Senza energia non ci sarà pace… - scuola e cultura - rivista
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Aprile 2013<br />
(Parandosi gli occhi) No, no, è troppo forte…<br />
Concetta, chiudete la finestra, gli scuri…<br />
(Concetta si avvi<strong>ci</strong>na, chiude la finestra)<br />
Mi gira la testa…<br />
Ah, mi sembra di va<strong>ci</strong>llare…<br />
La terra bru<strong>ci</strong>a sotto il sole … nel campo le sfogliati<strong>ci</strong> di granturco, i vecchi e i bambini… e i cestini, e i<br />
papaveri, i fiordalisi, le spighe di grano nelle stoppie…<br />
Ah, come scotta…! Sento una grande arsura.<br />
In campagna il sole è alto, <strong>non</strong> si muove un alito di vento.<br />
Tutto pare immobile, fermo.<br />
Che stanchezza nelle ossa, mio Dio!<br />
Ho camminato tanto…per queste valli e pianure e boschi che conosco ogni confine, ogni anfratto, ogni<br />
pertugio…ogni fosso…<br />
Canti di brac<strong>ci</strong>anti nei campi a mietere, raccogliere i balzi , le donne a spigolare…(14)<br />
Che solitudine e che malinconia, in fondo!<br />
E’ la malaria che bru<strong>ci</strong>a dentro, dà il delirio e i brividi…<br />
Caldo e freddo…<br />
Ah, tremo come una foglia!<br />
(Incro<strong>ci</strong>ando le brac<strong>ci</strong>a per ripararsi, quindi rivolto a Concetta)<br />
Concetta, la coperta…la coperta!<br />
Concetta (alla svelta la prende e gliela poggia sulle spalle)<br />
Sor Paride, va bene così?<br />
Paride (annuendo)<br />
Che brividi per la schiena!<br />
Forse cambia il tempo e le mie povere ossa ne risentono subito…<br />
L’umidità che entra dentro…<br />
E dei morsi dei cani quasi che mi divorano…<br />
Le stagioni, le età…gli anni…<br />
Ecco, uno spiraglio dai vetri…<br />
Il sole comin<strong>ci</strong>a a tramontare …è tutto rosso…<br />
E’ un incendio nel <strong>ci</strong>elo, laggiù oltre i monti, le colline e il mare.<br />
Poi la luce sparisce…rosa chiaro, viola, celestino…<br />
(Ricordando)<br />
Nel buio la luce è quella fioca delle candele…nel sepolcro del Venerdì santo (15)…un vaso coi fiori e le rose, la<br />
lucerna sul piattino, la bottiglietta con l’olio…<br />
Gesù coperto con un velo…e i discepoli nelle cappe bianche, le donne inginocchiate, in preghiera, la vecchia<br />
vestita di nero seduta accanto al sepolcro e il bambino che guarda e rimane nel suo misero abito, stringendo la<br />
tunica che <strong>non</strong> ha fatto in tempo a mettersi…perché ha fatto una gran corsa, uscendo da <strong>scuola</strong>, poi per i vicoli<br />
fino al Ponti<strong>ci</strong>no…<br />
Non si è fermato un attimo, correva, correva…(Breve pausa)<br />
Ed è lui che mi dà i pennelli, il colore e la vernice d’oro, quando in chiesa, nella volta dell’abside, dipingo il<br />
“Cielo stellato”.<br />
E’ una vertigine guardarlo dal basso…<br />
Mi sono poi inginocchiato e ho pianto.<br />
Sono rimasto senza parole per lo stupore.<br />
E anche il fiato per un attimo mi è mancato. (Breve pausa)<br />
Nella luce oltre il buio…il mistero…l’origine prima, la terra da cui si nasce, a cui si torna, quando si muore…<br />
Un brivido mi è passato adesso sulle spalle…forse è arrivato il mio momento.<br />
Cenere e polvere nel vento, nell’arsura di questa mia terra materna che più di ogni altra cosa ho amato…<br />
Quello che in tutta la mia vita ho sempre cercato…è racchiuso in questo sfondo blu notte con tante piccole<br />
stelle color oro puro.<br />
Che bellezza! E’ una meraviglia, un incanto.<br />
(Con commozione)<br />
Ecco, addormentarmi, così, nel silenzio, sotto la volta del “Cielo stellato”, e chiudere gli occhi su questo spazio<br />
infinito, blu e oro.<br />
Fine<br />
Un ringraziamento vivissimo va a Nevio Garbati che, insieme a Lina, sua moglie, mi ha permesso di<br />
avere molte notizie sull’uomo e sul pittore con il quale ha vissuto per anni, essendo nato nel 1935,<br />
ricostruendo alcune vicende e l’ambiente stesso familiare, a contatto anche delle sue zie Concetta e<br />
Firmina, di cui ricorda molti particolari.<br />
Quando Paride Pascuc<strong>ci</strong> è morto, Nevio aveva di<strong>ci</strong>annove anni.<br />
Note<br />
1)Paride Pascuc<strong>ci</strong> (ha sempre omesso il nome Ettore) di Santi e Ersilia Nardelli, è nato a Man<strong>ci</strong>ano, alle ore 7 antimeridiane del 30<br />
settembre 1866, dove è morto il 1 luglio 1954 alle 5 del mattino.<br />
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