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DBS: la stimolazione cerebrale profonda nelle parole della stampa e ...

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e alle neuroscienze può geare le basi per una condizione che alcuni definiscono<br />

«post-umana». Ques disposivi possono aprire <strong>la</strong> strada a forme di controllo del<br />

tuo nuove che porranno il problema del<strong>la</strong> «privacy <strong>cerebrale</strong>». Sono convinto che <strong>la</strong><br />

roboca debba essere al centro di un dibato sull’ eca «del nuovo», al di fuori degli<br />

schieramen polici.<br />

Qualche conclusione<br />

Per quanto parziale sia il campione selezionato, l’analisi condoa sul<strong>la</strong> <strong>stampa</strong> ci dà<br />

quindi alcune indicazioni nee. La presenza del<strong>la</strong> Dbs sui nostri tre quodiani esce<br />

raramente dal<strong>la</strong> cornice dell’innovazione: per <strong>la</strong> <strong>stampa</strong> considerata, cioè, par<strong>la</strong>re<br />

ai leori di smo<strong>la</strong>zione <strong>cerebrale</strong> <strong>profonda</strong> vuol dire traare un argomento tecnoscienfico,<br />

che non assume nel dibato pubblico altre valenze o significa. Anche<br />

all’interno del<strong>la</strong> narrazione puramente tecnologica, l’aspeo più valorizzato è quello<br />

del progresso scienfico e delle sue ricadute posive per i ciadini.<br />

In questo campo, i giornali accordano dirio di paro<strong>la</strong> quasi esclusivamente a ricercatori<br />

e clinici, che propongono argomen tu interni all’universo scienfico. Non<br />

sollevano per esempio il problema del<strong>la</strong> gesone delle risorse: <strong>la</strong> Dbs è una tecnologia<br />

economicamente sostenibile? È una soluzione effeva, che può essere garanta<br />

a un numero sufficiente di pazien? Le voci degli esper scienfici trascurano quasi<br />

totalmente alcuni argomen, pur interni ai confini del<strong>la</strong> disciplina. L’incertezza del<strong>la</strong><br />

scienza, per esempio, è una strada intrapresa di rado. Quando vengono menziona,<br />

i rischi sono ascri essenzialmente a due ragioni: i pericoli dell’intervento chirurgico<br />

e <strong>la</strong> mancanza delle conoscenze necessarie a disegnare una mappa affidabile del<br />

cervello che garansca di aver «mirato» l’area giusta. Sembra però che le valutazioni<br />

non oltrepassino il confine temporale del<strong>la</strong> degenza postoperatoria. Nessun cenno,<br />

per esempio, al<strong>la</strong> difficoltà o meno di convivere con le neuroprotesi: come sono vissute<br />

dai pazien? La loro gesone può creare problemi praci o psicologici? Ci sono<br />

fenomeni di rifiuto? E per i familiari, che cosa significa? È legimo adoare <strong>la</strong> neuromodu<strong>la</strong>zione<br />

con pazien affe da disturbi psichici? Alcune di queste domande sembrano<br />

legime solo quando il campo di applicazione esu<strong>la</strong> dall’ambito del<strong>la</strong> salute<br />

(per esempio, quando si traano le possibili applicazioni del<strong>la</strong> Dbs per <strong>la</strong> smo<strong>la</strong>zione<br />

del piacere).<br />

Sporadici i casi in cui si fa cenno a cricità non puramente mediche, come <strong>la</strong> reazione<br />

complessa del<strong>la</strong> persona impiantata, che può risultarne mutata nel caraere anche se<br />

l’operazione è perfeamente riuscita e le condizioni cliniche si dimostrano migliorate,<br />

o ancora <strong>la</strong> reazione dei familiari. A sollevare queste cricità, <strong>nelle</strong> rare occasioni in<br />

cui ciò avviene, è sempre <strong>la</strong> voce di un paziente, non di uno scienziato.<br />

Le voci di pazien e associazioni e quelle di osservatori e analis ricorrono molto di<br />

rado, sono davvero «marginali», ma quando si esprimono introducono nel dibato<br />

argomen nuovi e nuove prospeve. Sollevano per esempio il tema dell’accesso ai<br />

servizi e inseriscono <strong>la</strong> quesone dell’elerosmo<strong>la</strong>zione <strong>profonda</strong> in un contesto più<br />

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