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notizie certe negli scritti di autori classici quali Plinio e Livio nonché
da numerose epigrafi litiche rinvenute nella zona. La loro economia
rurale dapprima uniformata alle esigenze del sostentamento e del
consumo, grazie alla disponibilità e all’uso dei minerali presenti in
forma intrusiva in più parti del massiccio montano a corona della
Valle, trovò la possibilità di espandersi sviluppando quegli scambi
fiorenti che si svolgevano nell’antichissimo mercato della Foppa, tra
il Colle di S. Zeno e i Corni del Diavolo, servito dalla primigenia
strada di collegamento con la Valle Camonica.
Popolazione fiera e ribelle, gelosa della propria autonomia ma
non abbastanza forte da riuscire a difenderla contro lo strapotere
delle milizie romane che, tra il 16 e il 14 a.c., e al comando di
Druso, riuscirono a sottometterla riducendola in condizione di
schiavitù e obbligandola a lavori agricoli (venalis cum agris suis
populus) e a fornire soldati con la coscrizione obbligatoria
nell’ambito della podestà della tribù Fabia e sotto il diretto controllo
del “princeps”.
Scarse sono le notizie e le documentazioni storiche che
intercorrono dalla caduta dell’impero romano sino alla costituzione
delle prime Pievi del VI secolo dell’era cristiana e alla successiva
formazione di piccole comunità agro silvo pastorali che cominciano
a darsi forma regolarmente dell’uso dei beni territoriali attraverso la
codificazione delle consuetudini e il consolidamento delle vicine.
Il potere temporale della Chiesa resta in quel periodo
l’elemento predominante di governo pur con gli aneliti primordiali
dei primi elementi di autonomia comunale.
Nel periodo delle lotte fra papato e impero la Valtrompia si
trova a sostenere la parte guelfa. Curiosa la notizia storica della
fondazione di una comunità agricola pastorale femminile insediata
verso la metà del XII secolo in quel di Conche, e poi assorbita nel
1236 dalla Comunità dei frati umiliati che si dedicano in quel di
Lumezzane alla lavorazione della lana. Nel 1318 viene redatto in
lingua latina il primo e il più antico statuto di Pezzaze poi tradotto il
lingua volgare nel 1529 dal parroco di Lavone Giovanni Grotti. Si
tratta di una codificazione esemplare del diritto dell’epoca in buona
parte dedicata alla normativa delle attività agro silvo pastorali e
zootecnica. Nel 1355 Gian Galeazzo Visconti diventa signore di
Milano, e Brescia stipula con lui i “capitoli di sudditanza” nei quali si
conferisce alla provincia una divisione amministrativa fondata sulle
quadre tra cui ben delimitata e descritta quella Valtrumplina con le
attestazioni delle proprietà singole e dei redditi allora
prevalentemente agricoli.
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