalmente,<br />

donde si trae e quale ne è il costo?<br />

31. Quale sistema è adottato per la coltivazione? I fondi<br />

vengono affiliati o si lavorano per conto dei proprietari?<br />

32. Qual è la grandezza ordinaria dei poderi che sono affittati<br />

e che si lavorano dai proprietari?<br />

33. Come viene pagato l’affitto, in derrate, in prestazioni<br />

d’opera, ecc..?<br />

34. Gli affittuari sogliono subaffittare i fondi?<br />

35. I conduttori sono in condizioni piuttosto agiata?<br />

36. Qual è la pigione comune di ciascuna qualità di terra<br />

ragguagliata a denaro?<br />

37. Quali deduzioni sono a farsi solitamente al fitto per<br />

determinare il ricavo netto?<br />

38. I lavori agricoli sono tutti eseguiti da persone abitanti in<br />

sito? Nel caso negativo da quali luoghi vengono le persone che<br />

lo aiutano?<br />

24


39. Quanti lavoratori si esigono per lavorare una data<br />

estensione di terreno e di quante persone si possono valutare<br />

le loro famiglie?<br />

40. Lavorano le donne sul terreno o se hanno altre<br />

occupazioni qual è la maniera in cui sono occupate, oltre alle<br />

faccende domestiche?<br />

41. Quale salario ricevono i lavoratori ne diversi tempi<br />

dell’anno e come si pagano?<br />

42. Come sono pagate e trattate le persone che attendono ai<br />

diversi rami d’agricoltura e vivono presso i padroni o i<br />

conduttori?<br />

43. I contadini si occupano anche in altri lavori oltre che in<br />

agricoltura?<br />

44. Qual è il cibo abituale di contadini e quale la bevanda?<br />

45. Quale qualità e quantità di carne consumano i contadini in<br />

un anno?<br />

46. Quali sono le stoffe di cui si vestono gli uomini e le donne<br />

delle famiglia agricole e quale ne è il costo?<br />

47. Se e a quali tasse sono soggetti i proprietari oltre alle<br />

imposte regie e comunali?<br />

48. Se e a quali tasse sono soggetti i conduttori oltre alla<br />

tassa personale?<br />

49. Se e quale quantità di fondi è soggetta a decime ed a<br />

primizia; in che proporzione viene questa riscossa, si paga ai<br />

parroci ed altri ecclesiastici, od a secolari?<br />

50. Il Comune sostiene spese per oggetti di culto?<br />

51. Vi sono poveri mendicanti, in che qualità e come vivono?<br />

52. Il Comune sostiene spese per oggetti di beneficenza p.e.<br />

soccorsi ai cronici ecc.. ecc..?<br />

Rileggerli oggi a conclusione del censimento generale<br />

dell’agricoltura 2000 può essere interessante ed utile.<br />

A porre ordinatamente queste domande fu un solerte funzionario<br />

dell’Imperial Regio Governo a Milano, tale Karl Czoernig, classe<br />

1804, dedicò all’inchiesta gli anni compresi tra il 1835 ed il 1839 fra<br />

formulazione, rivelazione, raccolta, elaborazione e trascrizione. Il<br />

materiale dell’inchiesta, con eccezione delle province di Como e di<br />

Bergamo e di buona parte di quella di Sondrio, finì negli archivi<br />

dell’I.R. Società Agraria di Gorizia e successivamente nell’archivio<br />

storico provinciale della stessa città.<br />

25


L’indagine, assai minuziosa ed interessante riferita alla provincia<br />

di Brescia, fu articolata nei 17 distretti in cui allora era suddivisa.<br />

Quelli di Gardone e Bovegno produssero la documentazione di<br />

seguito riportata:<br />

Per la corretta ed equivalente interpretazione della unità di<br />

misura esposte, con le attuali, si rammenda che:<br />

1 piò di 100 tavole = mq 3.255,393<br />

1 carro di fieno = mc 10,748<br />

1 soma di 12 quarti = 1 145,920<br />

1 carro di 12 zerle = 1 596,916<br />

1 pinta di 2 boccali = 1 1,381<br />

1 carro di 100 pesi = Kg 802,030<br />

1 libbra di 12 once = Kg 0,320<br />

1 cavezzo di pertica quadra = mq 8,138<br />

1 meda per legna = mc 7,739<br />

1 quarta di 4 coppi = 1 12,160<br />

1 zerla di 4 secchie = 1 49,742<br />

1 boccale = 1 0,690<br />

1 peso di 25 libbre = Kg 8,020<br />

1 oncia = Kg 0,026<br />

26


RISPOSTE AI QUESITI SULL’AGRICOLTURA<br />

DEI DISTRETTI VI DI GARDONE<br />

E VII DI BOVEGNO<br />

1. La risposta a questo quesito è il qui annesso prospetto primo.<br />

2. Nel distretto di Gardone non v’ha la più piccola porzione di<br />

terreno incolto, che sia suscettibile ad essere migliorata; in<br />

quello di Bovegno alcune tenui pezze di monti pascolavi<br />

potrebbero ridursi a prato, ma con grave spesa pel<br />

dissodamento e per la quantità di concime, somme che si<br />

renderebbe necessaria per l’ingrasso, la quale non sarebbe<br />

compensata dalla scarsa copia di fieno che si otterrebbe.<br />

3. 3.nal distretto di Gardone la terra arabile sta al fondo<br />

pascolivo, come 7 ad 1, in quello di Bovegno all’opposto come<br />

1 a 4.<br />

4. Nel distretto di Gardone V.T. ed in quello di Bovegno sono al<br />

ponte di Predonto la parte predominante del terreno è la<br />

calcarea, di là partendo sino al fine della Valle, che è il dorso<br />

del Maniva, gli strati superiori a sinistra del Mella sono<br />

parimenti calcarei ed a destra silicei. Questi sono coperti dal<br />

terreno vegetabile, che forma lo strato superficiale, di tutto il<br />

nostro suolo e lo rende più o meno fertile secondo la diversità<br />

dei luoghi, dove più abbonda o scarseggia. L’estensione di<br />

esso è esposta nel predetto suaccennato.<br />

5. In ambo i distretti si seminano frumento e sorgo-turco, per<br />

ordinario due terzi di questo ad uno del primo. Non vengono<br />

dimenticati l’orzo, il panico, il miglio, la melica; ma è talmente<br />

modica la quantità di questi, che non meritano essere collocati<br />

fra i prodotti nostri. Il ricavo medio del frumento è il seguente;<br />

in cento tavole il terreno aratorio se si semina a frumento, si<br />

raccolgono quattro quarte di semente, e produce dalle tre alle<br />

quattro some di grano, e se a sorgo-turco, bastano due quarte<br />

e se ne raccolgono sette od otto some. Nelle comuni di<br />

Bovegno e Collio si coltivano da pochi anni anche le patate,<br />

che danno un reddito di qualche entità, e suppliscono<br />

specialmente in Collio in gran parte ai cereali, che ivi mancano<br />

del tutto.<br />

27


6. La rotazione delle diverse sementi si fa in questo modo: si<br />

seminano i campi per tre anni, un anno a frumento ed uno a<br />

sorgo-turco alternativamente, ed il quarto anno a trifoglio.<br />

7. Sì nell’uno che nell’altro dei distretti non si adacquano che i<br />

prati, e quasi tutti, pioché l’acqua è quivi abbondante. Hannovi<br />

dunque torrenti, ruscelli e fontane, che la somministrano per<br />

tutti gli angli, ed ogni possessore di terreno prativo ne può<br />

usare a piacere, né in tale articolo avvi regola alcuna di<br />

ripartizione.<br />

8. Qui non si coltiva riso di sorta alcuna.<br />

9. Il valore medio del frumento negli ultimi dieci anni fu di lire 32<br />

per soma e 15 quello del sorgo.<br />

10. Nel distretto inferiore il terreno si lavora per la maggior<br />

parte coi buoi e poco colle braccia, nel superiore all’opposto<br />

per la massima parte colle bracci.<br />

11. Nel distretto di Gardone o inferiore si mantiene poco<br />

bestiame, cioè i buoi necessari per arare la terra e pochissimi<br />

altri capi, e si alimentano con fieno, stoppie, sterpi verdi ed<br />

erba dei pascoli. Nel superiore all’opposto vi sono pochissimi<br />

buoi ed invece numerose mandrie di vacche e di pecore, che<br />

pascolano nell’estate per monti e nell’inverno discendono a<br />

mangiare i fieni della pianura per ritornare precocemente nella<br />

primavera a consumare quelli dei nostri prati.<br />

12. Qui non si coltivano altri foraggi, che l’ordinario fieno.<br />

13. Sai i buoi che le vacche si traggono per consueto dalla<br />

Svizzera<br />

14. Pochissimi allievi si fanno di pecore e giovenchi, mentre<br />

molti sono quelli dei suini presso i mandriani del distretto<br />

superiore, il numero dei quali ascende a cinque o sei cento<br />

all’anno, che si vendono sui vari mercati della provincia.<br />

15. Nelle comuni dello stesso superiore distretto si fabbricano<br />

copiosamente butirro, formaggio, stracchini ed altri prodotti di<br />

latte che si smerciano quasi per intero in Brescia, eccetto<br />

piccola porzione che si consuma in luogo. Nel distretto<br />

inferiore non se ne fabbrica punto.<br />

16. Le viti, che nel distretto superiore non si coltivano se non<br />

nelle comuni di Brozzo e di Lodrino in piccola quantità, si<br />

coltivano in tutti i paesi del distretto inferiore e quelle che<br />

giacciono nel piano sono tutte piante in mezzo ai terreni<br />

aratori. Quelle all’opposto che vennero collocate sulle colline<br />

godono esclusivamente dell’intero terreno che sta loro<br />

d’intorno e dentro il quale vengono conficcate le loro radici.<br />

28


17. Il prezzo medio del vino di Val Trompia nel passato<br />

decennio fu di lire sei per gerla (misura bresciana)<br />

18. Nel distretto inferiore il vino che si trae dall’uva raccolta<br />

in luogo potrebbe bastare per otto mesi dell’anno, se se ne<br />

facesse uso moderato; ma siccome dal basso popolo dedito<br />

straordinariamente all’ubriachezza se ne inghiotta largamente,<br />

così se ne acquista più che la metà di quello che si consuma<br />

altrove. Nel distretto di Bovegno poi, dove non se ne raccoglie<br />

che scarsissima porzione, tutto quello che si beve si compera<br />

fuori.<br />

19. Di poco rilievo ed utilità è la frutta, che in tenue quantità<br />

si raccoglie dagli alberi di ambo i distretti.<br />

20. Qui non si coltivano gli olivi perché non vi prosperano.<br />

21. Scarsissimo e di nessuna importanza è parimenti il<br />

canape e il lino, che da taluni si semina in qualche angolo di<br />

terreno più per diporto che per utile oggetto.<br />

22. In ambo i distretti si coltivano i gelsi, benché in poca<br />

quantità in quello di Bovegno. In modo di coltivare è da albero<br />

ed a siepe. Si spogliano dalla foglia due anni consecutivi e si<br />

lasciano riposare il terzo. Si ha cura di potarli a suo tempo, di<br />

troncare i rami morti ed i germogli secchi, come pure di<br />

concimare quelli che si trovano nei terreni magri. Nelle comuni<br />

del distretto inferiore danno un prodotto complessivo di<br />

venticinque a trentamila pesi di foglia, ed in quelle del<br />

distretto superiore da sei a settemila pesi all’anno.<br />

23. la foglia di gelso, che si raccoglie tra noi, si consuma tutta<br />

in un luogo per allevare i filugelli ed ordinariamente non è<br />

sufficiente per condurli tutti al bosco. Conviene perciò<br />

acquistare anche fuori di luogo.<br />

24. Qui si calcola abbisognare cento pesi di foglia per ogni<br />

oncia di semente, da cui si ottengono cinque pesi di bozzoli.<br />

25. La semente de filugelli si fa in sito.<br />

26. Nel distretto superiore non vi sono filatoi di bozzoli, ma<br />

bensì nell’inferiore, a Gardone, a Villa, a Lumezzane.<br />

27. I bozzoli si fanno filare da donne del paese; salvo qualche<br />

raro caso contrario.<br />

28. La finezza della seta, che si ottiene dalla filatura, è<br />

l’ordinaria di quella degli altri luoghi della provincia.<br />

29. I boschi occupano gran parte del territorio d’ambo i<br />

distretti.<br />

30. Come si può vedere dal prospetto sossegnato. In essi<br />

abbonda la quercia, il tiglio, il faggio, il castagno, il carpino, il<br />

29


nocciolo, il frassino, l’ontano, il salice, il pioppo, non che altre<br />

specie, le quali tutte si mantengono a ceduo e si tagliano ogni<br />

dodici anni quelle che si sogliono ridurre in carbone ed ogni<br />

sette od otto anni quelle che servono ad uso focolare. Dopo<br />

tagliata la legna, i tronchi e rami grossi ridotti tutti alla<br />

larghezza d’un metro si dispongono in lunghe cataste<br />

dell’altezza parimenti d’un metro, e si misurano, come qui<br />

costume, a sacco, ognuno dei quali consta di un metro di<br />

legna in altezza, larghezza e lunghezza e vale lire cinque o sei<br />

al più. Le cimaglie o legna minuta poi si legano in fascine, che<br />

si pagano otto o nove lire per cento, e queste servono per<br />

ordinario combustibile, avvegnacchè il carbone si consuma nei<br />

forni per fondere il ferro o nelle fucine per lavorarlo. Nel<br />

distretto superiore avvi inoltre selve di abeti e di larici di<br />

grande estensione, che si lasciano crescere ed ingrossare sino<br />

ad una età avanzata e si riservano per legno da travi, da assi<br />

e, come di dice, da opera per le fabbriche.<br />

31. In tutta la valle i fondi aratori si coltivano da proprietari e<br />

dai mezzajuoli, coi quali si dividono le entrate per metà.<br />

Rarissimi sono quelli che si danno in affitto e qualora ciò<br />

avvenga, l’affitto si paga in denaro. I prati si fanno lavorare<br />

dai proprietari per proprio conto e si paga ai lavoratori la<br />

convenuta mercede o in denaro o in generi commestibili.<br />

32.<br />

33.<br />

34. Siccome questi quesiti riguardano i fondi affittati, che tra<br />

noi come si è detto non ve ne sono, così ci crediamo<br />

dispensati dall’occupazione.<br />

35.<br />

36.<br />

37.<br />

38. I lavori del campo sono tutti eseguiti de coloni del luogo.<br />

39. A lavorare a braccia un terreno dell’estensione (ex.gr.) di<br />

cento tavole, sei lavoratori impiegano in estate tre giorni circa,<br />

e nell’inverno quattro o cinque. Le famiglie degli agricoltori si<br />

possono valutare in complesso si cinque a sei individui l’una.<br />

40. Anche le donne tra noi lavorano alla campagna e si<br />

occupano inoltre della filatura del canape e del lino, coi quali<br />

prodotti molte di esse fabbricano di propria mano la tela, ed in<br />

alcuni comuni del distretto superiore come a Collio, e Pezzate<br />

sulle proprie spalle portano fuori dalle viscere della terra il<br />

minerale greggio scavato da minatori.<br />

30


41. I lavoratori dei campi tra noi in ciascuna stagione<br />

dell’anno si pagano a ore, e la loro mercede è di nove<br />

centesimi per ciascuna ora di lavoro.<br />

42. Alle persone, che da alcuni proprietari si tengono in casa<br />

per valersi della loro opera nei vari rami di lavoro, e che si<br />

dicono servi o famigli, oltre il vitto quotidiano e l’alloggio di<br />

pagano ordinariamente dieci o dodici lire per ciascun mese.<br />

43. I contadini si occupano oltre i lavori campestri anche di<br />

tutti quelli per cui posseggono qualche abilità.<br />

44. Il cibo consueto dei contadini è la polenta, e la bevanda<br />

l’acqua o il vinello; ma nei giorni festivi molti bevono sino<br />

all’ubriachezza.<br />

45. La poca carne che mangiano i contadini fra di noi è il<br />

vitello, di montone, o di pollo, che si può valutare in massa ad<br />

un peso per ciascheduno all’anno. Nelle comuni del distretto<br />

superiore si mangiano inoltre salsicce e carni salate ed<br />

affumicate di vacca.<br />

46. Le stoffe ordinarie di cui si vestono i contadini sono si<br />

fustagno tinto di verde d’olivo, che costa dai cinquanta agli<br />

ottanta centesimi per braccio, ed il panno grossolano del<br />

valore di quattro a cinque lire parimenti al braccio; e le donne<br />

indossano abiti di tela di canape o di lino tinta a vari colori del<br />

prezzo dai settanta centesimi alla lira per braccio.<br />

47. In nessuno dei due distretti sono soggetti i proprietari a<br />

tasse oltre le solite imposte regie e comunali.<br />

48. Lo stesso dicasi dei conduttori dei fondi ove ve ne siano.<br />

49. Nessun fondo è qui soggetto a pagamento di decima,<br />

primizia di sorta, qualora non si facciano entrare in questa<br />

categoria alcune tenui somme, che in qualche comune da certi<br />

privati si pagano a titolo di livello o di enfiteusi al parroco del<br />

luogo o di altri, e che sono garantite sopra qualche porzione di<br />

terreno ad esso loro appartenente.<br />

50. La risposta a questo quesito riguarda anche quello<br />

numero 52 e sarà il secondo prospetto, nel quale si sono<br />

omesse le somme eventuali ed incerte, che pagano tutte le<br />

comuni all’ospitale di Brescia per gli ammalati cronici e per le<br />

sifilitici che si inviano tratto costì onde esservi curati, e che<br />

non possono in anticipazione determinarsi.<br />

51. Qui non v’ha mendicità. Chi può lavorare trova modo in<br />

ogni stagione dell’anno di procacciarsi la sicurezza. Gli invalidi<br />

sono soccorsi dagli istituti elemosinieri e dalle offerte di piè<br />

persone.<br />

31


Distretti<br />

Distretto<br />

VII di<br />

Bovegno<br />

Distretto<br />

VI di<br />

Gardone<br />

PROSPETTO I° DELL’ESTENSIONE SUPERFICIALE DEI<br />

TERRENI NEI DUE DISTRETTI DI BOVEGNO E DI GARDONE<br />

Comuni<br />

BOVEGNO<br />

BROZZO<br />

CIMMO<br />

COLLIO<br />

IRMA<br />

LODRINO<br />

MARMENTINO<br />

PEZZAZE<br />

PEZZORO<br />

CARCINA<br />

GARDONE<br />

V.T.<br />

INZINO<br />

LUMEZZANE<br />

PIEVE<br />

LUMEZZANE<br />

S.APPOLL.<br />

MAGNO<br />

MARCHENO<br />

SAREZZO<br />

VILLA DI<br />

COGOZZO<br />

POLAVENO<br />

Campi<br />

Aratori<br />

ed orti<br />

Pertiche<br />

censuarie<br />

768,00<br />

161,00<br />

295,00<br />

378,00<br />

81,00<br />

403,00<br />

664,00<br />

531,00<br />

65,00<br />

404,00<br />

937,00<br />

326,00<br />

599,00<br />

58,00<br />

379,00<br />

1.093,00<br />

1.948,00<br />

1.334,00<br />

1.098,00<br />

Vigne<br />

Pertiche<br />

censuarie<br />

245,00<br />

15,00<br />

46,00<br />

1.294,00<br />

1.637,00<br />

340,00<br />

553,00<br />

110,00<br />

Prati<br />

Pertiche<br />

censuarie<br />

6.164,00<br />

1.560,00<br />

1.979,00<br />

6.790,00<br />

866,00<br />

1.312,00<br />

2.508,00<br />

3.475,00<br />

1.132,00<br />

62,00<br />

552,00<br />

317,00<br />

670,00<br />

2.624,00<br />

612,00<br />

60,00<br />

1.220,00<br />

323,00<br />

952,00<br />

Pascoli<br />

Pertiche<br />

censuarie<br />

21.955,00<br />

1.311,00<br />

2.201,00<br />

32.183,00<br />

1.728,00<br />

5.471,00<br />

4.180,00<br />

3.525,00<br />

421,00<br />

40,00<br />

45,00<br />

38,00<br />

320,00<br />

290,00<br />

530,00<br />

80,00<br />

220,00<br />

35,00<br />

110,00<br />

(Tav.1)<br />

Boschi<br />

Pertiche<br />

censuarie<br />

18.022,00<br />

9.724,00<br />

9.182,00<br />

11.896,00<br />

2.290,00<br />

9.228,00<br />

10.669,00<br />

13.629,00<br />

3.989,00<br />

3.391,00<br />

11.228,00<br />

5.201,00<br />

8.630,00<br />

14.080,00<br />

5.895,00<br />

7.414,00<br />

13.225,00<br />

7.355,00<br />

Totale<br />

46.909,00<br />

12.756,00<br />

13.657,00<br />

51.247,00<br />

4.965,00<br />

16.414,00<br />

18.021,00<br />

21.160,00<br />

5.607,00<br />

4.151,00<br />

12.777,00<br />

5.928,00<br />

11.513,00<br />

18.689,00<br />

7.416,00<br />

8.647,00<br />

16.953,00<br />

9.600,00<br />

9.121,00<br />

Totali 11.522,00 4.249,00 33.178,00 74.683,00<br />

6.851,00<br />

171.899,00 295.531,00<br />

*Pertica = 1/5 Piò bresciano<br />

32


PROSPETTO II° DELLE SOMME CHE I COMUNI DEI DUE<br />

DISTRETTI DI BOVEGNO E DI GARDONE PAGANO<br />

ANNUALMENTE PER OGGETTI DI BENEFICIENZA, DI<br />

CULTO E D’ISTRUZIONE PUBBLICA.<br />

(Tav.2.)<br />

Distretti<br />

Distretto<br />

VII di<br />

Bovegno<br />

Distretto<br />

VI di<br />

Gardone<br />

Comuni<br />

BOVEGNO<br />

BROZZO<br />

CIMMO<br />

COLLIO<br />

IRMA<br />

LODRINO<br />

MARMENTINO<br />

PEZZAZE<br />

PEZZORO<br />

Titolo<br />

Canoni e salari annui<br />

Lire<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

Per oggetto<br />

di pubblica<br />

beneficenza<br />

862,87<br />

80,46<br />

0,00<br />

1.550,37<br />

0,00<br />

0,00<br />

0,00<br />

591,18<br />

0,00<br />

Somme che si pagano<br />

annualmente<br />

Per<br />

oggetto<br />

di culto<br />

647,34<br />

68,96<br />

218,39<br />

482,76<br />

364,36<br />

253,85<br />

149,42<br />

95,44<br />

458,56<br />

Per<br />

istruzione<br />

pubblica<br />

2.376,14<br />

1.084,49<br />

966,66<br />

1.947,09<br />

447,26<br />

667,10<br />

1.519,55<br />

1.356,71<br />

404,29<br />

Totale lire… 3.084,88 2.739,08 10.769,29<br />

CARCINA<br />

GARDONE V.T.<br />

INZINO<br />

LUMEZZANE<br />

PIEVE<br />

LUMEZZANE<br />

S. APPOLL.<br />

MAGNO<br />

MARCHENO<br />

SAREZZO<br />

VILLA DI<br />

COGOZZO<br />

POLAVENO<br />

Canoni e salari annui<br />

lire<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

come sopra<br />

68,96<br />

172,41<br />

684,63<br />

25,04<br />

172,41<br />

319,54<br />

732,19<br />

49,31<br />

1.292,87<br />

379,02<br />

194,25<br />

Totale lire… 68.96 4.021,67 0,00<br />

33


Prospetto territoriale<br />

(Tav. 3)<br />

Distretti<br />

Distretto<br />

VII di<br />

Bovegno<br />

Comuni<br />

BOVEGNO<br />

BROZZO<br />

CIMMO<br />

COLLIO<br />

IRMA<br />

LODRINO<br />

MARMENTI.<br />

PEZZAZE<br />

PEZZORO<br />

Pop.<br />

secon<br />

il<br />

censo<br />

1835<br />

1.650<br />

384<br />

481<br />

2.231<br />

258<br />

586<br />

667<br />

1.604<br />

207<br />

N.dei<br />

Poss.<br />

428<br />

153<br />

156<br />

423<br />

79<br />

165<br />

199<br />

349<br />

67<br />

PERTICATO DELLE TERRE ESTIMO<br />

Incolta boscata coltivata Totale privati comuni totale<br />

pertiche<br />

62,00<br />

1.162,00<br />

0,00<br />

101,00<br />

109,00<br />

0,00<br />

14,00<br />

462,00<br />

17,00<br />

pertiche<br />

17.822,00<br />

3.916,00<br />

3.959,00<br />

16.256,00<br />

2.436,00<br />

5.705,00<br />

9.984,00<br />

12.836,00<br />

2.693,00<br />

pertiche<br />

29.023,97<br />

8.064,48<br />

9.684,74<br />

34.940,21<br />

2.416,14<br />

10.706,24<br />

7.947,32<br />

7.914,30<br />

2.879,92<br />

pertiche<br />

46.907,97<br />

13.142,48<br />

13.643,74<br />

51.297,21<br />

4.961,14<br />

16.411,24<br />

17.945,32<br />

21.212,30<br />

5.589,92<br />

13.106,5<br />

7.293,3<br />

12.789,3<br />

11.453,0<br />

3.032,1<br />

4.554,3<br />

2.391,0<br />

13.900,4<br />

2.894,2<br />

13.319,2<br />

1.010,4<br />

2.446,2<br />

8.843,2<br />

951,1<br />

1.115,2<br />

9.455,1<br />

9.143,3<br />

1.882,4<br />

26.425,7<br />

8.303,7<br />

15.235,5<br />

20.296,2<br />

3.983,2<br />

5.669,5<br />

11.846,1<br />

23.043,7<br />

4.776,6<br />

Totali<br />

1.927,00 75.607,00 113.577,32 191.111,32 71.414.1 48.166,1 119.580,2<br />

8.068 2.019<br />

La superf. delle acque e strade è<br />

2.173,20 Aggiungesi il pertic. 1.801,20<br />

pertiche<br />

Quelle dei fabbricati è pertiche<br />

628,00 contr.o<br />

Totali pertiche 2.801,20 Totale pertiche 193.912,52<br />

Distretti<br />

Distretto<br />

VI di<br />

Gardone<br />

Comuni<br />

CARCINA<br />

GARDONE<br />

INZINO<br />

LUMEZZAN<br />

E<br />

PIEVE<br />

LUMEZZAN<br />

E<br />

S.APPOLL.<br />

MAGNO<br />

MARCHENO<br />

SAREZZO<br />

VILLA DI<br />

COGOZZO<br />

POLAVENO<br />

Pop.<br />

Secon.<br />

il<br />

censo<br />

1835<br />

463<br />

1.606<br />

487<br />

1.441<br />

1.955<br />

196<br />

449<br />

889<br />

1.439<br />

873<br />

N.<br />

dei<br />

poss.<br />

144<br />

269<br />

121<br />

436<br />

409<br />

62<br />

130<br />

310<br />

313<br />

218<br />

PERTICATO DELLE TERRE ESTIMO<br />

Incolta Boscata Coltivata Totale Privati Comuni Totale<br />

pertiche<br />

0,00<br />

97,00<br />

359,00<br />

183,00<br />

624,00<br />

812,00<br />

0,00<br />

20,00<br />

9,00<br />

2,00<br />

pertiche<br />

3.609,00<br />

9.780,00<br />

4.447,00<br />

6.407,00<br />

9.206,00<br />

4.256,00<br />

4.261,00<br />

5.827,00<br />

11.771,00<br />

5.839,00<br />

pertiche<br />

817,70<br />

3.111,47<br />

1.125,21<br />

4.940,00<br />

8.872,82<br />

2.315,37<br />

5.080,85<br />

3.276,44<br />

5.201,27<br />

3.879,92<br />

pertiche<br />

4.426,70<br />

12.988,47<br />

5.931,21<br />

11.530,16<br />

18.702,82<br />

7.383,37<br />

9.341,85<br />

9.123,44<br />

16.981,27<br />

9.720,92<br />

pertiche<br />

8.409,1<br />

26.511,1<br />

6.569,0<br />

23.910,4<br />

10.169,2<br />

4.354,3<br />

5.800,2<br />

20.815,1<br />

43.599,0<br />

32.649,5<br />

Totali 9.798 2.412 2.106,00 65.403,00 38.621,21 106.130,21 182.786,<br />

9<br />

La superf. delle acque e strade è<br />

1.788,55 Aggiungesi il pertic. 2.303,55<br />

pertiche<br />

Quella dei fabbricati è pertiche<br />

515,00 contr.o<br />

Totale pertiche 2.303,55 Totale pertiche 108.433,76<br />

pertiche<br />

776,4<br />

2.593,4<br />

1.370,0<br />

418,4<br />

3.718,4<br />

1.101,2<br />

42,4<br />

10.630,0<br />

2.877,1<br />

3.143,3<br />

pertiche<br />

9.185,5<br />

29.104,5<br />

7.939,0<br />

24.328,8<br />

13.887,6<br />

5.455,5<br />

5.842,6<br />

31.445,1<br />

46.476,1<br />

35.792,8<br />

26.670,6 209.457,5<br />

34


Nel 1859 la Valle Trompia viene incorporata nel nuovo Regno<br />

d’Italia. Interessanti notizie sull’agricoltura di questo periodo si<br />

traggono da una relazione commissionata da Senatore Jacini,<br />

presidente della Giunta per l’inchiesta agraria, a Bortolo Benedini<br />

(1881).<br />

Descrivendo la fisionomia dell’agricoltura della zona montana,<br />

si legge: “discendendo dalle vette dei monti ove sono i pascoli, si<br />

passa ai boschi ed ai castagneti e qui si vedono coltivate a<br />

frumento, granoturco, a patate in piccoli campielli, le parti meno<br />

ripide e più esposte al sole; e dove il terreno si riconobbe adatto si<br />

fecero prati. Nell’ultimo tratto inferiore comincia la vite; e di qui si<br />

passa nella zona pedemontana ove la vite ed il gelso danno<br />

carattere essenziale all’agricoltura”.<br />

In un successivo paragrafo l’autore precisa: “nella zona<br />

montana prevalgono per grado di importanza i boschi, i castagneti,<br />

ai quali tien dietro il bestiame da latte”.<br />

In questi brevi concetti, l’autore descrive sinteticamente la<br />

strutturazione dell’agricoltura Valtrumplina di quel periodo, dando<br />

chiara visione globale dell’intero territorio.<br />

Interessanti sono anche alcune analisi fatte sulle colture della zona<br />

e sugli allevamenti zootecnici.<br />

Per quanto riguarda le produzioni agrarie si evidenzia come fra<br />

il censimento del 1852 e il momento in cui viene stesa la relazione<br />

(1881) la superficie boscata abbia subito una contrazione a favore<br />

delle superfici a coltura agraria per la progressiva importanza che la<br />

pastorizia va acquisendo rispetto alla selvicoltura, sia del<br />

castagneto da frutto per l’interessante tornaconto che la coltura<br />

offre in tale periodo.<br />

Un particolare elogio merita la coltivazione della patata di cui “<br />

se ne fa abbondante coltivazione nella Valle Trompia e godono fama<br />

di ottime quelle di Collio” ed anche delle pesche di Collebeato.<br />

Lavorazioni industriali di particolare importanza derivanti da<br />

produzioni agrarie locali sono limitate a due settori:<br />

- Forestale, con produzione di carbone e di alcuni attrezzi agricoli;<br />

35


- Viticolo, con produzione si vino nella zona di fondovalle ove<br />

l’autore cita: “fra i vini che godono maggiore fama di serbevolezza<br />

vanno notati quelli di S. Vigilio…”.<br />

Per quanto riguarda le produzioni zootecniche l’autore fa<br />

un’importante descrizione degli allevamenti più importanti sia dal<br />

punto di vista economico che sociale di quel periodo, prendendo in<br />

esame in particolare l’allevamento bovino, ovo-caprino, suino oltre<br />

ad altre produzioni zootecniche minori.<br />

a) Bovini – L’autore ne descrive la presenza nel Bresciano di<br />

quattro principali razze bovine: la Tirolese, la Indigena, la Svizzera<br />

e la Valtellinese.<br />

In particolare i mandriani della Valle Trompia allevano<br />

un’indigena a pelo castano o marrone scuro che si mantiene per<br />

selezione e continua consanguineità con particolare attitudine alla<br />

produzione di latte. Nella bassa Valle e precisamente nei Comuni di<br />

Bovezzo, Brione, Caino e Nave viene descritta la presenza di<br />

un’altra razza indigena con pelo di colore più chiaro qualche volta<br />

formentino. Dalla lettura del testo in esame appare chiaro quanto<br />

diffuso fosse il movimento di buona parte del bestiame sia<br />

all’interno della Valle per raggiungere durante il periodo estivo i<br />

maggenghi e gli alpeggi d’alta montagna, sia verso la pianura<br />

durante il periodo invernale (novembre-giugno) ove i mandriani<br />

“nomadi” scendevano col bestiame a consumare il fieno nelle stalle<br />

di molte aziende della bassa bresciana.<br />

“Le stalle per il bestiame bovino sono generalmente in uno<br />

stato deplorevole specialmente nella Valli e nei paesi di Collina”…<br />

“In generale sono basse, le finestre troppo piccole, senza vetri,<br />

sono nell’inverno otturate con concime. Ordinariamente abita<br />

queste stalle un numero sproporzionato di animali che vi stanno a<br />

disagio”.<br />

Il latte prodotto viene lavorato e trasformato presso ogni<br />

singolo allevamento principalmente in burro e formaggio. Secondo<br />

l’autore però “i formaggi della Valle Trompia non reggono al<br />

confronto di quelli delle altre Valli Bresciane: la Sabbia e la<br />

Camonica. Si smagriscono, levando al latte tutta la panna che può<br />

dare, per convertirla in burro, affine di ricavarne tosto denaro;<br />

lacchè non può avvenire per i formaggi”. Altri latticini hanno poca<br />

importanza e sono limitati alla produzione di “stracchini” prodotti<br />

generalmente da quei mandriani che non hanno latte sufficiente per<br />

36


fare formaggio e da “pione” ottenute dalla stagionatura della ricotta<br />

affumicata.<br />

b) Ovini – Viene descritta la presenza in Valle Trompia di una sola<br />

razza o “sotto razza” che deriva dalla Bergamasca descritta come<br />

molto feconda e particolarmente adatta alla produzione di lana<br />

(mediante 3 chilogrammi per capo). Diversamente dalle abitudini di<br />

altre zone, gli armenti dei Valtrumplini non trasmigrano in pianura.<br />

L’allevamento viene eseguito sui pascoli locali utilizzando in<br />

particolare le zone di difficile accesso al bestiame bovino<br />

c) I Caprini sono invece allevati per la produzione di latte dalle<br />

famiglia più povere ed in numero molto limitato in quanto osteggiati<br />

dai proprietari di fondi “sui quali vanno con permesso o senza, a<br />

pascolare”.<br />

d) Suini – l’allevamento dei suini viene effettuato da tutti i contadini<br />

e in particolare dai mandriani della Valle che riutilizzano come base<br />

alimentare, i residui della lavorazione casearia. La razza suina<br />

allevata in Valle Trompia è definita “nostrana” e viene descritta con<br />

pelo nero, di media grossezza e di carni saporite.<br />

E’ difficile riassumere in poche frasi gli argomenti trattati da<br />

questa relazione sull’agricoltura bresciana. E’ interessante rilevare<br />

come buona parte delle descrizioni o critiche che l’autore rivolge nei<br />

confronti di alcune situazioni come la polverizzazione aziendale, la<br />

difficile viabilità, le fatiscenti strutture agricole, i metodi di<br />

trasformazione del latte ecc.. siano argomenti che coincidono con<br />

realtà tuttora presenti nell’agricoltura valtrumplina.<br />

Sull’agricoltura locale, troviamo altre informazioni<br />

cinquant’anni dopo in un documento allegato ai commentari<br />

dell’Ateneo di Brescia (anno 1933) dal titolo “Vita in un Comune<br />

bresciano” redatto dal professore Domenico Brentana docente di<br />

zootecnia all’università di Parma.<br />

La relazione affronta in modo dettagliato le condizioni<br />

economiche e sociali del comune di Bovegno fornendo interessanti<br />

dati relativi all’agricoltura locale. Pur essendo informazioni limitate<br />

ad un solo comune, tuttavia sono da ritenere indicative e coerenti<br />

con l’andamento dell’agricoltura della Valle Trompia.<br />

Per quanto riguarda la descrizione dell’uso del suolo, il<br />

documento riporta elementi che permettono il confronto dei dati<br />

37


catastali del 1886 con quelli relativi al periodo di stesura della<br />

relazione e su tale argomento l’autore scrive: “il confronto fra i dati<br />

catastali del 1886 e gli attuali mettono in chiara evidenza la<br />

sensibile diminuzione dei seminativi, a cui segue quella dei boschi a<br />

vantaggio del prato, diminuzione che si è verificata in modo<br />

speciale in quest’ultimo cinquantennio, accentuandosi, almeno a<br />

Bovegno è fenomeno pressappoco comune a tutta la nostra<br />

montagna..”<br />

Qualità della - 1886 - - 1933 -<br />

coltura Sup. Ha Sup. Ha<br />

Seminativi 39 6<br />

Prati stabili 775 823<br />

Pascoli 2.058 2.058<br />

Boschi 1.841 1.826<br />

Incolto produttivo 7 7<br />

(Tav. 4)<br />

Per quanto riguarda il patrimonio zootecnico l’autore fornisce<br />

una serie di dati interessanti dal punto di vista statistico perché<br />

confrontabili con quelli dei nostri giorni. Pertanto, si ritiene utile<br />

riportarli di seguito completati dei successivi censimenti disponibili.<br />

L’analisi del patrimonio zootecnico evidenzia nel periodo in<br />

esame, la predominanza dell’allevamento Bovino e la razza più<br />

diffusa è rappresentata, secondo l’autore, della “Bruna Alpina”. Egli<br />

specifica inoltre: “Per quanto in questi ultimi anni si sia realizzato<br />

qualche miglioramento, ancora oggi purtroppo la popolazione<br />

bovina di Bovegno, come in genere quella della Valle Trompia, non<br />

si presenta nel suo complesso molto uniforme e pregevole”. Si<br />

specifica inoltre come sia ancora possibile dividere gli animali in due<br />

grossi raggruppamenti, uno noto col nome di “Nostrano” che<br />

rappresenta il vecchio tipo indigeno, mentre al secondo gruppo<br />

denominato “Svizzero” si ricollegano animali ai quali almeno nella<br />

gran maggioranza, derivano dai nostrani migliorati con l’uso di tori<br />

di razza Bruna.<br />

La tav. 5 di seguito riportata espone i dati relativi al<br />

patrimonio zootecnico del comune di Bovegno evidenziando i capi<br />

che “svernano” in pianura e quelli che risiedono permanentemente<br />

in territorio montano<br />

38


CONSISTENZA DEL BESTIAME BOVINO<br />

NEL COMUNE DI BOVEGNO<br />

(Dati Brentana dal 1902 al 1931 – Dati ISTAT dal 1970 al 1982 –<br />

dati C.A.T.A. dal 1983 al 1988)<br />

(Tav. 5)<br />

RESIDENTI NOMADI TOTALI<br />

Anno Bovini Equini Capre Pecore Bovini Eq. Capre Pecor Bovini Equi Capre Pecore<br />

