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può essere disgiunta dallo sforzo di mantenere gli allevamenti a
valle.
Inoltre proprio per le caratteristiche dell’allevamento di e in
montagna riteniamo che le stesse debbano essere depurate di
alcuni principi prioritari che caratterizzano gli allevamenti di pianura
quali: la mera produttività e competitività.
Le strade da percorrere per valorizzare l’impresa montana
sono pertanto diverse da quelle messe in atto per valorizzare le
produzioni di pianura.
Misure specifiche di finanziamento per le imprese di
montagna, anche nel nuovo Piano di Sviluppo Rurale, potrebbero
assumere caratteristiche più rispondenti alle reali condizioni
strutturali e gestionali esistenti.
L’allevamento di montagna esige costi superiori sia
gestionali che strutturali.
In altre regioni italiane (Trentino Alto Adige), al di là delle
consuete considerazioni sulla disparità di risorse disponibili, queste
valutazioni sono state aggetto di particolare attenzione e di
orientamento di risorse consistenti.
Costruire una semplice vasca per letami e liquami, o un
ricovero per animali, che devono essere realizzate in zone impervie
e avere caratteristiche rispondenti alle regole dell’impatto
ambientale, richiede costi molto più elevati che non costruire in
zone pianeggianti.
Prevedere percentuali di contributi maggiori per le
strutture di montagna è proposta che potrebbe essere
recuperata in questa fase di elaborazione delle linee applicative del
Nuovo Piano di Sviluppo Rurale.
Oltre ai costi strutturali e gestionali si deve evidenziare che
anche l’aspetto burocratico è in montagna più oneroso.
Domande e autorizzazioni richiedono tempi e costi maggiori
per le implicazioni ambientali che le caratterizzano.
La semplificazione burocratica è, e dovrebbe essere, uno
degli aspetti che la Comunità Montana, unitamente ai Comuni
dovrebbe sottoporre alla Regione
In Valle Trompia, ed in particolare in Alta Valle non esiste
una sagra/fiera zootecnica.
Una manifestazione d’area potrebbe favorire il miglioramento
genetico degli allevamenti.
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