Le Porte di Camelot

non fossi un prete, dividerei un dito di vino con te per
celebrare la saggezza della tua idea.»
«Eccellente. E così faremo... ma berremo idromele,
perché sai benissimo che non si può più parlare di vino
da quando i Romani sono andati via, se si esclude
quello che abbiamo bevuto a Camelot.»
Dal suo nascondiglio, Nemo osservò in silenzio i due
uomini che si allontanavano. Non aveva sentito tutto
quel che dicevano, ma abbastanza per sapere che
presto avrebbero iniziato a reclutare volontari per la
nuova guardia di Uther, e per capire che se si muoveva
in fretta, illustrando il suo caso con chiarezza e
precisione a Garreth il Fischiatore, avrebbe potuto
conquistarsi l'accesso a questo nuovo corpo militare.
Certo, era una donna, ma le donne avevano sempre
portato le armi nella società celta, e a nessuna era mai
stato negato il diritto di combattere a fianco dei suoi
amici e dei suoi cari. A nessuna donna in grado di
battersi era mai stato rifiutato il rango di guerriero.
Il mattino successivo, poco dopo l'alba, Nemo era
già in attesa sui gradini dell'abitazione di Garreth il
Fischiatore. Appena lo vide lo affrontò senza
preamboli, sapendo che difficilmente l'uomo poteva
già essere a conoscenza del piano di Uric. Sincera e
diretta come sempre, disse semplicemente a Garreth il
Fischiatore che voleva diventare un soldato a cavallo
agli ordini di Uther. Se mai ci fosse stato un
reclutamento di volontari tra i guerrieri di Cambria,