1902<br />

1.009 53 84 497<br />

1921<br />

1922<br />

1923<br />

1924<br />

1925<br />

1926<br />

1927<br />

1928<br />

1929<br />

1930<br />

1931<br />

1970<br />

1982<br />

1983<br />

1984<br />

1985<br />

1986<br />

1987<br />

1988<br />

987<br />

1.024<br />

601<br />

879<br />

801<br />

1.121<br />

1.001<br />

854<br />

853<br />

1.109<br />

1.098<br />

1.115<br />

1.168<br />

1.022<br />

1.069<br />

957<br />

943<br />

80<br />

55<br />

49<br />

56<br />

62<br />

67<br />

62<br />

56<br />

48<br />

31<br />

45<br />

209<br />

235<br />

286<br />

226<br />

230<br />

239<br />

183<br />

85<br />

98<br />

77<br />

64<br />

243<br />

147<br />

147<br />

137<br />

295<br />

265<br />

183<br />

85<br />

98<br />

77<br />

64<br />

743<br />

919<br />

962<br />

841<br />

798<br />

958<br />

868<br />

715<br />

584<br />

571<br />

836<br />

915<br />

1.107<br />

956<br />

992<br />

980<br />

21<br />

26<br />

26<br />

24<br />

23<br />

21<br />

24<br />

20<br />

19<br />

17<br />

10<br />

12<br />

36<br />

55<br />

36<br />

20<br />

16<br />

41<br />

13<br />

5<br />

4<br />

3<br />

9<br />

316<br />

26<br />

133<br />

336<br />

291<br />

250<br />

416<br />

330<br />

583<br />

246<br />

1.730<br />

1.943<br />

1.563<br />

1.720<br />

1.599<br />

1.859<br />

1.959<br />

1.722<br />

1.568<br />

1.693<br />

1.669<br />

2.370<br />

1.821<br />

1.951<br />

2.083<br />

2.129<br />

2.025<br />

1.949<br />

1.923<br />

101<br />

81<br />

75<br />

80<br />

85<br />

88<br />

86<br />

76<br />

67<br />

48<br />

55<br />

8<br />

5<br />

221<br />

271<br />

341<br />

262<br />

250<br />

255<br />

224<br />

98<br />

103<br />

81<br />

67<br />

109<br />

86<br />

252<br />

463<br />

173<br />

270<br />

631<br />

556<br />

438<br />

607<br />

509<br />

739<br />

380<br />

60<br />

131<br />

39


L’autore descrive nella sua relazione come il bestiame che<br />

sverna in pianura sia circa la metà del totale dei capi censiti e come<br />

questo passaggio di bestiame dalla montagna alla pianura e<br />

viceversa, dovuto ad inconvenienti di varia natura, sia in uso da<br />

diversi secoli in tutta la montagna bresciana.<br />

Chiarisce inoltre che, al di la di antiche consuetudini, “questo<br />

passaggio deriva essenzialmente dalla sproporzione che sussiste<br />

nella montagna fra le disponibilità dell’alimentazione estiva, offerta<br />

soprattutto della alpi pascolive e quella invernale proveniente dai<br />

prati stabili”.<br />

A tale proposito specifica che a Bovegno la produzione dei<br />

pascoli e dei boschi ridotta a fieno normale è pari a circa 17.500<br />

quintali ed è sufficiente a sopperire alle esigenze di circa 6.000<br />

quintali di peso vivo per i cento giorni della monticazione, mentre la<br />

produzione dei prati, pari circa a 30.000 quintali, può soddisfare le<br />

esigenze di soli 3.700 quintali di peso vivo per la restante parte<br />

dell’anno. L’autore riferisce inoltre che l’alimentazione è<br />

essenzialmente costituita dall’erba utilizzata al pascolo e dal fieno<br />

dei prati.<br />

Molto scarso è l’uso di concentrati limitati generalmente all’uso<br />

di piccole dosi di pannello di lino.<br />

Per quanto riguarda la produzione del latte, pur considerando<br />

la presenza di alcuni capi con produzioni che possono raggiungere i<br />

30 quintali per lattazione, l’autore specifica “io non riterrei che la<br />

produzione unitaria delle mungane, abbia segnato, in confronto del<br />

passato prossimo, un apprezzabile aumento, e ancora oggi come<br />

qualche anno fa, opinerei per una produzione media sui 18 quintali<br />

all’anno per lattifera”.<br />

Dall’inizio del secolo sorsero e sparirono a Bovegno 3 o 4<br />

caseifici che raccoglievano latte dei piccolo produttori arrivando a<br />

una lavorazione media giornaliera di 3 – 4 quintali di latte al giorno.<br />

Il latte veniva lavorato per ottenere burro, formaggio e pasta<br />

cotta in forme di circa 20 Kg, formaggi e pasta molle grassi o<br />

semigrassi (formagelle) e magri (stracchetti).<br />

La caseificazione “funziona in un modo abbastanza primitivo<br />

ed affidato come ad iniziative troppo personali e a capacità<br />

generalmente limitate da una produzione poco uniforme e non<br />

molto pregiata”.<br />

“Chi possiede latte sufficiente procede per il proprio conto alla<br />

fabbricazione del formaggio se no interviene la prestanza, in uso da<br />

tempo, specialmente durante l’alpeggio.<br />

40


Quando non si arrivi a disporre del latte necessario per il<br />

formaggio, si fanno formagelle o stracchetti”.<br />

Rispetto al bestiame bovino, le altre specie animali assumono<br />

un’importanza secondaria.<br />

Per quanto riguarda gli ovini sono rappresentati dalla razza<br />

“Bergamasca” con soggetti omogenei e discretamente pregevoli.<br />

Essi “rappresentano spesso il bestiame a disposizione dei più<br />

modesti rurali”.<br />

La scarsa produzione lattifera viene consumata direttamente,<br />

specie quando l’allevamento è a carattere famigliare od utilizzata<br />

nella fabbricazione delle “formagelle”.<br />

Più ancora degli ovini hanno subito una sensibile contrazione i<br />

caprini. L’autore spiega che nonostante qualcuno cerchi di<br />

minimizzare, è doveroso riconoscere che la capra è una particolare<br />

nemica del bosco.<br />

Ma bisogna pur riconoscere i vantaggi che questo animale<br />

apporta “ben a ragione chiamato Vacca del Povero. E’ nota la sua<br />

produzione in latte, che anche a Bovegno può computarsi in media<br />

dai 400 ai 500 litri l’anno”.<br />

41


LO STUDIO -<br />

UN PERCORSO<br />

LASTRICATO<br />

D’OBIETTIVI<br />

42


I sentieri s’inerpicano<br />

su crinali di rocce eterne<br />

per spalancarci<br />

l’orizzonte di vette<br />

di cielo avvolte<br />

44


LO STUDIO<br />

UNO SGUARDO<br />

ALL’ALTA VALLE TROMPIA<br />

Un percorso lastricato d’obiettivi<br />

Quando abbiamo iniziato il percorso di una prima valutazione<br />

dei contenuti dello Studio, ci siamo interrogati sugli obiettivi,<br />

partendo da una prospettiva che comprendesse gli aspetti positivi<br />

di prospettiva, senza nascondere elementi ed aspetti di criticità.<br />

Abbiamo ritenuto cioè di rilevare le reali difficoltà che un<br />

documento di riflessione istituzionale potesse correre e questo al<br />

fine di mitigarne, attenuarne ed eventualmente eliminarne gli<br />

aspetti più critici.<br />

Innanzitutto non volevamo che lo studio fosse un<br />

semplice elenco di iniziative, politiche locali.<br />

Ogni Comune autonomamente da sempre opera sul proprio<br />

territorio e per il proprio territorio e se oggi possiamo osservare<br />

comunità che offrono qualità sociali rilevanti, non possiamo evocare<br />

semplici casualità o incidenti storici ma, bensì, costanti e concreti<br />

impegni di uomini e donne che hanno operato nella sfera pubblica e<br />

in quella privata.<br />

Altrettanto non volevamo che lo studio fosse un elenco di<br />

interventi parziali, cioè la somma di alcune esclusive priorità.<br />

Non intende essere uno sguardo breve, ancorato alle<br />

immediate urgenze e necessità. La pianificazione esige una visione<br />

di medio periodo nel quale collocare il calendario delle priorità, delle<br />

necessità e delle domande.<br />

Lo studio non vuole essere un semplice documento<br />

burocratico un elenco, cioè, di fondi messi a disposizione in<br />

particolare dalla Regione Lombardia, dalla Provincia di Brescia e/o<br />

da altri enti pubblici e privati..<br />

Proprio per questo lo studio non si cala nell’agone della<br />

competitività istituzionale con altri documenti della<br />

pianificazione sovraordinata.<br />

45


A maggior ragione non è un documento nel quale si<br />

compongono competizioni fra esigenze particolari.<br />

E sempre per rimanere nell’ambito delle negazioni non è un<br />

documento che provoca conflitti e competizioni fra settori<br />

economico produttivi diversi.<br />

Partendo da queste negazioni il nostro percorso diviene<br />

pertanto vincolato ad affermazioni positive nelle quali inserire tutti i<br />

contributi propositivi che ci sono stati offerti.<br />

Lo studio, con qualche presunzione, vuole spingere la propria<br />

valutazione in un tempo medio.<br />

Avere un respiro meno affannoso significa distaccarsi, almeno<br />

un momento, dai vincoli della quotidianità ed impegnarsi così a<br />

pensare a quel domani che appare lontano eppure è già per molti<br />

aspetti fra di noi.<br />

Affrontare le “politiche” non immediate ci aiuta certamente ad<br />

avere un approccio con i problemi dello sviluppo dell’Alta Valle<br />

Trompia meno sfrangiato.<br />

Ci aiuta cioè a recuperare una lettura dei problemi e dei<br />

progetti più razionale, omogenea, condivisa e di sistema.<br />

Uno sguardo d’insieme che diviene strumento che favorisce<br />

un diverso e più profondo coinvolgimento dei soggetti pubblici e<br />

privati.<br />

I piani, i programmi, i progetti e le iniziative pubbliche<br />

richiamano con frequenza l’esigenza di indirizzare scelte politiche e,<br />

quindi, fondi verso un riorientamento degli indirizzi e delle modalità<br />

produttive partendo da processi e strumenti innovativi e<br />

sperimentali.<br />

Affermazioni che certamente potranno trovare<br />

nell’applicazione della nuova PAC alcuni riferimenti concreti ma che,<br />

ancora una volta, corrono il rischio di un’inadeguatezza dovuta alla<br />

mancanza di tavoli permanenti di concertazione per l’elaborazione<br />

delle linee applicative della stessa.<br />

Non meno importante sarebbe l’istituzione di un analogo<br />

strumento (tavolo) per la gestione/applicazione della PAC<br />

nelle aree montane.<br />

Ancora una volta torniamo, quindi, al soggetto istituzionale<br />

che più di altri oggi ha la funzione di gestione delle politiche<br />

agricolo ambientali: la Provincia.<br />

La Regione “al fine di svolgere ancora più efficacemente il<br />

proprio ruolo di governo e nel contempo valorizzare e<br />

responsabilizzare il territorio, … completerà il trasferimento delle<br />

46


competenze gestionali al territorio e … promuoverà una maggiore<br />

integrazione programmatica con le Province”.<br />

La Regione pertanto si appresta nella VIII legislatura a<br />

completare il processo di riforma e di riordino amministrativo<br />

iniziato nel 2000.<br />

In questo processo, essenziale, soprattutto per le aree<br />

montane è ridefinire ruolo e funzioni delle Comunità Montane nel<br />

quadro di politiche solidali e sussidiarie.<br />

Lo studio partendo dalla necessità di uno stretto rapporto con<br />

la Provincia ritiene che almeno gli aspetti più significativi<br />

dovrebbero essere parte integrante del Piano Agricolo<br />

Provinciale e dei documenti di pianificazione provinciale.<br />

Le politiche di società evolute e complesse richiedono sempre<br />

più l’utilizzo di strumenti di programmazione negoziata e di politiche<br />

partecipate.<br />

Pur essendo rilevante ridefinire i ruoli e le funzioni dei diversi<br />

livelli dello Stato, altrettanto importante è collocare le fasi della<br />

programmazione e gestione delle “azioni” in un quadro di<br />

collaborazioni istituzionali strutturate e, quindi, permanenti.<br />

La costituzione di un Tavolo Agricolo Ambientale della<br />

montagna coordinato dalla Provincia, in stretta collaborazione con<br />

l’ACB, al quale far partecipare paritariamente le Comunità Montane<br />

potrebbe agevolare e favorire l’attuarsi di politiche concrete per la<br />

montagna.<br />

In particolare potrebbe favorire la cooperazione<br />

interistituzionale ottimizzando e raccordando le modalità di spesa<br />

e d’investimento delle risorse disponibili. Risorse che prossimo<br />

futuro potrebbero subire contrazioni significative.<br />

La collaborazione, cooperazione fra i diversi livelli<br />

istituzionali, al fine di rendere maggiormente efficace,<br />

efficiente ed economica la propria azione per la promozione<br />

dello sviluppo, dovrebbe prevedere il diretto e permanente<br />

coinvolgimento delle categorie delle rappresentanza economico<br />

professionale.<br />

Condividere le scelte con le Organizzazioni Professionali<br />

presenti sul territorio favorisce il coinvolgimento diffuso e diretto<br />

dei soggetti territoriali ed aiuta ad affrontare politiche di filiera e di<br />

sistema.<br />

Le categorie ancora rappresentano una cinghia di trasmissione<br />

fra gli interessi e le esigenze delle imprese, le istituzioni e la<br />

società.<br />

47


Anche alcuni compiti di sensibilizzazione sarebbero<br />

certamente favoriti da un permanente rapporto raccordo con le<br />

categorie agricole.<br />

L’agricoltura e la ruralità, oggi più che mai, sono vincolate ai<br />

processi di filiera, in un contesto di competitività, che richiedono<br />

logiche di modello, di sistema per favorire e garantire tutti i livelli<br />

che la compongono.<br />

Occorre muoversi non in una logica competitiva fra comparti<br />

della filiera ma nel contesto di un paritetico coinvolgimento dei<br />

diversi settori della filiera di prodotto.<br />

A maggior ragione questo principio andrebbe applicato ai<br />

sistemi produttivi a filiera corta (produzione, trasformazione e<br />

distribuzione anche diretta).<br />

Il raccordo fra i comparti della filiera produzione,<br />

trasformazione, lavorazioni varie, commercio, turismi<br />

potrebbe portare alla valorizzazione di una tipicità che può e deve<br />

diventare valore aggiunto della montagna.<br />

Lo studio ha cercato, inoltre, di rilevare i progetti “nel<br />

cassetto” dei singoli Comuni per inserirli in un contesto di<br />

pianificazione di area omogenea sovracomunale.<br />

Un impegno che è stato agevolato dalla disponibilità e<br />

collaborazione di tutte le amministrazioni locali.<br />

Ed infine la questione di merito che riguarda tutte le imprese<br />

agricole a titolo principale o a tempo parziale è quella delle<br />

condizioni di lavoro e del reddito.<br />

Tutti concordano nell’esigenza - urgenza di modificare la rotta<br />

del fenomeno dello spopolamento delle montagne ma poche<br />

sembrano essere le ricette che hanno dato risultati significativi.<br />

Ciò non deve scoraggiare o attenuare gli sforzi, ogni sforzo<br />

possibile per attenuare il fenomeno e forse per invertirne la<br />

direzione.<br />

La parola che sembra assumere un significato nuovo è quello<br />

della multifunzionalità.<br />

La diversificazione dell’economia montana verso attività non<br />

agricole ha già trovato applicazione in alcune forme sperimentali<br />

interessanti in Italia e a Brescia.<br />

Affrontare una valutazione territoriale con sguardo al settore<br />

agricolo ambientale potrebbe trovare alcune risposte proprio nel<br />

coinvolgimento degli occupati in agricoltura per la gestione di<br />

imprese di attività extragricole del tempo libero, della qualità della<br />

vita e della valorizzazione del patrimonio naturale rurale.<br />

48


Lo studio sarà orientato su due livelli:<br />

1. quello propriamente politico istituzionale<br />

2. quello delle politiche di pianificazione, programmazione e<br />

della loro gestione.<br />

La funzione “politica” sarà orientata a valutazioni e<br />

proposte che nel quadro delle collaborazioni interistituzionali<br />

potrebbero portare a nuove modalità di gestione degli aspetti<br />

caratterizzanti il territorio. Metodi, strumenti e organismi che<br />

potrebbero portare alcuni soggetti a forme di gestione, di alcuni<br />

servizi e/o patrimoni in forma associata e/o collaborativa.<br />

Il secondo aspetto non meno rilevante è quello delle politiche<br />

di sviluppo (azioni concrete) che sono parte integrante di<br />

processi di medio respiro da affrontare in modo graduale.<br />

Valorizzare il capitale umano attraverso politiche di<br />

miglioramento della qualità del lavoro e della vita garantirà il<br />

consequenziale miglioramento della qualità dei prodotti e ne<br />

garantirà la sicurezza alimentare.<br />

49


INQUADRAM<br />

ENTO<br />

TERRITORIAL<br />

E<br />

50


Altro non scorgo<br />

che solide radici<br />

su impervi declivi<br />

51


INQUADRAMENTO TERRITORIALE<br />

Non vi è dubbio che quando ci s’immette in Valle Trompia si<br />

viene avvolti da quell’atmosfera che la caratterizza, intrisa di<br />

lavoro… e lavoro… e ancora lavoro.<br />

Nessuno a Brescia, in Italia e all’estero si sognerebbe mai di<br />

non riconoscere alla Valle Trompia il suo “valore” più diffuso: il<br />

lavoro.<br />

Quel solchi tracciati dal Mella e dai suoi affluenti sembrano<br />

essersi saldati, senza sorta di discontinuità, alle migliaia di imprese<br />

che hanno addomesticato il ferro per produrne, rubinetti, armi,<br />

posate, valvole.<br />

Il tutto, ambiente ed imprese, raccordati come neuroni nervosi<br />

fra loro.<br />

Ma quando si supera Gardone VT e ci si avvicina a Marcheno,<br />

lo scenario sembra ammantarsi in nuovi orizzonti.<br />

L’occhio incomincia ad inseguire quelle faglie scavate nei<br />

millenni dall’impeto dei corsi d’acqua.<br />

Pierfranco Blesio nel libro”La Montagna” ovviamente quella<br />

bresciana, descrive con semplicità e completezza l’origine della<br />

Valle Trompia: “Contrariamente a quanto avvenuto per la valle<br />

dell’Oglio, la valle del Mella non ha subito alcuna trasformazione o<br />

rimodellamento di tipo glaciale, infatti la glaciazioni quaternarie non<br />

hanno interessato il suo territorio, se non per l’eventuale presenza<br />

di piccoli localizzati ghiacciai sospesi, posti alla base delle cime più<br />

elevate dell’immediato spartiacque, quali i monti Colombine,<br />

Dasdana, Dosso Alto e Corna Blacca, dove pare vi siano tracce di<br />

esarazione e che, in particolari condizioni climatiche, potevano forse<br />

anche far confluire a valle, verso l’area di San Colombano<br />

soprattutto, i loro modesti apparati glaciali; sta di fatto comunque ,<br />

che dal Goletto del Maniva, unica via per un eventuale<br />

collegamento valtrumplina con i ghiacciai vallivi alpini, non<br />

debordava alcuna lingua glaciale, anche perché la Val di Caffaro<br />

non aveva verosimilmente un suo vero ghiacciaio.<br />

52


…. In premessa è stato fatto cenno alla Linea della Val<br />

Trompia, una profonda faglia, un sistema di fratture della crosta<br />

terrestre che dal Giogo del Maniva attraversa l’alta Valle per<br />

dirigersi verso la dorsale calcareo-dolomitica esiniana del Monte<br />

Guglielmo.”<br />

Lo “spettacolo” naturale manipolato, più di altre valli, dallo<br />

scorrere dell’acqua, nell’Alta Valle ancora si offre in tutta la<br />

propria originaria bellezza.<br />

Pareti che obbligano lo sguardo ad elevarsi per cercarne la<br />

cornice, e d’improvviso una curva e la valle si riapre.<br />

Da un orizzonte che declina a sud, curva dopo curva salendo<br />

la strada ci si accorge che la valle volge ad est.<br />

Su questa “curva” l’Alta Valle Trompia incomincia.<br />

Pochi Comuni, solo sei e nemmeno un grande numero di<br />

abitanti si attraversano nel loro cuore.<br />

La strada li attraversa regalando scorci di architetture<br />

urbane e rurali di pregio. Si sente respirando l’atmosfera di<br />

questo tratto di valle che ogni persona ha radici profonde. Le<br />

famiglie e le persone si conoscono e conoscono le loro reciproche<br />

storie, alcune amare, altre gioiose ma tutte straordinariamente<br />

umane.<br />

Percorsi di vita comunitaria che entrano nelle case e nel<br />

discorrere nei borghi e che ne permeano quell’antica “anima”<br />

immersa in forti radicamenti di fede ed anche se alcune volte questi<br />

interessamenti possono apparire un poco pettegoli recuperano nella<br />

solidarietà concreta e nella capacità d’accoglienza il loro vero<br />

valore.<br />

Storie che le comunità sanno conservare e tramandare,<br />

che qualche volta resistono alle accelerazioni tecnologiche, ma che<br />

sanno difendere un patrimonio culturale unico.<br />

Irma più di altri Comuni personifica quell’idea di appartenenza<br />

al proprio territorio. Pochi abitanti, oggi solo 155, ma tutti con la<br />

stessa ferma volontà a rimanere Comune, comunità. Riconquistata<br />

l’autonomia amministrativa nel 1955 dopo un periodo di<br />

aggregazione a Bovegno e con un territorio di poche centinaia di<br />

ettari dimostra tutto l’orgoglio Valtrumplino.<br />

E’ in questi paesi dell’Alta Valle che miniere di fluorite, nel<br />

passato, turismi con un importante demanio sciistico; presenze<br />

religiose significative e un’agricoltura presente e diffusa con<br />

caratteristiche anche familiari hanno favorito una crescita che ha<br />

determinato il mantenimento di caratteristiche paesistico ambientali<br />

di pregio.<br />

53


Non possiamo non riconoscere che percorrendo i 24 km<br />

dal Maniva a Tavernole che gli scorci di una montagna che<br />

ancora conserva tutte le proprie naturali caratteristiche<br />

ingentilite dall’opera dell’uomo ci coinvolgono e ci<br />

attraggono.<br />

La vegetazione risente dello sviluppo altitudinale della valle.<br />

Dai quasi cinquecento metri di Tavernole si arriva ai circa<br />

2.000 delle cime.<br />

Dal Piano basale caratterizzato dalla presenza di latifoglie<br />

elio<strong>file</strong>, passiamo nel piano montano con presenze di latifoglie<br />

scia<strong>file</strong> e delle aghifoglie per giungere ai vasti orizzonti subalpini e<br />

alpini di arbusti e pascoli.<br />

La particolare conoscenza delle essenze montane e delle<br />

caratteristiche territoriali, ha permesso ai Comuni e alla Comunità<br />

Montana di attuare politiche di recupero e conservazione di ampie<br />

porzioni dello stesso.<br />

Ed è proprio facendoci attrarre da queste naturali<br />

caratteristiche, dall’orgoglio dei suoi abitanti, ancorati ad una storia<br />

e a tradizioni particolari, difesi da una cornice montagnosa, che<br />

dovremo cercare di affrontare alcuni temi, non certamente nuovi,<br />

per individuare percorsi e forme di possibili e condivise soluzioni.<br />

L’agricoltura più di altri settori sa di età avanzata. Uomini che<br />

da sempre hanno ancorato le loro vite a quel legame simbiotico con<br />

l’ambiente.<br />

Qualche volta gelosi della loro autonomia e per questo restii ad<br />

aprirsi alle novità, al tempo stesso hanno dimostrato una vera e<br />

forte resistenza di fronte a qualsiasi tentazione dell’abbandono.<br />

Il delicato equilibrio costituito e costruito nei secoli fra<br />

la presenza dell’uomo e il territorio, pur di fronte all’acuirsi<br />

di fenomeni di invecchiamento e di degrado, in queste zone,<br />

conserva inalterato il proprio orizzonte di speranza.<br />

Quella speranza che tutti i soggetti pubblici e privati si<br />

ostinano a ricercare e perseguire.<br />

54


ALCUNI DATI<br />

Recuperare alcuni dati ci aiuterà certamente a leggere e<br />

valutare la realtà che ci circonda con oggettività.<br />

Per la ricerca di dati ci siamo rivolti principalmente ai soggetti<br />

che da sempre rappresentano il territorio (i Comuni) e gli Enti che<br />

operano nel settore agrario (ASL - Ufficio Veterinario), le<br />

Organizzazioni di Categoria, il Centro Miglioramento Qualitativo del<br />

Latte e della Carne Bovina e la Provincia di Brescia che ci ha<br />

supportato nella lettura del Censimento e nella Bozza di Piano<br />

Agricolo Provinciale.<br />

Particolarmente utili sono stati i dati forniti dalla<br />

Comunità Montana. Dati che da sempre dimostrano lo stretto<br />

rapporto che la Comunità mantiene con le popolazioni e il proprio<br />

territorio.<br />

Non abbiamo ritenuto di partire dalla lettura dei soli dati<br />

statistici del censimento in quanto le diverse modalità di<br />

rilevazione, (censimenti 1990 – 2000) e il modificarsi dei contesti<br />

avrebbero reso difficile una valutazione oggettiva rispondente ai<br />

reali bisogni dei settori che caratterizzano la filiera agricolo<br />

ambientale.<br />

Il CNEL nella X° Relazione sullo stato della montagna<br />

affermava che: “Purtroppo, se i dati censuari offrono uno spaccato<br />

complessivo dei fenomeni, non hanno il pregio dell’aggiornamento e<br />

questo lascia l’operatore e/o il decisore politico con una lacuna<br />

relativa agli ultimi anni, che certamente sono stati anni difficili per<br />

tutta l’economia nazionale e anche di profondi mutamenti sociali,<br />

economici e istituzionali di governo del territorio.”<br />

Abbiamo ritenuto di privilegiare, pertanto, i contributi<br />

che i vari attori territoriali hanno offerto, così da attenuare il<br />

deficit di indicatori aggiornati.<br />

55


Abbiamo ritenuto, inoltre, non prioritario comparare dati di<br />

cicli del passato con quelli odierni, in quanto crediamo che la stessa<br />

Comunità Montana abbia assegnato all’archivio della propria<br />

mission approfondite riflessioni, studi in merito ai fenomeni di<br />

trasformazione del comparto agricolo e alle cause che lo hanno<br />

generato.<br />

I dati che riportiamo sono perciò semplici ed essenziali per<br />

affrontare qualche riflessione intorno a possibili e concrete soluzioni<br />

ai numerosi problemi dell’agricoltura di montagna.<br />

La rilevazione e l’analisi dei dati che caratterizzano le<br />

dinamiche economico sociali del territorio rimangono<br />

comunque aperte alla riflessione e ai contributi di quanti nel<br />

quotidiano sono chiamati a viverne gli aspetti peculiari.<br />

56


Comune Residenti<br />

stranieri<br />

RESIDENTI<br />

Residenti<br />

italiani<br />

Totale<br />

residenti<br />

dati luglio<br />

2005<br />

Totale<br />

residenti dati<br />

1995<br />

TAVERNOLE 178 1.243 1.421 1.305<br />

PEZZAZE 93 1.519 1.612 1.510<br />

MARMENTINO 25 684 709 717<br />

IRMA 1 154 155 161<br />

BOVEGNO 142 2.215 2.357 2.259<br />

COLLIO 335 2.208 2.543 2.289<br />

Totali 774 8.023 8.797 8.241<br />

L’aumento dei residenti in circa dieci anni è stato di 556<br />

persone, pari al 6,33% dell’intera popolazione dei sei<br />

Comuni dell’Alta Valle Trompia.<br />

La presenza degli stranieri rilevati dagli uffici anagrafe sono<br />

pari a 774 persone corrispondenti ad una percentuale del<br />

8,79 %.<br />

Non avendo i dati di presenza degli stranieri del 1995, ma<br />

consapevoli che le norme riguardanti la legalizzazione delle<br />

loro presenze sono state approvate e attuate proprio in<br />

questo ultimo decennio, possiamo affermare che la limitata<br />

diminuzione dei residenti dei valtrumplini dell’ultimo<br />

decennio non solo è stata compensata dalla presenza dei<br />

cittadini stranieri, ma questi hanno determinato anche<br />

un’inversione di tendenza allo spopolamento dei paesi d’alta<br />

montagna, eccezion fatta per il Comune di Irma.<br />

57


Comuni<br />

Collio<br />

Bovegno<br />

Irma<br />

Pezzaze<br />

Marmentino<br />

Tavernole<br />

Comuni negli anni<br />

i residenti<br />

Totale<br />

residenti<br />

1961<br />

3.074<br />

3.297<br />

266<br />

1.837<br />

1.022<br />

1.561<br />

Totale<br />

residenti<br />

1971<br />

2.690<br />

2.737<br />

222<br />

1.573<br />

841<br />

1.363<br />

Totale<br />

residenti<br />

1981<br />

2.411<br />

2.474<br />

173<br />

1.595<br />

728<br />

1.341<br />

Totale<br />

residenti<br />

1995<br />

2.289<br />

2.259<br />

161<br />

1.510<br />

717<br />

1.305<br />

Totale<br />

residenti<br />

2005<br />

2.543<br />

2.357<br />

155<br />

1.612<br />

709<br />

1.421<br />

TOTALE 11.057 9.426 8.722 8.241 8.797<br />

Dal 1961 al 1995 la diminuzione dei residenti è stata<br />

di 2.816 unità, pari al 25,47% dell’intera popolazione<br />

dell’Alta Valle. Il fenomeno si inverte nel decennio<br />

successivo<br />

58


L’analisi dei dati dei residenti dal 1961 ad oggi rappresenta in<br />

modo esplicito la dinamica dei flussi sociali dell’Alta Valle.<br />

La consistente diminuzione di residenti nei Comuni dell’alta<br />

Valle Trompia, soprattutto nei decenni dal 1960 al 1981,<br />

corrispondono al forte sviluppo industriale di Lumezzane, Gardone,<br />

Sarezzo, dei Comuni dell’hinterland bresciano e della Città.<br />

La diminuzione dei residenti è continuata anche nel decennio<br />

successivo, invertendosi solamente nell’ultimo periodo (1995 –<br />

2005).<br />

Un dato che non è in nostro possesso, ma che potrebbe dare<br />

qualche elemento di valutazione sociale in più, è quello riguardante<br />

le dinamiche delle diverse fasce d’età nel periodo 1970 -<br />

2005.<br />

Capire se oltre al fenomeno del modificarsi dei numeri dei<br />

residenti vi è anche un cambiamento di consistenza di fasce d’età a<br />

favore delle persone anziane.<br />

Comprendere, cioè, se il fenomeno dell’invecchiamento è<br />

dovuto al modificarsi dei nuclei familiari, quindi alle esclusive<br />

dinamiche demografiche o se i flussi dovuti agli esodi per lavoro<br />

l’abbia acuito.<br />

Il fenomeno dell’invecchiamento è talmente evidente in<br />

agricoltura, anche in quella di pianura, che una delle linee<br />

prioritarie delle normative e dei sostegni comunitari e nazionali è<br />

finalizzata a contenerne gli effetti negativi favorendo la<br />

permanenza e il reinserimento dei giovani.<br />

L’esodo del trentennio 1960 , 1980 è stato solo “rallentato”<br />

dalla vocazione agricola e turistica della valle ed in particolare<br />

dell’Alta Valle.<br />

Lo spostamento di molti residenti dall’Alta Valle alla Media e<br />

alla Bassa Valle, non ha determinato però l’abbandono della stessa<br />

in quanto forte è rimasto il legame sociale ed economico che questi<br />

emigranti hanno mantenuto con le loro comunità.<br />

59


Fenomeno che si è verificato in molte aree montane bresciane<br />

d’alta quota.<br />

Quel legame ancor oggi si manifesta in ritorni/presenze per<br />

periodi brevi, medi e lunghi pur essendo residenti in altri comuni.<br />

La valutazione dei flussi dei residenti ha attinenza con<br />

l’agricoltura non solo per le relazioni sociali ed economiche<br />

che la caratterizzano , ma anche per i riflessi culturali e<br />

ambientali che ne conseguono, in modo particolare per le<br />

tradizioni religiose e popolari.<br />

Il modificarsi degli equilibri fra classi e categorie sociali<br />

determina fenomeni di trasformazione della società.<br />

L’attenta lettura dei fenomeni permette di riflettere sulle<br />

politiche da intraprendere per non disperdere patrimoni umani,<br />

sociali, culturali ed economici di rilevante importanza.<br />

Di seguito riportiamo alcune schede rilevate dai dati del<br />

Censimento ISTAT 2000 in quanto ci permettono un primo<br />

generale approccio al settore agricolo nei sei Comuni<br />

dell’Alta Valle Trompia.<br />

60


Comune BOVEGNO<br />

Aziende Agrarie<br />

Con solo<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Aziende per forma di conduzione<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente, cond.<br />

