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Le politiche locali, proprio per le loro caratteristiche<br />

abbisognano di sostegni esterni, ma si concretizzano solamente in<br />

condizioni che sono “endogene” cioè del territorio.<br />

Ciò vale ancor di più per le politiche agricolo ambientali che<br />

devono partire dal forte radicamento di quanti si “ostinano” a<br />

presidiare un territorio non facile da governare.<br />

Le politiche locali che interessano l’agricoltura hanno<br />

dimostrato, anche nel recente passato, come la specificità settoriale<br />

non debba arroccarsi in isolamento.<br />

Oggi più di ieri l’attuazione del principio di multifunzionalità<br />

esige la collaborazione, cooperazione, scambio fra settori diversi.<br />

L’integrazione intersettoriale può e deve portare a visioni<br />

unitarie e politiche armoniche ma, soprattutto, deve determinare<br />

condizioni di nuovo sinergismo volto alla creazione di nuove attività.<br />

Nei principi generali di tutte le normative che si occupano di<br />

ambiente sono inseriti i termini compatibilità, sostenibilità.<br />

L’attenzione alla relazione fra attività e le risorse permanenti<br />

sta lentamente riscoprendo che l’economicità di breve respiro<br />

non è più sufficiente e che l’attenzione allo sfruttamento<br />

razionale ed equilibrato delle risorse naturali è di per se<br />

un’economia.<br />

Il trattato di Kyoto ha introdotto alcuni principi che purtroppo<br />

ancora faticano ad essere riconosciuti come fondanti i nuovi modelli<br />

economici di sviluppo.<br />

La sostenibilità diventa pertanto fattore di valorizzazione<br />

della qualità della vita e, quindi, in proiezione una nuova scelta<br />

economica.<br />

Per il settore agricolo non basta più ribadire il ruolo del<br />

presidio come esclusivo, ma occorre attraversare la forra di una<br />

riconoscibilità sociale complessiva.<br />

Anche in queste riflessioni siamo tentati di ripetere che i<br />

fenomeni devono essere rivitalizzanti partendo dal basso, cioè,<br />

dagli operatori.<br />

Ma è nella condizione intrinseca di chi lavora in agricoltura che<br />

abbiamo constatato anche nei dati delle tabelle riportate, che<br />

possiamo meglio comprendere e delimitare le difficoltà a processi<br />

che sono alimentati da “propulsori sociali” unici.<br />

Lo sviluppo agricolo ambientale non può essere frutto<br />

dell’esclusiva sollecitazione dal “basso” ma deve trovare nelle<br />

rappresentanze di categoria, nella intersettorialità e nella sensibilità<br />

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