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E’ quanto mai necessario intraprendere concretamente la
strada per attuare la sussidiarietà orizzontale assegnandole un
significato, coerente, di ridefinizione dei livelli di “responsabilità”
del Governo Territoriale, in un contesto di visione integrata e
partecipata delle politiche.
Le Comunità Montane, purtroppo, faticano a scrollarsi di
dosso l’insufficiente attenzione che le istituzioni “superiori”:
Provincia, Regione, Stato le assegnano.
Uno degli impegni prioritari dovrà essere quindi quello
di coinvolgere le istituzioni “di livello superiore” affinché
riconoscano il ruolo essenziale delle Comunità Montane nelle
politiche di sviluppo ambientale e rurale.
Un’ultima considerazione in premessa riguarda la rilevazione
e l’elaborazione/lettura dei dati.
Ogni riflessione, approfondimento delle dinamiche culturali,
sociali, economiche necessita di una rilevazione puntuale e
completa dei dati caratterizzanti.
I fenomeni assumono così i contorni chiari e definiti,
permettendo a tutti i soggetti pubblici e privati di conoscerli,
analizzarli ed elaborarli in funzioni delle scelte future.
Va comunque evidenziato che quest’aspetto negativo della
mancanza di dati costantemente aggiornati, viene contenuto in Alta
Valle proprio dalla dimensione dei Comuni, e quindi dalla
conoscenza diretta dei problemi da parte degli
amministratori, dei soggetti d’impresa e dei lavori e dal ruolo
svolto dalla Comunità Montana che è chiamata a pianificare,
programmare e mediare fra i legittimi interessi locali.
Così come rilevanti sono i contributi degli Enti Pubblici e Privati
che operano sul territorio in funzioni permanenti e/o per attuare
progetti specifici.
Rimane l’esigenza di collocare le politiche di aree parziali in un
contesto di politiche generali di Comunità Montana e delle Comunità
Montane.
L’Osservatorio della Montagna Bresciana potrebbe essere
istituito con il pieno sostegno della Provincia, della Regione e della
Camera di Commercio. Oppure si potrebbe rivitalizzare il Centro
Studi sulla Montagna che ancora fatica ad avviare la propria
operatività.
Riaffiora l’amara constatazione che le buone idee che
potrebbero concorrere ad affrontare e risolvere alcuni problemi
della montagna , pur condivise e richiamate in molte sedi non
vengano affrontate con la necessaria determinazione e convinzione.
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