Con salariati<br />

Totale Aziende<br />

Agrarie Censim.<br />

2000<br />

129 0 1 130<br />

Persone per categoria di manodopera agricola<br />

(Nel dato parenti sono inclusi gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

Totale<br />

129 70 120 2 321<br />

Giornate di lavoro aziendale per categoria di<br />

manodopera agricola (nel dato parenti sono inclusi<br />

gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

Totale<br />

27.045 7.790 9.537 60 44.433<br />

Aziende con allevamenti bovini, bufalini e suini<br />

Bovini suini Totale<br />

aziende<br />

Aziende N. capi Di cui vacche Aziende N. capi<br />

94 1.663 1.010 32 54 117<br />

Aziende con ovini, caprini, equini e avicoli<br />

Ovini Caprini Equini Avicoli<br />

Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi<br />

4 40 5 77 14 27 77 2.047<br />

61


Superficie Agricola utilizzata (SAU) per forma di<br />

conduzione<br />

Con sola<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente – e -<br />

Conduz con salariati<br />

Totale<br />

Superficie<br />

SAU<br />

1.2037.24 0 1.300,58 2.537,82<br />

Proprietà<br />

Aziende per titolo di possesso dei terreni<br />

Affitto<br />

Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in:<br />

proprietà,<br />

affitto,<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

Aziende<br />

77 9 1 19 20 2 2 130<br />

Superficie totale per titolo di possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

1.604,22 66,36 3,29 645,09 107,66 13,80 97,40 2.537,82<br />

SAU Superficie agricola utilizzata per titolo di<br />

possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

187,65 58,37 1,44 519,90 83,38 3,00 44,06 897,80<br />

62


Comune COLLIO<br />

Aziende Agrarie<br />

Con solo<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Aziende per forma di conduzione<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente, cond.<br />

Con salariati<br />

Totale Aziende<br />

Agrarie Censim.<br />

2000<br />

57 0 1 58<br />

Persone per categoria di manodopera agricola<br />

(nel dato parenti sono inclusi gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

Totale<br />

57 18 45 1 121<br />

Giornate di lavoro aziendale per categoria di<br />

manodopera agricola (nel dato parenti sono inclusi<br />

gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

Totale<br />

19.745 3.030 8.260 1 Temp ind 31.036<br />

Aziende con allevamenti bovini, bufalini e suini<br />

Bovini suini Totale<br />

aziende<br />

Aziende N. capi Di cui vacche Aziende N. capi<br />

57 619 434 2 5 57<br />

Aziende con ovini, caprini, equini e avicoli<br />

Ovini Caprini Equini Avicoli<br />

Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi<br />

1 3 1 36 0 0 51 660<br />

63


Superficie Agricola utilizzata (SAU) per forma di<br />

conduzione<br />

Con sola<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Proprietà<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente – e -<br />

Conduz con salariati<br />

Totale<br />

Superficie<br />

SAU<br />

476,74 0 3.414,56 3.891,30<br />

Aziende per titolo di possesso dei terreni<br />

Affitto<br />

Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in:<br />

proprietà,<br />

affitto,<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

Aziende<br />

51 0 0 5 2 0 0 58<br />

Superficie totale per titolo di possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

3.706,87 0 0 146,03 38,40 0 0 3.891,30<br />

SAU Superficie agricola utilizzata per titolo di<br />

possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

2.555,37 0 1,80 141,40 35,65 0 0 2.734,22<br />

64


Comune IRMA<br />

Aziende Agrarie<br />

Con solo<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Aziende per forma di conduzione<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente, cond.<br />

Con salariati<br />

Totale Aziende<br />

Agrarie Censim.<br />

2000<br />

4 0 1 5<br />

Persone per categoria di manodopera agricola<br />

(nel dato parenti sono inclusi gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

Totale<br />

4 2 7 1 14<br />

Giornate di lavoro aziendale per categoria di<br />

manodopera agricola (nel dato parenti sono inclusi<br />

gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

355 141 65 1 Temp<br />

indeter<br />

Totale<br />

562<br />

Aziende con allevamenti bovini, bufalini e suini<br />

Bovini suini Totale<br />

aziende<br />

Aziende N. capi Di cui vacche Aziende N. capi<br />

1 10 8 1 2 4<br />

Aziende con ovini, caprini, equini e avicoli<br />

Ovini Caprini Equini Avicoli<br />

Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi<br />

0 0 0 0 0 0 4 85<br />

65


Superficie Agricola utilizzata (SAU) per forma di<br />

conduzione<br />

Con sola<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Proprietà<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente – e -<br />

Conduz con salariati<br />

Totale<br />

Superficie<br />

SAU<br />

23,76 0 431,08 454,84<br />

Aziende per titolo di possesso dei terreni<br />

Affitto<br />

Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in:<br />

proprietà,<br />

affitto,<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

Aziende<br />

3 0 0 2 0 0 0 5<br />

Superficie totale per titolo di possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

439,03 0 0 15,81 0 0 0 454,84<br />

SAU Superficie agricola utilizzata per titolo di<br />

possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

129,24 0 0 14,43 0 0 0 143,67<br />

66


Comune MARMENTINO<br />

Aziende Agrarie<br />

Con solo<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Aziende per forma di conduzione<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente, cond.<br />

Con salariati<br />

Totale Aziende<br />

Agrarie Censim.<br />

2000<br />

22 0 1 23<br />

Persone per categoria di manodopera agricola<br />

(nel dato parenti sono inclusi gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

Totale<br />

22 12 26 6 66<br />

Giornate di lavoro aziendale per categoria di<br />

manodopera agricola (nel dato parenti sono inclusi<br />

gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

Totale<br />

7465 3300 2480 1321 14566<br />

Aziende con allevamenti bovini, bufalini e suini<br />

Bovini suini Totale<br />

aziende<br />

Aziende N. capi Di cui vacche Aziende N. capi<br />

21 242 146 11 28 22<br />

Aziende con ovini, caprini, equini e avicoli<br />

Ovini Caprini Equini Avicoli<br />

Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi<br />

2 5 1 3 3 15 19 459<br />

67


Superficie Agricola utilizzata (SAU) per forma di<br />

conduzione<br />

I dati della SAU con manodopera extrafamiliare prevalente e conduzione con salariati nel<br />

Censimento 2000 è errato, si è ritenuto pertanto di utilizzare il dato fornito dalla Comunità<br />

Montana<br />

Con sola<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Proprietà<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente – e -<br />

Conduz con salariati<br />

Totale<br />

Superficie<br />

SAU<br />

= = 0 = = = =<br />

Aziende per titolo di possesso dei terreni<br />

Affitto<br />

Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in:<br />

proprietà,<br />

affitto,<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

Aziende<br />

14 0 0 4 4 0 1 23<br />

Superficie totale per titolo di possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

= = 0 0 216,94 23,38 0 24,72 1771,65<br />

SAU Superficie agricola utilizzata per titolo di<br />

possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

95,03 0 0 158,59 13,76 0 0 267,38<br />

68


Comune PEZZAZE<br />

Aziende Agrarie<br />

Con solo<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Aziende per forma di conduzione<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente, cond.<br />

Con salariati<br />

Totale Aziende<br />

Agrarie Censim.<br />

2000<br />

27 0 2 30<br />

Persone per categoria di manodopera agricola<br />

(nel dato parenti sono inclusi gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

Totale<br />

27 12 10 5 54<br />

Giornate di lavoro aziendale per categoria di<br />

manodopera agricola (nel dato parenti sono inclusi<br />

gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

Totale<br />

8.360 1.610 930 173 11.073<br />

Aziende con allevamenti bovini, bufalini e suini<br />

Bovini suini Totale<br />

aziende<br />

Aziende N. capi Di cui vacche Aziende N. capi<br />

21 311 182 13 19 21<br />

Aziende con ovini, caprini, equini e avicoli<br />

Ovini Caprini Equini Avicoli<br />

Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi<br />

1 5 1 1 2 5 10 120<br />

69


Superficie Agricola utilizzata (SAU) per forma di<br />

conduzione<br />

Con sola<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Proprietà<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente – e -<br />

Conduz con salariati<br />

Totale<br />

Superficie<br />

SAU<br />

244,91 0 520,51 770,12<br />

Aziende per titolo di possesso dei terreni<br />

Affitto<br />

Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in:<br />

proprietà,<br />

affitto,<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

Aziende<br />

10 8 1 7 2 1 1 30<br />

Superficie totale per titolo di possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

556,22 76,88 11,41 80,20 7,43 13,03 24,95 770,12<br />

SAU Superficie agricola utilizzata per titolo di<br />

possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

267,49 49,88 5,87 34,08 5,31 7,27 23,05 392,95<br />

70


Comune TAVERNOLE SUL MELLA<br />

Aziende Agrarie<br />

Con solo<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Aziende per forma di conduzione<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente, cond.<br />

Con salariati<br />

Totale Aziende<br />

Agrarie Censim.<br />

2000<br />

21 0 1 22<br />

Persone per categoria di manodopera agricola<br />

(nel dato parenti sono inclusi gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

Totale<br />

21 9 26 18 74<br />

Giornate di lavoro aziendale per categoria di<br />

manodopera agricola (nel dato parenti sono inclusi<br />

gli impiegati)<br />

Conduttore Coniuge Altri familiari Parenti e<br />

impiegati<br />

Totale<br />

6.640 1.783 1.359 2.511 12.293<br />

Aziende con allevamenti bovini, bufalini e suini<br />

Bovini suini Totale<br />

aziende<br />

Aziende N. capi Di cui vacche Aziende N. capi<br />

16 319 209 8 28 20<br />

Aziende con ovini, caprini, equini e avicoli<br />

Ovini Caprini Equini Avicoli<br />

Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi Aziende N. capi<br />

5 64 4 145 5 16 18 253<br />

71


Superficie Agricola utilizzata (SAU) per forma di<br />

conduzione<br />

Con sola<br />

manodopera<br />

familiare<br />

Proprietà<br />

Con manodopera<br />

familiare prevalente<br />

Con manodopera<br />

extrafamiliare<br />

prevalente – e -<br />

Conduz con salariati<br />

Totale<br />

Superficie<br />

SAU<br />

902,87 0 943,18 1.846,05<br />

Aziende per titolo di possesso dei terreni<br />

Affitto<br />

Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

prop. e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in:<br />

proprietà,<br />

affitto,<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

Aziende<br />

8 3 0 4 3 1 3 22<br />

Superficie totale per titolo di possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte<br />

in uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

1.000,44 46,88 0 491,76 15,96 5,38 285,63 1.846,05<br />

SAU Superficie agricola utilizzata per titolo di<br />

possesso dei terreni<br />

Proprietà Affitto Uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

affitto<br />

Parte in<br />

proprietà<br />

e parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

affitto e<br />

parte in<br />

uso<br />

gratuito<br />

Parte in<br />

proprietà,<br />

parte in<br />

affitto e<br />

uso<br />

gratuito<br />

Totale<br />

superfici<br />

413,62 37,39 3,24 483,37 11,25 5,32 42,16 996,35<br />

72


Comuni<br />

Tavernole<br />

Pezzaze<br />

Irma<br />

Marmentino<br />

Bovegno<br />

Collio<br />

Addetti in agricoltura<br />

Censimento 2000<br />

Condut.<br />

21<br />

27<br />

4<br />

22<br />

129<br />

57<br />

Coniuge<br />

9<br />

12<br />

2<br />

12<br />

70<br />

18<br />

Altri<br />

famigl.<br />

26<br />

10<br />

Parenti<br />

impieg.<br />

18<br />

Totale<br />

74<br />

TOTALE 260 123 234 33 650<br />

7<br />

26<br />

120<br />

45<br />

5<br />

1<br />

6<br />

2<br />

1<br />

54<br />

14<br />

66<br />

321<br />

121<br />

73


Il numero di addetti rilevato dal Censimento ISTAT del<br />

2000 non è stato comparato con i dati dei censimenti<br />

precedenti, in quanto le condizioni che caratterizzavano la<br />

relazione fra addetti, effettiva prestazione d’opera nell’azienda<br />

agraria è stata subordinata alle riforme che hanno coinvolto il<br />

settore agricolo ed in particolare: la riforma del sistema<br />

previdenziale, la riforma dell’iscrizione dell’albo degli imprenditori<br />

agricoli ed il trasferimento di funzioni alle Province, la riforma della<br />

PAC, il sistema delle gabbie produttive, previste dalla PAC.<br />

Ci siamo limitati pertanto a rilevare alcuni dati che ci<br />

aiuteranno a valutare se in Alta Valle Trompia esiste la<br />

possibilità di trattenere, inserire, reinserire professionalità<br />

agricole qualificate e a sostenerne la presenza razionale sul<br />

territorio.<br />

Dobbiamo innanzi tutto rilevare come il numero dei<br />

conduttori di aziende agrarie, pari a 260, sia elevato.<br />

Altrettanto numerosi sono i familiari ed i parenti coinvolti<br />

nelle imprese agricole (650).<br />

Il totale degli addetti rilevati dal censimento rapportati<br />

al numero totale di residenti rappresenta una percentuale<br />

particolarmente elevata, circa il 7,50%, contro una<br />

percentuale regionale che si avvicina al 2%.<br />

Se l’analisi sugli addetti effettivi che vivono sul territorio e di<br />

agricoltura andrà ulteriormente approfondita, possiamo comunque<br />

rilevare che il rapporto fra addetti, anche di carattere hobbistico e il<br />

territorio è significativo.<br />

Anche questo dato dimostra il profondo legame che esiste fra<br />

le persone ed il loro territorio.<br />

Non abbiamo potuto comparare il numero dei conduttori<br />

rilevati dal censimento 2000 e gli iscritti all’albo degli Imprenditori<br />

Agricoli, in quanto, pur avendo ottenuto piena disponibilità<br />

dell’Assessorato all’Agricoltura e dell’Ufficio competente provinciale,<br />

dopo il trasferimento di competenze dalla Camera di Commercio<br />

alla Provincia, è da poco iniziato il lavoro di inserimento di tutti gli<br />

imprenditori agricoli nell’unico albo provinciale.<br />

L’albo camerale, visto il trasferimento di competenze alla<br />

Provincia, non è stato aggiornato.<br />

74


Comuni<br />

Tavernole<br />

Pezzaze<br />

Irma<br />

Marmentino<br />

Bovegno<br />

Collio<br />

Agriturismi<br />

Totale<br />

=<br />

2<br />

=<br />

2<br />

1<br />

1<br />

Apertura<br />

stagionale<br />

Apertura<br />

tutto l’anno<br />

TOTALE 6 1 5<br />

=<br />

1<br />

=<br />

=<br />

=<br />

=<br />

=<br />

1<br />

=<br />

2<br />

1<br />

1<br />

75


L’agriturismo, allo stato attuale, non svolge un ruolo di<br />

primaria importanza nel comparto agricolo.<br />

E’ settore giovane, in quanto di “recente apertura”, che<br />

ancora non rispecchia le reali potenzialità della zona.<br />

La quasi totalità degli agriturismi garantisce una apertura<br />

annuale e uno solo l’apertura stagionale.<br />

Le imprese agrituristiche offrono esclusivamente un<br />

prodotto enogastronomico e nessuna opportunità di<br />

soggiorno.<br />

L’Alta Valle Trompia ha effettive potenzialità di crescita<br />

e sviluppo del settore agrituristico sia per le caratteristiche<br />

territoriali che per la presenza di imprese agricole con annesso<br />

allevamento.<br />

Anche il numero rilevante di cascine e malghe è una delle<br />

condizioni positive che potrebbero favorire lo sviluppo del settore.<br />

Occorre rilevare che gli agriturismi presenti, sono sorti per<br />

l’iniziativa dei singoli. Solo in parte hanno potuto usufruire dei<br />

contributi pubblici.<br />

Ancora insufficiente è la relazione fra agriturismi e imprese<br />

agricole della Valle Trompia per lo scambio di prodotti tipici.<br />

Prodotti che in larga parte già esistono e che in parte<br />

potrebbero essere promossi attraverso azioni mirate di<br />

collaborazione fra i produttori di valle.<br />

Prodotti che proprio per il luogo in cui sono coltivati o allevati<br />

dovrebbero essere di qualità riconosciuta e con caratteristiche<br />

effettivamente biologiche.<br />

Ancora inadeguate e insufficienti sono le iniziative e le azioni<br />

permanenti volte al promuovere un turismo agricolo ambientale per<br />

i ragazzi (turismo didattico) che per i turisti tradizionali anche di<br />

zone diverse (città).<br />

La mancanza d’integrazione fra settori diversi e zone diverse<br />

penalizza fortemente il settore.<br />

Riflessioni che interessano la promozione dei pacchetti turistico<br />

ambientali sono già in programma. La difficoltà maggiore per<br />

un’azione di sistema forte è dovuta alla condizione di marginalità<br />

turistica che da troppo tempo caratterizza la Valle Trompia.<br />

Marginalità che lentamente e costantemente va attenuandosi<br />

grazie ai pacchetti di proposte, museali, circuiti di turismi<br />

ambientali, turismo tradizionale sciistico, parco minerario<br />

ecc. che vengono proposti.<br />

76


Comuni<br />

Tavernole<br />

Pezzaze<br />

Irma<br />

Marmentino<br />

Bovegno<br />

Collio<br />

Superfici<br />

Censimento 2000<br />

Totale superfici<br />

1.846,05<br />

770,12<br />

454,84<br />

1.771,65<br />

2.537,82<br />

3.891,30<br />

SAU<br />

996,35<br />

392,95<br />

143,67<br />

267,38<br />

897,80<br />

2.734,22<br />

TOTALE 11.271,78 5432,37<br />

77


La valutazione delle superfici è sempre complessa, soprattutto<br />

quando si analizzano i dati dei censimenti.<br />

Il territorio dell’Alta Valle Trompia più volte analizzata è<br />

caratterizzato da superfici boscate di pregio limitato. Così come vi<br />

sono aree che sono difficilmente raggiungibili e quindi lavorabili.<br />

I dati riportati nella tabella precedente assumono pertanto<br />

carattere indicativo.<br />

Il decisore partendo dall’analisi delle caratteristiche territoriali<br />

avrà il compito di valutare politiche ed iniziative che tendano alla<br />

conservazione e al recupero del territorio in una visione di<br />

area vasta.<br />

Ogni singolo Comune conosce il proprio territorio, ma a<br />

tutt’oggi le politiche di valorizzazione territoriale sono derivate dalla<br />

conseguenza di presenze di attività umane sullo stesso: cascine o<br />

abitazioni.<br />

In alta Valle Trompia non esiste un organismo che si<br />

occupi di forestazione e di gestione forestale.<br />

Le infrastrutture in particolare la viabilità, l’elettrificazione e la<br />

fornitura d’acqua, pur con contributi anche di altre istituzioni è stato<br />

proposto e promosso dalle realtà comunali.<br />

La relazione fra SAU e superfici totali dei Comuni rileva come<br />

la presenza circoscritta dell’impresa agricola possa e debba essere<br />

coinvolta nella gestione globale del territorio.<br />

Relazione non certamente esclusiva ma aperta a<br />

collaborazioni con Associazioni, Enti, Comitati che operano per<br />

la tutela, la salvaguardia ed il recupero ambientale.<br />

La montagna è per propria natura area a rischio idrogeologico<br />

e questo, da sempre, ha costretto le comunità locali a predisporre<br />

piani ed interventi permanenti per prevenire ed affrontare fenomeni<br />

calamitosi.<br />

La realizzazione delle opere di difesa del suolo, di<br />

regimentazione e gestione delle acque assume una funzione<br />

multisettoriale che favorisce presenze e attività agricole<br />

ambientali.<br />

Iniziative che potrebbero essere affrontate e attuate se<br />

le normative esistenti (l. 97/94 e l.r. 7/2000 artt. 24- 25)<br />

fossero adeguatamente finanziate.<br />

78


Comuni<br />

Tavernole<br />

Pezzaze<br />

Irma<br />

Marmentino<br />

Bovegno<br />

Collio<br />

Dati ASL N. capi allevati<br />

28 Aprile 2005<br />

Bovini<br />

269<br />

343<br />

24<br />

211<br />

906<br />

640<br />

Ovi caprini<br />

409<br />

101<br />

31<br />

45<br />

262<br />

349<br />

Equini<br />

10<br />

TOTALE 2.393 1.242 72<br />

7<br />

2<br />

18<br />

18<br />

17<br />

79


Comuni<br />

Tavernole<br />

Pezzaze<br />

Irma<br />

Marmentino<br />

Bovegno<br />

Collio<br />

Dati Censimento 2000<br />

Aziende Agricole Capi allevati<br />

N°<br />

aziende<br />

agricole<br />

con all.<br />

22<br />

30<br />

5<br />

23<br />

130<br />

58<br />

N° aziende<br />

con<br />

allevamenti<br />

20<br />

21<br />

4<br />

22<br />

117<br />

57<br />

Numero<br />

capi<br />

bovini<br />

319<br />

311<br />

Numero<br />

capi<br />

suini<br />

Numero<br />

capi<br />

Ovi<br />

caprini<br />

TOTALE 268 241 3.164 131 258<br />

10<br />

242<br />

1.663<br />

619<br />

28<br />

19<br />

2<br />

28<br />

54<br />

= =<br />

145<br />

= =<br />

= =<br />

= =<br />

77<br />

36<br />

80


Comuni<br />

DATI NUMERO DI CAPI BOVINI E<br />

OVICAPRINI<br />

ASL 2005<br />

CENSIMENTO 2000<br />

C.A.T.A. VT 1985<br />

Bovini<br />

ASL 2005<br />

Bovini<br />

Cens.<br />

2000<br />

Bovini<br />

CATA<br />

1985<br />

OVI<br />

CAPRINI<br />

ASL<br />

2005<br />

OVI<br />

CAPRINI<br />

Cens.<br />

2000<br />

Tavernole 269 319 500 409 145<br />

Pezzaze 343 311 466 101 0<br />

Irma 24 10 81 31 0<br />

Marmentino 211 242 401 45 0<br />

Bovegno 906 1.663 2.129 262 77<br />

Collio 640 619 1.708 349 36<br />

Totale 2.393 3.164 5.285 1.242 258<br />

Differenza numero capi bovini ASL 2005 e<br />

censimento 2000<br />

Differenza numero capi bovini CATA 1985 e<br />

censimento 2000<br />

Differenza numero capi CATA 1985 e ASL<br />

2005<br />

771<br />

2.121<br />

2.892<br />

81


In premessa dobbiamo evidenziare che anziché comparare i<br />

dati del numero di capi allevati dei decenni precedenti, abbiamo<br />

preferito rappresentare i dati dell’ASL e del censimento che ci<br />

aiutano a comprendere la reale consistenza e dinamica<br />

d’allevamento che caratterizza l’Alta Valle Trompia.<br />

L’unico dato di riferimento che abbiamo mantenuto del<br />

passato è quello del 1985, anno precedente alle normative<br />

applicative delle quote latte. (abbattimento capi bovini da latte,<br />

abbandono produzione di latte).<br />

Anno, il 1985, nel quale ancora non era stata ancora attuata la<br />

legge 51 per l’ammodernamento delle strutture aziendali.<br />

Anno, quindi, pre riforma del settore lattiero caseario italiano.<br />

Nello stesso periodo si registrava una inadeguata<br />

organizzazione e offerta d’assistenza tecnica, ed in particolare<br />

quella rivolta agli allevamenti bovini.<br />

Anche i tentativi pubblici, in particolare della Provincia,<br />

d’istituire nuovi organismi d’assistenza tecnica (CATA) si sono<br />

scontrate con condizioni complesse e difficili, limitandone di fatto la<br />

possibilità operativa.<br />

La difficoltà maggiore per strutturare l’offerta d’assistenza<br />

tecnica, scaturirà proprio dalla debolezza delle istituzioni regionale<br />

e provinciale a costituire strumenti di coordinamento e<br />

collaborazione fra i diversi Enti e Organismi che operavano sul<br />

territorio nel comparto dell’assistenza tecnica, della<br />

sperimentazione, della ricerca applicata e della divulgazione.<br />

Per una completa lettura dei dati che riguardano gli<br />

allevamenti zootecnici, ed in particolare i bovini da latte, si deve<br />

considerare che da più di vent’anni in Italia stiamo<br />

rincorrendo la corretta applicazione delle quote latte.<br />

Quote latte che nelle zone montane hanno determinato<br />

condizioni di particolare difficoltà per l’ammodernamento delle<br />

imprese. I piccoli allevamenti hanno incontrato notevoli difficoltà,<br />

visti gli alti costi, ad acquistare quote e a reperirle sul mercato.<br />

82


Anche se dobbiamo riconoscerlo la materia è controversa e<br />

ciò è riconducibile principalmente, per un lungo periodo, all’assenza<br />

di linee chiare, ed oggi alla difficoltà della gestione di un<br />

meccanismo complesso.<br />

Altro fattore che ha influito sul numero di capi bovini allevati è<br />

stato il costante miglioramento genetico delle razze montane,<br />

ed in particolare della bruna alpina.<br />

I progetti di miglioramento genetico, in Alta Valle<br />

Trompia, non sono stati attuati diffusamente.<br />

Solo le realtà cooperative e qualche allevatore hanno seguito<br />

progetti di miglioramento genetico. Questo ha determinato un<br />

ritardo effettivo nel processo di miglioramento dei capi ed una<br />

ulteriore difficoltà ad affrontare e promuovere progetti di<br />

miglioramento delle produzioni lattiero casearie.<br />

Non vogliamo rincorrere le ragioni di questo ritardo in quanto<br />

al decisore spetta rimuovere gli ostacoli che possono impedire nel<br />

futuro d’accelerare questo indispensabile progetto.<br />

Il processo di miglioramento genetico della bruna alpina è<br />

arrivato in ritardo sulla frisona per numerosi fattori.<br />

Il miglioramento della frisona fu accelerato grazie a numerosi<br />

progetti pubblici, alla particolare qualità degli Enti d’assistenza<br />

tecnica: APA, Centro Miglioramento Qualitativo del Latte, Istituto<br />

Zooprofilattico, alle numerose iniziative divulgative e formative<br />

organizzate dalle Organizzazioni Agricole, Associazione Frisona<br />

Italiana, ma sopra tutto alla consistente introduzione di capi<br />

provenienti da paesi esteri: Olanda, Stati Uniti, Canada che<br />

avevano già raggiunto livelli qualitativi molto elevati ed ai progetti<br />

di miglioramento delle tecniche d’allevamento.<br />

Tutti questi fattori hanno incontrato difficoltà nell’applicazione<br />

di progetti in montagna.<br />

Anche le tecniche di mungitura e i problemi igienico sanitari,<br />

oggetto di importanti progetti in essere, hanno influito sui processi<br />

di miglioramento quanti-qualitativo del latte di montagna.<br />

83


Ricordare l’impegno e la passione di un uomo: il Dott.<br />

Giuseppe Santus, che per anni dedicò la sua professionalità e la<br />

sua vita alla “Bruna”, guidandone con intelligenza l’associazione,<br />

significa ripercorrere quel lungo cammino compiuto per<br />

riconoscere le qualità genetiche di una razza con vocazione<br />

montana.<br />

Una razza che tutt’oggi ha ampi margini per migliorarne<br />

le caratteristiche di produzione di latte e di carne.<br />

Aumento delle produzioni, tetto di produzione (quote latte),<br />

fenomeni di abbandono delle produzioni da parte di alcune imprese,<br />

hanno certamente influito sulla diminuzione del numero dei capi<br />

allevati.<br />

Lo ribadiamo, sarebbe interessante anche per il prossimo<br />

futuro avere il dato complessivo di produzione lattiera e della<br />

sua lavorazione per comprendere appieno le dinamiche che<br />

caratterizzano gli allevamenti.<br />

Se anche dovessimo rilevare che la quantità del latte prodotto<br />

non è diminuita in percentuale analoga alla diminuzione dei capi<br />

allevati, non possiamo non rilevare come il rapporto territorio<br />

bestiame allevato si va gradualmente attenuando.<br />

Tale rapporto è stato nel passato e lo è tutt’oggi indispensabile<br />

per mantenere una qualità di gestione delle aree vocate al pascolo,<br />

oltre alla conservazione valorizzazione delle malghe.<br />

84


Comuni<br />

ALLEVAMENTI BOVINI E<br />

ALLEVAMENTI TOTALI<br />

DATI ASL 2005<br />

CENSIMENTO 2000<br />

C.A.T.A. VT 1985<br />

Num.<br />

Allev.<br />

Bovini<br />

2005<br />

Dati ASL<br />

Num. Allev.<br />

Bovini 2000<br />

Dati<br />

Censimento<br />

Num. Allev.<br />

Bovini 1985<br />

Dati<br />

C.A.T.A. VT<br />

Num.<br />

Allev.<br />

Totale<br />

2005<br />

Dati ASL<br />

Num. Allev.<br />

Totali 2000<br />

Dati<br />

Censimento<br />

Tavernole 22 16 34 52 20<br />

Pezzaze 26 21 56 44 21<br />

Irma 3 1 4 4 4<br />

Marmentino 21 21 37 29 22<br />

Bovegno 84 94 129 115 117<br />

Collio 85 57 128 129 57<br />

Totale<br />

241 189 388 373 241<br />

85


Un ulteriore riflessione va riservata al numero di aziende<br />

agrarie con annesso allevamento bovini e al numero di<br />

aziende totali partendo dai dati forniti dall’ASL Ufficio Veterinario<br />

(anno 2005), dal censimento 2000 e dai dati del C.A.T.A. del 1985.<br />

Come possiamo rilevare il dato ASL di 241 aziende è superiore<br />

a quello del censimento 2000, pari a 189. La differenza può essere<br />

imputata agli allevamenti familiari non registrati in censimento.<br />

Analoga differenza di numero di aziende si rileva anche nel<br />

numero di allevamenti totali dati ASL 2005 e dati censimento 2000.<br />

Ciò che invece emerge con chiarezza è la differenza del<br />

numero di aziende con annesso allevamento bovino rilevato<br />

dal C.A.T.A. nel 1985 e quelli dell’ASL e del censimento 2000.<br />

Differenza numero di aziende con allevamento<br />

bovino dati CATA 1985 e dati ASL 2005<br />

Differenza numero di aziende con allevamento<br />

bovino dati CATA 1985 e censimento 2000<br />

- 137<br />

- 199<br />

Si ritiene che il dato più attendibile di comparazione sia il<br />

secondo, e cioè quello fra i dati CATA 1985 e censimento 2000<br />

perché aventi modalità di rilevazione simili, anche non chiara è la<br />

rilevazione degli allevamenti che praticano il nomadismo.<br />

Il numero di allevamenti si è quindi dimezzato in circa<br />

vent’anni ed il trend negativo è ancora presente.<br />

Anche l’età dei titolari d’impresa, dato non disponibile, sarebbe<br />

di notevole rilevanza per approntare iniziative che promuovano il<br />

rilancio dell’attività agricola montana. Una parziale ma significativa<br />

informazione sull’età degli addetti la si può rilevare dai dati riportati<br />

nel Piano Alpeggi.<br />

L’età avanzata dei titolari delle aziende garantisce la sola<br />

politica conservativa e di fatto rinvia le soluzioni di prospettiva.<br />

I giovani presenti pur essendo in numero limitato lasciano<br />

aperta la porta della speranza nel futuro del settore.<br />

86


Dati forniti<br />

dai pubblici amministratori<br />

aziende agricole a titolo esclusivo<br />

con annesso allevamento<br />

che possono avere i requisiti per mantenere e<br />

sviluppare nel breve e medio periodo la propria<br />

attività<br />

Comuni<br />

Tavernole<br />

Pezzaze<br />

Irma<br />

Marmentino<br />

Bovegno<br />

Collio<br />

Bovino<br />

6<br />

6<br />

= =<br />

5<br />

20<br />

15<br />

Ovi caprino<br />

Equini<br />

TOTALE 52 6 1<br />

1<br />

= =<br />

= =<br />

= =<br />

1<br />

4<br />

= =<br />

= =<br />

= =<br />

1<br />

= =<br />

= =<br />

87


Comuni<br />

Tavernole<br />

Pezzaze<br />

Irma<br />

Marmentino<br />

Bovegno<br />

Collio<br />

Malghe - Alpeggi<br />

Totale<br />

7<br />

3<br />

1<br />

3<br />

18<br />

23<br />

Proprietà<br />

comunale<br />

Altro<br />

TOTALE 55 51 4<br />

7<br />

3<br />

1<br />

3<br />

15<br />

22<br />

= =<br />

= =<br />

= =<br />

= =<br />

3 ERSAF<br />

1 Privata<br />

88


Affrontare la valutazione delle malghe è compito agevolato dai<br />

documenti di rilevazione e di pianificazione esistenti (Piano<br />

Alpeggi).<br />

Dobbiamo evidenziare che i numeri riportati nelle tabelle<br />

(informazioni degli amministratori locali) non corrispondono a quelli<br />

dei dati rilevati dalla Comunità Montana per la Regione Lombardia.<br />

Il numero complessivo delle malghe/alpeggi (dati<br />

censimento regione Lombardia) è di 43 di cui solamente una di<br />

proprietà privata.<br />

Il numero delle malghe deve essere integrato con quello<br />

delle stazioni (86) e del totale fabbricati (137).<br />

I documenti e i dati del Piano Alpeggi elaborato nel<br />

2000, sono e saranno un riferimento indispensabile per<br />

affrontare una qualsiasi riflessione.<br />

Il Piano malghe/Alpeggi è considerato pertanto parte<br />

integrante dello studio.<br />

Si deve comunque rilevare come l’impegno della Regione al<br />

finanziamento del progetto di permanente aggiornamento sia<br />

attualmente sospeso.<br />

Per le valutazioni dello studio noi partiremo quindi dai dati<br />

forniti dagli amministratori locali, ritenendo che il problema<br />

connesso al miglioramento strutturale funzionale delle malghe e<br />

degli alpeggi sia ben conosciuto.<br />

Le due tabelle che riportano i dati delle malghe presenti nei sei<br />

Comuni dell’Alta Valle Trompia e delle aziende agrarie, che grazie<br />

all’annesso allevamento, possono vivere effettivamente del reddito<br />

aziendale forniscono ulteriori elementi di riflessione.<br />

Le malghe sono cinquantacinque (i dati sono stati forniti<br />

dai rappresentanti delle amministrazioni comunali) e di queste 51<br />

sono di proprietà dei Comuni, tre sono di proprietà<br />

dell’ERSAF (Regione Lombardia) e solo una è privata (l’Ufficio<br />

Agricoltura della Comunità Montana ritiene che le malghe private<br />

siano due)<br />

E’ evidente che la proprietà quasi esclusivamente pubblica ha<br />

determinato una relazione positiva fra gli allevatori della zona ed i<br />

Comuni.<br />

In particolare è stata prestata attenzione alle strutture:<br />

locali per i mandriani, stalle e strutture per la mungitura, caseifici<br />

familiari e ai servizi: viabilità, fornitura acqua, energia elettrica.<br />

Molte, però rimangono le necessità per ammodernare e<br />

recuperare ulteriormente le malghe e le cascine, ma l’attenzione<br />

89


principale sembra essere quella di ricercare nuove forme e<br />

modelli di relazione con gli allevatori che diano garanzie di<br />

continuità di presenza qualitativa nelle stesse.<br />

Certamente il dato del numero di allevamenti a titolo<br />

esclusivo, corrispondente al numero di malghe - alpeggi presenti<br />

impone una riflessione che non si esaurisca nel breve periodo ma<br />

che interroga sul medio e lungo periodo.<br />

Ed ancora una volta emerge la necessità di affrontare una<br />

severa riflessione sul regime delle quote latte in montagna.<br />

Riflessione che avendo caratteristica istituzionale dovrà essere<br />

posta nelle sedi provinciale, regionale per essere poi trasferita alle<br />

sedi del governo nazionale.<br />

La permanenza dell’opera dell’uomo e del bestiame nelle<br />

malghe è una delle condizioni indispensabili per garantire una<br />

coerente e corretta gestione territoriale – ambientale.<br />

I due aggettivi: corretta e coerente, sono stati utilizzanti in<br />

quanto derivanti dai principi sanciti dalle normative europee,<br />

nazionali e regionali in materia di agricoltura, multifunzionalità<br />

e ruralità.<br />

Rimane inalterato il principio che le malghe sono strutture di<br />

presidio territoriale e ambientale e che pertanto devono, oggi più di<br />

ieri, assumere carattere prioritario nelle politiche istituzionali.<br />

Nel piano agricolo attuativo del 1989 viene riportato il risultato<br />

di un’indagine conoscitiva svolta dal CATA nel 1978 sui pascoli<br />

di proprietà dei Comuni e della Regione in Valle Trompia.<br />

Lo studio effettuato dal Prof. Milesi rivelò che le superfici<br />

produttive e improduttive e le condizioni strutturali delle<br />

cascine/malghe (n. 49) potevano ospitare un numero di paghe<br />

bovine pari a 3.368. Di queste ben 3.163 erano situate nell’Alta<br />

Valle Trompia.<br />

L’indagine solo apparentemente può apparire datata in quanto<br />

le superfici degli alpeggi, il numero delle malghe e il numero<br />

delle paghe non hanno subito rilevanti variazioni.<br />

Indagine più accurata andrebbe riservata alla valutazione dello<br />

stato conservativo degli alpeggi e delle strutture d’allevamento,<br />

all’aggiornamento cioè del Piano Alpeggi del 2000.<br />

Rilevazione semplice in quanto ogni Comune ha già a<br />

disposizioni dettagliate informazioni circa lo stato<br />

conservativo delle malghe d proprietà e la Comunità<br />

Montana ha professionalità, strumenti e conoscenze del<br />

territorio che ne agevola la possibilità operativa.<br />

90


CAPI MONTICATI<br />

NELLE MALGHE DELL’ALTA VAL TROMPIA<br />

Malga gg bovini bovini<br />

nom.<br />

Ovini<br />

caprini<br />

Ovini<br />

Caprini<br />

nomadi<br />

equini suini<br />

Cascicoli 80 40<br />

Cigoleto 90 100 30<br />

Pian della Pietra 80 20 25<br />

Canali 100 61<br />

Casantighe e Marmor 45 139 117 3<br />

Muffetto e Redicampo<br />

Vestone<br />

80 179 6 5<br />

Pofferatte, Botticini,<br />

Valgradello e Pezzeda<br />

Sera<br />

90 3975 10<br />

Corti Campomolle<br />

Poffe Stab. Fiorito<br />

90 24 152 2<br />

Zerle 60 8<br />

Poffe e Pile 110 39 14 1<br />

Stabile Fiorito e Sarle 100 1550 20<br />

Clodona e Craparro 100 1230 57<br />

Gandina e Valle Faggi 90 34 38 1230 11<br />

Colonno e Lividino 90 28 2 4<br />

Pontogna Bovidori<br />

Dosso Mattone<br />

90 22 123 73 38 2<br />

Stalletti 90 64 37 5<br />

Corti Cinesso 20 35<br />

Pradalonga 90 24 5<br />

Prato Nuovo 50 38<br />

Costarica 45 111<br />

Bozzoline e Vesgheno 90 120<br />

Ma e Croce 90 50<br />

Croce Marmentino 90 60<br />

Pian del Bene 90 50<br />

Pezzeda Mattina 90 30<br />

Piazze 90 20 60<br />

90 140<br />

Ravenola Vaga e<br />

Soliva<br />

Confine<br />

Vesgheno<br />

90 120<br />

Totale 2310 727 1022 395 8104 112 21<br />

91


Una valutazione a parte merita la pratica di monticazione.<br />

Malghe e alpeggi, sono sempre stati e ancor oggi rimangono<br />

simboli d’eccellenza delle produzione lattiero casearie.<br />

Una pratica, quella della monticazione, che nel passato era<br />

strettamente legata all’allevamento di valle. Il percorso era<br />

segnato dal battito delle stagioni. In estate in alpeggio, nelle mezze<br />

stagioni nelle stalle di valle e in inverno a mangiar fieno della<br />

bassa.<br />

Guardando ai dati della tabella precedente scopriamo con<br />

qualche sorpresa che i bovini allevati in malga sono<br />

complessivamente 1.749 e di questi ben 1.022 sono nomadi,<br />

cioè, provengono da zone “lontane”.<br />

Così come colpisce il dato degli ovi-caprini pari a 8.499 di<br />

cui ben 8.104 sono nomadi.<br />

Una prima considerazione: “gli ovi caprini hanno sostituito<br />

l’allevamento esclusivo dei bovini nelle malghe”.<br />

Un altro dato conforta di fronte alla eventuale prospettiva di<br />

una collaborazione fra i diversi Comuni per la gestione delle malghe<br />

e degli alpeggi. Tutte le stazioni sono ancor oggi utilizzate, anche se<br />

alcune solo per periodi brevi. Numero di giornate inferiori alla<br />

media rilevata nella tabella.<br />

Altre sono utilizzate da più allevatori e con specie allevata<br />

diversa: prima i bovini e successivamente gli ovini e/o caprini.<br />

Il nomadismo ha certamente determinato, comunque, la<br />

tenuta delle malghe, anche se effetti positivi e negativi sono di<br />

difficile tracciatura.<br />

Rimane l’interrogativo se specie allevate diverse bovini, ovini<br />

non possano determinare condizioni di utilizzo diverso delle malghe<br />

e degli alpeggi e se le due specie, proprio per le loro<br />

caratteristiche, non richiedano modalità gestionali diverse.<br />

Avere un approccio d’assegnazione delle malghe<br />

esclusivamente economico (gara contratto d’affitto) può<br />

determinare effetti negativi sulla gestione delle malghe.<br />

Una diversa tipologia d’allevamento: bovino o ovicaprino,<br />

determina scelte profondamente diverse per la gestione<br />

strutturale: messa a norma, rispetto delle norme in materia di<br />

benessere animale, manutenzioni straordinarie e ordinarie,<br />

adeguamenti delle strutture per la lavorazione dei prodotti lattiero<br />

caseari, depositi materie per l’alimentazione, strutture che<br />

garantiscano una qualità di vivibilità buona.. ecc.<br />

92


Progettare nel futuro investimenti d’ammodernamento<br />

delle strutture d’alpeggio senza avere fatto una preventiva<br />

considerazione a chi verranno riservate, cioè a quale<br />

tipologia di capi allevati, può provocare un dispendio di<br />

risorse elevato.<br />

Va rilevato inoltre che in Valle Trompia gli allevamenti<br />

ovicaprini sono di piccole dimensioni, pertanto le mandrie che sono<br />

interessate alla monticazione provengono da territori<br />

extravallivi.<br />

Al contrario la maggioranza delle mandrie bovine sono<br />

dislocate nel fondovalle, salvo alcune eccezioni che mantengono<br />

comunque in Valle una delle loro sedi aziendali. Il legame con il<br />

territorio degli allevamenti bovini e quindi molto radicato.<br />

Inoltre e non meno rilevante è il problema che attiene alla<br />

salubrità delle mandrie. La convivenza fra allevamenti bovini e<br />

ovicaprini è inopportuna.<br />

La fotografia dell’esistente ci fa ritenere, ancora una volta, che<br />

la gestione degli alpeggi e delle malghe debba essere<br />

riportata in una visione di gestione unica.<br />

Ma ancor di più, con la valorizzazione della tipicità del<br />

Nostrano di Valtrompia, occorrerà riconsiderare gli alpeggi<br />

quale aree vocate all’allevamento dei bovini da latte di<br />

qualità.<br />

Una affermazione facile da enunciare difficile da applicare, ma<br />

crediamo che non esistano alternative a questo indirizzo se si<br />

intende perseguire il progetto di massima valorizzazione dei<br />

prodotti tipici d’Alta Valle.<br />

Riservare cioè, gli alpeggi a coloro che si sono<br />

impegnati a perseguire l’obiettivo di produzioni di qualità<br />

certificata, o comunque, a garantire a questi allevatori, nelle<br />

gare d’assegnazione degli alpeggi punteggi più elevati.<br />

Molti altri approfondimenti potrebbero essere fatti<br />

considerando la vocazione delle Malghe e degli Alpeggi.<br />

Considerazioni in merito alle strutture, ai servizi, alle modalità<br />

d’allevamento e di trasformazione del latte, alla valorizzazione della<br />

qualità della carne ecc..<br />

Una malga che viene utilizzata da un allevatore di bovini<br />

richiede: alcuni servizi per la lavorazione del latte, la stagionatura,<br />

il ricovero degli animali, una strumentazione idonea a garantire la<br />

salute degli animali e la salubrità/qualità del prodotto, servizi che<br />

siano rispondenti alle esigenze di trasferimento dei capi e della loro<br />

93


alimentazione. Gli ovini richiedono, invece, altre strutture, servizi,<br />

strumenti.<br />

Non vorremmo, comunque, correre il rischio dell’ennesima<br />

elencazione di opere da realizzare a completamento di pianificazioni<br />

effettuate dai Comuni e dalle Comunità Montane anche in periodi<br />

remoti.<br />

