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nocciolo, il frassino, l’ontano, il salice, il pioppo, non che altre
specie, le quali tutte si mantengono a ceduo e si tagliano ogni
dodici anni quelle che si sogliono ridurre in carbone ed ogni
sette od otto anni quelle che servono ad uso focolare. Dopo
tagliata la legna, i tronchi e rami grossi ridotti tutti alla
larghezza d’un metro si dispongono in lunghe cataste
dell’altezza parimenti d’un metro, e si misurano, come qui
costume, a sacco, ognuno dei quali consta di un metro di
legna in altezza, larghezza e lunghezza e vale lire cinque o sei
al più. Le cimaglie o legna minuta poi si legano in fascine, che
si pagano otto o nove lire per cento, e queste servono per
ordinario combustibile, avvegnacchè il carbone si consuma nei
forni per fondere il ferro o nelle fucine per lavorarlo. Nel
distretto superiore avvi inoltre selve di abeti e di larici di
grande estensione, che si lasciano crescere ed ingrossare sino
ad una età avanzata e si riservano per legno da travi, da assi
e, come di dice, da opera per le fabbriche.
31. In tutta la valle i fondi aratori si coltivano da proprietari e
dai mezzajuoli, coi quali si dividono le entrate per metà.
Rarissimi sono quelli che si danno in affitto e qualora ciò
avvenga, l’affitto si paga in denaro. I prati si fanno lavorare
dai proprietari per proprio conto e si paga ai lavoratori la
convenuta mercede o in denaro o in generi commestibili.
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34. Siccome questi quesiti riguardano i fondi affittati, che tra
noi come si è detto non ve ne sono, così ci crediamo
dispensati dall’occupazione.
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38. I lavori del campo sono tutti eseguiti de coloni del luogo.
39. A lavorare a braccia un terreno dell’estensione (ex.gr.) di
cento tavole, sei lavoratori impiegano in estate tre giorni circa,
e nell’inverno quattro o cinque. Le famiglie degli agricoltori si
possono valutare in complesso si cinque a sei individui l’una.
40. Anche le donne tra noi lavorano alla campagna e si
occupano inoltre della filatura del canape e del lino, coi quali
prodotti molte di esse fabbricano di propria mano la tela, ed in
alcuni comuni del distretto superiore come a Collio, e Pezzate
sulle proprie spalle portano fuori dalle viscere della terra il
minerale greggio scavato da minatori.
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