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studio sulla produzione di metano nei ruminanti - FedOA - Università ...

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acetato e non fosse prodotto propionato, l’energia persa come <strong>metano</strong> sarebbe del 33%<br />

(Wolin e Miller, 1988). Inoltre, se pur <strong>di</strong> minore importanza, la <strong>produzione</strong> <strong>di</strong> <strong>metano</strong><br />

può essere influenzata anche da meccanismi alternativi che riciclano l’idrogeno, come<br />

per esempio la crescita microbica, la <strong>produzione</strong> <strong>di</strong> aci<strong>di</strong> grassi insaturi, <strong>di</strong> nitrati e <strong>di</strong><br />

solfati (Johnson e Jonshon, 1995).<br />

Diversi fattori possono, quin<strong>di</strong>, intervenire nella regolazione della <strong>produzione</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>metano</strong>: l’ingestione <strong>di</strong> alimento, il tipo <strong>di</strong> carboidrati ingeriti, i foraggi somministrati,<br />

l’aggiunta <strong>di</strong> lipi<strong>di</strong> alla razione, la manipolazione della microflora.<br />

Il tipo <strong>di</strong> carboidrati fermentati influenza la <strong>produzione</strong> <strong>di</strong> <strong>metano</strong> principalmente<br />

attraverso l’impatto che essi hanno sul pH ruminale e <strong>sulla</strong> popolazione microbica. La<br />

fermentazione dei carboidrati della parete cellulare produce più acetato rispetto al<br />

propionato e quin<strong>di</strong> più <strong>metano</strong> (Moe e Tyrrell, 1979). La fermentazione dei carboidrati<br />

solubili, produce meno <strong>metano</strong> rispetto ai carboidrati <strong>di</strong> struttura; i componenti non<br />

appartenenti alla parete cellulare, es. zuccheri solubili, sono meno <strong>metano</strong>genici<br />

dell’amido. In<strong>di</strong>pendentemente dalla frazione <strong>di</strong> carboidrati fermentati, il <strong>metano</strong><br />

prodotto <strong>di</strong>minuisce aumentando la quantità <strong>di</strong> sostanza organica fermentata.<br />

In uno <strong>stu<strong>di</strong>o</strong> in vivo Moe e Tyrrell (1979) trovano una relazione tra la composizione<br />

della <strong>di</strong>eta e la sua ingestione e la <strong>produzione</strong> <strong>di</strong> <strong>metano</strong> in vacche in lattazione. Gli<br />

autori riportano che, al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> un certo range <strong>di</strong> ingestione (da 20.7 a 22.93 kg<br />

S.S./giorno) la <strong>produzione</strong> <strong>di</strong> <strong>metano</strong> per grammo <strong>di</strong> cellulosa <strong>di</strong>gerita era pari a tre<br />

volte quella delle emicellulose e a cinque volte quella della frazione solubile (grammo<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>gerito). Questo risultato suggerisce che le <strong>di</strong>fferenze tra i <strong>di</strong>versi carboidrati sono<br />

dovute sostanzialmente ad una più bassa proporzione della frazione solubile fermentata<br />

nel rumine ed una più ampia porzione <strong>di</strong>gerita e assorbita come glucosio nel piccolo<br />

intestino. In una sperimentazione in vitro impiegando 26 fonti <strong>di</strong> carboidrati solubili<br />

Czerkawski e Breckenridge (1969) hanno evidenziato che la quantità <strong>di</strong> <strong>metano</strong><br />

prodotto varia con la quantità <strong>di</strong> carboidrati fermentati ma non con il tipo <strong>di</strong> carboidrati.<br />

Altre indagini in vivo hanno mostrato come la <strong>produzione</strong> <strong>di</strong> <strong>metano</strong> varia con la natura<br />

dei carboidrati <strong>di</strong>geriti, ma questo effetto è meno importante con livelli <strong>di</strong> ingestione<br />

bassi, piuttosto che alti (Moe e Tyrrell, 1979).<br />

Blaxter e Wainman (1964) riportano che <strong>di</strong>ete formulate per ovini e caprini con<br />

<strong>di</strong>fferenti proporzioni <strong>di</strong> fieno e farina <strong>di</strong> mais, producono quantità <strong>di</strong>verse <strong>di</strong> <strong>metano</strong>,<br />

che aumenta all’aumentare della quota <strong>di</strong> foraggio.<br />

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