Ci limitiamo a rilevare che alcune contraddizioni nella<br />

gestione delle malghe e degli alpeggi, costrette, vincolate dalle<br />

condizioni del comparto zootecnico, non sono di facile soluzione e<br />

richiedono valutazione pacate, equilibrate, ma al tempo stesso<br />

proiettate verso forme gestionale diverse.<br />

Forme che promuovano un nuovo e più radicato<br />

rapporto fra gli allevatori locali di bovini, e solo in dimensioni<br />

inferiori di ovi-caprini e l’alpeggio.<br />

Forme che valorizzino l’impresa locale e il loro prodotto di<br />

qualità.<br />

Gestire nel miglior modo possibile le malghe e aprirle a<br />

consumatori e turisti agro ambientali richiede che queste siano<br />

gestite in un contesto di sistema intersettoriale e, quindi, con il<br />

massimo coinvolgimento dei soggetti pubblici e privati che credono<br />

in questo antico e straordinario modello d’allevamento.<br />

Certo il nomadismo viene svolto da alcuni allevatori che hanno<br />

origini Valtrumpline, altri no, in particolare quelli che allevano ovi<br />

caprini. Un capitolo delicato quello del nomadismo, ma che per la<br />

sua funzionalità a l’intero comparto zootecnico e agroalimentare<br />

richiede forme e momenti di particolare approfondimento.<br />

Pur essendo tema strettamente legato alle problematiche<br />

locali, si ritiene che altri soggetti istituzionali potrebbero concorrere<br />

a sostenere un progetto di razionalizzazione delle malghe/alpeggi,<br />

anche attraverso un diverso e finalizzato orientamento delle<br />

risorse pubbliche.<br />

94


IL METODO<br />

UN APPROCCIO<br />

NUOVO ALLE<br />

POLITICHE SOVRA-<br />

ORDINATE<br />

95


Se più istituzioni guardano al futuro<br />

se più uomini pensano e operano insieme<br />

se tutti insieme s’incontrano in un<br />

comune impegno<br />

allora la nostra terrà continuerà a<br />

rifiorire<br />

97


IL METODO PER LA STESURA<br />

RIFLESSIONE SCRITTA A PIU’ MANI<br />

La stesura di studi, piani e riflessioni, nella maggioranza dei<br />

casi, segue un “itinerario” consueto. Gruppi di esperti, ciascuno per<br />

il proprio settore, conoscitori delle dinamiche generali e delle<br />

problematiche particolari, con un lavoro d’equipe elaborano i<br />

pensieri delle politiche dello sviluppo possibile.<br />

Certamente una modalità che offre qualità, prestigio e<br />

contenuti rilevanti, ma che alcune volte corrono il rischio di<br />

rimanere un esercizio didattico impregnato di linee fondamentali di<br />

principio.<br />

Lo schema:<br />

• dati e analisi delle dinamiche locali nel contesto di fattori globali;<br />

• comparazione fra i dati odierni e quelli del passato per<br />

comprenderne le caratterizzazioni ed i risvolti sociali, culturali ed<br />

economici;<br />

• la stesura di schede progettuali che presentino eventuali richiami<br />

alle risorse disponili e agli obiettivi preposti;<br />

• ed infine le considerazioni conclusive contenenti alcune<br />

considerazioni di politica locale e generale;<br />

può aiutare il decisore, però, solo se quel documento diventa<br />

inderogabilmente il riferimento di ogni azione e politica<br />

futura.<br />

Nel caso contrario il documento impregnato di spunti di qualità<br />

indiscussa rimarrà uno dei documenti didattici da richiamare nelle<br />

sedi di dibattito.<br />

Lo sforzo per attraversare il guado della didattica politica<br />

per giungere alla sponda della concretezza dei progetti nel contesto<br />

della gradualità d’interventi può essere recuperato se sul piano<br />

operativo s’intendono recuperare le disponibilità di quanti<br />

operano e vivono sul e per il territorio.<br />

Analogo principio caratterizza, quindi, non solo la fase<br />

applicativa attuativa degli studi/piani ma, anche la stessa stesura.<br />

E’ per questo che la Comunità Montana ha chiesto e ottenuto<br />

due patrocini:<br />

• La Provincia di Brescia – Assessorato all’Agricoltura;<br />

• l’ERSAF (Ente Regionale Servizi Agricoli e Forestali).<br />

98


Patrocini che hanno il duplice significato di coinvolgimento di<br />

soggetti che hanno competenze tecniche e politiche, e che possono<br />

e devono interagire con le funzioni e le politiche della Comunità<br />

Montana.<br />

Ma ancor più significativa è stata l’adesione e la collaborazione<br />

dimostrata dai sei Comuni dell’Alta Valle Trompia (Tavernole<br />

S/M, Pezzaze, Irma, Marmentino, Bovegno e Collio) che in più<br />

incontri hanno dato il loro convinto sostegno e la loro qualificata<br />

collaborazione.<br />

Per favorire una riflessione diffusa non potevamo trascurare di<br />

coinvolgere altri soggetti che offrono la loro azione alle dinamiche<br />

del territorio, protagonisti del governo delle comunità. Soggetti che<br />

direttamente operano a contato con i segmenti della società<br />

dell’Alta Valle Trompia.<br />

In particolare abbiamo incontrato e collaborato con: le<br />

Organizzazioni Agricole, con le quali abbiamo avuto alcuni<br />

momenti di approfondimento e scambio di valutazioni; le<br />

Cooperative lattiero casearie di Bovegno e di Pezzaze; gli<br />

stagionatori di formaggi; il Centro Miglioramento Qualitativo<br />

del Latte e della Carne Bovina di Brescia (il Centro ha in atto in<br />

collaborazione con le Comunità Montane, la Camera di Commercio,<br />

l’Ente Iniziative Zootecniche e Zooprofilattiche, l’Istituto<br />

Zooprofilattico e le l’Associazione Provinciale Produttori Latte, i<br />

Parchi, l’Associazione Provinciale Allevatori e la Provincia di Brescia<br />

un progetto d’assistenza alle aziende di montagna); l’Ente del<br />

Turismo della Valle Trompia.<br />

Non meno rilevante è stato il contributo offerto dai<br />

Reverendi Parroci che da un osservatorio di sicuro interesse e<br />

responsabili diretti dell’organizzazione di numerose iniziative<br />

religioso, culturali hanno contribuito a fornire proposte che sono<br />

diventate parte integrante dello studio.<br />

Se menzione di priorità va espressa certamente questa va<br />

riservata al Presidente e all’Assessore della Comunità<br />

Montana, Fabio Ferraglio e Rudi Gatta e agli uffici della<br />

stessa in particolare a Temponi Giampietro, Mondinelli<br />

Roberto e a Stival Ocildo.<br />

Nel metodo perciò, possiamo affermare che lo studio è stato<br />

scritto a più mani.<br />

Il nostro augurio/auspicio è che le stesse mani diventino<br />

protagoniste della realizzazione di alcune delle priorità<br />

indicate da questa riflessione.<br />

99


GLI STRUMENTI<br />

POLITICHE<br />

CONCERTATE E<br />

PARTECIPATE<br />

100


101


concrete<br />

Molte piccole azioni<br />

compiute da mille soggetti<br />

aiutano a costruire l’eredità dei nostri<br />

figli<br />

102


METODO E STRUMENTI<br />

DI PROMOZIONE DELLO STUDIO<br />

Tutti gli economisti ed i sociologi indicano un inversione di<br />

marcia nel metodo di approccio alla realizzazione delle politiche di<br />

sviluppo contenute nei progetti di pianificazione.<br />

Da concetti vincolati allo sviluppo si è giunti all’approdo,<br />

anch’esso temporaneo, delle scelte di piano.<br />

Lo abbiamo ribadito in più riprese, la concettualità dello<br />

sviluppo, vincolata e condizionata da fattori internazionali e dalle<br />

condizioni locali, pur essendo importante, rischia di rimanere<br />

esercizio didattico.<br />

E questo mentre il dibattito ed, anche, lo scontro in atto nelle<br />

istituzioni internazionali, si trovano a dover rincorrere modelli di<br />

scelte operative complicate e con una sempre minore<br />

disponibilità di risorse.<br />

La “pioggia” principio e metodo spesso utilizzato dalle<br />

istituzioni per irrorare la sterilità dei lavori non può più essere<br />

applicato proprio in virtù del venir meno di consistenti risorse<br />

economiche.<br />

L’attenzione a politiche che partano dal radicamento al<br />

territorio, dal dinamismo sociale ed economico e che pertanto<br />

sappiano inserirsi nelle condizioni determinate dal duplice vincolo ai<br />

processi globali e locali, possono trovare e ritrovare, espressioni di<br />

rinnovata vitalità.<br />

Superare le omologazioni e gli appiattimenti è possibile<br />

alla sola condizione (ed è un’affermazione senza frangiature) che il<br />

locale rigeneri la creatività e lo spirito d’iniziativa partendo<br />

proprio dalle radici storico, culturali ed economiche.<br />

Ed il locale, pur in un contesto di macro condizioni globali, ha<br />

bisogno di ritrovare e rivitalizzare le proprie identità, mai assopite,<br />

in territori di dimensioni omogenee e quindi non<br />

eccessivamente vaste e neppure troppo limitate.<br />

L’appartenenza determina un legame che può diventare<br />

propulsore del rilancio dello sviluppo.<br />

L’Alta Valle Trompia identificata nei sei Comuni oggetto di<br />

valutazione, forse con qualche apertura ai Comuni che hanno con<br />

loro legami storici (Marcheno, Lodrino), ha queste caratteristiche.<br />

103


Le politiche locali, proprio per le loro caratteristiche<br />

abbisognano di sostegni esterni, ma si concretizzano solamente in<br />

condizioni che sono “endogene” cioè del territorio.<br />

Ciò vale ancor di più per le politiche agricolo ambientali che<br />

devono partire dal forte radicamento di quanti si “ostinano” a<br />

presidiare un territorio non facile da governare.<br />

Le politiche locali che interessano l’agricoltura hanno<br />

dimostrato, anche nel recente passato, come la specificità settoriale<br />

non debba arroccarsi in isolamento.<br />

Oggi più di ieri l’attuazione del principio di multifunzionalità<br />

esige la collaborazione, cooperazione, scambio fra settori diversi.<br />

L’integrazione intersettoriale può e deve portare a visioni<br />

unitarie e politiche armoniche ma, soprattutto, deve determinare<br />

condizioni di nuovo sinergismo volto alla creazione di nuove attività.<br />

Nei principi generali di tutte le normative che si occupano di<br />

ambiente sono inseriti i termini compatibilità, sostenibilità.<br />

L’attenzione alla relazione fra attività e le risorse permanenti<br />

sta lentamente riscoprendo che l’economicità di breve respiro<br />

non è più sufficiente e che l’attenzione allo sfruttamento<br />

razionale ed equilibrato delle risorse naturali è di per se<br />

un’economia.<br />

Il trattato di Kyoto ha introdotto alcuni principi che purtroppo<br />

ancora faticano ad essere riconosciuti come fondanti i nuovi modelli<br />

economici di sviluppo.<br />

La sostenibilità diventa pertanto fattore di valorizzazione<br />

della qualità della vita e, quindi, in proiezione una nuova scelta<br />

economica.<br />

Per il settore agricolo non basta più ribadire il ruolo del<br />

presidio come esclusivo, ma occorre attraversare la forra di una<br />

riconoscibilità sociale complessiva.<br />

Anche in queste riflessioni siamo tentati di ripetere che i<br />

fenomeni devono essere rivitalizzanti partendo dal basso, cioè,<br />

dagli operatori.<br />

Ma è nella condizione intrinseca di chi lavora in agricoltura che<br />

abbiamo constatato anche nei dati delle tabelle riportate, che<br />

possiamo meglio comprendere e delimitare le difficoltà a processi<br />

che sono alimentati da “propulsori sociali” unici.<br />

Lo sviluppo agricolo ambientale non può essere frutto<br />

dell’esclusiva sollecitazione dal “basso” ma deve trovare nelle<br />

rappresentanze di categoria, nella intersettorialità e nella sensibilità<br />

104


e professionalità delle istituzioni locali una condizione di fertile<br />

simbiosi progettuale.<br />

Rapporti che nel partenariato, e quindi nelle politiche<br />

concertate e partecipate attuano il principio costituzionale di<br />

sussidiarietà.<br />

Principio che emerge in ogni documento programmatico ma<br />

che ancor fatica ad essere applicato concretamente, in quanto il<br />

confine fra competenze pubbliche e funzioni e compiti privati trova<br />

una corretta composizione/forma solamente sui tavoli della<br />

concertazione e della collaborazione.<br />

In questa riflessione i coinvolgimenti delle istituzioni pubbliche<br />

e private avevano, ed hanno, la finalità di attuare pienamente<br />

questo principio.<br />

La difficoltà ad affrontare politiche per il riconoscimento dei<br />

ruoli e delle funzioni degli uomini che lavorano il territorio in<br />

montagna è evidente soprattutto alla luce di terminologie – parole<br />

d’ordine – principi che inseguono la competitività, redditività,<br />

valorizzazione ambientale ecc.<br />

Questi contenuti se non calati nella particolarità delle<br />

condizioni montane che devono avere riconosciuta la loro funzione<br />

generale, rischiano di disperdere il valore economico e sociale delle<br />

presenze umane in montagna.<br />

Siamo consapevoli che lo sforzo per “persuadere” la politica<br />

e la società del ruolo che le imprese agricole svolgono in<br />

montagna ed in alta montagna è particolarmente gravoso, ma<br />

misconoscerlo significa assentare un processo di rischio declino a<br />

cui non possiamo rassegnarci.<br />

Le proposte di una diversa attenzione istituzionale alla<br />

montagna e alle politiche agricolo ambientali deve affermarsi<br />

quali priorità nel contesto delle politiche sovraordinate.<br />

In particolare, alla vigilia dell’approvazione del Piano Agricolo<br />

Provinciale, l’auspicio è che alcune idee progetto dello studio<br />

diventino parte integrante dello stesso.<br />

Anche la Regione Lombardia dovrà essere coinvolta per<br />

verificare la disponibilità a sostenere alcuni progetti innovativi e<br />

qualificanti per l’intera Valle.<br />

Un approccio locale alle politiche di sviluppo in aree<br />

svantaggiate richiede anche una diversa attenzione alla<br />

modulazione degli investimenti.<br />

105


Alcune località, più di altre, vivono in condizioni di marginalità<br />

territoriale, è quindi più evidente l’isolamento e la carenza di<br />

servizi.<br />

Una lettura di area sovra ordinata omogenea aiuta a superare,<br />

almeno in parte, questa ulteriore difficoltà, così come favorisce un<br />

approccio ai servizi più razionale.<br />

Il luogo e/o i luoghi deputati al coordinamento delle politiche<br />

di sviluppo agricolo ambientale non possono che essere ricondotti<br />

nelle linee legittimanti il ruolo e la funzione della Comunità<br />

Montana.<br />

Il metodo di promozione attuazione dello studio e dei progetti<br />

in esso contenuti seguirà due direttrici fondamentali:<br />

• le azioni della politica<br />

• i progetti<br />

Per questo anche le schede verranno suddivise nei due<br />

settori:<br />

Politico<br />

Progettuale.<br />

106


LE SCHEDE<br />

La storia degli uomini<br />

107


la scrivono gli uomini<br />

che vivono e camminano sulla terra<br />

loro affidata<br />

108


PREMESSA<br />

LE SCHEDE<br />

SCHEDA 1 IL TAVOLO VERDE<br />

SCHEDA 2 CORSORZIO FORESTALE<br />

SCHEDA 3 ENTE FIERISTICO VALLE TROMPIA<br />

SCHEDA 4 ENTE PER LA GESTIONE DELLE MALGHE<br />

SCHEDA 1//B CENSIIMENTO – OSSERVATORIIO<br />

PERMANENTE AGRIICOLO AMBIIENTALE<br />

DELLA MONTAGNA<br />

SCHEDA 2//B SCUOLA E FORMAZIIONE PROFESSIIONALE<br />

SCHEDA 3//B ALLEVAMENTII<br />

SCHEDA 4//B QUALIITÁ E TIIPIICIITÁ DEII PRODOTTII<br />

SCHEDA 5//B TURIISMII – VALLIITURIISMII<br />

SCHEDA 6//B MULTIIFUNZIIONALIITÁ<br />

SCHEDA 7//B TUTELA E VALORIIZZAZIIONE<br />

DELL’’AGROAMBIIENTE<br />

SCHEDA 8//B FORESTAZIIONE<br />

109


PREMESSA<br />

Nella presentazione delle schede verranno presentate alcune<br />

proposte operative, ed in particolare la costituzione di alcuni<br />

organismi, strumenti atti ad affrontare la specificità di alcune<br />

problematiche che attengono al settore agricolo ambientale dAlta<br />

Valle e non solo.<br />

Il rischio evidente di darne una lettura schematica e<br />

frammentaria è consequenziale al metodo proposto<br />

nell’elaborazione.<br />

Tanti organismi quanti sono i problemi incontrati.<br />

In questa breve premessa vorremmo invitare i soggetti<br />

decisori a darne una lettura unitaria che, pur considerando i diversi<br />

aspetti delle politiche agricole e ambientali suddivisi per comparti,<br />

possa affondarne alcuni o tutti unitariamente e in tempi da definirsi,<br />

certamente graduali o di medio respiro.<br />

Pertanto si propone nella scheda 1 il tavolo verde unico<br />

organismo d’interlocuzione sociale con i soggetti della<br />

rappresentanza che operano sul territorio.<br />

Per quanto attiene alla costituzione degli altri organismi si può<br />

facilmente prevedere la costituzione di un unico Ente che svolga le<br />

diverse funzioni assegnatele.<br />

Così si può prevedere che un nuovo Ente possa svolgere<br />

funzioni quali:<br />

la gestione unitaria delle malghe;<br />

la gestione degli incolti;<br />

la gestione delle manutenzioni dei boschi;<br />

la gestione dei contratti di coltivazione dei foraggi;<br />

la gestione del corridoio dei sapori di Valle Trompia;<br />

la promozione della carta della montagna di valle Trompia;<br />

la promozione del marchio di Valle;<br />

tutte quelle iniziative che possono concorrere a valorizzare quanto<br />

di qualitativamente apprezzabile offre la valle Trompia.<br />

L’eventuale costituzione dell’Ente Fieristico di Valle, dovendo<br />

coinvolgere tutte le iniziative fieristiche e sagre esistenti e di nuova<br />

proposizione richiede una valutazione a se stante.<br />

Gli organismi preposti devono comunque trovare una loro<br />

stretta collaborazione proprio nell’ambito delle competenze e<br />

funzioni della Comunità Montana.<br />

110


SCHEDA 1<br />

IL TAVOLO VERDE<br />

La proposta della costituzione di un Tavolo Verde nasce<br />

dalla necessità di dare attuazione alle politiche partecipate e<br />

negoziate.<br />

Il Tavolo verde è pertanto il tavolo delle relazioni politiche<br />

sulle problematiche agricole e ambientali di Valle.<br />

La scelta di costituire un tavolo di comune valutazione<br />

dei problemi agricolo ambientali di Valle è e rimane,<br />

comunque, prerogativa di scelta istituzionale.<br />

La diminuzione delle risorse disponibili, le competenze<br />

spalmate su più livelli istituzionali, nonché il ruolo delle<br />

rappresentanze economico produttive chiamate a fornire servizi<br />

delegati pubblici, richiede momenti di relazione e collaborazione<br />

permanenti per affrontare i complessi problemi che la modernità<br />

delle società impongono.<br />

Coinvolgere tutti i soggetti che operano sul territorio per<br />

attuare i progetti è pertanto una necessità che agevola l’attuazione<br />

delle politiche e delle azioni.<br />

Il Tavolo Verde dovrebbe pertanto essere costituito e<br />

istituzionalizzato, divenendo funzionale alla migliore e più efficace<br />

attuazione delle politiche del territorio.<br />

Un organismo consuntivo che accompagni la Comunità<br />

Montana sul percorso della definizione di politiche di pianificazione e<br />

programmazione concertata e solidale, oltre al sostenere<br />

l’attuazione di azioni, progetti e iniziative.<br />

Numerose normative Europee, Nazionali e regionali richiamano<br />

la necessità di una stretta relazione, concertazione fra istituzioni e<br />

territorio. Una intersecazione fra sussidiarietà orizzontale e verticale<br />

che, non solo semplifica procedure e iter, ma concorre a rendere<br />

più penetrante ogni azioni politica.<br />

Nella ricerca, nell’individuazione e nel coinvolgimento dei<br />

soggetti che dovrebbero comporre l’Organismo consultivo (Tavolo<br />

Verde) la Comunità Montana dovrebbe considerare il concreto e<br />

reale radicamento che questi attori hanno sul territorio,<br />

Soggetti che potrebbero essere chiamati a costituire il<br />

Tavolo Verde:<br />

111


Il Presidente o suo delegato della Comunità Montana –<br />

Presidente del Tavolo Verde<br />

Provincia di Brescia – Assessorato all’Agricoltura;<br />

Ente del Turismo di Valle (Valtrompia Turismo);<br />

ERSAF (Ente Regionale Servizi Agricoli e Forestali)<br />

Organizzazioni Agricole presenti sul territorio - Uffici<br />

Zona;<br />

Rappresentanti delle Cooperative Lattiero Casearie e<br />

altri organismi di produttori presenti sul territorio;<br />

Rappresentante stagionatori formaggi e negozi che<br />

vendono prodotti tipici locali;<br />

Presidenti e/o responsabili gestione centrali biomasse<br />

(Collio e Marmentino);<br />

Un rappresentante delle realtà di Protezione Civile<br />

presenti sul territorio;<br />

Eventuali rappresentanti delle scuole secondarie che<br />

operano nel settore della formazione agricola;<br />

Rappresentante dell’Ambito di caccia;<br />

La segreteria dovrebbe essere svolta dall’Ufficio<br />

Agricoltura della Comunità Montana.<br />

Alle sedute potrebbero essere invitati i rappresentanti degli<br />

organismi tecnici che attuano progetti finalizzati quali APA, Centro<br />

Miglioramento Qualitativo del Latte e della Carne Bovina ecc. o<br />

esperti di settori/comparti/ progetti che la Comunità Montana<br />

intende attuare.<br />

Il compito del Tavolo Verde, lo ribadiamo, dovrebbe essere<br />

comunque consultivo e propositivo.<br />

112


SCHEDA 2<br />

CONSORZIO FORESTALE<br />

La Valle Trompia non ha mai costituito un organismo con<br />

funzioni di gestione del patrimonio boschivo.<br />

Le caratteristiche del bosco e del territorio dell’Alta Valle ha<br />

determinato un’effettiva difficoltà alla coltivazione, manutenzione<br />

dello stesso.<br />

Le caratteristiche ambientali e territoriali hanno reso<br />

difficile anche la trasformazione dei boschi esistenti.<br />

La crisi del petrolio, che appare di lunga durata, e la<br />

realizzazione di due centrali a biomasse a Collio e a Marmentino<br />

ripropone la necessità di affrontare le politiche di gestione del<br />

bosco.<br />

Un nuovo organismo nel contesto della legislazione attuale, in<br />

Valle Trompia, dovrebbe corrispondere alle funzioni della<br />

Comunità Montana e questo per ottimizzare le forme gestionali<br />

dell’intero comparto, al di la della effettiva delimitazione adesione<br />

territoriale.<br />

Le professionalità presenti in Comunità Montana che da<br />

tempo si occupano dei problemi ambientali e della gestione<br />

territoriale, la necessità di una visione intersettoriale, politiche<br />

agricole e ambientali di manutenzione e sistemazione idrogeologico,<br />

della viabilità agro silvo pastorale e di conservazione del paesaggio,<br />

garantirebbero una gestione di sistema con una visione<br />

intersettoriale.<br />

Più complessa appare la delimitazione della zona, dell’area in<br />

quanto boschi e foreste caratterizzano l’Alta Valle Trompia e parte<br />

della Media. La delimitazione sarebbe comunque vincolata<br />

all’adesione dei Comuni.<br />

Vi sono inoltre alcuni problemi legati all’attuale gestione degli<br />

appalti per il taglio della legna che garantiscono a piccoli Comuni<br />

necessari introiti economici. Taglio della legna che interessa limitate<br />

porzioni di territorio e quindi problema, quest’ultimo, risolvibile con<br />

la definizione di strumenti che garantiscano a quei Comuni le<br />

medesime entrate.<br />

Il Consorzio Forestale potrebbe sottoscrivere con le centrali<br />

a biomasse di Collio e Marmentino apposite convenzioni di<br />

fornitura di prodotto (cippato).<br />

113


La valutazione della filiera legno energia è comunque<br />

condizione indispensabile per predisporre un piano che favorisca la<br />

costituzione ed il funzionamento del Consorzio Forestale.<br />

L’approfondimento del ruolo e della funzione del Consorzio<br />

Forestale dovrebbe essere effettuato anche attraverso incontri con<br />

altre realtà che operano da tempo, anche in regioni diverse.<br />

Le difficoltà gestionali che contraddistinguono molti Consorzi<br />

Forestali di Brescia sembrano essere riconducibili a tre fattori<br />

principali:<br />

1. Consiglio d’Amministrazione eccessivamente onerosi;<br />

2. rapporto fra servizi dirigenziali, amministrativi e operativi<br />

squilibrati;<br />

3. Aree limitate sulle quali operare.<br />

Far coincidere le funzioni del Consorzio con quelle della<br />

Comunità Montana potrebbe attenuare e/o risolvere queste criticità<br />

gestionali.<br />

I contributi previsti dalla legislazione regionale per la<br />

costituzione ed il funzionamento dei Consorzi Forestali, nei primi<br />

anni di funzionamento, debbono essere considerati solamente<br />

incentivi per l’avvio e non la necessaria somma di ripianamento<br />

permanente dei deficit di bilancio.<br />

114


SCHEDA 3<br />

ENTE FIERISTICO VALLE TROMPIA<br />

Le sagre e le fiere che si svolgono in ogni paese e<br />

parrocchia, sono manifestazioni che si sono generate nei secoli<br />

dalla fede popolare e dalla cultura locale.<br />

Queste manifestazioni hanno ampliato i loro significati<br />

divenendo momenti di valorizzazione del tempo libero.<br />

In occasione di queste importanti manifestazioni si è andato<br />

sviluppando il legame fra le tradizioni locali, i mestieri, il<br />

territorio ed i turismi.<br />

I circuiti fieristici e delle sagre sempre più momenti di legame<br />

fra i territori i suoi abitanti e i “visitatori”.<br />

Sono diventati, così, vere e proprie vetrine dei patrimoni<br />

culturali, sociali ed economici delle comunità locali.<br />

Alcune di queste manifestazioni sono cresciute affermandosi<br />

per la loro originalità e tipicità, contribuendo a promuovere<br />

l’immagine non solo dei luoghi ma di aree più vaste.<br />

Non possiamo non constatare che queste manifestazioni hanno<br />

contribuito a sollevare il velo che offuscava “lavori e tradizioni” che<br />

nel recente passato erano stati in parte dimenticati e marginalizzati.<br />

Progetti di miglioramento delle coltivazioni e degli allevamenti<br />

hanno trovato nelle sagre la vetrina per essere conosciuti,<br />

apprezzati e sostenuti.<br />

La qualità crescente di queste manifestazioni dovrebbero<br />

trovare nuovi e più qualificanti riconoscimenti assumendo il valore<br />

di Fiere.<br />

Fiere da inserire nei calendari previsti dalla normativa<br />

regionale.<br />

Il circuito fieristico di Valle Trompia dovrebbe trovare<br />

compimento nella costituzione di un Ente Fieristico di Valtrompia.<br />

(Fiere Valtrompia).<br />

L’Ente dovrebbe svolgere un ruolo di solo supporto,<br />

coordinamento degli organismi locali preposti alla realizzazione<br />

delle manifestazioni, oltre al promuoverne, eventualmente di<br />

nuove.<br />

Il patrimonio di gelose appartenenze religiose, storiche e<br />

tradizionali non solo devono essere rispettate, ma trovare nel<br />

115


nuovo Ente Fieristico il riferimento istituzionale che valorizzi il loro<br />

lavoro e il loro impegno.<br />

Strutture espositive che qualifichino le manifestazioni della<br />

Valle Trompia;<br />

strumentazioni adeguate per organizzare esposizioni, mostre,<br />

divulgazioni;<br />

il piano dei convegni, meeting, conferenze corrispondenti e<br />

qualificanti i progetti in atto o programmati;<br />

l’istituzione e la valorizzazione di concorsi della qualità e<br />

tipicità dei prodotti agricoli e non solo;<br />

la possibilità d’offrire circuiti culturali;<br />

la ricerca di fondi e contributi pubblici o privati;<br />

potrebbero trovare nell’Ente Fieristico il contenitore<br />

istituzionale più appropriato.<br />

Coordinare e supportare le manifestazioni, favorendo la<br />

costituzione di un circuito del territorio e delle sue<br />

caratteristiche contribuirebbe a valorizzare anche i progetti<br />

agricolo ambientali.<br />

Il supporto potrebbe anche prevedere l’acquisto e l’uso<br />

convenzionato di strutture idonee e caratterizzanti il territorio per<br />

esposizioni e manifestazioni.<br />

L’Ente Fieristico della Valle Trompia dovrebbe essere<br />

costituito:<br />

dal Presidente o suo delegato, che lo presiede;<br />

da un rappresentante di Valtrompia Turismo<br />

da un rappresentante del Parco Minerario<br />

dai rappresentanti del mondo economico produttivo<br />

da un rappresentante dei settori che trasformano,<br />

commercializzano i prodotti agricoli;<br />

da un rappresentante del commercio e commercio<br />

ambulante<br />

da un rappresentante dei parroci<br />

da un rappresentante/Presidente degli Enti che<br />

organizzano le attuali Sagre<br />

116


SCHEDA 4<br />

ENTE PER LA GESTIONE DELLE<br />

MALGHE/ALPEGGI<br />

La gestione delle malghe e delle cascine di proprietà<br />

pubblica è stata, ed è, oggetto di riflessioni periodiche.<br />

Ciò rileva la reale necessità di intraprendere un’iniziativa<br />

di gestione unica dell’intero comparto. L’organismo che<br />

dovrebbe avere quale sede la Comunità Montana è di facile<br />

costituzione, in quanto sono i Comuni interessati ed eventualmente<br />

l’ERSAF che promuovendolo ne sono i legittimi rappresentanti.<br />

Più complessa, invece, è la modalità di ripartizione dei pesi e<br />

delle responsabilità gestionali, in quanto i soli Comuni di Bovegno<br />

e Collio hanno sul loro territorio circa 40 malghe.<br />

La difficoltà potrebbe essere superata con la ripartizione in<br />

quote proporzionali alle malghe e alpeggi posseduti, ed<br />

eventualmente anche alla valutazione del numero di paghe che<br />

gravano sulle stesse.<br />

Al di la della forma che l’Ente si potrebbe dare: Spa, Unione<br />

dei Comuni, Consorzio o altro, rimane l’esigenza di affrontare il<br />

problema della gestione degli alpeggi in una visione univoca,<br />

affinché anche questo strumento possa concorrere alla promozione<br />

di nuova impresa agricola e quindi alla conservazione sviluppo delle<br />

attività agro- silvo-pastorali.<br />

Valutare, riflettere sulle prospettive dell’uso razionale<br />

degli alpeggi e delle malghe in relazione alle politiche di<br />

sostegno e valorizzazione degli allevamenti è la condizione<br />

indispensabile per affrontare razionalmente una politica di<br />

miglioramento funzionale delle strutture e dei servizi.<br />

In particolare occorrerà con particolare attenzione valutare i<br />

fenomeni di crescita degli allevamenti ovi caprini e delle dinamiche<br />

che ne caratterizzano il nomadismo.<br />

Allevamenti bovini e allevamenti ovi caprini hanno<br />

esigenze diverse e necessitano di tipologie strutturali e di<br />

servizi diverse.<br />

Meno rilevanti appaiono i vincoli derivanti dalle molteplici forme e<br />

durate dei contratti d’affitto già stipulati con gli allevatori, in quanto<br />

l’armonizzazione delle forme contrattuali potrebbero preveder un<br />

periodo di graduale applicazione.<br />

117


SCHEDA 1B<br />

OSSERVATORIO PERMANENTE<br />

AGRICOLO AMBIENTALE DELLA<br />

MONTAGNA<br />

Ogni organo decisore per poter delimitare i confini di piani,<br />

programmi e scenari futuri, individuando le priorità da affrontare e<br />

risolvere deve potere contare su rilevazioni di dati che fotografino la<br />

realtà e la rappresentino per quella che davvero è.<br />

La disponibilità di “numeri” sociali ed economici<br />

permette anche di elaborare proiezioni di scenari futuri.<br />

Le rilevazioni devono però rispondere a due requisiti principali:<br />

Essere condivisi dai livelli istituzionali coinvolti sia nei<br />

contenuti che nel metodo di rilevazione;<br />

Non avere carattere sporadico o parziale.<br />

Ma quante volte abbiamo potuto constatare come questi<br />

elaborati siano rimasti lettera inevasa?<br />

Il motivo di tali fallimenti sono riconducibili essenzialmente ad<br />

un metodo operativo che si affidava, nel passato, a pensieri<br />

didattici, distanti dai soggetti che caratterizzano le realtà territoriali.<br />

