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studio sulla produzione di metano nei ruminanti - FedOA - Università ...

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Le <strong>di</strong>verse specie <strong>di</strong> batteri, protozoi e funghi, hanno evoluto <strong>di</strong>fferenti strategie per riossidare<br />

l’NADH. Alcune specie seguono vie metaboliche dove l’idrogeno derivante dal<br />

NADH viene usato per formare butirrato dal piruvato, mentre altre sintetizzano<br />

propionato dal piruvato e dal NADH (Miller, 1991). Nel rumine, a basse pressioni<br />

parziali <strong>di</strong> idrogeno, l’NADH viene ri-ossidato a NAD + e H2. I batteri <strong>metano</strong>geni e altri<br />

accettori <strong>di</strong> idrogeno sono capaci <strong>di</strong> mantenere la pressione parziale dell’idrogeno a<br />

livelli bassi. Questo significa che la pressione parziale dell’idrogeno <strong>di</strong>pende dalla<br />

<strong>di</strong>sponibilità dei <strong>metano</strong>geni ma anche dagli altri sistemi <strong>di</strong> rimozione. Se i <strong>metano</strong>geni<br />

sono assenti o in numero ridotto l’NADH sarà rigenerato attraverso altri sistemi <strong>di</strong><br />

utilizzo dell’idrogeno, come la fermentazione del lattato, dell’etanolo o del succinato,<br />

che vengono poi convertiti in propionato. Di conseguenza, le proporzioni tra i <strong>di</strong>versi<br />

aci<strong>di</strong> grassi volatili prodotti <strong>di</strong>pendono anche dall’attività dei <strong>metano</strong>geni e dalla loro<br />

interazione con l’NADH prodotto (McAllister e Newbold, 2008).<br />

Risulta quin<strong>di</strong> chiaro che non sono i protozoi o i batteri che fermentando i carboidrati<br />

producono <strong>metano</strong>, ma molti <strong>di</strong> essi forniscono alcuni prodotti <strong>di</strong> fermentazione utili<br />

alla formazione del <strong>metano</strong> stesso (es. formiato, idrogeno e anidride carbonica). Il<br />

formiato prodotto durante la fermentazione degli zuccheri rappresenta il substrato<br />

impiegato per il 18% in <strong>produzione</strong> <strong>di</strong> <strong>metano</strong> nel rumine (Hungate et al., 1970).<br />

L’idrogeno è il principale substrato per la <strong>metano</strong>genesi ruminale. Esso può essere<br />

<strong>di</strong>minuito me<strong>di</strong>ante la riduzione dei prodotti <strong>di</strong> fermentazione (es. lattato ed etanolo) o<br />

attraverso la formazione dell’idrogeno gassoso.<br />

Czerkawski et al. (1972) in un’indagine condotta sui batteri ruminali, ha <strong>di</strong>mostrato che<br />

il <strong>metano</strong> prodotto è inversamente proporzionale alla concentrazione <strong>di</strong> idrogeno<br />

aggiunto in fase gassosa.<br />

I batteri <strong>metano</strong>geni mantengono bassa la pressione parziale dell’idrogeno all’interno<br />

del rumine grazie alla loro capacità <strong>di</strong> usare l’idrogeno per trasformare l’anidride<br />

carbonica in <strong>metano</strong>. Tale processo ha un effetto significativo anche <strong>sulla</strong> formazione<br />

degli altri prodotti da parte della popolazione non <strong>metano</strong>genica del rumine. Moomaw e<br />

Hungate (1983), stu<strong>di</strong>ando i processi fermentativi del Ruminococcus albus, hanno<br />

osservato che tale microrganismo fermenta il glucosio attraverso la via <strong>di</strong> Embden-<br />

Meyerhof-Parnas, ottenendo la formazione <strong>di</strong> piruvato in una reazione ferredossina<br />

<strong>di</strong>pendente producendo così idrogeno e anidride carbonica con acetil coenzima A.<br />

La conseguenza della bassa pressione parziale <strong>di</strong> idrogeno ad opera dei <strong>metano</strong>geni<br />

causa un aumento della <strong>produzione</strong> totale <strong>di</strong> idrogeno e <strong>di</strong> acetato attraverso l’attività<br />

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