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Rimini

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all’Atlantica. Si chiama Ostrea Edulis<br />

ed è di forma piatta e allungata.<br />

Tra i primi a portarle sul piat-<br />

to e valorizzarle lo chef Raffaele<br />

Liuzzi, dell’omonima Locanda. Ma<br />

in pochi anni la voce si è sparsa<br />

e la richiesta è diventata sempre<br />

più alta, mettendo a repentaglio<br />

l’intero banco. Non essendoci regolamentazione<br />

o controlli chiunque<br />

può raccoglierle, col rischio di<br />

compromettere la produzione per<br />

l’anno successivo. Il gusto particolare,<br />

poi, le rende appetibili anche<br />

per l’estero, Spagna in testa, che<br />

ne ha fatto incetta.<br />

Cos’hanno di particolare queste<br />

ostriche? Ce ne parla lo stesso<br />

Liuzzi.<br />

“Sono più carnose e leggermente più<br />

grasse rispetto alla variante atlan-<br />

tica, con un retrogusto nocciolato<br />

e un’acidità lieve. Questo è dovuto<br />

alla mancanza di correnti del mare<br />

Adriatico: l’acqua è più stagnante e<br />

le ostriche, come gli altri pesci, risentono<br />

del fondale più grasso. Una<br />

volta pescate devono essere affinate<br />

per almeno due mesi in acqua corrente,<br />

per ripulirle”.<br />

Liuzzi stesso, difensore della varietà<br />

locale, ha deciso di interrompere<br />

lo smercio per ora, nella speranza<br />

che il Comune approvi intanto<br />

qualche provvedimento di tutela.<br />

Ma le motivazioni per recarsi alla<br />

sua locanda non mancano. Sarò<br />

sincero. Non ho mai amato molto i<br />

ristoranti in cui la cucina creativa<br />

diventa un modo per assecondare<br />

i voli pindarici dello chef in un ambiente<br />

asfittico e ingessato. Ma qui<br />

è diverso. Si percepisce una certa<br />

ironia e autoironia di fondo, come se<br />

volesse giocare proprio con i tipici<br />

cliché del ristorante “di alto livello”.<br />

“Quando ero piccolo avevo due zie<br />

- racconta - da una andavo volentieri.<br />

Potevo fare quello che volevo<br />

e stavo rilassato. Dall’altra non potevo<br />

fare nulla, c’era la plastica sul<br />

divano e mi sentivo in imbarazzo.<br />

Quando da giovane ho cominciato<br />

a frequentare i ristoranti “buoni”<br />

mi sembrava di essere tornato dalla<br />

mia zia, per cui ho deciso che il mio<br />

sarebbe stato diverso. Il ristorante è<br />

un luogo in cui si deve poter essere<br />

rilassati e godersi un’esperienza”.<br />

Ostriche locali, varietà da tutelare<br />

Elencare le iniziative con cui Liuzzi<br />

ha voluto mettere in pratica il suo<br />

pensiero sarebbe troppo lungo.<br />

Colpisce, al di là dell’ambiente, la<br />

cucina. Inventiva, divertente, capace<br />

di coniugare il territorio con la<br />

fantasia e gli accostamenti alcune<br />

volte più improbabili. Il gioco di<br />

Raffaele poggia spesso sui contrasti<br />

dolce e salato, caldo e freddo, o<br />

su piatti che si trasformano col tempo,<br />

come la ricciola affumicata fai<br />

da te, in cui i filetti di pesce sono<br />

lasciati in un piccolo infusore che<br />

continua ad affumicare man mano<br />

che si mangia, rendendo gli ultimi<br />

bocconi molto più forti dei primi. IN<br />

Sopra, Raffaele Liuzzi all’opera.<br />

In apertura, lo chef degusta e<br />

scherza assieme al suo staff.<br />

I falsi passatelli,<br />

la sua ultima creazione<br />

Sono seppie in purezza servite<br />

come passatelli in un brodo di<br />

alghe marine e distillato di ostrica,<br />

gamberi rossi di Sicilia e limone<br />

candito. Il brodo viene versato sul<br />

piatto al momento. Lentamente<br />

il gusto si trasforma e diventa più<br />

iodato, appena un po’ più forte, ma<br />

il sapore del gambero rosso, dolce,<br />

subito lo riequilibra. È un gioco<br />

mescolare i sapori e accostarli,<br />

o aspettare qualche minuto per<br />

sentire come sono variati. Ma è un<br />

gioco molto intrigante, gustoso, che<br />

si pratica meglio quando anche lo<br />

chef gioca a carte scoperte.<br />

www.locandaliuzzi.com

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