Una premessa questa che ancora corre il rischio di ripetersi e<br />

di permeare anche la nostra riflessione.<br />

Non vi è nulla di scandaloso riconoscere le difficoltà esistenti<br />

ed evidenti.<br />

Anche noi, nel rilevare, ricercare i dati caratterizzanti le<br />

dinamiche sociali ed economiche dell’Alta Valle, abbiamo constatato<br />

che gli unici soggetti che hanno dati aggiornati sono quelli<br />

“costretti” dalle normative esistenti.<br />

Nel campo agricolo ambientale è la sola ASL - Dipartimento di<br />

Prevenzione Veterinario - che ha il censimento aggiornato dei capi<br />

allevati, così come i dati inerenti gli alpeggi e le malghe sono<br />

stati dettagliatamente rilevati dalla Comunità Montana.<br />

La difficoltà di valutazione dei dati che dovrebbe partire dal<br />

confronto – comparazione con quelli dei periodi precedenti discende<br />

118


dal continuo modificarsi degli organismi preposti a svolgere queste<br />

funzioni e alle nuove normative che cambiano continuamente.<br />

Con l’introduzione dell’obbligo della tracciabilità o<br />

rintracciabilità dei prodotti e del benessere animale, almeno per il<br />

settore zootecnico questo problema dovrebbe essere il larga parte<br />

risolto, sempre che tali dati vengano forniti periodicamente alle<br />

Comunità Montane.<br />

Particolare attenzione dovrebbe essere riservata al<br />

nomadismo in quanto fenomeno che coinvolge allevamenti con<br />

sede nel fondo valle e allevamenti con sedi in pianura o in altre<br />

valli.<br />

Anche il censimento ISTAT 2000 è stato effettuato con<br />

modalità “diverse” da quello rilevato nel 1990 rendendo difficoltoso<br />

il compararne i dati.<br />

Proprio per questo crediamo sia importante, che nell’ambito<br />

delle competenze in materia di pianificazione territoriale e socio<br />

economica, la Comunità Montana possa avere a disposizione alcuni<br />

dati semplici, essenziali, ma funzionali alla stesura dei Piani di<br />

Sviluppo.<br />

L’istituzione dell’Osservatorio Agricolo Ambientale<br />

garantirebbe la fornitura di dati aggiornati ed elaborati anche ai<br />

livelli istituzionali superiori chiamati a svolgere funzioni di<br />

pianificazione sovraordinata.<br />

L’Osservatorio Agricolo Ambientale, da istituirsi in sede<br />

di Comunità Montana, dopo aver ripartito gli ambiti di<br />

competenza con i Comuni e la Provincia, e le eventuali<br />

collaborazioni/convenzioni con enti che già svolgono questa attività,<br />

dovrebbe definire modalità, periodicità e comparti - settori da<br />

monitorare, “osservare permanentemente”.<br />

La proposta d’istituzione dell’Osservatorio è circoscritta alla<br />

Comunità Montana, consapevoli che questa esigenza è di tutte le<br />

Comunità Montane Bresciane.<br />

La Valle Trompia potrebbe svolgere un ruolo sperimentale che<br />

se corrispondente alle aspettative potrebbe essere divenire lo<br />

strumento funzionale alla rilevazione dei fenomeni e delle<br />

dinamiche socio economiche di tutte le Comunità Montane<br />

Bresciane.<br />

Avendo caratteristiche molto diversificate, le cinque Comunità<br />

Montane di Brescia, in termini di estensione e caratteristiche<br />

territoriali, di tipologia ambientale, di organizzazioni sociale,<br />

culturale ed economica potrebbero rappresentare il<br />

119


campione/riferimento regionale e nazionale delle analisi<br />

sulle funzioni delle politiche sovra ordinate della montagna.<br />

Uno strumento, quindi non limitato alla sola funzione di<br />

supporto alle politiche locali, ma strumento delle politiche della<br />

montagna.<br />

Ancora una volta il coinvolgimento di tutti i soggetti pubblici e<br />

privati del territorio determinerebbero un costo di funzionamento<br />

contenuto.<br />

In particolare, visti gli obiettivi, per la realizzazione del<br />

progetto si ritiene fondamentale il coinvolgimento diretto della<br />

Regione, della Provinciali Brescia e della Camera di<br />

Commercio di Brescia.<br />

L’elaborazione dei dati, e le prime valutazioni sull’analisi<br />

della varianza potrebbero essere affidate alla nostra<br />

Università Bresciana, che avrebbe a disposizione materiale<br />

didattico concreto e tempestivo.<br />

L’Osservatorio potrebbe anche essere investito del compito di<br />

catalogazione del patrimonio rurale montano.<br />

Le funzioni sopraesposte potrebbero essere svolte dal Centro<br />

Studi sulla Montagna (Ente costituito e operativo). Proporre<br />

un ulteriore organismo di rilevazione ed elaborazione dei dati<br />

caratterizzanti il territorio montano può risultare dispersivo e<br />

frammentario. Certamente le valutazioni, gli studi, le proiezioni, le<br />

proposte devono poter calarsi su dati che siano aggiornati e<br />

condivisi nella metodologia. Solo così si potrà sopperire alla<br />

difficoltà, incontrata anche in questo studio di ricerca di dati non<br />

omogenei.<br />

L’Osservatorio Agricolo ambientale della Montagna<br />

potrebbe costituirsi quale funzione proprio nell’ambito del Centro<br />

Studi sulla Montagna coinvolgendo anche l’ACB (Associazione<br />

Comuni Bresciani che ha una propria specifica Commissione<br />

Comunità Montane)<br />

120


SCHEDA 2/B<br />

SCUOLA<br />

E FORMAZIONE PERMANENTE<br />

(Istruzione e Istruzione Formazione Professionale)<br />

Dopo l’approvazione della riforma del sistema scolastico<br />

formativo, ancora difficoltosa appare la sua applicazione.<br />

Ciò è dovuto al fatto che il sistema scolastico (d’istruzione) e<br />

quello della Formazione Professionale (Istruzione e Formazione<br />

Professionale) è caratterizzato dalla presenza di Istituti di Scuola<br />

Media Superiore, Istituti Professionali e un Centro di Formazione<br />

Professionale.<br />

Anche la Valle Trompia è nel pieno del processo di attuazione<br />

della riforma, passando dal modello “Gentile” a quello odierno<br />

“Bertagna”.<br />

La presenza sul territorio di Istituti Tecnici e Commerciali,<br />

d’Istruzione Professionale e Centri di Formazione Professionale che<br />

si vanno trasformando in licei (istruzione percorso statale) e<br />

Istruzione e Formazione Professionale (percorso regionale) impegna<br />

le istituzioni locali, ad una attenzione e relazione permanente.<br />

Questa relazione collaborazione fra la scuola e Formazione<br />

Professionale e le istituzioni locali è essenziale affinché l’offerta di<br />

professionalizzazione sia corrispondente alle reali attese dei giovani,<br />

delle famiglie, delle comunità e delle economie.<br />

Non intendiamo addentrarci nel giudizio della riforma ma solo<br />

rilevare come la scuola e la formazione abbiamo la principale<br />

finalità di concorrere alla crescita umana e professionale<br />

delle nuove generazioni e alla permanente crescita delle<br />

competenze lungo tutto l’arco della vita.<br />

Principi che l’Unione Europea ha sancito come fondamentali<br />

per garantire piena dignità umana e piena cittadinanza ai suoi<br />

cittadini.<br />

Se queste istituzioni non sono raccordate alla società, e quindi<br />

alla famiglia e ai settori della società, che vivono e operano sul<br />

121


territorio, emerge il rischio di una distanza che determina percorsi<br />

illusori.<br />

I disagi giovanili non possono certo essere riconducibili<br />

esclusivamente alla scuola e alla formazione, ma quando<br />

verifichiamo fra le pieghe delle contraddizioni di una piena<br />

occupazione, (in Valle Trompia recentissimo passato), qualche<br />

velata preoccupazione odierna e una qualche inquietudine<br />

per il futuro ci accorgiamo che migliaia d’imprese devono formar<br />

al proprio interno il personale qualificato proprio per un’insufficiente<br />

ed inadeguata programmazione scolastico formativa.<br />

Per il settore agricolo la condizione d’assenza di<br />

percorsi specifici è ancor più evidente.<br />

L’unica opportunità di scolarizzazione rimane la Scuola Agraria<br />

(il Pastori) che ha sede in città a Brescia, oggi trasformato in Liceo<br />

Tecnologico ad Indirizzo Agrario.<br />

E se affrontiamo il problema universitario a Brescia rimane<br />

aperto solamente lo spiraglio del triennio in “Valorizzazione e<br />

Tutela dell’Ambiente e del Territorio Montano” a Edolo.<br />

Sul piano universitario è presente nei nuovi indirizzi della<br />

Cattolica una laurea in Scienze Naturali.<br />

Percorso importante finalizzato alla formazione di<br />

professionalità per Enti pubblici e privati che operano in montagna,<br />

ma che non ha offerto professionalità direttamente vocate<br />

all’allevamento in imprese agricole montane.<br />

Sedi queste che sono difficilmente raggiungibili con mezzi<br />

pubblici. Per l’Alta Valle Trompia ritorna il principio di montagna<br />

lontana.<br />

La riforma che innalza il livello di professionalizzazione<br />

(triennio universitario) di fatto aumenta le difficoltà di quanti<br />

operano e vivono in zone svantaggiate.<br />

Una considerazione che potrebbe anche non essere condivisa<br />

ma che in tutti gli studi ministeriali e del CNEL è emersa con<br />

chiarezza.<br />

Istituti Tecnici, Istituti Professionali e Formazione Professionale<br />

hanno determinato la professionalizzazione di personale qualificato<br />

e di liberi professionisti che a stretto contatto con la società e le<br />

realtà produttive ed economiche hanno favorito lo sviluppo del<br />

nostro Paese.<br />

L’incognita della Formazione Professionale e dell’Istruzione<br />

Professionale, oggi di competenza regionale, ha spinto molti Istituti<br />

Scolastici e Centri di Formazione Professionale a istituire nuovi<br />

122


percorsi liceali e a modificare i percorsi esistenti di formazione in<br />

quelli previsti dalla sperimentazione (istruzione professionale<br />

triennale)<br />

L’innalzamento dell’obbligo scolastico formativo e quindi di<br />

professionalizzazione ha di fatto licealizzato la scuola spostando alla<br />

fine del percorso della secondaria l’inizio dell’apprendimento<br />

professionalizzante.<br />

Nessuno di questi percorsi scolastico formativi è finalizzato alla<br />

professionalizzazione degli addetti in agricoltura di montagna.<br />

Ne consegue che un settore orfano di crescita di<br />

competenze sia destinato ad acuire una distanza fra il futuro<br />

della società (i giovani) e la società stessa.<br />

Una delle priorità di ogni azione, iniziativa, scelta politica è<br />

occuparsi della crescita della persone e la formazione<br />

permanente, anche per quegli operatori cittadini terzomondiali che<br />

rappresentano quasi il 10% in alta Valle Trompia (una percentuale<br />

elevata che interessa solo marginalmente l’agricoltura).<br />

Pensare, in questa fase d’applicazione della riforma del<br />

sistema d’istruzione e d’istruzione professionale, d’istituire<br />

una realtà di formazione professionale permanente per<br />

l’agricoltura montana, che sappia inserirsi nelle dinamiche<br />

socio economiche della categoria è ritenuto necessario<br />

anche se compito complesso.<br />

Ogni piano se vuole avere la speranza d’essere attuato e<br />

d’avere una continuità operativa non può prescindere dal<br />

patrimonio umano. Ogni politica deve partire dall’uomo se<br />

vuole tornare all’uomo.<br />

Il nuovo Ente dovrebbe essere riconosciuto (accreditato)<br />

dalla Regione Lombardia e quindi poter operare nell’ambito della<br />

pianificazione dell’istruzione Professionale e della Formazione<br />

Professionale.<br />

Le inadeguate risorse (la riforma ha di fatto tagliato una parte<br />

degli stanziamenti alla scuola e alla Formazione Professionale)<br />

rendono difficoltosa qualsiasi proposta d’istituzione di una nuova<br />

realtà, anche se nuove sedi sono state realizzate in altre aree<br />

bresciane.<br />

Occorre rimarcare che in Regione Lombardia non esiste<br />

nessuna struttura e/o ente accreditato che operi a favore<br />

della formazione permanente in montagna.<br />

123


Ma fra i fattori positivi che potrebbero favorire la costituzione<br />

di un nuovo organismo di formazione permanente per<br />

l’agricoltura e l’ambiente montano, facente capo alla Comunità<br />

Montana, vi sono:<br />

• Una presenza significativa sul territorio delle Organizzazione<br />

Agricole;<br />

• Una presenza di realtà scolastiche d’Istruzione e di Formazione<br />

Professionale che hanno acquisito nel tempo esperienze e<br />

professionalità progettuali e gestionali;<br />

• Progetti in atto da parte del Centro Miglioramento Qualitativo del<br />

Latte e della Carne Bovina di Brescia<br />

• Le cooperative lattiero casearie di Bovegno, Pezzaze e Coop. Di<br />

Monte Guglielmo<br />

• Il progetto per il riconoscimento DOP del Nostrano Valtrompia e<br />

l’ottenimento del marchio IGT del vino dei Ronchi<br />

• Il consolidarsi della tradizione di coltivazione di frutta nella Bassa<br />

Valle<br />

Fra gli attori che determinano condizioni di positività abbiamo<br />

inserito anche realtà della Media e Bassa Valle in quanto un nuovo<br />

soggetto formativo dovrebbe poter operare per tutto e su tutto il<br />

territorio della Comunità Montana.<br />

Nel metodo operativo si deve considerare la particolare<br />

condizione di chi opera nel settore agricolo in montagna e quindi<br />

della oggettiva difficoltà a coinvolgerli in iniziative di<br />

formazione, d’aggiornamento, d’informazione.<br />

Forse pensare a nuove modalità d’incontro e di coinvolgimento<br />

degli addetti agricoli potrebbe contribuire a migliorare le possibilità<br />

e le opportunità formative.<br />

Corsi stanziali di professionalizzazione, corsi brevi di<br />

perfezionamento e aggiornamento professionale sempre da<br />

svolgersi in sede fissa potrebbero essere integrati con una nuova<br />

iniziativa “aula in viaggio”.<br />

Tale modalità formativa potrebbe essere utilizzata anche per<br />

attuare progetti sperimentali in zone particolari o per migliorare<br />

progetti d’assistenza tecnica.<br />

La stima dei costi e quindi il relativo finanziamento del<br />

progetto non viene in questa scheda analizzato in quanto si ritiene<br />

che un “accordo di programma “ fra soggetti pubblici: Comunità<br />

Montana, Provincia, Comuni, Istituti scolastici e d’Istruzione<br />

124


Professionale e soggetti privati: Organizzazioni Agricole,<br />

Cooperative, Ente di Ricerca, Assistenza Tecnica e<br />

Sperimentazione potrebbero determinare sinergie che portano a<br />

ottimizzare risorse strutturali e organizzative esistenti,<br />

favorendo la ricerca delle ulteriori risorse necessarie per<br />

l’organizzazione del piano formativo e l’eventuale acquisizione di<br />

mezzi e strumenti necessari allo svolgimento dei corsi.<br />

Il progetto di costituzione di un Ente di Formazione<br />

Professionale per il settore agricolo ambientale dovrebbe<br />

essere concordato con la Provincia di Brescia che ha la<br />

competenza d’esprimere un parere vincolante per l’accreditamento<br />

di nuove strutture Enti di Istruzione e Formazione Professionale.<br />

Il nuovo Ente di Formazione potrebbe essere istituito<br />

nell’ambito di un Centro di Formazione Professionale, quale<br />

sede staccata, già accreditato che opera sul territorio<br />

provinciale.<br />

125


SCHEDA 3/B<br />

ALLEVAMENTI<br />

LA ZOOTECNIA – LA MADRE DELL’AMBIENTE MONTANO<br />

Questa scheda potrebbe essere sintetizzata con una domanda<br />

iniziale: “quanti sforzi si sono compiuti in questi anni per<br />

conservare la presenza degli allevamenti zootecnici in alta<br />

valle?”<br />

Crediamo che non esistano programmi istituzionali attuati dai<br />

Comuni, dalle Comunità Montane, dalla Provincia e dalla Regione<br />

che non si siano occupati di tale primaria necessità.<br />

Molto è stato fatto e se ancora possiamo affrontare il problema<br />

con la preoccupazione che le difficoltà sono numerose ma con la<br />

convinzione che uno spiraglio di speranza esiste lo si deve alle due<br />

condizioni che caratterizzano le dinamiche sociali dell’agricoltura:<br />

l’ostinazione degli addetti a voler perpetuare la loro<br />

nobile attività, fortemente ancorata al territorio sul<br />

quale vivono;<br />

la convinzione e la determinazione di molti<br />

amministratori locali che credono nella presenza<br />

indispensabile degli allevatori in montagna.<br />

<br />

Affermazioni che potrebbero assumere il sapore dello “scontato”<br />

se dalla lettura delle dinamiche del settore non emergesse la<br />

volontà di affrontare le nuove condizioni che caratterizzano il<br />

settore, per cercare di affrontarne i punti critici e valorizzarne quelli<br />

qualificanti.<br />

L’allevamento zootecnico: bovino ed ovicaprino, sono parti<br />

integranti della vocazione delle nostre vallate.<br />

Vocazione che ancor oggi conserva tutto il proprio indiscutibile<br />

valore economico e sociale.<br />

Una qualche considerazione in merito alla redditività delle<br />

imprese va affrontata per comprendere se gli allevamenti di<br />

montagna hanno ancora un futuro, o se le trasformazioni del<br />

126


settore zootecnico non determinino fenomeni di accelerazione di<br />

abbandono.<br />

Non avendo altri dati a disposizione ci avvarremo del rapporto<br />

2004 “Il sistema agro-alimentare della Lombardia”.<br />

Per quanto attiene ai dati economici 2002, nonostante il<br />

modesto incremento di premi (+1%) si registra una diminuzione<br />

della Produzione Lorda vendibile (-3,2%) che si ripercuote, a causa<br />

della diversa dinamica dei costi, sul Valore Aggiunto (-3,5%), il<br />

Reddito Netto (-4,7%) e il Reddito da Lavoro Familiare ( -5,9 %)…<br />

In definitiva, l’analisi dei dati economici e strutturali…<br />

evidenzia un calo dei redditi dal 2001 al 2002, sia intermini<br />

assoluti, sia in relazione alla redditività della terra e del lavoro,<br />

arrivando a sfiorare, per entrambi, variazioni prossime al 6 %.<br />

Considerazioni che scaturendo dall’analisi di dati di aziende<br />

distribuite su tutto il territorio Lombardo confermano il periodo di<br />

sofferenza del comparto che ha fronte di un incremento lieve delle<br />

UBA (Unità Bovino Adulto) + 0,6 %, diminuisce la redditività delle<br />

aziende.<br />

Una specifica valutazione delle capacità delle imprese<br />

agricole di montagna di produrre reddito aiuterebbe a<br />

comprendere quale strade occorre intraprendere per affrontare il<br />

problema del presidio umano e zootecnico in Alta valle Trompia.<br />

Strettamente legata all’allevamento vi è la tradizione lattiero<br />

casearia.<br />

Una tradizione indissolubilmente fondata sulla produzione di<br />

latte, sulla sua trasformazione in caseifici familiari, solo<br />

recentemente in piccole realtà cooperative, e sull’allevamento<br />

dei propri vitelli da carne.<br />

La stessa razza presente in modo predominate (la Bruna<br />

Alpina) ha nelle sue caratteristiche di doppia attitudine le ragioni<br />

del vincolo latte/carne.<br />

Oggi, alla luce del pur insufficiente processo di miglioramento<br />

genetico, si propende per collocare la Bruna Alpina fra le razze a<br />

semplice attitudine (produzione latte).<br />

Rimangono comunque inalterati i caratteri di rusticità ed<br />

adattabilità della razza alle condizioni montane.<br />

La trasformazione del latte è quindi la ragione e lo strumento<br />

del forte radicamento della zootecnia in montagna.<br />

Alcuni aspetti critici della permanenza degli allevamenti in alta<br />

montagna sono già stati analizzati nei capitoli precedenti, ve ne uno<br />

che va comunque ripreso: la riflessione sulla monticazione non<br />

127


può essere disgiunta dallo sforzo di mantenere gli allevamenti a<br />

valle.<br />

Inoltre proprio per le caratteristiche dell’allevamento di e in<br />

montagna riteniamo che le stesse debbano essere depurate di<br />

alcuni principi prioritari che caratterizzano gli allevamenti di pianura<br />

quali: la mera produttività e competitività.<br />

Le strade da percorrere per valorizzare l’impresa montana<br />

sono pertanto diverse da quelle messe in atto per valorizzare le<br />

produzioni di pianura.<br />

Misure specifiche di finanziamento per le imprese di<br />

montagna, anche nel nuovo Piano di Sviluppo Rurale, potrebbero<br />

assumere caratteristiche più rispondenti alle reali condizioni<br />

strutturali e gestionali esistenti.<br />

L’allevamento di montagna esige costi superiori sia<br />

gestionali che strutturali.<br />

In altre regioni italiane (Trentino Alto Adige), al di là delle<br />

consuete considerazioni sulla disparità di risorse disponibili, queste<br />

valutazioni sono state aggetto di particolare attenzione e di<br />

orientamento di risorse consistenti.<br />

Costruire una semplice vasca per letami e liquami, o un<br />

ricovero per animali, che devono essere realizzate in zone impervie<br />

e avere caratteristiche rispondenti alle regole dell’impatto<br />

ambientale, richiede costi molto più elevati che non costruire in<br />

zone pianeggianti.<br />

Prevedere percentuali di contributi maggiori per le<br />

strutture di montagna è proposta che potrebbe essere<br />

recuperata in questa fase di elaborazione delle linee applicative del<br />

Nuovo Piano di Sviluppo Rurale.<br />

Oltre ai costi strutturali e gestionali si deve evidenziare che<br />

anche l’aspetto burocratico è in montagna più oneroso.<br />

Domande e autorizzazioni richiedono tempi e costi maggiori<br />

per le implicazioni ambientali che le caratterizzano.<br />

La semplificazione burocratica è, e dovrebbe essere, uno<br />

degli aspetti che la Comunità Montana, unitamente ai Comuni<br />

dovrebbe sottoporre alla Regione<br />

In Valle Trompia, ed in particolare in Alta Valle non esiste<br />

una sagra/fiera zootecnica.<br />

Una manifestazione d’area potrebbe favorire il miglioramento<br />

genetico degli allevamenti.<br />

128


Una manifestazione fieristica zootecnica d’area dovrebbe<br />

essere realizzata con il diretto coinvolgimento di tutti gli allevatori<br />

presenti in valle.<br />

La seconda annotazione che caratterizza l’Alta Valle è quella<br />

che gli allevamenti non sono autonomi per la produzione di<br />

foraggi e mangimi.<br />

Devono quindi approvvigionarsi fuori zona (in pianura) di<br />

fieni e mangimi complementari.<br />

Tale condizione è causata dalle caratteristiche del fondovalle<br />

che per la sue caratteristiche orografiche non ha aree significative<br />

coltivabili.<br />

Questa dipendenza non inficia significativamente la<br />

valutazione controllo dei fattori della produzione per l’applicazione<br />

dei processi produttivi previsti dalle norme in materia di tracciabilità<br />

Forse, la prudenza è d’obbligo, forme d’acquisto collettivo<br />

(cooperativa d’acquisto), anche convenzionate con altre<br />

cooperative potrebbero risolvere anche questo problema.<br />

La dipendenza esterna per l’approvvigionamento di fieni limita<br />

le possibilità d’adesione di alcuni allevatori alla Denominazione di<br />

Origine Protetta del Nostrano (DOP), in quanto il disciplinare<br />

prescrive l’uso esclusivo di fieni di valle.<br />

Forse è prematuro proporre la possibilità<br />

d’approvvigionamento di fieni “garantiti” al fine di produrre<br />

il Nostrano, ma certamente se si fosse la possibilità di controllare<br />

le modalità colturali, le varietà del foraggio coltivato e quindi la<br />

qualità del prodotto questo compito verrebbe agevolato.<br />

Una iniziativa pilota da avviare con una realtà cooperativistica<br />

operante nella pianura potrebbe favorire una qualche<br />

sperimentazione.<br />

Fra le soluzioni possibili per attenuare la dipendenza di fieni<br />

dall’esterno della valle vi è quella di migliorare la coltivazione degli<br />

alpeggi.<br />

Un progetto sperimentale che riclassifichi e descriva la<br />

caratterizzazione completa degli alpeggi, partendo comunque dalle<br />

informazioni/dati del piano esistente, dove vengano presi in<br />

considerazione il clima, il suolo, la vegetazione e le sue potenzialità,<br />

le metodologie manutentive e migliorative, le utilizzazioni<br />

tradizionali o innovative darebbe un forte impulso al<br />

miglioramento quanti qualitativo delle produzioni foraggere<br />

negli alpeggi.” (Prof. Succi)<br />

129


Un ulteriore problema che è stato affrontato radicalmente solo<br />

dalla regione Trentino Alto Adige è quello della lavorazione degli<br />

appezzamenti abbandonati.<br />

Questo fenomeno strettamente legato alla diminuzione delle<br />

imprese agricole con annesso allevamento sta provocando due<br />

fenomeni:<br />

il degrado ambientale<br />

la diminuzione di appezzamenti per la produzione di<br />

foraggio<br />

Pur in presenza di una normativa nazionale che prevedeva la<br />

possibilità, da parte dell’autorità pubblica di sottrarre tali<br />

appezzamenti ai proprietari per affidarli in gestione (affitto) agli<br />

imprenditori agricoli che ne facessero richiesta, nessuno ha mai<br />

attuato tale norma essenzialmente per tre motivi:<br />

1. mancanza di richieste (nessuno imprenditore agricolo di<br />

aree marginali intende sottrarre con la coercizione terreni<br />

ai proprietari)<br />

2. Difficoltà oggettive di gestione da parte<br />

dell’amministrazione pubblica<br />

3. La prudenza adottata dalle categorie agricole ad<br />

affrontare un tema che ha implicazioni delicate di relazioni<br />

anche personali.<br />

Con l’attuazione piena della legge 203/82 (patti agrari) ed in<br />

particolare l’art. 45, crediamo che il problema potrebbe essere<br />

riesaminato e riaffrontato.<br />

Un impegno diretto della Comunità Montana e dei<br />

Comuni interessati potrebbe offrire piena garanzia ai proprietari di<br />

terreni incolti, da coltivare assegnandoli ad altri imprenditori<br />

agricoli, o meglio ad un organismo terzo.<br />

Per attuare in via sperimentale una nuova forma di<br />

coltivazione dei terreni incolti e abbandonati si potrebbe<br />

costituire un organismo apposito a partecipazione pubblica, con il<br />

coinvolgimento delle categorie agricole maggiormente<br />

rappresentative presenti operanti sul territorio. (Società per la<br />

valorizzazione dei terreni incolti).<br />

Tale società potrebbe convenzionarsi con gli allevatori<br />

che intendono rientrare nel riconoscimento del DOP.<br />

Per favorire la migliore coltivazione degli appezzamenti sia<br />

d’alpeggio che di valle sarebbe opportuno che venisse coinvolta la<br />

130


Regione Lombardia affinché, nel nuovo Piano di Sviluppo Rurale o in<br />

uno specifico deliberato, venga riservato una attenzione ai<br />

contributi per l’acquisto di macchine per la fienagione.<br />

L’adeguamento e la modernizzazione del parco<br />

macchine e delle attrezzature per lavori agricoli con<br />

particolare riferimento alle macchine per la fienagione utili a<br />

favorire il maggior e miglior sfalcio di prati possibili, anche ai fini di<br />

un miglioramento dal punto di vista ambientale delle vallate è<br />

azione importante.<br />

Si ritiene che nel nuovo Piano di Sviluppo Rurale sarebbe<br />

molto importante far rientrare anche contributi per l’acquisto di<br />

macchinari di valore inferiore ai 25.000,00 (venticinquemila<br />

euro), oggi non previsti.<br />

Molte delle macchine per la fienagione per la montagna hanno<br />

costi inferiori ai 25.000,00 Euro.<br />

Delle malghe abbiamo già trattato nella scheda 4.<br />

Dobbiamo solo ribadire che il miglioramento delle strutture in<br />

quota deve andare di pari passo con il miglioramento delle strutture<br />

di valle.<br />

Strutture non solo d’allevamento ma anche quelle destinate<br />

alle persone che vivono in alpeggio e quelle destinate alla<br />

trasformazione del latte.<br />

Pensare all’istituzione di un alpeggio didattico, da<br />

costituirsi a fini sperimentali, formativi e divulgativi<br />

potrebbe favorire processi di coinvolgimento di tutti gli<br />

operatori agricoli della valle.<br />

“Alpeggio didattico” e “Malghe aperte” potrebbero<br />

essere progetti integrati per la valorizzazione delle imprese<br />

montane.<br />

Il progetto d’istituzione di un alpeggio didattico, dovrebbe<br />

essere raccordato ai caseifici, agli stagionatori e divenire parte<br />

integrante del progetto del FORMAGGIO NOSTRANO<br />

VALTROMPIA DOP.<br />

La ricerca e la sperimentazione della produzione di latte e dei<br />

suoi derivati potrebbe interessare anche i piccoli ruminanti: capra<br />

da latte e ovini. Queste forme d’allevamento negli ultimi decenni<br />

erano stati quasi totalmente abbandonati, oggi sono in ripresa.<br />

Un allevamento, quello ovi caprino che nella situazione<br />

dell’Alta Valle Trompia dovrebbe svolgere un ruolo complementare<br />

di quello bovini, anche prevedendo la sperimentazione di nuovi<br />

prodotti misti (latte vaccino e caprino).<br />

131


Gli allevamenti ed i prodotti lattiero caseari, nell’ultimo<br />

decennio, hanno vissuto un processo di modernizzazione di<br />

notevole entità.<br />

In particolare ciò è dovuto al ruolo e alla funzione di alcune<br />

iniziative di Assistenza Tecnica che hanno accompagnato la crescita<br />

professionale degli allevatori.<br />

Assistenza tecnica e servizi, coordinati fra loro, con<br />

l’unica eccezione del PSR (difficoltà in parte superata dalle<br />

informazioni fornite dalla Provincia alla Comunità Montana), hanno<br />

permesso di affrontare problemi complessi e difficili<br />

dell’allevamento e della lavorazione del latte.<br />

In particolare ricordiamo i progetti attuati dal Centro<br />

Miglioramento Qualitativo del Latte e della Carne Bovina:<br />

Miglioramento qualitativo del latte negli allevamenti della<br />

montagna bresciana;<br />

Miglioramento qualitativo dei prodotti caseari tipici di<br />

montagna e gestione razionale delle malghe.<br />

Questi progetti hanno interessato, anche, l’intero territorio<br />

della Comunità Montana della Valle Trompia, svolgendo interventi<br />

d’assistenza tecnica per:<br />

il controllo del latte prodotto,<br />

la consulenza per la mungitura,<br />

l’alimentazione,<br />

la caseificazione (bollo CE)<br />

l’autocontrollo nei caseifici aziendali, la certificazione<br />

volontaria di prodotto, la lotta alle mastiti contagiose,<br />

la gestione degli alpeggi.<br />

I risultati ottenuti sono a disposizione sono di grande interesse in<br />

quanto hanno avvicinato i parametri igienico sanitari delle aziende<br />

d’alta montagna a quelli di pianura, oltre a migliorare tutti i<br />

parametri di caseificazione, salute dei bovini, qualità del latte ecc.<br />

Sono proprio questi risultati che c’inducono a riproporre la<br />

necessità di promuovere progetti mirati, diffusi e permanenti<br />

d’assistenza tecnica.<br />

La Comunità Montana di Valle Trompia vanta un numero di<br />

capi bovini ed ovi-caprini e di imprese zootecniche rilevante che<br />

abbisognano di assistenza tecnica continua.<br />

Noi crediamo che il progetto d’assistenza tecnica dovrebbe<br />

avere una durata pluriennale (almeno cinque anni) e dovrebbe<br />

132


prevedere il coinvolgimento di tutte le aziende agrarie<br />

disponili.<br />

Le risorse per un servizio d’Assistenza Tecnica diffuso e<br />

qualificato dovrebbero essere messo a disposizione da Regione<br />

Lombardia, Provincia di Brescia, CCIAA e Comunità Montana.<br />

Oltre al latte, insistendo anche sul miglioramento genetico, un<br />

nuovo progetto, dovrebbe interessare l’allevamento dei bovini<br />

da carne. Allevamento strettamente integrato a quello del latte.<br />

La certificazione della carne bovina di montagna<br />

potrebbe offrire nuove opportunità reddituali al settore.<br />

Le esperienze maturate nel settore della carne bovina in<br />

provincia di Brescia, grazie ai due consorzi di settore (Consorzio<br />

Carni Bovine Scelte e l’AB Carni), hanno dato risultati interessanti.<br />

La Carne di Valle potrebbe ottenere riconoscimenti di un<br />

certo interesse, inseguendo percorsi specifici.<br />

Una considerazione specifica richiede il settore della<br />

trasformazione dei prodotti lattiero caseari.<br />

In Valle esiste un solo caseificio cooperativistico, quello<br />

di Bovegno. E’ in fase di avvio il secondo quello di Pezzaze,<br />

inoltre alcuni produttori si sono riuniti dell’Alpe Monte Guglielmo<br />

e forniscono il latte all’Alpe del Garda di Tremosine.<br />

Tutto il resto del latte viene lavorato da caseifici<br />

aziendali.<br />

Una forma di lavorazione, alcune volte vincolata dalle<br />

condizioni, altra dalla “gelosia” del proprio lavoro prodotto.<br />

Tutti coloro che hanno espresso qualche considerazione in<br />

merito ai caseifici presenti hanno posto l’accento sulla economicità<br />

della dimensione della struttura e dell’organizzazione<br />

produttiva.<br />

Si sente cioè la necessità di avere a disposizione una<br />

struttura che abbia dimensioni più consone alla quantità<br />

qualità del latte prodotto in Alta Valle.<br />

Proporre la realizzazione di un unico caseificio di Alta Valle è,<br />

però, alle condizioni attuali, non facile.<br />

Si ritiene più percorribile la forma di collaborazione fra i<br />

diversi caseifici, anche attraverso il coordinamento di alcuni<br />

progetti congiunti per il miglioramento dei prodotti e dei processi di<br />

filiera dello stesso.<br />

Necessario e urgente sarebbe quindi costituire un tavolo<br />

permanente del settore lattiero caseario d’Alta Valle<br />

coordinato dalla Comunità Montana e riconosciuto dalla Provincia.<br />

133


Le funzioni e le competenze del Tavolo dovrebbero essere<br />

determinate dagli stessi soggetti che vi partecipano, avendo,<br />

comunque, l’obiettivo principale di produrre formaggio d’alta<br />

qualità, che sia riconosciuto dal consumatore.<br />

Se le sensibilità e le attenzioni degli allevatori lo<br />

permetteranno siamo convinti che le condizioni per valutare<br />

l’opportunità della realizzazione di un nuovo caseificio,<br />

in una zona di facile raggiungimento,<br />

che abbia caratteristiche rispondenti alle reali esigenze di<br />

trasformazione dell’Alta Valle Trompia,<br />

che abbia gli strumenti e le professionalità qualificate per<br />

promuovere il marketing di prodotto,<br />

ci sono.<br />

Questo è però un processo che attraverso il coinvolgimento<br />

degli allevatori, delle Categorie di Rappresentanza e delle Istituzioni<br />

avrà bisogno di rigorosi e non affrettati approfondimenti.<br />

Un ulteriore necessità che si avverte e che in tempi brevi<br />

dovrà essere valutata è la costituzione del Consorzio Nostrano di<br />

Valtrompia.<br />

Il Consorzio dovrebbe essere promosso partendo dal<br />

coinvolgimento del Comitato che ha promosso il riconoscimento<br />

DOP al Nostrano, e allargarsi a quanti aderiscono e aderiranno alla<br />

certificazione del prodotto.<br />

Il Consorzio avendo competenze in materia di riconoscimento,<br />

programmazione, promozione del Nostrano di Valtrompia deve<br />

essere costituito dagli allevatori produttori , sostenuti dalla<br />

Comunità Montana, con l’eventuale partecipazione delle cooperative<br />

lattiero casearie, seguendo un programma di “formazione” alla<br />

gestione dei prodotti tipici.<br />

La promozione del Consorzio dovrebbe essere fatta<br />

coinvolgendo direttamente le Categorie Agricole sin dalla fase<br />

preparatoria.<br />

134


SCHEDA 4/B<br />

QUALITÁ E TIPICITÁ DEI PRODOTTI<br />

La qualità e tipicità dei prodotti è uno degli obiettivi<br />

principali delle politiche agricoli alimentari.<br />

La stessa Unione Europea ha fatto della sicurezza<br />

alimentare e del riconoscimento della tipicità dei prodotti una delle<br />

priorità dell’agenda politica.<br />

La garanzia alimentare è diventata politica trasversale che<br />

coinvolge diversi ambiti di competenza: l’ambiente di<br />

produzione, la sanità pubblica, la tutela del consumo e il<br />

riordino del mercato.<br />

La Commissione Europea ha indicato con la pubblicazione del<br />

Libro Verde e del Libro Bianco, il percorso normativo che i Paesi UE<br />

dovranno seguire per attuare i principi inerenti la filiera agro<br />

alimentare.<br />

“Dai campi alla tavola –secondo un approccio globale e<br />

integrato” rappresenta la sintesi dei contenuti del nuovo testo<br />

annunciato dalla Commissione.<br />

Seguendo questa logica la sicurezza alimentare e la tipicità<br />

dei prodotti concernono tutti gli aspetti dell’alimentazione, della<br />

salute degli animali, della protezione e del benessere animale, dei<br />

controlli veterinari, delle misure di polizia veterinaria, dei controlli<br />

fitosanitari, della preparazione e dell’igiene dei prodotti alimentari,<br />

oltre alla necessità d’instaurare un dialogo permanente con i<br />

consumatori ai fini dell’educazione, dell’informazione e dell’ascolto.<br />

Il Regolamento fondatore della nuova legislazione alimentare<br />

ha definito cinque principi fondamentali:<br />

1. il carattere integrato della filiera alimentare;<br />

2. l’analisi del rischio alimentare;<br />

3. la responsabilità degli operatori del settore;<br />

4. la tracciabilità dei prodotti in tutte le fasi della filiera<br />

alimentare;<br />

5. il diritto dei cittadini a un’informazione chiara e precisa.<br />

135


Il Regolamento ha istituito anche l’Autorità Europea per la<br />

sicurezza alimentare (AESE) che ha il compito di fornire pareri<br />

scientifici indipendenti su questioni attinenti la sicurezza alimentare,<br />

raccogliere e analizzare informazioni sui rischi potenziali ed<br />

emergenti e instaurare un dialogo permanente con il pubblico.<br />

L’autorità è stata insediata nel nostro Paese a Parma.<br />

Molti di questi aspetti sono stati trattati in altre Schede, ma ve<br />

ne sono alcuni che abbisognano di una qualche evidenza.<br />

Le norme in materia igienico sanitaria e del benessere animale<br />

rappresentano due punti cardine del progetto copromosso dalla<br />

Comunità Montana e dal Centro Miglioramento Qualitativo del Latte<br />

e della Carne Bovina di Brescia.<br />

Strettamente legata a questi interventi, e sollecitati dal<br />

processo di riconoscimento della DOP per il Nostrano Valtrompia, vi<br />

sono i processi di autocontrollo (HACCP), di tracciabilità e di<br />

etichettatura dei prodotti agricoli.<br />

La vendita diretta del prodotto lattiero caseario di Valle<br />

sembra rimuovere, almeno in parte, la necessità di seguire processi<br />

impegnativi a garanzia del consumatore e a valorizzazione della<br />

qualità e tipicità del prodotto.<br />

Noi siamo convinti che il riconoscimento della DOP<br />

accelererà anche la necessità di costituire diffusi e rigorosi processi<br />

di autocontrollo, di tracciabilità e di etichettatura dei prodotti.<br />

Ritenendoli “impegni” onerosi che potrebbero non dare i<br />

risultati sperati, anche in materia di integrazione reddituali, i<br />

problemi legati alla garanzia alimentare dovranno trovare il<br />

necessario supporto in Enti Pubblici e Privati.<br />

L’istituzione di un “Marchio di Valle” che ne riconosca la<br />

tipicità territoriale e la qualità potrebbe favorire il diffondersi di una<br />

nuova metodologia di produzione dei prodotti agricoli.<br />

Lo stesso Marchio potrebbe diventare il logo di<br />

riconoscimento dei negozi che vendono prodotti tipici di<br />

Valle e/o a manifestazioni fieristiche.<br />

I prodotti di Valle hanno tutte le condizioni per ottenere<br />

riconoscimenti mercatali di grande qualità, di tipicità e di<br />

produzione biologica, seguendo, quindi, parallelamente i percorsi<br />

per ottenere i riconoscimenti previsti dalla normativa dell’Unione<br />

Europea DOP, IGP, DECO.<br />

I prodotti tipici tradizionali devono inseguire il riconoscimento<br />

di tipicità, qualità, legati alle caratteristiche alimentari e nutrizionali<br />

