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SCHEDA 5/B
Turismi – VALLITURISMI
Vi sono nel lessico dei pensatori dello sviluppo parole magiche
che affiorano soprattutto in quegli ambienti che sterili di altre
proposte si rivolgono al gusto come al senso, al significato
principale che dovrebbe caratterizzare la nostra epoca.
Non abusiamo del termine civiltà lasciando ai posteri la
possibilità di giudicarne la corretta esegesi.
Siamo tutti consapevoli che nei territori dove le distanze e le
morfologie rendono difficoltose le altre attività, proprio in virtù della
ricerca di nuove qualità della vita, ci si orienta alla massima
valorizzazione dei loro valori intrinsechi.
Fra questi le bellezze naturali, pur fra mille difficoltà,
incominciano a riacquisire un valore sociale ed economico di
sicuro interesse.
Boschi e foreste soprattutto delle aree montane della Valle
Sabbia, Valle Trompia e Bassa e Media Valle Camonica sono state
considerate per più d’un secolo marginali.
Marginale è un termine usato per addolcire la difficoltà a
lavorarle in quanto non garantivano un reddito sufficiente a coloro
che vi si dedicavano.
Anche la produzione di carbonella (poiat) era insufficiente a
garantire una coltivazione del bosco e un reddito adeguato.
Il Bosco e la Foresta nelle valli bresciane, possiamo affermare,
hanno svolto, nel passato recente, una funzione complementare
alle altre attività agricole e sociali.
Non è casuale che proprio in queste zone piani verdi, e le
ormai famose leggi Fanfani determinarono il passaggio di ampie
porzioni di territorio montano allo Stato.
Le economie scaricano, cioè socializzano, i segmenti di
sofferenza. Acquisiscono, o meglio, cercano di acquisire invece i
comprati che producono reddito.
Tutto ciò, non ha intaccato le bellezze che edifici, quali dimore,
fienili, stalle, malghe; luoghi di culto e di preghiera: Santuari ed
Edicole hanno offerto e offrono.
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