Aprile 2009

Nel Segno del Sangue Editoriale
complimentarsi con se stesso,
perché nell’intervento precedente,
pur senza poter approvare
l’iniziativa dei goliardi dell’ateismo,
la trovava più stimolante
per l’intelligenza di altre
campagne fatte di ostensioni
anatomiche molto gradevoli,
per le quali il problema non è se
esistano o non esistano, ma se
resistano. Dio non solo esiste,
ma resiste.
Quando formuliamo la domanda
se Dio esista e: uno,
dieci, cento, mille, un milione,
un miliardo di individui rispondo
Sì, non è risolto il problema.
Potrebbero intendere dieci,
cento, mille, un milione, un
miliardo di divinità diverse. Se
il ruolo fosse quello di soddisfare
provvisoriamente il problema
di Voltaire, ognuno di essi funzionerebbe.
Anzi, quanto più
fosse sbadato e giocherellone,
poco dignitoso nel proprio operare,
tanto più risulterebbe funzionale.
Fa le cose e poi se le
scorda o se ne stufa, come un
ragazzino fa col giocattolo. Ma
se quegli Dei dovessero essere
esigenti, sorgerebbero nuovi
problemi, anziché risolversi
quell’unico, perché, probabilmente,
uno esigerebbe certe
azioni che l’altro non concederebbe.
E allora quale Dio del
miliardo di Dei, ciascuno asserito
come unico esistente,
dovrebbe ricevere l’ossequio
dell’umanità?
E infatti a questo relativismo
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si appigliano i tifosi dell’ateismo,
e senza accorgersi (o fingendo
di ignorare) che il problema
è risolto nel modo più plateale
che si possa desiderare.
Infatti c’è, tra le offerte di ipotesi,
un Dio che ha vissuto le cose
che si aspetta dall’uomo. C’è un
Dio che si è fatto uomo per
incarnare la parola: è Gesù Cristo.
Io credo nel Dio di Gesù, il
Cristo. Questo non significa che
io possa imporlo. È Cristo stesso
che non lo desidera. Dis-