nonché alle tradizioni rurali, ma al tempo stesso sarebbe opportuno<br />

136


icercare nuovi prodotti con nuove caratteristiche e gusti che<br />

catturino l’attenzione e il gradimento dei consumatori.<br />

La sperimentazioni di tali lavorazioni potrebbero essere<br />

inserite nel progetto Polo Lattiero Caseario di Carpaneta (ex<br />

Lattiero Caseario di Mantova) promosso da ERSAF, oggi in<br />

fase avanzata di progettazione e realizzazione, che fra le sue<br />

principali finalità ha:<br />

la produzione standard di formaggi vari secondo la<br />

logica sperimentale (controllo – test)<br />

la mini-caseificazione di formaggio per scopi<br />

sperimentali d’avanguardia, anche sanitari<br />

più linee sperimentali per la produzione di prodotti a<br />

base di latte, innovativi e anche derivati dal siero cotto<br />

di lavorazione<br />

La sperimentazione dovrebbe coinvolgere anche gli Enti<br />

attualmente impegnati a realizzare progetti per la zootecnia<br />

dell’Alta Valle Trompia.<br />

Il prodotto lattiero caseario d’Alta Valle, pur essendo stato per<br />

lungo tempo vincolato ad un mercato caratterizzato da una<br />

predominanza di acquirenti commerciali, oggi in larga parte viene<br />

venduto direttamente o conferito alle tre strutture cooperative<br />

presenti:<br />

Caseificio di Bovegno<br />

Caseificio di Pezzaze (in fase d’avvio)<br />

La Cooperativa Alpe di Monte Guglielmo che fornisce il Latte<br />

alla Coop. Alpe del Garda di Tremosine.<br />

Potremmo affermare che la vendita del latte non è oggi una<br />

delle priorità di un progetto zootecnico, ma come dimostra il<br />

progetto Nostrano Valtrompia DOP (Denominazione<br />

d’Origine Protetta), sostenuto da produttori, trasformatori e<br />

stagionatori, la specificità riconosciuta del prodotto potrà essere in<br />

grado di produrre margini reddituali maggiori, nella piena<br />

applicazione delle norme in materia di sicurezza alimentare e della<br />

rintracciabilità del prodotto.<br />

In atto vi sono alcune valutazioni in merito alle<br />

sperimentazioni da effettuare per la stagionatura dei formaggi<br />

in miniera. Il patrimonio straordinario di miniere ha già offerto<br />

137


molte opportunità in campo turistico, così come ha già dato alcuni<br />

riscontri positivi per la produzione di funghi. Sperimentare la<br />

possibilità di stagionare i formaggi di valle in miniera potrebbe<br />

permettere la verifica delle condizioni ambientali e qualificare<br />

ulteriormente la tipicità del prodotto.<br />

Un problema meno rilevante ed anche complesso, che gli<br />

stagionatori hanno rilevato è la riconoscibilità del formaggio<br />

attraverso la standardizzazione della forma.<br />

“Poche forme, ma nessuna uguale ad un’altra, anche se uscita<br />

dalla stessa caldaia”.<br />

Iniziativa che potrebbe essere favorita, anche se non risolta<br />

viste le quantità di latte lavorato dalle singole aziende, fornendo ai<br />

casari/allevatori e alle cooperative fascere standard.<br />

La certificazione della qualità di prodotto, potrebbe aprire una<br />

riflessione sulla opportunità di individuare, promuovere e<br />

riconoscere negozi a marchio riconosciuto che vendono<br />

prodotti tipici della Valle Trompia.<br />

Le stesse riflessioni avanzate per il Nostrano dovrebbero<br />

essere messe in campo per la valorizzazione delle formagelle,<br />

senza dimenticare quel prodotto, il burro, anch’esso di grande<br />

qualità.<br />

Anche per questi prodotti si potrebbero distribuire stampi<br />

riportanti il marchio di Valle.<br />

Pur non avendo riconoscimenti di tipicità anche questi prodotti<br />

potrebbero essere promossi con un marchio di Valle.<br />

La Regione Lombardia intende presentare una proposta di<br />

legge dedicata alla tutela, vigilanza, promozione dei prodotti<br />

agricoli.<br />

Tale proposta di legge intende costituire uno strumento<br />

efficace nella tutela, promozione e vigilanza sui prodotti DOP e IGP,<br />

biologici e sulle altre produzioni di qualità, anche attraverso lo<br />

strumento della rintracciabilità.<br />

Il Marchio di Valle potrebbe essere considerato un<br />

progetto sperimentale da concordare con la Regione<br />

Lombardia propedeutico alla stesura del progetto di legge,<br />

soprattutto, per i prodotti di qualità della montagna.<br />

La Regione Lombardia per la stesura del pdl intende<br />

avvalersi della collaborazione e del supporto delle Direzioni Generali<br />

138


dell’Agricoltura e della Sanità, delle Province, delle Comunità<br />

Montane, dell’ERSAF e delle Organizzazioni di produttori.<br />

Il percorso di riconoscimento delle qualità, della tutela del<br />

consumatore, della promozione dei prodotti di montagna dovrebbe<br />

prevedere iniziative di riconoscibilità degli stessi.<br />

Gli allevamenti ed i prodotti lattieri caseari nell’ultimo decennio<br />

hanno vissuto un processo di miglioramento complessivo di notevoli<br />

entità.<br />

In particolare emerge in tutta la sua valenza il ruolo<br />

dell’accompagnamento alla crescita professionale degli allevatori.<br />

Senza il necessario coinvolgimento e formazione permanente<br />

ogni progetto rischia di rallentare i suoi effetti positivi.<br />

Progetto analogo di sperimentazione dovrebbe essere attuato<br />

anche per le carni bovine, ovi caprine ed equine.<br />

Uno dei settori che non è mai stato valutato è quello che<br />

riguarda l’allevamento suinicolo e dei cinghiali.<br />

Una sperimentazione di allevamento a stabulazione libera,<br />

finalizzato alle strutture agrituristiche e di ristorazione potrebbe<br />

aprire il ventaglio delle opportunità d’integrazione del reddito.<br />

Una particolare attenzione si dovrà prestare alle iniziative che<br />

alcune categorie della rappresentanza dei produttori agricoli<br />

e dei consumatori stanno attuando per la promozione e la<br />

vendita di prodotti tipici, anche utilizzando nuove forme e<br />

nuovi strumenti (internet).<br />

139


SCHEDA 5/B<br />

Turismi – VALLITURISMI<br />

Vi sono nel lessico dei pensatori dello sviluppo parole magiche<br />

che affiorano soprattutto in quegli ambienti che sterili di altre<br />

proposte si rivolgono al gusto come al senso, al significato<br />

principale che dovrebbe caratterizzare la nostra epoca.<br />

Non abusiamo del termine civiltà lasciando ai posteri la<br />

possibilità di giudicarne la corretta esegesi.<br />

Siamo tutti consapevoli che nei territori dove le distanze e le<br />

morfologie rendono difficoltose le altre attività, proprio in virtù della<br />

ricerca di nuove qualità della vita, ci si orienta alla massima<br />

valorizzazione dei loro valori intrinsechi.<br />

Fra questi le bellezze naturali, pur fra mille difficoltà,<br />

incominciano a riacquisire un valore sociale ed economico di<br />

sicuro interesse.<br />

Boschi e foreste soprattutto delle aree montane della Valle<br />

Sabbia, Valle Trompia e Bassa e Media Valle Camonica sono state<br />

considerate per più d’un secolo marginali.<br />

Marginale è un termine usato per addolcire la difficoltà a<br />

lavorarle in quanto non garantivano un reddito sufficiente a coloro<br />

che vi si dedicavano.<br />

Anche la produzione di carbonella (poiat) era insufficiente a<br />

garantire una coltivazione del bosco e un reddito adeguato.<br />

Il Bosco e la Foresta nelle valli bresciane, possiamo affermare,<br />

hanno svolto, nel passato recente, una funzione complementare<br />

alle altre attività agricole e sociali.<br />

Non è casuale che proprio in queste zone piani verdi, e le<br />

ormai famose leggi Fanfani determinarono il passaggio di ampie<br />

porzioni di territorio montano allo Stato.<br />

Le economie scaricano, cioè socializzano, i segmenti di<br />

sofferenza. Acquisiscono, o meglio, cercano di acquisire invece i<br />

comprati che producono reddito.<br />

Tutto ciò, non ha intaccato le bellezze che edifici, quali dimore,<br />

fienili, stalle, malghe; luoghi di culto e di preghiera: Santuari ed<br />

Edicole hanno offerto e offrono.<br />

140


Scenari d’architettura di varia forma, armoniosamente inseriti<br />

nel contesto naturale.<br />

Sono lì e sembrano esserci sempre stati.<br />

Anche i roccoli oggi, purtroppo a rischio, si sono<br />

impreziositi, grazie alla particolare cura dell’uomo, di vere e proprie<br />

architetture naturali.<br />

I due roccoli quello di Bovegno loc. Canalotti e quello di<br />

Pezzaze località Salasso, rappresentano due splendidi esempi di<br />

cultura dell’ambiente.<br />

Il graduale attenuarsi della funzione di cattura dei presicci<br />

potrebbe favorire lo sviluppo di roccoli quale sintesi più alta<br />

dell’incontro fra l’uomo, la cura della fauna e della flora.<br />

Le condizioni cambiano ad ogni modificarsi delle società e delle<br />

condizioni culturali, economiche e civili.<br />

Ciò che nel passato è stato lasciato oggi viene<br />

riscoperto proprio per le stesse ragioni che avevano indotto i<br />

nostri Padri nel passato ad abbandonarle: isolamento, lontananza,<br />

difficoltà varie.<br />

Ma il turismo, oggi interpretato come sintesi di diverse<br />

branchie delle opportunità e delle offerte turistiche, pur interessato<br />

da tentativi di armonizzazione delle scelte (legge quadro), soffre<br />

ancora di troppi settori che si occupano di essa.<br />

Turismo culturale: musei, pinacoteche, chiese, santuari,<br />

edicole e cappelle, sacrari e luoghi delle guerre;<br />

Turismo religioso: percorsi religiosi, ritiri e periodi di<br />

approfondimento pastorale e religioso;<br />

Turismo ludico sportivo: gare sportive; caccia, pesca;<br />

Turismo ambientale: visite e percorsi ad ambienti e<br />

luoghi di sicuro fascino ambientale;<br />

Turismo enogastronomico: il turismo del mordi e<br />

ritorna;<br />

Turismo rurale: il ravvicinarsi alle tradizioni del mondo<br />

agricolo;<br />

Turismo delle tradizioni: fiere, sagre, manifestazioni<br />

religiose;<br />

Turismo della formazione internazionale: scambi<br />

internazionali e stage professionali, scolastici e<br />

formativi.<br />

141


Ma i turismi sono innumerevoli, sono tanti quanti sono le<br />

possibilità di ogni comunità e di ogni soggetto pubblico e privato di<br />

saper offrire una loro particolare proposta.<br />

Al di la dei termini i tentativi di ricondurre ad un piano<br />

armonico e unico la riflessione nei paraggi dei turismi è certamente<br />

un impegno particolarmente lodevole che anche in Valle Trompia ha<br />

già tracciato alcune significative vie d’orientamento.<br />

Non si parte da blocchi di partenza. I Comuni, la Comunità<br />

Montana e alcuni enti hanno già da tempo avviato una<br />

progettazione di sistema che si è avvalsa, recentemente, della<br />

professionalità di emeriti docenti della Bocconi e nel passato di<br />

molte sensibilità e professionalità pubbliche e private.<br />

Proprio per non correre il rischio di una ripetizione<br />

raccoglieremo alcuni frutti delle riflessioni che questo studio ha già<br />

tracciato.<br />

In particolare il Prof. Viganò e la Prof.ssa Mottironi hanno<br />

individuato quattro segmenti principali quali prodotti turisticamente<br />

attrattivi:<br />

TURISMO DI MONTAGNA<br />

TURISMO AMBIENTALE<br />

TURISMO ATTIVO/SPORTIVO<br />

TURISMO (ENO) GASTRONOMICO<br />

Tutti e quattro i segmenti interessano il mondo agricolo ed il<br />

territorio. Nella nostra riflessione ne richiameremo solamente due<br />

in quanto più “affini” al settore agricolo – rurale - ambientale:<br />

il Turismo ambientale<br />

il Turismo eno gastronomico.<br />

I numeri del turismo dell’alta Valle Trompia sono in<br />

lenta ma costante ripresa e l’impegno profuso con la<br />

realizzazione di un PISL ha dato un ulteriore impulso a processi<br />

e progetti di sviluppo.<br />

Non mancano le difficoltà ma il metodo adottato di<br />

coinvolgimento diretto del partenariato locale è certamente<br />

qualificante.<br />

La frammentazione e l’isolamento delle proposte<br />

agricole, così come uno storico ritardo dell’offerta agrituristica,<br />

hanno certamente rallentato le possibilità di crescita del turismo<br />

ambientale ed enogastronomico.<br />

142


Ritardi che sono comunque recuperabili nel prossimo medio<br />

periodo.<br />

Vi sono segnali positivi, se pur ancora marginali, che andranno<br />

potenziati e valorizzati.<br />

Il processo di riconoscimento dei prodotti della Valle Trompia,<br />

DOP, IGT ha finalmente posto all’attenzione dell’opinione pubblica<br />

la qualità e la specificità di prodotti per troppo tempo rimasti<br />

“isolati” nel proprio ambito territoriale.<br />

Ciò non significa che faticassero ad essere collocati sul<br />

mercato, ma che ancora non hanno ottenuto i dovuti e giusti<br />

riconoscimenti qualitativi.<br />

Ciò è stato determinato anche dalla contenuta quantità di<br />

prodotti immessi sul mercato e quasi totalmente assorbiti dalla<br />

domanda locale.<br />

Oggi la sensibilità alla qualità sta promuovendo la riscoperta di<br />

un Valore Aggiunto che il prodotto tipico di montagna può e deve<br />

aver riconosciuto.<br />

I prodotti e alcune sagre tipiche – Sagra delle Pesche,<br />

Sagra del Formaggio Nostrano, e Sagra del Marrone della<br />

Valle del Garza, hanno coinvolto i produttori, alcune associazioni,<br />

enti e appassionati locali, che s’impegnano per l’organizzazione di<br />

questi appuntamenti ed hanno promosso anche il recupero e la<br />

valorizzazione di alcuni ambienti territoriali (sentieri, ambienti<br />

rurali, luoghi storico culturali).<br />

Tutte queste manifestazioni hanno ormai superato i propri<br />

confini comunali per divenire sagre di vasta area.<br />

Da una prima valutazione emerge che la Valle Trompia ha<br />

la possibilità di offrire un percorso eno gastronomico di<br />

sicuro interesse turistico.<br />

Dobbiamo chiederci: bastano le tre manifestazioni di:<br />

Villa Carcina – Collebeato – Concesio<br />

Pezzaze<br />

Nave – Bovezzo e Caino,<br />

così come oggi sono organizzate, a valorizzare i prodotti di qualità<br />

della Valle Trompia?<br />

Oppure vi è ancora la possibilità di costituire un percorso<br />

della tavola di Valle Trompia che attragga e coinvolga anche<br />

altre zone esterne?<br />

In particolare, pensiamo, un coinvolgimento diretto della<br />

città di Brescia.<br />

143


Vi è un’altra considerazione che se pur già affrontata dal PISL,<br />

andrebbe ulteriormente approfondita.<br />

Le realtà espositive promozionali esistenti sono promosse da<br />

Associazioni, Comitati e Pro Loco con il patrocinio degli Enti<br />

Locali.<br />

Un volontariato che ha contribuito a qualificare questi momenti<br />

delle tradizioni locali e che certamente vanno sostenuti, con spirito<br />

sussidiario, a continuare e migliorare ulteriormente questo<br />

lodevole impegno.<br />

Ma è proprio partendo dalla qualità delle manifestazioni che<br />

affiora una domanda naturale.<br />

Vista la qualità delle manifestazioni non è forse opportuno<br />

ricercare le opportune vie per ottenere il riconoscimento di fiere<br />

locali?<br />

Tutte le manifestazioni hanno mantenuto la “qualifica” di<br />

sagre e se anche di recente indizione hanno conquistato il blasone<br />

di appuntamenti classici.<br />

La quantità di frequentatori e la qualità delle iniziative<br />

impongono una riflessione sul loro definitivo<br />

riconoscimento.<br />

Si ritiene che proprio in virtù dei “riconoscimenti” dei<br />

prodotti anche le sagre potrebbe divenire momenti qualificanti<br />

di un circuito fieristico della Valle Trompia.<br />

Gli enti e le Associazioni, che attualmente promuovono e<br />

gestiscono le sagre (e che dovrebbero mantenere la loro autonomia<br />

gestionale), potrebbero divenire i promotori della costituzione di<br />

un Ente Fieristico della Valle Trompia avente la funzione di<br />

sostenere, supportare e coordinare le manifestazioni esistenti e di<br />

promuoverne altre in altri comuni.<br />

L’enogastronomia ci porterebbe anche ad affrontare il tema<br />

degli agriturismi ma riteniamo che, proprio perché in presenza di<br />

una normativa specifica e di una misura del PSR dedicata, gli<br />

agriturismi andranno valutati soprattutto sotto la lente della<br />

promozione delle risorse umane e, così come già individuato nel<br />

PISL, anche con azioni di divulgazione che coinvolgano territori e<br />

comunità extra valligiane.<br />

Qualche forma di sperimentazione potrebbe essere riservata<br />

alla valorizzazione delle lavorazioni di malga prevedendo<br />

iniziative sperimentali di turismo ambientale e gastronomico<br />

per coloro che vivono momenti turistici tradizionali di durata non<br />

144


eve. (turismo lacustre- Garda e Iseo; o culturale – eventi in<br />

città).<br />

Le positive esperienze sperimentate in Comunità Montane del<br />

Veneto e del Trentino “Malghe aperte” che permettono ai<br />

cittadini/consumatori di visitarle e conoscerne gli aspetti qualificanti<br />

di laboriosità e di qualità prodotti lavorati, potrebbero essere<br />

oggetto di un progetto pilota, proprio in Alta Valle Trompia.<br />

Collegato all’apertura delle malghe e/o cascine sarebbe<br />

opportuno migliorare la segnaletica stradale integrandola con<br />

indicazioni precise per raggiungere cooperative e azienda<br />

agrarie.<br />

Anche l’esperienza delle fattorie didattiche potrebbe essere<br />

valutata con attenzione.<br />

Si ritiene comunque che la potenzialità dell’offerta è, oggi,<br />

limitata in quanto coinvolgendo in modo particolare gli studenti<br />

vedrebbe coincidere il periodo di monticazione con le vacanze<br />

scolastiche. Occorre perciò ampliare l’orizzonte dell’offerta a quelle<br />

fasce sociali che possano diventare ricettive di una proposta<br />

turistica articolata e di qualità.<br />

Del resto l’offerta di turismo agricolo ambientale si può<br />

affermare anche con “numeri” limitati sempre che esprimano<br />

caratteristiche di qualità riconosciuta.<br />

Le realtà agrituristiche presenti si sono orientate a<br />

fornire un’offerta esclusivamente gastronomica, trascurando<br />

la possibilità d’integrarla con la ricettività.<br />

Chi viene in Valle Trompia ha difficoltà a trovare un’offerta<br />

ricettiva sufficiente. Qualche sforzo in più è stato affrontato per<br />

migliorarne la qualità.<br />

Le possibilità promozionali e di crescita del settore rimangono<br />

aperte.<br />

Valutare gli aspetti promozionali di sviluppo dell’agriturismo è<br />

certamente estremamente importante, in quanto strumento che<br />

può favorire la divulgazione dell’offerta del turismo agricolo<br />

ambientale.<br />

Le considerazioni sulla promozione, e quindi sul marketing<br />

promozionale degli agriturismi, potrebbe non bastare se le stesse<br />

realtà non s’impegnassero a ricercare forme e modalità tipiche<br />

dell’offerta territoriale.<br />

Sarebbe dannoso confondere la vocazione agrituristica con<br />

quella della ristorazione.<br />

145


Entrambi i due comparti possono e devono divenire<br />

complementari nel quadro di un sistema di valliturismi.<br />

Troppe volte l’offerta agrituristica si è caratterizzata quale<br />

esclusiva struttura gastronomica dimenticando lo spirito che animò<br />

il legislatore quello dello stretto legame fra azienda agricola,<br />

prodotti aziendali, cittadini, consumatori, gli utenti/clienti.<br />

Purtroppo in Provincia di Brescia sono insufficienti le<br />

iniziative di sensibilizzazione e formazione degli<br />

imprenditori agricoli gestori di agriturismi, anche se alcune<br />

iniziative sono state attuate.<br />

Formazione che come primo aspetto dovrebbe avere quello di<br />

coniugare l’attività d’impresa agricola e la capacità<br />

d’accoglienza della stessa.<br />

Un agriturismo non può, quindi, essere disgiunto da una<br />

visione che dovrebbe aiutare chi lo vive a scoprire o riscoprire<br />

gusti, mestieri, ambiente in uno scenario/laboratorio reale e<br />

naturale.<br />

Una possibile iniziativa per favorire la scoperta della realtà<br />

rurale potrebbe essere quella del coinvolgimento dei momenti di<br />

aggregazione giovanile estivi che nel proprio programma prevedono<br />

frequentemente periodi di vita comune in ambienti a forte<br />

caratterizzazione ambientale.<br />

Coinvolgere i Grest, i Follest ed altre iniziative di gruppo<br />

per eventuali collaborazioni alla scoperta, ripristino e valorizzazione<br />

ambientale potrebbe aprire una nuova opportunità di valorizzazione<br />

delle bellezze dell’Alta Valle Trompia.<br />

Anche un progetto finalizzato alla valutazione delle qualità<br />

organolettiche dei prodotti potrebbe favorire la costituzione di<br />

confraternite o gruppi di appassionati valutatori sensoriali.<br />

Ciò determinerebbe un riflesso miglioramento delle qualità<br />

dei prodotti in quanto calati, innestati nell’ambito di competizioni<br />

per il perseguimento dei massimi risultati qualitativi.<br />

Più complesso, ma non per questo meno rilevante, potrebbe<br />

essere l’istituzione di percorsi delle qualità.<br />

Sulla scorta delle iniziative già attuate anche nella provincia di<br />

Brescia (le vie del vino, dell’olio ecc.), anche in Valle Trompia si<br />

potrebbe realizzare la Strada Montana del Latte e dei suoi<br />

Derivati. (la Via dei Formaggi).<br />

Iniziativa questa che deve trovare partnership sia dei<br />

Comuni che dei produttori, singoli o associati (Cooperative).<br />

146


SCHEDA 6/B<br />

MULTIFUNZIONALITÁ<br />

La legge di orientamento e modernizzazione del settore<br />

agricolo ha ridefinito il riconoscimento d’imprenditore agricolo e ha<br />

introdotto alcune rilevanti novità e opportunità per il settore<br />

agricolo.<br />

Legge che, scritta con il confronto ed il supporto delle<br />

categorie agricole maggiormente rappresentative, ha previsto per la<br />

prima volta la possibilità che gli Enti Locali possano riconoscere la<br />

funzione economico sociale del mondo agricolo.<br />

Funzioni da esercitare attraverso l’opportunità di<br />

sottoscrivere contratti di collaborazione e/o convenzioni per la<br />

promozione delle vocazioni produttive del territorio e la tutela delle<br />

produzioni di qualità e delle tradizioni alimentari.<br />

Inoltre al fine di assicurare un’adeguata informazione ai<br />

consumatori e di consentire la conoscenza della provenienza della<br />

materia prima e della peculiarità delle produzioni… , le pubbliche<br />

amministrazioni…, possono concludere contratti di promozione con<br />

gli imprenditori agricoli che si impegnino nell’esercizio dell’attività di<br />

impresa ad assicurare la tutela delle risorse naturali, della<br />

biodiversità, del patrimonio culturale e del paesaggio agrario e<br />

forestale.<br />

Al fine di favorire lo svolgimento di attività funzionali alla<br />

sistemazione ed alla manutenzione del territorio, alla salvaguardia<br />

del paesaggio agrario e forestale, alla cura ed al mantenimento<br />

dell’assetto idrogeologico e di promuovere prestazioni a favore della<br />

tutela delle vocazioni produttive del territorio, le pubbliche<br />

amministrazioni possono stipulare convenzioni con gli imprenditori<br />

agricoli.<br />

Affermazioni queste che hanno aperto nuove opportunità<br />

gestionali del territorio e dell’ambiente, non solo agricolo.<br />

Non possiamo nascondere che l’applicazione del principio di<br />

multifunzionalità impegna le pubbliche amministrazioni in<br />

modo particolare, riconoscendo che alcune di esse, anche nel<br />

passato, ed in assenza di normativa, già si avvalevano del servizio<br />

degli imprenditori agricoli.<br />

147


La gestione dei problemi forestali, idrici e di pronto intervento<br />

in caso di calamità naturali (compresa la neve) si è già avvalsa nel<br />

passato dell’opera degli imprenditori agricoli.<br />

Forse una più approfondita valutazione delle effettive<br />

opportunità d’utilizzo delle prestazioni d’intervento di coloro che sul<br />

territorio vivono e che possono avvalersi di un proprio parco<br />

macchine potrebbe favorire la stesura e l’applicazione di una<br />

convenzione tipo per attuare alcune progetti prioritari.<br />

La manutenzione delle strade e dei sentieri d’accesso agli<br />

alpeggi, nonché il controllo e la pulizia dei corsi d’acqua e delle<br />

sorgenti;<br />

Il taglio e la pulizia del bosco, anche come azione di<br />

prevenzione incendi;<br />

Lo sgombero della neve su strade anche secondarie;<br />

La manutenzione di aree verdi, anche di pubblica funzione.<br />

Non vi è dubbio che la riflessione intorno a funzioni che già<br />

vengono svolte in parte da altri soggetti (realtà di volontariato e di<br />

protezione civile comprese), debba essere affrontata in un quadro<br />

di pianificazione di area vasta e di servizi pubblici associati,<br />

al fine di armonizzare gli interventi e renderli<br />

economicamente sostenibili.<br />

Va inoltre verificata la disponibilità degli imprenditori<br />

agricoli a svolgere compiti impegnativi in termini di tempo e di<br />

continuità. La multifunzionalità, già applicata in altre zone d’Italia<br />

ha dato alcuni interessanti risultati.<br />

Gestione, manutenzione del territorio e godimento<br />

economico dei frutti dello stesso potrebbero essere inseriti nei<br />

principi ispiratori di un’apposita convenzione.<br />

Sarebbe, comunque, importante che in una eventuale prima<br />

fase sperimentale contratti e convenzioni siano oggetto di<br />

valutazione del Tavolo Verde ed in particolare vengano attuate<br />

con la partecipazione diretta delle Categorie Agricole.<br />

In applicazione al principio di Multifunzionalità, dovrebbero<br />

essere valutate le opportunità di coinvolgere i produttori agricoli<br />

per la promozione dei prodotti nelle sedi fieristico<br />

espositive.<br />

Per valutare gli effetti positivi di un processo di applicazione<br />

del principio di multifunzionalità sarebbe opportuno analizzare,<br />

oltre all’indirizzo e alla forma di conduzione delle aziende<br />

agrarie i loro bilanci ed il reddito netto. La valutazione<br />

potrebbe essere effettuata rilevando i dati a campione.<br />

148


SCHEDA 7/B<br />

TUTELA E VALORIZZAZIONE<br />

DELL’AGRO AMBIENTE<br />

Dalla Conferenza sul clima di Rio de Janeiro, alla Conferenza di<br />

Firenze i Paesi del mondo hanno deciso di intraprendere nuovi<br />

percorsi per attuare il principio di sviluppo sostenibile.<br />

Molte parole sono state spese nei dintorni della sostenibilità,<br />

certo è che molte aree del pianeta sono considerate compromesse.<br />

I rappresentanti dei paesi del globo terreste, pur in difficoltà<br />

sulla determinazione dei confini di parametri d’inquinamento, hanno<br />

concordato su un punto estremamente rilevante; le politiche dello<br />

sviluppo devono essere governate partendo dal locale.<br />

Agenda 21 è uno degli strumenti più importanti che il<br />

decisore locale ha a sua disposizione per affrontare in modo<br />

concertato politiche di sviluppo sostenibile.<br />

Allungando lo sguardo ad un orizzonte lontano non significa<br />

rimuovere i problemi che ci coinvolgono direttamente.<br />

Anche Brescia e la Valle Trompia hanno vissuto una particolare<br />

e diffusa antropizzazione.<br />

Il progetto attuato nella Media e Bassa Valle ha certamente<br />

determinato l’acquisizione di esperienze che possono essere utili<br />

anche ad altre zone.<br />

L’Alta Valle Trompia, più di altre aree, proprio per la qualità<br />

ambientale che la contraddistingue non può essere considerata a<br />

se, ma potrebbe divenire il polmone dell’intera Valle e della<br />

Città.<br />

Affrontando valutazioni che riguardano l’agricoltura e<br />

l’ambiente scopriamo che hanno un ruolo principale in qualsiasi<br />

“piano d’azione” che s’intenda affrontare in materia ambientale.<br />

I maggiori fallimenti nel campo ambientale e della gestione di<br />

zone protette in Italia è derivato da modelli organizzativi che a<br />

camere chiuse, che non consideravano il ruolo di chi opera e vive<br />

direttamente sul territorio.<br />

Agenda 21, o l’attuazione dei principi di condizionalità<br />

(nuova PAC) devono potersi amalgamare nella piena e totale<br />

attuazione del principio di multifunzionalità.<br />

149


L’Alta Valle ha così bisogno di concentrare le proprie attenzioni<br />

istituzionali più sulla qualità ambientale che non sulla<br />

compatibilità, poiché l’affermare il primo principio determina<br />

l’applicazione del secondo.<br />

La programmazione integrata dell’insieme degli interventi è<br />

la condizione fondamentale affinché le autorità locali possano<br />

affrontare le priorità delle scelte.<br />

Nel Documento Politico Programmatico licenziato dal<br />

Consiglio Regionale il 28 Giugno 2005 lo sviluppo sostenibile ne è<br />

uno dei punti qualificanti.<br />

La Giunta Regionale ha approvato il 20 luglio 2005 il<br />

Programma Regionale di Sviluppo e il Documento di<br />

Programmazione Economica e finanziaria regionale (DPEFR).<br />

Per il settore agricolo il DPEFR prevede quattro assi<br />

(Sistema Agroalimentare e Sistema forestale):<br />

3.7.1 Governance del sistema agricolo<br />

3.7.2 Competitività del sistema agroalimentare e<br />

politiche a favore del consumatore<br />

3.7.3. Sostenibilità delle produzioni e contributo dei<br />

sistemi agricoli e forestali alle politiche, territoriali,<br />

ambientali ed energetiche regionali<br />

3.7.4 Politiche agricole per la diversificazione<br />

dell’economia rurale e a favore della montagna, della<br />

collina e del pianalto<br />

Non mancano certo i riferimenti alla montagna e ai suoi<br />

problemi.<br />

Occorre, però, attendere l’emanazione dei documenti, delibere<br />

applicative del percorso di programmazione regionale dell’VIII<br />

legislatura per comprendere quali risorse verranno orientate ai<br />

singoli assi.<br />

In particolare due sono gli aspetti concreti che determinano un<br />

approccio diretto e concreto alle problematiche agricolo ambientali<br />

della montagna:<br />

l’applicazione/utilizzo degli strumenti di<br />

programmazione e gestione negoziata e quindi il ruolo<br />

delle Comunità Montane<br />

la quantificazione delle risorse disponili con una<br />

finalizzazione destinata ai sistemi agricoli forestali<br />

montani<br />

Gli obiettivi di Governo Regionale per dare piena attuazione ad<br />

“Una governance per il sistema agroalimentare e<br />

150


forestale” prevedono il coinvolgimento delle Direzioni della<br />

Presidenza e di altre D.G..<br />

Prevede inoltre un sistema allargato che coinvolge ERSAF,<br />

ARPA, IRER, Lombardia Informatica, IREALP, Fondazione<br />

Minoprio.<br />

Da queste prime indicazioni si rileva che le azioni che la Regione<br />

intende perseguire gli obiettivi di Governo direttamente<br />

rafforzando collaborazioni con Enti e Istituzioni “regionali”.<br />

Meno chiaro emerge il ruolo e la funzione degli Enti Locali<br />

ed in particolare delle Comunità Montane.<br />

Non possiamo nascondere che gli sforzi per tutelare il patrimonio<br />

ambientale e per valorizzarne appieno le caratteristiche passa<br />

attraverso il triplice obiettivo di:<br />

1. promuovere politiche di permanenza delle attività agricole;<br />

2. favorire politiche di fruibilità sensibile dell’ambiente<br />

montano;<br />

3. rilevare il valore economico degli interventi sul territorio.<br />

Affermazioni che trovano conforto in molti progetti del passato<br />

e del presente ma che nello sguardo al futuro potrebbero rafforzarsi<br />

in nuove forme e strumenti operativi.<br />

Dei tre obiettivi sopraccitati quello che appare di difficile<br />

valutazione è quello che attiene alla rilevazione del valore<br />

economico degli interventi sul territorio.<br />

Mentre è facile rilevare il valore economico dell’acqua e del<br />

suo uso, in quanto bene distribuito alla comunità, più complicato è<br />

valutare l’economicità della gestione del suolo e dell’aria.<br />

Il suolo è analizzato nelle sue componenti direttamente<br />

utilizzate dalla comunità: aree fabbricabili, terreni coltivati,<br />

suoli adibiti a servizi pubblici. Lo è meno nelle vaste aree non<br />

utilizzabili e parzialmente utilizzate anche se fruite da forme di<br />

turismo ambientale.<br />

La fruibilità ambientale viene oggi considerata nell’esclusivo<br />

risultato di uso dei pubblici esercizi e dei servizi.<br />

Non lo è ancora per un esame economico dei sistemi verdi in<br />

attuazione del protocollo di Kyoto.<br />

Aprire l’orizzonte ad una valutazione globale di sistema<br />

impegna certamente molto di più ma può anche concorrere a dare<br />

risultati interessanti.<br />

151


Un marginale esempio per tutti. Anche il solo attraversamento<br />

di una zona “poco frequentata” di un elettrodotto altera l’ambiente<br />

e lo sguardo dei residenti e dei turisti che la incontra.<br />

Rende cioè meno gradevole e razionale l’impatto visivo.<br />

Occorre inoltre riconoscere che il territorio, affinché venga<br />

tutelato e sia fruibile, è ambiente “coltivato” e su questo termine<br />

si dovranno definire le sintesi delle diverse sensibilità<br />

ambientali.<br />

Alberi monumentali hanno bisogno di cure, le zone non<br />

frequentate e non utilizzate richiedono maggiori attenzioni di<br />

prevenzione agli incendi, le acque in queste zone devono avere una<br />

regimentazione più accurata per non correre il rischio di<br />

smottamenti franosi ecc.<br />

La coltivazione del territorio è ancor più importante in<br />

montagna in quanto l’opera dell’uomo, da sempre cerca di<br />

contrastare il fenomeno naturale del franare.<br />

La permanenza dei residenti, strettamente legata alle attività<br />

principali dell’agricoltura e dei turismi esige, richiede, interventi<br />

permanenti sulle foreste di ingegneria naturalistica, sulla rete della<br />

mobilità delle persone e delle merci (strade e sentieri) e sulla rete<br />

idrica.<br />

E’ quindi un impegno di fruibilità, di vivibilità che si pone<br />

quale priorità degli interventi da realizzare in montagna per<br />

mantenerne e migliorarne le caratteristiche di bellezza e<br />

gradevolezza naturalistico ambientale.<br />

L’aria è diventata recentemente un parametro sociale<br />

ed economico.<br />

Ad ogni stagione invernale la Città e la Bassa Valle Trompia (e<br />

altre zone della provincia) si trovano investiti da parametri<br />

d’inquinanti sospesi nell’aria pericolosi per la salute dell’uomo.<br />

Se pur insufficiente il parametro qualità della vita connesso<br />

con la salute, avendo valore sociale ed economico, costringe le<br />

istituzioni a ricercare rimedi e soluzioni.<br />

PM 10, PM 12, PM 8 sono solo alcune sigle d’inquinanti<br />

dell’aria che inquietano i cittadini perché comprendono che sono<br />

pericolose per la loro salute.<br />

Fra le politiche possibili anche quelle che riguardano la<br />

realizzazione di progetti di contrasto e attenuazione dei<br />

fenomeni inquinanti deve diventare uno degli obiettivi principali<br />

degli amministratori locali.<br />

152


L’Alta Valle Trompia assume così anche un ulteriore valenza<br />

territoriale che dovrebbe essere riconosciuta, considerata e<br />

sostenuta anche dalle istituzioni Provinciale, Regionale e dalla Città<br />

di Brescia.<br />

Anche la realizzazione delle nuove centrali termiche di<br />

Marmentino e Collio svolgeranno una funzione di attenuazione<br />

degli effetti inquinanti. Aprire un camino controllato e<br />

chiuderne cinquecento non controllati determina effetti positivi<br />

per l’ambiente.<br />

Inoltre l’utilizzo delle biomasse potrebbe determinare una<br />

diversa gestione/manutenzione dei boschi.<br />

Tale gestione dovrebbe essere valutata nel quadro di sistema<br />

della filiera legno energia.<br />

Un progetto sperimentale per la realizzazione di un<br />

primo processo di filiera dovrebbe essere parte integrante<br />

del Piano Agricolo Provinciale. La fruibilità del territorio è<br />

favorita dalle infrastrutture viabilistiche anche minori. Così come<br />

rilevante è la rete sentieristica.<br />

Le strade che conducono alle valli laterali, a cascine, malghe,<br />

alpeggi sono in larga parte di proprietà comunale.<br />

La loro sistemazione, ammodernamento, manutenzione sono<br />

state finanziate da fondi propri (una delle voci di bilancio sempre<br />

presenti nei Comuni), da contributi erogati dalla Comunità Montana<br />

e da altre forme di finanziamento previste da norme regionali in<br />

attuazione di direttive e regolamenti comunitari.<br />

La viabilità è indispensabile per creare le condizioni di<br />

qualità di permanenza delle attività dell’uomo anche in zone<br />

“elevate”.<br />

Rincorrere i fondi che di volta in volta si rendono disponibili è<br />

sempre utile ma rende difficile attuare il piano della viabilità<br />

comunale ed intercomunale.<br />

Non faremo perciò l’elenco di ogni singola tratta che<br />

prioritariamente dovrebbe essere migliorata. Ci limitiamo a fissare<br />

alcuni principi e linee che riteniamo utili per migliorare le condizioni<br />

attuali della mobilità in alta Valle Trompia.<br />

predisporre il piano della mobilità e delle vie forestali e degli<br />

alpeggi. Questo piano è già in parte elaborato in quanto è<br />

parte integrante del piano alpeggi predisposto dalla Comunità<br />

Montana per la Regione Lombardia.<br />

predisporre un piano di manutenzione della rete viaria minore,<br />

per l’intera area anche attraverso l’eventuale<br />

153


convenzionamento con realtà private, mondo agricolo e/o ditte<br />

specializzate;<br />

sottoscrivere una convenzione con le istituzioni Regione e<br />

Provincia per un piano pluriennale di sistemazione della rete<br />

stradale comunale ed intercomunale.<br />

Istituire un fondo per gli interventi straordinari dovuti a<br />

calamità naturali.<br />

Riflessione a parte va riservata al settore della sentieristica.<br />

La Provincia di Brescia ha nel 2003 approvato il Piano<br />

Sentieristico.<br />

Un documento certamente che presenta alcuni limiti di fronte<br />

ad una rete sentieristica imponente, ma che ha avuto la funzione<br />

positiva di fissare alcuni indicatori d’intervento.<br />

Inoltre altro punto qualificante del piano è stato quello di<br />

definire e indicare i percorsi principali.<br />

Occorre chiedersi se quel piano sentieristico, che prevedeva<br />

la costituzione di un Comitato Permanente della Sentieristiva<br />

Provinciale abbia avuto il corso auspicato in fase di approvazione<br />

o se temporaneamente sia stato “sospeso”<br />

Nella fase di elaborazione del Piano Agricolo Provinciale e dei<br />

Piani agricolo/ambientali delle Comunità Montane sarebbe utile<br />

recuperarne almeno gli aspetti più qualificanti.<br />

Il Piano era accompagnato da un fondo finalizzato alla<br />

manutenzione straordinaria e ordinaria dei sentieri, che avrebbe<br />

dovuto fungere da volano delle risorse investite da altri livelli<br />

istituzionali: locali, regionali, comunitari.<br />

Recuperare il Piano Provinciale per qualificarne la parte<br />

che attiene alla sistemazione manutenzione dei sentieri dell’Alta<br />

Valle Trompia è una esigenza rilevante che potrebbe agevolare una<br />

più approfondita riflessione sulle iniziative da intraprendere.<br />

Uno dei settori che da sempre ha ottenuto grande attenzione<br />

nelle politiche locali, anche se per la vastità del problema sono<br />

ancora insufficienti, è quello idraulico.<br />

Sorgenti, torrenti e il fiume Mella rappresentano un<br />

patrimonio che non solo va protetto ma va considerato come<br />

sistema idrogeologico e idraulico.<br />

L’acqua è il bene che più di altri rischia uno sfruttamento<br />

eccessivo e un indiscriminato inquinamento.<br />

Il piano delle acque dovrebbe divenire parte complementare<br />

integrante dello studio agricolo ambientale.<br />

154


Per la parte di competenza agricola, va evidenziato che alcune<br />

opere per favorire l’approvvigionamento idrico per le malghe e le<br />

cascine andrebbero ulteriormente migliorate, utilizzando le risorse<br />

disponili del Piano di Sviluppo Rurale. Questa necessità è emersa in<br />

più incontri con gli amministratori locali.<br />

Viste il ripetersi di crisi idriche, il piano delle acque , anche<br />

per il settore agricolo dovrebbe assumere carattere prioritario,<br />

richiedendo alla Regione Lombardia che nei criteri d’assegnazione<br />

dei contributi, previsti dal Piano di Sviluppo Rurale, si rafforzi il<br />

punteggio per gli interventi sul sistema idraulico e idrico<br />

montano.<br />

La regimazione delle acque dovrebbe favorire anche la<br />

realizzazione di piccoli invasi per uso agricolo, per la lotta agli<br />

incendi e per la biodiversità caratterizzante l’Alta Valle.<br />

Questi piccoli invasi potrebbero essere utilizzati anche per<br />

