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Una manifestazione fieristica zootecnica d’area dovrebbe<br />
essere realizzata con il diretto coinvolgimento di tutti gli allevatori<br />
presenti in valle.<br />
La seconda annotazione che caratterizza l’Alta Valle è quella<br />
che gli allevamenti non sono autonomi per la produzione di<br />
foraggi e mangimi.<br />
Devono quindi approvvigionarsi fuori zona (in pianura) di<br />
fieni e mangimi complementari.<br />
Tale condizione è causata dalle caratteristiche del fondovalle<br />
che per la sue caratteristiche orografiche non ha aree significative<br />
coltivabili.<br />
Questa dipendenza non inficia significativamente la<br />
valutazione controllo dei fattori della produzione per l’applicazione<br />
dei processi produttivi previsti dalle norme in materia di tracciabilità<br />
Forse, la prudenza è d’obbligo, forme d’acquisto collettivo<br />
(cooperativa d’acquisto), anche convenzionate con altre<br />
cooperative potrebbero risolvere anche questo problema.<br />
La dipendenza esterna per l’approvvigionamento di fieni limita<br />
le possibilità d’adesione di alcuni allevatori alla Denominazione di<br />
Origine Protetta del Nostrano (DOP), in quanto il disciplinare<br />
prescrive l’uso esclusivo di fieni di valle.<br />
Forse è prematuro proporre la possibilità<br />
d’approvvigionamento di fieni “garantiti” al fine di produrre<br />
il Nostrano, ma certamente se si fosse la possibilità di controllare<br />
le modalità colturali, le varietà del foraggio coltivato e quindi la<br />
qualità del prodotto questo compito verrebbe agevolato.<br />
Una iniziativa pilota da avviare con una realtà cooperativistica<br />
operante nella pianura potrebbe favorire una qualche<br />
sperimentazione.<br />
Fra le soluzioni possibili per attenuare la dipendenza di fieni<br />
dall’esterno della valle vi è quella di migliorare la coltivazione degli<br />
alpeggi.<br />
Un progetto sperimentale che riclassifichi e descriva la<br />
caratterizzazione completa degli alpeggi, partendo comunque dalle<br />
informazioni/dati del piano esistente, dove vengano presi in<br />
considerazione il clima, il suolo, la vegetazione e le sue potenzialità,<br />
le metodologie manutentive e migliorative, le utilizzazioni<br />
tradizionali o innovative darebbe un forte impulso al<br />
miglioramento quanti qualitativo delle produzioni foraggere<br />
negli alpeggi.” (Prof. Succi)<br />
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