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Una valutazione a parte merita la pratica di monticazione.<br />

Malghe e alpeggi, sono sempre stati e ancor oggi rimangono<br />

simboli d’eccellenza delle produzione lattiero casearie.<br />

Una pratica, quella della monticazione, che nel passato era<br />

strettamente legata all’allevamento di valle. Il percorso era<br />

segnato dal battito delle stagioni. In estate in alpeggio, nelle mezze<br />

stagioni nelle stalle di valle e in inverno a mangiar fieno della<br />

bassa.<br />

Guardando ai dati della tabella precedente scopriamo con<br />

qualche sorpresa che i bovini allevati in malga sono<br />

complessivamente 1.749 e di questi ben 1.022 sono nomadi,<br />

cioè, provengono da zone “lontane”.<br />

Così come colpisce il dato degli ovi-caprini pari a 8.499 di<br />

cui ben 8.104 sono nomadi.<br />

Una prima considerazione: “gli ovi caprini hanno sostituito<br />

l’allevamento esclusivo dei bovini nelle malghe”.<br />

Un altro dato conforta di fronte alla eventuale prospettiva di<br />

una collaborazione fra i diversi Comuni per la gestione delle malghe<br />

e degli alpeggi. Tutte le stazioni sono ancor oggi utilizzate, anche se<br />

alcune solo per periodi brevi. Numero di giornate inferiori alla<br />

media rilevata nella tabella.<br />

Altre sono utilizzate da più allevatori e con specie allevata<br />

diversa: prima i bovini e successivamente gli ovini e/o caprini.<br />

Il nomadismo ha certamente determinato, comunque, la<br />

tenuta delle malghe, anche se effetti positivi e negativi sono di<br />

difficile tracciatura.<br />

Rimane l’interrogativo se specie allevate diverse bovini, ovini<br />

non possano determinare condizioni di utilizzo diverso delle malghe<br />

e degli alpeggi e se le due specie, proprio per le loro<br />

caratteristiche, non richiedano modalità gestionali diverse.<br />

Avere un approccio d’assegnazione delle malghe<br />

esclusivamente economico (gara contratto d’affitto) può<br />

determinare effetti negativi sulla gestione delle malghe.<br />

Una diversa tipologia d’allevamento: bovino o ovicaprino,<br />

determina scelte profondamente diverse per la gestione<br />

strutturale: messa a norma, rispetto delle norme in materia di<br />

benessere animale, manutenzioni straordinarie e ordinarie,<br />

adeguamenti delle strutture per la lavorazione dei prodotti lattiero<br />

caseari, depositi materie per l’alimentazione, strutture che<br />

garantiscano una qualità di vivibilità buona.. ecc.<br />

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