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41. I lavoratori dei campi tra noi in ciascuna stagione
dell’anno si pagano a ore, e la loro mercede è di nove
centesimi per ciascuna ora di lavoro.
42. Alle persone, che da alcuni proprietari si tengono in casa
per valersi della loro opera nei vari rami di lavoro, e che si
dicono servi o famigli, oltre il vitto quotidiano e l’alloggio di
pagano ordinariamente dieci o dodici lire per ciascun mese.
43. I contadini si occupano oltre i lavori campestri anche di
tutti quelli per cui posseggono qualche abilità.
44. Il cibo consueto dei contadini è la polenta, e la bevanda
l’acqua o il vinello; ma nei giorni festivi molti bevono sino
all’ubriachezza.
45. La poca carne che mangiano i contadini fra di noi è il
vitello, di montone, o di pollo, che si può valutare in massa ad
un peso per ciascheduno all’anno. Nelle comuni del distretto
superiore si mangiano inoltre salsicce e carni salate ed
affumicate di vacca.
46. Le stoffe ordinarie di cui si vestono i contadini sono si
fustagno tinto di verde d’olivo, che costa dai cinquanta agli
ottanta centesimi per braccio, ed il panno grossolano del
valore di quattro a cinque lire parimenti al braccio; e le donne
indossano abiti di tela di canape o di lino tinta a vari colori del
prezzo dai settanta centesimi alla lira per braccio.
47. In nessuno dei due distretti sono soggetti i proprietari a
tasse oltre le solite imposte regie e comunali.
48. Lo stesso dicasi dei conduttori dei fondi ove ve ne siano.
49. Nessun fondo è qui soggetto a pagamento di decima,
primizia di sorta, qualora non si facciano entrare in questa
categoria alcune tenui somme, che in qualche comune da certi
privati si pagano a titolo di livello o di enfiteusi al parroco del
luogo o di altri, e che sono garantite sopra qualche porzione di
terreno ad esso loro appartenente.
50. La risposta a questo quesito riguarda anche quello
numero 52 e sarà il secondo prospetto, nel quale si sono
omesse le somme eventuali ed incerte, che pagano tutte le
comuni all’ospitale di Brescia per gli ammalati cronici e per le
sifilitici che si inviano tratto costì onde esservi curati, e che
non possono in anticipazione determinarsi.
51. Qui non v’ha mendicità. Chi può lavorare trova modo in
ogni stagione dell’anno di procacciarsi la sicurezza. Gli invalidi
sono soccorsi dagli istituti elemosinieri e dalle offerte di piè
persone.
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