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convenzionamento con realtà private, mondo agricolo e/o ditte
specializzate;
sottoscrivere una convenzione con le istituzioni Regione e
Provincia per un piano pluriennale di sistemazione della rete
stradale comunale ed intercomunale.
Istituire un fondo per gli interventi straordinari dovuti a
calamità naturali.
Riflessione a parte va riservata al settore della sentieristica.
La Provincia di Brescia ha nel 2003 approvato il Piano
Sentieristico.
Un documento certamente che presenta alcuni limiti di fronte
ad una rete sentieristica imponente, ma che ha avuto la funzione
positiva di fissare alcuni indicatori d’intervento.
Inoltre altro punto qualificante del piano è stato quello di
definire e indicare i percorsi principali.
Occorre chiedersi se quel piano sentieristico, che prevedeva
la costituzione di un Comitato Permanente della Sentieristiva
Provinciale abbia avuto il corso auspicato in fase di approvazione
o se temporaneamente sia stato “sospeso”
Nella fase di elaborazione del Piano Agricolo Provinciale e dei
Piani agricolo/ambientali delle Comunità Montane sarebbe utile
recuperarne almeno gli aspetti più qualificanti.
Il Piano era accompagnato da un fondo finalizzato alla
manutenzione straordinaria e ordinaria dei sentieri, che avrebbe
dovuto fungere da volano delle risorse investite da altri livelli
istituzionali: locali, regionali, comunitari.
Recuperare il Piano Provinciale per qualificarne la parte
che attiene alla sistemazione manutenzione dei sentieri dell’Alta
Valle Trompia è una esigenza rilevante che potrebbe agevolare una
più approfondita riflessione sulle iniziative da intraprendere.
Uno dei settori che da sempre ha ottenuto grande attenzione
nelle politiche locali, anche se per la vastità del problema sono
ancora insufficienti, è quello idraulico.
Sorgenti, torrenti e il fiume Mella rappresentano un
patrimonio che non solo va protetto ma va considerato come
sistema idrogeologico e idraulico.
L’acqua è il bene che più di altri rischia uno sfruttamento
eccessivo e un indiscriminato inquinamento.
Il piano delle acque dovrebbe divenire parte complementare
integrante dello studio agricolo ambientale.
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