installare micro centrali idroelettriche.<br />

Il progetto in atto “La Valle Trompia e il Fiume Mella”<br />

Comunità Locali ed Enti Territoriali verso “IL PATTO DI<br />

FIUME” che ha l’ambizione di farsi promotore di un programma<br />

strategico, da realizzarsi mediante la programmazione negoziata,<br />

per migliorare lo stato di salute dell’ asta fluviale, rappresenta un<br />

concreto riferimento per approfondire ulteriormente, nel prossimo<br />

futuro, gli aspetti gestionali legati all’uso dell’acqua per finalità<br />

agricole ambientali.<br />

Ulteriori progetti di miglioramento delle qualità delle acque e<br />

della loro razionale utilizzazione potranno riferirsi agli aspetti<br />

qualificanti del PATTO DI FIUME.<br />

Anche la qualità dell’aria è fattore rilevante per tutelare la<br />

qualità del territorio e della vita dei cittadini.<br />

Poter monitorare la qualità dell’aria potrebbe permettere<br />

anche la rilevazione degli effetti negativi dell’inquinamento sulle<br />

essenze vegetali e sulla fauna.<br />

La Regione Lombardia ha in atto un progetto, cofinanziato<br />

dall’Unione Europea, si ritiene che la Comunità Montana di Valle<br />

Trompia potrebbe avanzare una richiesta d’installazione di alcuni<br />

punti di rilevazione in Alta Valle, manifestando la disponibilità a<br />

collaborazioni per la gestione e la valutazione dei fenomeni<br />

causati dall’inquinamento dell’aria.<br />

Il progetto dovrebbe essere promosso coinvolgendo ASL e<br />

ARPA.<br />

155


SCHEDA 8/B<br />

FORESTAZIONE<br />

“I lontani pendii delle montagne fumavano preparando<br />

carbone, e nello squallore delle valli disboscate era un andare e<br />

venire di gente nera e di mule cariche di pesanti trasporti”<br />

L’immagine, che ci viene proposta dal tremosinese Arturo<br />

Cozzaglio, offre un quadro verosimile ed efficace della situazione<br />

dei monti dell’Alto Garda nel periodo del dominio veneto: “L’intenso<br />

sfruttamento dei boschi era dovuto alla richiesta di combustibile da<br />

parte delle manifatture siderurgiche, dai forni e dalle fucine della<br />

Valle Trompia e della Valle Sabbia , che soffrivano di una cronica<br />

insufficienza di legne e carboni…”<br />

Abbiamo voluto riportare questa frase riportata nel capitolo<br />

“La storia e le culture del bosco: la vicenda dell’Alto Garda”<br />

per due motivi.<br />

Il primo è quello che la storia è intrisa di fatti che dimostrano<br />

come gli scambi hanno caratterizzato le dinamiche sociali ed<br />

economiche del passato.<br />

Il secondo è più attinente al fatto “le economie si modellano<br />

alle condizioni delle realtà nelle quali s’immergono” .<br />

Perché l’Alto Garda forniva legna e carbonella ad una valle che<br />

aveva ed ha foreste estese.<br />

La semplicità della risposta non sempre corrisponde al definirsi<br />

della stessa.<br />

Certo la domanda del prodotto in Valle Trompia era superiore<br />

all’offerta.<br />

Forni, fucine, miniere Valtrumpline richiedevano quantità<br />

di legname e carbone notevole superiore alla possibilità d’offerta<br />

della stessa valle e quindi si rivolgevano alle valli limitrofe.<br />

Ma questo s’innestava su condizioni sociali e storiche che<br />

permetteva l’uso del territorio (boschi e pascoli) da parte dei<br />

residenti gratuitamente.<br />

La proprietà comune, messa più volte in discussione e<br />

oggetto di normative specifiche che tentano di correggerne le<br />

156


storture, “è ritenuta responsabile della carenza di legne… si<br />

verificano disboscamenti finalizzati ad ottenere pascoli più<br />

estesi, si tagliano alberi immaturi e le greggi provocano<br />

danni irreparabili alle piante”.<br />

Un’economia di sussistenza e quindi di sopravvivenza. Senza<br />

questi abusi molti residenti avrebbero dovuto abbandonare il<br />

proprio lavoro e le proprie terre.<br />

Questi fenomeni di sfruttamento, nei dintorni del 1840, furono<br />

affrontati dal governo austriaco con risoluzione prescrivendo che<br />

“tutti i terreni comunali incolti dovranno alienarsi con<br />

sollecitudine”.<br />

Sistemazioni idraulico-forestali e rimboschimenti,<br />

coltivazione di incolti caratterizzeranno questo periodo e i periodi<br />

successivi.<br />

Forse è bene ricordare che tali opere avevano la doppia finalità<br />

sociale e militare.<br />

I boschi e gli alpeggi, sono così rimasti ingabbiati alle vicende<br />

storiche, ma sempre con una valenza rilevante “senza il bosco non<br />

avrebbero sopravvissuto le economie montane”.<br />

Ciò si è perpetuato fino a quando l’altra economia, quella<br />

industriale, ha avuto il netto sopravvento su quella agricolo<br />

ambientale (rurale).<br />

La legna è diventata un prodotto per esclusivo uso familiare<br />

(riscaldamento) e non più un bene finalizzato ad un’economia<br />

sociale.<br />

Anche l’uso della legna da riscaldamento civile è andato<br />

affievolendosi con l’avvento degli idrocarburi e della rete di<br />

metanizzazione.<br />

Pur se non contemporaneamente anche l’attenuarsi e il<br />

modificarsi delle modalità di monticazione, unitamente ad una<br />

diminuzione della coltivazione del bosco ha determinato un<br />

cambiamento dell’equilibrio ambientale.<br />

Trasformazione che ha determinato:<br />

l’avanzata del bosco a discapito dei pascoli, solo<br />

attenuata da una significativa presenza di capi<br />

monticati;<br />

situazioni intermedie non ben classificabili fra<br />

boschi puri e boschi misti, che a causa<br />

dell’abbandono gestionale mettono in difficoltà un<br />

approccio ecologicamente razionale e gestibile;<br />

157


Queste affermazioni non attenuano il valore di aree<br />

naturalizzate o rinaturalizzate che sono di difficile coltivazione.<br />

Queste porzioni di bosco assumono un ruolo di riequilibratore<br />

dell’intero sistema.<br />

Rimangono aperte alcune difficoltà oggettive di conservazione<br />

dei boschi e delle foreste dovute alla complessità di eventuali<br />

interventi per la prevenzione e la lotta agli incendi.<br />

Oggi il bosco e la foresta assumono nuova valenza e per la<br />

prima volta s’incomincia a parlare di sistemi verdi e di crediti<br />

verdi (compensazioni degli interventi impattanti sul territorio).<br />

Questo capitolo richiederebbe già oggi un approfondimento<br />

proprio in virtù della diffusa antropizzazione del territorio<br />

bresciano.<br />

Il tempo nel quale queste sensibilità assumeranno<br />

carattere prioritario ed essenziale non sarà breve, ma gli<br />

eventi naturali straordinari che si manifestano potrebbero<br />

determinare nelle sensibilità politiche e sociali una qualche<br />

accelerazione.<br />

Oggi incominciamo a verificare una accresciuta sensibilità<br />

sociale ai problemi di un patrimonio non rinnovabile, quale è<br />

l’ambiente, e una domanda diffusa di nuova qualità di vita.<br />

Inoltre il timore della sudditanza/dipendenza da fonti<br />

energetiche non rinnovabili ed esauribili c’interroga e ci sprona<br />

a riflettere sulle concrete e reali potenziali risorse che il nostro<br />

territorio offre in materia energetica<br />

Come sempre e come per ogni settore però l’economicità di<br />

un’azione discende da fattori esogeni ed endogeni.<br />

Gli esogeni sono le condizioni economiche internazionali e<br />

intrinseche alle possibilità di offerta del prodotto.<br />

Gli endogeni dalla capacità e possibilità di diffondere l’utilizzo<br />

del bene rinnovabile.<br />

Per il legname siamo consapevoli che la coltivazione ha ancora<br />

costi troppo elevati e, quindi, economicamente non convenienti, ma<br />

una valutazione sociale e di sistema del settore modifica questi<br />

parametri impegnando ogni istituzione pubblica locale,<br />

sovraordinata e legislativa a riconoscerne il valore economico e<br />

sociale.<br />

Sappiamo che è una affermazione di difficile applicazione ma<br />

l’ambiente ed in particolare il bosco e la foresta dovranno essere<br />

158


valutate nel contesto della gestione complessiva del territorio e dei<br />

servizi che lo stesso richiede.<br />

Le risorse destinate alla gestione complessiva del territorio<br />

dovranno essere nel futuro destinate anche alla migliore gestione<br />

del servizio “ambiente”.<br />

Nel frattempo, partendo proprio dalle sensibilità e dalle linee<br />

programmatiche delle istituzioni: Stato, Regione e Provincia<br />

nell’ambito dell’area della Comunità Montana ed in particolare<br />

dell’Alta Valle Trompia,occorre mettere a fuoco un programma<br />

forestale che impegni tutti e ciascuno a svolgere un’azione di<br />

rigenerazione della coltivazione dei boschi.<br />

Ancora una volta richiamiamo la necessità che le azioni<br />

istituzionali si calino in un metodo operativo sussidiario e solidale<br />

ed ancora una volta richiamiamo il ruolo insostituibile del livello<br />

progettuale, programmatico e di coordinamento delle<br />

politiche locali della Comunità Montana.<br />

Alcuni servizi proprio per le loro caratteristiche<br />

richiedono un approccio associato e non isolato.<br />

Per affrontare queste problematiche, che potrebbero anche<br />

offrire migliori opportunità gestionali alle centrali termoelettriche<br />

di Marmentino e di Collio, serve approntare uno strumento<br />

idoneo a rendere efficienti e razionali le azioni di gestione del bosco<br />

e delle foreste.<br />

Così come rilevanti nella promozione della filiera legnoenergia<br />

sono le valutazioni in merito alla lavorazione del legname:<br />

produzione di cippato e/o pellets.<br />

Ancora una volta riteniamo che lo strumento idoneo potrebbe<br />

essere quello della costituzione del Consorzio Forestale, che<br />

proprio per le caratteristiche territoriali dovrebbe corrispondere ai<br />

confini dei Comuni caratterizzati da presenza vasta di aree<br />

boscate (Alta Valle Trompia e Comuni limitrofi: Lodrino,<br />

Marcheno) e con il coinvolgimento diretto per gli aspetti<br />

gestionali delle professionalità della Comunità Montana.<br />

Questa proposta limitante potrebbe essere espansa a tutto il<br />

territorio della Valle, se ritenuto opportuno dalla Comunità<br />

Montana, e dai Comuni che la compongono.<br />

Per quanto attiene alle politiche regionali in materia di<br />

“Sostenibilità delle produzioni e contributo dei sistemi agricolo e<br />

forestali alle politiche territoriali, ambientali ed energetiche<br />

regionali” si ritiene che l’Alta Valle Trompia dovrebbe presentare un<br />

159


progetto finalizzato ad una sperimentazione di vasta area<br />

finalizzata alla produzione di biomasse per fini energetici.<br />

Questo progetto potrebbe innestarsi anche sull’obiettivo<br />

regionale di realizzare 10.000 (diecimila) nuovi ettari di<br />

boschi e sistemi verdi in attuazione della direttiva di Kyoto.<br />

Il termine nuovo dovrebbe essere applicato anche ad aree<br />

oggetto di riforestazione sia che il nuovo impianto preveda la<br />

piantumazione di boschi puri, che di boschi misti.<br />

La riforestazione (limitata), il rimboschimento e la<br />

manutenzione dei boschi permetterebbero anche d’intervenire su<br />

parti di territorio che richiedono consolidamenti e/o opere di<br />

sistemazione idraulica.<br />

Vi è un ulteriore strumento che si ritiene possa aiutare gli enti<br />

pubblici e i cittadini a migliorare la gestione delle foreste: è la<br />

stesura della “Carta della Foresta Valtrumplina”, per<br />

valorizzarne la biodiversità e la cultura.<br />

Un’idea non nuova ma che discende dalle dichiarazioni<br />

della Conferenza Ministeriale sulla Protezione delle Foreste in<br />

Europa, sottoscritte a Strasburgo (1990), Helsinki (1993),<br />

Lisbona (1998) e Vienna (2003), oltre alla Carta delle<br />

Foreste di Lombardia – Per una gestione sostenibile e durevole<br />

delle Foreste e degli alpeggi demaniali regionali.<br />

La novità dovrebbe consistere nel coinvolgere tutte le<br />

realtà scolastiche a scrivere a più mani la Carta, e attraverso<br />

l’impegno dei direttori degli istituti scolastici delle scuole<br />

superiori (secondaria) e dei docenti, inserendola, quindi, nei<br />

programmi scolastici quale materia integrativa.<br />

Alla Carta potrebbe essere allegata anche l’offerta dei<br />

percorsi botanico naturalistici dell’Alta Valle Trompia.<br />

Percorsi che così come è stato realizzato in altre zone<br />

montane bresciane potrebbero essere attrezzate con<br />

apposita segnaletica didattica.<br />

Strumenti e documenti che dovrebbero essere parte integrante<br />

del pacchetto di marketing turistico ambientale della Valle<br />

Trompia da divulgare anche all’estero.<br />

Un progetto di valorizzazione delle foreste è strettamente<br />

legato alla loro fruibilità. Rendere cioè vivibili le nostre foreste.<br />

Già oggi i Comuni e la Comunità Montana sono in grado di<br />

approntare un progetto di fruibilità forestale.<br />

160


“Incontriamo le foreste” e conosciamole per comprenderne<br />

a fondo lo straordinario ruolo che svolgono per garantirci una vita<br />

intrisa di valori e qualità.<br />

Vista la vocazione territoriale dell’Alta Valle si ritiene meno<br />

importante affrontare sperimentazioni di coltivazione di frutta,<br />

salvo la possibilità di realizzare alcune azioni limitate finalizzate<br />

all’uso della stessa nelle strutture turistiche locali, in particolare<br />

agriturismi (uso diretto).<br />

Per queste eventuali piccole sperimentazioni si potrebbero<br />

recuperare cultivar di frutta “locali”.<br />

Il patrimonio genetico presente in Lombardia<br />

favorirebbe un progetto pilota sugli alberi da frutto.<br />

Anche per i piccoli frutti vale la stessa considerazione.<br />

In Alta Valle Trompia vi è un prodotto che è gia stato oggetto<br />

di coltivazione sperimentale - il tartufo, ma i risultati non<br />

adeguatamente rilevati e valutati non ci permettono di avanzare<br />

una nuova proposta di sperimentazione.<br />

Coltivazione quella del tartufo simbiotica con gli alberi che<br />

richiedere d’essere “seguita” con professionalità e costantemente.<br />

161


162


BIBLIOGRAFIA<br />

163


Biiblliiograffiia<br />

Un ringraziamento particolare va riservato per la loro<br />

disponibilità e collaborazione a:<br />

Fabio Ferraglio Presidente Comunità Montana di Valle<br />

Trompia<br />

Rudi Gatta Assessore Agricoltura Ambiente Comunità<br />

Montana di Valle Trompia<br />

Richiedei Sergio Assessore Turismo e Attività Produttive<br />

Comunità Montana di Valle Trompia<br />

Temponi Gian Pietro Responsabile Area Agricoltura Ambiente<br />

Comunità Montana di Valle Trompia<br />

Roberto Mondinelli Funzionario Area Agricoltura Ambiente<br />

Comunità Montana Valle Trompia<br />

Ocildo Stival Funzionario Area Agricoltura Ambiente<br />

Comunità Montana Valle Trompia<br />

Perini Silvano Responsabile Area Amministrativa Comunità<br />

Montana Valle Trompia<br />

Sindaci, Amministratori e funzionari dei Comuni di:<br />

Tavernole S/M.<br />

Pezzaze<br />

Marmentino<br />

Irma<br />

Bovegno<br />

Collio<br />

Zanini Silvio Presidente Comitato Promotore per la<br />

Valorizzazione del Formaggio Nostrano<br />

Valtrompia<br />

Rabaioli Gianluca Presidente Cooperativa lattiero casearia di<br />

Bovegno<br />

Don Zanini<br />

Roberto<br />

Vicario Zona Alta Val Trompia XX – della<br />

Madonna della Misericordia<br />

164


Biiblliiograffiia<br />

Ottorino Milesi Piano agricolo attuativo Valle Trompia 1989<br />

Giuseppe A.<br />

Staluppi<br />

Agostino<br />

Mantovani<br />

Ambiente e Turismo - 2002<br />

Interventi Vari<br />

Giuseppe Santus Una vita per la Bruna Alpina<br />

Paolo Nastasio La Foresta Regionale “Gardesana Occidentale”<br />

2005<br />

Carlo Simoni La storia e le culture del bosco: la vicenda<br />

dell’Alto Garda – 2005<br />

Giovanni Viganò<br />

Cristina Mottironi<br />

Ella Paglierini<br />

Davide Gaeta<br />

Massimo<br />

Lazzaroni<br />

Claudio Peri<br />

IRER<br />

Politecnico di<br />

Milano<br />

Francesco<br />

Mainetti<br />

Oliviero Sisti<br />

Public – Private partnership in ambito turistico<br />

della Valle Trompia – 2004<br />

La gestione dell’autocontrollo igienico in un<br />

caseificio sociale in montagna<br />

Laboratorio 1 – Consolidare la capacità di<br />

progettazione gestione e automonitoraggio dei<br />

partenariati locali<br />

Progetti d’assistenza alle aziende di montagna<br />

presenti nella Provincia di Brescia:<br />

Miglioramento qualitativo del latte negli<br />

allevamenti della montagna bresciana;<br />

Miglioramento qualitativo dei prodotti caseari<br />

tipici di montagna e gestione razionale delle<br />

malghe<br />

Documento integrante lo studio<br />

Pietro Sandali La Riforma Fischler della PAC - 2003<br />

Mauro Belloli Indicazioni e ipotesi di sviluppo della realtà<br />

agricola di montagna in Alta Valle Trompia<br />

165


ERSAF Programma per la valorizzazione del<br />

patrimonio immobiliare – il Polo lattiero<br />

caseario in Carpaneta (MN) – 2004<br />

Verso il Piano Triennale 2006 – 2008 - 2005<br />

Regione<br />

Lombardia<br />

Documento politico progr. VIII legislatura.<br />

Documento di programmazione economico<br />

finanziaria regionale 2006-2008.<br />

Programma Regionale di Sviluppo della VIII<br />

legislatura. - 2006<br />

Blesio Pierfranco La Valle Trompia – 1997<br />

Camilla Abeni Itinerari storico geografico in Valle Trompia -<br />

1997<br />

Francesco Lechi Il futuro della Montagna: crisi o innovazione -<br />

2002<br />

Assemblea<br />

CNEL<br />

Assemblea<br />

CNEL<br />

ERSAF<br />

Regione<br />

Lombardia<br />

Dario Casati<br />

Renato Pieri<br />

Regione<br />

Lombardia<br />

Provincia di<br />

Brescia -<br />

Assessorato<br />

Agricoltura<br />

Flaminia Ventura<br />

Angelo Frascarelli<br />

Comunità<br />

Montana di Valle<br />

Sabbia<br />

La X relazione sullo stato della montagna<br />

italiana – 2004<br />

Innovazione, società della conoscenza e<br />

sviluppo – osservazioni e proposte - 2004<br />

Carta delle Foreste di Lombardia – 2004<br />

Documento integrante lo studio<br />

Il sistema agro-alimentare della Lombardia<br />

Fattorie Didattiche proposte per genitori e<br />

insegnanti<br />

Piano Agricolo Provinciale 2001/2003<br />

Agriturismi Bresciani<br />

Guida pratica alla riforma della PAC<br />

Piano di Sviluppo socio-economico - 2002<br />

166


Fausto Balestrini Irma e le sue acque<br />

ERSAF Linee guida per la perimetrazione a terra delle<br />

superfici percorse da incendio<br />

Comunità<br />

Montana<br />

Valle Trompia<br />

Regione<br />

Lombardia<br />

C. M. Valle<br />

Trompia<br />

ASL – Ufficio<br />

Veterinario<br />

La Valle Trompia e il Fiume Mella – Comunità<br />

locali ed Enti Territoriali verso il “PATTO DI<br />

FIUME”<br />

Documento integrante lo studio<br />

Censimento Malghe e Alpeggi<br />

Documento integrante lo studio<br />

Elenco Allevamenti esistenti sui territori dei<br />

Comuni oggetto di studio – dati alpeggio<br />

nomadismo<br />

Documento integrante lo studio<br />

ISTAT Censimento 1990 – Censimento 2000<br />

Paola Ravelli<br />

Enrico Ferrari<br />

Maurizia Cocucci<br />

Tracciabilità ed etichettatura dei prodotti<br />

agricoli a garanzia della qualità - 2004<br />

Lino Giacomelli Lo scrigno dei ricordi “Un secolo di storia<br />

dell’Alpe regionale Boron”<br />

Comunità<br />

Montana di Valle<br />

Trompia<br />

Antonio Fappani<br />

Ottorino Milesi<br />

Rossana Prestini<br />

Antonio Fappani<br />

Alberto Fumagalli<br />

Attilio Mazza<br />

Sistema turistico “La via del ferro dalla Valle<br />

Trompia a Brescia”.<br />

Documento integrante lo studio<br />

Formaggi Bresciani - 1979<br />

Architettura contadina in Valle Trompia - 1980<br />

Santino Calegari Antichi Roccoli di Lombardia tra passato e<br />

presente<br />

Pinuccia Dantino<br />

Elvira Carola<br />

Analisi ex post – Le politiche regionali di aiuto<br />

alle imprese – analisi preliminare dal 2000 al<br />

2004<br />

167


SCHEDE OBIETTIVO<br />

GUIDA<br />

Il questo allegato sono raccolte le schede relative agli obiettivi<br />

guida che caratterizzano i punti più significativi delle politiche<br />

agricolo ambientali che la Comunità Montana intende perseguire.<br />

Nella parte riguardante gli enti coinvolti non vengono citati i<br />

Comuni in quanto l’attuazione dei principi di politiche concertate<br />

prevede che gli stessi siano prioritariamente e<br />

continuativamente coinvolti nell’attuazione di politiche<br />

sovra-ordinate.<br />

I riferimenti legislativi regionali riguardanti le risorse disponili sono<br />

allegati. A ricognizione ex post dell’attuazione delle normative<br />

regionali di aiuto alle imprese è stata elaborata dal Servizio<br />

Valutazione Processo Legislativo e Politiche regionali Ufficio Analisi<br />

Leggi e Politiche regionali.<br />

Per ragioni di vastità complessiva viene riportata esclusivamente la<br />

ricognizione del settore agricoltura.<br />

168


Contenuti della<br />

programmazione<br />

Scheda 1/B Osservatorio permanente<br />

agricolo ambientale della<br />

montagna<br />

Obiettivi guida Costituzione di un organismo<br />

che rilevi sistematicamente il<br />

sistema rurale montano e ne<br />

analizzi i fenomeni<br />

Responsabilità<br />

diretta della<br />

Comunità Montana<br />

Risultati attesi:<br />

di impatto (I)<br />

di realizzazione (rz)<br />

di risultato (rs)<br />

Il Sistema Riferimento interno<br />

Contribuire all’istituzione<br />

dell’Osservatorio in<br />

collaborazione con la Regione<br />

Lombardia, la Provincia di<br />

Brescia e la Camera di<br />

Commercio di Brescia.<br />

Gestione dell’Osservatorio<br />

Acquisizione dei dati<br />

caratterizzanti i comparti del<br />

sistema rurale della Valle<br />

Trompia (i)<br />

Banca dati sul comparto agricolo<br />

ambientale montano (rz)<br />

Elaborazione proiezioni e scenari<br />

di cambiamento. Aggiornamento<br />

permanente piano alpeggi. (rs)<br />

Struttura area agricoltura e<br />

ambiente (protezione civile)<br />

Altre aree coinvolte Area amministrativa – turismo<br />

Enti Coinvolti Provincia di Brescia, Assessorati<br />

all’Agricoltura, Ambiente,<br />

Protezione Civile, Caccia e<br />

Pesca;<br />

ASL – Ufficio Veterinario<br />

Valtrompia Turismo<br />

Realtà Private Organizzazioni Agricole<br />

Consorzio DOP Nostrano<br />

Valtrompia<br />

Cooperative Lattiero Casearie<br />

169


Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Costituzione di un tavolo<br />

istituzionale: Comunità Montana<br />

Valle Trompia, Regione<br />

Lombardia, Provincia di Brescia<br />

e Camera di Commercio di<br />

Brescia<br />

Costituzione tavolo tecnico: Area<br />

Agricolo Ambientale e Protezione<br />

Civile della CM di Valle Trompia,<br />

Organizzazioni Agricole,<br />

Consorzio DOP (Comitato<br />

promotore DOP)<br />

Cooperative lattiero casearie<br />

Altri<br />

Risorse Economiche Capitolo da istituire con fondi<br />

della Comunità Montana, della<br />

Camera di Commercio di Brescia<br />

e della Provincia di Brescia<br />

170


Contenuti della<br />

programmazione<br />

Scheda 2/B Ente Istruzione e Formazione<br />

Professionale per il settore agricolo<br />

ambientale montano<br />

Obiettivi guida Costituzione di un organismo che<br />

svolga attività d’istruzione<br />

formazione professionale per la<br />

montagna. Istruzione e Formazione<br />

Professionale iniziale e<br />

permanente.<br />

Responsabilità<br />

diretta della<br />

Comunità Montana<br />

Risultati attesi:<br />

di impatto (I)<br />

di realizzazione (rz)<br />

di risultato (rs)<br />

Promuovere la costituzione<br />

dell’Ente d’Istruzione e Formazione<br />

Professionale. Coinvolgere l’Ente di<br />

Formazione Professionale di<br />

Lumezzane e gli istituti tecnico<br />

professionali di Sarezzo e Gardone<br />

VT.<br />

Coinvolgere la Provincia di Brescia<br />

e la Camera di Commercio di<br />

Brescia.<br />

Orientamento, istruzione<br />

formazione professionale<br />

permanente dei giovani e degli<br />

addetti in agricoltura e operatori<br />

della tutela e valorizzazione<br />

ambientale della montagna. (i)<br />

Professionalizzazione degli addetti<br />

operatori del comparto agricolo<br />

ambientale della montagna (rz)<br />

Recupero della<br />

professionalizzazione agricolo<br />

ambientale in Valle Trompia (rs)<br />

Il Sistema Riferimento interno Struttura “agricoltura ambiente”<br />

Altre aree coinvolte Area amministrativa<br />

Enti Coinvolti Provincia di Brescia (Regione<br />

Lombardia) – Assessorato alla<br />

Pubblica Istruzione Form. Prof.;<br />

Valtrompia Turismo<br />

Realtà Private Ente F.P. Lumezzane: Istituti<br />

Scolastici secondari di Sarezzo e<br />

Gardone VT; Organizzazione<br />

Agricole; Consorzi prodotti tipici;<br />

171


Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Rilevazione fabbisogno<br />

scolastico formativo della Valle<br />

Trompia (Alta) in particolare<br />

delle figure professionali da<br />

inserire nel comparto agricolo,<br />

agroalimentare, ambientale e<br />

turistico ambientale.<br />

Istituzione di un laboratorio<br />

sperimentale con l’Ente di FP di<br />

Lumezzane e con gli Istituti<br />

Tecnici e Professionali di Valle<br />

per la predisposizione di un<br />

progetto d’istruzione e di<br />

formazione professionale per il<br />

comparto agricolo ambientale.<br />

Coinvolgimento della Provincia<br />

di Brescia, Camera di<br />

Commercio di Brescia e enti,<br />

cooperative e organizzazioni<br />

agricole<br />

Risorse economiche Il finanziamento della<br />

costituzione di un nuovo Ente<br />

d’Istruzione di Formazione<br />

Professionale varia in<br />

riferimento alle disponibilità<br />

delle realtà d’Istruzione di FP<br />

presenti sul territorio e della<br />

disponibilità della Provincia a<br />

volerne riconoscere i corsi da<br />

inserire nei piani annuali.<br />

172


Contenuti della<br />

programmazione<br />

Scheda 3/B La zootecnia – la madre<br />

dell’ambiente montano<br />

Obiettivi guida Conservare e incrementare la<br />

presenza qualificata degli<br />

allevamenti zootecnici in Alta<br />

Valle Trompia<br />

Responsabilità<br />

diretta della<br />

Comunità Montana<br />

Risultati attesi:<br />

di impatto (I)<br />

di realizzazione (rz)<br />

di risultato (rs)<br />

Il Sistema Riferimento interno<br />

Altre aree coinvolte<br />

Svolgere una azione di<br />

programmazione, promozione e<br />

coordinamento delle<br />

azioni/politiche di valorizzazione<br />

del patrimonio zootecnico<br />

dell’Alta Valle.<br />

Coinvolgimento degli allevatori<br />

per migliorare il patrimonio<br />

zootecnico, il prodotto lavorato<br />

lattiero caseario, la lavorazione<br />

degli alpeggi (i).<br />

Miglioramento delle condizioni e<br />

delle tecniche d’allevamento.<br />

Visione di sistema del<br />

patrimonio agricolo in Alta valle<br />

e del suo uso. (cz).<br />

Miglioramento della filiera<br />

zootecnica in Alta Valle Trompia.<br />

Promozione prodotti/ambiente<br />

(cs)<br />

Area Agricoltura ambiente<br />

Enti Coinvolti Regione Lombardia – Ass.<br />

Agricoltura; Provincia di Brescia<br />

Ass. Agricoltura; ERSAF;<br />

Camera di Commercio di<br />

Brescia;<br />

Realtà Private Organizzazioni Agricole;<br />

Cooperative lattiero casearie;<br />

centro Miglioramento Qualitativo<br />

del Latte e della Carne Bovina di<br />

Brescia; Università Cattolica di<br />

Brescia dipartimento scienze<br />

ambientali.<br />

173


Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Attuazione dei progetti di<br />

miglioramento genetico dei<br />

bovini e degli ovi caprini;<br />

perfezionamento delle tecniche<br />

d’allevamento con particolare<br />

attenzione ai problemi igienico<br />

sanitari e di qualità del latte e<br />

della carne; Promozione di<br />

azioni di miglioramento delle<br />

tecniche di lavorazione degli<br />

appezzamenti in montagna e in<br />

alta montagna; promozione di<br />

un progetto continuativo di<br />

assistenza tecnica agli allevatori<br />

anche convenzionata;<br />

promozione di un tavolo<br />

permanente del settore lattiero<br />

caseario d’Alta Valle.<br />

Protocolli d’intesa con Provincia<br />

di Brescia, Camera di<br />

Commercio di Brescia, Enti di<br />

ricerca, sperimentazione,<br />

assistenza tecnica della<br />

provincia di Brescia.<br />

Risorse economiche Risorse previste dalle normative<br />

regionali e richiesta<br />

partecipazione a Provincia e<br />

Camera di Commercio di<br />

Brescia.<br />

Contributo pluriennale<br />

dell’Assessorati all’Agricoltura e<br />

al Commercio della Regione<br />

Lombardia per realizzazione<br />

fiera zootecnica<br />

174


Contenuti della<br />

programmazione<br />

Scheda 4/B Qualità e tipicità dei prodotti<br />

Obiettivi guida Perseguire la valorizzazione dei<br />

prodotti di qualità e tipici della Valle<br />

Trompia.<br />

Responsabilità<br />

diretta della<br />

Comunità Montana<br />

Risultati attesi:<br />

di impatto (I)<br />

di realizzazione (rz)<br />

di risultato (rs)<br />

Il Sistema Riferimento interno<br />

Promuovere e coordinare le<br />

iniziative di riconoscimento dei<br />

marchi DOP dei prodotti lattiero<br />

caseari e promuovere l’istituzione<br />

del Marchio di Valle.<br />

Valorizzare i prodotti tipici e di<br />

qualità della Valle Trompia nella<br />

piena attuazione della sicurezza<br />

alimentare (i).<br />

Completare il percorso di<br />

riconoscimento della DOP al<br />

Nostrano Valtrompia; Promuovere il<br />

riconoscimento di qualità anche per<br />

gli altri prodotti lattiero caseari,<br />

formagelle, burro. Alle carni e<br />

prodotti di nicchia: miele, tartufi.<br />

Armonizzare e uniformare i prodotti<br />

ai disciplinari di certificazione di<br />

qualità.<br />

Costituzione del Consorzio<br />

Nostrano di Valtrompia. (cz)<br />

Migliorare i prodotti di qualità<br />

dell’Alta Valle, promuoverne la<br />

valorizzazione commerciale,<br />

promuovere la produzione di nuovi<br />

prodotti lattiero caseari. Valorizzare<br />

le produzioni di qualità. (cs)<br />

Area Agricoltura e Ambiente<br />

Altre aree coinvolte Area Amministrativa – Turismo<br />

Enti Coinvolti Provincia di Brescia, Camera di<br />

Commercio di Brescia; ERSAF;<br />

Valtrompia Turismo.<br />

Realtà Private Organizzazioni Agricole e dei<br />

Consumatori, Stagionatori,<br />

Comitato per la promozione del<br />

formaggio Nostrano di Valtrompia;<br />

Cooperative lattiero casearie.<br />

ASCOM, Confesercenti.<br />

175


Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Completamento iter<br />

riconoscimento DOP formaggio<br />

Nostrano di Valtrompia.<br />

Progetto armonizzazione qualità<br />

e forma del formaggio DOP.<br />

Sperimentazione stagionatura<br />

dei formaggi nelle miniere.<br />

Istituzione del Marchio Qualità<br />

Valtrompia.<br />

Valutazione qualitativa delle<br />

formagelle e burro ed eventuale<br />

sperimentazione di formaggi<br />

misti vaccino caprini.<br />

Progetto coinvolgimento realtà<br />

di ristorazione della Valle<br />

Trompia e della città di Brescia<br />

per la valorizzazione dei prodotti<br />

tipici.<br />

Convenzione/accordo con<br />

Organizzazioni Agricole per<br />

promozione vendita prodotti di<br />

qualità.<br />

Risorse economiche Normative regionali e risorse<br />

aggiuntive per progetti<br />

sperimentali: Provincia,<br />

176


Contenuti della<br />

programmazione<br />

Scheda 5/B Turismi - Valliturismi<br />

Obiettivi guida Valorizzazione dell’ambiente, del<br />

lavoro e delle tradizioni rurale<br />

ambientali dell’Alta Valle<br />

Trompia<br />

Responsabilità<br />

diretta della<br />

Comunità Montana<br />

Risultati attesi:<br />

di impatto (I)<br />

di realizzazione (rz)<br />

di risultato (rs)<br />

Il Sistema Riferimento interno<br />

Pianificare, programmare e<br />

coordinare politiche di turismi<br />

ambientale e rurale<br />

Valorizzazione del “contesto” in<br />

cui vivono e operano gli<br />

imprenditori agricoli dell’Alta<br />

Valle Trompia (i).<br />

Progettazione e sostegno a<br />

iniziative di promozione degli<br />

agriturismi, con possibilità<br />

ricettiva, progetto Malghe<br />

Aperte; progetto fattorie<br />

didattiche montane, progetto “I<br />

circuiti della montagna” (cz)<br />

Migliorare la qualità e la quantità<br />

d’offerta turistico rurale<br />

ambientale sviluppare una<br />

nuova e diffusa sensibilità<br />

ambientale (cs)<br />

Area agricoltura e ambiente<br />

Altre aree coinvolte Area Amministrativa – Turismo<br />

Enti Coinvolti Provincia di Brescia, Camera di<br />

Commercio, Valtrompia Turismo,<br />

ERSAF<br />

Realtà Private Organizzazione Agricole e<br />

Organizzazioni Agrituristiche;<br />

Associazione degli Stagionatori;<br />

Centro di F.P. ENAC Canossa;<br />

177


Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Coinvolgimento dei Comuni e<br />

degli imprenditori agricoli e loro<br />

sostegno alla progettazione di<br />

iniziative qualificanti di didattica<br />

rurale ambientale e di<br />

valorizzazione dei prodotti tipici<br />

valligiani.<br />

Le partnership prevede il<br />

coinvolgimento della Provincia di<br />

Brescia, della Camera di<br />

Commercio di Brescia e delle<br />

Organizzazioni Agricole e<br />

agrituristiche bresciane.<br />

Risorse disponibili Risorse previste dalle normative<br />

regionali. Eventuali risorse<br />

provinciali per attuare un<br />

progetto sperimentale di<br />

fruibilità delle fattorie e malghe<br />

d’alta montagna.<br />

178


Contenuti della<br />

programmazione<br />

Scheda 6/B Multifunzionalità<br />

Obiettivi guida Attuazione principio di<br />

multifunzionalità previsto dalla<br />

legge di orientamento e<br />

modernizzazione del settore<br />

agricolo<br />

Responsabilità<br />

diretta della<br />

Comunità Montana<br />

Risultati attesi:<br />

di impatto (I)<br />

di realizzazione (rz)<br />

di risultato (rs)<br />

Il Sistema Riferimento interno<br />

Attuazione progetti sperimentali<br />

di promozione delle vocazioni<br />

produttive e ambientali del<br />

territorio e la tutela dell’impresa<br />

agricola di montagna<br />

Migliore manutenzione del<br />

territorio e servizi più dinamici;<br />

integrazione del reddito delle<br />

imprese agricole dell’Alta Valle<br />

(i).<br />

Sottoscrizione di contratti di<br />

collaborazione e/o convenzioni<br />

fra i Comuni, la Comunità<br />

Montana e gli imprenditori<br />

agricoli /rz).<br />

Pianificazione dei servizi pubblici<br />

associati. Gestione e<br />

manutenzione del territorio.<br />

Area agricoltura e ambiente<br />

(protezione civile)<br />

Altre aree coinvolte Area Lavori Pubblici – viabilità<br />

Enti Coinvolti Provincia di Brescia –<br />

Assessorato Lavori Pubblici –<br />

manutenzioni e servizi stradali<br />

Realtà Private Organizzazioni Agricole – Singoli<br />

Imprenditori Agricoli<br />

179


Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Rilevazione servizi e<br />

manutenzioni della rete viaria,<br />

dei percorsi sentieristici, della<br />

rete idrica, della tenuta dei<br />

boschi.<br />

Coinvolgimento degli<br />

imprenditori agricoli.<br />

Promozione di contratti di<br />

collaborazione e/o convenzioni<br />

con gli imprenditori agricoli.<br />

Risorse Economiche Risorse dei Comuni, della<br />

Comunità Montana e della<br />

Provincia di Brescia<br />

storicamente investite nei servizi<br />

di manutenzione della rete viaria<br />

e della cura dell’ambiente.<br />

Risorse previste dalle normative<br />

regionali specifiche per la<br />

manutenzione dei boschi<br />

180


Contenuti della<br />

programmazione<br />

Scheda 7/B Tutela e valorizzazione dell’agro<br />

ambiente montano<br />

Obiettivi guida Coinvolgimento delle aziende<br />

agricole nella realizzazione di<br />

progetti strategici per il rilancio<br />

dell’economia montana e la<br />

valorizzazione dell’ambiente e del<br />

territorio dell’Alta Valle Trompia<br />

Responsabilità<br />

diretta della<br />

Comunità Montana<br />

Risultati attesi:<br />

di impatto (I)<br />

di realizzazione (rz)<br />

di risultato (rs)<br />

Il Sistema Riferimento interno<br />

Promozione e coordinamento delle<br />

politiche di recupero, tutela e<br />

valorizzazione del patrimonio<br />

agricolo ambientale dell’Alta Valle<br />

Trompia<br />

Incremento del coinvolgimento<br />

delle imprese agricole negli<br />

interventi strategici di recupero,<br />

tutela e valorizzazione del<br />

patrimonio agricolo e ambientale.<br />

(i)<br />

Specializzazione multifunzionale<br />

delle imprese agricole. Programma<br />

lavorazione, cura e manutenzione<br />

territoriale.(rz)<br />

Promozione di politiche di tutela<br />

delle aziende agricole nelle aree<br />

disagiate montane. Promozione di<br />

fruibilità sensibili dell’agro<br />

ambiente montano. Attivazione<br />

linee di filiera ambiente agricoltura<br />

turismi.<br />

Area agricoltura ambiente<br />

Altre aree coinvolte Area Lavori Pubblici<br />

Area Amministrativa – turismo<br />

Enti Coinvolti Regione Lombardia Assessorato<br />

all’Agricoltura e Assessorato<br />

all’Ambiente.<br />

Provincia di Brescia Assessorato<br />

all’Ambiente – Assessorato<br />

all’Agricoltura.<br />

Realtà Private Organizzazioni Agricole. Istituti di<br />

Credito - loro Fondazioni.<br />

Associazioni Ambientaliste<br />

181


Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Coinvolgimento delle realtà<br />

pubblico private aventi funzioni<br />

in materia rurale, ambientale,<br />

idraulica e idrica.<br />

Accordi di programma con le<br />

Organizzazioni Agricole e con le<br />

autorità preposte alla gestione<br />

del sistema idrico.<br />

Attuazione progetto “La Valle<br />

Trompia e il fiume Mella”. Il<br />

Patto di Fiume.<br />

Risorse Economiche Risorse previste dalle normative<br />

regionali.<br />

Risorse proprie della C.M.<br />

182


Contenuti della<br />

programmazione<br />

Scheda 8/B Forestazione<br />

Obiettivi guida Valorizzare il patrimonio forestale<br />

dell’Alta Valle – sistemi verdi e<br />

crediti verdi.<br />

Promozione filiera legno energia.<br />

Fruibilità delle foreste.<br />

Responsabilità<br />

diretta della<br />

Comunità Montana<br />

Risultati attesi:<br />

di impatto (I)<br />

di realizzazione (rz)<br />

di risultato (rs)<br />

Il Sistema Riferimento interno<br />

Promozione Consorzio Forestale.<br />

Stesura della Carta della Foresta<br />

della Valle Trompia.<br />

Promozione progetto pilota filiera<br />

legno energia.<br />

Coordinamento politiche di<br />

manutenzione e valorizzazione del<br />

sistema forestale.<br />

Ottimizzare gli interventi di tenuta<br />

e valorizzazione delle foreste.<br />

Migliorare la fruibilità delle foreste<br />

– incontrare le foreste. Gestione<br />

durevole e sostenibile delle foreste<br />

e degli alpeggi.<br />

Attenuare i rischi d’incendio.<br />

Incremento delle quantità di<br />

energia rinnovabile prodotta. (i)<br />

Costituzione del Consorzio<br />

Forestale di Valtrompia. Accordi di<br />

programma con direzione CSA per<br />

la stesura della Carta delle Foreste.<br />

Coinvolgimento Organizzazioni<br />

Agricole, ERSAF, Società di<br />

produzione di energia. (rz)<br />

Miglioramento della fruibilità delle<br />

foreste. (rs)<br />

Area agricoltura e ambiente<br />

Altre aree coinvolte Area Lavori Pubblici<br />

Enti Coinvolti Regione Lombardia Assessorati<br />

all’Agricoltura e alle Foreste e<br />

Assessorato all’Ambiente. Provincia<br />

di Brescia Assessorato<br />

all’Agricoltura. ERSAF.<br />

Realtà Private Organizzazioni Agricole. Direzione<br />

Didattica.<br />

Società di produzione di energia<br />

elettrica. Organismi di protezione<br />

civile e antincendio.<br />

183


Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Modalità di<br />

realizzazione e<br />

partnership<br />

Costituzione di un Comitato<br />

Promotore del Consorzio<br />

Forestale. Istituzione di un<br />

tavolo di valutazione della filiera<br />

legno energia. Promozione di un<br />

progetto “Scriviamo la Carta<br />

delle nostre foreste di<br />

Valtrompia”.<br />

Promuovere il progetto<br />

“Monumenti Verdi di Valtrompia<br />

– le piante ci raccontano”.<br />

Coinvolgimento delle autorità<br />

scolastiche, le Organizzazioni<br />

Agricole e le società che operano<br />

nel settore energetico di Valle<br />

Risorse economiche Risorse previste dalle normative<br />

regionali.<br />

Provincia di Brescia.<br />

Risorse Proprie.<br />

184


Analisi ex post<br />

Le politiche regionali di aiuto alle<br />

imprese<br />

Analisi preliminari del 2000 al<br />

2004<br />

185


186


Milano,<br />

Giugno 2005<br />

187


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